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La parabola imprenditoriale e umana di una delle menti più
geniali del Novecento. Luca Zingaretti è Adriano Olivetti, uomo di
grandi passioni e amori, che diede vita ad una visione d’azienda
e di società capace di far convivere le esigenze del mercato con
quelle dell’individuo e della comunità. Il film, per la regia di
Michele Soavi, in onda su Rai1 il 28 e il 29 ottobre .
PRESENTAZIONE
“Io voglio che la Olivetti non sia solo una
fabbrica, ma un modello, uno stile di vita.
Voglio che produca libertà e bellezza perché
saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come
essere felici”
Si può forse riassumere in questa frase, fulcro
di un discorso appassionato ed esaltante,
pronunciato da Adriano Olivetti davanti agli
operai della sua fabbrica ad Ivrea, l’idea
guida che ha condotto alla realizzazione di un
film in due parti, per la regia di Michele Soavi,
dedicato alla figura dell’industriale che portò,
nel secondo dopoguerra, l’azienda italiana
delle macchine da scrivere ad essere una delle
più moderne e competitive anche in ambito
internazionale.
Adriano Olivetti. La forza di un sogno, è
la miniserie in due puntate per Rai 1, che la
trasmette in prima serata lunedì 28 e martedì
29 ottobre, una coproduzione Rai Fiction e
Casanova Multimedia con la collaborazione di
Telecom Italia, Pirelli e con il sostegno della Film
Commission Torino Piemonte e della Fondazione
Adriano Olivetti. Prodotto da Luca Barbareschi,
il film racconta la vita dell’uomo che costruì
il primo computer al mondo (grazie anche
all’intuizione e al lavoro del figlio Roberto), ma
che non smise mai sognare un futuro diverso
per il suo Paese e un’industria al servizio della
comunità, fino alla sua inspiegabile morte, per
infarto fulminante, su un treno per Losanna nel
1960, ad appena 59 anni.
Ad interpretare l’imprenditore illuminato di
Ivrea, ingegnere, politico e uomo di cultura,
è stato chiamato uno degli attori più amati
dal pubblico, Luca Zingaretti, straordinario
interprete di protagonisti della fiction Rai,
PRESENTAZIONE
da Perlasca a Borsellino, per non parlare
di Montalbano, il commissario campione di
ascolti.
Accanto a Zingaretti, un bel cast dà corpo
alle donne e agli uomini, collaboratori, amici
e nemici che circondarono la vita di Adriano
Olivetti. Stefania Rocca è Karen Bates,
l’aviatrice americana che il giovane industriale
aveva salvato dai nazisti e che poi rincontrerà,
ignorandone il ruolo di agente inviata in Italia
dalla Cia per spiarlo, figura che nel film è
vagamente romanzata. Massimo Poggio è il
compagno d’infanzia Mauro Barale, che poi lo
tradirà, passando alla concorrenza. Francesca
Cavallin è la bellissima prima moglie Paola
Levi, mentre Elena Radonicich è Grazia, la
seconda importante donna della sua vita .
Roberto Accornero veste i panni di Enrico Fermi
e Francesco Pannofino quelli di Dalmasso,
industriale del novarese acerrimo oppositore
di Olivetti e delle sue idee progressiste. E,
ancora, Domenico Diele, Antonella Bavaro,
Bruno Armando, Vincenzo Alfieri, Yoon C.
Joyce, Giulio Cristini, Serena Rossi. Alla regia
Michele Soavi, che ha collaborato alla scrittura
con gli autori del soggetto e della sceneggiatura
Franco Bernini e Silvia Napolitano, e che ha
apportato alla storia anche un contributo diretto
e personalissimo, essendo il nipote di Olivetti,
figlio della figlia Lidia.
Il film si apre nel 1960. Il calcolatore elettronico
a transistor prodotto dalla Olivetti, il primo
al mondo, sta per entrare in produzione e si
prepara a sbarcare sui mercati americani.
Adriano Olivetti è nel pieno della sua
straordinaria avventura imprenditoriale. Ma
la mattina del 27 febbraio questa avventura si
arresta bruscamente: Adriano sale su un treno
diretto in Svizzera e muore di infarto. Lascia
dietro di sé una scia di domande, di dubbi, di
PRESENTAZIONE
rimpianti, ma anche un segno indelebile nella
storia sociale, culturale e politica del nostro
paese.
Da questo momento si torna come indietro nel
tempo. Adriano ha solo dodici anni quando
entra per la prima volta nell’azienda di famiglia.
Alla morte del padre, dopo la Seconda Guerra
Mondiale diventa il leader della Olivetti. La sua
guida innovativa e ispirata destabilizza soci e
imprenditori avversari, ma spesso anche operai
e sindacalisti. L’andamento degli affari è più
che positivo. La Lettera 22 diventa un simbolo
dell’Italia nel mondo ed è esposta al MoMA di
New York. I contrasti in famiglia crescono fino a
costringerlo a lasciare la guida dell’azienda al
fratello minore, Marcello. Fuori dalla fabbrica
Adriano si dedica alla costituzione delle
Comunità, piccoli centri rurali di solidarietà e
produzione etica.
La scomparsa prematura del fratello lo induce
a riprendere le redini dell’azienda. Con la
giovanissima moglie Grazia al suo fianco,
Adriano affronta il tradimento di Mauro,
l’amico di sempre. Contro ogni parere,
Adriano apre una fabbrica a Pozzuoli, nel sud
depresso e bisognoso di lavoro. Ma l’odio dei
nemici cresce, e l’Olivetti conosce momenti
di difficoltà. Mentre l’innovativo progetto del
calcolatore è già molto avanti, Adriano tratta
l’acquisto dell’Underwood, società americana
leader nel mercato delle macchine da scrivere.
L’affare è già siglato quando si scopre trattarsi
di una trappola. Ma improvvisamente Adriano
muore, non riuscendo ad assistere alle fasi di
ripresa della sua azienda e alla crescita della
piccola amatissima Lalla, la figlia nata dopo il
matrimonio con Grazia.
NOTE DI REGIA
“Mio nonno, Adriano Olivetti”
Un grande regista svedese aveva detto: “Il
narrare sottrae tempo alla morte e ci pone in
contatto con l’eternità” Adriano Olivetti ha
‘narrato’ una meravigliosa storia nel nostro
paese, ha sognato di costruire una città diversa
da quella di oggi, una città che fosse quella
dell’ uomo, dove l’uomo avrebbe dovuto essere
il centro di tutto.
E’ una storia fatta di colori caldi, come i
sentimenti che trascinavano e guidavano
Adriano in tutto ciò che faceva o inventava.
Avevo timore nel raccontare una storia molto
