3. Dopo aver analizzato l’anatomia dell’encefalo, possiamo osservare come ad ognuna
delle zone esaminate corrispondano una o più funzioni. Alcune fra queste sono
controllate da aree specifiche, mentre altre, più complesse, necessitano della
collaborazione di diverse sezioni anatomiche. Prendiamo in esame la corteccia
celebrale, dove si concentrano la maggior parte delle attività del telencefalo. Come
abbiamo già detto essa è suddivisa in 6 lobi: quali sono i principali?
• Frontale
• Parietale
• Temporale
• Occipitale
• Limbico
Controlla l’attività motoria e contribuisce a definire la personalità;
Riceve le informazioni tattili e pressorie e interpreta gli stimoli complessi;
Elabora le informazioni uditive e permette il riconoscimento dei volti;
Elabora le informazioni visive primarie e poi le invia ai lobi parietale e temporale;
Coinvolto nella motivazione, nell'elaborazione degli istinti e delle emozioni.
FISIOLOGIA
4. DOMINANZA EMISFERI CEREBRALI
Sebbene il cervello abbia una struttura simmetrica, con due emisferi dotati di aree
motorie e sensoriali corrispondenti, alcune funzioni intellettive sono limitate a un
solo emisfero. In ogni individuo, l’emisfero dominante presiede al linguaggio e
alle operazioni logiche, mentre l’altro controlla le emozioni, le capacità artistiche e
la percezione spaziale. In quasi tutti i destrimani e in molti mancini l’emisfero
dominante è il sinistro. Circa il 90% degli esseri umani usa la mano destra per
compiere azioni, ad esempio scrivere. Questa caratteristica, osservata in tutte le
razze e le culture, è stata collegata al cervello e, in particolare, all'area deputata
all'elaborazione del linguaggio. Nel 95% circa dei destrimani il linguaggio è,
infatti, mediato esclusivamente dall'emisfero sinistro, che controlla la parte destra
del corpo e quindi anche la mano destra. Questo fenomeno viene chiamato
dominanza sinistra per il linguaggio. Nei mancini la situazione è più variegata: nel
70% dei casi la dominanza per il linguaggio è mediata dall'emisfero destro, nel
15% dal sinistro e nel restante 15% da entrambi. Tra le altre funzioni in cui un
emisfero sembra essere dominante, si annoverano il riconoscimento dei volti e
l'attenzione spaziale. Quando un emisfero cerebrale subisce una lesione
monolaterale, queste funzioni possono andare distrutte. Gran parte delle
conoscenze attuali sul funzionamento del cervello e sul modo in cui le diverse aree
mediano funzioni differenti proviene dallo studio di persone che hanno subito
lesioni in diverse zone cerebrali.
5. Vi proponiamo un giochettinoino… Speriamo che abbiate preso appunti perché
vi serviranno!
Vi verranno poste alcune domande riguardo la fisiologia dell’encefalo; alcune
informazioni vi sono state fornite o vi saranno fornite durante la nostra
spiegazione, altre devono essere oggetto di intuizione e ragionamento.
REGOLE:
• verrete divisi in 3 gruppi i cui componenti sono già stati estratti a sorte;
• ogni gruppo deve eleggere un portavoce;
• per rispondere alle domande il portavoce deve prenotarsi alzando la mano;
• il primo a rispondere è chi ha alzato la mano più velocemente;
• una volta data la risposta lo stesso gruppo non avrà diritto a una seconda
possibilità per la stessa domanda;
• il tempo massimo per rispondere è un minuto;
Alla fine del gioco chi avrà risposto correttamente al maggior numero di domande
verrà ricompensato con un PREMIO a sorpresa!
6. Lobo limbico.
Quale parte dell’encefalo controlla il senso del gusto?
Insula.
Quale parte dell’encefalo controlla il senso dell’olfatto?
Quale parte dell’encefalo controlla il senso dell’udito?
Quale parte dell’encefalo controlla il senso della vista?
Se alzo la mano destra sto utilizzando la parte destra o
sinistra del telencefalo?
Se non riesco a riconoscere i volti, quale parte
dell’encefalo è danneggiata?
Lobo occipitale.
Lobo limbico.
Lobo temporale.
Lobo temporale. (Prosopagnosia)
Se non mi rendo conto dellamia patologia?
Lobo parietale. (Anosognosia)
7. Quale parte dell’encefalo è danneggiata se si
perde la concezioni di se stessi?
Quale parte dell’encefalo contribuisce a definire la personalità?
Se un individuo non è consapevole degli stimoli che provengono dalla parte sinistra
del corpo, quale lobo è lesionato?
