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la Lombardia
Specialeè
Scopri perché
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
FOCUS SANITÀ E WELFARE
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
FOCUS CULTURA E TURISMO
FOCUS TERRITORIO
FOCUS DICONO DI NOI
5
23
37
55
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La raccolta dei dati e delle informazioni qui presenti è una selezione degli approfondimenti pubblicati a partire da luglio 2015 sul sito
www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it, il cui progetto editoriale è quello di alimentare un quadro informativo organico, strutturato e dinamico
della specialità della Lombardia con l’utilizzo di fonti sia interne sia terze, per garantire al lettore un’informazione imparziale sulle performance lombarde.
5
FOCUS
LOMBARDIA
VIRTUOSA
Scopri perché la Lombardia è Speciale
6
La Lombardia è la regione che versa più tasse allo
Stato ricevendo, in cambio, meno trasferimenti in
termini di spesa pubblica. In questi anni, infatti, il
residuo fiscale della Lombardia è di oltre 54 miliardi
(fonte: Éupolis Lombardia). Si tratta del valore in assoluto
più alto tra tutte le regioni italiane. Un’immensità anche
a livello europeo se si pensa che due regioni tra le
più industrializzate d’Europa come la Catalogna e
la Baviera hanno rispettivamente un residuo fiscale di
8 miliardi e 1,5 miliardi.
Secondo James McGill Buchanan Jr, premio Nobel per
l’Economia nel 1986, cui si attribuisce la paternità della
definizione, il trattamento che lo Stato riserva ai cittadini
può considerarsi equo se determina residui fiscali minimi
in capo a singoli individui, a prescindere dal territorio
nel quale risiedono. Differenze marcate denotano una
violazione dei principi di equità basilari.
Dopo la Lombardia si colloca l’Emilia-Romagna, con un
residuo fiscale di 18.861 milioni di euro. Seguono Veneto
(15.458 mln), Piemonte (8.606 mln), Toscana (5.422 mln),
Lazio (3.775 mln), Marche (2.027 mln), Bolzano (1.100
mln), Liguria (610 mln), Friuli Venezia Giulia (526 mln),
Valle d’Aosta (65 mln). In coda alla classifica: Umbria
(-82 mln), Trento (-249 mln), Molise (-614 mln), Basilicata
(-1.261 mln), Abruzzo (-1.301 mln), Sardegna (-5.262
mln), Campania (-5.705 mln), Calabria (-5.871 mln),
Puglia (-6.419 mln) e Sicilia (-10.617 mln).
Anche per quanto riguarda il residuo fiscale pro capite,
la Lombardia presenta i valori più alti d’Italia, con
5.217 euro. Seguono Emilia-Romagna (4.239), Veneto
(3.141), Provincia Autonoma di Bolzano (2.117), Piemonte
(1.950), Toscana (1.447), Marche (1.310), Lazio (641),
Valle d’Aosta (508), Friuli Venezia Giulia (430), Liguria
(386), Umbria (-92), Provincia Autonoma di Trento (-464),
Campania (-974), Abruzzo (-979), Puglia (-1.572), Molise
(-1.963), Sicilia (-2.089), Basilicata (-2.192), Calabria
(-2.975) e Sardegna (-3.169).
Residuo fiscale: quello lombardo vale 54 miliardi
RESIDUO FISCALE: QUELLO LOMBARDO
VALE 54 MILIARDI
Fonte: S. Bruno Galli, Interventi intraprendenti - Lombardia autonomismo federalismo, 2017 e Éupolis Lombardia
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
Lombardia Catalogna Baviera
54 miliardi
8 miliardi
1,5 miliardi
Il residuo fiscale della Lombardia (54 miliardi) è la differenza
tra le tasse pagate allo Stato dai cittadini lombardi e quanto lo
Stato restituisce alla Regione.
8
La Lombardia è al quinto posto in Europa per
Prodotto interno lordo (Pil) pro capite, con un valore
di 36.600 euro per ciascuno dei suoi cittadini, al pari
della Danimarca, ben al di sopra della media europea di
30.600 euro e davanti anche alla locomotiva tedesca,
al 6° posto con un valore per abitante di 35.800 euro.
Il Pil pro capite è uno degli indicatori per misurare il
reddito per abitante che deriva dalla produzione di beni
e servizi in un determinato territorio e indica il livello di
benessere materiale della popolazione.
In questa classifica dei paesi europei, pubblicata nel
Rapporto Lombardia 2017 e frutto dell’elaborazione di
Éupolis Lombardia su dati Eurostat 2015, l’Italia, con
27.800 euro, finisce invece nella parte inferiore della
graduatoria.
Tra i Paesi comunitari vi è un’elevata variabilità nel reddito
e negli standard di vita della popolazione. Lussemburgo
e Irlanda presentano i valori più elevati, rispettivamente
76.200 e 51.100 euro: quattro e due volte e mezzo il
valore dell’indicatore per la Grecia che si posiziona in
fondo alla classifica con un reddito di 19.600 euro.
Risultano invece ridotte le differenze tra gli altri Stati in
testa alla classifica con redditi che vanno dai 37mila euro
dei Paesi Bassi, al 3° posto, ai 36.900 dell’Austria, quarta,
fino ai già citati 36.600 euro di Lombardia e Danimarca.
Lombardia: Pil pro capite superiore alla media UE 21
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
LOMBARDIA: PIL PRO CAPITE SUPERIORE
ALLA MEDIA UE 21
Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
27.800
19.600
25.200
19.800
21.600
31.600
35.700
22.300
19.700
23.900
36.900
30.600
36.600
35.800
76.200
34.200
37.000
36.600
31.20051.100
22.200
25.900
Anno 2015 Fonte: Eurostat
10 Ridurre le disuguaglianze
1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato
Parità di potere d'acquisto
Il Pil pro-capit
in un paese. È
comunitari vi è
Irlanda presen
per la Grecia c
quello median
occidentale ai
Rapporto Lombardia
Meno ricchezza
GRECIA
UNGHERIA
POLONIA
19.600
19.700
19.800
Più ricchezza
76.200
51.100
37.000
LUSSEMBURGO
IRLANDA
PAESIBASSI
MEDIANA UE21
30.600
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
27.800
19.600
25.200
19.800
21.600
31.600
35.700
22.300
19.700
23.900
36.900
30.600
36.600
35.800
76.200
34.200
37.000
36.600
31.20051.100
22.200
25.900
Lussemburgo
Irlanda
Paesi Bassi
Austria
Danimarca
Lombardia
Germania
Svezia
Belgio
Finlandia
Regno Unito
Francia
Italia
Spagna
Rep. Ceca
Slovenia
Slovacchia
Portogallo
Estonia
Polonia
Ungheria
Grecia
76.200
51.100
37.000
36.900
36.600
36.600
35.800
35.700
34.200
31.600
31.200
30.600
27.800
25.900
25.200
23.900
22.300
22.200
21.600
19.800
19.700
19.600
Anno 2015 Fonte: Eurostat
10 Ridurre le disuguaglianze
1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato
Parità di potere d'acquisto
Il Pil pro-capite fornisce una misura del reddito per abitante derivante dalla produzione di beni e servizi
in un paese. È spesso utilizzato per valutare il livello di benessere materiale delle persone. Tra i paesi
comunitari vi è un’elevata variabilità nel reddito e negli standard di vita della popolazione. Lussemburgo e
Irlanda presentano i valori più elevati, rispettivamente quattro e due volte e mezzo il valore dell’indicatore
per la Grecia che si posiziona in fondo alla classifica. L’Italia (27.800 ppa) presenta un valore al di sotto di
quello mediano europeo (30.600 ppa), mentre la Lombardia si posiziona nel gruppo dei paesi dell’Europa
occidentale ai vertici della graduatoria.
Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze
GRECIA
UNGHERIA
POLONIA
19.600
19.700
19.800
Più ricchezza
76.200
51.100
37.000
LUSSEMBURGO
IRLANDA
PAESIBASSI
MEDIANA UE21
30.600
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
27.800
25.200
19.800
21.600
31.600
35.700
22.300
19.700
23.900
36.900
30.600
36.600
35.800
76.200
34.200
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36.600
31.20051.100
Lussemburgo
Irlanda
Paesi Bassi
Austria
Danimarca
Lombardia
Germania
Svezia
Belgio
Finlandia
Regno Unito
Francia
Italia
Spagna
Rep. Ceca
Slovenia
Slovacchia
Portogallo
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36.600
35.800
35.700
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31.600
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30.600
27.800
25.900
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Anno 2015 Fonte: Eurostat
10 Ridurre le disuguaglianze
1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato
Parità di potere d'acquisto
Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze
GRECIA
UNGHERIA
POLONIA
19.600
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19.800
Più ricchezza
76.200
51.100
37.000
LUSSEMBURGO
IRLANDA
PAESIBASSI
MEDIANA UE21
30.600
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
27.800
25.200
19.800
21.600
31.600
35.700
22.300
19.700
23.900
36.900
30.600
36.600
35.800
76.200
34.200
37.000
36.600
31.20051.100
25.900
Lussemburgo
Irlanda
Paesi Bassi
Austria
Danimarca
Lombardia
Germania
Svezia
Belgio
Finlandia
Regno Unito
Francia
Italia
Spagna
Rep. Ceca
Slovenia
Slovacchia
Portogallo
Estonia
Polonia
76.200
51.100
37.000
36.900
36.600
36.600
35.800
35.700
34.200
31.600
31.200
30.600
27.800
25.900
25.200
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22.300
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21.600
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Anno 2015 Fonte: Eurostat
10 Ridurre le disuguaglianze
1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato
Parità di potere d'acquisto
Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze
GRECIA
UNGHERIA
POLONIA
.600
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Più ricchezza
76.200
51.100
37.000
LUSSEMBURGO
IRLANDA
PAESIBASSI
MEDIANA UE21
30.600
SOPRA LA MEDIANA UE21
SOTTO LA MEDIANA UE21
25.200
19.800
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36.600
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31.20051.100
Lussemburgo
Irlanda
Paesi Bassi
Austria
Danimarca
Lombardia
Germania
Svezia
Belgio
Finlandia
Regno Unito
Francia
Italia
Spagna
Rep. Ceca
Slovenia
Slovacchia
Portogallo
76.200
51.100
37.000
36.900
36.600
36.600
35.800
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34.200
31.600
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27.800
25.900
25.200
23.900
22.300
22.200
Anno 2015 Fonte: Eurostat
10 Ridurre le disuguaglianze
1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato
Parità di potere d'acquisto
Fonte: Éupolis Lombardia su dati Eurostat, 2015
10
REGIONE DEBITO PRO CAPITE % PIL REGIONALE
Lombardia
Emilia-Romagna
Liguria
Marche
Puglia
Veneto
Media Italiana
Sicilia
Calabria
Lazio
73
114
187
193
213
219
407
580
616
1.708
0,21
0,35
0,64
0,76
1,26
0,73
1,54
3,4
3,66
5,4
La Lombardia è la regione a statuto ordinario meno
indebitata del Paese in rapporto ai suoi cittadini. Su
ogni lombardo grava un debito pari a 73 euro. Il totale
ammonta a circa 728 milioni di euro, che rappresenta lo
0,21% del Pil regionale. Al secondo posto c’è l’Emilia-
Romagna, con un debito pro capite di 114 euro (0,35%
del Pil regionale), la Liguria (187 euro; 0,64%), le
Marche (193 euro; 0,76%), la Puglia (213 euro; 1,26%)
e il Veneto (219 euro; 0,73%).
E’ quanto emerge dallo studio di Éupolis Lombardia
su dati del Copaff (la Commissione tecnica paritetica
per l’attuazione del federalismo fiscale) e del Ministero
dell’Interno relativi al 2014.
Dalla parte opposta della classifica “domina” il Lazio, che fa
registrare un debito pro capite molto elevato: 1.708 euro,
che incide sul Pil regionale per il 5,4%. A seguire ci sono
Calabria (616 euro; 3,66%) e Sicilia (580 euro; 3,4%).
La media nazionale dell’esposizione contratta dagli enti
territoriali è pari a un debito di 407 euro che pesa su
ogni singolo cittadino italiano, quasi sei volte il dato
lombardo, con un’incidenza sul Pil dell’1,54%. Il debito
totale a livello nazionale prodotto da regioni, province e
comuni italiani raggiunge i 24,7 miliardi di euro. Se tutti
avessero una gestione virtuosa come quella lombarda, il
debito totale si ridurrebbe fino a circa 4,5 miliardi.
Lo studio di Éupolis Lombardia mette inoltre in luce come
la Lombardia sia l’unica istituzione a statuto ordinario,
assieme a Marche e Abruzzo, ad avere un debito pari a
zero. I quasi 730 milioni di esposizione che si riferiscono
alla nostra regione sono stati infatti accumulati dal
comparto provinciale (4,9 milioni di euro) e da quello
comunale (723 milioni).
Un risultato che assume ancora più valore se si considera
che l’esposizione debitoria nazionale deriva per il 56,7%
proprio dal comparto regionale.
Osservando l’esperienza più negativa su questo fronte,
ossia quella del Lazio, si può constatare come il suo
debito totale superi i 10 miliardi di euro (quasi la metà
dell’intero dato nazionale) e la Regione sia responsabile
di questa situazione per una percentuale superiore al
90%. Comparto provinciale e comunale assieme, in
questo caso, superano infatti di poco gli 820 milioni di
euro di esposizione debitoria.
In Lombardia gestione virtuosa, debito pro capite più basso d’Italia
IN LOMBARDIA GESTIONE VIRTUOSA,
DEBITO PRO CAPITE PIÙ BASSO D’ITALIA
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
Fonte: Éupolis Lombardia su dati del Copaff (la Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale)
e del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, 2014
1312
La Lombardia “costa” allo Stato meno soldi di tutti:
2.447 euro pro capite contro gli 8.679 della Provincia
autonoma di Bolzano, i 7.655 della Valle d’Aosta, i
6.818 della Provincia autonoma di Trento e i 3.658 euro
della media nazionale. È quanto emerge dallo studio
della Ragioneria Generale dello Stato riferito al 2015.
I dati riguardano i pagamenti erogati dallo Stato a
qualsiasi titolo per spese correnti e spese in conto
capitale, distinti per regione. Si tratta di stipendi, acquisti
di beni e servizi, trasferimenti ad amministrazioni ed enti
pubblici, a imprese e famiglie, interessi, investimenti
diretti e contributi agli investimenti. Rimangono escluse
le spese per rimborsi di prestiti.
Le realtà che costano di più sono le regioni a Statuto
speciale. Nella classifica dopo le Province autonome di
Bolzano e Trento, la Valle d’Aosta, c’è il Lazio con 5.730
euro pro capite, seguito da altre tre regioni autonome:
Sardegna (5.296 euro), Friuli Venezia Giulia (4.974 euro)
e Sicilia (4.419 euro pro capite). Seguono Abruzzo
(4.336 euro), Molise (4.237 euro), Calabria (4.148 euro),
Basilicata (3.976 euro), Liguria (3.701 euro), Campania
(3.520 euro), Puglia (3.430 euro), Umbria (3.404 euro),
Piemonte (3.281 euro), Marche (3.007 euro), Toscana
(2.978 euro), Veneto (2.853 euro), Emilia-Romagna (2.704
euro). La Lombardia è, dunque, ultima in termini di
spesa statale pro capite, nonostante sia la regione più
produttiva e più generosa in termini di gettito fiscale.
I 37,95 miliardi che lo Stato spende in Lombardia
riguardano il pagamento della spesa per interessi
sui titoli del debito pubblico (13,4 miliardi di euro), i
trasferimenti agli enti territoriali (13,6 miliardi di cui
10,5 trasferiti a Regione Lombardia) e gli stipendi del
personale delle amministrazioni dello Stato (5,6
miliardi di euro). Queste voci da sole spiegano oltre l’85%
delle spese finali dello Stato in Lombardia.
Dall’analisidellespesedelbilanciodelloStatopermissioni
emergono alcune conferme sui settori d’intervento. Tra i
primi, con esclusione delle spese per il debito pubblico,
figurano le relazioni finanziarie con le autonomie locali
(11 miliardi di euro), l’istruzione scolastica (4,4 miliardi),
le spese per il diritto alla mobilità e lo sviluppo dei sistemi
di trasporto (1,8 miliardi), l’istruzione universitaria (1,1
miliardi di euro). Non figurano, invece, alcuni settori tra
cui la tutela della salute, finanziata con risorse proprie dal
bilancio regionale.
La Lombardia costa allo Stato meno soldi di tutti
LA LOMBARDIA COSTA ALLO STATO
MENO SOLDI DI TUTTI
Fonte: Ragioneria Generale dello Stato, 2015
LAZIO
EMILIA
ROMAGNA
VENETO
PROVINCIA
AUTONOMA
DI BOLZANO
PROVINCIA
AUTONOMA
DI TRENTO
SICILIA
MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
VALLE
D'AOSTA
LOMBARDIA
8.679
7.655
6.818
5.730
4.419
4.237
3.520
3.430
2.853
2.704
2.447
Media Italia
3.658
Spesa
pubblica per
abitante (euro)
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
14
Migliorano i tempi di pagamento di Regione
Lombardia verso i fornitori: nel 2° trimestre del 2017,
per la gestione complessiva dei pagamenti, media della
gestione sanitaria accentrata e della gestione ordinaria,
sono passati a 13 giorni di anticipo rispetto alla
scadenza, rispetto agli 11 giorni dello stesso periodo
del 2016 e ai 12 giorni del primo trimestre del 2017.
Per il pagamento della gestione sanitaria accentrata,
relativa alle spese per la sanità, nel secondo trimestre
2017 Regione Lombardia ha pagato le fatture con un
anticipo di 17 giorni, con un miglioramento rispetto ai
16 giorni del primo trimestre.
Si riducono anche i tempi di pagamento dei fornitori
della gestione ordinaria, con un anticipo di più di 11
giorni rispetto al termine previsto per la scadenza,
rispetto ai 9 giorni del secondo trimestre 2016 e ai circa
11 giorni del primo trimestre 2017.
A titolo comparativo, il D.lgs. 192/2012 stabilisce che i
pagamenti delle fatture devono essere effettuati entro
30 giorni dal ricevimento ad eccezione dei pagamenti
in sanità previsti entro 60 giorni.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il portale
istituzionale di Regione Lombardia.
La Lombardia paga i fornitori con anticipi da record
LA LOMBARDIA PAGA I FORNITORI
CON ANTICIPI DA RECORD
Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
LOMBARDIA 2017LOMBARDIA 2015
SCADENZA SCADENZA
-4
-17
-10
-11
-9
-13
Giorni di pagamento Giorni di pagamento
Anticipo Anticipo
Ritardo Ritardo
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
GESTIONE
SANITARIA
GESTIONE
SANITARIA
GESTIONE
ORDINARIA
GESTIONE
ORDINARIA
GESTIONE
COMPLESSIVA
GESTIONE
COMPLESSIVA
16
In Lombardia ci sono 41,21 dipendenti dell’intero
comparto pubblico nazionale ogni mille abitanti. È
il dato nettamente migliore a livello nazionale. Al
secondo posto si piazza l’Emilia-Romagna con 47,60 e
poi il Piemonte con 49,68. Il risultato peggiore è quello
della Valle d’Aosta con 94,78: più del doppio rispetto alla
Lombardia. A seguire il Trentino-Alto Adige con 77,07 e il
Friuli Venezia Giulia con 69,43.
I dati, che fanno riferimento al 2014, provengono dal
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato
(Ministero dell’Economia e delle Finanze) e sono stati
elaborati da Éupolis Lombardia.
Se si considerano invece soltanto i dipendenti delle
singole regioni a statuto ordinario, i risultati per la
Lombardia sono ancora più significativi. Ogni mille
abitantisololo0,33%deicittadinièundipendenteregionale.
Le altre regioni virtuose da questo punto di vista sono
Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, ma con valori
comunque doppi rispetto alla Lombardia (rispettivamente
0,55%, 0,63% e 0,64%). Da notare, inoltre, che il dato
lombardoèinmiglioramento:nel2013ilvalorediriferimento
era lo 0,34% e si contavano 20 dipendenti in più (3.304
contro 3.284). Le regioni peggiori su questo fronte sono
Molise (2,06%), Basilicata (2%) e Umbria (1,41%).
Un terzo dato, che dimostra la capacità lombarda di far
funzionare al meglio la macchina amministrativa con
il minor numero di risorse possibile, è relativo al costo
del lavoro dei dipendenti pubblici. A ogni lombardo
costano 18,75 euro, il dato di gran lunga più basso
delle regioni a statuto ordinario. Al secondo posto c’è il
Veneto con 29,38 euro e poi l’Emilia-Romagna con 35,22.
I dati peggiori sono registrati da Molise (con 144,73 euro),
Basilicata (105,31 euro) e Umbria (75,02 euro).
Nonostante i costi siano già estremamente contenuti, la
Lombardia è riuscita a migliorare ulteriormente la
situazione nel giro di un anno: nel 2013 i dipendenti
regionali costavano infatti a ogni lombardo 19,26 euro.
