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Business Plan:
Focus Economico Finanziario

         Napoli, 25 novembre 2011




             Giovanni Fusaro
       Ufficio Studi e Ricerche AIFI
Le informazioni economico finanziarie


   Le informazioni economico finanziarie devono essere
   coerenti con la struttura complessiva del Business Plan,
   dimostrare la fattibilità finanziaria della strategia e
   permettere di comprendere se è possibile raggiungere
   gli obiettivi prefissati.

   Danno risposta alle seguenti domande:
   1. Quale sarà il presumibile andamento economico della
      società (EBIT-EBITDA)?
   2. Quale sarà la posizione patrimoniale?
   3. Quale sarà la situazione della liquidità (proiezioni dei
      flussi di cassa)?




                               2
Il conto economico previsionale


          Il conto economico previsionale è un documento
      che sintetizza la redditività dell’iniziativa e permette
  all’imprenditore e chiunque lo legga di identificare l’andamento
               della gestione economica dell’impresa.




   Il conto economico rappresenta la sintesi del ciclo economico
       dell’impresa, mettendo a confronto costi e ricavi in un
       determinato periodo. Generalmente è consigliabile una
    proiezione quinquennale: mensile per i primi due anni e, se
              possibile, semestrale per i tre successivi.




                                 3
Le principali voci del conto economico




        •   Ricavi
        •   Costi (fissi e variabili)
        •   Margine di contribuzione
        •   Ammortamenti
        •   Oneri finanziari
        •   Reddito operativo
        •   Utile (perdita) ante imposte
        •   Oneri fiscali
        •   Utile (perdita) dopo le imposte




                              4
Alcuni indicatori di conto economico


MARGINE OPERATIVO LORDO (EBITDA)
RICAVI COMMERCIALI – COSTI DI ESERCIZIO

Indicatore di redditività. Differenza tra ricavi commerciali e costi operativi.


REDDITO OPERATIVO (EBIT)
MARGINE OPERATIVO LORDO – AMMORTAMENTI E ACCANTONAMENTI

Capacità dell’impresa di generare reddito con la sua attività tipica.


RISULTATO NETTO
REDDITO OPERATIVO – ONERI FINANZIARI/PATRIMONIALI/STRAORDINARI
– IMPOSTE

È il risultato netto derivante dall’attività d’impresa.




                                         5
La quantità di pareggio


Il calcolo del punto di pareggio consente di individuare il numero
minimo di prodotti/servizi che l’impresa deve produrre/erogare per
pareggiare i costi con i ricavi, per non registrare delle perdite.



L’obiettivo, quindi, è individuare il numero di prodotti/servizi da
produrre/erogare oltre il quale l’impresa comincia realmente a
guadagnare.



Grazie al calcolo delle quantità di pareggio è possibile determinare il
margine di sicurezza, cioè lo scarto tra il numero di servizi che
l’impresa si propone di erogare e quello di pareggio.



                                   6
Il margine di contribuzione


Il margine di contribuzione è la differenza tra il prezzo e i costi
variabili. Può essere unitario o totale.

  Se Margine di Contribuzione Totale = Costi Fissi           pareggio
  Se Margine di Contribuzione Totale > Costi Fissi           utile
  Se Margine di Contribuzione Totale < Costi Fissi           perdita




                                      Costi fissi
   Quantità di pareggio =    (Prezzo – Costi variabili unitari)




                                    7
Lo stato patrimoniale previsionale



 Lo stato patrimoniale previsionale evidenzia il valore delle attività
 e le loro diverse fonti di finanziamento in un preciso momento.




 La redazione dei documenti previsionali di pianificazione finanziaria
  permette di verificare che ci sia coerenza temporale tra fonti ed
       impieghi: in particolare mette in evidenza quali fonti di
  finanziamento sono state utilizzate per realizzare gli investimenti.




                                   8
Le attività


La sezione delle attività evidenzia gli impieghi realizzati, ovvero in
quali attività sono investite le fonti di finanziamento proprie e di terzi
elencate nella sezione delle passività.

Le attività (impieghi) si distinguono in:
• immobilizzazioni (materiali, immateriali e finanziarie)
• attivo circolante (crediti, magazzino, cassa)




La somma costituisce il totale delle attività, cioè il totale dei capitali
impiegati per la realizzazione dell’attività d’impresa in un dato
momento.



                                    9
Le passività


Le passività indicano tutte le fonti di finanziamento utilizzate e che
risultano investite nelle attività indicate nello stato patrimoniale
(immobilizzazioni e attivo circolante).




Le passività (fonti di finanziamento) comprendono:
• capitale netto
• fondo TFR (fondo trattamento di fine rapporto) e gli altri fondi
  spese
• debiti (commerciali e finanziari)




                                 10
Alcuni parametri di equilibrio

MARGINE DI STRUTTURA
CAPITALE NETTO – IMMOBILIZZAZIONI

Grado di copertura degli investimenti di lungo termine attraverso il capitale
proprio dell’azienda. Un valore positivo indica una relazione di equilibrio tra
fonti e impieghi.

CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
ATTIVO CIRCOLANTE – DEBITI A BREVE

Differenza tra attivo corrente e passivo corrente. Indica quando i crediti a
breve (e il magazzino) consentono di fronteggiare le scadenze a breve. Si parla
di CCN in senso stretto se si escludono disponibilità e passività finanziarie
immediate.

MARGINE DI TESORERIA
(CASSA + CREDITI) – DEBITI A BREVE SCADENZA

Capacità di copertura dei debiti a breve attraverso la liquidità, senza intaccare
il magazzino.

                                       11
Il piano dei flussi


 Il piano dei flussi è un documento prospettico che mette in luce la
    capacità dell’impresa di generare liquidità, sintetizzando i
     risultati del ciclo finanziario (entrate/uscite) in un determinato
                              periodo di tempo.




                              Permette di:
            • evidenziare la capacità di autofinanziamento;
    • fare considerazioni in merito a periodi con scarsa/eccessiva
                                liquidità.




                                   12
L’autofinanziamento e la cassa operativa

 La somma del reddito finale e di tutti i costi che non comportano
 uscite finanziare reali, ma solo delle variazioni di natura
 esclusivamente     contabile   (esempio:        ammortamenti    e
 accantonamenti), rappresenta l’Autofinanziamento: esprime la
 capacità dell’impresa di finanziare le proprie attività senza
 ricorrere ad altre forme di finanziamento.



 Aggiungendo la somma delle variazioni dei crediti, dei debiti e
 delle scorte, cioè la liquidità generata (se positiva) o assorbita
 (se negativa) dalla gestione corrente dell’impresa (ovvero
 frutto della gestione dei rapporti con clienti e fornitori) si ottiene
 la cassa operativa.



 La cassa operativa esprime il totale della liquidità generata
 dalla gestione operativa.
                                  13
La cassa finale


 Per poter giungere alla cassa finale è necessario prendere in
 considerazione anche le componenti non appartenenti alla
 gestione corrente che incrementano la liquidità, quali accensione
 mutui, versamenti dei soci in conto capitale, e che la
 diminuiscono, quali rimborso mutui e prestiti e investimenti. Si
 arriverà a definire l’entrata netta o l’uscita netta di capitali
 generata dalla realizzazione del progetto imprenditoriale.




 Se la cassa finale, in uno o più anni di previsione, è negativa,
 significa che mediamente le uscite sono superiori rispetto alle
 entrate.




