"Comunità che si prendono cura", intervento di Giorgio Mion al convegno "Famiglie e territori" di Uneba Veneto del 25 maggio 2018 - www.uneba.org/tag/convegno-valori-veneto
3. «Una comunità è, anzitutto, un’indefinita e complessa tra i suoi componenti che,
all’interno di questo contesto, possono essere definiti “individui”. Queste relazioni consistono in
un , in una mission condivisa o, al limite, in un condiviso mutuo
interesse». (Robert C Solomon, 1994)
5. «Così il fine della società non è un bene individuale né la collezione dei beni individuali di ognuna
delle persone che la costituiscono. Una simile formula dissolverebbe la società come tale a
beneficio delle sue parti […] Il fine della società è il bene della comunità, il bene del corpo sociale.
Ma se non si capisse che questo bene del corpo sociale è un ,
come il corpo sociale stesso è un tutto di persone umane, questa formula, a sua volta,
condurrebbe ad altri errori…» (Jacques Maritain)
6. «L’auto-interesse non è l’attitudine naturale che noi assumiamo in ogni situazione ed in ogni
scambio. L’ , così come la e la , viene coltivata e
promossa dall’ambiente, dalla cultura, dalla cultura aziendale in particolare» (Robert C. Solomon)
8. «La relazione tra e è sconcertante. In un certo momento, coloro dotati di maggior
reddito sono, in media, più felici di coloro che godono di un livello più basso. Nel ciclo di vita,
tuttavia, la felicità media di uno stesso gruppo di persone rimane costante nonostante il reddito
cresca». (Richard Easterlin)
11. «L’idea che in ultima istanza non conti nient’altro [che la felicità] - né la , né ,
né la - non trova facile rispondenza nel modo in cui la gente ha concepito e continua a
concepire ciò la cui bontà appare evidente» (Amartya Sen)
12. «L’antinomia interna al concetto di eudaimonia sta […] alla base del
insuperabile tra eudaimonismo e dovere di giustizia. Da un lato, la giustizia è parte della vita e le sue
esigenze possono essere valutate a seconda che siano adatte a promuovere o a pregiudicare la riuscita
della vita. Dall’altro lato, ogni sforzo per la riuscita della propria vita può essere misurato sul suo accordo
con la giustizia, i cui precetti inesorabilmente relativizzano la personale tensione alla felicità. Se non esiste
possibilità di comprendere, e così di superare questo dualismo, il reciproco relativizzarsi delle due evidenze
conduce alla scepsi morale e dunque alla possibilità di ‘vivere rettamente’» (Robert Spaemann)
13. La cura «… consiste nell’essere una e accade in una , è mossa
dall’interessamento per l’altro, orientata a promuovere il suo ben-esserci; per questo si occupa di
qualcosa di essenziale per l’altro […] La cura non è un sentimento o un’idea ma un atto […] E se –
come sostiene Heidegger – gli esseri umani 'sono ciò che vanno facendo', allora si può dire che il
modo di fare » (Luigina Mortari)
14. In economia, la fiducia come «il volo del calabrone e il rimedio per il singhiozzo, funziona in
pratica ma non in teoria» (Martin Hollis)
16. Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so.
Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gn 4, 9)
17.
18. «Quasi tutti sono d’accordo nell’attribuire una sorta di primogenitura a strutture destinate
all’inizio all’assistenza dei pellegrini e, successivamente, alla cura degli ammalati e degli infermi.
Tuttavia, se ci è nota la presenza a Lucca sin dall’anno 720 di un ricovero, diretto da laici e
destinato a quella particolare categoria di viaggiatori, ci è anche nota l’esistenza nella Milano del
784 di un ospizio per trovatelli fondato dall’arciprete Dateo». (Alberto Cova)
19. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una ,
senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e
coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti
avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci. (Evangelii Gaudium, n. 223)