Una variazione del 2,65%, raggiunta grazie a un
contenimento dei costi del lavoro pari a 1,6 milioni di euro.
Per interpretare ancora meglio il dato relativo alla
situazione lombarda si consideri che il valore medio
delle regioni italiane a statuto ordinario si attesta a
38,95 euro. Più del doppio.
Dipendenti pubblici: in Lombardia sono meno che nel resto d’Italia
Fonte: Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato
(Ministero dell’Economia e delle Finanze), 2014
LA LOMBARDIA È LA REGIONE
CHE HA MENO DIPENDENTI PUBBLICI
NUMERO DIPENDENTI PUBBLICI
(OGNI 1.000 PERSONE):
COSTO PRO CAPITE PER
CITTADINO (€/ANNO)
41,21
18,75
47,60
29,38
35,2249,68
LOMBARDIA
PIEMONTE
EMILIA
ROMAGNA
LOMBARDIA
VENETO
PIEMONTE
Costo medio regioni
a Statuto Ordinario
38,95 euro
Calo del 2,65%
nel 2014
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
18
Anche per il 2016 Regione Lombardia è riuscita a
realizzare 652 milioni di risparmio pubblico, grazie ad
un’efficiente e attenta gestione del bilancio.
Nonostante i continui tagli da parte dello Stato e le sue
norme che vietano la possibilità di ricorrere al debito,
Regione Lombardia ha continuato a favorire la spesa
d’investimento, garantendo nel 2016 oltre 975 milioni
di euro destinati allo sviluppo. Questa oculatezza nella
spesa e le iniziative di facilitazioni fiscali introdotte per i
cittadini lombardi hanno portato alle casse regionali circa
190 milioni di euro aggiuntivi, che hanno permesso di
ridurre di ben 515 milioni il disavanzo pregresso. Da
segnalare anche gli 8 miliardi di euro di investimenti
da inizio legislatura.
Una gestione prudenziale, un bilancio molto solido, un
debito molto basso, la gestione sanitaria in equilibrio
e i fondamentali di bilancio tutti in ordine, sono i tratti
di eccellenza del governo lombardo riconosciuti
recentemente anche dall’agenzia di credito Moody’s,
che ha confermato il rating Baa1 superiore a quello
dello Stato, situazione eccezionale a livello mondiale.
Moody’s conferma il rating Baa1 per Regione Lombardia
RATING DI REGIONE LOMBARDIA
SUPERIORE ALL’ITALIA
Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
8 miliardi di finanziamenti
per investimenti dal 2013
975 milioni per lo sviluppo nel 2016
Riduzione del disavanzo
pregresso di 515 milioni
2017: Moody’s ha confermato il
rating Baa1 per Regione Lombardia
(superiore a rating Italia Baa2)
20
La Lombardia, insieme all’Emilia-Romagna e al
Veneto, contribuisce alla metà dei contributi che
coprono la spesa del sistema previdenziale italiano.
Questi i dati che emergono dal quarto rapporto “Bilancio
del sistema previdenziale italiano” dell’Osservatorio
“Itinerari Previdenziali”, che mappa lo stato del
sistema a livello nazionale sulla base di banche dati del
2015.
La distribuzione delle prestazioni a livello regionale
presenta un bilanciamento: su un totale di 100
prestazioni, 58,6 sono infatti per vecchiaia (di cui
32,1 di anzianità con storie contributive in media di 37
anni), 19 sono prestazioni ai superstiti, 3,1 di invalidità
e solamente 19,3 assistenziali. La Lombardia guida
inoltre la classifica delle regioni più virtuose con un
vitalizio ogni 45mila abitanti, seguita da Lazio (26mila)
ed Emilia-Romagna.
La Lombardia si pone seconda solo al Trentino-
Alto Adige come livelli di sostenibilità del sistema
previdenziale. Il tasso di copertura, ovvero quanto i
contributi versati da ogni singola regione coprono le
uscite per prestazioni, è pari infatti al 97,11% rispetto a
una media nazionale del 76,19%. In altri termini a fronte
di 100 euro di prestazioni previdenziali, 97 euro
provengono dai contributi dei cittadini lombardi,
garantendo una piena sostenibilità al sistema regionale.
La Lombardia ha trasferito nel 2015 il 26,41% delle
sue entrate fiscali, ovvero 35,6 miliardi di euro, nelle
casse dell’INPS che contano un totale di oltre 130
miliardi di entrate. Si tratta del contributo più alto
a livello nazionale, che supera anche gli aggregati
regionali del centro-Italia (20,4%) e del sud-Italia
(16,44%). Mediamente un lombardo versa annualmente
3.558 euro; seguono i cittadini di Emilia-Romagna
(3.111 euro) e Trentino (3.053 euro).
¼ delle pensioni italiane sono pagate dalla Lombardia
¼ DELLE PENSIONI ITALIANE
SONO PAGATE DALLA LOMBARDIA
26,4% Inps: ripartizione regionale delle entrate (%)
LOMBARDIA
10
8
6
4
2
0
Veneto
10,7
10,3
9,8
8,7
6,6
4,5
3,4
3,3
2,6
2,5
2,4
2,3
1,6
1,6
1,4
1,2
0,5
0,3
0,2
Liguria
Em
ilia-Rom
agna
M
arche
Lazio
Trentino
Piem
onte
Friuli
Toscana
Sardegna
Cam
pania
Abruzzo
Basilicata
Puglia
Calabria
M
olise
Sicilia
Um
bria
Valle
d’Aosta
Fonte: Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, 2017
FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
23
FOCUS
SANITÀ E WELFARE
Scopri perché la Lombardia è Speciale
PRIMI 4 DELLA CLASSIFICA DEL MINISTERO SONO LOMBARDI. 7 NEI PRIMI 10
50%
1	 San Raffaele Milano
2	 Ospedale Maggiore Milano
3	 Istituto Tumori Milano
4	 San Matteo Pavia
5	 Bambino Gesù Roma
6	 IEO Milano
7	 Humanitas Milano
8	 Santa Lucia Roma
9	 Gaslini Genova
10	 Carlo Besta Milano
•	delle prestazioni a livello nazionale
•	delle pubblicazioni scientifiche
prodotte
•	dei finanziamenti della ricerca
24
Confermata ancora una volta l’eccellenza della sanità
lombarda. Oltre che per gli elevati livelli di cura, la
Lombardia viene riconosciuta leader nazionale nella
ricerca applicata alla cura da parte dei nostri IRCCS
(Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico).
Gli IRCCS attualmente riconosciuti dal Ministero
della Salute sono 49, dei quali 21 di diritto pubblico
e 28 di diritto privato, sul territorio nazionale, con una
particolare concentrazione in Lombardia e nel Lazio.
InLombardiacisono18IRCCS(19sesiincludel’INRCA
di Ancona che ha sedi anche in Lombardia), il 40% del
totale,dicui4pubblici,istituitiinFondazione,e14privati.
La maggioranza è situata a Milano e nei territori limitrofi.
Gli IRCCS lombardi sono molto eterogenei in termini di
storia e origini, dimensioni, tipologia di attività, area di
riconoscimento ed affiliazioni con Università (pubbliche
o private). Comunque, in generale, coprono tutte le
principali aree di interesse medico e sanitario, tra
cui l’oncologia, il cardiovascolare, le neuroscienze,
le malattie immuno-degenerative, la riabilitazione, la
farmacologia, i trapianti e le malattie complesse e rare.
Una presenza non solo quantitativa ma anche di
altissima qualità, come dimostrano i risultati che sono
stati riconosciuti, da ultimo, dal Ministero della Salute
nelle valutazioni, recentemente diffuse, riferite all’anno
2015. 14 i criteri utilizzati, divisi in 3 categorie principali:
output scientifici (pubblicazioni e citazioni); attività
assistenziale e capacità di attrarre risorse; capacità di
operare in rete.
Quattro IRCCS lombardi occupano le prime 4
posizioni e ben 7 si collocano nei primi 10 posti.
Facendo riferimento all’indice di performance globale
che include i 14 indicatori utilizzati dal Ministero, i
18 IRCCS lombardi spiegano da soli il 50% delle
prestazioni dei 49 istituti, e i 7 nella top ten spiegano da
soli circa il 30% dell’intera performance del sistema dei
49 IRCCS italiani.
In termini scientifici ciò significa che il 50% delle circa
12.000 pubblicazioni scientifiche prodotte nel 2015 dai
49 IRCCS italiani sono attribuibili ai 18 Lombardi. In
termini economici, il sistema lombardo degli IRCCS
ha catturato il 50% dei finanziamenti della Ricerca
Corrente, per circa 72 milioni di euro.
Sanità: gli IRCCS lombardi sono i migliori d’Italia
SANITÀ: GLI IRCCS LOMBARDI
SONO I MIGLIORI D’ITALIA
Fonte: Ministero della Salute, 2015
FOCUS SANITÀ E WELFARE
2726
I lombardi si fidano degli ospedali della propria
regione più di tutti gli altri cittadini d’Italia. Lo dice
l’Istat, che ha pubblicato gli indici di emigrazione
sanitaria del 2014. In base all’elaborazione dell’istituto
di statistica, soltanto il 3% delle persone ospedalizzate
residenti in Lombardia sceglie di farsi curare in
altre regioni per ricoveri ordinari e acuti. Al secondo
posto c’è il Veneto con il 3,5%, seguito dalla provincia
di Bolzano con il 3,9%, dal Friuli Venezia Giulia con
il 4,2% e da Toscana ed Emilia-Romagna entrambe
al 4,6%. Le regioni dove si registra una maggiore
emigrazione sanitaria sono il Molise (20%), la Calabria
(19,6%), la Puglia (19,3%), l’Abruzzo (12,3%) e la Valle
d’Aosta (12%). La Lombardia ha, inoltre, ottenuto un
miglioramento negli ultimi cinque anni passando dal
3,4% al 3%.
La Lombardia è, anche, la regione italiana che
ha il maggior credito verso le altre regioni per la
mobilità sanitaria dei pazienti. Circa 4 miliardi di euro
passeranno da una regione all’altra in base al saldo
positivo o negativo dei flussi di pazienti, in base ai dati
riportati nel Fondo sanitario nazionale 2016. A guidare
la classifica la Lombardia a cui spetta un rimborso
di 534 milioni di euro, seguita dall’Emilia-Romagna
che ha un credito di 328 milioni e la Toscana con
151,2 milioni. Le Regioni che invece hanno un debito
maggiore verso le altre Amministrazioni sanitarie sono la
Campania (270,4 milioni), la Calabria (251,6 milioni) e il
Lazio (201,5 milioni). La Lombardia, con il 4,6%, registra
il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti
sul totale dei ricoveri, contro una media nazionale del
23,9% di indice di fuga. Per la mobilità attiva è il Molise
a guadagnarsi la prima posizione della graduatoria con
un indice di attrazione pari al 26,7%. In valori assoluti, le
realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri
extraregionali), l’Emilia-Romagna (109 mila ricoveri
extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali),
la Toscana (67 mila ricoveri extraregionali) e il Veneto
(55 mila ricoveri extraregionali).
Sanità: gli italiani scelgono gli ospedali lombardi
SANITÀ: GLI ITALIANI SCELGONO
GLI OSPEDALI LOMBARDI
INDICI DI EMIGRAZIONE SANITARIA 2014
REGIONE PERCENTUALE %
3
3,5
3,9
4,2
4,6
4,6
20
19,6
19,3
12,3
12
Lombardia
Veneto
Provincia di Bolzano
Friuli Venezia Giulia
Toscana
Emilia-Romagna
Molise
Calabria
Puglia
Abruzzo
Valle d’Aosta
RIMBORSO
(MILIONI DI EURO)
CREDITI
PER MOBILITÀ SANITARIA
Lombardia
534
Toscana
328
Emilia-Romagna
151
FOCUS SANITÀ E WELFARE
Fonte: Istat, 2016 e Fsn, 2016
2928
46mila addetti
50% del totale nazionale
3mila occupati
in ricerca e sviluppo
5miliardi di export
1/4 del totale nazionale
400milioni di investimenti
in ricerca e sviluppo
Italia secondo produttore
farmaceutico dell’Unione
Europea
La Lombardia è la prima regione farmaceutica in Italia
einEuropapernumerodiaddetti.Assorbecircalametà
degli occupati del settore nazionale con 28mila unità più
18mila nell’indotto, seguita dal Lazio con 16mila occupati
più 6mila dell’indotto.
La Lombardia è leader italiana anche per investimenti
in ricerca e sviluppo, che ammontano a 400 milioni di
euro, e per numero di occupati del settore, con 3mila
unità su un totale dell’industria farmaceutica italiana di
6.200. E’ la seconda regione per l’export dei prodotti
farmaceutici, che vale quasi 5 miliardi di euro su un
totale nazionale di 21 (al primo posto il Lazio con 7,6
miliardi). E’ quanto emerge dal Rapporto sugli indicatori
farmaceutici di Farmindustria (giugno 2017).
La leadership lombarda nell’occupazione e laziale
nell’export si ripropone anche nella classifica delle
province italiane. Milano è in testa per il maggiore
numerodiaddettiseguitadaMonza-Brianza(5°posto)
e Varese (6°), mentre per le esportazioni il capoluogo
lombardo, con un fatturato di 3,1 miliardi, si posiziona
secondo dopo Latina (4 miliardi).
Il settore della farmaceutica si conferma trainante per
l’economia italiana: il Bel Paese è, infatti, il secondo
produttore farmaceutico nell’Unione Europea,
dopo la Germania, con il 26% della produzione totale
e il 19% del mercato, ma prima per l’incremento delle
esportazioni (+52% in volume e +18% a valore negli
ultimi sei anni). Dati che confermano la qualità e
l’innovazione dei prodotti italiani del farmaco. L’Italia,
dal 2010 al 2016, si posiziona al primo posto anche
per crescita della produzione industriale (+13%) e
produttività (+19%).
Le imprese hanno investito risorse significative in ricerca
e sviluppo, con un’accelerazione del 20% negli ultimi
tre anni. Le imprese italiane del settore investono
in R&S il 17% del valore aggiunto, 12 volte la media
nazionale: 1,5 miliardi di euro nel 2016, il 7% del totale
degli investimenti del Paese. Buone le prospettive
anche per l’anno in corso: da gennaio ad aprile,
rispetto allo stesso periodo del 2016, l’occupazione
è cresciuta del 2,7%, la produzione del 4,7% (la media
manifatturiera è dell’1,5%) e l’export del 14% (la media
manifatturiera è del 7%).
Farmaceutica: Lombardia leader in Italia e in Europa
FARMACEUTICA: LOMBARDIA LEADER
IN ITALIA E IN EUROPA
Fonte: Farmindustria - Indicatori Farmaceutici, 2017
FOCUS SANITÀ E WELFARE
30
Il “Reddito di Autonomia” lombardo rappresenta
un primo esempio di politiche integrate che vedono
al centro le persone e le famiglie, riconoscendo
ai soggetti in difficoltà opportunità di accesso alle
prestazioni in ambito sanitario, sociale, abitativo e di
ricerca attiva del lavoro.
Il programma stabilisce livelli aggiuntivi per favorire
la responsabilizzazione delle persone e delle famiglie
e garantire la loro autonomia, con le politiche attuate
attraverso la rete regionale degli interventi e servizi
sociali degli enti locali.
Da segnalare, in particolare, il successo ottenuto
dal cosiddetto “bonus bebè”. Si tratta di un contributo
economico di 1.800 euro sia in caso di gravidanza e
nascita (divisi in due tranche), sia in caso di adozione (in
un’unica soluzione), più del doppio rispetto al contributo
statale, che prevede l’erogazione di 800 euro in un’unica
soluzione alla madre a partire dal settimo mese di
gravidanza ed in caso di adozione.
Dai dati relativi alla sperimentazione lombarda è
emerso che sono state finanziate 9.800 domande nel
periodo compreso tra giugno 2016 ed aprile 2017, con
una spesa di oltre 12,6 milioni di euro a favore di famiglie
che presentano uno stato di vulnerabilità derivante
prevalentemente dalla situazione occupazionale.
In virtù dell’ottimo riscontro dell’iniziativa, Regione
Lombardia ha stanziato, a partire da maggio 2017, altri
10,8 milioni di euro per proseguire la misura a sostegno
delle famiglie lombarde.
Bonus famiglia: quello lombardo è più del doppio di quello statale
FOCUS SANITÀ E WELFARE
Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
BONUS FAMIGLIA: QUELLO LOMBARDO
È PIÙ DEL DOPPIO DI QUELLO STATALE
Bonus Lombardia 1.800 euro
9.800 mamme
ne hanno usufruito
Bonus nazionale 800 euro
3332
65 MILIONI PER NIDI GRATISLe iniziative in campo sociale intraprese da Regione
Lombardia sono state presentate nel corso della
Conferenza Europea sui servizi sociali, che si è svolta a
Bruxelles il 20 e 21 aprile 2017.
Il “Reddito di Autonomia” lombardo rappresenta
un primo esempio di politiche integrate che vedono
al centro le persone e le famiglie, riconoscendo ai
soggetti in difficoltà ulteriori opportunità di accesso alle
prestazioni in ambito sanitario, sociale, abitativo e di
ricerca attiva del lavoro.
Tra le misure più significative vi è certamente “Nidi
Gratis”. 13.000 bambini e il 90% dei Comuni con asili
pubblici hanno usufruito di tale iniziativa, finanziata
nel 2016 con 32 milioni di euro da Regione Lombardia.
Numeri importanti per un’amministrazione che punta
sul welfare, sulla conciliazione famiglia e lavoro e
sull’occupazione, in particolare quella femminile. Per
questo motivo l’Assessorato per il Reddito di Autonomia
e Inclusione sociale ha deciso di confermare “Nidi
Gratis” anche per l’anno 2017-2018, con un investimento
di altri 32,5 milioni di euro.
Con questa misura i beneficiari hanno visto azzerata
la retta dell’asilo nido per i loro figli, sia nelle strutture
pubbliche sia in quelle private convenzionate con il
pubblico.
Nella nuova programmazione sarà prevista, inoltre,
la possibilità per i Comuni con nidi pubblici rimasti
precedentemente esclusi, di partecipare alla misura
adeguandosi al requisito attraverso l’applicazione di
rette differenziate in base alle fasce Isee con lo scopo
di coprire la totalità del territorio.
Reddito autonomia: modello lombardo presentato a Bruxelles
Scopri questa e le altre iniziative su
www.regione.lombardia.it
Numero Verde 800.318.318
NIDI GRATIS
NUOVO REDDITO LOMBARDO
DI AUTONOMIA.
al nido gratis
90% dei Comuni con asili pubblici
hanno usufruito dell’iniziativa
13.000 bambini
Nel 2016
FOCUS SANITÀ E WELFARE
Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
3534
IMPRESE SOCIALI NEL 2015
10.291
13% 20%
159.874
VOLONTARI
+15%
dal 2012
DEI LOMBARDI
FA DONAZIONI
(media nazionale: 15%)
DEI LOMBARDI
FA IL VOLONTARIO
(media nazionale: 11%)
Sonoesattamente10.291leimpresecheinLombardia
si occupano di volontariato, suddivise tra il settore
dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria e sociale. Un
dato in crescita del 4% rispetto all’anno precedente e
che rappresenta il 20% del totale nazionale (pari a
56.650).
Analizzando i dati forniti dalla Camera di Commercio di
Milano può essere creata una classifica delle regioni
maggiormente virtuose da questo punto di vista. Dopo
la Lombardia, al secondo posto si piazza la Sicilia con
6.438 imprese. Seguono nella top ten nazionale, il
Lazio (6.327), la Campania (6.297), il Piemonte (3.795),
l’Emilia-Romagna (3.658), il Veneto (3.574), la Puglia
(3.483), la Toscana (2.684) e infine la Calabria (1.730).
Anche spostando l’attenzione sul numero di addetti
impegnati nelle imprese sociali, la situazione non
cambia: in Lombardia costituiscono un esercito
formato da ben 159.874 persone, in aumento dell’1,3%
rispetto al 2014 e del 15% negli ultimi quattro anni. In
seconda posizione c’è il Lazio con 71.765 addetti, un
numero di molto inferiore alla metà del dato lombardo.
Sul podio anche l’Emilia-Romagna con 61.766 addetti.
Quarto posto per il Piemonte (57.858), seguito da Sicilia
(54.539), Veneto (51.626), Campania (46.824), Toscana
(34.384), Puglia (30.762) e Sardegna (16.906).
Scorrendo i dati emerge inoltre che il 13% dei lombardi
fa il volontario, contro l’11% del dato nazionale.
Addirittura il 20% (in Italia la media è il 15%) effettua
donazioni per aiutare altre persone in situazione di
difficoltà.
E sono il 15% i lombardi che svolgono attività
gratuite per aiutare gli altri: in media ogni mese donano
circa 21 ore del loro tempo. Quasi una giornata intera.
Sono invece in totale 27mila le ore spese in attività di
volontariato ogni mese in Lombardia.