diversa dalle mie corde di regista definito di
genere, ma dal momento che Adriano Olivetti
era mio nonno, il papà di mia madre, mi
sono offerto di dirigere questa storia e voglio
ringraziare tutti coloro mi hanno dato questa
opportunità.
Mio padre Giorgio Soavi, scrittore, aveva
lavorato per più di trent’anni in Olivetti e in
numerosi suoi racconti aveva fatto vari ritratti
di Adriano.
Adriano era un paesaggista. Amava vagare a
piedi o in macchina alla ricerca di posti, vallate
magiche cariche di spiritualità, erano i luoghi
delle intuizioni e delle ispirazioni, luoghi di
grande bellezza. Ecco da dove partivano le
sue invenzioni. Era la bellezza che aiutava gli
uomini ad essere felici.
Un campanile sperduto al centro di una
meravigliosa vallata incorniciata
dalle montagne con la neve... Avevo immaginato
che in un posto così Adriano avrebbe potuto
stendersi a riflettere e a pensare... quella
torre poteva essere una sorta di antenna che
lo metteva in contatto con il cielo. Ricevere un
raggio di luce in un irripetibile momento oppure
essere accarezzati dal tiepido phon.
Adriano era tante e tante cose ancora.
Avevo tre anni e mezzo quando è mancato.
NOTE DI REGIA
“Mio nonno, Adriano Olivetti”
Mi ricordo il suo sorriso quando lo svegliai bruscamente
dal pisolino pomeridiano sulla sua poltrona preferita del
salotto, causa il frastuono dei birilli di legno che mi aveva
regalato
lui stesso quella mattina.
Ho cercato di fare il ritratto di una persona illuminata ma
semplice. Per molti indecifrabile, che aveva sognato di
migliorare il nostro paese.
In casa si parlava quasi sempre della bellezza e che a
volte è scomoda e si finiva sempre a dire che tutto ciò che
è comodo è stupido!
E’ vero che libertà e bellezza ci aiutano ad essere felici.
Michele Soavi
LE PUNTATE
PRIMA PUNTATA
Adriano entra come apprendista alla Olivetti
a dodici anni, costretto dal padre Camillo a
conoscere la realtà della fabbrica che un giorno
dovrà dirigere. L’esperienza è traumatica.
E’ lì che nasce il suo desiderio di cambiare
profondamente le condizioni di vita e di lavoro
dei suoi operai ed è lì che stringe amicizia con
Mauro, un coetaneo di famiglia operaia che
gli resterà a fianco a lungo. Trent’anni dopo
Adriano è già molto attivo nella direzione della
fabbrica ed è spesso in conflitto con il padre
Camillo, genitore ingombrante ma pieno di
umanità. Siamo nel ’43 e tutti gli Olivetti, ebrei
e antifascisti, sono in pericolo. Adriano si sta
separando da Paola Levi, donna molto bella,
intelligentissima e brillante, da cui ha avuto due
figli, Roberto e Lidia, che ama profondamente.
Paola, Roberto e Lidia si trasferiscono a Fiesole
per mettersi al sicuro. Anche Adriano, dopo
aver salvato la vita a Karen Bates, un capitano
italo-americano del comando militare alleato,
è costretto ad allontanarsi da Ivrea. Si rifugia
in Svizzera. E lì mette a punto le sue idee su
come riformare l’Italia, una costruzione teorica
complessa e affascinante che sarà alla base
della sua azione negli anni successivi. Camillo,
prima della fine della guerra, muore. Nel ’45
Adriano torna a Ivrea e prende, dopo qualche
resistenza, le redini della fabbrica. Fa un
discorso appassionato ed esaltante, gli operai
lo acclamano, Paola e i figli gli fanno sentire
tutto il loro affetto.
Cominciano i grandi cambiamenti: Adriano
amplia gli edifici della fabbrica e ridisegna
gli spazi secondo criteri estetici di semplicità
e di rigore, badando alla luce e alla bellezza
degli ambienti. E poi dà aiuti concreti alle
LE PUNTATE
famiglie operaie, stremate dalla guerra e dalla
mancanza di cibo, avvia la costruzione di un
nuovo edificio dei servizi sociali, decide di
assumere molti nuovi operai. Adriano mostra
una gran sicurezza nelle scelte e sempre di più si
delineano i suoi obiettivi garantire condizioni di
lavoro ottimali, ridurre l’orario di lavoro, dotare
la fabbrica di tutto quello che può arricchire la
cultura e la vita degli operai, dalla biblioteca
al cinema, dall’asilo per i figli a un’infermeria
molto efficiente. Ma ci sono dei malumori in
famiglia: alcuni sono molto critici sulle scelte
di Adriano che favorirebbe gli interessi degli
operai rispetto a quelli della famiglia. Anche
Mauro ritiene che Adriano stia commettendo
degli errori: accentra le decisioni, non ascolta
i consigli di nessuno e fa troppe cose insieme,
difetto che il padre Camillo gli rimproverava
spesso. Chi gli sta sempre accanto è Paola, che,
nonostante la separazione, lo incontra appena
può e gli fa sentire tutto il suo affetto. Paola ha
un altro uomo, Adriano lo sa e ne soffre. Ma
non ha molto tempo per pensarci, la fabbrica
e i suoi progetti gli assorbono tutte le energie.
Assume Teresa, una ragazza madre,
nonostante abbia rubato il portafogli a un
operaio. La ragazza ha commesso il furto per
la disperazione di non poter dare da mangiare
a sua figlia, ma Adriano ne intuisce le capacità
umane e professionali. Teresa diventa presto
una bravissima grafica e si innamora di Libero,
un giovane e geniale tecnico che Adriano
strappa a Dalmasso, industriale antagonista nel
Novarese, che farà una feroce battaglia contro
Adriano e le sue idee. Con Libero Adriano
progetta la nuova portatile della Olivetti, la
Lettera 22, destinata a un successo clamoroso.
Nella vita di Adriano ricompare all’improvviso
LE PUNTATE
Karen Bates: la donna gli racconta di aver
abbandonato l’esercito e di essere tornata
in Italia per fare un libro fotografico. Lui le
commissiona prima un reportage sui nuovi
servizi sociali della Olivetti, poi un documentario
sulle condizioni del Sud. In realtà Karen è
stata incaricata dall’Intelligence statunitense
di sorvegliare Adriano: le idee e i progetti
dell’ingegnere preoccupano gli americani, che
non capiscono fino in fondo i suoi reali obiettivi
comunitari. Adriano non si accontenta, infatti,
di fare della Olivetti la fabbrica più avanzata
e più attenta alle esigenze dei lavoratori, né
di produrre le macchine da scrivere più belle
e più funzionanti, né di avere altissimi livelli di