Le funzioni linguistiche vengono controllate nella parte sinistra o
destra dell’encefalo?
Quale parte dell’encefalo è stata danneggiata se si dimentica il modo
in cui gli oggetti devono essere utilizzati?
Quale parte dell’encefalo è danneggiata se c’è incapacità di
pianificare il futuro?
Lobo frontale.
Lobo frontale.
Sinistra.
Lobo parietale. (Sindrome di negligenza
spaziale unilaterale)
Lobo parietale. (Aprassia)
Lobo frontale.
9. TELENCEFALO
È una massa di forma quasi ovoidale,
contenuta all’interno della scatola cranica. È
composto da un rivestimento di sostanza
grigia, chiamato corteccia telencefalica
(detta anche cerebrale o pallio o
mantello),posto sopra una grossa massa di
sostanza bianca, cioè il centro ovale, che a
proprio volta contiene specifici nuclei
profondi. Come i resto del sistema si presenta
avvolto da meningi.
CORTECCIA
La superficie ha un aspetto irregolare per la presenza di una serie di rilievi detti giri o
circonvoluzioni, delimitati da depressioni più o meno profonde, chiamate solchi o scissure:
- solco centrale (scissura di Rolando) che separa il lobo frontale dal lobo parietale
- solco laterale (scissura di Silvio) che sta sopra il lobo temporale
- solco parietoccipitale, che separa lobo occipitale da parietale e temporale
- solco calcarino, chiamato così perché ha una sporgenza che ricorda l’impronta di un uccello
- solco del giro del cingolo, diviso in tratto sottocalloso, sottoparietale e collaterale che si
restringe nell’istmo
I solchi primari individuano nella superficie di ciascun emisfero 6 lobi: frontale, parietale,
temporale, occipitale, il lobo dell’insula e limbico.
10. NUCLEI DELLA BASE
Si trovano in ogni emisfero e sono sei formazioni
sottocorticali di sostanza grigia comprendenti in
nucleo caudato, il nucleo accubens septi, il
putamen, il globus pallidus, il nucleo di Lys e la
sostanza nera.
Contribuiscono alla regolazione dei movimenti e
del tono muscolare, infatti danni a questi nuglei
provocano tremore, rigidità muscolare e assenza
di controllo nei movimenti e mancata genesi di
fenomeni emotivo-istintivi.
SISTEMA LIMBICO
Con questo termine di indicano diverse formazioni nervose che circondano il diencefalo e un insieme di circuiti neuronali situati
nella porzione più profonda e antica del telencefalo, la cui struttura non è conservata nella funzione. Controlla funzioni
fondamentali per la conservazione della specie (l’olfatto, la formazione e consolidamento della memoria visuospaziale,
l’espressione delle emozioni, il tono dell’umore, il senso di autocoscienza, la fame e sete, impulsi istintici, pulsione sessuale. Al
sistema limbico appartiene il lobo limbico assieme a tutte le sue formazioni tra cui una porzione visibile posta sulla faccia
mediale degli emisferi, e da una porzione nascosta. La porzione visibile inizia anteriormente, al di sotto del rostro del corpo
calloso, con il giro sottocalloso, per poi continuare con il giro del cingolo. Completano il sistema limbico alcune formazioni
sottocorticali come il complesso nucleare dell’amigdala, che è coinvolta nella percezione nella memorizzazione di stati di paura.
Ippocampo
Complessivamente ha un aspetto arrotolato in cui si distinguono tre
lamine,una mesocortex (subiculum, presubiculum, parasubiculum),allocortex
(corno di Ammone) e allocortex (giro dentato). Si distingue una formazione
nastriforme di sostanza bianca, la fimbria, che origina delle fibre dello strato
bianco superficiale (alveus).
Svolge negli esseri umani il compito di trasferire le informazioni della
memoria a breve termine in quella a lungo termine (ad esempio imparare un
nuovo numero di telefono)
Fornice
È una formazione bianca sottostante il corpo calloso costituita da due fasci
simmetrici che connettono l’ippocampo con l’ipotalamo.
11. DIENCEFALO
● EPITALAMO: è costituito da formazioni nervose poste sopra il talamo. Le parti più importanti sono:
Commessura posteriore: robusta lamina bianca, coordina i movimenti di rotazione degli occhi, del capo e del
collo, e gioca un ruolo nei riflessi pupillari alla luce.
Ipofisi: o ghiandola pineale è un piccolo prolungamento del diencefalo che produce melatonina, l’ormone che
regola i periodi di attività giornalieri o stagionali in base alla quantità di luce proveniente dall’ambiente.
● METATALAMO: sono i corpi genicolati, formazioni si distinguono il superiore e inferiore.
