2. Utopie dell‘ abitare
"In qual parte del nuovo mondo si trovi Utopia, né a me è venuto in mente di
domandare, né a lui di dire«
Nel 1516 viene pubblicata la prima edizione di Utopia, l’opera con cui Thomas
More non inventa un genere letterario e filosofico, ma gli assegna un nome. Da
allora, le opere che descrivono un mondo altro, separato nello spazio e/o nel
tempo dal mondo dell’autore, si definiscono utopie, un termine di natura
piuttosto ambigua, che potrebbe procedere etimologicamente da ou-topos
(non-luogo) o eu-topos (luogo buono), oppure da una fusione dei due prefissi.
3. A 500 anni dalla sua prima pubblicazione, si celebra il testo di More non
semplicemente in quanto opera letteraria di importanza capitale, ma come
occasione per ricordare come Utopia non sia un luogo a cui approdare, quanto
più una direzione a cui tendere, un’ipotesi di alterità che ci permetta di
ripensare il nostro mondo da una prospettiva radicalmente differente.
Klimahouse è la sede ideale di questa celebrazione, perché la sua vocazione
utopistica, che si traduce in una spinta costante verso l’innovazione, sembra
rigenerarsi anno dopo anno, progetto dopo progetto, proposta dopo proposta.
Da qui il senso più profondo dell’ideale utopico: non un progetto inattuabile,
ma una tendenza inesauribile.
4. "Chi conosce una sola città le conosce tutte, tanto sono interamente simili
tra loro, per quel che consente la natura del luogo"
Utopia a Klimahouse prende le forme di due «isole di isole», due luoghi
immaginari – eppure visitabili – in cui sono raccolte, e in qualche modo
raccontate, un certo numero di utopie.
Da una parte vi è l’isola dell’architettura contemporanea, nata dall’appello
agli architetti proposto da Klimahouse in collaborazione con l’unione
architetti delle alto adige. L’invito è stato di partecipare con il proprio
contributo, sotto forma di schizzo di progetto, a una riflessione collettiva
sull’utopia dell’abitare: idee di città, edifici e interni libere dalle costrizioni
delle contingenze, immaginate per un mondo che non è ancora.
5. Dall’altra vi è l’isola della storia dell’utopia letteraria, la mappa originale
della terra immaginata nel 1516 da More le cui 54 città sono, in questa
installazione, altrettante opere significative all’interno del variegato universo
letterario dell’utopia. A partire dalla capitale Utopia (posta nel luogo in cui
More immagina la capitale del suo regno utopico, Amauroto), si può
esplorare la storia della letteratura utopica come se fosse un Paese
sconosciuto, con le sue prossimità e le sue differenze. Oltre alla capitale,
altri nove «capoluoghi» – ovvero nove testi chiave – orientano questa ipotesi
di riepilogazione, traducendosi in edifici immaginari, che vogliono
raccontare il senso del testo da cui traggono origine.
L’invito al pubblico è di esplorare queste isole, alla ricerca della propria
utopia…
6. Wohnutopien
"Weder ist es mir in den Sinn gekommen, danach zu fragen, noch ihm, es
zu sagen, in welcher Gegend jenes neuen Erdteils Utopia liegt."
1516 erscheint die erste Ausgabe von „Utopia“ des englischen Staatsmannes
und Humanisten Thomas More. Mit diesem Werk erfand More zwar kein
literarisches und philosophisches Genre, er gab aber den Anstoß zum Genre
der Sozialutopie. Seitdem werden nämlich Romane, die eine erfundene Welt
beschreiben, die räumlich und/oder zeitlich von der Welt des Autors entfernt
sind, als Utopien definiert, ein recht zweideutiger Begriff, dessen
etymologische Herkunft ou-topos („Nichtort“) oder eu-topos („guter“ Ort)
oder eine Fusion beider Präfixe sein könnte.
7. 500 Jahre nach seiner Erstauflage feiert man den Test von More nicht
einfach als literarisches Werk grundlegender Bedeutung, sondern man
nutzt den Anlass, um daran zu erinnern, dass Utopia kein Ort ist, den man
erreichen muss, sondern vielmehr eine Richtung vorgeben will, der man
folgen soll, eine Vermutung der Alterität, die es uns erlaubt, unsere Welt
aus einer völlig anderen Perspektive neu zu überdenken.
Klimahouse bietet den idealen Rahmen für diese Feier, denn ihre
utopistische Formel, die stets zur Innovation drängt, scheint sich Jahr um
Jahr, Projekt nach Projekt, Vorschlag nach Vorschlag zu regenerieren. So
erklärt sich der tiefere Sinn des utopischen Ideals: kein nicht umsetzbares
Projekt, sondern eine grenzenlose Tendenz.
8. "Wer eine Stadt kennt, kennt alle: so völlig ähnlich sind sie einander,
soweit nicht die Beschaffenheit des Geländes dem entgegensteht."
„Utopia“ nimmt auf der Klimahouse die Formen von zwei „Inseln von
Inseln“, zweier Fantasieorte ein – die man aber besichtigen kann – in denen
eine gewisse Anzahl von Utopien versammelt sind und auch erzählt werden.
Auf der einen Seite ist da die Insel der zeitgenössischen Architektur. Sie
entstand aus dem an die Architekten gerichteten Appell, der von
Klimahouse in Zusammenarbeit mit der Architektengemeinschaft Südtirol
vorgeschlagen wurde. Die Architekten waren eingeladen, mit einer
Projektskizze zu einer gemeinsamen Überlegung zur Utopie des Wohnens
beizutragen: Ideen von Städten, Gebäuden und Innenbereichen, die frei von
Kontingenzzwängen sind und für eine Welt ersonnen wurden, die noch nicht
ist.