produttività. L’obiettivo di Adriano è intervenire
nella società. Collegare la fabbrica al territorio.
Costruire un modello produttivo, sociale e
politico ed esportarlo anche nelle campagne.
Per farlo sceglie il Canavese, territorio che
conosce bene e che potrebbe essere la culla
ideale dei suoi esperimenti. Quando i malumori
in famiglia si fanno troppo evidenti, Adriano
decide di lasciare la direzione della fabbrica al
fratello Marcello e di trasferirsi nel Canavese:
proverà a costruire la sua prima Comunità. Ed
è sempre lì che incontrerà finalmente la donna
che lo farà innamorare una seconda volta: è
Grazia, una ragazza molto più giovane di lui,
semplice e luminosa, che ricambia con passione
il suo amore. Dopo la morte improvvisa di
Marcello per un infarto, ai funerali del fratello
la famiglia chiede ad Adriano di tornare a
Ivrea, al comando della fabbrica. Adriano
è diviso, e dovrà decidere se riprendere in
mano l’azienda o continuare a occuparsi del
Movimento Comunità.
LE PUNTATE
SECONDA PUNTATA
Adriano decide di tornare alla guida dell’azienda,
ma non rinuncia al Movimento Comunità: le
due cose sono per lui indissolubilmente legate e
fanno parte del grande progetto di cambiamento
della società che Adriano persegue da anni.
Con il suo ritorno alla direzione della fabbrica i
risultati si vedono subito, la produttività risale e
il territorio inizia a interagire con l’azienda. Ma
per Adriano le cose non vanno altrettanto bene
sul piano sentimentale: la sua storia d’amore
con Grazia incontra molti ostacoli, il padre
della ragazza le ha proibito di incontrarlo e
lei non ce la fa a disobbedirgli. Chiede ad
Adriano di dimenticarla, lui si rifiuta, non vuole
rinunciare a lei, non è mai stato così sicuro del
suo amore. Anche Libero e Teresa sembrano
destinati a lasciarsi: Libero sta per sposare
la sua fidanzata di sempre e Teresa trova in
Adriano un confidente, un amico che vive le
sue stesse difficoltà. Solo un attimo prima di
arrivare all’altare Libero riesce a fare la sua
scelta e torna tra le braccia del suo vero amore,
Teresa. E per Adriano, forse, è un auspicio.
Ma, intanto, lo aspetta una scoperta dolorosa:
Mauro, l’amico di una vita, da sempre molto
critico sulla gestione della fabbrica, passa
alla concorrenza. Si vende a Dalmasso, il suo
nemico. Per Adriano è un colpo durissimo. Si
ammala. Il suo fisico reagisce così alla fatica
e alle delusioni. Ma la malattia ha un risvolto
molto positivo: Grazia apprende la notizia e
abbandona ogni indugio. Disobbedisce agli
ordini del padre e si trasferisce a casa di
Adriano per accudirlo. Tra il padre e Adriano,
ha scelto Adriano. I due si sposano, un anno
dopo nasce Lalla. Per Adriano è l’avverarsi di
un sogno.
LE PUNTATE
Sotto la guida sicura di Adriano, la Olivetti
diventa la prima produttrice europea di
macchine per ufficio, la prima al mondo per
macchine da calcolo. Anche il Movimento
Comunità si espande in tutta Italia. L’Intelligence
statunitense continua a sorvegliare Adriano,
sempre più allarmata dalla sua avanzatissima
politica sociale e soprattutto dai progressi
della ricerca sul calcolatore elettronico, che
ha per gli USA un valore strategico e grandi
implicazioni militari. Alla divisione elettronica
arriva a lavorare il figlio di Adriano, Roberto,
che si rivela appassionato e testardo come il
padre. Intanto Adriano pensa all’apertura di
una fabbrica al Sud. E’ convinto che sia nel
Meridione il vero capitale umano del paese e
vuole esportare in quella terra il suo modello
di fabbrica e di organizzazione sociale.
Il documentario che Karen Bates gli porta
conferma le sue convinzioni. Ma per realizzare
la fabbrica Adriano dovrà scontrarsi con il
suo vecchio amico Mauro, che Dalmasso ha
fatto diventare deputato e quindi erogatore di
finanziamenti statali. E’ scontro tra i due, di
nuovo. Adriano rifiuta i ricatti della politica e
decide di battere l’avversario sul suo stesso
terreno: si presenta alle elezioni politiche con
il Movimento Comunità, convinto di poter
intercettare il bisogno di rinnovamento che c’è
nel paese. Tutto questo fervore viene seguito
con attenzione dall’Intelligence americana,
ma Karen Bates, vedendo Adriano all’opera,
seguendolo da vicino, comincia a subire il
fascino delle sue idee e dei suoi progetti. La
campagna elettorale non porta al risultato
sperato: il Movimento Comunità riesce a
mandare in Parlamento un solo deputato,
Adriano. Anche da solo, l’ingegnere continua
LE PUNTATE
la sua lotta politica, incurante della fatica, con
la stessa energia che dispiega in fabbrica.
Intanto la divisione elettronica della Olivetti
realizza finalmente un prototipo di calcolatore
a transistor, il primo al mondo, che viene
ribattezzato ELEA. L’azienda di Ivrea si pone
così all’avanguardia nel mondo e supera
gli stessi giganti statunitensi del settore.
Adriano capisce subito che la lotta con le
multinazionali statunitensi sarà da ora in poi
senza esclusione di colpi. Per potersi battere
ad armi pari, Adriano concepisce un piano
audace: acquistare la Underwood, un colosso
statunitense delle macchina da scrivere, un
mito per suo padre Camillo, in modo da potersi
espandere sul mercato USA e competere sullo
stesso piano con i rivali. Ci riesce, anche se
l’acquisizione lo fa finire in un trappola: la
Underwood ha infatti diversi milioni di dollari
di debito e la Olivetti si ritrova in difficoltà.
Ma Adriano, apparentemente indomabile,
riesce ad assorbire il colpo e a progettare la
risposta. L’Intelligence rimuove Karen Bates,
della cui fedeltà comincia a dubitare, e affida
la responsabilità della sorveglianza a un altro
agente. Che segue l’ingegnere mentre sta
andando a Zurigo per rastrellare capitali per la
riscossa finanziaria e sale sullo stesso vagone.
Durante il viaggio Adriano muore, stroncato da
un infarto fulminante. Nel giro di pochi anni
l’opera generosa di Adriano andrà dispersa,
e la divisione elettronica della Olivetti verrà
venduta alla General Electric. Ma il sogno di
Adriano continuerà a vivere nel lavoro dei suoi
successori.
presenta