● SUBTALAMO: porzione ventrale del diencefalo e tratto di passaggio fra mesencefalo e diencefalo. Si descrivono
qui diversi nuclei grigi e formazioni bianche.
● TALAMO: porzione più estesa e deriva dal greco
θάλάμος=camera interna. Svolge un ruolo fondamentale
nel veicolare alla corteccia il messaggio nervoso dei nuclei
di base. Funge da connessione tra strutture corticali
antiche, come corteccia limbico e associativa. Viene
associato al decorso delle vie sensitive, tattile, termica,
dolorifica, e delle vie di senso come la vista, il gusto e
l’udito. Contiene i nuclei talamici di relay sono
l’anticamera del cervello: rappresentano una stazione
intermediaria per le vie ascendenti dal midollo spinale, dal
tronco encefalico, dal cervelletto e altre zone dell’encefalo.
Può selezionare la quantità di info che giungono alla
corteccia e la loro influenza nel generare una percezione
cosciente. Ha ripercussioni importanti sulla vigilanza, il
ritmo sonno-sveglia e la genesi dell’epilessia non
convulsiva.
È una formazione impari e mediana che fa seguito in senso craniale al mesencefalo. Può
essere definito nella pratica come l’insieme delle strutture che sono disposte intorno al
III ventricolo e le sue parti varie assumono nome in base alla posizione che occupano
rispetto al talamo:
12. ● IPOTALAMO: è la porzione ventrale del diencefalo, si trova al di sotto del talamo e sopra l’ipofisi. Nonostante
le sue dimensioni ridotte controlla la maggior parte delle attività connesse all’omeostasi, coordinandosi con l’apparato
endocrino. Controlla le attività involontarie del sistema nervoso, regola l’attività dell’ipofisi la produzione di ormoni e
emozioni (con il sistema limbico), la temperatura corporea e i ritmi sonno-veglia
Bilanciamento idrico: le lesione al tratto provocano una sindrome neurologica chiamata diabete insipido caratterizzata
da sete intensa (polidipsia) e aumenta la secrezione urinaria (poliuria), che è dovuta alla mancata secrezione di ADH.
Controllo appetito: la stimolazione dell’ipotalamo laterale aumenta la fame, quella dell’ipotalamo ventromediale
promuove la sazietà e il nucleo arcuato medierebbe la regolazione fra questi due centri, in maniera alquanto complessa e
ancora poco conosciuta.. I segnali di sazietà di originano nel tratto gastroenterico grazie a ormoni.
Regolazione temperatura: i nuclei anteriori agiscono contro il
caldo, abbassando la temperatura con un azione specifica sulla
vasodilatazione e la sudorazione, quelli posteriori agiscono in
maniera opposta, favorendo la vasocostrizione e il brivido contro il
freddo.
Regolazione SNA: agisce sui neuroni pregangliari del
parasimpatico, e la sua attivazione provoca miosi, lacrimazione,
vasodilatazione, salivazione, riduzione frequenza cardiaca, aumento
peristalsi. Oppure agisce sui neuroni pregangliari del simpatico,
stimolando sudorazione, midriasi, palpitazione, rallentamento
peristalsi.
Controllo ritmo sonno-veglia: lesioni all’ipotalamo posteriore
provocano narcolessia (attacchi irresistibili di sonno durante il
giorno), mentre lesioni all’area preottica, isonnia. Il 90% dei casi di
narcolessia è dovuto a un decifit di orexin (neuromodulatore).
Controllo ipofisi: l’eminenza mediana dell’ipotalamo contiene il
soma dei neuroni che secernono i releasing e i inhibiting
factor/hormone che controllano la funzione endocrina dell’ipofisi.
13. - BULBO: continua con il midollo spinale. Nella sostanza bianca del bulbo si trovano le vie sensoriali (ascendenti) e
motorize (discendenti). Esso contiene numerosi nulei tra cui il centro cardiovascolare (che regola la frequenza e
l’intensità del battito) e il centro respiratorio (che controlla il ritmo della respirazione). Lesioni a questa parte
provocano una perdita di sensibilità dolorifica e termica per il tronco e gli arti e della faccia.
- PONTE: consiste di una cospiqua porzione ventrale (piede o base del ponte) e una più piccola dorsal (tegmento del
ponte). Si trova tra mesencefalo e midollo allungato, anteriormente al cervelletto, e comprende fasci di nuclei e fibre
che connettono tra loro i vasi distretti dell’encefalo.
- MESENCEFALO: porzione del tronco encefalico, college il ponte e il cervelletto con il diencefalo. Qui si trovano
grossi fasci di fibre su cui viaggiano le infotra midollo spinale e le aree cerebrali superiori.
