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“Se senti una voce dentro di te che dice 'non puoi dipingere',
allora a tutti i costi dipingi e quella voce verrà messa a tacere.”
(Vincent Van Gogh)
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IDENTIKIT
Nome: Vincent Willem.
Cognome: Van Gogh.
Nato: 30 marzo 1853 a Groot Zundert.
Morto: 28 luglio 1890 ad Auvers Sur Oise.
Nazionalità: olandese.
Dipinti celebri: “Notte stellata” – “I girasoli”.
Movimento artistico: post-impressionismo.
Segno zodiacale: ariete.
CURIOSITA’
Durante tutta la sua vita ha venduto un solo quadro. È diventato celebre dopo la sua morte.
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MI PRESENTO
ono nato il 30 marzo del 1853 in Olanda: la mia famiglia è molto numerosa: infatti ho altri cinque
fratellini. Mio padre è un pastore protestante1 e tutti dobbiamo quindi seguire i suoi insegnamenti.
È molto severo con me e i miei fratelli e io lo faccio arrabbiare molto, perché non mi piace per nulla
andare a scuola, prendo sempre brutti voti.
Il paese dove vivo si chiama GROOT ZUNDER: è molto piccolo perché ha solo seimila abitanti.
A 15 anni comincio a lavorare: continuare a studiare non fa per
me! Ho uno zio mercante d’arte che mi aiuta a trovare un lavoro
come commesso in un’importante ditta che commercia opere
d’arte. Questa ditta si trova in una grande città olandese: L’AJA,
dove mi sono trasferito.
Viaggio molto per lavoro: mi trasferisco a Bruxelles, Parigi e,
infine, a Londra. In queste città visito i più importanti musei e
rimango molto affascinato da ciò che vedo.
Il lavoro di commesso mi ha però stancato e all’età di 21 anni mi
licenziano. Mio fratello Theo invece ha stoffa e diventa un
mercante esperto.
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Il capo di una comunità religiosa.
S
LA DITTA GOUPIL & CO ALL'AJA, DOVE VINCENT LAVORAVA COME MERCANTE D'ARTE
LA CASA NATALE DI VAN GOGH A GROOT ZUNDER
Comincio a eseguire i miei primi disegni per impratichirmi
con la pittura, ma non li conservo.
Dopo essermi licenziato vado a Ramsgate, vicino a Londra.
Qui mi offrono un lavoro come insegnante in cambio di vitto
e alloggio. Insegno solo per pochi mesi, poi mi trasferisco
nella città di Dordrecht, in Olanda, perché mio zio ha trovato
lavoro per me in una libreria. Il lavoro di libraio, però, non
mi dà grosse soddisfazioni.
A 23 anni non ho ancora un lavoro fisso né un
diploma. I miei genitori sono molto preoccupati
perché mi ammalo spesso.
In questo periodo sono molto triste per la mia vita: lo
scrivo sempre anche a mio fratello Theo, che mi aiuta
mandandomi dei soldi per sopravvivere.
VINCENT A 8 ANNI.
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omincio a studiare seriamente la Bibbia, voglio diventare come mio padre: un grande predicatore.
Nel frattempo continuo sempre a disegnare e un giorno mi piacerebbe poter vivere vendendo i miei
quadri: l’arte è la mia vera passione.
Voglio essere utile alle persone.
Mi trasferisco quindi a Cuesmes, una piccolissima città del Belgio, e vivo insieme alle famiglie dei
minatori. Quando apro le finestre, non vedo più la campagna e i fiori della mia terra ma solo il nero
della polvere di carbone che copre persino le facce delle persone e sporca i capelli dei bambini.
In questo periodo scrivo sempre a Theo, che mi convince a iscrivermi a una scuola d’arte.
Dopo due anni di permanenza a Cuesmes, mi iscrivo all’“Accademia delle Belle Arti” di Bruxelles e
dipingo la vita dei contadini: la mia intenzione è di dipingere nei quadri la realtà intorno a me.
Dal 1883 al 1885 torno a vivere dai miei genitori in Olanda, a Nuenen: un paesino in campagna.
Da questo momento in poi voglio dedicarmi solo alla pittura! Realizzo quindi molti dipinti con scene
campestri e ritratti di contadini.
Per farlo utilizzo colori cupi: marrone, grigio, verde scuro e nero.
