1. CIBI A KM 0
Nunzio Strano – Federico Zappalà – Giulio Nipitella
Tommaso Pucci – Mattia Sanna
2. COSA SIGNIFICA CHILOMETRO ZERO
• Il Chilometro Zero in economia è un tipo
di commercio nel quale i prodotti vengono
commercializzati e venduti nella stessa zona
di produzione, in altre parole l’alimento locale è
garantito dal produttore nella sua genuinità, in
contrapposizione all'alimento globale spesso di origine
non adeguatamente certificato, e soprattutto
risparmiando nel processo di trasporto del prodotto, in
termini anche di inquinamento.
• Un'altra accezione, più recente, si riferisce ai prodotti
agricoli: in questo caso, dicendo che un prodotto è "a
chilometri zero" s'intende dire che, per arrivare dal
luogo di produzione a quello di vendita e consumo,
esso ha percorso il minor numero di chilometri possibile.
L'idea di fondo, in sostanza, è quella di ridurre l'impatto
ambientale che il trasporto di un prodotto comporta.
• Il sistema dei "chilometri zero" si esprime attraverso
diversi canali: la modalità di vendita più diffusa è quella
che si effettua tramite i distributori automatizzati,
tipicamente situati nelle piazze o in altri luoghi pubblici.
Molteplici sono gli spazi che vengono adibiti alla
vendita diretta per gli agricoltori locali all'interno dei
mercati comunali e rionali.
3. ORIGINE DEL MARCHIO
Si chiama "progetto chilometro zero" (impropriamente, perché la
forma corretta della locuzione dovrebbe essere "chilometri zero")
l'operazione lanciata da Coldiretti Veneto attraverso la quale si
vogliono convincere gestori di pubbliche mense, chef e grande
distribuzione a proporre ai consumatori preferibilmente prodotti
stagionali del territorio. Si trovano già i mercatini agricoli distribuiti
sul territorio di molte regioni italiane, soprattutto al nord, dove
tipicità vengono vendute senza intermediazioni, niente imballaggio
e nessun costo di conservazione. Ne è dimostrazione il successo
dei distributori automatici di latte crudo, sempre più diffusi perché
favoriscono l'acquisto consapevole e la sicurezza del prodotto
rintracciabile. Il Veneto è la regione che ha dato il via alla
campagna per i "chilometri zero", divenendo una legge regionale,
la n. 7 del 25 luglio 2008, la prima a livello nazionale nel suo
genere. Le finalità di tale legge, espressamente dichiarate
nell'articolo 1, sono di incentivare l'utilizzo di prodotti locali nelle
attività ristorative affidate ad enti pubblici, incrementando in tale
maniera la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli.
4. PENSA GLOBALE MANGIA LOCALE
Un ritorno al passato, una riscoperta dei prodotti tipici italiani e la spesa fatta
direttamente dai piccoli produttori agricoli, ciò ci consente di conoscere di
persona il produttore agricolo che ci accoglie nella sua fattoria e ci permette
addirittura un contatto diretto con l’ambiente e anche con gli animali.
La filiera corta e il km 0 si stanno sempre più affermando come modalità
alternativa per produrre e vendere prodotti alimentari di qualità: dalla frutta e
verdura rigorosamente di stagione, alla carne e al pesce freschi e biologici;
dal latte e formaggi, fino al riso e alla pasta fatta in casa; dalle
conserve come marmellate, sottaceti, miele, fino alle bevande come la birra
artigianale e il vino biologico. E’ singolare l'interesse anche per i prodotti non
alimentari, come ad esempio gli agrocosmetici, cioè i cosmetici cosiddetti
naturali.
5. FAST FOOD O ALIMENTI SANI
l fast food (espressione inglese, letteralmente "cibo veloce",
in italiano è anche detta "ristorazione rapida" è un tipo
di ristorazione veloce.
Questa cucina è costituita principalmente
da hamburger, hot dog, cotolette, patate
fritte e sandwich ma anche da altri cibi derivati da cucine
etniche come la cipolla fritta, il kebab e la pizza e
suggerisce l'uso massiccio di diverse salse
come senape, maionese e ketchup.
Molti dei cibi proposti nei fast food, ed in particolare
i burgers e le patate fritte, contengono elevate quantità
di acidi grassi, i quali possono provocare malattie
cardiovascolari, riduzione del colesterolo HDL (il
cosiddetto colesterolo buono), aumento dei trigliceridi,
aumentando quindi il rischio di diabete e dell’obesità.
Nel tentativo di dare risposta a questi squilibri nutrizionali, i
gestori di alcune delle più note catene propongono nei
propri menu anche piatti con minore apporto calorico
come insalate e macedonie.
6. CONCLUSIONI
In conclusione possiamo dire che l’agricoltura a km
0 e la spesa a kilometro zero sono una filosofia di
consumo ecosostenibile; le aziende agricole aprono
le porte delle loro fattorie ai consumatori dando la
possibilità di poter acquistare prodotti genuini e di
prima scelta senza dover passare per forza
attraverso intermediari.
Siamo tutti profondamente convinti dell’importanza
di un ritorno al consumo dei prodotti di stagione,
senza più accettare passivamente le scelte che ci
vengono imposte dalle multinazionali e dalle grandi
catene di distribuzione.
Dal produttore al consumatore la distanza è uguale
a “ZERO”.