I nuclei del mesencefalo comprendono…, fondamentali per regolazione dei movimenti
Nucleo rosso: (ferro) costituito da neuroni di grandi dimensioni e alcuni di piccole
Sostanza nera: è divisibile in una parte reticolare anterior, e in una parte compatta, posteriore, dove I nuclei sono
densamente stipati. La degenerazione dei nuclei della sotanza nera è associate alla malattia del Parkinson.
TRONCO ENCEFALICO
E’ la parte di encefalo che comprende parti del
sistema di deversa origine, come il bulbo (o
midollo allungato od oblongata), il ponte e il
mesencefalo. È attraversato le vie ascendenti e
discendenti che in esso sono localizzati i nuclei
dei nervi cranici.
Si trova qui anche la formazione reticolare,
un intreccio di neuroni e fibre nervosa che
conribuisce a controllare I movimenti e regola lo
stato di sonno e di veglia.
14. Si trova al di sotto del cervello in
posizione posteriore rispetto al bulbo e al
ponte. È una struttura a forma di cupola
formata dalla stratificazione superficiale
della sostanza grigia che froma la
corteccia cerebellare, resa irregolare
da solchi ad andamento trasversale. La
corteccia riveste la sostanza bianca che
al centro forma una massacontinua, il
corpo midollare, in cui sono contenute
4 paia di nuclei: del tetto, globoso,
emboliforme e dentate.
Dal corpo midollare irradiano esili tralci
che accompagnano i ripiegamenti
superficiali della sostanza grigia
formando nel loro insieme il cosiddetto
arbor vitae.
“CEREBELLUM”
15. Storicamente la prima funzione attribuita al cervelletto fu l’attività propriocettiva e quindi il
controllo dell’apparato locomotore; è fondamentale infatti per il controllo del tono muscolare
(postura). Inoltre essendo connesso con aree corticali motorie e con formazioni nucleri disposte
lungo il decorso del sistema extrapiramidale, è fondamentale per la programmazione, l’esecuzione
e la coordinazione del movimento. Si aggiungono però nuove funzioni, infatti grazie alle sue
connessioni il cervelletto, controlla Il sistema nervoso vegetative e per le connessioni con la
corteccia telencefalica modula le afferenze acustiche e visive ed è in grado di intervenire
nell’ideazione, comprensione e produzione del linguaggio. Per le sue connessioni indirette con
l’allocortex del sistema limbico, interviene nei processi di memorizzazione e apprendimento,
tanto da potersi parlare di un cervelletto cognitive. Per queste considerazioni, anche se le
conoscenze relative a molte di queste funzioni sono ancora frammentarie, si può dire che il
cervelletto partecipi virtualmente a tutte le attività del SNC.
Si può osservare l’attività del cervelletto in azione guardando un bambino di un anno che inizia a
camminare: I suoi primi passi, dapprima incerti, diventano sempre più sicuri mano a mano che il
cervelletto mette a punto il coordinamento tra muscoli, vista ed equilibrio.
- Un segno caratteristico di lesion cerebellare è rappresentato dalla perdita di
coordinazione del movimento o atassia, che può essere di generi diversi. Le lesioni
della linea mediana per esempio provocano l’atassia del tronco, che come per l’ubriaco,
consiste nell’avere un andatura barcollante per l’incordiazione dei muscoli del tronco e
che quindi causa anche vertigini, nausea e vomito. Poichè I disturdi della cordinazione
del movimento possono essere dovuti anche a aree diverse dal cervelletto, è difficile
attribuire l’atassia sempre al cervelletto.
- Un’altra alterazione consiste nella perdita del tono muscolare o ipotomia, pe può
essere globale se è colpito tutto il cervelletto o parcellare se è colpito solo il nucleo del
tetto. Se invece è lesionato il lobo anteriore si ha un abnorme aumento del tono
muscolare o ipertonia.
16. MEMORIA
Quello che ciascuno di noi ricorda è diverso da ciò che ricorda chiunque altro, anche nel caso si tratti di
esperienze in comune. Per ricordare, il cervello ha molti sistemi con differenti caratteristiche, mediati da reti
neuronali diverse. Si ritiene che la formazione di nuovi ricordi dipenda dalla plasticità sinaptica, ma siamo
ancora del tutto incerti circa i meccanismi di richiamo delle informazioni. Anche se noi tutti ci lamentiamo della
nostra memoria, nella maggior parte dei casi essa è abbastanza buona, e tende a diminuire solo nella vecchiaia o
in alcuni stati patologici.