Un’impresa sociale su cinque ha sede in Lombardia
IMPRESE NO PROFIT
IL 20% SONO IN LOMBARDIA
FOCUS SANITÀ E WELFARE
Fonte: Camera di Commercio di Milano, su dati Istat, 2015
37
FOCUS
SVILUPPO
ECONOMICO
Scopri perché la Lombardia è Speciale
38
La Lombardia è la regione che esporta in misura
maggiore rispetto alle altre regioni: nel 2015 il valore
delle merci in viaggio per l’estero è stato pari a 111,23
miliardi di euro: il 27,2% del totale nazionale, che è pari
a 408,66 miliardi.
Dalla Lombardia parte il 68% di tutte le esportazioni
dell’Italia nord-occidentale che, nel 2015, ha aumentato
i suoi scambi, in modo particolare, con il NordAmerica.
Bene anche gli scambi con i mercati dell’Unione europea
e del Medio Oriente, mentre meno soddisfacenti sono
stati i risultati legati all’Africa e all’America latina.
E’ quanto emerge daI Rapporto Ice (l’Agenzia per la
promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle
imprese italiane) “L’Italia nell’economia internazionale”,
che ha utilizzato i dati dell’Istat.
Il valore assoluto delle merci lombarde esportate nel
2015 ha fatto segnare un incremento dell’1,5% rispetto
al 2014, anno in cui il differenziale era stato pari al +1,3%.
Guardando la classifica generale italiana, dopo la
Lombardia, al secondo posto si trova il Veneto con un
valore di 57,52 miliardi di euro, seguito dall’Emilia-
Romagna, con 55,32 miliardi di euro.
Seguono il Piemonte con 45,78 miliardi di euro e la
Toscana con 33,06 miliardi di euro. Più staccati Lazio
(20,19), Marche (12,21), Friuli Venezia Giulia (12,17),
Campania (9,74), Sicilia (8,47), Puglia (8,2), Trentino-
Alto Adige (7,8), Abruzzo (7,44), Liguria (6,78),
Sardegna (4,8), Umbria (3,65), Basilicata (2,82), Valle
d’Aosta (0,6), Molise (0,49) e la Calabria (0,37).
Anche sul fronte dei servizi è la Lombardia a rivestire
un ruolo chiave nell’economia nazionale. Il valore dei
servizi esportati nel 2015 è pari a 20,8 miliardi di euro, il
29,1% del totale nazionale, pari a 71,42 miliardi di euro.
Al secondo posto c’è il Lazio con 15,66 miliardi di euro,
seguito dal Veneto con 6,69, dal Piemonte con 5,61 e
dalla Toscana con 5,44.
Ancheinquestocasol’Italianord-occidentalerappresenta
la percentuale di valore più alta del Paese: ben il 40,7%
del totale italiano di export dei servizi.
Quasi un terzo dell’export nazionale è made in Lombardia
QUASI UN TERZO DELL’EXPORT NAZIONALE
È MADE IN LOMBARDIA
Fonte: Rapporto Ice, 2015
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
2015
111,23 miliardi
Valore export lombardo
27,2%
del dato nazionale
+ 1,5%
rispetto al 2014
Valore merci esportate
(in miliardi di euro)
> 100
Tra 100 e 20
Tra 20 e 5
Tra 5 e 1
< 1
111,23 57,52
55,32
45,78
33,06
20,19
12,21
12,17
9,74
8,47
8,2
7,44
6,78
0,6
3,65
2,82
0,49
0,37
4,8
7,8
40
L’industria manifatturiera lombarda cresce oltre
le aspettative, registrando un aumento dell’1,7%
rispetto al trimestre scorso e del 4% su base
annua. I dati congiunturali presentati da Unioncamere
Lombardia relativi al primo trimestre del 2017
evidenziano una produzione industriale che cresce oltre
le aspettative nel settore manifatturiero. Stesso trend
si registra per le aziende artigiane manifatturiere, con
un incremento congiunturale dello 0,8% e del 2,9% su
base annua.
L’indagine ha riguardato un campione di più di
2.800 aziende manifatturiere, suddivise in imprese
industriali (oltre 1.600) e artigiane (quasi 1.200). Tra i
settori in crescita spiccano la chimica (+ 5,4%) e la
meccanica (+ 5,3%) oltre a pelli e calzature (+ 8,5%)
e abbigliamento (+ 6,2%). Seguono le industrie varie
(+ 3,9%), la gomma-plastica (+ 3,8%), il legno-mobilio
(+ 3,5%), la siderurgia (+ 3,4%), gli alimentari (+ 2,5%)
e i mezzi di trasporto (+ 2,1%).
Il boom del settore manifatturiero lombardo risulta ancora
più evidente se si considera l’indice della produzione
industriale. Con la nuova base anno 2010=100, nel
primo trimestre 2017 la Lombardia si attesta a quota
106,8 avvicinandosi al livello europeo di 107,9 e con
una distanza di rilievo dall’Italia, che ha quota 94,2.
La Lombardia segue quindi l’Eurozona da vicino, con
una netta accelerazione nell’ultimo trimestre che
supera la curva di crescita europea.
A confermare il trend positivo dell’impresa lombarda
anche la ripresa degli ordini esteri, con un incremento
congiunturale pari al + 4,2% associato a un forte
incremento tendenziale (+ 7,5%). Anche la domanda
estera delle imprese artigiane registra un incremento
dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9%
su base annua.
Positivi anche i dati in merito all’occupazione, che
in questo trimestre cresce dello 0,5% nonostante
gli effetti degli incentivi fiscali si siano esauriti. In
rallentamento il ricorso alla CIG, con una quota di
aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa
integrazione che scende all’8,9% e la quota sul monte
ore all’1,2%. Si tratta dei dati migliori negli ultimi due
anni.
Il manifatturiero lombardo corre più della media europea
IL MANIFATTURIERO LOMBARDO CORRE
PIÙ DELLA MEDIA EUROPEA
EXPORT
INDICE DI PRODUZIONE INDUSTRIALE
PRODUZIONE INDUSTRIALE
+ 4,2% rispetto al trimestre scorso
+ 7,5% su base annua
+1,7% rispetto al trimestre scorso
+ 4% su base annua
94,2
106,8
107,9
Fonte: Unioncamere Lombardia - primo trimestre 2017
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
Nel 2015
5,6 miliardi
di euro export
+ 7,4%
rispetto al 2014
15,4% del dato
nazionale
42
L’agricoltura non delude mai in Lombardia. Con 5,6
miliardi di euro di export nell’anno 2015, la nostra
regione rappresenta il 15,4 per cento dell’intero valore
nazionale.
Rispetto al 2014, a livello nazionale, si è registrato un
incremento del 7,4%, un valore che conferma l’attenzione
crescente dei mercati europei, ma non solo, nei confronti
dei prodotti italiani. Oltre a Germania, Francia, Stati
Uniti, Regno Unito e Svizzera, che assieme assorbono
la metà dell’export nazionale, ottimi riscontri giungono
anche da parte di Paesi come Giappone, Canada,
Australia e Cina. A descrivere questo scenario è lo
studio “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzato
dalla Camera di commercio di Milano e dalla Coldiretti,
assieme a Promos.
A livello di singole province, nel novero delle venti
migliori d’Italia se ne contano tre lombarde: Milano
occupa il quarto posto con 1,52 miliardi di euro di export.
Bergamo, dodicesima con 709 milioni di euro, è uno
dei territori che ha fatto segnare il miglior incremento nel
corso dell’anno, ben il 22,7%. Ottimo anche il risultato di
Mantova, in diciassettesima posizione con 591 milioni di
euro e un incremento del 6,1% tra il 2014 e il 2015. In
testa alla classifica Verona con 2,69 miliardi.
Agricoltura, la Lombardia dà lo sprint all’export nazionale
Fonte: L’agroalimentare italiano nel mondo, Camera di commercio di Milano – Coldiretti – Promos, 2016
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
AGRICOLTURA, LA LOMBARDIA È IL CUORE
DELL’EXPORT NAZIONALE
6,2MILIARDI36,5MILIARDI
VALORE SISTEMA AGRICOLO
LOMBARDO VALORE AGGIUNTO PRODOTTO
DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE
E DELLE BEVANDE
+13,5%DEL PIL NAZIONALE
+10,1%DEL PIL REGIONALE
44
L’agricoltura è una delle componenti più rilevanti del
sistema economico lombardo. È quanto emerge dal
documento “L’Agricoltura lombarda conta – 2015”, che
contiene i dati Istat elaborati in collaborazione con l’Istituto
Nazionale di Economia Agraria (INEA) e i ricercatori ed
esperti del mondo accademico. La Lombardia è la
prima regione agricola d’Italia e tra le prime in Europa:
produce il 44% del latte italiano, il 42% del riso italiano,
il 40% dei prodotti suinicoli italiani. La superficie
destinata alle colture di IV gamma in Lombardia è circa
il 30% della superficie nazionale. Le aziende agricole
sono 49.169.
1/6 dell’agricoltura nazionale
Nel 2014 il valore dell’intero sistema agricolo lombardo
equivaleva a 36,5 miliardi di euro, ovvero a circa
(16,7%) del valore del sistema agroalimentare di tutta
Italia. Rispetto al 2013, si è dunque registrato un aumento
dello 0,6% contro il +0,4% a livello nazionale.
Oltre 1/7 del Pil nazionale
Nel 2015, il sistema agricolo lombardo ha prodotto
il 10,1% del Pil regionale, mentre l’incidenza sul Pil
nazionale è stata pari al 13,5%. Il maggiore contributo
al valore del sistema agroalimentare lombardo è
giunto, nel periodo preso in considerazione, dalla
commercializzazione, dalla distribuzione e dalla
ristorazione. I loro valori hanno inciso, rispettivamente, il
40,9% e il 20,1% sul totale.
L’industria alimentare vale 1/5 di quella italiana
Da segnalare, infine, che il valore aggiunto prodotto
dell’industria alimentare e delle bevande, nel 2014,
è stato stimato in circa 6,2 miliardi di euro, pari
al 23,9% del relativo valore aggiunto dell’industria
alimentare nazionale e al 16,9% del valore del sistema
agroalimentare regionale.
L’agricoltura lombarda vale 1/6 del sistema agroalimentare italiano
Fonte: “L’Agricoltura lombarda conta – 2015”
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
LOMBARDIA PRIMA REGIONE AGRICOLA
IN ITALIA
46
L’economia lombarda cresce così come la fiducia delle
imprese e delle famiglie. Non si sono ancora recuperate
le perdite degli anni della crisi, ma il rapporto Banca
d’Italia relativo al 2016 ha fotografato una situazione di
ripresa su più fronti. La produzione industriale è salita
dell’1,3% nel 2016, in misura analoga al 2015 e con
una tendenza a un’accelerazione nei primi mesi del
2017. La ripresa della fiducia nel futuro ha rafforzato gli
investimenti anche nel 2016.
Nel 2016 più del 50% delle imprese industriali lombarde
ha investito in tecnologie digitali avanzate che
realizzano forme di automazione e di interconnessione
dei processi produttivi (la cosiddetta industria 4.0). Si
è trattato soprattutto di imprese medio-grandi dei settori
metalmeccanico, chimico e tessile. Per quasi il 10%
degli operatori gli investimenti in tali tecnologie hanno
rappresentato più di un quinto del totale.
Nel 2016 è proseguita l’espansione dell’attività nel
terziario e dei servizi privati non finanziari, anche se
con un’intensità inferiore rispetto a quella del 2015:
+0,4% di fatturato contro il +3,4%. Significativo che il
fatturato degli esercizi di ricezione turistica sia rimasto
stabile nonostante il confronto con il periodo dell’Expo e
che la spesa dei visitatori internazionali sia aumentata del
7,4%. I flussi sono diminuiti nelle province a ridosso del
sito espositivo (Milano e Monza-Brianza), compensati da
un incremento nelle province di Brescia, Como e Mantova,
quest’ultima Capitale della cultura 2016.
Si è rafforzata ulteriormente la redditività delle imprese
dell’industria e dei servizi con il 75% in utile. Le maggiori
risorse finanziarie sono state impiegate come liquidità
e solo in minima parte per investimenti. La diminuzione
delle aziende in sofferenza e le migliori condizioni
creditizie hanno riavvicinato le imprese alle banche con
un incremento dei finanziamenti (1,2% su base annua e
+0,7% nei primi mesi del 2017).
Oltre alle banche, gli investitori privati credono nelle
potenzialità del sistema economico lombardo. Nel 2016
l’attività di private equity e venture capital in Lombardia
ha registrato una forte espansione. Gli investimenti
indirizzati a imprese lombarde hanno raggiunto i 5,6
miliardi di euro, quasi tre quarti del totale nazionale e in
crescita del 73% rispetto al 2015 con un’incidenza sul PIL
regionale pari all’1,5% contro lo 0,5 in Italia.
Economia: la Lombardia cresce su tutti i fronti
ECONOMIA: LA LOMBARDIA CRESCE
SU TUTTI I FRONTI
+1,3%
+1,2%
+0,4%
+73%
PRODUZIONE INDUSTRIALE
Anno 2016
ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE
TERZIARIO
PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali. L’economia della Lombardia, 2017
48
Ridurre la disoccupazione e far crescere l’occupazione
è la sfida che tutte le regioni europee prima e gli Stati di
conseguenza stanno cercando di vincere dall’inizio della
crisi economica. E la Lombardia è più vicina al traguardo
di quanto non lo siano molti territori italiani e regioni
europee.
A dirlo sono i dati di Eurostat che fotografano la
situazione a settembre 2017. Mettendo a paragone la
Lombardia con gli altri tre “motori economici d’Europa”,
Catalogna, Baden-Wurtemberg e Rhone-Alpes,
emerge chiaramente che la direzione intrapresa dalla
regione italiana sta portando i suoi frutti. Dati alla mano
la Lombardia è al secondo posto per il minor tasso di
disoccupazione dei cittadini tra i 15 e i 74 anni, pari
al 7,4 per cento, soltanto dopo Baden-Wurtemberg che
si ferma al 3,1 per cento, al terzo posto c’è la francese
Rhone-Alpes con l’8,1 per cento, mentre la regione
spagnola è al 15,7 per cento.
La Lombardia va bene anche per quanto riguarda
l’occupazione. Al primo posto c’è la regione tedesca
con l’81,8 per cento, seguita da Rhone-Alpes con il 73,6
per cento, la Lombardia con il 71,1 e infine la Catalogna
con il 70,1 per cento. Ma forse il dato più importante
che si evidenzia è il trend di crescita costante
dell’occupazione in Lombardia che è passato dal 69,3
del 2013 al 69,5 del 2014 fino al 69,8 del 2015 e il 71,1
dello scorso anno.
Non solo. Il numero di occupati in Lombardia per la prima
volta ha superato i livelli pre crisi del 2008 con 54mila
unità in più: è cresciuto in particolare il numero di donne
occupate e il livello di istruzione di coloro che hanno
trovato un impiego.
Buono anche l’indicatore che evidenzia la percentuale
di disoccupati da oltre 12 mesi su tutta la popolazione
attiva. La percentuale della Lombardia si attesta al 3,9
per cento, posizionandosi al terzo posto dopo Baden-
Wurtemberg (0,9%) e Rhone-Alpes (3,2%), ma davanti
alla Catologna che si attesta all’8,4. Anche in questo caso
è tangibile il miglioramento della percentuale che passa
dal 4,1 per cento del 2013 al 3,9 dello scorso anno.
Disoccupazione in calo, Lombardia tra le migliori in Europa
DISOCCUPAZIONE IN CALO, LOMBARDIA
TRA LE MIGLIORI IN EUROPA
Fonte: Eurostat, settembre 2017
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
Tasso di disoccupazione (15-74 anni) anno 2017
Baden-Wurttemberg
Lombardia
Rhône-Alpes
Catalogna
3,1%
7,4%
8,1%
15,7%
REGIONE 		 % DISOCCUPAZIONE
8,6%
11,7%
Europa
Italia
50
Regione Regione
BREVETTI NAZIONALI BREVETTI EUROPEI
Lombardia
Lazio
Emilia-Romagna
Piemonte
Campania
Puglia
Sicilia
Calabria
Lombardia
Emilia-Romagna
Veneto
Piemonte
Campania
Puglia
Sicilia
Calabria
190.763
92.408
71.740
65.265
1.241
1.119
1.025
694
15.048
6841
5.262
4.840
556
435
214
105
N. Brevetti N. Brevetti
28%
34,5%
Ogni giorno 50 brevetti. La Lombardia è capofila
dell’innovazione in Italia. Le elaborazioni della Camera di
Commercio di Milano, su dati del Ministero dello Sviluppo
economico, mettono in luce come nel periodo tra il 2005 e il
2015 siano stati quasi 191mila i brevetti nazionali depositati
in Lombardia, il 28% del totale italiano. Sono stati invece
15mila i brevetti europei, ben il 34,5% dell’intero dato
nazionale. Sul dato totale italiano “pesano” soprattutto le
invenzioni lombarde: nel periodo di riferimento sono state
quasi 29mila su 97mila, pari al 30%. Gran parte di queste
invenzioni, circa 24mila, sono nate a Milano.
Milano è la provincia che vanta il maggior numero
di brevetti nazionali, oltre 157mila, l’82,4% del totale
lombardo e il 23,1% di quello nazionale. A seguire Roma
con 85.521, Torino con 52.158 e Bologna con 26.412.
A livello regionale la Lombardia è prima (con 190.763),
seguita da Lazio (92.408), Emilia-Romagna (71.740) e
Piemonte (65.265).
Come anticipato, cambia poco anche se si considerano
i brevetti europei. La Lombardia – nel periodo 2003-
2013 – traina il Paese con 15.048 brevetti, e Milano è
la città più rappresentata, con 7.872 pari al 52,3% del
totale lombardo e il 18,1% del totale nazionale. Seguono
Emilia-Romagna con 6841 (il 15,7% del totale nazionale),
Veneto con 5.262 (12,1%) e Piemonte con 4.840 (11,1%).
Per quanto riguarda le province, Milano da sola ha fatto
più depositi dell’intera Emilia-Romagna (7.872 contro
6.841). Seguono poi Torino (3.316, il 7,6% del totale
nazionale), Bologna (2.700, 6,2%) e Monza e Brianza
con 1.887 (4,3%). Tra le prime spiccano anche Brescia e
Bergamo (3%) e Varese (2%).
Anche per l’area invenzioni il primato spetta alla
Lombardia: nel periodo 2005-2015 ha registrato 28.630
novità. Seguono Emilia-Romagna con 15.417, Veneto
con 12.754 e Piemonte con 11.228. Nell’elenco delle
province, Milano è al vertice con 23.805 invenzioni,
seguita da Torino con 10.592 invenzioni (meno della metà
di Milano), Bologna con 7.818 e Roma con 7.028.
I dati della Camera di Commercio evidenziano un divario
significativo tra Nord e Sud d’Italia. Le domande di brevetto
nazionale depositate nel periodo di riferimento sono state
solo 1.241 in Campania, 1.119 in Puglia, 1.025 in Sicilia e
694 in Calabria. Cambia poco anche sul fronte dei brevetti
europei: 556 in Campania, 435 in Puglia, 214 in Sicilia e
105 in Calabria.
Lombardia capofila dell’innovazione, oltre 200mila brevetti in 10 anni
LOMBARDIA CAPOFILA DELL’INNOVAZIONE,
OLTRE 200MILA BREVETTI IN 10 ANNI
Fonte: Camera di Commercio di Milano, 2015
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
52
Tecnologie, comunicazione, ma anche manifattura e
agricoltura,sonosoloalcunideisettoriincuisiconcentrano
le start up innovative lombarde, che rappresentano
il 23,1% del totale italiano. E’ quanto emerge da
un’elaborazione della Camera di Commercio di Monza e
Brianza su dati del Registro delle imprese, aggiornati a
marzo 2017.
La Lombardia si conferma il territorio più favorevole per
l’innovazione con 1574 aziende attive su 6800 a livello
nazionale. Al secondo posto c’è l’Emilia-Romagna con
759 (11,2%), al terzo il Veneto con 585 (8,6%), mentre agli
ultimi posti ci sono la Valle d’Aosta con 17 start up (0.2%
del totale italiano) e il Molise con 30 (0.4%).
Le start up innovative lombarde sono guidate per il 20,8%
da giovani, per l’11,1% da donne e per il 3% da stranieri.
I settori in cui si sviluppano maggiormente le aziende
lombarde sono quello dei servizi di informazione e
comunicazione, con 753 imprese (47,8% del totale
regionale) e le attività professionali, scientifiche e
tecniche con 362 aziende (23%), ma anche commercio
all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e
motocicli con 80 imprese (5,1%) e noleggio, agenzie di
viaggio, servizi di supporto alle imprese con 51 imprese,
pari al 3,2%. Le start up del settore dell’industria sono 241
(15,3% del totale), di cui 216 nelle attività manifatturiere,
mentre nel settore agricolo lombardo le start up innovative
lombarde sono poco più di una decina (0,8%).
