SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 37
Stefano Ventura
Il terremoto dell’Irpinia
dall’emergenza alla
ricostruzione.
Una storia controversa e una
memoria difficile
Carpi, 19 aprile 2013
INDICE DEGLI ARGOMENTI
1. Introduzione. La storiografia delle catastrofi
2. Il terremoto del 1980 in IRPINIA
L’evento e le testimonianze
L’emergenza.
3. La ricostruzione. Due temi:
 L’urbanistica
 Il lavoro e l’industrializzazione
4. Conclusioni. La memoria difficile
La storiografia delle
catastrofi
Il prima e il dopo: la tabula rasa
“Un grande terremoto “rappresenta” la fine del mondo. In
dimensioni ridotte, s’intende; il terremoto e’ una catastrofe
diversa, assolutamente diversa da tutte le altre: esso non
solo uccide l’esistenza biologica, rompe i cardini della natura
stessa, spezza l’asse della terra, risospinge la società e la
storia ai tempi del diluvio”.
Augusto Placanica, Il filosofo e la catastrofe, 1985
Catastrofe = capovolgimento della natura
Per le scienze umane, una catastrofe si può intendere come un DISVELAMENTO, una
tabula rasa, aumento esponenziale delle possibilità decisionali e politiche.
Per le scienze umane si offre un’occasione di studiare le comunità all’anno zero, le loro
scelte, le “continuità e le rotture” dei processi storici. Abuso del termine nel
linguaggio corrente
“L’ accettare i terremoti come esperienza continua della società e
della storia urta troppo profondamente il moderno orgoglio europeo.
Questo orgoglio isola le catastrofi nel presente e le elimina dal
passato perché non devono definire il futuro. Se oggi sopravviene
un cataclisma, esso viene discusso dall’opinione pubblica con toni
così accesi, come se in passato non ne fossero mai avvenuti. Poi
il suo ricordo viene precipitosamente scacciato dalla coscienza
collettiva, come se simili eventi non dovessero più verificarsi.”
Arno Borst, Il terremoto del 1348. Contributo storico alla ricerca sulle catastrofi,
1988.
Terremoti e modernità
1976 -1980,
si parla di terremoti
 Nasce il Progetto finalizzato
geodinamica del CNR;
 Nasce la consapevolezza che una
Protezione Civile nazionale è
necessaria;
 Anche le scienze umane si
interrogano su catastrofi e storia.
La storiografia delle
catastrofi
L’EVENTO
23 novembre 1980. Ore 19,35
6,9 scala Richter
2914 morti
8850 feriti
Circa 400 mila senzatetto
(280mila area interna + 120mila area urbana di Napoli)
Le testimonianze:
gli elementi ricorrenti
“Di quei terribili momenti ricordo la scossa interminabile, ma siccome casa
mia rimase illesa, così come quella vicina, non ci sembrava che fosse
successo niente di grave. Quando però uscimmo fuori e ci girammo verso la
piazza, si presentò ai nostri occhi questa immagine: un immenso polverone
bianco, spaventoso, macerie ovunque, uno sconvolgimento totale. Nel giro
di dieci minuti fummo ricoperti di polvere, sembravamo mugnai, eravamo
completamente bianchi. Non sembrava novembre quella sera, c’era una
luna che ti sfidava, che illuminava le macerie, beffarda”.
(Ventura, NON SEMBRAVA NOVEMBRE QUELLA SERA, Mephite, 2010)
Le testimonianze:
la precisione dei particolari
“Avevo nove anni e mezzo. La sera del 23 novembre
stavo studiando storia (allora frequentavo la
scuola elementare) nella cucina di casa, al terzo piano
di uno stabile, che apparteneva alla mia famiglia
ed era stato restaurato nel 1978. Ero con mio nonno,
ex maresciallo della Finanza, e mia nonna Maria.