Luca Zingaretti
in

Stefania Rocca
Massimo Poggio
Francesca Cavallin
Elena Radonicich
Domenico Diele
Antonella Bavaro
Bruno Armando
Roberto Accornero
Vincenzo Alfieri – Giulio Cristini - Joyce C. Yoon
con Serena Rossi
e con Francesco Pannofino nel ruolo di Dalmasso
regia di
Michele Soavi
una coproduzione RAI FICTION e CASANOVA MULTIMEDIA
con la collaborazione di TELECOM ITALIA
prodotto da Luca Barbareschi
per CASANOVA MULTIMEDIA
CAST ARTISTICO

Adriano Olivetti

Luca Zingaretti

Karen Bates

Stefania Rocca

Mauro Barale
Paola
Grazia

Massimo Poggio
Francesca Cavallin
Elena Radonicich

Libero

Domenico Diele

Silvia

Antonella Bavaro

Alessio
Enrico Fermi
Gino
Mario Tchou
Roberto
Teresa
Dalmasso

Bruno Armando
Roberto Accornero
Vincenzo Alfieri
Yoon C. Joyce
Giulio Cristini
Serena Rossi
Francesco Pannofino
CAST TECNICO

Soggetto di
Sceneggiatura
con la collaborazione di
Fotografia
Scenografia

Franco Bernini con Silvia Napolitano
Franco Bernini, Silvia Napolitano
Michele Soavi
Stefano Ricciotti
Nello Giorgetti

