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Interoperabilità e standard aperti
nell'ordinamento giuridico italiano




           Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
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     DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [1]


Interoperability means the ability of information and
communication technology (ICT) systems and of the
business processes they support to exchange data and
to enable the sharing of information and knowledge.


         (fonte: European Interoperability Framework,
                  http://ec.europa.eu/idabc)




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      DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2]


Per interoperabilità intenderemo la capacità di sistemi
diversi di leggere e scrivere stessi formati di dati e/o di
interagire secondo protocolli stabiliti. In questo contesto
varrà distinguere tra la capacità di parlare la stessa
lingua (intelligibilità del formato dei dati) dalla capacità
di aderire ad un medesimo modello comportamentale
(adozione di un qualche protocollo definito).
                                                                                 (continua)



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     DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2]


Questo secondo tipo di interoperabilità (che diremo
operativa) va assumendo una sempre maggiore
importanza pratica, via via che l’interazione tra sistemi
informatici viene sempre più spesso definita in termini
di servizio erogato piuttosto che di dato scambiato
(e.g., i cosiddetti Web Service). L’interoperabilità
operativa può dunque essere realizzata senza che
sussista l’interoperabilità del dato.
                                                                                (continua)

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     DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2]


L’adozione di standard aperti, siano essi riferiti ai
formati di dati od ai protocolli, resta comunque
condizione necessaria (per quanto non sufficiente) per
l’interoperabilità.


  (fonte: Relazione finale della Task Force Interoperabilità e Open
      Source, Provincia Autonoma di Trento, 2005, par. 3.1.1)




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           DEFINIZIONI: STANDARD [1]


Modello o tipo di un determinato prodotto, o insieme di
norme fissate allo scopo di ottenere l’unificazione delle
caratteristiche   (standardizzazione)    del     prodotto
medesimo, da chiunque e comunque fabbricato. Anche,
insieme degli elementi che individuano le caratteristiche
di un determinato processo tecnico.


                        (fonte: www.treccani.it)


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           DEFINIZIONI: STANDARD [2]


Il termine inglese standard deriva dal vocabolo francese
antico estendart, avente il significato di stendardo,
insegna. Il termine italiano che più si avvicina a
standard è “norma”. Uno standard è infatti una norma
accettata, un modello di riferimento a cui ci si uniforma
affinché sia ripetuto successivamente.


                        (fonte: it.wikipedia.org)


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          DEFINIZIONI: STANDARD [3]

Serie di dettagliate indicazioni tecniche di diritto
sostenute da una riconosciuta organizzazione non
commerciale o governativa, impiegate per stabilire
uniformità in un settore di sviluppo hardware o
software. Lo standard nasce da un processo formale, in
cui un gruppo in cooperazione o un comitato definisce
una serie di specifiche dopo aver svolto uno studio
approfondito su metodi, approcci, tendenze e sviluppi
tecnologici in atto.
                                                                                (continua)

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           DEFINIZIONI: STANDARD [3]

Gli standard proposti sono quindi ratificati o approvati
da un’organizzazione riconosciuta e sono adottati nel
tempo col consenso generale mentre i prodotti basati
sullo standard diventano sempre più prevalenti sul
mercato.


          (fonte: Dizionario di informatica, Mondadori)




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       DEFINIZIONI: STANDARD DE JURE

Si parla di standard de jure quando lo standard è frutto
di un regolare processo di analisi tecnica e definizione
gestito da apposite organizzazioni, e quando è stato
formalizzato e descritto in uno specifico documento
chiamato comunemente “norma tecnica”, o anche più
semplicemente “norma”; di conseguenza gli enti
preposti a questo tipo di attività vengono denominati
enti di formazione (o anche più genericamente di
standardizzazione).