Vidi saltare in aria il libricino che avevo davanti e
si sentì un boato fortissimo.
Quando mia nonna si accorse della cosa, ci spinse fuori e, sebbene fosse
notte, si vedeva benissimo grazie a una luna spaventosamente
grande. Casa nostra fu investita da massi e macerie provenienti da altre
abitazioni. Mi misi le mani in testa, dopo essere stato sbalzato dalla sedia,
e mi riparai sotto il camino. Sentii un forte dolore alla mano, poiché un
masso mi cadde sulla testa, mentre io la proteggevo con le mani. Sentivo
solo il freddo del sangue che scorreva sulle mani.”
(Ventura, Il terremoto dell’Irpinia. Storiografia e memoria, Italia contemporanea
n.43/2006)
Le testimonianze:
la memoria collettiva dei terremoti
Immagina questa piazza con tutte le case a terra
e con un mare di gente nella piazza grande del
paese con polvere dappertutto e con persone che
vagavano incredule; che poi il terremoto precedente
l‟abbiamo vissuto nel „62, anche se è stato molto lieve.
La gente è abituata al terremoto, storicamente c’è memoria del terremoto,
anche io ricordo quel terremoto del „62 e ricordo che in piazza ci siamo
messi a giocare a pallone, perché è stata una scossa così, però, stavamo in
piazza.
Questo terremoto ha sconvolto anche il rapporto con, la visione della morte, cioè
tu cammini, sei in piazza, e hai persone a terra con la testa spaccata, alcune già
sistemate a lato perché erano morti, e poi per tutto il paese gente che vagava in
cerca di non so cosa, magari come me in cerca dei parenti per tutta la notte.
(da La MALANOTTE, di Marcello Anselmo, audio - documentario Radio3)
 I battaglioni dell’esercito specializzati
erano dislocati a molta distanza.
 Le vie di comunicazione erano
difficilmente accessibili e molte volte
interrotte o crollate.
 Le figure chiave nei paesi morirono nella
scossa, in molti casi (sindaci, parroci,
carabinieri, medici).
 Le prime notizie dei telegiornali, oltre a
sottovalutare l’evento, collocavano
l’epicentro a 50 km di distanza
dall’epicentro reale.
Il ritardo dei soccorsi:
le cause
« Non vi sono stati i soccorsi immediati
che avrebbero dovuto esserci. Ancora
dalle macerie si levavano gemiti, grida
di disperazione di sepolti vivi .
Tutti gli italiani e le italiane – qui non
c’entra la politica, c’entra la solidarietà
umana – devono sentirsi mobilitati per
andare in aiuto di questi loro fratelli
colpiti da questa sciagura perché,
credetemi, il modo migliore di ricordare i
morti è quello di pensare ai vivi ».
Sandro Pertini
LA GESTIONE DELL’EMERGENZA: le prime settimane
 Zamberletti nominato commissario
straordinario (24 novembre); diventa
operativo a 30 ore di distanza dall’evento
 I volontari, dal caos ai gemellaggi (ad
ogni comune viene assegnata una
istituzione gemellata).
 Il commissario affianca i generali ai
sindaci dei comuni terremotati
 Il piano S (= sgombero, definizione
giornalistica) non funziona.
Il commissario intendeva spostare sulla
costa tra i 170mila e i 250mila senzatetto. I
senzatetto realmente sgomberati furono
21mila.
Giuseppe
Zamberletti
LA GESTIONE DELL’EMERGENZA: la seconda fase
 Dicembre 1980: Dopo aver recuperato i cadaveri (più di un mese di lavoro) e
dopo aver sistemato i senzatetto in tende e roulotte, si pensa a dove collocare
gli insediamenti provvisori (prefabbricati).
 Novembre – dicembre 1980: Nascono i comitati popolari, o di base,
