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Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Ing. Vito Gamberale


Laboratorio di idee
CARECS


Alessandria, 26 novembre 2012




                                 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Indice
Le infrastrutture in Italia                                                                    pag. 3

Le privatizzazioni                                                                             pag. 10
– Privatizzazioni a livello centrale                                                           pag. 11
– Privatizzazioni a livello locale                                                             pag. 16
– Privatizzazioni oggi                                                                         pag. 18


Finanziare le infrastrutture                                                                   pag. 20
– Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company                                      pag. 22


Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i                                                  pag. 31
– Esempi di filiere                                                                            pag. 42
– Sviluppo di nuove filiere                                                                    pag. 56


Conclusioni                                                                                    pag. 58



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Le infrastrutture in Italia




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Le infrastrutture in Italia

Il nostro Paese ha avuto storicamente, fino alla metà degli anni ‟70, una
grande tradizione nella realizzazione di importanti infrastrutture:
    –   l‟Italia è stato il primo Paese al Mondo a dotarsi di un‟autostrada (“Autostrada dei Laghi” –
        1924);

    –   nel 1970 l‟estensione della rete autostradale italiana (3.913 km) era seconda solo a quella
        tedesca (6.061 km);

    –   negli anni ‟60 era tra i “Paesi guida” nella produzione di energia nucleare (3 Paese al
        Mondo, dopo USA e Gran Bretagna, per potenza installata – 640 MW);

    –   è stato tra i primi Paesi a sviluppare su larga scala gli impianti idroelettrici, che nel 1960
        avevano già raggiunto la capacità installata attuale (ca. 20 GW) coprendo, allora, quasi il
        100% del fabbisogno nazionale di elettricità;

    –   negli anni „80 è stato il primo Paese, insieme alla Francia, a lanciare il progetto di una rete
        ferroviaria ad alta velocità (Roma – Firenze).




La realizzazione di infrastrutture ha rappresentato, per l‟Italia del
Dopoguerra e del “miracolo economico”, un importante motore di
sviluppo.
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Le infrastrutture in Italia

Anche in Piemonte, la maggior parte della rete autostradale, ad es., è stata
realizzata tra gli anni '50 e gli anni '80:

    –   A4 TO – MI – TS (517 km): è una delle più prime autostrade italiane. I lavori furono iniziati
        nel 1930 ma gli interventi principali si ebbero negli anni ‟50;

    –   A5 TO – Traforo Monte Bianco (146 km): la tratta Torino - Ivrea - Quincinetto fu aperta nel
        1961 dopo appena tre anni di lavori. Negli anni ‟60 – ‟70 furono completate le tratte sino ad
        Aosta (1970);

    –   A6 TO – SV (130 km): l'arteria fu costruita per tronchi a partire dal 1956 fino al 1972. A
        partire dal 1973 cominciò il raddoppio delle carreggiate;

    –   A21 TO – PC – BS (240 km): i lavori per la tratta T0-PC iniziarono nel 1964 e durarono più di
        5 anni. Il collegamento con la PC-BS, invece, fu completato nel 1973;

    –   A55 Tangenziali Torino (58 km): la sua costruzione inizio nel 1969 e fu completata nel 1976;

    –   A26 GE – Gravellona Toce (221 km): la maggior parte del tracciato fu realizzata tra il 1977 e
        il 1988.

    Lo stesso discorso vale per il sistema aeroportuale: Torino Caselle fu realizzato nel 1953,
    Cuneo Levaldigi tra gli anni '60 e gli anni '80.

Grazie allo sforzo di quegli anni, il Piemonte vanta, ancora oggi, la rete
autostradale più estesa d'Italia (820 km ca., pari a 184 km per milione di
abitanti, vs. una media italiana di 111 km/M ab).
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Le infrastrutture in Italia

  In Italia, le infrastrutture sono state promosse, prevalentemente, con
  finanza pubblica, dalle istituzioni e dagli enti pubblici nazionali:
      –   l‟IRI, nel campo dei trasporti (Autostrade, Alitalia, Tirrenia), delle telecomunicazioni
          (STET, RAI), della cantieristica (Finmeccanica, Fincantieri);

      –   l‟ENEL, nel campo dell‟energia elettrica;

      –   l‟ENI, nel campo del trasporto e della distribuzione del gas naturale (SNAM, Italgas, ecc.)
          e della petrolchimica (Snamprogetti).




 Fino agli anni „80, il Paese ha avuto un assetto infrastrutturale
 adeguato. L‟elevato cash flow generato dalle infrastrutture esistenti
 contribuiva allo sviluppo di nuove opere.


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Le infrastrutture in Italia
 Un percorso analogo hanno seguito le infrastrutture ed i servizi
 pubblici locali:
      –   Lo sviluppo dei servizi locali, in Italia, ha origine sul finire del XIX secolo, a seguito di un
          rapido processo di urbanizzazione, che comporta un aumento notevole della domanda di
          servizi pubblici (inizialmente limitati all‟illuminazione stradale e ai servizi per l‟agricoltura).

      –   Inizialmente i servizi vengono gestiti, senza alcuna regolamentazione, da monopolisti
          privati, spesso stranieri (austriaci), che lucrano a danno delle collettività servite.

      –   Ciò stimola gli Enti Locali ad assumere direttamente la costruzione e l‟esercizio degli
          impianti, sia per contenere i costi, sia per utilizzare gli utili di esercizio nello sviluppo
          dei servizi stessi (a metà dell'800, i primi Comuni a gestire direttamente alcuni servizi
          pubblici locali sono: Genova, Vercelli, Brescia, Rovigo, La Spezia e Cesena);

      –   All‟inizio del „900, la municipalizzazione entra nel programma di decentramento
          amministrativo Giolittiano, poichè corrisponde ad un‟esigenza di ammodernamento,
          derivante dal processo di industrializzazione e dai connessi movimenti migratori.

      –   Nonostante la possibilità di municipalizzare i servizi venga lasciata come facoltà ai
          Comuni, con il tempo tale pratica si estende largamente: vengono municipalizzate
          distribuzione di elettricità e gas, servizio idrico, trasporti, gestione dei rifiuti, centrali del
          latte, farmacie, ecc..

 Fino agli anni '60, il modello della municipalizzazione dei servizi
 pubblici e il reinvestimento degli utili consentono una rapida crescita
 infrastrutturale delle città italiane.                                7
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Le infrastrutture in Italia
 Questo modello, basato sul trinomio "finanza pubblica – efficienza
 gestionale – sviluppo", comincia ad andare in crisi già negli anni „70 –
 ‟80, sia per lo Stato centrale che per gli Enti locali:

    –   le più evidenti manifestazioni della crisi sono la crescita incontrollata dei costi e dei
        disavanzi delle società pubbliche e gli insufficienti risultati qualitativi e di efficienza;



    –   nel caso dei servizi pubblici locali, ad esempio, i deficit cumulati delle aziende
        municipalizzate, che nel 1960 erano di poco superiori a 3,5 Mld di lire, salgono a 800 Mld nel
        1975, per arrivare a 1.800 Mld nel 1980;



    –   ciò si accompagna, peraltro, ad un forte peggioramento dello stato generale della finanza
        degli Enti Locali e dello Stato centrale, con la crescita dei disavanzi e degli indebitamenti
        fuori controllo.




 Il deterioramento della finanza pubblica provoca il blocco della
 realizzazione di nuove infrastrutture, che, fino a quel momento, erano
 state volano di sviluppo, e il continuo peggioramento della qualità dei
 servizi.
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Le infrastrutture in Italia

All‟inizio degli anni ‟90, l‟Italia è coinvolta in profondi processi che la
costringono a mutare radicalmente le proprie scelte di politica
economica:
–   la crisi politica della I Repubblica;


–   il rallentamento dell‟economia: il PIL si attesta, stabilmente, sotto la media europea;


–   l‟adesione all‟Euro, che determina la necessità di ridurre drasticamente deficit, debito e inflazione,
    con manovre finanziare molto severe;


–   la Comunità Europea spinge verso la diminuzione della presenza pubblica nell‟economia degli
    Stati Membri (il Commissario Van Miert approfitterà della particolare debolezza italiana per
    “premere” molto sull‟Italia).


I governi che si susseguono devono tagliare la spesa pubblica e “fare
cassa”.
Il settore pubblico non è più in grado di sostenere il proprio ruolo di
investitore nella realizzazione e nella gestione delle infrastrutture e,
soprattutto a livello centrale, dà inizio alla stagione delle “grandi
privatizzazioni”.
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Le privatizzazioni




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                     Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Le privatizzazioni
Privatizzazioni a livello centrale
 Le privatizzazioni, in genere, vengono giudicate negativamente. In
 realtà hanno avuto, spesso, esiti positivi, anche se diversi a seconda
 delle modalità utilizzate:
 1. aziende manifatturiere, in crisi.
    Queste privatizzazioni avvengono, generalmente, attraverso vendita a
    privati attivi nello stesso settore di business, circostanza che ne
    determina il successo.

    Alcuni casi particolari sono:
    – nel 1994 Nuovo Pignone: ENI cede a General Electric il 70% della società, per 700 MLD
       di lire;
    –   nel 1995 ILVA: IRI vende l‟azienda siderurgica al Gruppo Riva per 2.332 MLD,
        liberandosi di un debito di 1.500 MLD.




  Queste aziende hanno conosciuto progressivi sviluppi.
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Le privatizzazioni
Privatizzazioni a livello centrale
 2. Successivamente, le privatizzazioni riguardano aziende operanti
    nei settori dei servizi e delle infrastrutture, dalle quali deriveranno i
    ricavi maggiori. Queste avvengono:
    a) per collocamento in Borsa di parte del capitale, con esiti molto
        soddisfacenti per lo Stato (ma non sempre per gli investitori – vedi
        ENEL)…
        – dal 1995 al 2001 il Tesoro colloca sul mercato il 68% del capitale di ENI, con un
          incasso complessivo di oltre 21 Mld €. Il titolo vale oggi più del triplo rispetto al primo
          collocamento (17,5 €/az vs. 5,4 €/az);
        – dal 1999 al 2005 viene ceduto il 78% di ENEL, con un ricavo di ca. 33 Mld €. La
          prima tranche viene collocata a 4,3 €/az.. Un ottimo prezzo per lo Stato: 13 anni
          dopo, il titolo vale ca. 2,9 €/az.
        ENI ed ENEL sono le più grandi aziende italiane, tra le poche a potersi paragonare
        ai propri peers mondiali.




  Gli ex-Enti pubblici diventano vere “public company”, efficienti e in
  grado di competere a livello internazionale.
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Le privatizzazioni
Privatizzazioni a livello centrale
       b) … o attraverso la vendita diretta ai privati, spesso su base
          “familistica” e con risultati, deludenti (specialmente per le TLC)
          o contraddittori:
          –      nel 1997 viene venduto il 35% di TELECOM ITALIA, per 13 Mld € (tra le grandi
                 privatizzazioni è la meno redditizia). Successivamente, la società passa più volte di mano
                 (Colaninno, Pirelli, Telco, Telefonica), si carica di debiti (PFN/EBITDA da 0,7x del 1999 a
                 3,2x del 2005), deve disfarsi di gran parte dell‟Estero e perde il prestigio internazionale
                 conquistato negli anni della STET.

          –      Tra il 2000 ed il 2001 la società Leonardo (guidata da Gemina e partecipata da Falck,
                 Italpetroli e Impregilo) acquisisce il 96% ca. di ADR per 2.327 M€, al lordo di un dividendo di
                 ca. 1.519 M€, staccato dalla società nel 2001, grazie ad accensione di debito (per oltre
                 1.600 M€). Dunque, l‟effettivo esborso per Leonardo è di 808 M€.
                 Nel 2002 il Fondo australiano Macquarie compra da Leonardo il 44,7% ca. del capitale di
                 ADR a 480 M€ (1.074 M€ per il 100%), cioè con un premio di quasi il 30% rispetto al
                 valore di carico.
                 Nel 2007 Gemina1 (diventata azionista unico di Leonardo) acquista il 44,7% del capitale di
                 ADR da Macquarie per 1.237 M€, cioè 2,5 volte il prezzo pagato da Macquarie solo 5
                 anni prima e oltre 3 volte l’esborso netto di Leonardo in fase di privatizzazione!
                 Il pesante debito, acceso nel 2001 per pagare il maxidividendo straordinario e mai
                 abbattuto in modo significativo, provoca una crescita molto lenta nel decennio successivo
                 alla privatizzazione (CAGR Ricavi 2001 – 2010: +3% e sostanziale blocco degli
                 investimenti).
                 In 10 anni ADR ha subìto 3 passaggi di mano e si è caricata di un debito netto che, ad
                 oggi, ammonta ancora a ca. 1.250 M€ (PFN/EBITDA > 4,5x!), dopo aver pagato
                 plusvalenze ai vari azionisti (e 190 M€ di dividendi tra il 2000 e il 2007)!
1Dopo vari passaggi di mano, attualmente la maggioranza relativa di Gemina (35% ca.) è detenuta da Sintonia (che fa capo a
Edizione Holding), direttamente e attraverso la partecipata Investimenti e Infrastrutture SpA.                         13
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Le privatizzazioni
Privatizzazioni a livello centrale
        –     Più positivo il caso di AUTOSTRADE. Nel 1999 viene ceduto il 70% della società,
              per ca. 13,5 Mld €. Schemaventotto (guidata da Edizione Holding) acquista il 30%
              della società dall‟IRI a ca. 7,05 €/az. Il mercato assorbe il 40% a 6,75 €/az. Nel 2006
              Schemaventotto pattuisce la cessione di Autostrade ad Abertis a ca. 25 €/az, ossia
              oltre il 250% in più rispetto a quanto pagato all‟IRI, ma l‟operazione non viene
              realizzata. Autostrade rimane, ancor oggi, una solida azienda in mani italiane.

   Le privatizzazioni di infrastrutture e servizi, per vendita diretta a
   privati, sembrano aver acceso tentazioni di “hit and run”, rischiando,
   come è avvenuto per Telecom e stava per accadere con Autostrade,
   che asset strategici per il Paese o finissero sotto il controllo straniero
   (che implica la gestione del relativo cash-flow) o venissero gestiti in
   ottica di mera attenzione finanziaria.


      Confronto principali privatizzazioni
         Azienda          Anno        EV/EBITDA   Prezzo/PN
     Nuovo Pignone         1994         7,39x       2,90x
           ILVA            1995         4,03x       1,17x
  ENI (media 5 tranche) 1995 - 2001     5,40x       2,10x       Tra le grandi privatizzazioni, quella di
  ENEL (solo 1a tranche)   1999         7,20x       3,00x       Telecom è stata la meno redditizia per
                                                                lo Stato: il rapporto EV/EBITDA, ad
      Telecom Italia       1997         3,40x       1,70x
                                                                esempio, è 3,4x (contro 7,2x di ENEL e
       Autostrade          1999         9,40x       4,50x       5,4x di ENI).
                                                                                                                         14
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Le privatizzazioni
Privatizzazioni a livello centrale

       L‟insegnamento delle privatizzazioni nelle infrastrutture

– Privilegiare, per le infrastrutture/servizi, o la quotazione (come ENI o
  ENEL) o azionariati da “public company” (come F2i, cfr. ultra).


– Inserire vincoli di lock-up (almeno per 5/7 anni).


– Introdurre, in ogni caso, il concetto di “earn-out” a favore del pubblico
  venditore in caso di rivendita dell‟azienda entro i 10 – 15 anni.


– Vincolare a non vendere la società ad acquirenti che scaricano un
  eccessivo debito di acquisizione sulla stessa.