9. Dem gegenüber steht die Insel der Geschichte der literarischen Utopie, die
1516 von More ersonnene originale Weltkarte, deren 54 Städte - bei dieser
Installation - ebenso viele bedeutende Werke innerhalb des
abwechslungsreichen literarischen Universums der Utopie sind. Ausgehend
von der Hauptstadt Utopia (die an dem Ort liegt, an dem More sich die
Hauptstadt seines utopischen Inselreichs Amauroto vorstellt), kann man die
Geschichte der utopischen Literatur wie ein unbekanntes Land mit seinen
Ähnlichkeiten und Unterschieden erforschen. Neben der Hauptstadt richten
sich weitere neun „Städte“ – d. h. neun Schlüsseltexte – nach dieser
Zusammenfassungstheorie aus und zeigen imaginäre Bauwerke, die den
Sinn des Textes, dem sie entsprungen sind, erzählen möchten.
Das Publikum ist dazu eingeladen, diese Inseln auf der Suche nach ihrer
eigenen Utopie zu erforschen
34. "Vorrei dare una riflessione collettiva sull’utopia
dell’abitare e lo vorrei fare con la mia Tesi di Laurea che il
recupero e la ridestinazione delle aree militari dismesse
della città di Corinto, in Grecia attraverso una nuova
caratterizzazione che ne privilegi la dimensione pubblica,
rappresentativa e ambientale. L’introduzione di
connessioni geometriche circolari permette di integrare
l’attuale disgregazione volumetrica e il verde diviene
elemento costruttivo in grado di risolvere
ambientalmente e figurativamente lo spazio pubblico. Il
nuovo complesso potrà essere utilizzato per il riposo, il
gioco, il pranzo, fiere settimanali o altro attraverso la
realizzazione di un palasport uno studentato, palazzi
amministrativi, il parco urbano, aree commerciali e di
primo servizio.
Con questa riprogrammazione di elementi, il complesso
risulterà attrezzato in tutte le sue superfici e alla
gerarchia spaziale stabilita dai volumi corrisponderà il
carattere pubblico degli edifici con un forte carattere
unitario, quale segnale d’identità. "
Diego Speraddio
35. • Metropolis im Gebirge
• www.angelika-mair.com
Angelika Mair
36.
37. Ariadne Radi Cor
• Phenomenological House
- where we hugged
• Studio Chantilly Cream
(London, UK)
• www.chantillycream.co.uk
38.
39. “The plan has been
traced over the
calendar August 2014 -
August 2015 (each
room being a month).
The dotted areas
represent the time
spent with my partner,
an architect.”
Ariadne Radi Cor
40. • Holz und Glas
• Studio di architettura
Carlo Rosso
Carlo Rosso
41.
42. • Rigenerare la città
• Studio architettura
italiana, Roma
• www.architettura-
italiana.com
Claudio Ciccotti
43.
44. "Il progetto "purtroppo" è slegato dal
contesto reale nella misura in cui vuole
ripensare una porzione di tessuto urbano
altamente degradata, secondo i principi di
semplice sostenibilità e ripensando
l'habitat a misura d'uomo.
Spazi verdi, piste ciclabili, collegamenti su
ferro, integrazione con sistemi naturali.
Tutto all'insegna del minimo consumo di
suolo e sviluppando gli edifici in altezza.
Complicato pensare di rigenerare una
porzione "quartiere" di una città
(nell'ipotesi verebbero ricollocati i circa
4.000 abitanti presenti), ma per me utopia è
anche pensare che possiamo progettare
per migliorare la qualità della vita nelle
nelle nostre città..."
Claudio Ciccotti
61. "Architetture naturali
emergono dalla Terra in
una spirale di emozioni
lontane. Vetro e materiali
vegetali si uniscono
dando vita a eteree
fortezze, ove la Natura
cullerà e custodirà gli
Uomini."
Matteo Sargentini
75. • Madrid Roof Gardens
• www.stephanprossliner.it
Stephan Prossliner
76.
77. "Veralterung der Bevölkerung, Mangel an Baugrund,
Überteuerte Wohnungen, hohe Verkehrsaufkommen
und kaum Freizeiteinrichtungen oder Parkanlagen:
diese Situationen treffen auch in einer Großstadt wie
Madrid zu. Ziel meiner Arbeit ist es ein globales
System in die bestehende Stadtstruktur zu
implementieren welches das Potential besitzt vorerst
nur das Problem der nicht vorhandenen
Grünzonen/Freizeiteinrichtungen zu lösen.
Freistehende Baulücken werden mit einer imaginären
Pflanze bespielt welche aus dem städtischen Gefüge
heraus nach oben wachsen soll, um sich dann
oberirdisch zu vereinen. In einer sich entwickelnden
„Maschine“ soll der Mensch vom täglichen Stress und
chaotischen urbanen Leben, mit wenigen
Rückzugsmöglichkeiten, gefiltert werden. Er soll die
Möglichkeit erhalten, die Erlebniswelt welche sich
oberhalb der Dächer abspielt zu entdecken, um dabei
die Erfahrung der Loslösung vom Alltäglichen zu
erfahren. Dabei soll ein außergewöhnlicher
Kontrapunkt zu einer Stadt entstehen, die durch den
Auto- und Busverkehr auf dem Straßenniveau immer
mehr an Lebensqualität einbüßt."
Stephan Prossliner
80. "TurtleHome ist eine
mobile
Wohnunterkunft für
Flüchtlinge und kann
durch das Nut und
Feder System schnell
und einfach auf- und
abgebaut werden."
5B Fachoberschule
für Bauwesen Bozen
"Peter Anich"