A livello provinciale, in Lombardia è Milano a fare la
parte del leone con il 69,3% delle imprese innovative
lombarde (1.091 aziende), seguono Brescia e Bergamo,
rispettivamente con 122 e 110 imprese, Monza e Brianza
con 49 start up innovative, Pavia con 41 e Como con
31 attività.
Start up: 1 su 5 è in Lombardia
START UP: 1 SU 5 È IN LOMBARDIA
Lombardia 1.574
23,1%
11,2%
8,6%
Emilia-Romagna 759
Veneto 585
Fonte: Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati del Registro delle imprese, marzo 2017	
FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
55
FOCUS
CULTURA E TURISMO
Scopri perché la Lombardia è Speciale
56
SceglierediandareinvacanzainLombardiasignificaavere
la possibilità di visitare ben 11 dei 53 siti italiani Patrimonio
Unesco. Con 10 siti materiali e 1 immateriale (il “Saper
fare liutaio” riconosciuto a Cremona), la Lombardia
si conferma la regione italiana con la maggiore
concentrazione di patrimoni culturali dell’umanità.
Ce n’é per tutti i gusti: dall’archeologia preistorica e
industriale alla pittura, passando per le bellezze naturali
e architettoniche, a testimonianza dell’enorme ricchezza
culturale del territorio. La regione ospita anche il primo
sito italiano inserito nella World Heritage List (WHL),
la lista delle aree tutelate: si tratta delle incisioni rupestri
della Val Camonica alle quali nel corso degli anni si sono
aggiunti i riconoscimenti degli altri siti.
Anche uno dei due ultimi riconoscimenti, che confermano
l’Italia il Paese al mondo con il maggior numero di siti, vede
protagonista il territorio lombardo: le mura di difesa di
Bergamo fanno infatti parte del nuovo sito transnazionale
“Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo: Stato
di Terra - Stato di mare occidentale”, presentato nel 2016
dall’Italia insieme con Croazia e Montenegro.
In ballo per la Lombardia ci sono anche altre importanti
candidature a cui si sta lavorando che potrebbero far
salire ulteriormente il primato della regione; il progetto
della Civiltà dell’acqua lombarda, che raggruppa le
grandi opere idrauliche e irrigue diffuse su tutto il territorio,
il riconoscimento del tratto della via Francigena che
coinvolge le province di Lodi e Pavia e il progetto del
patrimonio alimentare alpino.
Siti Unesco: Lombardia prima regione in Italia
SITI UNESCO: LOMBARDIA
PRIMA REGIONE IN ITALIA
FOCUS CULTURA E TURISMO
MANTOVA
E SABBIONETA
SACRO MONTE
TRENINO ROSSO
DEL BERNINA
CRESPI D’ADDA
LIUTERIA DI CREMONA
PALAFITTEPREISTORICHE
ARCHITETTURA
LONGOBARDA
MONTE SAN GIORGIO
INCISIONI RUPESTRI
MURA DI BERGAMO
Novità!
L’ULTIMA CENA
2Toscana
3Veneto
Lombardia
1
Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
58
La cultura non è solo svago, ma dà un contributo solido
e importante alla creazione di ricchezza nel Paese
incentivando lo sviluppo anche di altri settori economici,
primo fra tutti il turismo.
La Lombardia è la regione italiana in cui il settore della
cultura e della creatività produce il maggior valore
aggiunto (23,4 miliardi di euro) con il maggior numero
di occupati (345mila addetti). Il primato lombardo è
confermato anche quest’anno dal Rapporto 2017 “Io sono
cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”,
elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere.
In base ai dati, in Lombardia si concentra oltre un quarto
del valore aggiunto prodotto dall’industria culturale in Italia
e il 23% degli occupati. A seguire il Lazio con 14,8 miliardi
di valore aggiunto e 204mila addetti.
In regione non è solo Milano a spiccare. Il capoluogo
conferma il suo ruolo strategico a livello regionale e
nazionale, mantenendo il primo posto tra le province
italiane sia per valore aggiunto (14,6 miliardi) sia per
numero di occupati (189 mila) davanti a Roma. Ma tra le
prime venti province italiane per incidenza del settore sul
totale dell’economia locale, ben sette sono in Lombardia.
Oltre a Milano ci sono Monza e Brianza (6°), e poi Como,
Lecco, Varese, Cremona e Bergamo.
A livello nazionale il sistema produttivo culturale e creativo
vale il 6% del Pil del 2016. Ha prodotto complessivamente
89,9 miliardi di euro (+1,8% rispetto all’anno precedente)
e ha contribuito a un aumento dell’occupazione dell’1,5%,
dando lavoro a un totale di 1,5 milioni di persone (il 6%
degli occupati in Italia), 22mila unità in più sul 2015.
Se si considera tutto l’indotto e i settori che beneficiano
delle attività culturali, il volume d’affari generato quasi si
triplica arrivando a 250 miliardi: ogni euro prodotto dalla
cultura ne genera 1,8 in altri comparti.
Tra i settori che beneficiano di più del patrimonio artistico-
monumentale e creativo italiano c’è il turismo. Il binomio
cultura e turismo in Lombardia incide per il 47% della
spesa turistica, per un totale di 3,8 miliardi, seguono il
Veneto con 3,6 miliardi e il Lazio con 3,5 miliardi. A livello
nazionale si calcola che il 37,9% della spesa turistica,
pari a 30,4 miliardi di euro, sia attivato dalla cultura e
dalle attività creative, un valore in crescita di ben il 37,5%
rispetto all’anno precedente.
In Lombardia la cultura conta e vale
IN LOMBARDIA LA CULTURA CONTA E VALE
23,4 miliardi
345 mila
Valore aggiunto prodotto
Numero addetti
26%
23%
FOCUS CULTURA E TURISMO
Fonte: Fondazione Symbola e Unioncamere, Rapporto 2017 “Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”
61
FOCUS
TERRITORIO
Scopri perché la Lombardia è Speciale
62
La Lombardia si conferma lo snodo più importante
d’Italia per il trasporto delle merci. Nella classifica
nazionale il primo posto è occupato dall’aeroporto di
Malpensa, seguito al secondo posto da quello di Roma
Fiumicino e al terzo dallo scalo lombardo di Orio al Serio
(Bergamo).
Anche in Europa la Lombardia ricopre una posizione di
tutto rispetto: Malpensa è al nono posto tra gli aeroporti
europei per merci trasportate. Il primato spetta, invece,
allo scalo di Francoforte, seguito da Parigi, Amsterdam
Schiphol e Londra Heathrow.
Nel 2016 nell’aeroporto di Malpensa sono state
movimentate più di 540mila tonnellate di merci, più del
50% del totale del traffico nazionale, con un incremento
del 7,4% rispetto al 2015.
A Orio al Serio sono state movimentate oltre 117mila
tonnellate di merci, ma con un calo del 2,7% rispetto al
2015. In leggero calo, anche, lo scalo di Linate con circa
15mila tonnellate, che registra un meno 2%.
Tre aeroporti lombardi entrano nella classifica dei primi
cinque d’Italia per passeggeri trasportati nel 2016.
Al primo posto c’è Roma Fiumicino, al secondo Malpensa,
seguito da Orio al Serio e Linate.
Lo scorso anno a Malpensa sono stati trasportati, in
arrivo e in partenza, più di 19,4 milioni di passeggeri,
il 4,5% in più rispetto al 2015, a Orio al Serio più di 11
milioni passeggeri, il 7% in più rispetto al 2015 e, infine, a
Linate più di 9,6 milioni, dato in linea con la performance
del 2015.
Anche i primi mesi del 2017 hanno evidenziato il trend di
crescita degli scali lombardi sia sul fronte del trasporto
passeggeri sia su quello delle merci. A gennaio e febbraio
Malpensa ha trasportato 2,8 milioni di passeggeri con
un incremento medio dell’11,6% rispetto ai primi due mesi
del 2016, 1,6 milioni di persone sono arrivare e partite da
Orio al Serio, con un aumento dell’8,1% rispetto allo scorso
anno. Bene anche lo scalo di Linate che si è attestato su
1,4 milioni di passeggeri e un incremento del 4,8%.
Anche il trasporto merci nei primi due mesi dell’anno
ha segnato un risultato positivo. A Malpensa sono state
movimentate 86mila tonnellate con un aumento dell’11,7%,
a Orio al Serio 18mila (+4,6%) e a Linate 2.500 (+6%).
Trasporto merci: Malpensa primo aeroporto in Italia
TRASPORTO MERCI: MALPENSA
PRIMO AEROPORTO IN ITALIA
FOCUS TERRITORIO
540mila
tonnellate di merci
oltre 50%
del traffico nazionale
+7,4%
rispetto al 2015
Malpensa
Roma Fiumicino
Orio al Serio
1.
2.
3.
Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
64
Il Rapporto Pendolaria 2016 conferma il primato
lombardo per quanto riguarda l’offerta di servizi
ferroviari. È la Lombardia infatti la regione che più delle
altre ha messo risorse proprie aggiuntive per nuovi treni e
servizi per i pendolari nel periodo 2005-2015, con un totale
di circa 1,6 miliardi di euro (di cui circa 780 milioni per il
materiale rotabile e oltre 800 milioni per i servizi). Spicca il
costante livello di investimenti della Lombardia anche nel
2015, secondo solo alla Provincia autonoma di Bolzano.
Sono quasi 5,5 milioni le persone che ogni giorno in
Italia usano regolarmente il treno per spostarsi per
ragioni di lavoro o di studio, ma con differenze rilevanti
di offerta di servizio ferroviario tra le regioni italiane. Ogni
giorno in Lombardia si effettuano 2.300 corse giornaliere
di treni regionali.
Lacrescitadeipendolari,inparticolare,presentadifferenze
macroscopiche, perché il numero aumenta dove il servizio
non è stato tagliato e dove sono stati realizzati investimenti
nell’acquisto di nuovi treni: nel 2015 in Lombardia i
pendolari sono arrivati a 712mila, registrando un +1,3%
dall’anno precedente, contro la media nazionale di
+0,7%.
Quale buona pratica per gli utenti, Legambiente cita il
servizio TILO, acronimo di Ticino-Lombardia, gestito
da Ferrovie Federali Svizzere (FFS) con Trenord per
connettere la rete celere del Canton Ticino e il servizio
ferroviario suburbano di Milano, con coincidenza dei
treni a Chiasso e Camnago. TILO fornisce informazioni
aggiornate sul grado di occupazione dei treni in modo
che chi viaggia, senza stringenti orari da rispettare, possa
scegliere un treno meno affollato e contribuire a un’equa
distribuzione dei passeggeri sui convogli.
La Lombardia investe più di tutti per nuovi treni e servizi
LA LOMBARDIA INVESTE PIÙ DI TUTTI
PER NUOVI TRENI E SERVIZI
FOCUS TERRITORIO
+ 1,3%
viaggiatori in Lombardia
rispetto al 2015
2.300
corse giornaliere
in Lombardia
+ 0,7%
media nazionale
1ª Regione per offerta
di servizi ferroviari (circa
1/5 del totale dell’offerta
nazionale)
Fonte: Legambiente, Rapporto Pendolaria, 2016
6666
La Lombardia è la regione italiana con maggiore
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
(FER), con un consumo finale lordo di 3.102
chilotonnellate di petrolio (ktep) a fronte di 19.182
ktep consumati in Italia (ad esclusione del settore dei
trasporti). Il 16% dei consumi da fonti green in Italia
sono quindi lombardi; seguono il Veneto e il Piemonte
che rappresentano il 10% del totale nazionale.
Fino al 2007 l’andamento delle FER è stato oscillante con
un incremento tra il 2000 e il 2007 dell’11%, mentre tra il
2008 e il 2013 l’incremento ha raggiunto il 40,5%, anche
per effetto delle politiche di incentivazione del parco
elettrico rinnovabile. Nel breve periodo, un rapporto di
GSE (Gestore Servizi Energetici), rivela che tra il 2012 e
il 2014, la Lombardia segue il trend italiano di crescita
dei consumi di energia pulita. Nel dettaglio, si registra
un aumento sensibile dei consumi finali lordi di energia
da FER tra il 2012 e il 2013 (passando da 2.826 a 3.113
Ktep) per diminuire leggermente nel 2014 con 3.102
ktep. Per la prima volta nel 2013 le FER in Lombardia
hanno superato il 10% dei consumi finali di energia.
Analizzando le diverse fonti rinnovabili si registra che la
quota principale di energia da FER in Lombardia deriva
dalla produzione idroelettrica, con circa il 35,5% del
totale. Determinanti sono inoltre il contributo dell’energia
ottenuta dalla combustione di biomasse e rifiuti, da
biogas e da pompe di calore.
La Lombardia è inoltre la seconda regione italiana
per consumi da fonte solare (208 ktep), dopo la
Puglia (317 ktep); cresce infatti il fotovoltaico a livello
regionale: gli impianti installati a fine 2013 sono stati ben
84.338.
Si tratta di un primato importante, anche alla luce degli
obiettivi di burden sharing fissati per ciascuna Regione
dal Ministero dello Sviluppo Economico alla luce della
Direttiva 2009/28/CE. La Direttiva assegna all’Italia
l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 una quota di
consumi di energia da FER almeno pari al 17%.
Lombardia green: prima regione per consumi da fonti rinnovabili
FOCUS TERRITORIO
Fonte: GSE, 2016
68
Numero imprese
Piemonte LazioLombardia
Italia	52.910
9.862 4.541 4.042
Numero addetti
Piemonte LazioLombardia
Italia	438.481
80.614 66.869 44.881
68
Riproduzione di piante, raccolta di rifiuti, ricerca
nelle scienze naturali, energie rinnovabili e tutela
dell’ambiente:leimpresegreencresconoinLombardia
del 31% in cinque anni, rappresentano un quinto del
totale nazionale e un quarto del fatturato italiano.
Sono alcuni dei dati diffusi dalla Camera di Commercio
di Milano sulla crescita del settore tra il 2015 e il 2016 e
tra il 2011 e il 2016.
In Italia è la Lombardia a trainare lo sviluppo del settore.
Con meno di un quinto del totale delle imprese, 9.862
su 52.910, fattura però un quarto del totale italiano: 50
miliardi su 200 complessivi. Ed è la provincia di Milano
la regina della classifica con 35 miliardi, fatturati dalle
sue 4mila aziende.
A spingere la crescita del settore sono sicuramente le
maggiori province italiane, in particolare Milano, che
si posiziona al primo posto per numero di aziende
(4.018), seguita da Roma (3.003) e Torino (2.147). Nella
classifica delle province più rappresentative ottengono
una buona posizione anche altre due realtà lombarde:
Brescia che si trova al sesto posto in Italia, con 1.275
imprese, e Bergamo al nono posto, con 1.057.
La Lombardia è prima per numero di addetti con
80.614 e un incremento, in cinque anni, dell’11%,
seguita dal Piemonte con 66.869 e dal Lazio con 44.881
addetti. In Italia complessivamente ci sono 438mila
persone che lavorano nelle aziende green, con un
incremento del 12% dal 2011 al 2016.
Per quanto riguarda le province con maggiori addetti è
quella di Torino la prima in classifica, con 56.928, anche
se nell’ultimo anno ha registrato un calo del 12,4%. Al
secondo posto c’è Roma con 40.414, con un aumento
del 7,2%, e terza Milano, con 38.278 e un più 9,3%
rispetto al 2015.
Imprese green: in Lombardia ¼ del fatturato italiano
IMPRESE GREEN: IN LOMBARDIA
¼ DEL FATTURATO ITALIANO
FOCUS TERRITORIO
Fonte: Camera di Commercio di Milano su dati 2011, 2015 e 2016
71
FOCUS
DICONO DI NOI
Scopri perché la Lombardia è Speciale
72
FOCUS DICONO DI NOI
UnostudiodellaConfcommerciosullaspesapubblica
presentato al convegno “Meno tasse, meno spesa”, ha
calcolato che quella locale, cioè di Regioni, Province
e Comuni, ammonta complessivamente a 176,4
miliardi. Ma le autonomie potrebbero tranquillamente
mettersi a dieta, spendendo 102 miliardi, senza
compromettere i servizi. Anzi, per quella cifra, un bel
pezzo di Paese potrebbe addirittura migliorarli e portarli
su standard più europei.
Il metodo utilizzato dal Centro studi della Confederazione
guidata da Carlo Sangalli consiste nel calcolare la
spesa pubblica pro capite delle Regioni. Quella media
in Italia è di 2.963 euro.
La ricerca mette in evidenza che se i servizi pubblici
costassero in tutta Italia come in Lombardia, si
risparmierebbero ben 74,1 miliardi euro. Confcommercio
ha calcolato che bisognerebbe comunque investire
51,2 miliardi per rendere efficienti le regioni che non
lo sono. Resterebbero comunque ben 23 miliardi di
spesa locale che sono del tutto ingiustificati.
Un risparmio da 23 miliardi se l’Italia fosse la Lombardia
La spesa pubblica locale
LUGLIO 2015
23-LUG-2015
da pag. 6
foglio 1 / 2
Dir. Resp.: Alessandro Sallusti www.datastampa.it
Lettori I 2015: 484.000
Diffusione 04/2015: 83.049
Tiratura 04/2015: 148.106
Quotidiano
Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati
- Ed. nazionale
74
Il Sole 24 Ore promuove a pieni voti la sanità
lombarda. E’ quanto emerge dall’indagine sulla
“Qualità della vita” nelle province italiane, realizzata
dal giornale economico. Lo studio, arrivato alla sua
27esima edizione, ha messo a paragone le province
italiane su 42 indicatori.
Nel settore sanitario la Lombardia conquista i primi
sei posti della classifica: al primo posto per il basso
tasso di emigrazione sanitaria c’è Bergamo, seguita da
Sondrio, Como, Lecco, Monza e Brianza e al sesto posto
Brescia. A seguire Ravenna, Forlì, Cesena, Bologna e
Medio Campidano.
Dati in linea con l’allarme lanciato anche
dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom).
Sono circa 800mila le persone affette da tumore che
decidono di curarsi in una regione diversa da quella
di residenza. Si tratta prevalentemente di malati che
provengono dal Sud Italia e scelgono gli ospedali del
Nord, in particolare quelli della Lombardia.
Secondoidati,ogniannooltre160milapersonecolpite
da questa grave patologia scelgono, in particolare,
gli ospedali milanesi: 55mila persone arrivano dalla
Campania, 52mila dalla Calabria, 33mila dalla Sicilia,
12mila dall’Abruzzo e 10mila arrivano dalla Sardegna.
Secondo l’Aiom le migrazioni sanitarie, oltre che verso
la Lombardia, si indirizzano anche verso gli ospedali del
Lazio, dell’Emilia-Romagna e della Basilicata.
Sanità: Il Sole 24 Ore promuove la Lombardia
FOCUS DICONO DI NOI
76
La Lombardia punta sulle sue imprese più delle
altre regioni italiane ed europee. E lo fa spendendo
il 66,4% dei Fondi strutturali europei in interventi
finalizzati a sostenere l’innovazione, la ricerca e la
competitività delle sue aziende. E’ quanto emerge da
un’elaborazione effettuata dall’Osservatorio Il Sole 24
Ore sui dati della Commissione europea sull’utilizzo dei
Fondi strutturali 2014-2020.
Secondo la classifica, la Lombardia è la seconda
regione d’Europa che spende di più e meglio i fondi
strutturali “a misura d’impresa”. Al primo posto c’è
Baden-Wurttemberg (Germania), mentre al terzo
Algarve (Portogallo). Tra le regioni europee che hanno
investito di più, oltre il 50% delle risorse, ci sono anche
altre due regioni italiane: l’Emilia-Romagna e la Toscana
che si posizionano, rispettivamente, al dodicesimo e
sedicesimo posto. Baden-Wurttemberg, Lombardia e
Algarve sono anche le amministrazioni che hanno già
assegnato almeno il 20% delle risorse.
Fondi Ue: Lombardia al top con Baden-Wurttemberg
FOCUS DICONO DI NOI
7978
La Lombardia è la regione che sa valorizzare meglio i
Fondi Ue: è prima in Italia per finanziamenti ottenuti e
numero di bandi già realizzati.
L’Osservatorio Il Sole 24 Ore ha analizzato tutti i bandi
per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e per
il Fondo sociale europeo (Fse), pubblicati dalle regioni
italiane all’interno della programmazione dei fondi Ue per
il periodo 2014-2020. Finora (lo studio fa il punto della
situazione al 30 settembre 2016) sono stati pubblicati in
tutto 397 bandi, un anno fa erano soltanto 96. In testa a
questa classifica c’è la Lombardia con una dotazione
finanziaria di 730 milioni di euro e 33 bandi. A seguire,
la Sicilia con 466,9 milioni di euro e 10 bandi. Terzo in
classifica il Lazio con 319,5 milioni di euro e 26 bandi.