Tutte le informazioni che abbiamo appreso non sono convogliate per essere immagazzinate in un‛unica area
del cervello. La memoria a breve termine (o memoria di lavoro) mantiene le informazioni in uno stato attivo
di coscienza. Il deposito più grande che le tiene immagazzinate è detto memoria a lungo termine.
17. Possiamo utilizzare questo sistema per ricordare una conversazione abbastanza a lungo da comprenderne il
senso, per eseguire calcoli aritmetici a mente e per ricordare dove abbiamo lasciato le chiavi un istante prima. Il
punto di forza del sistema è la sua affidabilità, una caratteristica che si paga con una capacità limitata di capienza
e di durata. Si dice spesso che la memoria a breve termine dia la possibilità di ricordare 7 ± 2 elementi: questo è il
motivo per cui la maggioranza dei numeri di telefono sono di 7 o 8 cifre.
Un sistema esecutivo centrale controlla il flusso di informazioni, aiutato da due altri magazzini di memoria.
Uno di essi e‛ un magazzino fonologico, che opera un ciclo di ricordo silente: è la parte del cervello che si usa
per dire le cose a se stessi. Anche leggendo parole o numeri l‛informazione è trascritta usando un codice
fonologico e immagazzinata per breve tempo in questo sistema a due compartimenti. C‛e anche un taccuino
visivo che trattiene l‛immagine di un oggetto abbastanza a lungo da poterla elaborare con l‛occhio della mente.
La memoria a breve termine è situata nei lobi frontali e parietali. Le aree della memoria a breve termine sono
generalmente ateralizzate nel lobo frontale e parietale sinistro, dove interagiscono con le reti neurali dell
linguaggio, alla pianificazione e al prendere decisioni.
Memoria a breve termine (MBT)
Taccuino visuo-spaziale
Magazzino uditivo
a breve termine
Scrittura interna
Ciclo di ricordo silente
18. Nella memoria a lungo termine, il cervello immagazzina informazioni attraverso il cosiddetto “potenziamento
a lungo termine”, che coinvolge le vie metaboliche differenti in grado di attivare proteine che modificano
l’espressione genica e rinforzano le sinapsi in maniera duratura.
La parte del cervello coinvolta nel processo di formazione della memoria a lungo termine è l’ippocampo, che
secondo alcuni recenti studi svolgerebbe un ruolo di ‘smistamento pacchi’ nei confronti delle informazioni
ricevute e permettendo loro di essere registrate nelle aree preposte.
MLT
Dichiarativa
Proceduale
Semantica Episodica Prospettica Autobiografica
Memoria a lungo termine (MLT)
conoscenze
generali sul
mondo esterno
episodi specifici episodi della vita della
persona
episodi che
avverranno in un
futuro più o meno
lontano, ad esempio
scadenza di una
bolletta, esami ecc.
19. Ecco un piccolo “memory” solitario per provare ed esercitare la memoria a breve termine.
Regole:
- per 60 secondi appariranno 20 immagini che dovrete ricordare;
- non appuntarsi i nomi degli oggetti durante i 60 secondi;
- le immagini spariranno e sempre in 60 secondi dovrete cercare di ricordare quanti più oggetti
possibile.
21. Epilessia.
L'epilessia è una condizione cronica neurologica, caratterizzata da ricorrenti e
improvvise manifestazioni, causate dall'eccitazione di un gruppo più o meno esteso
di neuroni , che consistono in improvvisa perdita della coscienza e violenti movimenti
convulsivi dei muscoli.
Non è ancora conosciuta la causa scatenante dell’epilessia, ma ci sono elementi che possono
favorirla:
•Fattori genetici.
•Traumi cranici.
•Tumori cerebrali o ictus.
•Malattie infettive.
•Lesioni prenatali, come infezioni della madre, malnutrizione o carenza di ossigeno.
•Disturbi dello sviluppo.
Le crisi epilettiche possono dividersi in diverse tipologie.
Convulsioni focali (parziali). Convulsioni generalizzate.
-Semplici.
-Complesse.
-Crisi di assenza.
-Convulsioni toniche.
-Convulsioni atone.
-Contrazioni cloniche.
-Crisi miocloniche.
-Crisi tonico-cloniche
22. Morbo di Parkinson.
Questa patologia è dovuta alla degenerazione cronica e progressiva che
interessa un'area detta “substantia nigra” in cui viene prodotta la
dopamina, un neurotrasmettitore essenziale per il controllo dei movimenti
corporei, nella quale svolge un'attività inibitoria. Nell'organismo si crea
perciò uno squilibrio fra i meccanismi inibitori e quelli eccitatori, a favore
di questi ultimi.
I sintomi principali sono:
•Tremore a riposo.
•Aumento della tensione muscolare con rigidità.