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Le privatizzazioni
Privatizzazioni a livello locale
 – A livello locale, il cammino delle privatizzazioni è intrapreso molto
   meno decisamente.
 – Si preferisce la strada della trasformazione in SpA delle "aziende
   speciali", che avrebbe dovuto essere seguita dalla dismissione
   (parziale o totale) delle quote da parte degli Enti Pubblici.
 – Tuttavia, il processo di dismissione rimane, spesso, incompleto:
    –   la trasformazione in SpA avviene in modo generalizzato: le SpA presenti nel settore dei
        servizi pubblici locali passano dalle 22 del 1995, alle 56 nel 1997, fino a oltre 450 nel 2002.
        AEM Torino, ad es., viene trasformata in SpA nel 1997, AMAG Alessandria nel 2002;

    –   la cessione di quote è un fenomeno molto più rarefatto: nel 2000, nel 75% dei casi, la
        quota di capitale ceduta ai privati è al di sotto del 10%;

    –   in molti casi i servizi, anche “a rilevanza industriale”, rimangono sotto la gestione
        diretta degli Enti Locali, in particolare nel settore dei rifiuti e in quello idrico (che, non a
        caso, oggi risultano i comparti più in difficoltà).



 Anche le municipalizzate più grandi, che scelgono la quotazione in
 Borsa (AEM Milano – oggi A2A – nel 1998, ACEA 1999, AEM Torino –
 oggi IREN – nel 2000), rimangono, in genere, a maggioranza pubblica.
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Le privatizzazioni
Privatizzazioni a livello locale
 Negli anni 2000 si è avviata, in particolare al Nord, la stagione delle
 aggregazioni di società di gestione operanti in territori diversi (A2A,
 IREN, HERA, Acegas-APS, ecc.).

    –   Questo processo ha portato alla costituzione di aziende ovviamente "un po‟ più grandi" di
        quelle pre-fusione, ma internamente lacerate da contrapposizioni localistiche.



    –   Diversamente da quanto avvenuto negli altri principali Paesi europei, si è seguita la strada
        delle aggregazioni "orizzontali" piuttosto che "verticali".



    –   Tali multiutility, infatti, gestiscono un aggregato di servizi diversi, tra i quali non sono
        possibili importanti sinergie, invece di specializzarsi nell’erogazione di un unico servizio.




 Tali società, non riescono a sviluppare pienamente le sinergie e le
 economie di scala richieste per assicurare gestioni efficienti e gli
 investimenti necessari ad un servizio di qualità.
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Le privatizzazioni
Privatizzazioni oggi
Oggi, anche a causa della perdurante crisi economica internazionale,
alcuni Enti Locali affrontano condizioni finanziarie critiche…
   −   elevato indebitamento, utilizzato, sempre più spesso, per coprire parte della spesa
       corrente, oltre che per gli investimenti;



   −   trasferimenti da parte dello Stato in diminuzione;



   −   vincoli sempre più stringenti per il patto di stabilità interno;


… e ciò determina l‟estrema difficoltà a reperire fondi per :

   −   partecipare agli aumenti di capitale nelle società controllate, necessari ad assicurare lo
       sviluppo e l‟efficienza dei servizi offerti ai cittadini;



   −   sviluppare le infrastrutture esistenti e finanziare nuove opere, che il territorio sta
       chiedendo con sempre maggiore insistenza.

Tutto ciò fa sì che il tema delle privatizzazioni sia ritornato all'ordine del
giorno per gli Enti Locali.
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Le privatizzazioni
Privatizzazioni oggi
Un esempio in tal senso è fornito, proprio in Piemonte, dal Comune di
Torino, che necessita di risorse per coprire la - pur virtuosa - campagna
di     investimenti   effettuata   nell'ultimo    decennio       (metropolitana,
teleriscaldamento, termovalorizzatore, passante ferroviario, impianti olimpici).
    –   Il Comune sta, oggi, lavorando ad operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare e di
        quote di asset pubblici, quali TRM, AMIAT, GTT e in SAGAT, contando di reperire ca. 330 -
        350 M€ dalla cessione di quote delle partecipate. In particolare:

          –   TRM ed AMIAT (smaltimento e gestione RSU) saranno privatizzate all‟80% ed al 49%
              rispettivamente, attraverso una gara unica che, tuttavia, consente affidamenti separati;

          –   GTT (trasporto pubblico): la cessione del 49% è stata decisa dal Comune a giugno
              2012;

          –   SAGAT (aeroporto di Caselle): una prima gara indetta per la vendita del 28% (a ca. 59
              M€) è andata deserta. Ad ottobre 2012 è scaduto il termine per la prelazione, non
              esercitata, da parte degli altri soci. A novembre 2012 è stata indetta una nuova gara,
              senza fissazione della base d‟asta.



Nasce l'esigenza di trovare un giusto partner. Una “public company”,
cioè un socio, contemporaneamente privato ed istituzionale, di lungo
periodo, finanziariamente solido, rispettoso del ruolo e degli interessi
pubblici.
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Finanziare le infrastrutture




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                         Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture

   – Come visto, in passato le infrastrutture hanno svolto, in Italia, un ruolo
     fondamentale per lo sviluppo.




   – Oggi, invece, questo contributo si è interrotto, specialmente a causa
     della situazione critica delle finanze pubbliche.




   – Si pone, dunque, il problema di come il contributo delle
     infrastrutture allo sviluppo possa essere riattivato e di dove
     possano essere reperite le risorse necessarie.




   – È necessario trovare un "sostituto" della finanza pubblica per lo
     sviluppo, pur garantendo un ruolo di controllo e vigilanza agli Enti
     Pubblici sulle infrastrutture e sui servizi offerti.
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Finanziare le infrastrutture
Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company

Chi può finanziare, oggi, le infrastrutture?



   – A questa domanda, la mia risposta, molto lapalissiana, è la seguente:




Le nuove infrastrutture devono essere finanziate dalle infrastrutture
esistenti!


   – Le infrastrutture generano, infatti, importanti redditività (EBITDA margin ≥
     50%), che possono e devono finanziare lo sviluppo.


Naturalmente, affinchè le infrastrutture esistenti possano finanziare
nuove opere, esse devono avere dimensioni consistenti e non essere
frammentate.
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Finanziare le infrastrutture
Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
In Italia, i vari settori infrastrutturali sono, spesso, frammentati, perché
caratterizzati, fra l‟altro, da una logica di gestione localistica.
– Molti asset infrastrutturali sono stati realizzati e gestiti secondo i bisogni delle
  realtà locali in cui si trovano, al di fuori di una visione di rete strategica per il
  “sistema Paese”.
– Anche le cd. "multi-utility" hanno un orizzonte, al più, interprovinciale e
  gestiscono asset di dimensioni locali, peraltro in comparti molto diversi
  tra loro (a danno di una specializzazione settoriale).
– Laddove si è passati ad una gestione privata - o privatistica - (privatizzazioni,
  quotazioni in Borsa), i nuovi azionisti hanno, spesso, anteposto un'eccessiva
  attenzione alla speculazione finanziaria più che allo sviluppo.
– Per questo, molti settori infrastrutturali sono tuttora parcellizzati, senza un
  “campione nazionale“ di riferimento (sul modello, ad es., di Veolia o GdF in Francia),
  ed hanno difficoltà a competere su mercati sempre più internazionalizzati.
– La mancanza di una strategia italiana per le infrastrutture ha, peraltro,
  permesso ai “campioni nazionali” stranieri (E.On, GdF, EdF, ecc.) di
  impossessarsi di importanti asset del nostro Paese.
– Finora è mancato il concetto di «aggregato» o di «filiera» nei singoli settori.                                 23
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Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
  In Italia, i gestori delle infrastrutture esistenti formano uno spettro molto
  ampio, che va da leader di dimensione europea a lillipuziani imbarazzanti:
       –   nell'energia, ENI (ricavi: 110 Mld €, EBITDA: 27 Mld €, margine: 24%) ed ENEL (ricavi: 80 Mld
           €, EBITDA: 18 Mld € - 22%), dopo la privatizzazione, sono diventate public company di livello
           europeo. Lo stesso si può dire di Terna (ricavi: 1,64 Mld €, EBITDA: 1,22 Mld €, margine: 75%);
       –   nelle autostrade il Gruppo Atlantia è il leader europeo di settore, e genera ricavi per ca. 4
           Mld €, con un EBITDA di 2,4 Mld € (margine: 60%);
       –   nel settore aeroportuale, SEA (ricavi: 583 M€, EBITDA 133 M€, margine: 23%) e AdR
           (ricavi: 620 M€, EBITDA: 296 M€, margine: 48%) potrebbero assumere la leadership del
           sistema italiano (ancora troppo frammentato), razionalizzandolo e sviluppandolo;
       –   nella distribuzione del gas, Italgas (ricavi: 900 M€, EBITDA: 663 M€; margine: 74%) e F2i Reti
           Italia - ERG (ricavi: 606 M€, EBITDA: 326 M€; margine: 54%), potrebbero assicurare al sistema
           un'evoluzione equilibrata, sia in termini di ricondizionamento delle reti, sia in termini di sviluppo, sia
           in termini di evoluzione e trasparenza delle misure (contatori elettronici per telelettura);
       –   nel settore idrico operano alcuni germi di possibili "campioni nazionali" (ACEA, Hera,
           Mediterranea delle Acque), che, isolatamente, sono piccoli, ma che potrebbero fungere da
           poli di aggregazione (separando, però, quello idrico dagli altri business gestiti);
       –   nelle reti TLC il leader assoluto è Telecom Italia (ricavi: 30 Mld €, EBITDA: 12,2 Mld €;
           margine: 41%). Un leader specifico, con un importante progetto nella fibra ottica, è Metroweb
           (ricavi: 56 M€, EBITDA: 43,5 M€; margine: 78%). Purtroppo, Metroweb ha un grande progetto,
           Telecom un grande debito, ma non si riesce a trovare un accordo di collaborazione!
 Nonostante la presenza di alcuni grandi player, la maggior parte degli asset
 rimane parcellizzata (38 aeroporti di interesse nazionale/regionale – in effetti
 ca. 100 con quelli più piccoli –, 3000 operatori nell'acqua, 250 nella
 distribuzione del gas, ecc.), rendendo impossibile "fare sistema".           24
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Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
  Un esempio di quanto le dimensioni e la specializzazione settoriale contino
  si ha analizzando i dati dei principali gruppi infrastrutturali quotati.
  –    I grandi "campioni nazionali" (ENI, ENEL, Atlantia), specializzati in un singolo settore,
       presentano redditività migliori e strutture patrimoniali più solide rispetto alle multi-utility
       (peraltro, quelle quotate sono più efficienti delle molte altre diffuse in Italia) e possono destinare
       più risorse agli investimenti.
   Dati in M€     Ricavi EBITDA            % Utile        % Invest.      PFN Mkt Cap        EV EV/EBITDA Inv./EBITDA PFN/EBITDA
   Campioni nazionali
   ENI           110.522     26.753      24% 7.803       7% 13.438     28.032   63.310   91.342        3,41x              50%               1,05x
   ENEL           79.514     17.717      22% 5.358       7% 7.589      44.629   27.080   71.709        4,05x              43%               2,52x
   Atlantia        3.976      2.385      60% 840        21% 1.619       8.970    8.270   17.240        7,23x              68%               3,76x
   Terna           1.636      1.230      75% 440        27% 1.220       5.123    5.850   10.973        8,92x              99%               4,17x
   Maggiori multi-utility
   A2A             6.198        942      15% (916)     -15%      310    4.021    1.720    5.741        6,09x              33%               4,27x
   ACEA            3.288        744      23%    86       3%      413    2.326      921    3.247        4,36x              55%               3,12x
   HERA            4.106        645      16% 127         3%      325    1.987    1.450    3.437        5,33x              50%               3,08x
   IREN            3.520        592      17% (108)      -3%      493    2.652      544    3.196        5,40x              83%               4,48x
   N.B. - Dati da bilancio 2011, eccetto Mkt Cap, al 25 ottobre 2012

   Media "campioni nazionali"          45%            15%                                              5,90x              65%               2,87x
   Media maggiori multi-utility        18%             -3%                                             5,30x              56%               3,74x

  –    Ciò anche perché, nelle multi-utility, i segmenti di business inefficienti consumano le
       risorse prodotte dai segmenti in utile.

  –    Attualmente le multi-utility tentano di compensare la carenza di cash flow, per gli
       investimenti, con l'indebitamento, che, per alcune di esse, sta raggiungendo livelli
       insostenibili sul lungo periodo (> 4x EBITDA!).
                                                                                                                                                    25
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Finanziare le infrastrutture
Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
Il Governo Monti ha tentato di favorire le aggregazioni nella gestione dei
servizi pubblici locali, con il DL 1/2012 («Decreto Liberalizzazioni»),
prevedendo (art. 25):
    −   obbligo di organizzazione dei Servizi Pubblici Locali (SPL) attraverso ATO di scala
        almeno provinciale, per favorire le economie di scala e l‟efficienza del servizio;

    −   limitazioni all’affidamento in-house dei SPL (con esclusione del servizio idrico, sul quale
        pesa l‟esito del Referendum), in particolare:
          o   abbassamento della soglia massima del valore annuo di un SPL, oltre la quale scatta
              l‟obbligo di gara (da 900.000 a 200.000 €/anno);

          o   inserimento dei dati di bilancio delle società in-house nel calcolo dei limiti relativi al
              patto di stabilità interno (di fatto, l‟indebitamento delle società in-house diventa
              equivalente a quello dei Comuni e, quindi, gli Enti Locali non potranno più creare società
              formalmente esterne per sottrarre le spese sostenute al perimetro del patto di stabilità);

          o   rafforzamento del parere Antitrust (che rimane, tuttavia, non vincolante) sulle analisi di
              mercato degli Enti Locali per la scelta tra l‟affidamento in-house e quello esterno.




Il Decreto si muove, dunque, nella direzione di efficientare i SPL, favorendo la
crescita dimensionale delle gestioni, e di scoraggiare l‟affidamento a soggetti
pubblici. Sarebbe, tuttavia, necessario uno slancio più deciso.
                                                                                                                             26
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Finanziare le infrastrutture
Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
Il processo di aggregazione per ATO, auspicato dal Governo, potrebbe
risultare rafforzato da quello di aggregazione territoriale, introdotto, di
recente, con il progetto di accorpamento delle province.
–   In base al decreto approvato dal Governo, le province passeranno da 86 a 51.

–   In Piemonte, ad es., le province saranno ridotte da 8 a 5. I Comuni capoluogo delle nuove province
    dovrebbero essere: Torino, Cuneo, Alessandria, Novara e Vercelli.

–   Alessandria, in particolare, verrà unita ad Asti.



                                                               Alessandria            Asti            Totale % Piemonte
                                              Abitanti (n.)        428.417         217.870           646.287       14%
                                              Superficie (kmq)       3.560           1.511             5.071       20%
                                              Densità (ab/kmq)         120             144               127        n.s.
                                              Comuni (n.)              190             118               308       26%
                                              N.B. - I dati si riferiscono alla popolazione legale, come da risultati
                                              provvisori del censimento ISTAT 2011.




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Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
  Gli Enti Locali dovrebbero cogliere l'occasione dell'aggregazione delle
  province per razionalizzare la gestione dei servizi pubblici locali.
  –   In realtà territoriali contigue, come, ad es., Alessandria e ad Asti, servizio idrico, distribuzione del
      gas, gestione e smaltimento dei RSU sono gestiti da soggetti diversi. Spesso, anche in Comuni
      della stessa provincia gli affidamenti sono distinti!

  –   L'accorpamento delle province potrebbe rappresentare un'opportunità per riattivare e portare a
      compimento il processo di aggregazione, iniziato nel 2000, seguendo, tuttavia, un nuovo modello,
      che preveda:
        – "spacchettamento" delle multiutility esistenti e aggregazione "per filiera";

       –   affidamento delle quote di controllo delle società ad un socio istituzionale di
           riferimento (come nel caso di ENI ed ENEL), al fine di farne delle vere e proprie
           "public company" indipendenti.

  In generale, si dovrebbe passare da una gestione «in house», che, in base al
  decreto sui SPL, impone il consolidamento del debito delle società affidatarie in
  capo all’Ente controllante, ad una gestione «in hands», che, attraverso quote di
  minoranza, consenta all’Ente pubblico di liberarsi del debito ma anche di vigilare
  sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini.