Il Fesr nasce per consolidare la coesione economica e
sociale dell’Unione europea, correggendo gli squilibri
fra regioni. Sono quattro le aree prioritarie chiave su
cui si concentrano gli investimenti di questo fondo:
innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle
piccole e medie imprese ed economia a basse emissioni
di carbonio. Il Fse ha invece lo scopo di investire sulle
persone, con particolare attenzione al miglioramento
delle opportunità di formazione e occupazione, cercando
di sostenere le persone in condizioni di maggiore
vulnerabilità e a rischio di povertà.
Gli investimenti del Fse coinvolgono tutte le regioni
dell’Unione europea e fra il 2014 e il 2020 sono
previsti investimenti per oltre 80 miliardi di euro. Nello
stesso periodo saranno quattro gli obiettivi principali
da raggiungere: la promozione dell’occupazione e il
sostegno alla mobilità dei lavoratori; la promozione
dell’inclusione sociale e la lotta contro la povertà;
l’investimento in istruzione, competenze e apprendimento
permanente; il miglioramento della capacità istituzionale
nonché dell’efficienza dell’amministrazione pubblica.
Per quanto riguarda la situazione dei bandi in Italia, al
momento bisogna considerare che dell’intera dotazione
a disposizione delle regioni italiane fino al 2020, finora
sono stati utilizzati 3,4 miliardi, una percentuale pari al
9,6% del totale. Anche in questo caso la Lombardia non
ha perso tempo: per il Fesr ha già destinato il 34% delle
risorse previste, mentre per il Fse il 40% del totale.
Fondi Ue: la Lombardia fa il pieno di risorse
Fonte: Osservatorio Il Sole 24 Ore
FONDI UE: LOMBARDIA PRIMA PER FINANZIAMENTI E BANDI
FOCUS DICONO DI NOI
80
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Lombardia Speciale

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  • 2. FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA FOCUS SANITÀ E WELFARE FOCUS SVILUPPO ECONOMICO FOCUS CULTURA E TURISMO FOCUS TERRITORIO FOCUS DICONO DI NOI 5 23 37 55 61 71 La raccolta dei dati e delle informazioni qui presenti è una selezione degli approfondimenti pubblicati a partire da luglio 2015 sul sito www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it, il cui progetto editoriale è quello di alimentare un quadro informativo organico, strutturato e dinamico della specialità della Lombardia con l’utilizzo di fonti sia interne sia terze, per garantire al lettore un’informazione imparziale sulle performance lombarde.
  • 4. 6 La Lombardia è la regione che versa più tasse allo Stato ricevendo, in cambio, meno trasferimenti in termini di spesa pubblica. In questi anni, infatti, il residuo fiscale della Lombardia è di oltre 54 miliardi (fonte: Éupolis Lombardia). Si tratta del valore in assoluto più alto tra tutte le regioni italiane. Un’immensità anche a livello europeo se si pensa che due regioni tra le più industrializzate d’Europa come la Catalogna e la Baviera hanno rispettivamente un residuo fiscale di 8 miliardi e 1,5 miliardi. Secondo James McGill Buchanan Jr, premio Nobel per l’Economia nel 1986, cui si attribuisce la paternità della definizione, il trattamento che lo Stato riserva ai cittadini può considerarsi equo se determina residui fiscali minimi in capo a singoli individui, a prescindere dal territorio nel quale risiedono. Differenze marcate denotano una violazione dei principi di equità basilari. Dopo la Lombardia si colloca l’Emilia-Romagna, con un residuo fiscale di 18.861 milioni di euro. Seguono Veneto (15.458 mln), Piemonte (8.606 mln), Toscana (5.422 mln), Lazio (3.775 mln), Marche (2.027 mln), Bolzano (1.100 mln), Liguria (610 mln), Friuli Venezia Giulia (526 mln), Valle d’Aosta (65 mln). In coda alla classifica: Umbria (-82 mln), Trento (-249 mln), Molise (-614 mln), Basilicata (-1.261 mln), Abruzzo (-1.301 mln), Sardegna (-5.262 mln), Campania (-5.705 mln), Calabria (-5.871 mln), Puglia (-6.419 mln) e Sicilia (-10.617 mln). Anche per quanto riguarda il residuo fiscale pro capite, la Lombardia presenta i valori più alti d’Italia, con 5.217 euro. Seguono Emilia-Romagna (4.239), Veneto (3.141), Provincia Autonoma di Bolzano (2.117), Piemonte (1.950), Toscana (1.447), Marche (1.310), Lazio (641), Valle d’Aosta (508), Friuli Venezia Giulia (430), Liguria (386), Umbria (-92), Provincia Autonoma di Trento (-464), Campania (-974), Abruzzo (-979), Puglia (-1.572), Molise (-1.963), Sicilia (-2.089), Basilicata (-2.192), Calabria (-2.975) e Sardegna (-3.169). Residuo fiscale: quello lombardo vale 54 miliardi RESIDUO FISCALE: QUELLO LOMBARDO VALE 54 MILIARDI Fonte: S. Bruno Galli, Interventi intraprendenti - Lombardia autonomismo federalismo, 2017 e Éupolis Lombardia FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA Lombardia Catalogna Baviera 54 miliardi 8 miliardi 1,5 miliardi Il residuo fiscale della Lombardia (54 miliardi) è la differenza tra le tasse pagate allo Stato dai cittadini lombardi e quanto lo Stato restituisce alla Regione.
  • 5. 8 La Lombardia è al quinto posto in Europa per Prodotto interno lordo (Pil) pro capite, con un valore di 36.600 euro per ciascuno dei suoi cittadini, al pari della Danimarca, ben al di sopra della media europea di 30.600 euro e davanti anche alla locomotiva tedesca, al 6° posto con un valore per abitante di 35.800 euro. Il Pil pro capite è uno degli indicatori per misurare il reddito per abitante che deriva dalla produzione di beni e servizi in un determinato territorio e indica il livello di benessere materiale della popolazione. In questa classifica dei paesi europei, pubblicata nel Rapporto Lombardia 2017 e frutto dell’elaborazione di Éupolis Lombardia su dati Eurostat 2015, l’Italia, con 27.800 euro, finisce invece nella parte inferiore della graduatoria. Tra i Paesi comunitari vi è un’elevata variabilità nel reddito e negli standard di vita della popolazione. Lussemburgo e Irlanda presentano i valori più elevati, rispettivamente 76.200 e 51.100 euro: quattro e due volte e mezzo il valore dell’indicatore per la Grecia che si posiziona in fondo alla classifica con un reddito di 19.600 euro. Risultano invece ridotte le differenze tra gli altri Stati in testa alla classifica con redditi che vanno dai 37mila euro dei Paesi Bassi, al 3° posto, ai 36.900 dell’Austria, quarta, fino ai già citati 36.600 euro di Lombardia e Danimarca. Lombardia: Pil pro capite superiore alla media UE 21 FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA LOMBARDIA: PIL PRO CAPITE SUPERIORE ALLA MEDIA UE 21 Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 27.800 19.600 25.200 19.800 21.600 31.600 35.700 22.300 19.700 23.900 36.900 30.600 36.600 35.800 76.200 34.200 37.000 36.600 31.20051.100 22.200 25.900 Anno 2015 Fonte: Eurostat 10 Ridurre le disuguaglianze 1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato Parità di potere d'acquisto Il Pil pro-capit in un paese. È comunitari vi è Irlanda presen per la Grecia c quello median occidentale ai Rapporto Lombardia Meno ricchezza GRECIA UNGHERIA POLONIA 19.600 19.700 19.800 Più ricchezza 76.200 51.100 37.000 LUSSEMBURGO IRLANDA PAESIBASSI MEDIANA UE21 30.600 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 27.800 19.600 25.200 19.800 21.600 31.600 35.700 22.300 19.700 23.900 36.900 30.600 36.600 35.800 76.200 34.200 37.000 36.600 31.20051.100 22.200 25.900 Lussemburgo Irlanda Paesi Bassi Austria Danimarca Lombardia Germania Svezia Belgio Finlandia Regno Unito Francia Italia Spagna Rep. Ceca Slovenia Slovacchia Portogallo Estonia Polonia Ungheria Grecia 76.200 51.100 37.000 36.900 36.600 36.600 35.800 35.700 34.200 31.600 31.200 30.600 27.800 25.900 25.200 23.900 22.300 22.200 21.600 19.800 19.700 19.600 Anno 2015 Fonte: Eurostat 10 Ridurre le disuguaglianze 1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato Parità di potere d'acquisto Il Pil pro-capite fornisce una misura del reddito per abitante derivante dalla produzione di beni e servizi in un paese. È spesso utilizzato per valutare il livello di benessere materiale delle persone. Tra i paesi comunitari vi è un’elevata variabilità nel reddito e negli standard di vita della popolazione. Lussemburgo e Irlanda presentano i valori più elevati, rispettivamente quattro e due volte e mezzo il valore dell’indicatore per la Grecia che si posiziona in fondo alla classifica. L’Italia (27.800 ppa) presenta un valore al di sotto di quello mediano europeo (30.600 ppa), mentre la Lombardia si posiziona nel gruppo dei paesi dell’Europa occidentale ai vertici della graduatoria. Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze GRECIA UNGHERIA POLONIA 19.600 19.700 19.800 Più ricchezza 76.200 51.100 37.000 LUSSEMBURGO IRLANDA PAESIBASSI MEDIANA UE21 30.600 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 27.800 25.200 19.800 21.600 31.600 35.700 22.300 19.700 23.900 36.900 30.600 36.600 35.800 76.200 34.200 37.000 36.600 31.20051.100 Lussemburgo Irlanda Paesi Bassi Austria Danimarca Lombardia Germania Svezia Belgio Finlandia Regno Unito Francia Italia Spagna Rep. Ceca Slovenia Slovacchia Portogallo Estonia 76.200 51.100 37.000 36.900 36.600 36.600 35.800 35.700 34.200 31.600 31.200 30.600 27.800 25.900 25.200 23.900 22.300 22.200 21.600 Anno 2015 Fonte: Eurostat 10 Ridurre le disuguaglianze 1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato Parità di potere d'acquisto Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze GRECIA UNGHERIA POLONIA 19.600 19.700 19.800 Più ricchezza 76.200 51.100 37.000 LUSSEMBURGO IRLANDA PAESIBASSI MEDIANA UE21 30.600 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 27.800 25.200 19.800 21.600 31.600 35.700 22.300 19.700 23.900 36.900 30.600 36.600 35.800 76.200 34.200 37.000 36.600 31.20051.100 25.900 Lussemburgo Irlanda Paesi Bassi Austria Danimarca Lombardia Germania Svezia Belgio Finlandia Regno Unito Francia Italia Spagna Rep. Ceca Slovenia Slovacchia Portogallo Estonia Polonia 76.200 51.100 37.000 36.900 36.600 36.600 35.800 35.700 34.200 31.600 31.200 30.600 27.800 25.900 25.200 23.900 22.300 22.200 21.600 19.800 Anno 2015 Fonte: Eurostat 10 Ridurre le disuguaglianze 1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato Parità di potere d'acquisto Capitolo 10 · Ridurre le disuguaglianze GRECIA UNGHERIA POLONIA .600 .700 .800 Più ricchezza 76.200 51.100 37.000 LUSSEMBURGO IRLANDA PAESIBASSI MEDIANA UE21 30.600 SOPRA LA MEDIANA UE21 SOTTO LA MEDIANA UE21 25.200 19.800 21.600 31.600 35.700 22.300 19.700 23.900 36.900 30.600 36.600 35.800 76.200 34.200 37.000 36.600 31.20051.100 Lussemburgo Irlanda Paesi Bassi Austria Danimarca Lombardia Germania Svezia Belgio Finlandia Regno Unito Francia Italia Spagna Rep. Ceca Slovenia Slovacchia Portogallo 76.200 51.100 37.000 36.900 36.600 36.600 35.800 35.700 34.200 31.600 31.200 30.600 27.800 25.900 25.200 23.900 22.300 22.200 Anno 2015 Fonte: Eurostat 10 Ridurre le disuguaglianze 1 - Pil pro-capite ai prezzi di mercato Parità di potere d'acquisto Fonte: Éupolis Lombardia su dati Eurostat, 2015
  • 6. 10 REGIONE DEBITO PRO CAPITE % PIL REGIONALE Lombardia Emilia-Romagna Liguria Marche Puglia Veneto Media Italiana Sicilia Calabria Lazio 73 114 187 193 213 219 407 580 616 1.708 0,21 0,35 0,64 0,76 1,26 0,73 1,54 3,4 3,66 5,4 La Lombardia è la regione a statuto ordinario meno indebitata del Paese in rapporto ai suoi cittadini. Su ogni lombardo grava un debito pari a 73 euro. Il totale ammonta a circa 728 milioni di euro, che rappresenta lo 0,21% del Pil regionale. Al secondo posto c’è l’Emilia- Romagna, con un debito pro capite di 114 euro (0,35% del Pil regionale), la Liguria (187 euro; 0,64%), le Marche (193 euro; 0,76%), la Puglia (213 euro; 1,26%) e il Veneto (219 euro; 0,73%). E’ quanto emerge dallo studio di Éupolis Lombardia su dati del Copaff (la Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale) e del Ministero dell’Interno relativi al 2014. Dalla parte opposta della classifica “domina” il Lazio, che fa registrare un debito pro capite molto elevato: 1.708 euro, che incide sul Pil regionale per il 5,4%. A seguire ci sono Calabria (616 euro; 3,66%) e Sicilia (580 euro; 3,4%). La media nazionale dell’esposizione contratta dagli enti territoriali è pari a un debito di 407 euro che pesa su ogni singolo cittadino italiano, quasi sei volte il dato lombardo, con un’incidenza sul Pil dell’1,54%. Il debito totale a livello nazionale prodotto da regioni, province e comuni italiani raggiunge i 24,7 miliardi di euro. Se tutti avessero una gestione virtuosa come quella lombarda, il debito totale si ridurrebbe fino a circa 4,5 miliardi. Lo studio di Éupolis Lombardia mette inoltre in luce come la Lombardia sia l’unica istituzione a statuto ordinario, assieme a Marche e Abruzzo, ad avere un debito pari a zero. I quasi 730 milioni di esposizione che si riferiscono alla nostra regione sono stati infatti accumulati dal comparto provinciale (4,9 milioni di euro) e da quello comunale (723 milioni). Un risultato che assume ancora più valore se si considera che l’esposizione debitoria nazionale deriva per il 56,7% proprio dal comparto regionale. Osservando l’esperienza più negativa su questo fronte, ossia quella del Lazio, si può constatare come il suo debito totale superi i 10 miliardi di euro (quasi la metà dell’intero dato nazionale) e la Regione sia responsabile di questa situazione per una percentuale superiore al 90%. Comparto provinciale e comunale assieme, in questo caso, superano infatti di poco gli 820 milioni di euro di esposizione debitoria. In Lombardia gestione virtuosa, debito pro capite più basso d’Italia IN LOMBARDIA GESTIONE VIRTUOSA, DEBITO PRO CAPITE PIÙ BASSO D’ITALIA FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA Fonte: Éupolis Lombardia su dati del Copaff (la Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale) e del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, 2014
  • 7. 1312 La Lombardia “costa” allo Stato meno soldi di tutti: 2.447 euro pro capite contro gli 8.679 della Provincia autonoma di Bolzano, i 7.655 della Valle d’Aosta, i 6.818 della Provincia autonoma di Trento e i 3.658 euro della media nazionale. È quanto emerge dallo studio della Ragioneria Generale dello Stato riferito al 2015. I dati riguardano i pagamenti erogati dallo Stato a qualsiasi titolo per spese correnti e spese in conto capitale, distinti per regione. Si tratta di stipendi, acquisti di beni e servizi, trasferimenti ad amministrazioni ed enti pubblici, a imprese e famiglie, interessi, investimenti diretti e contributi agli investimenti. Rimangono escluse le spese per rimborsi di prestiti. Le realtà che costano di più sono le regioni a Statuto speciale. Nella classifica dopo le Province autonome di Bolzano e Trento, la Valle d’Aosta, c’è il Lazio con 5.730 euro pro capite, seguito da altre tre regioni autonome: Sardegna (5.296 euro), Friuli Venezia Giulia (4.974 euro) e Sicilia (4.419 euro pro capite). Seguono Abruzzo (4.336 euro), Molise (4.237 euro), Calabria (4.148 euro), Basilicata (3.976 euro), Liguria (3.701 euro), Campania (3.520 euro), Puglia (3.430 euro), Umbria (3.404 euro), Piemonte (3.281 euro), Marche (3.007 euro), Toscana (2.978 euro), Veneto (2.853 euro), Emilia-Romagna (2.704 euro). La Lombardia è, dunque, ultima in termini di spesa statale pro capite, nonostante sia la regione più produttiva e più generosa in termini di gettito fiscale. I 37,95 miliardi che lo Stato spende in Lombardia riguardano il pagamento della spesa per interessi sui titoli del debito pubblico (13,4 miliardi di euro), i trasferimenti agli enti territoriali (13,6 miliardi di cui 10,5 trasferiti a Regione Lombardia) e gli stipendi del personale delle amministrazioni dello Stato (5,6 miliardi di euro). Queste voci da sole spiegano oltre l’85% delle spese finali dello Stato in Lombardia. Dall’analisidellespesedelbilanciodelloStatopermissioni emergono alcune conferme sui settori d’intervento. Tra i primi, con esclusione delle spese per il debito pubblico, figurano le relazioni finanziarie con le autonomie locali (11 miliardi di euro), l’istruzione scolastica (4,4 miliardi), le spese per il diritto alla mobilità e lo sviluppo dei sistemi di trasporto (1,8 miliardi), l’istruzione universitaria (1,1 miliardi di euro). Non figurano, invece, alcuni settori tra cui la tutela della salute, finanziata con risorse proprie dal bilancio regionale. La Lombardia costa allo Stato meno soldi di tutti LA LOMBARDIA COSTA ALLO STATO MENO SOLDI DI TUTTI Fonte: Ragioneria Generale dello Stato, 2015 LAZIO EMILIA ROMAGNA VENETO PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO SICILIA MOLISE CAMPANIA PUGLIA VALLE D'AOSTA LOMBARDIA 8.679 7.655 6.818 5.730 4.419 4.237 3.520 3.430 2.853 2.704 2.447 Media Italia 3.658 Spesa pubblica per abitante (euro) FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
  • 8. 14 Migliorano i tempi di pagamento di Regione Lombardia verso i fornitori: nel 2° trimestre del 2017, per la gestione complessiva dei pagamenti, media della gestione sanitaria accentrata e della gestione ordinaria, sono passati a 13 giorni di anticipo rispetto alla scadenza, rispetto agli 11 giorni dello stesso periodo del 2016 e ai 12 giorni del primo trimestre del 2017. Per il pagamento della gestione sanitaria accentrata, relativa alle spese per la sanità, nel secondo trimestre 2017 Regione Lombardia ha pagato le fatture con un anticipo di 17 giorni, con un miglioramento rispetto ai 16 giorni del primo trimestre. Si riducono anche i tempi di pagamento dei fornitori della gestione ordinaria, con un anticipo di più di 11 giorni rispetto al termine previsto per la scadenza, rispetto ai 9 giorni del secondo trimestre 2016 e ai circa 11 giorni del primo trimestre 2017. A titolo comparativo, il D.lgs. 192/2012 stabilisce che i pagamenti delle fatture devono essere effettuati entro 30 giorni dal ricevimento ad eccezione dei pagamenti in sanità previsti entro 60 giorni. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il portale istituzionale di Regione Lombardia. La Lombardia paga i fornitori con anticipi da record LA LOMBARDIA PAGA I FORNITORI CON ANTICIPI DA RECORD Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017 LOMBARDIA 2017LOMBARDIA 2015 SCADENZA SCADENZA -4 -17 -10 -11 -9 -13 Giorni di pagamento Giorni di pagamento Anticipo Anticipo Ritardo Ritardo FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA GESTIONE SANITARIA GESTIONE SANITARIA GESTIONE ORDINARIA GESTIONE ORDINARIA GESTIONE COMPLESSIVA GESTIONE COMPLESSIVA