•Paralisi motoria.
•Instabilità posturale.
•Disturbi neuropsichiatrici.
• Disturbi del linguaggio
• Disturbi di cognizione.
• Disturbi del comportamento.
• Disturbi dell’umore.
• Disturbi del pensiero.
23. Schizofrenia.
La schizofrenia indica un disturbo psichico che comporta
disfunzioni cognitive, comportamentali ed emotive.
Tradizionalmente si distingue in:
Schizofrenia di tipo Catatonico: predomina il mutismo e
l’assunzione di posture anormali. È caratterizzata da un grave
distacco dalla realtà e spesso si manifesta con lunghi stati di
immobilità e brevi crisi di intensa agitazione.
Schizofrenia di tipo Paranoide: predomina il delirio di
persecuzione. In questo caso il soggetto si ritrae da un mondo
da lui ritenuto ostile, in quanto pensa di essere vittima delle
azioni malevole delle altre persone.
Schizofrenia di tipo Disorganizzato (o tipo
Ebefrenico): predominano il discorso disorganizzato, i
comportamenti incoerenti, i disordini di tipo affettivo, la
dissociazione del pensiero e il disinteresse per gli altri e il
mondo circostante.
24. Disegno di una donna schizofrenica,
ritrovato in un manicomio.
Disegno di un uomo schizofrenico,
rappresenta probabilmente un incubo.
25. Autismo.
L’autismo è una delle patologie con la storia più recente. Difatti, non furono mai condotte ricerche
in proposito fino al XX secolo, e inizialmente non venne neppure riconosciuto come una malattia a
sé; alcune volte si arrivava a incolpare i genitori di una “cattiva educazione”.
In seguito agli studi degli ultimi decenni, si è potuto ricavare che l’autismo è un disturbo del
neurosviluppo che colpisce l’individuo nei primi tre anni di vita, caratterizzato dalla
compromissione dell'interazione con il mondo esterno, e da deficit della comunicazione verbale e
non verbale.
Data la varietà di sintomatologie, si
preferisce parlare, più correttamente, di
Disturbi dello Spettro Autistico (DSA),
comprendendo tutta una serie di
patologie o sindromi caratterizzate da
caratteristiche comuni.
26. Ci sono numerosissimi sintomi che possono aiutare a
diagnosticare l’autismo; essi possono presentarsi a
diverse intensità ed esprimersi in diverse maniere.
• Problemi di comunicazione verbale e non verbale.
• Problemi nell’interazione sociale.
• Tendenza a rinchiudersi in un proprio mondo
immaginario.
• Repertorio di interessi ristretto e inusuale.
• Maniacale attenzione all’ordine.
• Comportamenti ossessivo-compulsivi.
Uno dei più grandi stereotipi relativi ai bambini
autistici è che non provino emozioni, o che siano
violenti. In realtà, dietro ai loro comportamenti si
nasconde una rete emozionale molto complessa.
La mente di un autistico è solitamente dominata da:
•Ansia.
•Paura.
•Rabbia e collera.
•Sfiducia e diffidenza.
•Gioia e tristezza.
È essenziale ricordare che non esistono trattamenti sempre validi per curare l’autismo, ma
un ambiente esterno sicuro e positivo, assieme alle adeguate terapie e a un corretto stile di vita,
possono diminuire notevolmente i comportamenti negativi e permettere un’esistenza serena.
27. Sindrome di Asperger.
La Sindrome di Asperger appartiene allo spettro dell’autismo, e viene anche definita “autismo ad alto
funzionamento”. Ciò che distingue un autistico da un ragazzo con la sindrome di Asperger è
principalmente che, mentre il primo presenta un grave ritardo nello sviluppo cognitivo, nell’Asperger
l’incapacità di relazionarsi con il mondo nasconde spesso uno sviluppo intellettivo nella norma o, a volte,
superiore.
Un ragazzo con la sindrome di Asperger assomiglia a un ragazzo autistico nella maggior
parte dei suoi comportamenti, tuttavia presenta alcune, importanti differenze:
• Linguaggio caratterizzato da un vocabolario ampio (che spesso non sa utilizzare
conversazioni con altre persone).
•Passione quasi ossessiva per una cerchia di argomenti molto ristretta.
•Volontà consapevole di relazionarsi con l’ambiente circostante, ma incapacità di farlo.
I malati di Asperger
manifestano spesso
abilità straordinarie
relative soltanto a
determinati argomenti.
Non è raro che alcuni di
loro diventino
importanti studiosi,
artisti o musicisti.