  La cessione di quote di controllo degli asset a soggetti istituzionali (che
  garantiscano sviluppo e trasparenza), sarebbe, per gli Enti Locali,
  un'opportunità per alleviare la "sofferenza" dei conti pubblici, senza incorrere
  nei rischi di una "privatizzazione selvaggia".                                 28
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Finanziare le infrastrutture
Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
Nelle infrastrutture, l'Italia dovrebbe favorire aggregazioni omogenee, in
grado di dar vita a "campioni nazionali" nei vari settori!

– Solo player di dimensioni rilevanti e specializzati (sul modello di ENI,
  ENEL, Atlantia, ecc.) possono generare cash flow quantitativamente
  sufficienti alla realizzazione di nuovi investimenti.

– La specializzazione di ciascun player in un singolo settore (o "filiera") è
  condizione necessaria per una gestione efficiente e qualitativamente
  elevata. I tentativi di aggregazione delle multi-utility in "macro-utility", infatti,
  dimostrano come la gestione contemporanea di business, diversi tra loro,
  penalizzi pesantemente l'efficienza dei servizi ed i conti delle società.

– Per raggiungere tali obiettivi è necessario attivare un nuovo "capitalismo
  istituzionale"! È necessario, cioè, che gli investitori istituzionali (banche,
  fondazioni, assicurazioni, fondi pensioni, ecc.) finanzino la nascita di grandi
  "public company" di settore, ossia "campioni nazionali" in grado di
  promuovere gestione efficiente e sviluppo degli asset infrastrutturali.


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Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company
        Un esempio di aggregazione di successo, originatosi proprio nel
        territorio di Alessandria, è quello offerto dal Gruppo Gavio, che, in
        pochi anni, è riuscito a dar vita, nel settore autostradale, al 2 Gruppo
        italiano e ad uno dei più grandi in Europa:
Dati in M€     Rete (km)       Ricavi EBITDA           % Utile      % Invest.     PFN Mkt Cap       EV EV/EBITDA Inv./EBITDA PFN/EBITDA
SIAS + ASTM         1.350         939       570     61% 181       19%    281     1.756  2.203    3.959      6,95x        49%       3,08x
Atlantia            5.079       3.976     2.385     60% 840       21% 1.619      8.970  8.060   17.030      7,14x        68%       3,76x
Abertis             3.772       3.915     2.454     63% 775       20%    676    13.882  8.810   22.692      9,25x        28%       5,66x
Brisa               1.305         670       459     69% (82)     -12%     89     3.517  1.060    4.577      9,97x        19%       7,66x
APRR                2.244       2.022     1.399     69% 395       20%    233     6.202  4.630   10.832      7,74x        17%       4,43x
N.B. - Dati da bilancio 2011, eccetto Mkt Cap, all'11 novembre 2012

              –    nel 1996 Gavio, già attivo nei comparti dei trasporti e delle costruzioni, entra nel settore
                   autostradale, attraverso l'acquisto dell'Autostrada TO – MI dal Gruppo Ligresti;
              –    tra la fine degli anni '90 e la prima metà degli anni '00, il Gruppo, anche reinvestendo gli
                   utili della TO – MI, porta avanti un complesso lavoro di acquisizione di quote – pubbliche
                   e private – di altre società autostradali del Nord-Ovest (la tangenziale torinese, l'autostrada
                   verso Aosta, la Sestri Levante-Livorno, la Viareggio-Lucca, la Sitaf, la Cisa);
              –    la crescita prosegue tuttora: è di questi giorni l'acquisto della TO–SA dal Gruppo Atlantia;
              –    il Gruppo gestisce, oggi, una rete di 1.350 km (23% della rete italiana a pedaggio). Le
                   sue dimensioni e il cash flow della gestione gli hanno permesso, nel corso degli anni, di
                   programmare e compiere importanti investimenti di sviluppo della rete (ad es. Sitaf,
                   Asti – Cuneo, Broni – Mortara, ecc.).
        Il "caso Gavio" è un esempio di come sia possibile creare un player di
        dimensioni almeno nazionali dall'aggregazione di singoli asset locali.
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Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i




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                                  Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i

– La carenza di finanza pubblica, che causa l‟impossibilità di realizzare
  nuove infrastrutture e di gestire in modo efficiente quelle esistenti,
  può essere compensata, oggi, solo dalla finanza privata.


– Riflettendo sui vari input emersi:
    o il ruolo ricoperto dalle infrastrutture nello sviluppo dell‟Italia nel
      secondo Dopoguerra;
    o le luci e le ombre dell’esperienza delle privatizzazioni degli anni „90;
    o la necessità di una nuova stagione di privatizzazioni, come
      soluzione all’elevato indebitamento degli Enti Locali;
    o l'opportunità di dar vita a "campioni nazionali", specializzati nei vari
      settori infrastrutturali, sul modello dei grandi player italiani ed esteri;


… è sorta l‟idea di F2i, cioè di un Fondo, privato ma istituzionale, che
aggregasse infrastrutture esistenti in filiere, ed utilizzasse i fondi
derivanti dalla gestione di tali asset per permetterne lo sviluppo.
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Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i

– F2i, con una raccolta di 1.852 M€, è il più grande Fondo operante in Italia
  ed il maggior Fondo infrastrutturale del Mondo dedicato ad un solo Paese
  (country fund).

– Recentemente F2i ha effettuato il first closing di un secondo fondo, che
  ha già raccolto 575 M€ (target finale: 1.200 M€).

– F2i è stato creato, quale strumento privatistico ma istituzionale, da
  sponsor di elevato standing, che hanno contribuito ad affermarne la
  salda reputazione:
    o il Governo tramite la CDP
    o le principali banche italiane (Unicredit, Intesa SanPaolo)
    o un’importante banca straniera (Merrill Lynch – BoA)
    o i network delle Fondazioni ex-bancarie e delle Casse di Previdenza
      private
    o assicurazioni vita e fondi pensione

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Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
                   Investitori F2i ripartiti per categoria
    Categorie (FONDO I)                       N. Invest.   Ammontare % sul Fondo
                                                           sottoscritto
    Banche                                           7         593 M€    32,02%
    Casse Previdenziali                             13         487 M€    26,30%
    Fondazioni                                      26         439 M€    23,70%
    Assicurazioni                                    4         175 M€      9,45%
    Istituzioni finanziarie pubbliche (CDP)          1         150 M€      8,10%
    Management SGR / Sponsor                         1           8 M€      0,43%
    Totale                                          52       1.852 M€   100,00%

    Categorie (FONDO II) - First closing      N. Invest.   Ammontare % sul Fondo
                                                           sottoscritto
    Banche                                            2        200 M€    34,78%
    Casse Previdenziali                               2         90 M€    15,65%
    Fondazioni                                        6        185 M€    32,17%
    Istituzioni finanziarie pubbliche (CDP)           1        100 M€    17,39%
    Totale                                           11        575 M€   100,00%

F2i, sia per missione che per la natura istituzionale dei propri
investitori, persegue partecipazioni di lungo termine con logica
industriale.                                                   34
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Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
    – F2i ha dato vita a 6 filiere, che compongono un Gruppo strutturato,
      impegnando quasi 1.685 M€ (91% della raccolta del primo fondo).
                 75%          F2i               85,1%        ENEL                                                        Impegnato
                           Reti Italia                      Rete Gas

                                                                            100%
   GAS                                                                                2iGas
                                                                                                                     436,4 M€ (25,9%)
                                                                            100%
                                                                                   G6 Rete Gas


                 100%    F2i Rete Idrica         40%     Mediterranea
                            Italiana                      delle Acque
  ACQUA                                                                                                              272,9 M€ (16,2%)
                                                 40%      Ramo idrico
                                                            Parma

                 100%                            70%
                         F2i Aeroporti                      GES AC

AEROPORTI                                                                                                            489,1 M€ (29,0%)
                                                29,8%
                                                              S EA


                 87,5%                          61,4%
                            F2i TLC                        Metroweb



    TLC                                                 Progetti Milano e
                                                             Brescia
                                                                                                                      245,0 M€ (14,5%)
                                                           S asternet


                                                15,7%       Alerion
                                                          CleanPower

RINNOVABILI      100%     F2i Energie
                          Rinnovabili
                                                                                                                     129,5 M€ (7,7%)
                                                49,8%
                                                              HFV



TRASPORTI                                       26,3%
                                                            Infracis                                                 53,5 M€ (3,2%)
                               Investimenti attualmente in portafoglio                                             1626,5 M€ (96,5%)
                               + Dismissioni                                                                             31,7 M€ (1,9%)
                               + Costi di gestione Fondo                                                                 26,8 M€ (1,6%)
                                                                                                                                     35
                               = TOTALE IMPEGNATO                                                                  1685,0 M€
                                                                                                 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
    In Piemonte F2i è presente con:
    − F2i Reti Italia, che, in termini di numero di concessioni, è il primo operatore
      regionale (con una quota del 33% ca.) nel mercato della distribuzione del gas. In
      termini di clienti è, invece, il terzo operatore (16% ca.)1. Gestisce 356 concessioni,
      occupando ca. 150 dipendenti (che raddoppiano considerando l'indotto);
                                                            Provincia                  n. concessioni              % di mercato
                                                            Alessandria                                  95                       48%
                                                            Asti                                         24                       21%
                                                            Biella                                      45                        63%
                                                            Cuneo                                       32                        16%
                                                            Novara                                      54                        58%
                                                            Torino                                      18                         7%
                                                            Verbano-Cusio-Ossola                        52                        69%
                                                            Vercelli                                    36                        56%
                                                            TOTALE PIEMONTE                            356                        33%


    − Metroweb, che ha un "anello" di rete "long distance" tra le città di Torino,
      Milano e Genova (420 km totali, dei quali ca. la metà in Piemonte).
    − F2i sta, inoltre, valutando altri importanti asset sul territorio regionale,
      quali l'aeroporto ed il termovalorizzatore di Torino.
1In termini di numero di clienti, il primo operatore è Italgas, con una quota del 30% ca. del mercato, seguito da AES (51% IREN,
49% Italgas) che, pur gestendo la distribuzione del gas nel solo Comune di Torino, ha una quota del 24% ca..                  36
                                                                                        Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
     – F2i opera come una vera “public company”: ogni progetto è
       intrapreso con l’obiettivo di creare una filiera nello specifico
       comparto, favorendo la collaborazione tra le partecipate e
       l‟integrazione delle reti infrastrutturali gestite:

              ENEL Rete Gas           Costituire un importante gestore indipendente di reti per la distribuzione
   GAS        2i Gas (ex E.On Rete)   del gas e fungere da soggetto aggregatore in un settore in fase di
              G6 Rete Gas             concentrazione. Prefigurare indipendenza tra vendita e distribuzione.

              Mediterranea delle      Creare un “campione nazionale” in un settore strategico per il Paese,
  ACQUA       Acque                   che necessita di grandi investimenti per l’ammodernamento degli
              Rete Idrica Parma       impianti esistenti. Ciò nonostante la demagogia del referendum 2011.

                                      Costituire un punto di aggregazione in un settore caratterizzato da forte
              GESAC
AEROPORTI                             frammentazione, da preoccupante, distorsiva dominanza “low cost”, da
              SEA
                                      proprietà prevalentemente pubblica, senza strategia.

              Metroweb
                                      Favorire lo sviluppo della Fibra Ottica nelle zone più popolate e
   TLC        Progetti Moon e Link
                                      sviluppate del Paese.
              SasterNet

                                      Due presenze indipendenti, e autorevoli per azionariato e managerialità,
              Alerion                 gestione. Oggi il settore delle Energie Rinnovabili è colpito da
RINNOVABILI   HFV                     provvedimenti contraddittori che hanno bloccato lo sviluppo futuro in
                                      Italia.

                                      Entrare nel settore autostradale, piuttosto chiuso, e proporsi come
AUTOSTRADE    Infracis                stakeholder di riferimento per società caratterizzate da azionariati
                                      pubblici molto frammentati.
                                                                                                                               37
                                                                          Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i

− In pochi anni, F2i ha offerto un modello al mondo delle infrastrutture in
  Italia, dando vita ad un Gruppo strutturato di aziende, di filiere di
  aziende, che si propongono, ciascuna, come benchmark nel proprio
  settore.

− Le società nelle quali F2i detiene la maggioranza, o un importante ruolo
  di governance, hanno registrato nel 20111:
    o Fatturato aggregato: 1.539 M€
    o EBITDA: 630 M€ (EBITDA Margin: 41%)
    o Dipendenti: 8.130
    o Investimenti: 583 M€ (91% EBITDA)



Nel 2011 le partecipate di F2i hanno investito oltre il 90% dell'EBITDA.
Nessun sistema infrastrutturale investe un così alto livello di EBITDA!
1Dati aggregati di preconsuntivo 2011. Si riferiscono a: ERG, 2i Gas, G6 Rete, Alerion CleanPower, HFV,
Mediterranea delle Acque, GESAC, SEA, Metroweb.
                                                                                                                             38
                                                                        Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i

− Peraltro, grazie ad F2i, importanti asset, che erano finiti in mani
  straniere, sono ritornati, con i loro cash flow, sotto il controllo italiano:


 −   E.On Rete Gas




 −   Gesac




 −   G6 Rete




 −   Metroweb


                                                                                                            39
                                                       Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
– Il profilo istituzionale di F2i assicura una partnership stabile e di
  lungo periodo e l‟assenza di speculazioni finanziarie, facendo del
  Fondo un socio ideale anche per i soggetti pubblici. F2i, infatti, può:

   o partecipare all‟acquisizione di asset regolamentati brownfield messi in
     vendita anche dagli Enti Pubblici, per supportare il proprio sviluppo. Come
     importante innovazione, agli istituzionali che vendono viene spesso
     garantito un earn-out, a protezione di future valorizzazioni sopra una
     determinata soglia;

   o coinvolgere il sistema finanziario nazionale e locale nelle società di
     gestione, secondo lo spirito delle vere public company internazionali;

   o assicurare una gestione industriale, che mira all’efficienza e allo sviluppo
     manageriale delle società. Per poter incidere attivamente sulla gestione, F2i
     punta ad ottenere quote di maggioranza nelle società partecipate;

   o favorire processi di aggregazione, in settori caratterizzati da elevata
     frammentazione e potenzialità di sviluppo nazionale ed europeo;

   o assicurare la valorizzazione del management delle aziende partecipate,
     coinvolgendolo in progetti di sviluppo della società e di crescita personale.

                                                                                                              40
                                                         Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i

– F2i nasce come uno strumento di investimento, privato ma istituzionale,
  per aggregare le infrastrutture esistenti in filiere, in modo da assicurare
  alle partecipate:

    o efficienza operativa;

    o gestione finanziaria equilibrata, evitando l’impoverimento delle
      società con indebitamenti esagerati e maxi-dividendi straordinari;

    o focus sullo sviluppo, grazie al reinvestimento di buona parte dei
      cash flow generati nel potenziamento degli asset e delle reti
      gestite.



In un periodo in cui la finanza pubblica è una risorsa estremamente
scarsa, il gap infrastrutturale – quantitativo e tecnologico – può essere
colmato con il modello proposto da F2i: utilizzare le risorse derivanti
da una gestione efficiente delle infrastrutture esistenti per finanziare lo
sviluppo di nuove opere.
                                                                                                           41
                                                      Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
Esempi di filiere




Esempi concreti di come F2i opera per aggregare asset
infrastrutturali – con particolare focus sui servizi pubblici locali –
sono le filiere della distribuzione del gas, degli aeroporti e
dell'acqua.