motivazioni 1) disagio generale della vita nelle tendopoli 2) incontro tra i tanti
volontari di sinistra e i locali (pochi) contro blocco di potere locale D.C.
 11 dicembre 1980: omicidio del sindaco di Pagani, Marcello Torre
 14 febbraio 1981: Altra scossa: provoca un solo morto, a Napoli, dove scoppia
la rivolta dei disoccupati organizzati; (era già avvenuto l’11 dicembre 1980);
 27 aprile 1981: rapimento di Ciro Cirillo da parte delle BR
 25 Aprile – 1 maggio 1981: anche i comitati popolari irpini occupano
l’autostrada Salerno –Reggio Calabria e chiedono di essere ricevuti da
Zamberletti
 14 maggio 1981: il Parlamento approva la legge di ricostruzione, a larga
maggioranza e con l’astensione del PCI. Vota contro l’Msi.
Gli attori
dell’emergenza e della
ricostruzioneIl
commissariato
straordinario
Governo e
Parlamento
Regioni, Province,
Comunità Montane
I sindaci
del
terremoto
I volontariI comitati
popolari
La ricostruzione
urbanistica
 Filosofia di intervento: sulle ricostruzioni dei singoli comuni decidono i
sindaci. L’ impostazione del Friuli calata in un contesto diverso provoca
scompensi e risultati diversi (Judith CHUBB, 2002)
 Uffici di piano delle Soprintendenze, scelta di recuperare filologicamente
(com’era e dov’era) solo pochi centri storici.
 Le tre fasce di danno: i comuni terremotati passano da 286 a 687 (tra
gennaio e maggio 1981)
 Il fabbisogno di tecnici: anomalie e impreparazione
Gli effetti sociali della ricostruzione urbanistica
Case più grandi e comode, la dimensione privata ha
soppiantato la dimensione pubblica
 Il patrimonio abitativo moltiplicato si scontra con lo
spopolamento
 Il danno ambientale: posti pieni di verde invasi dal cemento
Civiltà contadina/modernità incivile
 Forte frazionamento e conflittualità interna alle comunità
PROGETTO-PILOTA SUL CENTRO STORICO (1981),
COMUNE E UFFICIO DI PIANO DELLA SOPRINTENDENZA
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
PRIMA DEL SISMA
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
DOPO IL SISMA
Il centro storico
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
PRIMA DEL SISMA
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
DOPO IL SISMA
MAPPA DEL CENTRO ABITATO
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
PRIMA DEL SISMA
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
DOPO IL SISMA
Veduta da Google
Earth
CONZA DELLA CAMPANIA
PRIMA DEL TERREMOTO
CONZA DELLA CAMPANIA
DOPO IL TERREMOTO
CONZA DELLA CAMPANIA NUOVO INSEDIAMENTO
Foto aerea da Google Earth
TEORA PRIMA DEL TERREMOTO TEORA DOPO IL TERREMOTO
Piazza XX settembre
TEORA PRIMA DEL TERREMOTO TEORA DOPO IL TERREMOTO
Corso Plebiscito
Corso Plebiscito
Teora oggi
TEORA PRIMA DEL SISMA TEORA OGGI
Veduta aerea da Google EarthPanorama, anni ‘70
LAVIANO PRIMA DEL SISMA LAVIANO DOPO IL SISMA
Veduta dal Castello
LAVIANO PRIMA DEL SISMA LAVIANO DOPO IL SISMA
Bisaccia, Chiesa di A.L.
Rossi
Quartiere Castello di Teora
Stadio, S. Gregorio Magno Piano di Zona, Colliano
Gli stili architettonici
Il lavoro e l’industrializzazione (art.32 legge 219)
Previsioni del 1981
20 nuove aree
(province di Avellino, Salerno e
Potenza)
Aziende previste: 255
Posti di lavoro previsti:
13805
Area industriale di Buccino,
Salerno, 2010
Risultati
Posti di lavoro creati :
6804
(Dato di luglio 2011, è il 49%
delle previsioni,
ma il dato è sovrastimato)
Fondi statali spesi:
Circa 13 milioni di euro