  • 9. 16 In Lombardia ci sono 41,21 dipendenti dell’intero comparto pubblico nazionale ogni mille abitanti. È il dato nettamente migliore a livello nazionale. Al secondo posto si piazza l’Emilia-Romagna con 47,60 e poi il Piemonte con 49,68. Il risultato peggiore è quello della Valle d’Aosta con 94,78: più del doppio rispetto alla Lombardia. A seguire il Trentino-Alto Adige con 77,07 e il Friuli Venezia Giulia con 69,43. I dati, che fanno riferimento al 2014, provengono dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e sono stati elaborati da Éupolis Lombardia. Se si considerano invece soltanto i dipendenti delle singole regioni a statuto ordinario, i risultati per la Lombardia sono ancora più significativi. Ogni mille abitantisololo0,33%deicittadinièundipendenteregionale. Le altre regioni virtuose da questo punto di vista sono Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, ma con valori comunque doppi rispetto alla Lombardia (rispettivamente 0,55%, 0,63% e 0,64%). Da notare, inoltre, che il dato lombardoèinmiglioramento:nel2013ilvalorediriferimento era lo 0,34% e si contavano 20 dipendenti in più (3.304 contro 3.284). Le regioni peggiori su questo fronte sono Molise (2,06%), Basilicata (2%) e Umbria (1,41%). Un terzo dato, che dimostra la capacità lombarda di far funzionare al meglio la macchina amministrativa con il minor numero di risorse possibile, è relativo al costo del lavoro dei dipendenti pubblici. A ogni lombardo costano 18,75 euro, il dato di gran lunga più basso delle regioni a statuto ordinario. Al secondo posto c’è il Veneto con 29,38 euro e poi l’Emilia-Romagna con 35,22. I dati peggiori sono registrati da Molise (con 144,73 euro), Basilicata (105,31 euro) e Umbria (75,02 euro). Nonostante i costi siano già estremamente contenuti, la Lombardia è riuscita a migliorare ulteriormente la situazione nel giro di un anno: nel 2013 i dipendenti regionali costavano infatti a ogni lombardo 19,26 euro. Una variazione del 2,65%, raggiunta grazie a un contenimento dei costi del lavoro pari a 1,6 milioni di euro. Per interpretare ancora meglio il dato relativo alla situazione lombarda si consideri che il valore medio delle regioni italiane a statuto ordinario si attesta a 38,95 euro. Più del doppio. Dipendenti pubblici: in Lombardia sono meno che nel resto d’Italia Fonte: Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato (Ministero dell’Economia e delle Finanze), 2014 LA LOMBARDIA È LA REGIONE CHE HA MENO DIPENDENTI PUBBLICI NUMERO DIPENDENTI PUBBLICI (OGNI 1.000 PERSONE): COSTO PRO CAPITE PER CITTADINO (€/ANNO) 41,21 18,75 47,60 29,38 35,2249,68 LOMBARDIA PIEMONTE EMILIA ROMAGNA LOMBARDIA VENETO PIEMONTE Costo medio regioni a Statuto Ordinario 38,95 euro Calo del 2,65% nel 2014 FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
  • 10. 18 Anche per il 2016 Regione Lombardia è riuscita a realizzare 652 milioni di risparmio pubblico, grazie ad un’efficiente e attenta gestione del bilancio. Nonostante i continui tagli da parte dello Stato e le sue norme che vietano la possibilità di ricorrere al debito, Regione Lombardia ha continuato a favorire la spesa d’investimento, garantendo nel 2016 oltre 975 milioni di euro destinati allo sviluppo. Questa oculatezza nella spesa e le iniziative di facilitazioni fiscali introdotte per i cittadini lombardi hanno portato alle casse regionali circa 190 milioni di euro aggiuntivi, che hanno permesso di ridurre di ben 515 milioni il disavanzo pregresso. Da segnalare anche gli 8 miliardi di euro di investimenti da inizio legislatura. Una gestione prudenziale, un bilancio molto solido, un debito molto basso, la gestione sanitaria in equilibrio e i fondamentali di bilancio tutti in ordine, sono i tratti di eccellenza del governo lombardo riconosciuti recentemente anche dall’agenzia di credito Moody’s, che ha confermato il rating Baa1 superiore a quello dello Stato, situazione eccezionale a livello mondiale. Moody’s conferma il rating Baa1 per Regione Lombardia RATING DI REGIONE LOMBARDIA SUPERIORE ALL’ITALIA Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017 FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA 8 miliardi di finanziamenti per investimenti dal 2013 975 milioni per lo sviluppo nel 2016 Riduzione del disavanzo pregresso di 515 milioni 2017: Moody’s ha confermato il rating Baa1 per Regione Lombardia (superiore a rating Italia Baa2)
  • 11. 20 La Lombardia, insieme all’Emilia-Romagna e al Veneto, contribuisce alla metà dei contributi che coprono la spesa del sistema previdenziale italiano. Questi i dati che emergono dal quarto rapporto “Bilancio del sistema previdenziale italiano” dell’Osservatorio “Itinerari Previdenziali”, che mappa lo stato del sistema a livello nazionale sulla base di banche dati del 2015. La distribuzione delle prestazioni a livello regionale presenta un bilanciamento: su un totale di 100 prestazioni, 58,6 sono infatti per vecchiaia (di cui 32,1 di anzianità con storie contributive in media di 37 anni), 19 sono prestazioni ai superstiti, 3,1 di invalidità e solamente 19,3 assistenziali. La Lombardia guida inoltre la classifica delle regioni più virtuose con un vitalizio ogni 45mila abitanti, seguita da Lazio (26mila) ed Emilia-Romagna. La Lombardia si pone seconda solo al Trentino- Alto Adige come livelli di sostenibilità del sistema previdenziale. Il tasso di copertura, ovvero quanto i contributi versati da ogni singola regione coprono le uscite per prestazioni, è pari infatti al 97,11% rispetto a una media nazionale del 76,19%. In altri termini a fronte di 100 euro di prestazioni previdenziali, 97 euro provengono dai contributi dei cittadini lombardi, garantendo una piena sostenibilità al sistema regionale. La Lombardia ha trasferito nel 2015 il 26,41% delle sue entrate fiscali, ovvero 35,6 miliardi di euro, nelle casse dell’INPS che contano un totale di oltre 130 miliardi di entrate. Si tratta del contributo più alto a livello nazionale, che supera anche gli aggregati regionali del centro-Italia (20,4%) e del sud-Italia (16,44%). Mediamente un lombardo versa annualmente 3.558 euro; seguono i cittadini di Emilia-Romagna (3.111 euro) e Trentino (3.053 euro). ¼ delle pensioni italiane sono pagate dalla Lombardia ¼ DELLE PENSIONI ITALIANE SONO PAGATE DALLA LOMBARDIA 26,4% Inps: ripartizione regionale delle entrate (%) LOMBARDIA 10 8 6 4 2 0 Veneto 10,7 10,3 9,8 8,7 6,6 4,5 3,4 3,3 2,6 2,5 2,4 2,3 1,6 1,6 1,4 1,2 0,5 0,3 0,2 Liguria Em ilia-Rom agna M arche Lazio Trentino Piem onte Friuli Toscana Sardegna Cam pania Abruzzo Basilicata Puglia Calabria M olise Sicilia Um bria Valle d’Aosta Fonte: Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, 2017 FOCUS LOMBARDIA VIRTUOSA
  • 12. 23 FOCUS SANITÀ E WELFARE Scopri perché la Lombardia è Speciale
  • 13. PRIMI 4 DELLA CLASSIFICA DEL MINISTERO SONO LOMBARDI. 7 NEI PRIMI 10 50% 1 San Raffaele Milano 2 Ospedale Maggiore Milano 3 Istituto Tumori Milano 4 San Matteo Pavia 5 Bambino Gesù Roma 6 IEO Milano 7 Humanitas Milano 8 Santa Lucia Roma 9 Gaslini Genova 10 Carlo Besta Milano • delle prestazioni a livello nazionale • delle pubblicazioni scientifiche prodotte • dei finanziamenti della ricerca 24 Confermata ancora una volta l’eccellenza della sanità lombarda. Oltre che per gli elevati livelli di cura, la Lombardia viene riconosciuta leader nazionale nella ricerca applicata alla cura da parte dei nostri IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). Gli IRCCS attualmente riconosciuti dal Ministero della Salute sono 49, dei quali 21 di diritto pubblico e 28 di diritto privato, sul territorio nazionale, con una particolare concentrazione in Lombardia e nel Lazio. InLombardiacisono18IRCCS(19sesiincludel’INRCA di Ancona che ha sedi anche in Lombardia), il 40% del totale,dicui4pubblici,istituitiinFondazione,e14privati. La maggioranza è situata a Milano e nei territori limitrofi. Gli IRCCS lombardi sono molto eterogenei in termini di storia e origini, dimensioni, tipologia di attività, area di riconoscimento ed affiliazioni con Università (pubbliche o private). Comunque, in generale, coprono tutte le principali aree di interesse medico e sanitario, tra cui l’oncologia, il cardiovascolare, le neuroscienze, le malattie immuno-degenerative, la riabilitazione, la farmacologia, i trapianti e le malattie complesse e rare. Una presenza non solo quantitativa ma anche di altissima qualità, come dimostrano i risultati che sono stati riconosciuti, da ultimo, dal Ministero della Salute nelle valutazioni, recentemente diffuse, riferite all’anno 2015. 14 i criteri utilizzati, divisi in 3 categorie principali: output scientifici (pubblicazioni e citazioni); attività assistenziale e capacità di attrarre risorse; capacità di operare in rete. Quattro IRCCS lombardi occupano le prime 4 posizioni e ben 7 si collocano nei primi 10 posti. Facendo riferimento all’indice di performance globale che include i 14 indicatori utilizzati dal Ministero, i 18 IRCCS lombardi spiegano da soli il 50% delle prestazioni dei 49 istituti, e i 7 nella top ten spiegano da soli circa il 30% dell’intera performance del sistema dei 49 IRCCS italiani. In termini scientifici ciò significa che il 50% delle circa 12.000 pubblicazioni scientifiche prodotte nel 2015 dai 49 IRCCS italiani sono attribuibili ai 18 Lombardi. In termini economici, il sistema lombardo degli IRCCS ha catturato il 50% dei finanziamenti della Ricerca Corrente, per circa 72 milioni di euro. Sanità: gli IRCCS lombardi sono i migliori d’Italia SANITÀ: GLI IRCCS LOMBARDI SONO I MIGLIORI D’ITALIA Fonte: Ministero della Salute, 2015 FOCUS SANITÀ E WELFARE
  • 14. 2726 I lombardi si fidano degli ospedali della propria regione più di tutti gli altri cittadini d’Italia. Lo dice l’Istat, che ha pubblicato gli indici di emigrazione sanitaria del 2014. In base all’elaborazione dell’istituto di statistica, soltanto il 3% delle persone ospedalizzate residenti in Lombardia sceglie di farsi curare in altre regioni per ricoveri ordinari e acuti. Al secondo posto c’è il Veneto con il 3,5%, seguito dalla provincia di Bolzano con il 3,9%, dal Friuli Venezia Giulia con il 4,2% e da Toscana ed Emilia-Romagna entrambe al 4,6%. Le regioni dove si registra una maggiore emigrazione sanitaria sono il Molise (20%), la Calabria (19,6%), la Puglia (19,3%), l’Abruzzo (12,3%) e la Valle d’Aosta (12%). La Lombardia ha, inoltre, ottenuto un miglioramento negli ultimi cinque anni passando dal 3,4% al 3%. La Lombardia è, anche, la regione italiana che ha il maggior credito verso le altre regioni per la mobilità sanitaria dei pazienti. Circa 4 miliardi di euro passeranno da una regione all’altra in base al saldo positivo o negativo dei flussi di pazienti, in base ai dati riportati nel Fondo sanitario nazionale 2016. A guidare la classifica la Lombardia a cui spetta un rimborso di 534 milioni di euro, seguita dall’Emilia-Romagna che ha un credito di 328 milioni e la Toscana con 151,2 milioni. Le Regioni che invece hanno un debito maggiore verso le altre Amministrazioni sanitarie sono la Campania (270,4 milioni), la Calabria (251,6 milioni) e il Lazio (201,5 milioni). La Lombardia, con il 4,6%, registra il rapporto minore di ricoveri fuori regione dei residenti sul totale dei ricoveri, contro una media nazionale del 23,9% di indice di fuga. Per la mobilità attiva è il Molise a guadagnarsi la prima posizione della graduatoria con un indice di attrazione pari al 26,7%. In valori assoluti, le realtà più attrattive sono la Lombardia (144 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia-Romagna (109 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (83 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (67 mila ricoveri extraregionali) e il Veneto (55 mila ricoveri extraregionali). Sanità: gli italiani scelgono gli ospedali lombardi SANITÀ: GLI ITALIANI SCELGONO GLI OSPEDALI LOMBARDI INDICI DI EMIGRAZIONE SANITARIA 2014 REGIONE PERCENTUALE % 3 3,5 3,9 4,2 4,6 4,6 20 19,6 19,3 12,3 12 Lombardia Veneto Provincia di Bolzano Friuli Venezia Giulia Toscana Emilia-Romagna Molise Calabria Puglia Abruzzo Valle d’Aosta RIMBORSO (MILIONI DI EURO) CREDITI PER MOBILITÀ SANITARIA Lombardia 534 Toscana 328 Emilia-Romagna 151 FOCUS SANITÀ E WELFARE Fonte: Istat, 2016 e Fsn, 2016
  • 15. 2928 46mila addetti 50% del totale nazionale 3mila occupati in ricerca e sviluppo 5miliardi di export 1/4 del totale nazionale 400milioni di investimenti in ricerca e sviluppo Italia secondo produttore farmaceutico dell’Unione Europea La Lombardia è la prima regione farmaceutica in Italia einEuropapernumerodiaddetti.Assorbecircalametà degli occupati del settore nazionale con 28mila unità più 18mila nell’indotto, seguita dal Lazio con 16mila occupati più 6mila dell’indotto. La Lombardia è leader italiana anche per investimenti in ricerca e sviluppo, che ammontano a 400 milioni di euro, e per numero di occupati del settore, con 3mila unità su un totale dell’industria farmaceutica italiana di 6.200. E’ la seconda regione per l’export dei prodotti farmaceutici, che vale quasi 5 miliardi di euro su un totale nazionale di 21 (al primo posto il Lazio con 7,6 miliardi). E’ quanto emerge dal Rapporto sugli indicatori farmaceutici di Farmindustria (giugno 2017). La leadership lombarda nell’occupazione e laziale nell’export si ripropone anche nella classifica delle province italiane. Milano è in testa per il maggiore numerodiaddettiseguitadaMonza-Brianza(5°posto) e Varese (6°), mentre per le esportazioni il capoluogo lombardo, con un fatturato di 3,1 miliardi, si posiziona secondo dopo Latina (4 miliardi). Il settore della farmaceutica si conferma trainante per l’economia italiana: il Bel Paese è, infatti, il secondo produttore farmaceutico nell’Unione Europea, dopo la Germania, con il 26% della produzione totale e il 19% del mercato, ma prima per l’incremento delle esportazioni (+52% in volume e +18% a valore negli ultimi sei anni). Dati che confermano la qualità e l’innovazione dei prodotti italiani del farmaco. L’Italia, dal 2010 al 2016, si posiziona al primo posto anche per crescita della produzione industriale (+13%) e produttività (+19%). Le imprese hanno investito risorse significative in ricerca e sviluppo, con un’accelerazione del 20% negli ultimi tre anni. Le imprese italiane del settore investono in R&S il 17% del valore aggiunto, 12 volte la media nazionale: 1,5 miliardi di euro nel 2016, il 7% del totale degli investimenti del Paese. Buone le prospettive anche per l’anno in corso: da gennaio ad aprile, rispetto allo stesso periodo del 2016, l’occupazione è cresciuta del 2,7%, la produzione del 4,7% (la media manifatturiera è dell’1,5%) e l’export del 14% (la media manifatturiera è del 7%). Farmaceutica: Lombardia leader in Italia e in Europa FARMACEUTICA: LOMBARDIA LEADER IN ITALIA E IN EUROPA Fonte: Farmindustria - Indicatori Farmaceutici, 2017 FOCUS SANITÀ E WELFARE
  • 16. 30 Il “Reddito di Autonomia” lombardo rappresenta un primo esempio di politiche integrate che vedono al centro le persone e le famiglie, riconoscendo ai soggetti in difficoltà opportunità di accesso alle prestazioni in ambito sanitario, sociale, abitativo e di ricerca attiva del lavoro. Il programma stabilisce livelli aggiuntivi per favorire la responsabilizzazione delle persone e delle famiglie e garantire la loro autonomia, con le politiche attuate attraverso la rete regionale degli interventi e servizi sociali degli enti locali. Da segnalare, in particolare, il successo ottenuto dal cosiddetto “bonus bebè”. Si tratta di un contributo economico di 1.800 euro sia in caso di gravidanza e nascita (divisi in due tranche), sia in caso di adozione (in un’unica soluzione), più del doppio rispetto al contributo statale, che prevede l’erogazione di 800 euro in un’unica soluzione alla madre a partire dal settimo mese di gravidanza ed in caso di adozione. Dai dati relativi alla sperimentazione lombarda è emerso che sono state finanziate 9.800 domande nel periodo compreso tra giugno 2016 ed aprile 2017, con una spesa di oltre 12,6 milioni di euro a favore di famiglie che presentano uno stato di vulnerabilità derivante prevalentemente dalla situazione occupazionale. In virtù dell’ottimo riscontro dell’iniziativa, Regione Lombardia ha stanziato, a partire da maggio 2017, altri 10,8 milioni di euro per proseguire la misura a sostegno delle famiglie lombarde. Bonus famiglia: quello lombardo è più del doppio di quello statale FOCUS SANITÀ E WELFARE Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017 BONUS FAMIGLIA: QUELLO LOMBARDO È PIÙ DEL DOPPIO DI QUELLO STATALE Bonus Lombardia 1.800 euro 9.800 mamme ne hanno usufruito Bonus nazionale 800 euro
  • 17. 3332 65 MILIONI PER NIDI GRATISLe iniziative in campo sociale intraprese da Regione Lombardia sono state presentate nel corso della Conferenza Europea sui servizi sociali, che si è svolta a Bruxelles il 20 e 21 aprile 2017. Il “Reddito di Autonomia” lombardo rappresenta un primo esempio di politiche integrate che vedono al centro le persone e le famiglie, riconoscendo ai soggetti in difficoltà ulteriori opportunità di accesso alle prestazioni in ambito sanitario, sociale, abitativo e di ricerca attiva del lavoro. Tra le misure più significative vi è certamente “Nidi Gratis”. 13.000 bambini e il 90% dei Comuni con asili pubblici hanno usufruito di tale iniziativa, finanziata nel 2016 con 32 milioni di euro da Regione Lombardia. Numeri importanti per un’amministrazione che punta sul welfare, sulla conciliazione famiglia e lavoro e sull’occupazione, in particolare quella femminile. Per questo motivo l’Assessorato per il Reddito di Autonomia e Inclusione sociale ha deciso di confermare “Nidi Gratis” anche per l’anno 2017-2018, con un investimento di altri 32,5 milioni di euro. Con questa misura i beneficiari hanno visto azzerata la retta dell’asilo nido per i loro figli, sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private convenzionate con il pubblico. Nella nuova programmazione sarà prevista, inoltre, la possibilità per i Comuni con nidi pubblici rimasti precedentemente esclusi, di partecipare alla misura adeguandosi al requisito attraverso l’applicazione di rette differenziate in base alle fasce Isee con lo scopo di coprire la totalità del territorio. Reddito autonomia: modello lombardo presentato a Bruxelles Scopri questa e le altre iniziative su www.regione.lombardia.it Numero Verde 800.318.318 NIDI GRATIS NUOVO REDDITO LOMBARDO DI AUTONOMIA. al nido gratis 90% dei Comuni con asili pubblici hanno usufruito dell’iniziativa 13.000 bambini Nel 2016 FOCUS SANITÀ E WELFARE Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
  • 18. 3534 IMPRESE SOCIALI NEL 2015 10.291 13% 20% 159.874 VOLONTARI +15% dal 2012 DEI LOMBARDI FA DONAZIONI (media nazionale: 15%) DEI LOMBARDI FA IL VOLONTARIO (media nazionale: 11%) Sonoesattamente10.291leimpresecheinLombardia si occupano di volontariato, suddivise tra il settore dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria e sociale. Un dato in crescita del 4% rispetto all’anno precedente e che rappresenta il 20% del totale nazionale (pari a 56.650). Analizzando i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano può essere creata una classifica delle regioni maggiormente virtuose da questo punto di vista. Dopo la Lombardia, al secondo posto si piazza la Sicilia con 6.438 imprese. Seguono nella top ten nazionale, il Lazio (6.327), la Campania (6.297), il Piemonte (3.795), l’Emilia-Romagna (3.658), il Veneto (3.574), la Puglia (3.483), la Toscana (2.684) e infine la Calabria (1.730). Anche spostando l’attenzione sul numero di addetti impegnati nelle imprese sociali, la situazione non cambia: in Lombardia costituiscono un esercito formato da ben 159.874 persone, in aumento dell’1,3% rispetto al 2014 e del 15% negli ultimi quattro anni. In seconda posizione c’è il Lazio con 71.765 addetti, un numero di molto inferiore alla metà del dato lombardo. Sul podio anche l’Emilia-Romagna con 61.766 addetti. Quarto posto per il Piemonte (57.858), seguito da Sicilia (54.539), Veneto (51.626), Campania (46.824), Toscana (34.384), Puglia (30.762) e Sardegna (16.906). Scorrendo i dati emerge inoltre che il 13% dei lombardi fa il volontario, contro l’11% del dato nazionale. Addirittura il 20% (in Italia la media è il 15%) effettua donazioni per aiutare altre persone in situazione di difficoltà. E sono il 15% i lombardi che svolgono attività gratuite per aiutare gli altri: in media ogni mese donano circa 21 ore del loro tempo. Quasi una giornata intera. Sono invece in totale 27mila le ore spese in attività di volontariato ogni mese in Lombardia. Un’impresa sociale su cinque ha sede in Lombardia IMPRESE NO PROFIT IL 20% SONO IN LOMBARDIA FOCUS SANITÀ E WELFARE Fonte: Camera di Commercio di Milano, su dati Istat, 2015