                                                                                                     42
                                                Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere
              − Il Gruppo F2i Reti Italia è nato dopo le acquisizioni di ENEL Rete Gas
                (2009), di E.On Rete (oggi 2i Gas - 2010) e di G6 (ex Gruppo GdF – 2011).
  GAS




                                                                                       F2i Reti Italia
                                75%                     25%
                                                                             • Rab (M€): 2.684

                                   F2i Reti Italia                           • Ricavi (M€): 6051
                                                                             • EBITDA (M€): 3261 (54%)
                                               85,1%                                                                          54%
                                                                             • Investimenti (M€): 189 dell’EBITDA
      14,9%                                                                  • Dipendenti (#): 2.112
                                      Enel Rete Gas                          • Clienti (#): 3.820.000
                                                                             • Rete gestita (km): 56.833
A tendere le tre
                                                                             • Concessioni (#): 1.970
società saranno
                       100%                                        100%
  riunite in un
   unico polo                                                                  1  Dati da consolidato pro-forma
    operativo             2i Gas*                             G6               (considerando la presenza di 2i
                                                                               Gas e G6 su base 12 mesi), al
                   Gestione F2i da Apr. 2011     Gestione F2i da Set. 2011     netto di effetti principio IFRIC 12 e
                                                                               partite straordinarie.
                                       * Ex E.On Rete                                                                               43
                                                                               Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
 Esempi di filiere
      − Con    l’aggregazione     di    3   Capillarità di F2i Reti Italia sul
GAS     importanti reti, in appena 2 anni               territorio
        F2i Reti Italia è diventato, per
        quota di mercato, il secondo
        player nazionale, in un settore
        ancora molto parcellizzato (oltre
        250 operatori).




                                            F2i Reti Italia



                                                                                                           44
                                                      Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
 Esempi di filiere
      − Le dimensioni del Gruppo consentono di sostenere importanti
        investimenti, a vantaggio di sviluppo, ammodernamento, efficienza e
GAS
        sicurezza della rete:
                   Investimenti M€                        Benchmark €/cliente




                                               54%             Gruppo
                                     189                                                                       ~49
                                           dell’EBITDA    F2i Reti Italia




                        108                              Altri operatori                                     ~47
             93




             ERG          +          +     +


                                                                                                                        45
                                                                   Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
   Esempi di filiere
                − L‟assenza di conflitti di interessi assicura trasparenza (in particolare
 GAS              nella misura) ed efficienza nei confronti degli utenti:



Rete ispezionata (%)                                    Tempo medio effettivo di pronto intervento
                                                                                                              Anno 2010

  Enel Rete Gas                         78%

                Hera                  77%

                                                          Richiesta AEEG                                             60’
                 A2A                63%

                                             Media
                 Iren               57%   Italia: 55%


    G6 Rete Gas                   54%
                                                                 Gruppo
                                                                                                 ~30’
                                                            F2i Reti Italia
   Eni (Italgas)              41%

       E.On Rete              36%

Toscana Energia             29%


  Fonte: AEEG
                                                                                                                                   46
                                                                              Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
 Esempi di filiere
         − L‟impegno negli investimenti determina una qualità del servizio
GAS        riconosciuta e premiata dall‟authority!


                       Premi distribuiti da AEEG per recuperi sicurezza (1) (k€)
                                                                                         % incentivi su           % quota di
                                                                                             totale                mercato



                                      2.311                         379    273   2.963        50%                     17%



                                              1.314
                                                                                              22%                     23%



                               696
                                                                                              12%                      2%



                   114                                                                         2%                      6%



          Altri                   844                                                         14%                     52%




 (1) Include gli incentivi distribuiti nel 2010 per numero di misure di odorizzazione e per numero di dispersioni della rete
                                                                                                                                                47
                                                                                           Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
 Esempi di filiere

GAS
        − Il Gruppo F2i Reti Italia ha rappresentato il principale fattore di
          novità nel settore della distribuzione del gas negli anni 2000,
          favorendo e guidando il processo di concentrazione del mercato.

        − Le acquisizioni effettuate hanno, peraltro, permesso di riportare in
          mani italiane reti strategiche per il Paese, prima controllate da
          aziende straniere.

        − È nei fatti, come la presenza di un grande operatore
          indipendente, con solidi investitori alle spalle, possa
          apportare significativi benefici al settore, favorendo
          l’efficientamento e l'evoluzione tecnologica della rete.

        − F2i Reti Italia mira a consolidare il ruolo di grande operatore
          indipendente nella distribuzione del gas, in grado di costituire un
          benchmark - per sicurezza, trasparenza e investimenti – verso
          le authority e verso l‟intero settore.


                                                                                                           48
                                                      Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
    Esempi di filiere

AEROPORTI   − A fine 2010 F2i è entrata nel settore aeroportuale con l’acquisizione del
              70% di Gesac, società che gestisce l’aeroporto di Napoli-Capodichino,
              grazie ad una concessione valida fino al 2043.

            − Gesac è stata costituita nel 1980 su iniziativa del Comune e della Provincia
              di Napoli e dell’Alitalia. Nel 1997, a seguito del processo di privatizzazione,
              gli Enti Pubblici hanno ceduto una partecipazione del 70% al Gruppo
              britannico BAA (successivamente acquistato dal Gruppo spagnolo
              Ferrovial).

            − La società ha sostenuto, negli ultimi anni, un importante piano di
              investimenti per lo sviluppo infrastrutturale dell’aeroporto (oltre 190 M€ le
              Capex cumulate dal 1998 al 2009, a fronte di utili netti cumulati per 47,6
              M€), in parte finanziato con fondi pubblici (63 M€) e in parte autofinanziato.

            − Il piano di investimenti, previsto per il quadriennio 2009-2012,
              ammonta a complessivi 90 M€, di cui ca. 65 M€ realizzati entro il 2011.

            − Nel 2011 Gesac ha gestito un traffico passeggeri di 5,8 M/pax,
              impiegando ca. 300 dipendenti.


                                                                                                                      49
                                                                 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
    Esempi di filiere
            − A fine 2011 F2i ha acquistato, dal Comune di Milano, il 29,75% delle quote
AEROPORTI     di SEA, società che dal 1948 gestisce il sistema aeroportuale milanese
              (Linate e Malpensa). L’attuale Convenzione, di durata quarantennale, è
              stata sottoscritta con ENAC nel 2001.

            − SEA e le società del Gruppo garantiscono tutti i servizi e le attività
              connesse, quali l'approdo e la partenza degli aeromobili, la gestione della
              sicurezza aeroportuale, le prestazioni di handling passeggeri e merci, i
              servizi commerciali.

            − Il sistema aeroportuale milanese è situato in una delle aree europee a
              maggiore sviluppo economico (il PIL della Lombardia supera il 20% di
              quello nazionale) e rappresenta anche un ponte tra il Mediterraneo e
              l'Europa continentale.

            − Il sistema milanese ha registrato nel 2011 un traffico di 28,4 milioni di
              passeggeri, 310.000 movimenti aerei e 470.000 t di merci in transito.

            − Il fatturato sfiora i 580 M€ (utile netto 54 M€); vengono impiegati oltre
              5.000 dipendenti.

            − I piani di sviluppo prevedono investimenti per ca. 600 M€ entro il 2015
              (aumento della capacità e realizzazione della terza pista a Malpensa,
              ampliamento dell’area Cargo, ecc.).                                   50
                                                              Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
     Esempi di filiere
                   − Il sistema aeroportuale italiano è caratterizzato da:
AEROPORTI               o      eccessivo numero di scali con un basso traffico specifico, specialmente
                               nel Centro-Nord (al Sud la concentrazione è minore);
                        o      proprietà prevalentemente pubblica;
                        o      incertezza normativa sulle tariffe;
                        o      mancanza di investimenti (negli ultimi anni non sono stati effettuati
                               interventi rilevanti nei principali aeroporti).
                                         BZO
                                                            − SEA e Gesac rappresentano due eccezioni
                                                 TSF          nel panorama nazionale:
                                   VBS              TRS
                            TRN          BGY
                                MXP LIN           VCE              o SEA gestisce il sistema aeroportuale
                                         VRN
                            CUF    PMF      FRL                      milanese, l’unico, insieme a quello
                              GOA    BLQ     RMI
                                  PSA
                                                                     romano, di dimensioni veramente
                                         FLR AOI
                                     SIE    PEG                      internazionali e posto nel territorio più
                                                 PSR                 sviluppato del Paese;
                                      FCO    CIA   FOG
                                                               o Capodichino è situato in una zona a
                                                             BRI
                         AHO      OLB          NAP           BDS “bassa densità” aeroportuale, ma con
                         OO
 Aeroporti >10m passeggeri
 Aeroporti >5<10m passeggeri                                     ampio bacino di potenziali utenti e,
 Aeroporti >2<5m passeggeri
                                CAG                    SUF
                                                           CRV   dunque, con un rilevante potenziale di
 Aeroporti >0,25<2m passeggeri                 PMO
                                                                 sviluppo.
 Aeroporti <0,25m passeggeri
                                           TPS             REG
 Area ad elevata concentrazione                      CTA         Insieme hanno gestito, nel 2011, 34,2
                                                                 Mpax, pari al 23% ca. del totale nazionale. 51
                                                                                    Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
    Esempi di filiere

AEROPORTI
            − F2i ha avviato la filiera aeroportuale entrando in società con particolari
              know-how e track record e con ampie prospettive di crescita:
              o   con Gesac, F2i «ha riportato in Italia» gli importanti cash flow prodotti
                  dalla società, per destinarli alla crescita e allo sviluppo;
              o   con SEA, F2i ha colto l’esigenza del Comune di Milano di vendere asset
                  strategici per il Paese per ridurre i propri debiti, evitando, anche in
                  questo caso, che finissero in mani straniere;

            − l’obiettivo, di lungo periodo, è promuovere lo sviluppo, infrastrutturale e
              di business, la razionalizzazione, ed il conseguimento di adeguati livelli di
              redditività, con benefici anche sull‟indotto e sul tessuto socio-
              economico;

            − F2i sta perseguendo una strategia di investimento volta alla creazione
              di un network di aeroporti: dunque, una strategia di “rete nazionale”
              anzichè di “pista”, che favorisca un processo di aggregazione, la
              soppressione di scali inutilizzati e l'offerta di un format aeroportuale
              riconoscibile, moderno e di qualità.


                                                                                                                     52
                                                                Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
  Esempi di filiere
         − F2i è entrata nel settore idrico attraverso l’acquisizione del 40% di
ACQUA      Mediterranea delle Acque (“MdA”), avvenuta nel 2010.
         − La Società gestisce il servizio idrico integrato per il Comune e la Provincia
           di Genova, erogando acqua a circa 875.000 abitanti.
         − Fa capo al Gruppo Iren, multiutility di Genova, Torino, Parma e Piacenza,
           nata dalla fusione tra Iride ed Enìa.

         − Con una rete di acquedotti
                                                        IREN SpA                                                   F2i
           lunga oltre 2.500 km e una rete
                                                               100%                                        100%
           di fognatura e depurazione di
           1.600 km, MdA immette in rete
                                                 IREN Acqua e Gas SpA                                    F2i Rete Idrica Italiana
           circa 95 milioni di mc di acqua
                                                                   60%                                      40%
           potabile.
         − L‟attuale   piano     d‟ambito                                             MdA
           prevede investimenti per ca.
           700 M€ di cui ca. 600 M€               49%                                                                    66,50%

           ancora da realizzare.                        AM.TER.                                              IDRO-TIGULLIO

         − MdA     occupa         ca.    415
           dipendenti.


                                                                                                                              53
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Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere
         − A seguito della positiva esperienza di MdA, F2i e Iren stanno, ora,
           procedendo al progressivo conferimento in MdA delle attività idriche del
ACQUA      Gruppo in Emilia (province di Piacenza, Reggio Emilia e Parma).
         − Il razionale dell’operazione, è quello dell’accrescimento dimensionale di
           MdA, seguendo, in primis, un criterio di contiguità geografica.
         − Le dimensioni di MdA (fatturato
           ed EBITDA nel 2011 pari
           rispettivamente a 130 M€ ca. e
           48,5 M€), potrebbero, infatti,
           raddoppiare al termine del
           conferimento.
         − L’operazione è costruita in tre
           differenti       fasi    temporali,
           ognuna delle quali avrà ad
           oggetto il conferimento delle
           attività relative alle tre differenti
           province.       Per    ragioni     di
           opportunità politica, nonché di
           caratteristiche della concessione
           vigente, i due partner hanno
           deciso di iniziare con la Provincia
           di Parma (tale primo step
           dovrebbe       concludersi     entro
           dicembre 2012).                                                                                     54
                                                          Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
  Esempi di filiere

ACQUA

         Gli obiettivi delle operazioni effettuate da F2i sono:

         − entrare in un settore di interesse strategico per il Paese, che
           necessita di importanti investimenti, apportando risorse
           finanziarie fresche per lo sviluppo degli asset gestiti;

         − stabilire una partnership con IREN, operatore primario nel settore
           delle utilities in Italia. Tale partnership ha segnato un risultato
           positivo con l'operazione MdA e sta, ora, rafforzandosi con
           l'aggregazione degli asset idrici emiliani del Gruppo IREN;

         − sfruttare le opportunità di crescita e consolidamento in un
           mercato frammentato, con l‟obiettivo di creare un “campione
           nazionale”;

         − a questo scopo, F2i continuerà a lavorare a nuove iniziative,
           con l'obiettivo di aggregare alcune delle maggiori realtà nazionali
           del settore.
                                                                                                           55
                                                      Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
   Sviluppo di nuove filiere
          − Un esempio di nuova filiera in cui F2i potrebbe investire è la gestione
Rifiuti     dei rifiuti (attività di raccolta, trattamento, smaltimento e recupero
            energetico).
          − Il mercato nazionale dei rifiuti presenta un elevato livello di
            polverizzazione: nel 2011, i primi 9 operatori hanno gestito, infatti, soltanto
            il 7% dei volumi complessivi.
                        Principali operatori nel mercato italiano per volumi smaltiti (dati 2011)




          − Al contrario, nel mercato europeo del waste management e, in particolare,
            in Francia, Germania e Regno Unito, sono presenti operatori di notevoli
            dimensioni (Veolia, Remondis, Sita Suez, Biffa).
                                                                                                                                    56
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Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i
   Sviluppo di nuove filiere
          − E‟ ragionevole assumere che il mercato italiano tenderà ad una
Rifiuti     concentrazione analoga a quella dei Paesi vicini, per superare l'attuale
            inefficienza e le continue emergenti ambientali che essa provoca (Napoli,
            Palermo, Lazio, ecc.)

          − Nel corso degli ultimi due anni, F2i ha più volte cercato un entry point nel
            settore, analizzando diverse opportunità non andate a buon fine
            (HeraAmbiente, Acegas, impianti del Gruppo Marcegaglia).

          − Attualmente il Fondo sta valutando l'acquisto di un'importante quota di
            Iren Ambiente (5 operatore nazionale), attiva nel settore con 2 impianti
            WTE, una discarica e 16 impianti di trattamento.

          − F2i ed Iren vorrebbero promuovere la crescita della società a livello
            italiano, facendone un "campione nazionale" che possa operare sul
            mercato da leader, insieme ad Hera ed A2A (attuali leader del settore).

          − Tra le opportunità di crescita per linee esterne, i progetti più concreti
            riguardano realtà già consolidate, ma anche caratterizzate da importanti
            piani di revamping e di sviluppo di nuovi siti.

          − In Piemonte, in particolare, IREN ed F2i stanno valutando l'opportunità
            di concorrere congiuntamente alla gestione del TRM, il nuovo impianto
            WTE da oltre 420.000 t/a in costruzione a Torino.                     57
                                                              Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Conclusioni




                                                                   58
              Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Conclusioni
− La trasformazione della gestione dei servizi pubblici locali, avviata
  negli anni „90, è rimasta incompiuta:
    o gli Enti Locali, rimasti azionisti di maggioranza in molte aziende:
           non hanno «risorse fresche» da investire negli asset gestiti;
           spesso, anzi, sono costretti ad utilizzare gli utili delle partecipate per finanziare
            le proprie spese;
           non riescono, tantomeno, a finanziare lo sviluppo di nuove opere.

    o ciò ha favorito, in molti casi, il perdurare di una dimensione locale,
      spesso, addirittura, comunale, delle società di gestione. Questo
      comporta:
           un maggior rischio di interferenza della politica nella gestione;
           difficoltà ad assicurare la qualità del servizio, a causa di inefficienze operative
            e mancate economie di scala;
           inadeguatezza alla competizione sul mercato, sempre più internazionalizzato.