(pari a 25mila miliardi di lire)
Fonte: La fabbrica del terremoto,
Osservatorio sul Doposisma – Area
Ricerche Monte dei Paschi di Siena, 2011
LE CIFRE DELLA RICOSTRUZIONE
Per il terremoto di Campania e Basilicata
lo Stato italiano, al 2008, ha speso
circa 63mila miliardi di lire (pari a 32.363.593.779 €)
Ricostruzione compiuta al 95% (dopo 32 anni e 5 mesi)
Lo studio di Geipel sul terremoto del
Friuli (1976)
*Geipel – Pohl – Stagl,
Opportunità, problemi e conseguenze
della ricostruzione dopo una catastrofe,
1990
I tempi/le fasi
•Fase a breve termine
(fino a un anno circa dalla
catastrofe)
•Fase a medio termine
(dai 2 ai 5 anni)
•Fase a lungo termine
(dai 6 ai 10 anni dalla catastrofe)
I modelli teorici
Alternativa 1: ripristino puro e
semplice dello status quo ante
Alternativa 2: occasione per il
miglioramento delle strutture
Alternativa 3: nessun obiettivo
predefinito per la ricostruzione
Le scelte di ricostruzione
1. Top - down (Le autorità dello Stato
intervengono dall’alto)
2. Negoziale (tra Stato, autorità locali e
popolazione)
3. Mista (livelli intermedi tra i casi
precedenti)
Alfio Mastropaolo, Università di Torino
L’Aquila 2010, dietro la
catastrofe, Meridiana
n. 65-66
Uno studio sul terremoto dell’Aquila
Terremoto in Emilia, 20-29 maggio 2012
Quale scenario?
CONCLUSIONI: La memoria difficile
Il meccanismo del ricordo nelle testimonianze orali irpine: l’evento, la
solidarietà, il salto nel buio (perché il terremoto dell’Irpinia viene associato
all’Irpiniagate).
Due tipi di rimozione:
- collettiva
(paura che il cielo ci cada sulla testa, Asterix e Obelix)
- individuale, necessaria per andare avanti.
“L’oblìo curativo, come il vino di Elena, lenisce i dolori” (Omero)
Chi subisce uno shock ricorda con difficoltà.
Il caso dell’Olocausto: ricordare comporta
dolorose rivisitazioni.
La retorica dell’emergenza serve a celare
le reali responsabilità
(esempio: gli abruzzesi “forti e gentili”)
CONZA,
Monumento in memoria
delle vittime del terremoto
In un disastro, viene chiamata in causa non solo e non tanto la
nostra capacità o incapacità di misurarci con l‟emergenza, con i
disastri che ci travolgono, ma più ancora la nostra frequente
rimozione dei doveri fondamentali di un paese”.
Guido Crainz
La memoria utile
 Dovere della memoria (forme di tutela,
conservazione, trasmissione).
La memoria è utile, in particolare alle
nuove generazioni.:
- per conoscere e sapere come
comportarsi in caso di terremoto;
- per non commettere gli stessi errori del
passato.
Bibliografia di riferimento
 Francesco Barbagallo, Napoli fine novecento. Politici, camorristi, imprenditori,
Einaudi, 1997
 Ada Becchi Collida, Passano gli anni e il nuovo non viene.
 J. Dickie – J. Foot – F. Snowden, Disastro! Disasters in Italy since 1860: culture,
politics, society, Palgrave, 2002.
 G. Gribaudi – A. Zaccaria, Terremoti: storia, memorie, narrazioni, Università di
Napoli, 2012.
 Franco Arminio, Viaggio nel Cratere (Sironi 2003) e Terracarne (Mondadori, 2011)
 Giovanni Iozzoli, I terremotati, Manifesto Libri, 2009.
Ambiente, rischio sismico e prevenzione nella storia italiana, a cura di G. Silei,
Lacaita, 2011.
 Osservatorio sul Doposisma (rapporti annuali 2010, 2011, 2012)
FILM E DOCUMENTARI:
 Lina Werthmuller, Era una domenica sera di novembre, 1981.
Stefano Ventura
ventura80@libero.it
www.orent.it
www.osservatoriosuldoposisma.com
Grazie per l’attenzione