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Le norme vengono formalizzate attraverso un
complesso meccanismo di consultazione e analisi che
vede il coinvolgimento da parte dell’ente di normazione
di esperti del settore industriale implicato e dei
cosiddetti    stakeholders,     ovvero      i   soggetti
potenzialmente interessati allo standard nascente.
Ovviamente l’autorevolezza di una norma dipende
anche dalla presenza del maggior numero di
stakeholders coinvolti nel processo e dalla precisione e
trasparenza nella descrizione dello standard.



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       DEFINIZIONI: STANDARD DE FACTO

Tuttavia, è importante sottolineare che non sempre un
determinato modello può assurgere allo status di
standard de jure.
Ci sono infatti modelli di riferimento che solo per la loro
elevata diffusione vengono comunemente considerati
standard, ma in realtà non sono mai stati riconosciuti
come tali da apposite organizzazioni attraverso un
regolare processo di standardizzazione: si parla in
questo caso di standard de facto.


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  STANDARD APERTO: la definizione dell'ITU-T

Open Standards are standards made available to the
general public and are developed (or approved) and
maintained via a collaborative and consensus driven
process. Open Standards facilitate interoperability and
data exchange among different products or services
and are intended for widespread adoption.


(fonte: www.itu.int/ITU-T/othergroups/ipr-adhoc/openstandards.html)



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               STANDARD APERTO:
   i quattro requisiti secondo l'Unione Europea


1) è adottato e mantenuto da un’organizzazione non-
profit ed il cui sviluppo avviene sulle basi di un processo
decisionale aperto e a disposizione di tutti gli
interlocutori interessati e le cui decisioni vengono prese
per consenso o a maggioranza;




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               STANDARD APERTO:
   i quattro requisiti secondo l'Unione Europea


2) il documento di specifiche è disponibile liberamente
oppure ad un costo nominale. Deve essere possibile
farne copie, riusarle e distribuirle liberamente senza
alcun costo aggiuntivo;




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               STANDARD APERTO:
   i quattro requisiti secondo l'Unione Europea


3) eventuali diritti di copyright, brevetti o marchi
registrati sono irrevocabilmente concessi sotto forma di
royalty-free;




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               STANDARD APERTO:
   i quattro requisiti secondo l'Unione Europea


4) non è presente alcun vincolo al riuso, alla modifica e
all’estensione dello standard.


        (fonte: www.uni.com/uni/controller/it/comunicare/
                 articoli/2007_1/odf_26300.htm)




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          FORMATO APERTO: definizione


Diremo che un formato è aperto se il modo di
rappresentazione dei suoi dati è trasparente e/o la sua
specifica è di pubblico dominio. Si tratta generalmente
(ma non esclusivamente) di standard fissati da autorità
pubbliche e/o istituzioni internazionali il cui scopo è
quello di fissare norme che assicurino l’interoperabilità
tra software.
                (fonte: www.openformats.org/it1)



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          RAPPORTO FRA I CONCETTI DI
         standard aperto e formato aperto




(fonte: S. Aliprandi, Apriti standard!, www.aliprandi.org/apriti-standard)

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             LA NORMATIVA ITALIANA:
     la direttiva Stanca del 19 dicembre 2003

La direttiva intende fornire alle PA indicazioni e criteri
tecnici e operativi per gestire più efficacemente il
processo di predisposizione o di acquisizione di
programmi informatici. Nella scelta delle soluzioni
informatiche disponibili sul mercato le PA dovranno
seguire alcuni criteri fondamentali, quali:




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1. la trasferibilità ad altre amministrazioni delle soluzioni
acquisite;
2. l’interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le
amministrazioni;
3. la non dipendenza da un unico fornitore o da
un’unica tecnologia proprietaria;
4. la disponibilità del codice sorgente per ispezione e
tracciabilità;
5. l’esportabilità di dati e documenti in più formati, di
cui almeno uno di tipo aperto.