− Le aggregazioni degli anni 2000, inoltre, hanno dato vita ad aziende
  multiservizi non specializzate e, spesso, appesantite al proprio
  interno da contrapposizioni localistiche.
                                                                                                                       59
                                                                  Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Conclusioni
Oggi, dunque, risulta necessario attivare un processo di aggregazione
delle piccole realtà locali, puntando sulla creazione di "campioni
nazionali" specializzati in un singolo servizio, in grado di assicurare:
         o sinergie, efficienza e livelli tariffari adeguati;

         o alta qualità del servizio e sviluppo tecnologico;

         o trasparenza nella gestione;

         o sviluppo degli asset esistenti e realizzazione di nuove opere;

         o sviluppo dei servizi anche nelle zone depresse (il Sud).




Per far ciò, è necessario attivare un "capitalismo istituzionale" che
disponga dei capitali necessari per lo sviluppo delle infrastrutture, che
finanzi la nascita di grandi public company di settore e ne assicuri
l'indipendenza gestionale.
                                                                                                               60
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Conclusioni
 Tutto ciò necessita di un chiaro trade-off dei ruoli di Stato, Privati ed
 Enti Locali:
     o lo Stato deve garantire tempi certi e tariffe remunerative e, attraverso le
       Authority, vigilare e regolare il corretto funzionamento del mercato.

     o i Privati devono adottare un’ottica di lungo periodo, apportando "risorse
       fresche", evitando di scaricare sulle target indebitamenti eccessivi,
       efficientando la gestione per abbassare i costi e impegnandosi in un
       significativo reinvestimento dei profitti;

     o gli Enti Locali devono mantenere quote di minoranza nelle società di
       gestione per vigilare sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini.




F2i è un esempio di questo trade-off. Una vera «public company» che è
riuscita ad avviare un sistema di reti infrastrutturali (capaci di interagire
tra loro per far crescere il Paese) ottimizzandone la gestione e
curandone lo sviluppo.
                                                                                                             61
                                                        Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Conclusioni

F2i vuole partecipare attivamente all'evoluzione del settore dei servizi
pubblici locali, continuando il percorso già intrapreso nella
distribuzione del gas, nel settore aeroportuale e nel servizio idrico
integrato.


– Il Fondo ha praticamente esaurito la propria dotazione in anticipo sul
  termine minimo dell’investment period.



– Tutto ciò è avvenuto pur avendo operato con cautela, al fine di evitare
  operazioni affrettate, in un momento di forte incertezza e di progressivo
  aggravamento della crisi internazionale.




Questo risultato ha spinto F2i a lanciare un nuovo Fondo, per
proseguire la propria opera.
                                                                                                         62
                                                    Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
Conclusioni
 − In particolare, il nuovo Fondo permetterà ad F2i di:

     o rafforzare la propria presenza nelle partecipazioni già in
       portafoglio (aumenti di capitale a supporto dello sviluppo, acquisto
       quote di altri soci, ecc.);

     o intervenire con nuovi investimenti nelle filiere già avviate;

     o avviare nuove filiere, approfittando anche delle opportunità di
       investimento determinate dall’attuale situazione economico-
       finanziaria del Paese;



         per proseguire il processo di creazione di Gruppi leader
             nel proprio settore e finanziare lo sviluppo delle
                     infrastrutture nazionali e locali.


                                                                                                           63
                                                      Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato

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Vito Gamberale - "Servizi pubblici locali tra pubblico e privato"

