1. ALCUNI CONSIGLI PER CHI STUDIA FUORISEDE
Riporto qui alcuni consigli che potrebbero essere utili a chi studia fuorisede, basati su esperienze
personali o su episodi che mi sono stati raccontati. Non pretendono perciò di essere verità assolute e
generalizzabili, ma esprimono semplicemente un punto di vista. Per ora, l’elenco è scarno e focalizzato
sulla privacy, ma non escludo di ampliarlo.
Quando si condivide l’appartamento con altre persone bisogna prestare molta attenzione alla propria
privacy. Ci sono persone (è una tendenza notata tra alcuni studenti di facoltà come Psicologia e
Medicina) che utilizzano apparecchi di videosorveglianza o microcamere (acquistabili anche online) per
spiare i coinquilini.
La possibilità di essere spiati aumenta se si abita in appartamenti in condivisione, o situati in un
condominio con molte unità abitative. La “tendenza a spiare” pare essere maggiore in città non molto
grandi; le dimensioni ristrette facilitano la diffusione di pettegolezzi.
Un’altra categoria poco raccomandabile per la condivisione di appartamenti è quella dei “figli di papà”,
soprattutto di quelli che, con consumi elevati, rendono difficile per i coinquilini pagare le bollette che ne
conseguono.
È problematica anche la convivenza con maniaci dell’igiene e dell’ordine, nonché con persone che gli
studi hanno portato all’esaurimento o alla nevrosi o che hanno sviluppato una mentalità cinica e
arrivista. È più facile riscontrare queste tendenze tra studenti di Medicina, Psicologia o di Scienze
Infermieristiche.
Spesso non è possibile scoprire queste caratteristiche deleterie se non dopo alcuni mesi di convivenza.
Le soluzioni per chi studia fuorisede e ritiene la propria privacy molto importante, possono essere un
monolocale o un collegio. È possibile, utilizzando una piastra elettrica, cucinare nella propria stanza,
soprattutto cibi di cottura veloce e inodore. Per il pranzo, sfruttare mense universitarie, ristoranti selfservice e, occasionalmente, rosticcerie.