Questi colori rappresentano bene, secondo me, la vita umile di chi lavora nei campi.
LE LETTERE DI VINCENT A THEO
C
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I MANGIATORI DI PATATE (1885)
uesto quadro rappresenta un gruppo di contadini riuniti attorno a un tavolo durante la cena.
La stanza è illuminata solamente dalla debole luce di una lampada.
I contadini cenano con le patate raccolte con fatica durante il loro lavoro nei campi.
In una lettera inviata a mio fratello Theo, scrivevo di questo dipinto:
«Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia
patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono
cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno
onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo
di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che
tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole.»
Q
Se vuoi vedere dal vivo questo dipinto, dovrai andare ad Amsterdam,
in Olanda. In questa città vi è infatti un intero museo che ospita
solamente tele di Van Gogh.
È appunto il “Van Gogh Museum”.
https://www.vangoghmuseum.nl/it/prepara-la-tua-visita
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VIAGGIO A PARIGI
io fratello ora lavora in una galleria d’arte a Parigi. Nel 1886 decido di andare a trovarlo.
Parigi è la città degli impressionisti, di pittori famosi come Toulouse Lautrec, Gauguin e Seurat. Qui
la mia arte comincia a cambiare: sulla tela dipingo piccole pennellate, tanti puntini che visti tutti
insieme creano una figura. Uso quindi lo stesso stile degli artisti impressionisti.
A Parigi divento amico di Julien François Tanguy, soprannominato “Père”, padre, per il suo carattere
generoso e altruista.
Tanguy è un collezionista e mecenate, ossia un sostenitore di artisti poco fortunati come me.
Ha un negozio a Parigi nel quale vende tubetti di tempera ai pittori.
È stato la prima persona che ha deciso di provare a vendere alcune mie opere. Ho deciso di fargli
un ritratto per ringraziarlo. Eccolo:
"RITRATTO DI PÈRE TANGUY" - 1888 - COLLEZIONE STAVROS S. NIARCHOS (PARIGI)
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A SINISTRA UN'OPERA DI HIROSHIGE, A DESTRA LA VERSIONE DI VAN GOGH.
Osserva attentamente lo sfondo di
questo quadro. Cosa vedi?
Hai notato che ci sono delle persone
che indossano tipici costumi
giapponesi e dei panorami?
Io amo collezionare stampe
giapponesi, in particolare quelle di
Hokusai e Hiroshige (artisti che potrai
conoscere meglio leggendo questo
libro).
Una delle mie passioni, per un certo
periodo della mia vita, è stata proprio
quella di provare a copiarle.
Erano immagini suggestive e
tecnicamente perfette, realizzate con
una cura maniacale dai due grandi
maestri giapponesi.
Sotto potrai vedere la mia versione di
un’opera di Hiroshige.
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IL SOGGIORNO AD ARLES
opo aver vissuto due anni a Parigi e aver frequentato un corso di disegno, mi trasferisco ad Arles,
una città della Provenza, nel sud della Francia.
Questo è un dipinto che ritrae la casa gialla dove sono andato ad abitare.
D
Ad Arles vivo un periodo
sereno della mia vita: lo si può
osservare anche dai quadri
che dipingo.
In Provenza, per la prima
volta, uso i colori a tempera
direttamente su tela, senza
prima delineare i contorni a
carboncino.
Dipingo tutto il giorno. I miei
soggetti preferiti sono: la
campagna, i paesaggi e i mazzi
di fiori. I miei preferiti sono i
girasoli.
"LA CASA GIALLA AD ARLES” - 1888 (VAN GOGH MUSEUM - AMSTERDAM)
Van Gogh dipinse undici tele che ritraevano girasoli, di cui sette nella cittadina di Arles.
I dipinti ritraggono questi fiori in ciascuna fase della fioritura: dal bocciolo alla sfioritura.
Nella serie dei girasoli in vaso si può osservare il contrasto tra la piattezza del fondo e del vaso e i
fiori che invece sembrano quasi animarsi e contorcersi in tutte le direzioni.
La firma dell'artista si trova spesso sul vaso: come i grandi maestri del passato egli usava solo il
proprio nome di battesimo.