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Ai fini della presente direttiva si intende:
b. per "formato aperto", un formato dei dati reso
pubblico e documentato esaustivamente;
e. per "standard" una specifica o norma condivisa da
una comunità. Lo standard può essere emanato da un
ente di standardizzazione oppure essersi imposto di
fatto. Nel caso di formati di dati, un formato è standard
quando è definito da un ente di standardizzazione.
f. per "interoperabilità" la capacità di sistemi informativi
anche eterogenei di condividere, scambiare e utilizzare
gli stessi dati e funzioni d’interfaccia;

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              LA NORMATIVA ITALIANA:
        il D. Lgs. 82/2005 (C.A.D.) - Art. 68

2. Le pubbliche amministrazioni nella predisposizione o
nell’acquisizione dei programmi informatici, adottano
soluzioni informatiche che assicurino l’interoperabilità e la
cooperazione applicativa [...] e che consentano la
rappresentazione dei dati e documenti in più formati, di cui
almeno uno di tipo aperto, salvo che ricorrano peculiari ed
eccezionali esigenze.
3. Per formato dei dati di tipo aperto si intende un formato
dati reso pubblico e documentato esaustivamente.

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       LE PRONUNCE DELLA CORTE COST.:
      sent. 17 del 2004 e sent. 133 del 2008


«Lo Stato disciplina il coordinamento informatico, oltre
che per mezzo di regole tecniche, anche quando
sussistano esigenze di omogeneità ovvero anche
«profili di qualità dei servizi» e di «razionalizzazione
della stessa», funzionali a realizzare l'intercomunicabilità
tra i sistemi informatici delle amministrazioni.»



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approfondimenti
su questo libro
(vedere anche appendice)




www.aliprandi.org/apriti-standard



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       sul sito www.standardaperti.it
 è disponibile anche un filmato divulgativo
        di pochi minuti che riassume
i concetti di base relativi agli standard aperti




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      grazie per l'attenzione


--------------------

      Simone Aliprandi
     www.aliprandi.org
 simone.aliprandi@gmail.com



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Queste slides, in quanto opera derivata dal libro
   “Apriti standard”, sono rilasciate con la sua
           stessa licenza, ovvero con la
             Licenza Creative Commons
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                  disponibile al sito
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Simone Aliprandi, Interoperabilità e standard aperti nell'ordinamento giuridico italiano