Costumi

Monica Simeone, Enrica Barbano

Musiche

Paolo Vivaldi

Casting
Organizzatore generale
Produttori creativi
Produttore esecutivo
Produttori Rai
Prodotto da
Regia

Loredana Scaramella, Stefano Oddi
Antonio Schiano
Saverio D’Ercole, Gladis Di Pietro
Claudio Gaeta
Marta Aceto, Walter Ingrassia
Luca Barbareschi
Michele Soavi

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Olivetti: La forza di un sogno

  • 1. La parabola imprenditoriale e umana di una delle menti più geniali del Novecento. Luca Zingaretti è Adriano Olivetti, uomo di grandi passioni e amori, che diede vita ad una visione d’azienda e di società capace di far convivere le esigenze del mercato con quelle dell’individuo e della comunità. Il film, per la regia di Michele Soavi, in onda su Rai1 il 28 e il 29 ottobre .
  • 2. PRESENTAZIONE “Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici” Si può forse riassumere in questa frase, fulcro di un discorso appassionato ed esaltante, pronunciato da Adriano Olivetti davanti agli operai della sua fabbrica ad Ivrea, l’idea guida che ha condotto alla realizzazione di un film in due parti, per la regia di Michele Soavi, dedicato alla figura dell’industriale che portò, nel secondo dopoguerra, l’azienda italiana delle macchine da scrivere ad essere una delle più moderne e competitive anche in ambito internazionale. Adriano Olivetti. La forza di un sogno, è la miniserie in due puntate per Rai 1, che la trasmette in prima serata lunedì 28 e martedì 29 ottobre, una coproduzione Rai Fiction e Casanova Multimedia con la collaborazione di Telecom Italia, Pirelli e con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e della Fondazione Adriano Olivetti. Prodotto da Luca Barbareschi, il film racconta la vita dell’uomo che costruì il primo computer al mondo (grazie anche all’intuizione e al lavoro del figlio Roberto), ma che non smise mai sognare un futuro diverso per il suo Paese e un’industria al servizio della comunità, fino alla sua inspiegabile morte, per infarto fulminante, su un treno per Losanna nel 1960, ad appena 59 anni. Ad interpretare l’imprenditore illuminato di Ivrea, ingegnere, politico e uomo di cultura, è stato chiamato uno degli attori più amati dal pubblico, Luca Zingaretti, straordinario interprete di protagonisti della fiction Rai,
  • 3. PRESENTAZIONE da Perlasca a Borsellino, per non parlare di Montalbano, il commissario campione di ascolti. Accanto a Zingaretti, un bel cast dà corpo alle donne e agli uomini, collaboratori, amici e nemici che circondarono la vita di Adriano Olivetti. Stefania Rocca è Karen Bates, l’aviatrice americana che il giovane industriale aveva salvato dai nazisti e che poi rincontrerà, ignorandone il ruolo di agente inviata in Italia dalla Cia per spiarlo, figura che nel film è vagamente romanzata. Massimo Poggio è il compagno d’infanzia Mauro Barale, che poi lo tradirà, passando alla concorrenza. Francesca Cavallin è la bellissima prima moglie Paola Levi, mentre Elena Radonicich è Grazia, la seconda importante donna della sua vita . Roberto Accornero veste i panni di Enrico Fermi e Francesco Pannofino quelli di Dalmasso, industriale del novarese acerrimo oppositore di Olivetti e delle sue idee progressiste. E, ancora, Domenico Diele, Antonella Bavaro, Bruno Armando, Vincenzo Alfieri, Yoon C. Joyce, Giulio Cristini, Serena Rossi. Alla regia Michele Soavi, che ha collaborato alla scrittura con gli autori del soggetto e della sceneggiatura Franco Bernini e Silvia Napolitano, e che ha apportato alla storia anche un contributo diretto e personalissimo, essendo il nipote di Olivetti, figlio della figlia Lidia. Il film si apre nel 1960. Il calcolatore elettronico a transistor prodotto dalla Olivetti, il primo al mondo, sta per entrare in produzione e si prepara a sbarcare sui mercati americani. Adriano Olivetti è nel pieno della sua straordinaria avventura imprenditoriale. Ma la mattina del 27 febbraio questa avventura si arresta bruscamente: Adriano sale su un treno diretto in Svizzera e muore di infarto. Lascia dietro di sé una scia di domande, di dubbi, di
  • 4. PRESENTAZIONE rimpianti, ma anche un segno indelebile nella storia sociale, culturale e politica del nostro paese. Da questo momento si torna come indietro nel tempo. Adriano ha solo dodici anni quando entra per la prima volta nell’azienda di famiglia. Alla morte del padre, dopo la Seconda Guerra Mondiale diventa il leader della Olivetti. La sua guida innovativa e ispirata destabilizza soci e imprenditori avversari, ma spesso anche operai e sindacalisti. L’andamento degli affari è più che positivo. La Lettera 22 diventa un simbolo dell’Italia nel mondo ed è esposta al MoMA di New York. I contrasti in famiglia crescono fino a costringerlo a lasciare la guida dell’azienda al fratello minore, Marcello. Fuori dalla fabbrica Adriano si dedica alla costituzione delle Comunità, piccoli centri rurali di solidarietà e produzione etica. La