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L’INCONTRO CON GAUGUIN
o un grosso desiderio: quello di conoscere un pittore che apprezzo molto: Paul Gauguin. Ho scritto
a mio fratello Theo per sapere se può contattarlo e pagare il suo soggiorno nella mia casa ad Arles.
Per farlo venire, Theo ha promesso a Gauguin di acquistargli 12 quadri all’anno.
Prima che arrivi il mio amico pittore, voglio sistemare la mia camera: appendo alcuni miei quadri
alle pareti e compro altri mobili.
Il risultato mi piace! Decido così di ritrarla in un dipinto:
"LA CAMERA DI VINCENT AD ARLES" - 1888 - VAN GOGH MUSEUM (AMSTERDAM)
Il 29 ottobre 1888 Gauguin viene a trovarmi e, da subito, capisco che Arles non gli piace molto.
Io, invece, sono felice: secondo me Paul è l’unico in grado di capire i miei sentimenti.
Con i suoi pennelli riesce davvero a esprimere tutte le emozioni.
Io e Paul viviamo insieme per due mesi. In questo tempo dipingiamo assieme ma litighiamo anche
molto.
Io sono molto disordinato e spendaccione, Paul non sopporta molto questo lato del mio carattere.
Durante le nostre litigate ho tirato un bicchiere a Paul e una volta mi sono così arrabbiato che con
un rasoio mi sono tagliato parte dell’orecchio destro. Mi sono fatto anche il ritratto.
H
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"AUTORITRATTO CON ORECCHIO BENDATO" - 1889 -
(COURTAULD GALLERY, LONDRA)
Questo autoritratto esprime tutta la
mia malinconica solitudine.
I miei occhi emanano un profondo
senso d’angoscia, accentuata dai
colori freddi che ho usato per
dipingere l’opera.
Il mio sguardo è senza espressione:
perso nel vuoto e abbattuto.
Quando Paul se ne va, io rimango solo,
senza amici, e mi sento così triste che
mi ammalo di depressione.
Dipingere mi aiuta a stare meglio e a
sfogare i miei pensieri.
Non smetto di farlo anche quando
vengo ricoverato all’ospedale di SAINT
RÉMY in Provenza, per curare la mia
depressione e il mio stato di salute
precario.
Ritraggo spesso le persone che si
prendono cura di me, come il Dottor
Rey e il postino Roulin.
Realizzo in questo periodo i miei quadri migliori: “Notte stellata” e “Ramo di mandorlo in fiore”,
dedicato alla nascita del figlio di mio fratello Theo.
Mentre sono in ospedale mio fratello organizza a Bruxelles una mostra coi miei quadri.
In questa mostra vendo un solo quadro: “La vigna rossa”, l’unico quadro che abbia mai venduto in
tutta la mia vita.
"DAVANTI AL MANICOMIO DI SAINT RÉMY" -
1889 - (MUSEO D'ORSAY - PARIGI)
“IL POSTINO ROULIN"- 1888 - (MUSEUM
OF FINE ARTS - BOSTON)
"LA VIGNA ROSSA" - 1888 - (MUSEO PUŠKIN
DI BELLE ARTI - MOSCA)
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NOTTE STELLATA
sicuramente il dipinto più celebre di Van Gogh. Puoi ammirarlo al MoMa Museum di New York.
Raffigura un paesaggio notturno di Saint-Rémy-de-Provence, poco prima del sorgere del sole.
In una lettera al fratello Theo, il pittore descrive tutto il suo entusiasmo per quest’opera e lo invita
a esporla a una mostra che ci sarebbe stata a breve.
In questo dipinto il pittore ha cercato di riprodurre la quiete del piccolo paese della Provenza in cui
si trovava ricoverato.
Pennellate ondulate danno movimento al cielo, un lungo cipresso sulla sinistra divide la terra dal
cielo.
Il campanile e le casette del paese sulla destra, sotto le montagne, sembrano quasi dormire
placidamente.
Interessante il contrasto tra il blu del cielo e il giallo degli astri rappresentati.
È
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UN TRAGICO EPILOGO
a mia testa continua ad avere pensieri tristi, sono malato e depresso. La permanenza all’ospedale
psichiatrico e le cure dei dottori non sono riuscite a guarirmi. La paura e la tristezza sono sempre
protagoniste delle mie giornate.
Ho sempre brutti pensieri e queste sensazioni negative le trasferisco anche sulle mie tele.