                                14
Business Plan:
Focus Economico Finanziario

         Napoli, 25 novembre 2011




             Giovanni Fusaro
       Ufficio Studi e Ricerche AIFI

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  • 1. Business Plan: Focus Economico Finanziario Napoli, 25 novembre 2011 Giovanni Fusaro Ufficio Studi e Ricerche AIFI
  • 2. Le informazioni economico finanziarie Le informazioni economico finanziarie devono essere coerenti con la struttura complessiva del Business Plan, dimostrare la fattibilità finanziaria della strategia e permettere di comprendere se è possibile raggiungere gli obiettivi prefissati. Danno risposta alle seguenti domande: 1. Quale sarà il presumibile andamento economico della società (EBIT-EBITDA)? 2. Quale sarà la posizione patrimoniale? 3. Quale sarà la situazione della liquidità (proiezioni dei flussi di cassa)? 2
  • 3. Il conto economico previsionale Il conto economico previsionale è un documento che sintetizza la redditività dell’iniziativa e permette all’imprenditore e chiunque lo legga di identificare l’andamento della gestione economica dell’impresa. Il conto economico rappresenta la sintesi del ciclo economico dell’impresa, mettendo a confronto costi e ricavi in un determinato periodo. Generalmente è consigliabile una proiezione quinquennale: mensile per i primi due anni e, se possibile, semestrale per i tre successivi. 3
  • 4. Le principali voci del conto economico • Ricavi • Costi (fissi e variabili) • Margine di contribuzione • Ammortamenti • Oneri finanziari • Reddito operativo • Utile (perdita) ante imposte • Oneri fiscali • Utile (perdita) dopo le imposte 4
  • 5. Alcuni indicatori di conto economico MARGINE OPERATIVO LORDO (EBITDA) RICAVI COMMERCIALI – COSTI DI ESERCIZIO Indicatore di redditività. Differenza tra ricavi commerciali e costi operativi. REDDITO OPERATIVO (EBIT) MARGINE OPERATIVO LORDO – AMMORTAMENTI E ACCANTONAMENTI Capacità dell’impresa di generare reddito con la sua attività tipica. RISULTATO NETTO REDDITO OPERATIVO – ONERI FINANZIARI/PATRIMONIALI/STRAORDINARI – IMPOSTE È il risultato netto derivante dall’attività d’impresa. 5
  • 6. La quantità di pareggio Il calcolo del punto di pareggio consente di individuare il numero minimo di prodotti/servizi che l’impresa deve produrre/erogare per pareggiare i costi con i ricavi, per non registrare delle perdite. L’obiettivo, quindi, è individuare il numero di prodotti/servizi da produrre/erogare oltre il quale l’impresa comincia realmente a guadagnare. Grazie al calcolo delle quantità di pareggio è possibile determinare il margine di sicurezza, cioè lo scarto tra il numero di servizi che l’impresa si propone di erogare e quello di pareggio. 6
  • 7. Il margine di contribuzione Il margine di contribuzione è la differenza tra il prezzo e i costi variabili. Può essere unitario o totale. Se Margine di Contribuzione Totale = Costi Fissi pareggio Se Margine di Contribuzione Totale > Costi Fissi utile Se Margine di Contribuzione Totale < Costi Fissi perdita Costi fissi Quantità di pareggio = (Prezzo – Costi variabili unitari) 7
  • 8. Lo stato patrimoniale previsionale Lo stato patrimoniale previsionale evidenzia il valore delle attività e le loro diverse fonti di finanziamento in un preciso momento. La redazione dei documenti previsionali di pianificazione finanziaria permette di verificare che ci sia coerenza temporale tra fonti ed impieghi: in particolare mette in evidenza quali fonti di finanziamento sono state utilizzate per realizzare gli investimenti. 8
  • 9. Le attività La sezione delle attività evidenzia gli impieghi realizzati, ovvero in quali attività sono investite le fonti di finanziamento proprie e di terzi elencate nella sezione delle passività. Le attività (impieghi) si distinguono in: • immobilizzazioni (materiali, immateriali e finanziarie) • attivo circolante (crediti, magazzino, cassa) La somma costituisce il totale delle attività, cioè il totale dei capitali impiegati per la realizzazione dell’attività d’impresa in un dato momento. 9
  • 10. Le passività Le passività indicano tutte le fonti di finanziamento utilizzate e che risultano investite nelle attività indicate nello stato patrimoniale (immobilizzazioni e attivo circolante). Le passività (fonti di finanziamento) comprendono: • capitale netto • fondo TFR (fondo trattamento di fine rapporto) e gli altri fondi spese • debiti (commerciali e finanziari) 10
  • 11. Alcuni parametri di equilibrio MARGINE DI STRUTTURA CAPITALE NETTO – IMMOBILIZZAZIONI Grado di copertura degli investimenti di lungo termine attraverso il capitale proprio dell’azienda. Un valore positivo indica una relazione di equilibrio tra fonti e impieghi. CAPITALE CIRCOLANTE NETTO ATTIVO CIRCOLANTE – DEBITI A BREVE Differenza tra attivo corrente e passivo corrente. Indica quando i crediti a breve (e il magazzino) consentono di fronteggiare le scadenze a breve. Si parla di CCN in senso stretto se si escludono disponibilità e passività finanziarie immediate. MARGINE DI TESORERIA (CASSA + CREDITI) – DEBITI A BREVE SCADENZA Capacità di copertura dei debiti a breve attraverso la liquidità, senza intaccare il magazzino. 11
  • 12. Il piano dei flussi Il piano dei flussi è un documento prospettico che mette in luce la capacità dell’impresa di generare liquidità, sintetizzando i risultati del ciclo finanziario (entrate/uscite) in un determinato periodo di tempo. Permette di: • evidenziare la capacità di autofinanziamento; • fare considerazioni in merito a periodi con scarsa/eccessiva liquidità. 12
  • 13. L’autofinanziamento e la cassa operativa La somma del reddito finale e di tutti i costi che non comportano uscite finanziare reali, ma solo delle variazioni di natura esclusivamente contabile (esempio: ammortamenti e accantonamenti), rappresenta l’Autofinanziamento: esprime la capacità dell’impresa di finanziare le proprie attività senza ricorrere ad altre forme di finanziamento. Aggiungendo la somma delle variazioni dei crediti, dei debiti e delle scorte, cioè la liquidità generata (se positiva) o assorbita (se negativa) dalla gestione corrente dell’impresa (ovvero frutto della gestione dei rapporti con clienti e fornitori) si ottiene la cassa operativa. La cassa operativa esprime il totale della liquidità generata dalla gestione operativa. 13
  • 14. La cassa finale Per poter giungere alla cassa finale è necessario prendere in considerazione anche le componenti non appartenenti alla gestione corrente che incrementano la liquidità, quali accensione mutui, versamenti dei soci in conto capitale, e che la diminuiscono, quali rimborso mutui e prestiti e investimenti. Si arriverà a definire l’entrata netta o l’uscita netta di capitali generata dalla realizzazione del progetto imprenditoriale. Se la cassa finale, in uno o più anni di previsione, è negativa, significa che mediamente le uscite sono superiori rispetto alle entrate. 14
  • 15. Business Plan: Focus Economico Finanziario Napoli, 25 novembre 2011 Giovanni Fusaro Ufficio Studi e Ricerche AIFI