  • 20. 38 La Lombardia è la regione che esporta in misura maggiore rispetto alle altre regioni: nel 2015 il valore delle merci in viaggio per l’estero è stato pari a 111,23 miliardi di euro: il 27,2% del totale nazionale, che è pari a 408,66 miliardi. Dalla Lombardia parte il 68% di tutte le esportazioni dell’Italia nord-occidentale che, nel 2015, ha aumentato i suoi scambi, in modo particolare, con il NordAmerica. Bene anche gli scambi con i mercati dell’Unione europea e del Medio Oriente, mentre meno soddisfacenti sono stati i risultati legati all’Africa e all’America latina. E’ quanto emerge daI Rapporto Ice (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) “L’Italia nell’economia internazionale”, che ha utilizzato i dati dell’Istat. Il valore assoluto delle merci lombarde esportate nel 2015 ha fatto segnare un incremento dell’1,5% rispetto al 2014, anno in cui il differenziale era stato pari al +1,3%. Guardando la classifica generale italiana, dopo la Lombardia, al secondo posto si trova il Veneto con un valore di 57,52 miliardi di euro, seguito dall’Emilia- Romagna, con 55,32 miliardi di euro. Seguono il Piemonte con 45,78 miliardi di euro e la Toscana con 33,06 miliardi di euro. Più staccati Lazio (20,19), Marche (12,21), Friuli Venezia Giulia (12,17), Campania (9,74), Sicilia (8,47), Puglia (8,2), Trentino- Alto Adige (7,8), Abruzzo (7,44), Liguria (6,78), Sardegna (4,8), Umbria (3,65), Basilicata (2,82), Valle d’Aosta (0,6), Molise (0,49) e la Calabria (0,37). Anche sul fronte dei servizi è la Lombardia a rivestire un ruolo chiave nell’economia nazionale. Il valore dei servizi esportati nel 2015 è pari a 20,8 miliardi di euro, il 29,1% del totale nazionale, pari a 71,42 miliardi di euro. Al secondo posto c’è il Lazio con 15,66 miliardi di euro, seguito dal Veneto con 6,69, dal Piemonte con 5,61 e dalla Toscana con 5,44. Ancheinquestocasol’Italianord-occidentalerappresenta la percentuale di valore più alta del Paese: ben il 40,7% del totale italiano di export dei servizi. Quasi un terzo dell’export nazionale è made in Lombardia QUASI UN TERZO DELL’EXPORT NAZIONALE È MADE IN LOMBARDIA Fonte: Rapporto Ice, 2015 FOCUS SVILUPPO ECONOMICO 2015 111,23 miliardi Valore export lombardo 27,2% del dato nazionale + 1,5% rispetto al 2014 Valore merci esportate (in miliardi di euro) > 100 Tra 100 e 20 Tra 20 e 5 Tra 5 e 1 < 1 111,23 57,52 55,32 45,78 33,06 20,19 12,21 12,17 9,74 8,47 8,2 7,44 6,78 0,6 3,65 2,82 0,49 0,37 4,8 7,8
  • 21. 40 L’industria manifatturiera lombarda cresce oltre le aspettative, registrando un aumento dell’1,7% rispetto al trimestre scorso e del 4% su base annua. I dati congiunturali presentati da Unioncamere Lombardia relativi al primo trimestre del 2017 evidenziano una produzione industriale che cresce oltre le aspettative nel settore manifatturiero. Stesso trend si registra per le aziende artigiane manifatturiere, con un incremento congiunturale dello 0,8% e del 2,9% su base annua. L’indagine ha riguardato un campione di più di 2.800 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (oltre 1.600) e artigiane (quasi 1.200). Tra i settori in crescita spiccano la chimica (+ 5,4%) e la meccanica (+ 5,3%) oltre a pelli e calzature (+ 8,5%) e abbigliamento (+ 6,2%). Seguono le industrie varie (+ 3,9%), la gomma-plastica (+ 3,8%), il legno-mobilio (+ 3,5%), la siderurgia (+ 3,4%), gli alimentari (+ 2,5%) e i mezzi di trasporto (+ 2,1%). Il boom del settore manifatturiero lombardo risulta ancora più evidente se si considera l’indice della produzione industriale. Con la nuova base anno 2010=100, nel primo trimestre 2017 la Lombardia si attesta a quota 106,8 avvicinandosi al livello europeo di 107,9 e con una distanza di rilievo dall’Italia, che ha quota 94,2. La Lombardia segue quindi l’Eurozona da vicino, con una netta accelerazione nell’ultimo trimestre che supera la curva di crescita europea. A confermare il trend positivo dell’impresa lombarda anche la ripresa degli ordini esteri, con un incremento congiunturale pari al + 4,2% associato a un forte incremento tendenziale (+ 7,5%). Anche la domanda estera delle imprese artigiane registra un incremento dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9% su base annua. Positivi anche i dati in merito all’occupazione, che in questo trimestre cresce dello 0,5% nonostante gli effetti degli incentivi fiscali si siano esauriti. In rallentamento il ricorso alla CIG, con una quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione che scende all’8,9% e la quota sul monte ore all’1,2%. Si tratta dei dati migliori negli ultimi due anni. Il manifatturiero lombardo corre più della media europea IL MANIFATTURIERO LOMBARDO CORRE PIÙ DELLA MEDIA EUROPEA EXPORT INDICE DI PRODUZIONE INDUSTRIALE PRODUZIONE INDUSTRIALE + 4,2% rispetto al trimestre scorso + 7,5% su base annua +1,7% rispetto al trimestre scorso + 4% su base annua 94,2 106,8 107,9 Fonte: Unioncamere Lombardia - primo trimestre 2017 FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
  • 22. Nel 2015 5,6 miliardi di euro export + 7,4% rispetto al 2014 15,4% del dato nazionale 42 L’agricoltura non delude mai in Lombardia. Con 5,6 miliardi di euro di export nell’anno 2015, la nostra regione rappresenta il 15,4 per cento dell’intero valore nazionale. Rispetto al 2014, a livello nazionale, si è registrato un incremento del 7,4%, un valore che conferma l’attenzione crescente dei mercati europei, ma non solo, nei confronti dei prodotti italiani. Oltre a Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera, che assieme assorbono la metà dell’export nazionale, ottimi riscontri giungono anche da parte di Paesi come Giappone, Canada, Australia e Cina. A descrivere questo scenario è lo studio “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzato dalla Camera di commercio di Milano e dalla Coldiretti, assieme a Promos. A livello di singole province, nel novero delle venti migliori d’Italia se ne contano tre lombarde: Milano occupa il quarto posto con 1,52 miliardi di euro di export. Bergamo, dodicesima con 709 milioni di euro, è uno dei territori che ha fatto segnare il miglior incremento nel corso dell’anno, ben il 22,7%. Ottimo anche il risultato di Mantova, in diciassettesima posizione con 591 milioni di euro e un incremento del 6,1% tra il 2014 e il 2015. In testa alla classifica Verona con 2,69 miliardi. Agricoltura, la Lombardia dà lo sprint all’export nazionale Fonte: L’agroalimentare italiano nel mondo, Camera di commercio di Milano – Coldiretti – Promos, 2016 FOCUS SVILUPPO ECONOMICO AGRICOLTURA, LA LOMBARDIA È IL CUORE DELL’EXPORT NAZIONALE
  • 23. 6,2MILIARDI36,5MILIARDI VALORE SISTEMA AGRICOLO LOMBARDO VALORE AGGIUNTO PRODOTTO DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE E DELLE BEVANDE +13,5%DEL PIL NAZIONALE +10,1%DEL PIL REGIONALE 44 L’agricoltura è una delle componenti più rilevanti del sistema economico lombardo. È quanto emerge dal documento “L’Agricoltura lombarda conta – 2015”, che contiene i dati Istat elaborati in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) e i ricercatori ed esperti del mondo accademico. La Lombardia è la prima regione agricola d’Italia e tra le prime in Europa: produce il 44% del latte italiano, il 42% del riso italiano, il 40% dei prodotti suinicoli italiani. La superficie destinata alle colture di IV gamma in Lombardia è circa il 30% della superficie nazionale. Le aziende agricole sono 49.169. 1/6 dell’agricoltura nazionale Nel 2014 il valore dell’intero sistema agricolo lombardo equivaleva a 36,5 miliardi di euro, ovvero a circa (16,7%) del valore del sistema agroalimentare di tutta Italia. Rispetto al 2013, si è dunque registrato un aumento dello 0,6% contro il +0,4% a livello nazionale. Oltre 1/7 del Pil nazionale Nel 2015, il sistema agricolo lombardo ha prodotto il 10,1% del Pil regionale, mentre l’incidenza sul Pil nazionale è stata pari al 13,5%. Il maggiore contributo al valore del sistema agroalimentare lombardo è giunto, nel periodo preso in considerazione, dalla commercializzazione, dalla distribuzione e dalla ristorazione. I loro valori hanno inciso, rispettivamente, il 40,9% e il 20,1% sul totale. L’industria alimentare vale 1/5 di quella italiana Da segnalare, infine, che il valore aggiunto prodotto dell’industria alimentare e delle bevande, nel 2014, è stato stimato in circa 6,2 miliardi di euro, pari al 23,9% del relativo valore aggiunto dell’industria alimentare nazionale e al 16,9% del valore del sistema agroalimentare regionale. L’agricoltura lombarda vale 1/6 del sistema agroalimentare italiano Fonte: “L’Agricoltura lombarda conta – 2015” FOCUS SVILUPPO ECONOMICO LOMBARDIA PRIMA REGIONE AGRICOLA IN ITALIA
  • 24. 46 L’economia lombarda cresce così come la fiducia delle imprese e delle famiglie. Non si sono ancora recuperate le perdite degli anni della crisi, ma il rapporto Banca d’Italia relativo al 2016 ha fotografato una situazione di ripresa su più fronti. La produzione industriale è salita dell’1,3% nel 2016, in misura analoga al 2015 e con una tendenza a un’accelerazione nei primi mesi del 2017. La ripresa della fiducia nel futuro ha rafforzato gli investimenti anche nel 2016. Nel 2016 più del 50% delle imprese industriali lombarde ha investito in tecnologie digitali avanzate che realizzano forme di automazione e di interconnessione dei processi produttivi (la cosiddetta industria 4.0). Si è trattato soprattutto di imprese medio-grandi dei settori metalmeccanico, chimico e tessile. Per quasi il 10% degli operatori gli investimenti in tali tecnologie hanno rappresentato più di un quinto del totale. Nel 2016 è proseguita l’espansione dell’attività nel terziario e dei servizi privati non finanziari, anche se con un’intensità inferiore rispetto a quella del 2015: +0,4% di fatturato contro il +3,4%. Significativo che il fatturato degli esercizi di ricezione turistica sia rimasto stabile nonostante il confronto con il periodo dell’Expo e che la spesa dei visitatori internazionali sia aumentata del 7,4%. I flussi sono diminuiti nelle province a ridosso del sito espositivo (Milano e Monza-Brianza), compensati da un incremento nelle province di Brescia, Como e Mantova, quest’ultima Capitale della cultura 2016. Si è rafforzata ulteriormente la redditività delle imprese dell’industria e dei servizi con il 75% in utile. Le maggiori risorse finanziarie sono state impiegate come liquidità e solo in minima parte per investimenti. La diminuzione delle aziende in sofferenza e le migliori condizioni creditizie hanno riavvicinato le imprese alle banche con un incremento dei finanziamenti (1,2% su base annua e +0,7% nei primi mesi del 2017). Oltre alle banche, gli investitori privati credono nelle potenzialità del sistema economico lombardo. Nel 2016 l’attività di private equity e venture capital in Lombardia ha registrato una forte espansione. Gli investimenti indirizzati a imprese lombarde hanno raggiunto i 5,6 miliardi di euro, quasi tre quarti del totale nazionale e in crescita del 73% rispetto al 2015 con un’incidenza sul PIL regionale pari all’1,5% contro lo 0,5 in Italia. Economia: la Lombardia cresce su tutti i fronti ECONOMIA: LA LOMBARDIA CRESCE SU TUTTI I FRONTI +1,3% +1,2% +0,4% +73% PRODUZIONE INDUSTRIALE Anno 2016 ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE TERZIARIO PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL FOCUS SVILUPPO ECONOMICO Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali. L’economia della Lombardia, 2017
  • 25. 48 Ridurre la disoccupazione e far crescere l’occupazione è la sfida che tutte le regioni europee prima e gli Stati di conseguenza stanno cercando di vincere dall’inizio della crisi economica. E la Lombardia è più vicina al traguardo di quanto non lo siano molti territori italiani e regioni europee. A dirlo sono i dati di Eurostat che fotografano la situazione a settembre 2017. Mettendo a paragone la Lombardia con gli altri tre “motori economici d’Europa”, Catalogna, Baden-Wurtemberg e Rhone-Alpes, emerge chiaramente che la direzione intrapresa dalla regione italiana sta portando i suoi frutti. Dati alla mano la Lombardia è al secondo posto per il minor tasso di disoccupazione dei cittadini tra i 15 e i 74 anni, pari al 7,4 per cento, soltanto dopo Baden-Wurtemberg che si ferma al 3,1 per cento, al terzo posto c’è la francese Rhone-Alpes con l’8,1 per cento, mentre la regione spagnola è al 15,7 per cento. La Lombardia va bene anche per quanto riguarda l’occupazione. Al primo posto c’è la regione tedesca con l’81,8 per cento, seguita da Rhone-Alpes con il 73,6 per cento, la Lombardia con il 71,1 e infine la Catalogna con il 70,1 per cento. Ma forse il dato più importante che si evidenzia è il trend di crescita costante dell’occupazione in Lombardia che è passato dal 69,3 del 2013 al 69,5 del 2014 fino al 69,8 del 2015 e il 71,1 dello scorso anno. Non solo. Il numero di occupati in Lombardia per la prima volta ha superato i livelli pre crisi del 2008 con 54mila unità in più: è cresciuto in particolare il numero di donne occupate e il livello di istruzione di coloro che hanno trovato un impiego. Buono anche l’indicatore che evidenzia la percentuale di disoccupati da oltre 12 mesi su tutta la popolazione attiva. La percentuale della Lombardia si attesta al 3,9 per cento, posizionandosi al terzo posto dopo Baden- Wurtemberg (0,9%) e Rhone-Alpes (3,2%), ma davanti alla Catologna che si attesta all’8,4. Anche in questo caso è tangibile il miglioramento della percentuale che passa dal 4,1 per cento del 2013 al 3,9 dello scorso anno. Disoccupazione in calo, Lombardia tra le migliori in Europa DISOCCUPAZIONE IN CALO, LOMBARDIA TRA LE MIGLIORI IN EUROPA Fonte: Eurostat, settembre 2017 FOCUS SVILUPPO ECONOMICO Tasso di disoccupazione (15-74 anni) anno 2017 Baden-Wurttemberg Lombardia Rhône-Alpes Catalogna 3,1% 7,4% 8,1% 15,7% REGIONE % DISOCCUPAZIONE 8,6% 11,7% Europa Italia
  • 26. 50 Regione Regione BREVETTI NAZIONALI BREVETTI EUROPEI Lombardia Lazio Emilia-Romagna Piemonte Campania Puglia Sicilia Calabria Lombardia Emilia-Romagna Veneto Piemonte Campania Puglia Sicilia Calabria 190.763 92.408 71.740 65.265 1.241 1.119 1.025 694 15.048 6841 5.262 4.840 556 435 214 105 N. Brevetti N. Brevetti 28% 34,5% Ogni giorno 50 brevetti. La Lombardia è capofila dell’innovazione in Italia. Le elaborazioni della Camera di Commercio di Milano, su dati del Ministero dello Sviluppo economico, mettono in luce come nel periodo tra il 2005 e il 2015 siano stati quasi 191mila i brevetti nazionali depositati in Lombardia, il 28% del totale italiano. Sono stati invece 15mila i brevetti europei, ben il 34,5% dell’intero dato nazionale. Sul dato totale italiano “pesano” soprattutto le invenzioni lombarde: nel periodo di riferimento sono state quasi 29mila su 97mila, pari al 30%. Gran parte di queste invenzioni, circa 24mila, sono nate a Milano. Milano è la provincia che vanta il maggior numero di brevetti nazionali, oltre 157mila, l’82,4% del totale lombardo e il 23,1% di quello nazionale. A seguire Roma con 85.521, Torino con 52.158 e Bologna con 26.412. A livello regionale la Lombardia è prima (con 190.763), seguita da Lazio (92.408), Emilia-Romagna (71.740) e Piemonte (65.265). Come anticipato, cambia poco anche se si considerano i brevetti europei. La Lombardia – nel periodo 2003- 2013 – traina il Paese con 15.048 brevetti, e Milano è la città più rappresentata, con 7.872 pari al 52,3% del totale lombardo e il 18,1% del totale nazionale. Seguono Emilia-Romagna con 6841 (il 15,7% del totale nazionale), Veneto con 5.262 (12,1%) e Piemonte con 4.840 (11,1%). Per quanto riguarda le province, Milano da sola ha fatto più depositi dell’intera Emilia-Romagna (7.872 contro 6.841). Seguono poi Torino (3.316, il 7,6% del totale nazionale), Bologna (2.700, 6,2%) e Monza e Brianza con 1.887 (4,3%). Tra le prime spiccano anche Brescia e Bergamo (3%) e Varese (2%). Anche per l’area invenzioni il primato spetta alla Lombardia: nel periodo 2005-2015 ha registrato 28.630 novità. Seguono Emilia-Romagna con 15.417, Veneto con 12.754 e Piemonte con 11.228. Nell’elenco delle province, Milano è al vertice con 23.805 invenzioni, seguita da Torino con 10.592 invenzioni (meno della metà di Milano), Bologna con 7.818 e Roma con 7.028. I dati della Camera di Commercio evidenziano un divario significativo tra Nord e Sud d’Italia. Le domande di brevetto nazionale depositate nel periodo di riferimento sono state solo 1.241 in Campania, 1.119 in Puglia, 1.025 in Sicilia e 694 in Calabria. Cambia poco anche sul fronte dei brevetti europei: 556 in Campania, 435 in Puglia, 214 in Sicilia e 105 in Calabria. Lombardia capofila dell’innovazione, oltre 200mila brevetti in 10 anni LOMBARDIA CAPOFILA DELL’INNOVAZIONE, OLTRE 200MILA BREVETTI IN 10 ANNI Fonte: Camera di Commercio di Milano, 2015 FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
  • 27. 52 Tecnologie, comunicazione, ma anche manifattura e agricoltura,sonosoloalcunideisettoriincuisiconcentrano le start up innovative lombarde, che rappresentano il 23,1% del totale italiano. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati del Registro delle imprese, aggiornati a marzo 2017. La Lombardia si conferma il territorio più favorevole per l’innovazione con 1574 aziende attive su 6800 a livello nazionale. Al secondo posto c’è l’Emilia-Romagna con 759 (11,2%), al terzo il Veneto con 585 (8,6%), mentre agli ultimi posti ci sono la Valle d’Aosta con 17 start up (0.2% del totale italiano) e il Molise con 30 (0.4%). Le start up innovative lombarde sono guidate per il 20,8% da giovani, per l’11,1% da donne e per il 3% da stranieri. I settori in cui si sviluppano maggiormente le aziende lombarde sono quello dei servizi di informazione e comunicazione, con 753 imprese (47,8% del totale regionale) e le attività professionali, scientifiche e tecniche con 362 aziende (23%), ma anche commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli con 80 imprese (5,1%) e noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese con 51 imprese, pari al 3,2%. Le start up del settore dell’industria sono 241 (15,3% del totale), di cui 216 nelle attività manifatturiere, mentre nel settore agricolo lombardo le start up innovative lombarde sono poco più di una decina (0,8%). A livello provinciale, in Lombardia è Milano a fare la parte del leone con il 69,3% delle imprese innovative lombarde (1.091 aziende), seguono Brescia e Bergamo, rispettivamente con 122 e 110 imprese, Monza e Brianza con 49 start up innovative, Pavia con 41 e Como con 31 attività. Start up: 1 su 5 è in Lombardia START UP: 1 SU 5 È IN LOMBARDIA Lombardia 1.574 23,1% 11,2% 8,6% Emilia-Romagna 759 Veneto 585 Fonte: Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati del Registro delle imprese, marzo 2017 FOCUS SVILUPPO ECONOMICO
  • 28. 55 FOCUS CULTURA E TURISMO Scopri perché la Lombardia è Speciale