Nel luglio del 1890 vado in mezzo ai campi per ritrarre i paesaggi. Porto con me una pistola: di solito
la uso per sparare in aria e spaventare i corvi che disturbano il mio lavoro.
Oggi però sono molto triste: nessuno apprezza la mia arte, non ho ancora venduto un quadro e sono
affetto da una malattia che mi causa crisi di pazzia.
Durante una di queste, rivolgo a me stesso la pistola e sparo. Il dottor Gachet mi assiste ma non
riesce a estrarre il proiettile.
Mi piace pensare che adesso il mio spirito sia libero di volare fra campi di girasoli e cieli brillanti, con
tanti colori che saltano fuori dalla tela. Ho cambiato il mondo dell’arte ma, in vita, quasi nessuno ha
riconosciuto il mio valore.
Adesso invece i blu, i verdi e i luminosissimi gialli dei quadri che ho dipinto risplendono e non
smettono di meravigliare chi li guarda.
«Ritornato qui mi sono sentito molto triste, e ho continuato a sentire pesare su di me la tempesta
che vi minaccia. Che farci - vedete, di solito cerco di essere di buon umore, ma anche la mia vita è
attaccata a un filo, anche il mio passo vacilla. Ecco - ritornato qui mi sono rimesso al lavoro - però
il pennello mi cadeva quasi di mano - sapendo bene ciò che volevo ho ancora dipinto ancora tre
grandi quadri. Sono delle immense distese di grano sotto cieli nuvolosi e non mi sento
assolutamente imbarazzato nel tentare di esprimere tristezza, e un'estrema solitudine…»
(Da una lettera di Van Gogh al fratello Theo)
CAMPO DI GRANO CON CORVI (1890)
L
• SCARICA E STAMPA UNA VERSIONE TASCABILE
DELLA BIOGRAFIA DI VINCENT VAN GOGH
https://giochiecolori.blogspot.com/2015/03/libret
to-da-stampare-e-scaricare-van.html
• SCARICA E STAMPA UN LIBRETTO CON ATTIVITÀ
DIDATTICHE E GIOCHI
http://giochiecolori.blogspot.com/2015/03/van-
gogh-spiegato-ai-bambini-libretto.html
•
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"CAMPO DI GRANO CON CORVI" - 1890 - (VAN GOGH MUSEUM - AMSTERDAM)
In genere si pensa che questo sia stato l’ultimo dipinto di Van Gogh prima di morire, ma gli
storici dell’arte sono ancora molto incerti.
Sicuramente è un’opera dipinta quando il pittore era quasi arrivato alla fine dei suoi giorni e
la sua pazzia era giunta all’apice massimo.
Lo si capisce proprio dall’inquietante stormo di corvi, cupo e tenebroso, che volteggia basso,
quasi come avvoltoi pronti ad avventarsi sul cadavere, mentre una tempesta sta per
abbattersi.
Le nuvole sembrano ostili e minacciose. Tre sentieri sono raffigurati alla base della tela. I due
laterali sembrano quasi non avere né un’origine né una fine: quasi a significare le occasioni
perse o mai arrivate per l’artista.
"CAMPO DI GRANO SOTTO UN CIELO TEMPESTOSO" - 1890 - (VAN GOGH MUSEUM - AMSTERDAM)
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nserisci all’interno dello schema tutte le parole nell’elenco. Possono essere scritte
in ORIZZONTALE, VERTICALE o DIAGONALE.
Al termine trascrivi le lettere rimaste da sinistra verso destra. Ti daranno nell’ordine
il titolo dei tre dipinti di Van Gogh sottostanti. (Soluzione a pagina 128)
I
- - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - -
VERSIONE INTERATTIVA DEL CRUCIVERBA:
http://crossword.info/maestrofabio/vangogh
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uali sono i tuoi fiori preferiti? Quelli di Van Gogh erano sicuramente i girasoli.
Completa il disegno inserendo nel vaso il tuo mazzo di fiori preferito.
Mi raccomando: cerca di imitare lo stile del pittore olandese.
Q
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pagina 12 puoi ammirare il dipinto “Notte stellata”.
Ora tocca a te: coloralo come l’originale o creane una versione personale
alternativa.
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Colora anche il famoso dipinto della “Camera”.
A