28. Demenza.
La demenza è un disturbo con conservazione dello stato di coscienza vigile, che porta però
alla
degradazione delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite: memoria (a
breve e lungo termine) e almeno una tra pensiero astratto, capacità critica, linguaggio e
orientamento spazio temporale.
Esistono vari tipi di demenza,
principalmente suddivisi in:
•Demenza reversibile.
•Demenza vascolare.
•Demenza degenerativa.
29. Alzheimer.
Il Morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa
progressivamente invalidante; è definibile infatti come un processo degenerativo che
danneggia progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo
che ne è affetto incapace di condurre una vita normale.
Primi sintomi.
(fino a otto anni
prima)
1° fase. (insorgere
del morbo)
2° fase. (malattia) 3° fase. (prima
della morte)
Problemi di
attenzione,
pianificazione,
pensiero astratto.
Problemi relativi al
linguaggio.
Notevole
peggioramento del
linguaggio.
Perdita totale del
linguaggio.
Problemi con la
memoria a breve
termine.
Consistente
diminuzione della
memoria a breve
termine.
Assenza di memoria a
breve e lungo termine.
Incapacità di svolgere
azioni primarie.
Agnosia. Cambiamenti
comportamentali.
Apatia.
Aprassia. Difficoltà nel
movimento e nello
svolgere semplici
azioni.
30. La causa scatenante dell’Alzheimer non è ancora stata chiaramente
identificata, ma esistono numerosi fattori che paiono favorire l’insorgere
del morbo.
•Ereditarietà genetica.
•Deposito della proteina beta-amiloide tra i neuroni.
•Diminuzione della produzione di acetilcolina.
•Accumuli di Proteina Tau negli ‘‘ammassi neurofibrillari’’.
Al giorno d’oggi esistono sistemi più o meno efficaci che permettono di migliorare le condizioni di
vita di un malato, o di rallentare l’aggravarsi dei sintomi, sia a livello farmacologico che a livello
psicoterapeutico. Inoltre, viene ritenuta molto importante la prevenzione; una dieta corretta,
l’attività fisica, una regolare interazione sociale, e soprattutto frequenti attività intellettuali, come
lettura, giochi da tavolo, cruciverba e l'esecuzione con strumenti musicali, comportano una
consistente riduzione del rischio di sviluppo della malattia.
33. 1. Effetti della Cannabis sul sistema nervoso centrale
Gli effetti del THC sull’organismo sono dovuti in gran parte alla sua
interazione con i recettori cannabinoidi, sui quali agiscono anche gli
endocannabinoidi, molecole endogene prodotte dal nostro
organismo. Il legame del THC con gli stessi recettori che sono
naturalmente preposti ad interagire con gli endocannabinoidi,
interferisce così con il funzionamento corporeo e cerebrale.
Il THC e gli altri fitocannabinoidi interagiscono sulle cellule
nervose con gli stessi recettori, influenzando i processi
psichici in cui sono coinvolti.
34. Localizzazione dei siti
di legame del THC
nell’encefalo.
Fonte: National Institute of Drug Abuse
(NIDA).
Distribuzione dei ricettori cannabinoidi e
funzioni associate alle varie regioni
(tabella)
Regione Funzioni associate
Cervelletto Coordinazione dei movimenti
Ippocampo Emozioni, apprendimento e
memoria
Corteccia
cerebrale
Funzioni cognitive
superiori: attenzione e funzioni
esecutive
Nucleo
accumbens
Gratificazione, motivazione
Ipotalamo Regolazione della temperatura
corporea, bilancio idrico,
controllo della fame
Amigdala Risposta emotiva, paura,
panico
35. • La maturazione cerebrale
E’ utile sottolineare che il cervello è un organo che inizia lo sviluppo nel
periodo prenatale e continua la sua maturazione dopo i 20 anni. I
minorenni si trovano, quindi, in un periodo critico per quanto
riguarda lo sviluppo cerebrale e per questo motivo risulta di
fondamentale importanza evitare che il cervello sia esposto alla
cannabis.
Come mostrato nella slide precedente, l’uso cronico di cannabis causa
deficit nell’attenzione, nell’apprendimento, nella memoria, nella
flessibilità mentale e nella velocità di analisi delle informazioni in
quanto altera il funzionamento di aree cerebrali quali corteccia
prefrontale, ippocampo e cervelletto, aree cerebrali ricche di
ricettori cannabinoidi.