  • 29. 56 SceglierediandareinvacanzainLombardiasignificaavere la possibilità di visitare ben 11 dei 53 siti italiani Patrimonio Unesco. Con 10 siti materiali e 1 immateriale (il “Saper fare liutaio” riconosciuto a Cremona), la Lombardia si conferma la regione italiana con la maggiore concentrazione di patrimoni culturali dell’umanità. Ce n’é per tutti i gusti: dall’archeologia preistorica e industriale alla pittura, passando per le bellezze naturali e architettoniche, a testimonianza dell’enorme ricchezza culturale del territorio. La regione ospita anche il primo sito italiano inserito nella World Heritage List (WHL), la lista delle aree tutelate: si tratta delle incisioni rupestri della Val Camonica alle quali nel corso degli anni si sono aggiunti i riconoscimenti degli altri siti. Anche uno dei due ultimi riconoscimenti, che confermano l’Italia il Paese al mondo con il maggior numero di siti, vede protagonista il territorio lombardo: le mura di difesa di Bergamo fanno infatti parte del nuovo sito transnazionale “Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo: Stato di Terra - Stato di mare occidentale”, presentato nel 2016 dall’Italia insieme con Croazia e Montenegro. In ballo per la Lombardia ci sono anche altre importanti candidature a cui si sta lavorando che potrebbero far salire ulteriormente il primato della regione; il progetto della Civiltà dell’acqua lombarda, che raggruppa le grandi opere idrauliche e irrigue diffuse su tutto il territorio, il riconoscimento del tratto della via Francigena che coinvolge le province di Lodi e Pavia e il progetto del patrimonio alimentare alpino. Siti Unesco: Lombardia prima regione in Italia SITI UNESCO: LOMBARDIA PRIMA REGIONE IN ITALIA FOCUS CULTURA E TURISMO MANTOVA E SABBIONETA SACRO MONTE TRENINO ROSSO DEL BERNINA CRESPI D’ADDA LIUTERIA DI CREMONA PALAFITTEPREISTORICHE ARCHITETTURA LONGOBARDA MONTE SAN GIORGIO INCISIONI RUPESTRI MURA DI BERGAMO Novità! L’ULTIMA CENA 2Toscana 3Veneto Lombardia 1 Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
  • 30. 58 La cultura non è solo svago, ma dà un contributo solido e importante alla creazione di ricchezza nel Paese incentivando lo sviluppo anche di altri settori economici, primo fra tutti il turismo. La Lombardia è la regione italiana in cui il settore della cultura e della creatività produce il maggior valore aggiunto (23,4 miliardi di euro) con il maggior numero di occupati (345mila addetti). Il primato lombardo è confermato anche quest’anno dal Rapporto 2017 “Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere. In base ai dati, in Lombardia si concentra oltre un quarto del valore aggiunto prodotto dall’industria culturale in Italia e il 23% degli occupati. A seguire il Lazio con 14,8 miliardi di valore aggiunto e 204mila addetti. In regione non è solo Milano a spiccare. Il capoluogo conferma il suo ruolo strategico a livello regionale e nazionale, mantenendo il primo posto tra le province italiane sia per valore aggiunto (14,6 miliardi) sia per numero di occupati (189 mila) davanti a Roma. Ma tra le prime venti province italiane per incidenza del settore sul totale dell’economia locale, ben sette sono in Lombardia. Oltre a Milano ci sono Monza e Brianza (6°), e poi Como, Lecco, Varese, Cremona e Bergamo. A livello nazionale il sistema produttivo culturale e creativo vale il 6% del Pil del 2016. Ha prodotto complessivamente 89,9 miliardi di euro (+1,8% rispetto all’anno precedente) e ha contribuito a un aumento dell’occupazione dell’1,5%, dando lavoro a un totale di 1,5 milioni di persone (il 6% degli occupati in Italia), 22mila unità in più sul 2015. Se si considera tutto l’indotto e i settori che beneficiano delle attività culturali, il volume d’affari generato quasi si triplica arrivando a 250 miliardi: ogni euro prodotto dalla cultura ne genera 1,8 in altri comparti. Tra i settori che beneficiano di più del patrimonio artistico- monumentale e creativo italiano c’è il turismo. Il binomio cultura e turismo in Lombardia incide per il 47% della spesa turistica, per un totale di 3,8 miliardi, seguono il Veneto con 3,6 miliardi e il Lazio con 3,5 miliardi. A livello nazionale si calcola che il 37,9% della spesa turistica, pari a 30,4 miliardi di euro, sia attivato dalla cultura e dalle attività creative, un valore in crescita di ben il 37,5% rispetto all’anno precedente. In Lombardia la cultura conta e vale IN LOMBARDIA LA CULTURA CONTA E VALE 23,4 miliardi 345 mila Valore aggiunto prodotto Numero addetti 26% 23% FOCUS CULTURA E TURISMO Fonte: Fondazione Symbola e Unioncamere, Rapporto 2017 “Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”
  • 31. 61 FOCUS TERRITORIO Scopri perché la Lombardia è Speciale
  • 32. 62 La Lombardia si conferma lo snodo più importante d’Italia per il trasporto delle merci. Nella classifica nazionale il primo posto è occupato dall’aeroporto di Malpensa, seguito al secondo posto da quello di Roma Fiumicino e al terzo dallo scalo lombardo di Orio al Serio (Bergamo). Anche in Europa la Lombardia ricopre una posizione di tutto rispetto: Malpensa è al nono posto tra gli aeroporti europei per merci trasportate. Il primato spetta, invece, allo scalo di Francoforte, seguito da Parigi, Amsterdam Schiphol e Londra Heathrow. Nel 2016 nell’aeroporto di Malpensa sono state movimentate più di 540mila tonnellate di merci, più del 50% del totale del traffico nazionale, con un incremento del 7,4% rispetto al 2015. A Orio al Serio sono state movimentate oltre 117mila tonnellate di merci, ma con un calo del 2,7% rispetto al 2015. In leggero calo, anche, lo scalo di Linate con circa 15mila tonnellate, che registra un meno 2%. Tre aeroporti lombardi entrano nella classifica dei primi cinque d’Italia per passeggeri trasportati nel 2016. Al primo posto c’è Roma Fiumicino, al secondo Malpensa, seguito da Orio al Serio e Linate. Lo scorso anno a Malpensa sono stati trasportati, in arrivo e in partenza, più di 19,4 milioni di passeggeri, il 4,5% in più rispetto al 2015, a Orio al Serio più di 11 milioni passeggeri, il 7% in più rispetto al 2015 e, infine, a Linate più di 9,6 milioni, dato in linea con la performance del 2015. Anche i primi mesi del 2017 hanno evidenziato il trend di crescita degli scali lombardi sia sul fronte del trasporto passeggeri sia su quello delle merci. A gennaio e febbraio Malpensa ha trasportato 2,8 milioni di passeggeri con un incremento medio dell’11,6% rispetto ai primi due mesi del 2016, 1,6 milioni di persone sono arrivare e partite da Orio al Serio, con un aumento dell’8,1% rispetto allo scorso anno. Bene anche lo scalo di Linate che si è attestato su 1,4 milioni di passeggeri e un incremento del 4,8%. Anche il trasporto merci nei primi due mesi dell’anno ha segnato un risultato positivo. A Malpensa sono state movimentate 86mila tonnellate con un aumento dell’11,7%, a Orio al Serio 18mila (+4,6%) e a Linate 2.500 (+6%). Trasporto merci: Malpensa primo aeroporto in Italia TRASPORTO MERCI: MALPENSA PRIMO AEROPORTO IN ITALIA FOCUS TERRITORIO 540mila tonnellate di merci oltre 50% del traffico nazionale +7,4% rispetto al 2015 Malpensa Roma Fiumicino Orio al Serio 1. 2. 3. Fonte: Dati di Regione Lombardia, 2017
  • 33. 64 Il Rapporto Pendolaria 2016 conferma il primato lombardo per quanto riguarda l’offerta di servizi ferroviari. È la Lombardia infatti la regione che più delle altre ha messo risorse proprie aggiuntive per nuovi treni e servizi per i pendolari nel periodo 2005-2015, con un totale di circa 1,6 miliardi di euro (di cui circa 780 milioni per il materiale rotabile e oltre 800 milioni per i servizi). Spicca il costante livello di investimenti della Lombardia anche nel 2015, secondo solo alla Provincia autonoma di Bolzano. Sono quasi 5,5 milioni le persone che ogni giorno in Italia usano regolarmente il treno per spostarsi per ragioni di lavoro o di studio, ma con differenze rilevanti di offerta di servizio ferroviario tra le regioni italiane. Ogni giorno in Lombardia si effettuano 2.300 corse giornaliere di treni regionali. Lacrescitadeipendolari,inparticolare,presentadifferenze macroscopiche, perché il numero aumenta dove il servizio non è stato tagliato e dove sono stati realizzati investimenti nell’acquisto di nuovi treni: nel 2015 in Lombardia i pendolari sono arrivati a 712mila, registrando un +1,3% dall’anno precedente, contro la media nazionale di +0,7%. Quale buona pratica per gli utenti, Legambiente cita il servizio TILO, acronimo di Ticino-Lombardia, gestito da Ferrovie Federali Svizzere (FFS) con Trenord per connettere la rete celere del Canton Ticino e il servizio ferroviario suburbano di Milano, con coincidenza dei treni a Chiasso e Camnago. TILO fornisce informazioni aggiornate sul grado di occupazione dei treni in modo che chi viaggia, senza stringenti orari da rispettare, possa scegliere un treno meno affollato e contribuire a un’equa distribuzione dei passeggeri sui convogli. La Lombardia investe più di tutti per nuovi treni e servizi LA LOMBARDIA INVESTE PIÙ DI TUTTI PER NUOVI TRENI E SERVIZI FOCUS TERRITORIO + 1,3% viaggiatori in Lombardia rispetto al 2015 2.300 corse giornaliere in Lombardia + 0,7% media nazionale 1ª Regione per offerta di servizi ferroviari (circa 1/5 del totale dell’offerta nazionale) Fonte: Legambiente, Rapporto Pendolaria, 2016
  • 34. 6666 La Lombardia è la regione italiana con maggiore produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (FER), con un consumo finale lordo di 3.102 chilotonnellate di petrolio (ktep) a fronte di 19.182 ktep consumati in Italia (ad esclusione del settore dei trasporti). Il 16% dei consumi da fonti green in Italia sono quindi lombardi; seguono il Veneto e il Piemonte che rappresentano il 10% del totale nazionale. Fino al 2007 l’andamento delle FER è stato oscillante con un incremento tra il 2000 e il 2007 dell’11%, mentre tra il 2008 e il 2013 l’incremento ha raggiunto il 40,5%, anche per effetto delle politiche di incentivazione del parco elettrico rinnovabile. Nel breve periodo, un rapporto di GSE (Gestore Servizi Energetici), rivela che tra il 2012 e il 2014, la Lombardia segue il trend italiano di crescita dei consumi di energia pulita. Nel dettaglio, si registra un aumento sensibile dei consumi finali lordi di energia da FER tra il 2012 e il 2013 (passando da 2.826 a 3.113 Ktep) per diminuire leggermente nel 2014 con 3.102 ktep. Per la prima volta nel 2013 le FER in Lombardia hanno superato il 10% dei consumi finali di energia. Analizzando le diverse fonti rinnovabili si registra che la quota principale di energia da FER in Lombardia deriva dalla produzione idroelettrica, con circa il 35,5% del totale. Determinanti sono inoltre il contributo dell’energia ottenuta dalla combustione di biomasse e rifiuti, da biogas e da pompe di calore. La Lombardia è inoltre la seconda regione italiana per consumi da fonte solare (208 ktep), dopo la Puglia (317 ktep); cresce infatti il fotovoltaico a livello regionale: gli impianti installati a fine 2013 sono stati ben 84.338. Si tratta di un primato importante, anche alla luce degli obiettivi di burden sharing fissati per ciascuna Regione dal Ministero dello Sviluppo Economico alla luce della Direttiva 2009/28/CE. La Direttiva assegna all’Italia l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 una quota di consumi di energia da FER almeno pari al 17%. Lombardia green: prima regione per consumi da fonti rinnovabili FOCUS TERRITORIO Fonte: GSE, 2016
  • 35. 68 Numero imprese Piemonte LazioLombardia Italia 52.910 9.862 4.541 4.042 Numero addetti Piemonte LazioLombardia Italia 438.481 80.614 66.869 44.881 68 Riproduzione di piante, raccolta di rifiuti, ricerca nelle scienze naturali, energie rinnovabili e tutela dell’ambiente:leimpresegreencresconoinLombardia del 31% in cinque anni, rappresentano un quinto del totale nazionale e un quarto del fatturato italiano. Sono alcuni dei dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano sulla crescita del settore tra il 2015 e il 2016 e tra il 2011 e il 2016. In Italia è la Lombardia a trainare lo sviluppo del settore. Con meno di un quinto del totale delle imprese, 9.862 su 52.910, fattura però un quarto del totale italiano: 50 miliardi su 200 complessivi. Ed è la provincia di Milano la regina della classifica con 35 miliardi, fatturati dalle sue 4mila aziende. A spingere la crescita del settore sono sicuramente le maggiori province italiane, in particolare Milano, che si posiziona al primo posto per numero di aziende (4.018), seguita da Roma (3.003) e Torino (2.147). Nella classifica delle province più rappresentative ottengono una buona posizione anche altre due realtà lombarde: Brescia che si trova al sesto posto in Italia, con 1.275 imprese, e Bergamo al nono posto, con 1.057. La Lombardia è prima per numero di addetti con 80.614 e un incremento, in cinque anni, dell’11%, seguita dal Piemonte con 66.869 e dal Lazio con 44.881 addetti. In Italia complessivamente ci sono 438mila persone che lavorano nelle aziende green, con un incremento del 12% dal 2011 al 2016. Per quanto riguarda le province con maggiori addetti è quella di Torino la prima in classifica, con 56.928, anche se nell’ultimo anno ha registrato un calo del 12,4%. Al secondo posto c’è Roma con 40.414, con un aumento del 7,2%, e terza Milano, con 38.278 e un più 9,3% rispetto al 2015. Imprese green: in Lombardia ¼ del fatturato italiano IMPRESE GREEN: IN LOMBARDIA ¼ DEL FATTURATO ITALIANO FOCUS TERRITORIO Fonte: Camera di Commercio di Milano su dati 2011, 2015 e 2016
  • 36. 71 FOCUS DICONO DI NOI Scopri perché la Lombardia è Speciale
  • 37. 72 FOCUS DICONO DI NOI UnostudiodellaConfcommerciosullaspesapubblica presentato al convegno “Meno tasse, meno spesa”, ha calcolato che quella locale, cioè di Regioni, Province e Comuni, ammonta complessivamente a 176,4 miliardi. Ma le autonomie potrebbero tranquillamente mettersi a dieta, spendendo 102 miliardi, senza compromettere i servizi. Anzi, per quella cifra, un bel pezzo di Paese potrebbe addirittura migliorarli e portarli su standard più europei. Il metodo utilizzato dal Centro studi della Confederazione guidata da Carlo Sangalli consiste nel calcolare la spesa pubblica pro capite delle Regioni. Quella media in Italia è di 2.963 euro. La ricerca mette in evidenza che se i servizi pubblici costassero in tutta Italia come in Lombardia, si risparmierebbero ben 74,1 miliardi euro. Confcommercio ha calcolato che bisognerebbe comunque investire 51,2 miliardi per rendere efficienti le regioni che non lo sono. Resterebbero comunque ben 23 miliardi di spesa locale che sono del tutto ingiustificati. Un risparmio da 23 miliardi se l’Italia fosse la Lombardia La spesa pubblica locale LUGLIO 2015 23-LUG-2015 da pag. 6 foglio 1 / 2 Dir. Resp.: Alessandro Sallusti www.datastampa.it Lettori I 2015: 484.000 Diffusione 04/2015: 83.049 Tiratura 04/2015: 148.106 Quotidiano Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati - Ed. nazionale
  • 38. 74 Il Sole 24 Ore promuove a pieni voti la sanità lombarda. E’ quanto emerge dall’indagine sulla “Qualità della vita” nelle province italiane, realizzata dal giornale economico. Lo studio, arrivato alla sua 27esima edizione, ha messo a paragone le province italiane su 42 indicatori. Nel settore sanitario la Lombardia conquista i primi sei posti della classifica: al primo posto per il basso tasso di emigrazione sanitaria c’è Bergamo, seguita da Sondrio, Como, Lecco, Monza e Brianza e al sesto posto Brescia. A seguire Ravenna, Forlì, Cesena, Bologna e Medio Campidano. Dati in linea con l’allarme lanciato anche dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Sono circa 800mila le persone affette da tumore che decidono di curarsi in una regione diversa da quella di residenza. Si tratta prevalentemente di malati che provengono dal Sud Italia e scelgono gli ospedali del Nord, in particolare quelli della Lombardia. Secondoidati,ogniannooltre160milapersonecolpite da questa grave patologia scelgono, in particolare, gli ospedali milanesi: 55mila persone arrivano dalla Campania, 52mila dalla Calabria, 33mila dalla Sicilia, 12mila dall’Abruzzo e 10mila arrivano dalla Sardegna. Secondo l’Aiom le migrazioni sanitarie, oltre che verso la Lombardia, si indirizzano anche verso gli ospedali del Lazio, dell’Emilia-Romagna e della Basilicata. Sanità: Il Sole 24 Ore promuove la Lombardia FOCUS DICONO DI NOI
  • 39. 76 La Lombardia punta sulle sue imprese più delle altre regioni italiane ed europee. E lo fa spendendo il 66,4% dei Fondi strutturali europei in interventi finalizzati a sostenere l’innovazione, la ricerca e la competitività delle sue aziende. E’ quanto emerge da un’elaborazione effettuata dall’Osservatorio Il Sole 24 Ore sui dati della Commissione europea sull’utilizzo dei Fondi strutturali 2014-2020. Secondo la classifica, la Lombardia è la seconda regione d’Europa che spende di più e meglio i fondi strutturali “a misura d’impresa”. Al primo posto c’è Baden-Wurttemberg (Germania), mentre al terzo Algarve (Portogallo). Tra le regioni europee che hanno investito di più, oltre il 50% delle risorse, ci sono anche altre due regioni italiane: l’Emilia-Romagna e la Toscana che si posizionano, rispettivamente, al dodicesimo e sedicesimo posto. Baden-Wurttemberg, Lombardia e Algarve sono anche le amministrazioni che hanno già assegnato almeno il 20% delle risorse. Fondi Ue: Lombardia al top con Baden-Wurttemberg FOCUS DICONO DI NOI
  • 40. 7978 La Lombardia è la regione che sa valorizzare meglio i Fondi Ue: è prima in Italia per finanziamenti ottenuti e numero di bandi già realizzati. L’Osservatorio Il Sole 24 Ore ha analizzato tutti i bandi per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e per il Fondo sociale europeo (Fse), pubblicati dalle regioni italiane all’interno della programmazione dei fondi Ue per il periodo 2014-2020. Finora (lo studio fa il punto della situazione al 30 settembre 2016) sono stati pubblicati in tutto 397 bandi, un anno fa erano soltanto 96. In testa a questa classifica c’è la Lombardia con una dotazione finanziaria di 730 milioni di euro e 33 bandi. A seguire, la Sicilia con 466,9 milioni di euro e 10 bandi. Terzo in classifica il Lazio con 319,5 milioni di euro e 26 bandi. Il Fesr nasce per consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione europea, correggendo gli squilibri fra regioni. Sono quattro le aree prioritarie chiave su cui si concentrano gli investimenti di questo fondo: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese ed economia a basse emissioni di carbonio. Il Fse ha invece lo scopo di investire sulle persone, con particolare attenzione al miglioramento delle opportunità di formazione e occupazione, cercando di sostenere le persone in condizioni di maggiore vulnerabilità e a rischio di povertà. Gli investimenti del Fse coinvolgono tutte le regioni dell’Unione europea e fra il 2014 e il 2020 sono previsti investimenti per oltre 80 miliardi di euro. Nello stesso periodo saranno quattro gli obiettivi principali da raggiungere: la promozione dell’occupazione e il sostegno alla mobilità dei lavoratori; la promozione dell’inclusione sociale e la lotta contro la povertà; l’investimento in istruzione, competenze e apprendimento permanente; il miglioramento della capacità istituzionale nonché dell’efficienza dell’amministrazione pubblica. Per quanto riguarda la situazione dei bandi in Italia, al momento bisogna considerare che dell’intera dotazione a disposizione delle regioni italiane fino al 2020, finora sono stati utilizzati 3,4 miliardi, una percentuale pari al 9,6% del totale. Anche in questo caso la Lombardia non ha perso tempo: per il Fesr ha già destinato il 34% delle risorse previste, mentre per il Fse il 40% del totale. Fondi Ue: la Lombardia fa il pieno di risorse Fonte: Osservatorio Il Sole 24 Ore FONDI UE: LOMBARDIA PRIMA PER FINANZIAMENTI E BANDI FOCUS DICONO DI NOI
  • 41. 80