  • 1. Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato Ing. Vito Gamberale Laboratorio di idee CARECS Alessandria, 26 novembre 2012 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 2. Indice Le infrastrutture in Italia pag. 3 Le privatizzazioni pag. 10 – Privatizzazioni a livello centrale pag. 11 – Privatizzazioni a livello locale pag. 16 – Privatizzazioni oggi pag. 18 Finanziare le infrastrutture pag. 20 – Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company pag. 22 Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i pag. 31 – Esempi di filiere pag. 42 – Sviluppo di nuove filiere pag. 56 Conclusioni pag. 58 2 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 3. Le infrastrutture in Italia 3 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 4. Le infrastrutture in Italia Il nostro Paese ha avuto storicamente, fino alla metà degli anni ‟70, una grande tradizione nella realizzazione di importanti infrastrutture: – l‟Italia è stato il primo Paese al Mondo a dotarsi di un‟autostrada (“Autostrada dei Laghi” – 1924); – nel 1970 l‟estensione della rete autostradale italiana (3.913 km) era seconda solo a quella tedesca (6.061 km); – negli anni ‟60 era tra i “Paesi guida” nella produzione di energia nucleare (3 Paese al Mondo, dopo USA e Gran Bretagna, per potenza installata – 640 MW); – è stato tra i primi Paesi a sviluppare su larga scala gli impianti idroelettrici, che nel 1960 avevano già raggiunto la capacità installata attuale (ca. 20 GW) coprendo, allora, quasi il 100% del fabbisogno nazionale di elettricità; – negli anni „80 è stato il primo Paese, insieme alla Francia, a lanciare il progetto di una rete ferroviaria ad alta velocità (Roma – Firenze). La realizzazione di infrastrutture ha rappresentato, per l‟Italia del Dopoguerra e del “miracolo economico”, un importante motore di sviluppo. 4 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 5. Le infrastrutture in Italia Anche in Piemonte, la maggior parte della rete autostradale, ad es., è stata realizzata tra gli anni '50 e gli anni '80: – A4 TO – MI – TS (517 km): è una delle più prime autostrade italiane. I lavori furono iniziati nel 1930 ma gli interventi principali si ebbero negli anni ‟50; – A5 TO – Traforo Monte Bianco (146 km): la tratta Torino - Ivrea - Quincinetto fu aperta nel 1961 dopo appena tre anni di lavori. Negli anni ‟60 – ‟70 furono completate le tratte sino ad Aosta (1970); – A6 TO – SV (130 km): l'arteria fu costruita per tronchi a partire dal 1956 fino al 1972. A partire dal 1973 cominciò il raddoppio delle carreggiate; – A21 TO – PC – BS (240 km): i lavori per la tratta T0-PC iniziarono nel 1964 e durarono più di 5 anni. Il collegamento con la PC-BS, invece, fu completato nel 1973; – A55 Tangenziali Torino (58 km): la sua costruzione inizio nel 1969 e fu completata nel 1976; – A26 GE – Gravellona Toce (221 km): la maggior parte del tracciato fu realizzata tra il 1977 e il 1988. Lo stesso discorso vale per il sistema aeroportuale: Torino Caselle fu realizzato nel 1953, Cuneo Levaldigi tra gli anni '60 e gli anni '80. Grazie allo sforzo di quegli anni, il Piemonte vanta, ancora oggi, la rete autostradale più estesa d'Italia (820 km ca., pari a 184 km per milione di abitanti, vs. una media italiana di 111 km/M ab). 5 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 6. Le infrastrutture in Italia In Italia, le infrastrutture sono state promosse, prevalentemente, con finanza pubblica, dalle istituzioni e dagli enti pubblici nazionali: – l‟IRI, nel campo dei trasporti (Autostrade, Alitalia, Tirrenia), delle telecomunicazioni (STET, RAI), della cantieristica (Finmeccanica, Fincantieri); – l‟ENEL, nel campo dell‟energia elettrica; – l‟ENI, nel campo del trasporto e della distribuzione del gas naturale (SNAM, Italgas, ecc.) e della petrolchimica (Snamprogetti). Fino agli anni „80, il Paese ha avuto un assetto infrastrutturale adeguato. L‟elevato cash flow generato dalle infrastrutture esistenti contribuiva allo sviluppo di nuove opere. 6 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 7. Le infrastrutture in Italia Un percorso analogo hanno seguito le infrastrutture ed i servizi pubblici locali: – Lo sviluppo dei servizi locali, in Italia, ha origine sul finire del XIX secolo, a seguito di un rapido processo di urbanizzazione, che comporta un aumento notevole della domanda di servizi pubblici (inizialmente limitati all‟illuminazione stradale e ai servizi per l‟agricoltura). – Inizialmente i servizi vengono gestiti, senza alcuna regolamentazione, da monopolisti privati, spesso stranieri (austriaci), che lucrano a danno delle collettività servite. – Ciò stimola gli Enti Locali ad assumere direttamente la costruzione e l‟esercizio degli impianti, sia per contenere i costi, sia per utilizzare gli utili di esercizio nello sviluppo dei servizi stessi (a metà dell'800, i primi Comuni a gestire direttamente alcuni servizi pubblici locali sono: Genova, Vercelli, Brescia, Rovigo, La Spezia e Cesena); – All‟inizio del „900, la municipalizzazione entra nel programma di decentramento amministrativo Giolittiano, poichè corrisponde ad un‟esigenza di ammodernamento, derivante dal processo di industrializzazione e dai connessi movimenti migratori. – Nonostante la possibilità di municipalizzare i servizi venga lasciata come facoltà ai Comuni, con il tempo tale pratica si estende largamente: vengono municipalizzate distribuzione di elettricità e gas, servizio idrico, trasporti, gestione dei rifiuti, centrali del latte, farmacie, ecc.. Fino agli anni '60, il modello della municipalizzazione dei servizi pubblici e il reinvestimento degli utili consentono una rapida crescita infrastrutturale delle città italiane. 7 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 8. Le infrastrutture in Italia Questo modello, basato sul trinomio "finanza pubblica – efficienza gestionale – sviluppo", comincia ad andare in crisi già negli anni „70 – ‟80, sia per lo Stato centrale che per gli Enti locali: – le più evidenti manifestazioni della crisi sono la crescita incontrollata dei costi e dei disavanzi delle società pubbliche e gli insufficienti risultati qualitativi e di efficienza; – nel caso dei servizi pubblici locali, ad esempio, i deficit cumulati delle aziende municipalizzate, che nel 1960 erano di poco superiori a 3,5 Mld di lire, salgono a 800 Mld nel 1975, per arrivare a 1.800 Mld nel 1980; – ciò si accompagna, peraltro, ad un forte peggioramento dello stato generale della finanza degli Enti Locali e dello Stato centrale, con la crescita dei disavanzi e degli indebitamenti fuori controllo. Il deterioramento della finanza pubblica provoca il blocco della realizzazione di nuove infrastrutture, che, fino a quel momento, erano state volano di sviluppo, e il continuo peggioramento della qualità dei servizi. 8 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 9. Le infrastrutture in Italia All‟inizio degli anni ‟90, l‟Italia è coinvolta in profondi processi che la costringono a mutare radicalmente le proprie scelte di politica economica: – la crisi politica della I Repubblica; – il rallentamento dell‟economia: il PIL si attesta, stabilmente, sotto la media europea; – l‟adesione all‟Euro, che determina la necessità di ridurre drasticamente deficit, debito e inflazione, con manovre finanziare molto severe; – la Comunità Europea spinge verso la diminuzione della presenza pubblica nell‟economia degli Stati Membri (il Commissario Van Miert approfitterà della particolare debolezza italiana per “premere” molto sull‟Italia). I governi che si susseguono devono tagliare la spesa pubblica e “fare cassa”. Il settore pubblico non è più in grado di sostenere il proprio ruolo di investitore nella realizzazione e nella gestione delle infrastrutture e, soprattutto a livello centrale, dà inizio alla stagione delle “grandi privatizzazioni”. 9 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 10. Le privatizzazioni 10 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 11. Le privatizzazioni Privatizzazioni a livello centrale Le privatizzazioni, in genere, vengono giudicate negativamente. In realtà hanno avuto, spesso, esiti positivi, anche se diversi a seconda delle modalità utilizzate: 1. aziende manifatturiere, in crisi. Queste privatizzazioni avvengono, generalmente, attraverso vendita a privati attivi nello stesso settore di business, circostanza che ne determina il successo. Alcuni casi particolari sono: – nel 1994 Nuovo Pignone: ENI cede a General Electric il 70% della società, per 700 MLD di lire; – nel 1995 ILVA: IRI vende l‟azienda siderurgica al Gruppo Riva per 2.332 MLD, liberandosi di un debito di 1.500 MLD. Queste aziende hanno conosciuto progressivi sviluppi. 11 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 12. Le privatizzazioni Privatizzazioni a livello centrale 2. Successivamente, le privatizzazioni riguardano aziende operanti nei settori dei servizi e delle infrastrutture, dalle quali deriveranno i ricavi maggiori. Queste avvengono: a) per collocamento in Borsa di parte del capitale, con esiti molto soddisfacenti per lo Stato (ma non sempre per gli investitori – vedi ENEL)… – dal 1995 al 2001 il Tesoro colloca sul mercato il 68% del capitale di ENI, con un incasso complessivo di oltre 21 Mld €. Il titolo vale oggi più del triplo rispetto al primo collocamento (17,5 €/az vs. 5,4 €/az); – dal 1999 al 2005 viene ceduto il 78% di ENEL, con un ricavo di ca. 33 Mld €. La prima tranche viene collocata a 4,3 €/az.. Un ottimo prezzo per lo Stato: 13 anni dopo, il titolo vale ca. 2,9 €/az. ENI ed ENEL sono le più grandi aziende italiane, tra le poche a potersi paragonare ai propri peers mondiali. Gli ex-Enti pubblici diventano vere “public company”, efficienti e in grado di competere a livello internazionale. 12 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 13. Le privatizzazioni Privatizzazioni a livello centrale b) … o attraverso la vendita diretta ai privati, spesso su base “familistica” e con risultati, deludenti (specialmente per le TLC) o contraddittori: – nel 1997 viene venduto il 35% di TELECOM ITALIA, per 13 Mld € (tra le grandi privatizzazioni è la meno redditizia). Successivamente, la società passa più volte di mano (Colaninno, Pirelli, Telco, Telefonica), si carica di debiti (PFN/EBITDA da 0,7x del 1999 a 3,2x del 2005), deve disfarsi di gran parte dell‟Estero e perde il prestigio internazionale conquistato negli anni della STET. – Tra il 2000 ed il 2001 la società Leonardo (guidata da Gemina e partecipata da Falck, Italpetroli e Impregilo) acquisisce il 96% ca. di ADR per 2.327 M€, al lordo di un dividendo di ca. 1.519 M€, staccato dalla società nel 2001, grazie ad accensione di debito (per oltre 1.600 M€). Dunque, l‟effettivo esborso per Leonardo è di 808 M€. Nel 2002 il Fondo australiano Macquarie compra da Leonardo il 44,7% ca. del capitale di ADR a 480 M€ (1.074 M€ per il 100%), cioè con un premio di quasi il 30% rispetto al valore di carico. Nel 2007 Gemina1 (diventata azionista unico di Leonardo) acquista il 44,7% del capitale di ADR da Macquarie per 1.237 M€, cioè 2,5 volte il prezzo pagato da Macquarie solo 5 anni prima e oltre 3 volte l’esborso netto di Leonardo in fase di privatizzazione! Il pesante debito, acceso nel 2001 per pagare il maxidividendo straordinario e mai abbattuto in modo significativo, provoca una crescita molto lenta nel decennio successivo alla privatizzazione (CAGR Ricavi 2001 – 2010: +3% e sostanziale blocco degli investimenti). In 10 anni ADR ha subìto 3 passaggi di mano e si è caricata di un debito netto che, ad oggi, ammonta ancora a ca. 1.250 M€ (PFN/EBITDA > 4,5x!), dopo aver pagato plusvalenze ai vari azionisti (e 190 M€ di dividendi tra il 2000 e il 2007)! 1Dopo vari passaggi di mano, attualmente la maggioranza relativa di Gemina (35% ca.) è detenuta da Sintonia (che fa capo a Edizione Holding), direttamente e attraverso la partecipata Investimenti e Infrastrutture SpA. 13 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 14. Le privatizzazioni Privatizzazioni a livello centrale – Più positivo il caso di AUTOSTRADE. Nel 1999 viene ceduto il 70% della società, per ca. 13,5 Mld €. Schemaventotto (guidata da Edizione Holding) acquista il 30% della società dall‟IRI a ca. 7,05 €/az. Il mercato assorbe il 40% a 6,75 €/az. Nel 2006 Schemaventotto pattuisce la cessione di Autostrade ad Abertis a ca. 25 €/az, ossia oltre il 250% in più rispetto a quanto pagato all‟IRI, ma l‟operazione non viene realizzata. Autostrade rimane, ancor oggi, una solida azienda in mani italiane. Le privatizzazioni di infrastrutture e servizi, per vendita diretta a privati, sembrano aver acceso tentazioni di “hit and run”, rischiando, come è avvenuto per Telecom e stava per accadere con Autostrade, che asset strategici per il Paese o finissero sotto il controllo straniero (che implica la gestione del relativo cash-flow) o venissero gestiti in ottica di mera attenzione finanziaria. Confronto principali privatizzazioni Azienda Anno EV/EBITDA Prezzo/PN Nuovo Pignone 1994 7,39x 2,90x ILVA 1995 4,03x 1,17x ENI (media 5 tranche) 1995 - 2001 5,40x 2,10x Tra le grandi privatizzazioni, quella di ENEL (solo 1a tranche) 1999 7,20x 3,00x Telecom è stata la meno redditizia per lo Stato: il rapporto EV/EBITDA, ad Telecom Italia 1997 3,40x 1,70x esempio, è 3,4x (contro 7,2x di ENEL e Autostrade 1999 9,40x 4,50x 5,4x di ENI). 14 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 15. Le privatizzazioni Privatizzazioni a livello centrale L‟insegnamento delle privatizzazioni nelle infrastrutture – Privilegiare, per le infrastrutture/servizi, o la quotazione (come ENI o ENEL) o azionariati da “public company” (come F2i, cfr. ultra). – Inserire vincoli di lock-up (almeno per 5/7 anni). – Introdurre, in ogni caso, il concetto di “earn-out” a favore del pubblico venditore in caso di rivendita dell‟azienda entro i 10 – 15 anni. – Vincolare a non vendere la società ad acquirenti che scaricano un eccessivo debito di acquisizione sulla stessa. 15 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 16. Le privatizzazioni Privatizzazioni a livello locale – A livello locale, il cammino delle privatizzazioni è intrapreso molto meno decisamente. – Si preferisce la strada della trasformazione in SpA delle "aziende speciali", che avrebbe dovuto essere seguita dalla dismissione (parziale o totale) delle quote da parte degli Enti Pubblici. – Tuttavia, il processo di dismissione rimane, spesso, incompleto: – la trasformazione in SpA avviene in modo generalizzato: le SpA presenti nel settore dei servizi pubblici locali passano dalle 22 del 1995, alle 56 nel 1997, fino a oltre 450 nel 2002. AEM Torino, ad es., viene trasformata in SpA nel 1997, AMAG Alessandria nel 2002; – la cessione di quote è un fenomeno molto più rarefatto: nel 2000, nel 75% dei casi, la quota di capitale ceduta ai privati è al di sotto del 10%; – in molti casi i servizi, anche “a rilevanza industriale”, rimangono sotto la gestione diretta degli Enti Locali, in particolare nel settore dei rifiuti e in quello idrico (che, non a caso, oggi risultano i comparti più in difficoltà). Anche le municipalizzate più grandi, che scelgono la quotazione in Borsa (AEM Milano – oggi A2A – nel 1998, ACEA 1999, AEM Torino – oggi IREN – nel 2000), rimangono, in genere, a maggioranza pubblica. 16 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 17. Le privatizzazioni Privatizzazioni a livello locale Negli anni 2000 si è avviata, in particolare al Nord, la stagione delle aggregazioni di società di gestione operanti in territori diversi (A2A, IREN, HERA, Acegas-APS, ecc.). – Questo processo ha portato alla costituzione di aziende ovviamente "un po‟ più grandi" di quelle pre-fusione, ma internamente lacerate da contrapposizioni localistiche. – Diversamente da quanto avvenuto negli altri principali Paesi europei, si è seguita la strada delle aggregazioni "orizzontali" piuttosto che "verticali". – Tali multiutility, infatti, gestiscono un aggregato di servizi diversi, tra i quali non sono possibili importanti sinergie, invece di specializzarsi nell’erogazione di un unico servizio. Tali società, non riescono a sviluppare pienamente le sinergie e le economie di scala richieste per assicurare gestioni efficienti e gli investimenti necessari ad un servizio di qualità. 17 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 18. Le privatizzazioni Privatizzazioni oggi Oggi, anche a causa della perdurante crisi economica internazionale, alcuni Enti Locali affrontano condizioni finanziarie critiche… − elevato indebitamento, utilizzato, sempre più spesso, per coprire parte della spesa corrente, oltre che per gli investimenti; − trasferimenti da parte dello Stato in diminuzione; − vincoli sempre più stringenti per il patto di stabilità interno; … e ciò determina l‟estrema difficoltà a reperire fondi per : − partecipare agli aumenti di capitale nelle società controllate, necessari ad assicurare lo sviluppo e l‟efficienza dei servizi offerti ai cittadini; − sviluppare le infrastrutture esistenti e finanziare nuove opere, che il territorio sta chiedendo con sempre maggiore insistenza. Tutto ciò fa sì che il tema delle privatizzazioni sia ritornato all'ordine del giorno per gli Enti Locali. 18 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 19. Le privatizzazioni Privatizzazioni oggi Un esempio in tal senso è fornito, proprio in Piemonte, dal Comune di Torino, che necessita di risorse per coprire la - pur virtuosa - campagna di investimenti effettuata nell'ultimo decennio (metropolitana, teleriscaldamento, termovalorizzatore, passante ferroviario, impianti olimpici). – Il Comune sta, oggi, lavorando ad operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare e di quote di asset pubblici, quali TRM, AMIAT, GTT e in SAGAT, contando di reperire ca. 330 - 350 M€ dalla cessione di quote delle partecipate. In particolare: – TRM ed AMIAT (smaltimento e gestione RSU) saranno privatizzate all‟80% ed al 49% rispettivamente, attraverso una gara unica che, tuttavia, consente affidamenti separati; – GTT (trasporto pubblico): la cessione del 49% è stata decisa dal Comune a giugno 2012; – SAGAT (aeroporto di Caselle): una prima gara indetta per la vendita del 28% (a ca. 59 M€) è andata deserta. Ad ottobre 2012 è scaduto il termine per la prelazione, non esercitata, da parte degli altri soci. A novembre 2012 è stata indetta una nuova gara, senza fissazione della base d‟asta. Nasce l'esigenza di trovare un giusto partner. Una “public company”, cioè un socio, contemporaneamente privato ed istituzionale, di lungo periodo, finanziariamente solido, rispettoso del ruolo e degli interessi pubblici. 19 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 20. Finanziare le infrastrutture 20 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 21. Finanziare le infrastrutture – Come visto, in passato le infrastrutture hanno svolto, in Italia, un ruolo fondamentale per lo sviluppo. – Oggi, invece, questo contributo si è interrotto, specialmente a causa della situazione critica delle finanze pubbliche. – Si pone, dunque, il problema di come il contributo delle infrastrutture allo sviluppo possa essere riattivato e di dove possano essere reperite le risorse necessarie. – È necessario trovare un "sostituto" della finanza pubblica per lo sviluppo, pur garantendo un ruolo di controllo e vigilanza agli Enti Pubblici sulle infrastrutture e sui servizi offerti. 21 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 22. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company Chi può finanziare, oggi, le infrastrutture? – A questa domanda, la mia risposta, molto lapalissiana, è la seguente: Le nuove infrastrutture devono essere finanziate dalle infrastrutture esistenti! – Le infrastrutture generano, infatti, importanti redditività (EBITDA margin ≥ 50%), che possono e devono finanziare lo sviluppo. Naturalmente, affinchè le infrastrutture esistenti possano finanziare nuove opere, esse devono avere dimensioni consistenti e non essere frammentate. 22 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 23. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company In Italia, i vari settori infrastrutturali sono, spesso, frammentati, perché caratterizzati, fra l‟altro, da una logica di gestione localistica. – Molti asset infrastrutturali sono stati realizzati e gestiti secondo i bisogni delle realtà locali in cui si trovano, al di fuori di una visione di rete strategica per il “sistema Paese”. – Anche le cd. "multi-utility" hanno un orizzonte, al più, interprovinciale e gestiscono asset di dimensioni locali, peraltro in comparti molto diversi tra loro (a danno di una specializzazione settoriale). – Laddove si è passati ad una gestione privata - o privatistica - (privatizzazioni, quotazioni in Borsa), i nuovi azionisti hanno, spesso, anteposto un'eccessiva attenzione alla speculazione finanziaria più che allo sviluppo. – Per questo, molti settori infrastrutturali sono tuttora parcellizzati, senza un “campione nazionale“ di riferimento (sul modello, ad es., di Veolia o GdF in Francia), ed hanno difficoltà a competere su mercati sempre più internazionalizzati. – La mancanza di una strategia italiana per le infrastrutture ha, peraltro, permesso ai “campioni nazionali” stranieri (E.On, GdF, EdF, ecc.) di impossessarsi di importanti asset del nostro Paese. – Finora è mancato il concetto di «aggregato» o di «filiera» nei singoli settori. 23 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 24. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company In Italia, i gestori delle infrastrutture esistenti formano uno spettro molto ampio, che va da leader di dimensione europea a lillipuziani imbarazzanti: – nell'energia, ENI (ricavi: 110 Mld €, EBITDA: 27 Mld €, margine: 24%) ed ENEL (ricavi: 80 Mld €, EBITDA: 18 Mld € - 22%), dopo la privatizzazione, sono diventate public company di livello europeo. Lo stesso si può dire di Terna (ricavi: 1,64 Mld €, EBITDA: 1,22 Mld €, margine: 75%); – nelle autostrade il Gruppo Atlantia è il leader europeo di settore, e genera ricavi per ca. 4 Mld €, con un EBITDA di 2,4 Mld € (margine: 60%); – nel settore aeroportuale, SEA (ricavi: 583 M€, EBITDA 133 M€, margine: 23%) e AdR (ricavi: 620 M€, EBITDA: 296 M€, margine: 48%) potrebbero assumere la leadership del sistema italiano (ancora troppo frammentato), razionalizzandolo e sviluppandolo; – nella distribuzione del gas, Italgas (ricavi: 900 M€, EBITDA: 663 M€; margine: 74%) e F2i Reti Italia - ERG (ricavi: 606 M€, EBITDA: 326 M€; margine: 54%), potrebbero assicurare al sistema un'evoluzione equilibrata, sia in termini di ricondizionamento delle reti, sia in termini di sviluppo, sia in termini di evoluzione e trasparenza delle misure (contatori elettronici per telelettura); – nel settore idrico operano alcuni germi di possibili "campioni nazionali" (ACEA, Hera, Mediterranea delle Acque), che, isolatamente, sono piccoli, ma che potrebbero fungere da poli di aggregazione (separando, però, quello idrico dagli altri business gestiti); – nelle reti TLC il leader assoluto è Telecom Italia (ricavi: 30 Mld €, EBITDA: 12,2 Mld €; margine: 41%). Un leader specifico, con un importante progetto nella fibra ottica, è Metroweb (ricavi: 56 M€, EBITDA: 43,5 M€; margine: 78%). Purtroppo, Metroweb ha un grande progetto, Telecom un grande debito, ma non si riesce a trovare un accordo di collaborazione! Nonostante la presenza di alcuni grandi player, la maggior parte degli asset rimane parcellizzata (38 aeroporti di interesse nazionale/regionale – in effetti ca. 100 con quelli più piccoli –, 3000 operatori nell'acqua, 250 nella distribuzione del gas, ecc.), rendendo impossibile "fare sistema". 24 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 25. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company Un esempio di quanto le dimensioni e la specializzazione settoriale contino si ha analizzando i dati dei principali gruppi infrastrutturali quotati. – I grandi "campioni nazionali" (ENI, ENEL, Atlantia), specializzati in un singolo settore, presentano redditività migliori e strutture patrimoniali più solide rispetto alle multi-utility (peraltro, quelle quotate sono più efficienti delle molte altre diffuse in Italia) e possono destinare più risorse agli investimenti. Dati in M€ Ricavi EBITDA % Utile % Invest. PFN Mkt Cap EV EV/EBITDA Inv./EBITDA PFN/EBITDA Campioni nazionali ENI 110.522 26.753 24% 7.803 7% 13.438 28.032 63.310 91.342 3,41x 50% 1,05x ENEL 79.514 17.717 22% 5.358 7% 7.589 44.629 27.080 71.709 4,05x 43% 2,52x Atlantia 3.976 2.385 60% 840 21% 1.619 8.970 8.270 17.240 7,23x 68% 3,76x Terna 1.636 1.230 75% 440 27% 1.220 5.123 5.850 10.973 8,92x 99% 4,17x Maggiori multi-utility A2A 6.198 942 15% (916) -15% 310 4.021 1.720 5.741 6,09x 33% 4,27x ACEA 3.288 744 23% 86 3% 413 2.326 921 3.247 4,36x 55% 3,12x HERA 4.106 645 16% 127 3% 325 1.987 1.450 3.437 5,33x 50% 3,08x IREN 3.520 592 17% (108) -3% 493 2.652 544 3.196 5,40x 83% 4,48x N.B. - Dati da bilancio 2011, eccetto Mkt Cap, al 25 ottobre 2012 Media "campioni nazionali" 45% 15% 5,90x 65% 2,87x Media maggiori multi-utility 18% -3% 5,30x 56% 3,74x – Ciò anche perché, nelle multi-utility, i segmenti di business inefficienti consumano le risorse prodotte dai segmenti in utile. – Attualmente le multi-utility tentano di compensare la carenza di cash flow, per gli investimenti, con l'indebitamento, che, per alcune di esse, sta raggiungendo livelli insostenibili sul lungo periodo (> 4x EBITDA!). 25 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 26. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company Il Governo Monti ha tentato di favorire le aggregazioni nella gestione dei servizi pubblici locali, con il DL 1/2012 («Decreto Liberalizzazioni»), prevedendo (art. 25): − obbligo di organizzazione dei Servizi Pubblici Locali (SPL) attraverso ATO di scala almeno provinciale, per favorire le economie di scala e l‟efficienza del servizio; − limitazioni all’affidamento in-house dei SPL (con esclusione del servizio idrico, sul quale pesa l‟esito del Referendum), in particolare: o abbassamento della soglia massima del valore annuo di un SPL, oltre la quale scatta l‟obbligo di gara (da 900.000 a 200.000 €/anno); o inserimento dei dati di bilancio delle società in-house nel calcolo dei limiti relativi al patto di stabilità interno (di fatto, l‟indebitamento delle società in-house diventa equivalente a quello dei Comuni e, quindi, gli Enti Locali non potranno più creare società formalmente esterne per sottrarre le spese sostenute al perimetro del patto di stabilità); o rafforzamento del parere Antitrust (che rimane, tuttavia, non vincolante) sulle analisi di mercato degli Enti Locali per la scelta tra l‟affidamento in-house e quello esterno. Il Decreto si muove, dunque, nella direzione di efficientare i SPL, favorendo la crescita dimensionale delle gestioni, e di scoraggiare l‟affidamento a soggetti pubblici. Sarebbe, tuttavia, necessario uno slancio più deciso. 26 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 27. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company Il processo di aggregazione per ATO, auspicato dal Governo, potrebbe risultare rafforzato da quello di aggregazione territoriale, introdotto, di recente, con il progetto di accorpamento delle province. – In base al decreto approvato dal Governo, le province passeranno da 86 a 51. – In Piemonte, ad es., le province saranno ridotte da 8 a 5. I Comuni capoluogo delle nuove province dovrebbero essere: Torino, Cuneo, Alessandria, Novara e Vercelli. – Alessandria, in particolare, verrà unita ad Asti. Alessandria Asti Totale % Piemonte Abitanti (n.) 428.417 217.870 646.287 14% Superficie (kmq) 3.560 1.511 5.071 20% Densità (ab/kmq) 120 144 127 n.s. Comuni (n.) 190 118 308 26% N.B. - I dati si riferiscono alla popolazione legale, come da risultati provvisori del censimento ISTAT 2011. 27 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 28. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company Gli Enti Locali dovrebbero cogliere l'occasione dell'aggregazione delle province per razionalizzare la gestione dei servizi pubblici locali. – In realtà territoriali contigue, come, ad es., Alessandria e ad Asti, servizio idrico, distribuzione del gas, gestione e smaltimento dei RSU sono gestiti da soggetti diversi. Spesso, anche in Comuni della stessa provincia gli affidamenti sono distinti! – L'accorpamento delle province potrebbe rappresentare un'opportunità per riattivare e portare a compimento il processo di aggregazione, iniziato nel 2000, seguendo, tuttavia, un nuovo modello, che preveda: – "spacchettamento" delle multiutility esistenti e aggregazione "per filiera"; – affidamento delle quote di controllo delle società ad un socio istituzionale di riferimento (come nel caso di ENI ed ENEL), al fine di farne delle vere e proprie "public company" indipendenti. In generale, si dovrebbe passare da una gestione «in house», che, in base al decreto sui SPL, impone il consolidamento del debito delle società affidatarie in capo all’Ente controllante, ad una gestione «in hands», che, attraverso quote di minoranza, consenta all’Ente pubblico di liberarsi del debito ma anche di vigilare sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini. La cessione di quote di controllo degli asset a soggetti istituzionali (che garantiscano sviluppo e trasparenza), sarebbe, per gli Enti Locali, un'opportunità per alleviare la "sofferenza" dei conti pubblici, senza incorrere nei rischi di una "privatizzazione selvaggia". 28 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 29. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company Nelle infrastrutture, l'Italia dovrebbe favorire aggregazioni omogenee, in grado di dar vita a "campioni nazionali" nei vari settori! – Solo player di dimensioni rilevanti e specializzati (sul modello di ENI, ENEL, Atlantia, ecc.) possono generare cash flow quantitativamente sufficienti alla realizzazione di nuovi investimenti. – La specializzazione di ciascun player in un singolo settore (o "filiera") è condizione necessaria per una gestione efficiente e qualitativamente elevata. I tentativi di aggregazione delle multi-utility in "macro-utility", infatti, dimostrano come la gestione contemporanea di business, diversi tra loro, penalizzi pesantemente l'efficienza dei servizi ed i conti delle società. – Per raggiungere tali obiettivi è necessario attivare un nuovo "capitalismo istituzionale"! È necessario, cioè, che gli investitori istituzionali (banche, fondazioni, assicurazioni, fondi pensioni, ecc.) finanzino la nascita di grandi "public company" di settore, ossia "campioni nazionali" in grado di promuovere gestione efficiente e sviluppo degli asset infrastrutturali. 29 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 30. Finanziare le infrastrutture Aggregazioni e "campioni nazionali" come public company Un esempio di aggregazione di successo, originatosi proprio nel territorio di Alessandria, è quello offerto dal Gruppo Gavio, che, in pochi anni, è riuscito a dar vita, nel settore autostradale, al 2 Gruppo italiano e ad uno dei più grandi in Europa: Dati in M€ Rete (km) Ricavi EBITDA % Utile % Invest. PFN Mkt Cap EV EV/EBITDA Inv./EBITDA PFN/EBITDA SIAS + ASTM 1.350 939 570 61% 181 19% 281 1.756 2.203 3.959 6,95x 49% 3,08x Atlantia 5.079 3.976 2.385 60% 840 21% 1.619 8.970 8.060 17.030 7,14x 68% 3,76x Abertis 3.772 3.915 2.454 63% 775 20% 676 13.882 8.810 22.692 9,25x 28% 5,66x Brisa 1.305 670 459 69% (82) -12% 89 3.517 1.060 4.577 9,97x 19% 7,66x APRR 2.244 2.022 1.399 69% 395 20% 233 6.202 4.630 10.832 7,74x 17% 4,43x N.B. - Dati da bilancio 2011, eccetto Mkt Cap, all'11 novembre 2012 – nel 1996 Gavio, già attivo nei comparti dei trasporti e delle costruzioni, entra nel settore autostradale, attraverso l'acquisto dell'Autostrada TO – MI dal Gruppo Ligresti; – tra la fine degli anni '90 e la prima metà degli anni '00, il Gruppo, anche reinvestendo gli utili della TO – MI, porta avanti un complesso lavoro di acquisizione di quote – pubbliche e private – di altre società autostradali del Nord-Ovest (la tangenziale torinese, l'autostrada verso Aosta, la Sestri Levante-Livorno, la Viareggio-Lucca, la Sitaf, la Cisa); – la crescita prosegue tuttora: è di questi giorni l'acquisto della TO–SA dal Gruppo Atlantia; – il Gruppo gestisce, oggi, una rete di 1.350 km (23% della rete italiana a pedaggio). Le sue dimensioni e il cash flow della gestione gli hanno permesso, nel corso degli anni, di programmare e compiere importanti investimenti di sviluppo della rete (ad es. Sitaf, Asti – Cuneo, Broni – Mortara, ecc.). Il "caso Gavio" è un esempio di come sia possibile creare un player di dimensioni almeno nazionali dall'aggregazione di singoli asset locali. 30 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 31. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i 31 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 32. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i – La carenza di finanza pubblica, che causa l‟impossibilità di realizzare nuove infrastrutture e di gestire in modo efficiente quelle esistenti, può essere compensata, oggi, solo dalla finanza privata. – Riflettendo sui vari input emersi: o il ruolo ricoperto dalle infrastrutture nello sviluppo dell‟Italia nel secondo Dopoguerra; o le luci e le ombre dell’esperienza delle privatizzazioni degli anni „90; o la necessità di una nuova stagione di privatizzazioni, come soluzione all’elevato indebitamento degli Enti Locali; o l'opportunità di dar vita a "campioni nazionali", specializzati nei vari settori infrastrutturali, sul modello dei grandi player italiani ed esteri; … è sorta l‟idea di F2i, cioè di un Fondo, privato ma istituzionale, che aggregasse infrastrutture esistenti in filiere, ed utilizzasse i fondi derivanti dalla gestione di tali asset per permetterne lo sviluppo. 32 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 33. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i – F2i, con una raccolta di 1.852 M€, è il più grande Fondo operante in Italia ed il maggior Fondo infrastrutturale del Mondo dedicato ad un solo Paese (country fund). – Recentemente F2i ha effettuato il first closing di un secondo fondo, che ha già raccolto 575 M€ (target finale: 1.200 M€). – F2i è stato creato, quale strumento privatistico ma istituzionale, da sponsor di elevato standing, che hanno contribuito ad affermarne la salda reputazione: o il Governo tramite la CDP o le principali banche italiane (Unicredit, Intesa SanPaolo) o un’importante banca straniera (Merrill Lynch – BoA) o i network delle Fondazioni ex-bancarie e delle Casse di Previdenza private o assicurazioni vita e fondi pensione 33 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 34. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Investitori F2i ripartiti per categoria Categorie (FONDO I) N. Invest. Ammontare % sul Fondo sottoscritto Banche 7 593 M€ 32,02% Casse Previdenziali 13 487 M€ 26,30% Fondazioni 26 439 M€ 23,70% Assicurazioni 4 175 M€ 9,45% Istituzioni finanziarie pubbliche (CDP) 1 150 M€ 8,10% Management SGR / Sponsor 1 8 M€ 0,43% Totale 52 1.852 M€ 100,00% Categorie (FONDO II) - First closing N. Invest. Ammontare % sul Fondo sottoscritto Banche 2 200 M€ 34,78% Casse Previdenziali 2 90 M€ 15,65% Fondazioni 6 185 M€ 32,17% Istituzioni finanziarie pubbliche (CDP) 1 100 M€ 17,39% Totale 11 575 M€ 100,00% F2i, sia per missione che per la natura istituzionale dei propri investitori, persegue partecipazioni di lungo termine con logica industriale. 34 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 35. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i – F2i ha dato vita a 6 filiere, che compongono un Gruppo strutturato, impegnando quasi 1.685 M€ (91% della raccolta del primo fondo). 75% F2i 85,1% ENEL Impegnato Reti Italia Rete Gas 100% GAS 2iGas 436,4 M€ (25,9%) 100% G6 Rete Gas 100% F2i Rete Idrica 40% Mediterranea Italiana delle Acque ACQUA 272,9 M€ (16,2%) 40% Ramo idrico Parma 100% 70% F2i Aeroporti GES AC AEROPORTI 489,1 M€ (29,0%) 29,8% S EA 87,5% 61,4% F2i TLC Metroweb TLC Progetti Milano e Brescia 245,0 M€ (14,5%) S asternet 15,7% Alerion CleanPower RINNOVABILI 100% F2i Energie Rinnovabili 129,5 M€ (7,7%) 49,8% HFV TRASPORTI 26,3% Infracis 53,5 M€ (3,2%) Investimenti attualmente in portafoglio 1626,5 M€ (96,5%) + Dismissioni 31,7 M€ (1,9%) + Costi di gestione Fondo 26,8 M€ (1,6%) 35 = TOTALE IMPEGNATO 1685,0 M€ Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 36. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i In Piemonte F2i è presente con: − F2i Reti Italia, che, in termini di numero di concessioni, è il primo operatore regionale (con una quota del 33% ca.) nel mercato della distribuzione del gas. In termini di clienti è, invece, il terzo operatore (16% ca.)1. Gestisce 356 concessioni, occupando ca. 150 dipendenti (che raddoppiano considerando l'indotto); Provincia n. concessioni % di mercato Alessandria 95 48% Asti 24 21% Biella 45 63% Cuneo 32 16% Novara 54 58% Torino 18 7% Verbano-Cusio-Ossola 52 69% Vercelli 36 56% TOTALE PIEMONTE 356 33% − Metroweb, che ha un "anello" di rete "long distance" tra le città di Torino, Milano e Genova (420 km totali, dei quali ca. la metà in Piemonte). − F2i sta, inoltre, valutando altri importanti asset sul territorio regionale, quali l'aeroporto ed il termovalorizzatore di Torino. 1In termini di numero di clienti, il primo operatore è Italgas, con una quota del 30% ca. del mercato, seguito da AES (51% IREN, 49% Italgas) che, pur gestendo la distribuzione del gas nel solo Comune di Torino, ha una quota del 24% ca.. 36 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 37. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i – F2i opera come una vera “public company”: ogni progetto è intrapreso con l’obiettivo di creare una filiera nello specifico comparto, favorendo la collaborazione tra le partecipate e l‟integrazione delle reti infrastrutturali gestite: ENEL Rete Gas Costituire un importante gestore indipendente di reti per la distribuzione GAS 2i Gas (ex E.On Rete) del gas e fungere da soggetto aggregatore in un settore in fase di G6 Rete Gas concentrazione. Prefigurare indipendenza tra vendita e distribuzione. Mediterranea delle Creare un “campione nazionale” in un settore strategico per il Paese, ACQUA Acque che necessita di grandi investimenti per l’ammodernamento degli Rete Idrica Parma impianti esistenti. Ciò nonostante la demagogia del referendum 2011. Costituire un punto di aggregazione in un settore caratterizzato da forte GESAC AEROPORTI frammentazione, da preoccupante, distorsiva dominanza “low cost”, da SEA proprietà prevalentemente pubblica, senza strategia. Metroweb Favorire lo sviluppo della Fibra Ottica nelle zone più popolate e TLC Progetti Moon e Link sviluppate del Paese. SasterNet Due presenze indipendenti, e autorevoli per azionariato e managerialità, Alerion gestione. Oggi il settore delle Energie Rinnovabili è colpito da RINNOVABILI HFV provvedimenti contraddittori che hanno bloccato lo sviluppo futuro in Italia. Entrare nel settore autostradale, piuttosto chiuso, e proporsi come AUTOSTRADE Infracis stakeholder di riferimento per società caratterizzate da azionariati pubblici molto frammentati. 37 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 38. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i − In pochi anni, F2i ha offerto un modello al mondo delle infrastrutture in Italia, dando vita ad un Gruppo strutturato di aziende, di filiere di aziende, che si propongono, ciascuna, come benchmark nel proprio settore. − Le società nelle quali F2i detiene la maggioranza, o un importante ruolo di governance, hanno registrato nel 20111: o Fatturato aggregato: 1.539 M€ o EBITDA: 630 M€ (EBITDA Margin: 41%) o Dipendenti: 8.130 o Investimenti: 583 M€ (91% EBITDA) Nel 2011 le partecipate di F2i hanno investito oltre il 90% dell'EBITDA. Nessun sistema infrastrutturale investe un così alto livello di EBITDA! 1Dati aggregati di preconsuntivo 2011. Si riferiscono a: ERG, 2i Gas, G6 Rete, Alerion CleanPower, HFV, Mediterranea delle Acque, GESAC, SEA, Metroweb. 38 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 39. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i − Peraltro, grazie ad F2i, importanti asset, che erano finiti in mani straniere, sono ritornati, con i loro cash flow, sotto il controllo italiano: − E.On Rete Gas − Gesac − G6 Rete − Metroweb 39 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 40. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i – Il profilo istituzionale di F2i assicura una partnership stabile e di lungo periodo e l‟assenza di speculazioni finanziarie, facendo del Fondo un socio ideale anche per i soggetti pubblici. F2i, infatti, può: o partecipare all‟acquisizione di asset regolamentati brownfield messi in vendita anche dagli Enti Pubblici, per supportare il proprio sviluppo. Come importante innovazione, agli istituzionali che vendono viene spesso garantito un earn-out, a protezione di future valorizzazioni sopra una determinata soglia; o coinvolgere il sistema finanziario nazionale e locale nelle società di gestione, secondo lo spirito delle vere public company internazionali; o assicurare una gestione industriale, che mira all’efficienza e allo sviluppo manageriale delle società. Per poter incidere attivamente sulla gestione, F2i punta ad ottenere quote di maggioranza nelle società partecipate; o favorire processi di aggregazione, in settori caratterizzati da elevata frammentazione e potenzialità di sviluppo nazionale ed europeo; o assicurare la valorizzazione del management delle aziende partecipate, coinvolgendolo in progetti di sviluppo della società e di crescita personale. 40 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 41. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i – F2i nasce come uno strumento di investimento, privato ma istituzionale, per aggregare le infrastrutture esistenti in filiere, in modo da assicurare alle partecipate: o efficienza operativa; o gestione finanziaria equilibrata, evitando l’impoverimento delle società con indebitamenti esagerati e maxi-dividendi straordinari; o focus sullo sviluppo, grazie al reinvestimento di buona parte dei cash flow generati nel potenziamento degli asset e delle reti gestite. In un periodo in cui la finanza pubblica è una risorsa estremamente scarsa, il gap infrastrutturale – quantitativo e tecnologico – può essere colmato con il modello proposto da F2i: utilizzare le risorse derivanti da una gestione efficiente delle infrastrutture esistenti per finanziare lo sviluppo di nuove opere. 41 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 42. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere Esempi concreti di come F2i opera per aggregare asset infrastrutturali – con particolare focus sui servizi pubblici locali – sono le filiere della distribuzione del gas, degli aeroporti e dell'acqua. 42 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 43. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − Il Gruppo F2i Reti Italia è nato dopo le acquisizioni di ENEL Rete Gas (2009), di E.On Rete (oggi 2i Gas - 2010) e di G6 (ex Gruppo GdF – 2011). GAS F2i Reti Italia 75% 25% • Rab (M€): 2.684 F2i Reti Italia • Ricavi (M€): 6051 • EBITDA (M€): 3261 (54%) 85,1% 54% • Investimenti (M€): 189 dell’EBITDA 14,9% • Dipendenti (#): 2.112 Enel Rete Gas • Clienti (#): 3.820.000 • Rete gestita (km): 56.833 A tendere le tre • Concessioni (#): 1.970 società saranno 100% 100% riunite in un unico polo 1 Dati da consolidato pro-forma operativo 2i Gas* G6 (considerando la presenza di 2i Gas e G6 su base 12 mesi), al Gestione F2i da Apr. 2011 Gestione F2i da Set. 2011 netto di effetti principio IFRIC 12 e partite straordinarie. * Ex E.On Rete 43 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 44. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − Con l’aggregazione di 3 Capillarità di F2i Reti Italia sul GAS importanti reti, in appena 2 anni territorio F2i Reti Italia è diventato, per quota di mercato, il secondo player nazionale, in un settore ancora molto parcellizzato (oltre 250 operatori). F2i Reti Italia 44 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 45. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − Le dimensioni del Gruppo consentono di sostenere importanti investimenti, a vantaggio di sviluppo, ammodernamento, efficienza e GAS sicurezza della rete: Investimenti M€ Benchmark €/cliente 54% Gruppo 189 ~49 dell’EBITDA F2i Reti Italia 108 Altri operatori ~47 93 ERG + + + 45 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 46. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − L‟assenza di conflitti di interessi assicura trasparenza (in particolare GAS nella misura) ed efficienza nei confronti degli utenti: Rete ispezionata (%) Tempo medio effettivo di pronto intervento Anno 2010 Enel Rete Gas 78% Hera 77% Richiesta AEEG 60’ A2A 63% Media Iren 57% Italia: 55% G6 Rete Gas 54% Gruppo ~30’ F2i Reti Italia Eni (Italgas) 41% E.On Rete 36% Toscana Energia 29% Fonte: AEEG 46 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 47. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − L‟impegno negli investimenti determina una qualità del servizio GAS riconosciuta e premiata dall‟authority! Premi distribuiti da AEEG per recuperi sicurezza (1) (k€) % incentivi su % quota di totale mercato 2.311 379 273 2.963 50% 17% 1.314 22% 23% 696 12% 2% 114 2% 6% Altri 844 14% 52% (1) Include gli incentivi distribuiti nel 2010 per numero di misure di odorizzazione e per numero di dispersioni della rete 47 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 48. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere GAS − Il Gruppo F2i Reti Italia ha rappresentato il principale fattore di novità nel settore della distribuzione del gas negli anni 2000, favorendo e guidando il processo di concentrazione del mercato. − Le acquisizioni effettuate hanno, peraltro, permesso di riportare in mani italiane reti strategiche per il Paese, prima controllate da aziende straniere. − È nei fatti, come la presenza di un grande operatore indipendente, con solidi investitori alle spalle, possa apportare significativi benefici al settore, favorendo l’efficientamento e l'evoluzione tecnologica della rete. − F2i Reti Italia mira a consolidare il ruolo di grande operatore indipendente nella distribuzione del gas, in grado di costituire un benchmark - per sicurezza, trasparenza e investimenti – verso le authority e verso l‟intero settore. 48 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 49. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere AEROPORTI − A fine 2010 F2i è entrata nel settore aeroportuale con l’acquisizione del 70% di Gesac, società che gestisce l’aeroporto di Napoli-Capodichino, grazie ad una concessione valida fino al 2043. − Gesac è stata costituita nel 1980 su iniziativa del Comune e della Provincia di Napoli e dell’Alitalia. Nel 1997, a seguito del processo di privatizzazione, gli Enti Pubblici hanno ceduto una partecipazione del 70% al Gruppo britannico BAA (successivamente acquistato dal Gruppo spagnolo Ferrovial). − La società ha sostenuto, negli ultimi anni, un importante piano di investimenti per lo sviluppo infrastrutturale dell’aeroporto (oltre 190 M€ le Capex cumulate dal 1998 al 2009, a fronte di utili netti cumulati per 47,6 M€), in parte finanziato con fondi pubblici (63 M€) e in parte autofinanziato. − Il piano di investimenti, previsto per il quadriennio 2009-2012, ammonta a complessivi 90 M€, di cui ca. 65 M€ realizzati entro il 2011. − Nel 2011 Gesac ha gestito un traffico passeggeri di 5,8 M/pax, impiegando ca. 300 dipendenti. 49 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 50. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − A fine 2011 F2i ha acquistato, dal Comune di Milano, il 29,75% delle quote AEROPORTI di SEA, società che dal 1948 gestisce il sistema aeroportuale milanese (Linate e Malpensa). L’attuale Convenzione, di durata quarantennale, è stata sottoscritta con ENAC nel 2001. − SEA e le società del Gruppo garantiscono tutti i servizi e le attività connesse, quali l'approdo e la partenza degli aeromobili, la gestione della sicurezza aeroportuale, le prestazioni di handling passeggeri e merci, i servizi commerciali. − Il sistema aeroportuale milanese è situato in una delle aree europee a maggiore sviluppo economico (il PIL della Lombardia supera il 20% di quello nazionale) e rappresenta anche un ponte tra il Mediterraneo e l'Europa continentale. − Il sistema milanese ha registrato nel 2011 un traffico di 28,4 milioni di passeggeri, 310.000 movimenti aerei e 470.000 t di merci in transito. − Il fatturato sfiora i 580 M€ (utile netto 54 M€); vengono impiegati oltre 5.000 dipendenti. − I piani di sviluppo prevedono investimenti per ca. 600 M€ entro il 2015 (aumento della capacità e realizzazione della terza pista a Malpensa, ampliamento dell’area Cargo, ecc.). 50 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 51. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − Il sistema aeroportuale italiano è caratterizzato da: AEROPORTI o eccessivo numero di scali con un basso traffico specifico, specialmente nel Centro-Nord (al Sud la concentrazione è minore); o proprietà prevalentemente pubblica; o incertezza normativa sulle tariffe; o mancanza di investimenti (negli ultimi anni non sono stati effettuati interventi rilevanti nei principali aeroporti). BZO − SEA e Gesac rappresentano due eccezioni TSF nel panorama nazionale: VBS TRS TRN BGY MXP LIN VCE o SEA gestisce il sistema aeroportuale VRN CUF PMF FRL milanese, l’unico, insieme a quello GOA BLQ RMI PSA romano, di dimensioni veramente FLR AOI SIE PEG internazionali e posto nel territorio più PSR sviluppato del Paese; FCO CIA FOG o Capodichino è situato in una zona a BRI AHO OLB NAP BDS “bassa densità” aeroportuale, ma con OO Aeroporti >10m passeggeri Aeroporti >5<10m passeggeri ampio bacino di potenziali utenti e, Aeroporti >2<5m passeggeri CAG SUF CRV dunque, con un rilevante potenziale di Aeroporti >0,25<2m passeggeri PMO sviluppo. Aeroporti <0,25m passeggeri TPS REG Area ad elevata concentrazione CTA Insieme hanno gestito, nel 2011, 34,2 Mpax, pari al 23% ca. del totale nazionale. 51 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 52. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere AEROPORTI − F2i ha avviato la filiera aeroportuale entrando in società con particolari know-how e track record e con ampie prospettive di crescita: o con Gesac, F2i «ha riportato in Italia» gli importanti cash flow prodotti dalla società, per destinarli alla crescita e allo sviluppo; o con SEA, F2i ha colto l’esigenza del Comune di Milano di vendere asset strategici per il Paese per ridurre i propri debiti, evitando, anche in questo caso, che finissero in mani straniere; − l’obiettivo, di lungo periodo, è promuovere lo sviluppo, infrastrutturale e di business, la razionalizzazione, ed il conseguimento di adeguati livelli di redditività, con benefici anche sull‟indotto e sul tessuto socio- economico; − F2i sta perseguendo una strategia di investimento volta alla creazione di un network di aeroporti: dunque, una strategia di “rete nazionale” anzichè di “pista”, che favorisca un processo di aggregazione, la soppressione di scali inutilizzati e l'offerta di un format aeroportuale riconoscibile, moderno e di qualità. 52 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 53. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − F2i è entrata nel settore idrico attraverso l’acquisizione del 40% di ACQUA Mediterranea delle Acque (“MdA”), avvenuta nel 2010. − La Società gestisce il servizio idrico integrato per il Comune e la Provincia di Genova, erogando acqua a circa 875.000 abitanti. − Fa capo al Gruppo Iren, multiutility di Genova, Torino, Parma e Piacenza, nata dalla fusione tra Iride ed Enìa. − Con una rete di acquedotti IREN SpA F2i lunga oltre 2.500 km e una rete 100% 100% di fognatura e depurazione di 1.600 km, MdA immette in rete IREN Acqua e Gas SpA F2i Rete Idrica Italiana circa 95 milioni di mc di acqua 60% 40% potabile. − L‟attuale piano d‟ambito MdA prevede investimenti per ca. 700 M€ di cui ca. 600 M€ 49% 66,50% ancora da realizzare. AM.TER. IDRO-TIGULLIO − MdA occupa ca. 415 dipendenti. 53 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 54. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere − A seguito della positiva esperienza di MdA, F2i e Iren stanno, ora, procedendo al progressivo conferimento in MdA delle attività idriche del ACQUA Gruppo in Emilia (province di Piacenza, Reggio Emilia e Parma). − Il razionale dell’operazione, è quello dell’accrescimento dimensionale di MdA, seguendo, in primis, un criterio di contiguità geografica. − Le dimensioni di MdA (fatturato ed EBITDA nel 2011 pari rispettivamente a 130 M€ ca. e 48,5 M€), potrebbero, infatti, raddoppiare al termine del conferimento. − L’operazione è costruita in tre differenti fasi temporali, ognuna delle quali avrà ad oggetto il conferimento delle attività relative alle tre differenti province. Per ragioni di opportunità politica, nonché di caratteristiche della concessione vigente, i due partner hanno deciso di iniziare con la Provincia di Parma (tale primo step dovrebbe concludersi entro dicembre 2012). 54 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 55. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Esempi di filiere ACQUA Gli obiettivi delle operazioni effettuate da F2i sono: − entrare in un settore di interesse strategico per il Paese, che necessita di importanti investimenti, apportando risorse finanziarie fresche per lo sviluppo degli asset gestiti; − stabilire una partnership con IREN, operatore primario nel settore delle utilities in Italia. Tale partnership ha segnato un risultato positivo con l'operazione MdA e sta, ora, rafforzandosi con l'aggregazione degli asset idrici emiliani del Gruppo IREN; − sfruttare le opportunità di crescita e consolidamento in un mercato frammentato, con l‟obiettivo di creare un “campione nazionale”; − a questo scopo, F2i continuerà a lavorare a nuove iniziative, con l'obiettivo di aggregare alcune delle maggiori realtà nazionali del settore. 55 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 56. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Sviluppo di nuove filiere − Un esempio di nuova filiera in cui F2i potrebbe investire è la gestione Rifiuti dei rifiuti (attività di raccolta, trattamento, smaltimento e recupero energetico). − Il mercato nazionale dei rifiuti presenta un elevato livello di polverizzazione: nel 2011, i primi 9 operatori hanno gestito, infatti, soltanto il 7% dei volumi complessivi. Principali operatori nel mercato italiano per volumi smaltiti (dati 2011) − Al contrario, nel mercato europeo del waste management e, in particolare, in Francia, Germania e Regno Unito, sono presenti operatori di notevoli dimensioni (Veolia, Remondis, Sita Suez, Biffa). 56 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 57. Finanziare le infrastrutture: il ruolo di F2i Sviluppo di nuove filiere − E‟ ragionevole assumere che il mercato italiano tenderà ad una Rifiuti concentrazione analoga a quella dei Paesi vicini, per superare l'attuale inefficienza e le continue emergenti ambientali che essa provoca (Napoli, Palermo, Lazio, ecc.) − Nel corso degli ultimi due anni, F2i ha più volte cercato un entry point nel settore, analizzando diverse opportunità non andate a buon fine (HeraAmbiente, Acegas, impianti del Gruppo Marcegaglia). − Attualmente il Fondo sta valutando l'acquisto di un'importante quota di Iren Ambiente (5 operatore nazionale), attiva nel settore con 2 impianti WTE, una discarica e 16 impianti di trattamento. − F2i ed Iren vorrebbero promuovere la crescita della società a livello italiano, facendone un "campione nazionale" che possa operare sul mercato da leader, insieme ad Hera ed A2A (attuali leader del settore). − Tra le opportunità di crescita per linee esterne, i progetti più concreti riguardano realtà già consolidate, ma anche caratterizzate da importanti piani di revamping e di sviluppo di nuovi siti. − In Piemonte, in particolare, IREN ed F2i stanno valutando l'opportunità di concorrere congiuntamente alla gestione del TRM, il nuovo impianto WTE da oltre 420.000 t/a in costruzione a Torino. 57 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 58. Conclusioni 58 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 59. Conclusioni − La trasformazione della gestione dei servizi pubblici locali, avviata negli anni „90, è rimasta incompiuta: o gli Enti Locali, rimasti azionisti di maggioranza in molte aziende:  non hanno «risorse fresche» da investire negli asset gestiti;  spesso, anzi, sono costretti ad utilizzare gli utili delle partecipate per finanziare le proprie spese;  non riescono, tantomeno, a finanziare lo sviluppo di nuove opere. o ciò ha favorito, in molti casi, il perdurare di una dimensione locale, spesso, addirittura, comunale, delle società di gestione. Questo comporta:  un maggior rischio di interferenza della politica nella gestione;  difficoltà ad assicurare la qualità del servizio, a causa di inefficienze operative e mancate economie di scala;  inadeguatezza alla competizione sul mercato, sempre più internazionalizzato. − Le aggregazioni degli anni 2000, inoltre, hanno dato vita ad aziende multiservizi non specializzate e, spesso, appesantite al proprio interno da contrapposizioni localistiche. 59 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 60. Conclusioni Oggi, dunque, risulta necessario attivare un processo di aggregazione delle piccole realtà locali, puntando sulla creazione di "campioni nazionali" specializzati in un singolo servizio, in grado di assicurare: o sinergie, efficienza e livelli tariffari adeguati; o alta qualità del servizio e sviluppo tecnologico; o trasparenza nella gestione; o sviluppo degli asset esistenti e realizzazione di nuove opere; o sviluppo dei servizi anche nelle zone depresse (il Sud). Per far ciò, è necessario attivare un "capitalismo istituzionale" che disponga dei capitali necessari per lo sviluppo delle infrastrutture, che finanzi la nascita di grandi public company di settore e ne assicuri l'indipendenza gestionale. 60 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 61. Conclusioni Tutto ciò necessita di un chiaro trade-off dei ruoli di Stato, Privati ed Enti Locali: o lo Stato deve garantire tempi certi e tariffe remunerative e, attraverso le Authority, vigilare e regolare il corretto funzionamento del mercato. o i Privati devono adottare un’ottica di lungo periodo, apportando "risorse fresche", evitando di scaricare sulle target indebitamenti eccessivi, efficientando la gestione per abbassare i costi e impegnandosi in un significativo reinvestimento dei profitti; o gli Enti Locali devono mantenere quote di minoranza nelle società di gestione per vigilare sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini. F2i è un esempio di questo trade-off. Una vera «public company» che è riuscita ad avviare un sistema di reti infrastrutturali (capaci di interagire tra loro per far crescere il Paese) ottimizzandone la gestione e curandone lo sviluppo. 61 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 62. Conclusioni F2i vuole partecipare attivamente all'evoluzione del settore dei servizi pubblici locali, continuando il percorso già intrapreso nella distribuzione del gas, nel settore aeroportuale e nel servizio idrico integrato. – Il Fondo ha praticamente esaurito la propria dotazione in anticipo sul termine minimo dell’investment period. – Tutto ciò è avvenuto pur avendo operato con cautela, al fine di evitare operazioni affrettate, in un momento di forte incertezza e di progressivo aggravamento della crisi internazionale. Questo risultato ha spinto F2i a lanciare un nuovo Fondo, per proseguire la propria opera. 62 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato
  • 63. Conclusioni − In particolare, il nuovo Fondo permetterà ad F2i di: o rafforzare la propria presenza nelle partecipazioni già in portafoglio (aumenti di capitale a supporto dello sviluppo, acquisto quote di altri soci, ecc.); o intervenire con nuovi investimenti nelle filiere già avviate; o avviare nuove filiere, approfittando anche delle opportunità di investimento determinate dall’attuale situazione economico- finanziaria del Paese; per proseguire il processo di creazione di Gruppi leader nel proprio settore e finanziare lo sviluppo delle infrastrutture nazionali e locali. 63 Vito Gamberale - Servizi pubblici locali, tra pubblico e privato