scomparsa prematura del fratello lo induce a riprendere le redini dell’azienda. Con la giovanissima moglie Grazia al suo fianco, Adriano affronta il tradimento di Mauro, l’amico di sempre. Contro ogni parere, Adriano apre una fabbrica a Pozzuoli, nel sud depresso e bisognoso di lavoro. Ma l’odio dei nemici cresce, e l’Olivetti conosce momenti di difficoltà. Mentre l’innovativo progetto del calcolatore è già molto avanti, Adriano tratta l’acquisto dell’Underwood, società americana leader nel mercato delle macchine da scrivere. L’affare è già siglato quando si scopre trattarsi di una trappola. Ma improvvisamente Adriano muore, non riuscendo ad assistere alle fasi di ripresa della sua azienda e alla crescita della piccola amatissima Lalla, la figlia nata dopo il matrimonio con Grazia.
  • 5. NOTE DI REGIA “Mio nonno, Adriano Olivetti” Un grande regista svedese aveva detto: “Il narrare sottrae tempo alla morte e ci pone in contatto con l’eternità” Adriano Olivetti ha ‘narrato’ una meravigliosa storia nel nostro paese, ha sognato di costruire una città diversa da quella di oggi, una città che fosse quella dell’ uomo, dove l’uomo avrebbe dovuto essere il centro di tutto. E’ una storia fatta di colori caldi, come i sentimenti che trascinavano e guidavano Adriano in tutto ciò che faceva o inventava. Avevo timore nel raccontare una storia molto diversa dalle mie corde di regista definito di genere, ma dal momento che Adriano Olivetti era mio nonno, il papà di mia madre, mi sono offerto di dirigere questa storia e voglio ringraziare tutti coloro mi hanno dato questa opportunità. Mio padre Giorgio Soavi, scrittore, aveva lavorato per più di trent’anni in Olivetti e in numerosi suoi racconti aveva fatto vari ritratti di Adriano. Adriano era un paesaggista. Amava vagare a piedi o in macchina alla ricerca di posti, vallate magiche cariche di spiritualità, erano i luoghi delle intuizioni e delle ispirazioni, luoghi di grande bellezza. Ecco da dove partivano le sue invenzioni. Era la bellezza che aiutava gli uomini ad essere felici. Un campanile sperduto al centro di una meravigliosa vallata incorniciata dalle montagne con la neve... Avevo immaginato che in un posto così Adriano avrebbe potuto stendersi a riflettere e a pensare... quella torre poteva essere una sorta di antenna che lo metteva in contatto con il cielo. Ricevere un raggio di luce in un irripetibile momento oppure essere accarezzati dal tiepido phon. Adriano era tante e tante cose ancora. Avevo tre anni e mezzo quando è mancato.
  • 6. NOTE DI REGIA “Mio nonno, Adriano Olivetti” Mi ricordo il suo sorriso quando lo svegliai bruscamente dal pisolino pomeridiano sulla sua poltrona preferita del salotto, causa il frastuono dei birilli di legno che mi aveva regalato lui stesso quella mattina. Ho cercato di fare il ritratto di una persona illuminata ma semplice. Per molti indecifrabile, che aveva sognato di migliorare il nostro paese. In casa si parlava quasi sempre della bellezza e che a volte è scomoda e si finiva sempre a dire che tutto ciò che è comodo è stupido! E’ vero che libertà e bellezza ci aiutano ad essere felici. Michele Soavi
  • 7. LE PUNTATE PRIMA PUNTATA Adriano entra come apprendista alla Olivetti a dodici anni, costretto dal padre Camillo a conoscere la realtà della fabbrica che un giorno dovrà dirigere. L’esperienza è traumatica. E’ lì che nasce il suo desiderio di cambiare profondamente le condizioni di vita e di lavoro dei suoi operai ed è lì che stringe amicizia con Mauro, un coetaneo di famiglia operaia che gli resterà a fianco a lungo. Trent’anni dopo Adriano è già molto attivo nella direzione della fabbrica ed è spesso in conflitto con il padre Camillo, genitore ingombrante ma pieno di umanità. Siamo nel ’43 e tutti gli Olivetti, ebrei e antifascisti, sono in pericolo. Adriano si sta separando da Paola Levi, donna molto bella, intelligentissima e brillante, da cui ha avuto due figli, Roberto e Lidia, che ama profondamente. Paola, Roberto e Lidia si trasferiscono a Fiesole per mettersi al sicuro. Anche Adriano, dopo aver salvato la vita a Karen Bates, un capitano italo-americano del comando militare alleato, è costretto ad allontanarsi da Ivrea. Si rifugia in Svizzera. E lì mette a punto le sue idee su come riformare l’Italia, una costruzione teorica complessa e affascinante che sarà alla base della sua azione negli anni successivi. Camillo, prima della fine della guerra, muore. Nel ’45 Adriano torna a Ivrea e prende, dopo qualche resistenza, le redini della fabbrica. Fa un discorso appassionato ed esaltante, gli operai lo acclamano, Paola e i figli gli fanno sentire tutto il loro affetto. Cominciano i grandi cambiamenti: Adriano amplia gli edifici della fabbrica e ridisegna gli spazi secondo criteri estetici di semplicità e di rigore, badando alla luce e alla bellezza degli ambienti. E poi dà aiuti concreti alle