36. • Intossicazione da cannabis
Il THC e il suo metabolita attivo, agendo sul Sistema Nervoso Centrale e
modificando il turnover di neurotrasmettitori quali la noradrenalina, la
dopamina, la serotonina e l’acetilcolina, inducono i seguenti effetti:
• Un senso di iniziale elevato benessere
• Aumento del tono dell’umore
• Aumento del tempo di reazione (problemi nella guida di veicoli)
• Euforia con risate inadeguate
• Loquacità
• Sedazione, rilassamento, letargia
• Disturbi della memoria breve, delle capacità cognitive, del “problem
solving”
• Modificazione delle capacità percettive sensoriali
• Modificazione dello stato di coscienza
• Può presentarsi una psicosi tossica (allucinzioni)
• Possono verificarsi stati d’ansia e attacchi di panico
• Alterazione dell’umore in senso depressivo e “ritiro sociale”
37. ALCOOL
Effetti tossicologici e comportamentali
L’alcool è la sostanza di abuso più diffusa e sicuramente la più utilizzata. Gli
effetti immediati sono sull’umore e comprendono maggiore rilassatezza,
senso di benessere ed anche euforia ma, al contempo, comportano la
perdita della coordinazione motoria e distorsioni a carico del sistema
percettivo, soprattutto visivo, ma anche uditivo e somatosensoriale; effetti
che aumentano di intensità in funzione della quantità della dose di alcool
assunta. Se tale dose supera un “livello critico”, gli effetti positivi
dell’assunzione dell’alcool lasciano il posto a quelli negativi.
L‛alcol agisce sul sistema dei neurotrasmettitori cerebrali deprimendo gli
stimoli eccitatori ed inibendo l‛attività neuronale
Il livello critico, dipende da diversi fattori quali:
peso corporeo, sesso, età, modalità di assunzione, ecc.
38. LA DIPENDENZA
L’assunzione prolungata e regolare di alcool può dare origine alla
dipendenza. L’abuso di alcool determina modificazioni adattative a
carico del sistema ‘gratificatore’ cerebrale (sistema meso-limbico e
cortico-limbico) che si occupa di processare i rinforzi naturali; la
conseguenza è l’instaurarsi di un comportamento di ricerca della
sostanza e, pertanto, di dipendenza.
L’azione tossicologica dell’alcool è principalmente a danno del cervello e
del sistema nervoso centrale (ma anche fegato, stomaco e sistema
cardiocircolatorio)
39. Acido Lisergico o LSD
Il meccanismo d'azione dell'LSD è correlato, principalmente, alla sua azione da
agonista parziale sui recettori serotoninergici 5-HT2A, tuttavia come la
stimolazione di questi recettori possa causare gli effetti psichedelici non è ancora
completamente chiarito. Una causa probabile potrebbe essere l'eccitazione di
alcuni neuroni nella corteccia prefrontale stimolati dall'aumento dell'attività
glutamatergica in quelle zone; altre ipotesi coinvolgerebbero anche il sistema
limbico. A questa stimolazione corrisponderebbe anche l'isolamento sensoriale.
Dal punto di vista clinico LSD può indurre: perdita di consapevolezza e lucidità
psicofisiche, contrazioni uterine, aumento della temperatura del corpo, elevati
livelli di zucchero nel sangue, secchezza della bocca, accapponamento della pelle,
diverse sensazioni della temperatura corporea (caldo e freddo), aumento del ritmo
cardiaco, contrazione della mandibola, forte sudorazione, dilatazione delle pupille,
produzione di muco, alterazioni del sonno. Crampi e tensione dei muscoli sono
abbastanza frequenti, ma piuttosto che essere effetti diretti dell'LSD nel sistema
circolatorio del sangue, questi sono il risultato delle posizioni assunte dai
consumatori che sperimentano oscillazioni nella loro consapevolezza durante il
passare del tempo e degli effetti fisici.
40. Bibliografia
◆ Anatomia e morfologia:
- Trattato di Anatomia Umana, Volume 3, di Giuseppe Anastasi (e altri 30 autori)
◆ Memoria:
- http://sv.units.it/ppb/CPN/Scienza%20del%20Cervello-web.pdf
- http://www.marcotogni.it/memoria-breve-termine/
- http://www.marcotogni.it/memoria-lungo-termine/
◆ Fisiologia:
• siti web: - www.filzi.it/ScuoleInRete/filzi_rovereto/home.nsf/3_sistema_nervoso_centrale_Feller.pdf;
- www.akisrx.com/articoli/encefalo/encefalo.htm;
- www.istitutopontano.it/files/encefalo-dettagli.pdf
• libri: - Biologia.Blu, Il corpo umano, di David Sadava, C. Heller, G. Orians, W. Purves, D. Hillis
◆ Patologie:
- https://www.wikipedia.org/
◆ Effetti tossicodipendenza:
- https://www.wikipedia.org/
- http://sv.units.it/ppb/CPN/Scienza%20del%20Cervello-web.pdf