  • 1. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org Avv. Simone Aliprandi www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org Interoperabilità e standard aperti nell'ordinamento giuridico italiano Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 2. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [1] Interoperability means the ability of information and communication technology (ICT) systems and of the business processes they support to exchange data and to enable the sharing of information and knowledge. (fonte: European Interoperability Framework, http://ec.europa.eu/idabc) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 3. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2] Per interoperabilità intenderemo la capacità di sistemi diversi di leggere e scrivere stessi formati di dati e/o di interagire secondo protocolli stabiliti. In questo contesto varrà distinguere tra la capacità di parlare la stessa lingua (intelligibilità del formato dei dati) dalla capacità di aderire ad un medesimo modello comportamentale (adozione di un qualche protocollo definito). (continua) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 4. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2] Questo secondo tipo di interoperabilità (che diremo operativa) va assumendo una sempre maggiore importanza pratica, via via che l’interazione tra sistemi informatici viene sempre più spesso definita in termini di servizio erogato piuttosto che di dato scambiato (e.g., i cosiddetti Web Service). L’interoperabilità operativa può dunque essere realizzata senza che sussista l’interoperabilità del dato. (continua) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 5. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2] L’adozione di standard aperti, siano essi riferiti ai formati di dati od ai protocolli, resta comunque condizione necessaria (per quanto non sufficiente) per l’interoperabilità. (fonte: Relazione finale della Task Force Interoperabilità e Open Source, Provincia Autonoma di Trento, 2005, par. 3.1.1) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 6. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: STANDARD [1] Modello o tipo di un determinato prodotto, o insieme di norme fissate allo scopo di ottenere l’unificazione delle caratteristiche (standardizzazione) del prodotto medesimo, da chiunque e comunque fabbricato. Anche, insieme degli elementi che individuano le caratteristiche di un determinato processo tecnico. (fonte: www.treccani.it) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 7. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: STANDARD [2] Il termine inglese standard deriva dal vocabolo francese antico estendart, avente il significato di stendardo, insegna. Il termine italiano che più si avvicina a standard è “norma”. Uno standard è infatti una norma accettata, un modello di riferimento a cui ci si uniforma affinché sia ripetuto successivamente. (fonte: it.wikipedia.org) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 8. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: STANDARD [3] Serie di dettagliate indicazioni tecniche di diritto sostenute da una riconosciuta organizzazione non commerciale o governativa, impiegate per stabilire uniformità in un settore di sviluppo hardware o software. Lo standard nasce da un processo formale, in cui un gruppo in cooperazione o un comitato definisce una serie di specifiche dopo aver svolto uno studio approfondito su metodi, approcci, tendenze e sviluppi tecnologici in atto. (continua) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 9. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: STANDARD [3] Gli standard proposti sono quindi ratificati o approvati da un’organizzazione riconosciuta e sono adottati nel tempo col consenso generale mentre i prodotti basati sullo standard diventano sempre più prevalenti sul mercato. (fonte: Dizionario di informatica, Mondadori) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 10. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: STANDARD DE JURE Si parla di standard de jure quando lo standard è frutto di un regolare processo di analisi tecnica e definizione gestito da apposite organizzazioni, e quando è stato formalizzato e descritto in uno specifico documento chiamato comunemente “norma tecnica”, o anche più semplicemente “norma”; di conseguenza gli enti preposti a questo tipo di attività vengono denominati enti di formazione (o anche più genericamente di standardizzazione). Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 11. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org Le norme vengono formalizzate attraverso un complesso meccanismo di consultazione e analisi che vede il coinvolgimento da parte dell’ente di normazione di esperti del settore industriale implicato e dei cosiddetti stakeholders, ovvero i soggetti potenzialmente interessati allo standard nascente. Ovviamente l’autorevolezza di una norma dipende anche dalla presenza del maggior numero di stakeholders coinvolti nel processo e dalla precisione e trasparenza nella descrizione dello standard. Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 12. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org DEFINIZIONI: STANDARD DE FACTO Tuttavia, è importante sottolineare che non sempre un determinato modello può assurgere allo status di standard de jure. Ci sono infatti modelli di riferimento che solo per la loro elevata diffusione vengono comunemente considerati standard, ma in realtà non sono mai stati riconosciuti come tali da apposite organizzazioni attraverso un regolare processo di standardizzazione: si parla in questo caso di standard de facto. Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 13. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org STANDARD APERTO: la definizione dell'ITU-T Open Standards are standards made available to the general public and are developed (or approved) and maintained via a collaborative and consensus driven process. Open Standards facilitate interoperability and data exchange among different products or services and are intended for widespread adoption. (fonte: www.itu.int/ITU-T/othergroups/ipr-adhoc/openstandards.html) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 14. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org STANDARD APERTO: i quattro requisiti secondo l'Unione Europea 1) è adottato e mantenuto da un’organizzazione non- profit ed il cui sviluppo avviene sulle basi di un processo decisionale aperto e a disposizione di tutti gli interlocutori interessati e le cui decisioni vengono prese per consenso o a maggioranza; Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 15. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org STANDARD APERTO: i quattro requisiti secondo l'Unione Europea 2) il documento di specifiche è disponibile liberamente oppure ad un costo nominale. Deve essere possibile farne copie, riusarle e distribuirle liberamente senza alcun costo aggiuntivo; Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 16. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org STANDARD APERTO: i quattro requisiti secondo l'Unione Europea 3) eventuali diritti di copyright, brevetti o marchi registrati sono irrevocabilmente concessi sotto forma di royalty-free; Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 17. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org STANDARD APERTO: i quattro requisiti secondo l'Unione Europea 4) non è presente alcun vincolo al riuso, alla modifica e all’estensione dello standard. (fonte: www.uni.com/uni/controller/it/comunicare/ articoli/2007_1/odf_26300.htm) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 18. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org FORMATO APERTO: definizione Diremo che un formato è aperto se il modo di rappresentazione dei suoi dati è trasparente e/o la sua specifica è di pubblico dominio. Si tratta generalmente (ma non esclusivamente) di standard fissati da autorità pubbliche e/o istituzioni internazionali il cui scopo è quello di fissare norme che assicurino l’interoperabilità tra software. (fonte: www.openformats.org/it1) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 19. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org RAPPORTO FRA I CONCETTI DI standard aperto e formato aperto (fonte: S. Aliprandi, Apriti standard!, www.aliprandi.org/apriti-standard) Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 20. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org LA NORMATIVA ITALIANA: la direttiva Stanca del 19 dicembre 2003 La direttiva intende fornire alle PA indicazioni e criteri tecnici e operativi per gestire più efficacemente il processo di predisposizione o di acquisizione di programmi informatici. Nella scelta delle soluzioni informatiche disponibili sul mercato le PA dovranno seguire alcuni criteri fondamentali, quali: Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 21. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org 1. la trasferibilità ad altre amministrazioni delle soluzioni acquisite; 2. l’interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le amministrazioni; 3. la non dipendenza da un unico fornitore o da un’unica tecnologia proprietaria; 4. la disponibilità del codice sorgente per ispezione e tracciabilità; 5. l’esportabilità di dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto. Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 22. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org Ai fini della presente direttiva si intende: b. per "formato aperto", un formato dei dati reso pubblico e documentato esaustivamente; e. per "standard" una specifica o norma condivisa da una comunità. Lo standard può essere emanato da un ente di standardizzazione oppure essersi imposto di fatto. Nel caso di formati di dati, un formato è standard quando è definito da un ente di standardizzazione. f. per "interoperabilità" la capacità di sistemi informativi anche eterogenei di condividere, scambiare e utilizzare gli stessi dati e funzioni d’interfaccia; Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 23. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org LA NORMATIVA ITALIANA: il D. Lgs. 82/2005 (C.A.D.) - Art. 68 2. Le pubbliche amministrazioni nella predisposizione o nell’acquisizione dei programmi informatici, adottano soluzioni informatiche che assicurino l’interoperabilità e la cooperazione applicativa [...] e che consentano la rappresentazione dei dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto, salvo che ricorrano peculiari ed eccezionali esigenze. 3. Per formato dei dati di tipo aperto si intende un formato dati reso pubblico e documentato esaustivamente. Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 24. Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org LE PRONUNCE DELLA CORTE COST.: sent. 17 del 2004 e sent. 133 del 2008 «Lo Stato disciplina il coordinamento informatico, oltre che per mezzo di regole tecniche, anche quando sussistano esigenze di omogeneità ovvero anche «profili di qualità dei servizi» e di «razionalizzazione della stessa», funzionali a realizzare l'intercomunicabilità tra i sistemi informatici delle amministrazioni.» Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 25. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org approfondimenti su questo libro (vedere anche appendice) www.aliprandi.org/apriti-standard Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 26. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org sul sito www.standardaperti.it è disponibile anche un filmato divulgativo di pochi minuti che riassume i concetti di base relativi agli standard aperti Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 27. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org grazie per l'attenzione -------------------- Simone Aliprandi www.aliprandi.org simone.aliprandi@gmail.com Università Statale di Milano, 5 aprile 2011
  • 28. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org Queste slides, in quanto opera derivata dal libro “Apriti standard”, sono rilasciate con la sua stessa licenza, ovvero con la Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia disponibile al sito http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/it/ Università Statale di Milano, 5 aprile 2011