  • 8. LE PUNTATE famiglie operaie, stremate dalla guerra e dalla mancanza di cibo, avvia la costruzione di un nuovo edificio dei servizi sociali, decide di assumere molti nuovi operai. Adriano mostra una gran sicurezza nelle scelte e sempre di più si delineano i suoi obiettivi garantire condizioni di lavoro ottimali, ridurre l’orario di lavoro, dotare la fabbrica di tutto quello che può arricchire la cultura e la vita degli operai, dalla biblioteca al cinema, dall’asilo per i figli a un’infermeria molto efficiente. Ma ci sono dei malumori in famiglia: alcuni sono molto critici sulle scelte di Adriano che favorirebbe gli interessi degli operai rispetto a quelli della famiglia. Anche Mauro ritiene che Adriano stia commettendo degli errori: accentra le decisioni, non ascolta i consigli di nessuno e fa troppe cose insieme, difetto che il padre Camillo gli rimproverava spesso. Chi gli sta sempre accanto è Paola, che, nonostante la separazione, lo incontra appena può e gli fa sentire tutto il suo affetto. Paola ha un altro uomo, Adriano lo sa e ne soffre. Ma non ha molto tempo per pensarci, la fabbrica e i suoi progetti gli assorbono tutte le energie. Assume Teresa, una ragazza madre, nonostante abbia rubato il portafogli a un operaio. La ragazza ha commesso il furto per la disperazione di non poter dare da mangiare a sua figlia, ma Adriano ne intuisce le capacità umane e professionali. Teresa diventa presto una bravissima grafica e si innamora di Libero, un giovane e geniale tecnico che Adriano strappa a Dalmasso, industriale antagonista nel Novarese, che farà una feroce battaglia contro Adriano e le sue idee. Con Libero Adriano progetta la nuova portatile della Olivetti, la Lettera 22, destinata a un successo clamoroso. Nella vita di Adriano ricompare all’improvviso
  • 9. LE PUNTATE Karen Bates: la donna gli racconta di aver abbandonato l’esercito e di essere tornata in Italia per fare un libro fotografico. Lui le commissiona prima un reportage sui nuovi servizi sociali della Olivetti, poi un documentario sulle condizioni del Sud. In realtà Karen è stata incaricata dall’Intelligence statunitense di sorvegliare Adriano: le idee e i progetti dell’ingegnere preoccupano gli americani, che non capiscono fino in fondo i suoi reali obiettivi comunitari. Adriano non si accontenta, infatti, di fare della Olivetti la fabbrica più avanzata e più attenta alle esigenze dei lavoratori, né di produrre le macchine da scrivere più belle e più funzionanti, né di avere altissimi livelli di produttività. L’obiettivo di Adriano è intervenire nella società. Collegare la fabbrica al territorio. Costruire un modello produttivo, sociale e politico ed esportarlo anche nelle campagne. Per farlo sceglie il Canavese, territorio che conosce bene e che potrebbe essere la culla ideale dei suoi esperimenti. Quando i malumori in famiglia si fanno troppo evidenti, Adriano decide di lasciare la direzione della fabbrica al fratello Marcello e di trasferirsi nel Canavese: proverà a costruire la sua prima Comunità. Ed è sempre lì che incontrerà finalmente la donna che lo farà innamorare una seconda volta: è Grazia, una ragazza molto più giovane di lui, semplice e luminosa, che ricambia con passione il suo amore. Dopo la morte improvvisa di Marcello per un infarto, ai funerali del fratello la famiglia chiede ad Adriano di tornare a Ivrea, al comando della fabbrica. Adriano è diviso, e dovrà decidere se riprendere in mano l’azienda o continuare a occuparsi del Movimento Comunità.
  • 10. LE PUNTATE SECONDA PUNTATA Adriano decide di tornare alla guida dell’azienda, ma non rinuncia al Movimento Comunità: le due cose sono per lui indissolubilmente legate e fanno parte del grande progetto di cambiamento della società che Adriano persegue da anni. Con il suo ritorno alla direzione della fabbrica i risultati si vedono subito, la produttività risale e il territorio inizia a interagire con l’azienda. Ma per Adriano le cose non vanno altrettanto bene sul piano sentimentale: la sua storia d’amore con Grazia incontra molti ostacoli, il padre della ragazza le ha proibito di incontrarlo e lei non ce la fa a disobbedirgli. Chiede ad Adriano di dimenticarla, lui si rifiuta, non vuole rinunciare a lei, non è mai stato così sicuro del suo amore. Anche Libero e Teresa sembrano destinati a lasciarsi: Libero sta per sposare la sua fidanzata di sempre e Teresa trova in Adriano un confidente, un amico che vive le sue stesse difficoltà. Solo un attimo prima di arrivare all’altare Libero riesce a fare la sua scelta e torna tra le braccia del suo vero amore, Teresa. E per Adriano, forse, è un auspicio. Ma, intanto, lo aspetta una scoperta dolorosa: Mauro, l’amico di una vita, da sempre molto critico sulla gestione della fabbrica, passa alla concorrenza. Si vende a Dalmasso, il suo nemico. Per Adriano è un colpo durissimo. Si ammala. Il suo fisico reagisce così alla fatica e alle delusioni. Ma la malattia ha un risvolto molto positivo: Grazia apprende la notizia e abbandona ogni indugio. Disobbedisce agli ordini del padre e si trasferisce a casa di Adriano per accudirlo. Tra il padre e Adriano, ha scelto Adriano. I due si sposano, un anno dopo nasce Lalla. Per Adriano è l’avverarsi di un sogno.