Weitere ähnliche Inhalte

Was ist angesagt?

CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...
CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...
CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...Ricardo Chao Prieto
 
TEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTA
TEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTATEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTA
TEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTAFlorencio Ortiz Alejos
 
5 romanticismo
5 romanticismo5 romanticismo
5 romanticismoFranco Zhu
 
Las principales áreas industriales
Las principales áreas industrialesLas principales áreas industriales
Las principales áreas industrialesanga
 
Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...
Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...
Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...Florencio Ortiz Alejos
 
II Imperio y III República en Francia
II Imperio y III República en FranciaII Imperio y III República en Francia
II Imperio y III República en FranciaGuilleLuna96
 
Segunda República y Guerra Civil Española
Segunda República y Guerra Civil EspañolaSegunda República y Guerra Civil Española
Segunda República y Guerra Civil EspañolaMavi Pastor
 
Tema 2. La Revolución Industrial
Tema 2. La Revolución IndustrialTema 2. La Revolución Industrial
Tema 2. La Revolución Industrialcopybird
 
Exposición universal en barcelona (1888)
Exposición universal en barcelona (1888)Exposición universal en barcelona (1888)
Exposición universal en barcelona (1888)Alaska Paredes
 
Esquemes història d´espanya i catalunya segle xx
Esquemes història d´espanya i catalunya segle xxEsquemes història d´espanya i catalunya segle xx
Esquemes història d´espanya i catalunya segle xxolympia1348
 
Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...
Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...
Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...Florencio Ortiz Alejos
 
La declaracion del Congreso de Múnich
La declaracion del Congreso de MúnichLa declaracion del Congreso de Múnich
La declaracion del Congreso de MúnichEco76
 

Was ist angesagt? (20)

CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...
CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...
CONCEPTOS DEL TEMA 10. LA SEGUNDA REPÚBLICA. LA GUERRA CIVIL EN UN CONTEXTO D...
 
TEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTA
TEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTATEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTA
TEMA 13. ESPAÑA: LA DICTADURA FRANQUISTA
 
5 romanticismo
5 romanticismo5 romanticismo
5 romanticismo
 
Textos
TextosTextos
Textos
 
Parigi
ParigiParigi
Parigi
 
Las principales áreas industriales
Las principales áreas industrialesLas principales áreas industriales
Las principales áreas industriales
 
Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...
Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...
Bloque 7. Resume el origen y evolución del catalanismo, el nacionalismo vasco...
 
II Imperio y III República en Francia
II Imperio y III República en FranciaII Imperio y III República en Francia
II Imperio y III República en Francia
 
Segunda República y Guerra Civil Española
Segunda República y Guerra Civil EspañolaSegunda República y Guerra Civil Española
Segunda República y Guerra Civil Española
 
Musiche e natura
Musiche e naturaMusiche e natura
Musiche e natura
 
Tema 2. La Revolución Industrial
Tema 2. La Revolución IndustrialTema 2. La Revolución Industrial
Tema 2. La Revolución Industrial
 
Pirandello
PirandelloPirandello
Pirandello
 
Fondamenti della metodologia della ricerca su fonti primarie e secondarie nel...
Fondamenti della metodologia della ricerca su fonti primarie e secondarie nel...Fondamenti della metodologia della ricerca su fonti primarie e secondarie nel...
Fondamenti della metodologia della ricerca su fonti primarie e secondarie nel...
 
HEGEL - Gli scritti teologici giovanili
HEGEL - Gli scritti teologici giovaniliHEGEL - Gli scritti teologici giovanili
HEGEL - Gli scritti teologici giovanili
 
Exposición universal en barcelona (1888)
Exposición universal en barcelona (1888)Exposición universal en barcelona (1888)
Exposición universal en barcelona (1888)
 
Esquemes història d´espanya i catalunya segle xx
Esquemes història d´espanya i catalunya segle xxEsquemes història d´espanya i catalunya segle xx
Esquemes història d´espanya i catalunya segle xx
 
Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...
Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...
Bloque 8. Describe la evolución de la industria textil catalana, la siderurgi...
 