  • 11. LE PUNTATE Sotto la guida sicura di Adriano, la Olivetti diventa la prima produttrice europea di macchine per ufficio, la prima al mondo per macchine da calcolo. Anche il Movimento Comunità si espande in tutta Italia. L’Intelligence statunitense continua a sorvegliare Adriano, sempre più allarmata dalla sua avanzatissima politica sociale e soprattutto dai progressi della ricerca sul calcolatore elettronico, che ha per gli USA un valore strategico e grandi implicazioni militari. Alla divisione elettronica arriva a lavorare il figlio di Adriano, Roberto, che si rivela appassionato e testardo come il padre. Intanto Adriano pensa all’apertura di una fabbrica al Sud. E’ convinto che sia nel Meridione il vero capitale umano del paese e vuole esportare in quella terra il suo modello di fabbrica e di organizzazione sociale. Il documentario che Karen Bates gli porta conferma le sue convinzioni. Ma per realizzare la fabbrica Adriano dovrà scontrarsi con il suo vecchio amico Mauro, che Dalmasso ha fatto diventare deputato e quindi erogatore di finanziamenti statali. E’ scontro tra i due, di nuovo. Adriano rifiuta i ricatti della politica e decide di battere l’avversario sul suo stesso terreno: si presenta alle elezioni politiche con il Movimento Comunità, convinto di poter intercettare il bisogno di rinnovamento che c’è nel paese. Tutto questo fervore viene seguito con attenzione dall’Intelligence americana, ma Karen Bates, vedendo Adriano all’opera, seguendolo da vicino, comincia a subire il fascino delle sue idee e dei suoi progetti. La campagna elettorale non porta al risultato sperato: il Movimento Comunità riesce a mandare in Parlamento un solo deputato, Adriano. Anche da solo, l’ingegnere continua
  • 12. LE PUNTATE la sua lotta politica, incurante della fatica, con la stessa energia che dispiega in fabbrica. Intanto la divisione elettronica della Olivetti realizza finalmente un prototipo di calcolatore a transistor, il primo al mondo, che viene ribattezzato ELEA. L’azienda di Ivrea si pone così all’avanguardia nel mondo e supera gli stessi giganti statunitensi del settore. Adriano capisce subito che la lotta con le multinazionali statunitensi sarà da ora in poi senza esclusione di colpi. Per potersi battere ad armi pari, Adriano concepisce un piano audace: acquistare la Underwood, un colosso statunitense delle macchina da scrivere, un mito per suo padre Camillo, in modo da potersi espandere sul mercato USA e competere sullo stesso piano con i rivali. Ci riesce, anche se l’acquisizione lo fa finire in un trappola: la Underwood ha infatti diversi milioni di dollari di debito e la Olivetti si ritrova in difficoltà. Ma Adriano, apparentemente indomabile, riesce ad assorbire il colpo e a progettare la risposta. L’Intelligence rimuove Karen Bates, della cui fedeltà comincia a dubitare, e affida la responsabilità della sorveglianza a un altro agente. Che segue l’ingegnere mentre sta andando a Zurigo per rastrellare capitali per la riscossa finanziaria e sale sullo stesso vagone. Durante il viaggio Adriano muore, stroncato da un infarto fulminante. Nel giro di pochi anni l’opera generosa di Adriano andrà dispersa, e la divisione elettronica della Olivetti verrà venduta alla General Electric. Ma il sogno di Adriano continuerà a vivere nel lavoro dei suoi successori.
  • 13. presenta Luca Zingaretti in Stefania Rocca Massimo Poggio Francesca Cavallin Elena Radonicich Domenico Diele Antonella Bavaro Bruno Armando Roberto Accornero Vincenzo Alfieri – Giulio Cristini - Joyce C. Yoon con Serena Rossi e con Francesco Pannofino nel ruolo di Dalmasso regia di Michele Soavi una coproduzione RAI FICTION e CASANOVA MULTIMEDIA con la collaborazione di TELECOM ITALIA prodotto da Luca Barbareschi per CASANOVA MULTIMEDIA
  • 14. CAST ARTISTICO Adriano Olivetti Luca Zingaretti Karen Bates Stefania Rocca Mauro Barale Paola Grazia Massimo Poggio Francesca Cavallin Elena Radonicich Libero Domenico Diele Silvia Antonella Bavaro Alessio Enrico Fermi Gino Mario Tchou Roberto Teresa Dalmasso Bruno Armando Roberto Accornero Vincenzo Alfieri Yoon C. Joyce Giulio Cristini Serena Rossi Francesco Pannofino
  • 15. CAST TECNICO Soggetto di Sceneggiatura con la collaborazione di Fotografia Scenografia Franco Bernini con Silvia Napolitano Franco Bernini, Silvia Napolitano Michele Soavi Stefano Ricciotti Nello Giorgetti Costumi Monica Simeone, Enrica Barbano Musiche Paolo Vivaldi Casting Organizzatore generale Produttori creativi Produttore esecutivo Produttori Rai Prodotto da Regia Loredana Scaramella, Stefano Oddi Antonio Schiano Saverio D’Ercole, Gladis Di Pietro Claudio Gaeta Marta Aceto, Walter Ingrassia Luca Barbareschi Michele Soavi