Medio físico español
Medio físico españolMedio físico español
Medio físico español
 
Congresso di Vienna
Congresso di ViennaCongresso di Vienna
Congresso di Vienna
 
La declaracion del Congreso de Múnich
La declaracion del Congreso de MúnichLa declaracion del Congreso de Múnich
La declaracion del Congreso de Múnich
 

Ähnlich wie Il terremoto dell’irpinia storia controversa e memoria difficile carpi 2013

Irpinia 1980 stefano ventura
Irpinia 1980 stefano venturaIrpinia 1980 stefano ventura
Irpinia 1980 stefano venturaStefano Ventura
 
L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17
L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17
L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17Roberta Bosco
 
Irpinia 1980 stefano ventura 27novembre
Irpinia 1980 stefano ventura 27novembreIrpinia 1980 stefano ventura 27novembre
Irpinia 1980 stefano ventura 27novembreStefano Ventura
 
Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11
Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11
Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11Stefano Ventura
 
*us13014 Una finestra aperta su
*us13014 Una finestra aperta su*us13014 Una finestra aperta su
*us13014 Una finestra aperta suarticolo9
 
La Protezione Civile In Italia
La Protezione Civile In ItaliaLa Protezione Civile In Italia
La Protezione Civile In Italiagiuliano pardini
 
WWF: SI RIPARTA DAL VAJONT PER RIPENSARE IL TERRITORIO
WWF: SI RIPARTA DAL VAJONT  PER RIPENSARE IL TERRITORIOWWF: SI RIPARTA DAL VAJONT  PER RIPENSARE IL TERRITORIO
WWF: SI RIPARTA DAL VAJONT PER RIPENSARE IL TERRITORIOWWF ITALIA
 
Rethinking Human Energies in Guilmi
Rethinking Human Energies in GuilmiRethinking Human Energies in Guilmi
Rethinking Human Energies in Guilmi3ggh10
 
Abruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambini
Abruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambiniAbruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambini
Abruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambiniSTUDIO BARONI
 
Irpinia 1980 stefano ventura 2dic_siena
Irpinia 1980 stefano ventura 2dic_sienaIrpinia 1980 stefano ventura 2dic_siena
Irpinia 1980 stefano ventura 2dic_sienaStefano Ventura
 
012 ripasso fondamentali
012 ripasso fondamentali012 ripasso fondamentali
012 ripasso fondamentaliLuca Marescotti
 
"WALT DISNEY" TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN...
"WALT DISNEY"  TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN..."WALT DISNEY"  TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN...
"WALT DISNEY" TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN...Emanuele Scafato
 
*us13181 Dal volo al voto.
*us13181 Dal volo al voto. *us13181 Dal volo al voto.
*us13181 Dal volo al voto. articolo9
 
La storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennio
La storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennioLa storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennio
La storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennioClay Casati
 
Gibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni Robustelli
Gibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni RobustelliGibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni Robustelli
Gibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni RobustelliFrattura Scomposta
 

Ähnlich wie Il terremoto dell’irpinia storia controversa e memoria difficile carpi 2013 (20)

Irpinia 1980 stefano ventura
Irpinia 1980 stefano venturaIrpinia 1980 stefano ventura
Irpinia 1980 stefano ventura
 
Verso un Progetto Ecologista
Verso un Progetto EcologistaVerso un Progetto Ecologista
Verso un Progetto Ecologista
 
L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17
L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17
L’ultimatum di Carmen Thyssen - Il Giornale dell'Arte n.373 marzo 2017 pg.17
 
Irpinia 1980 stefano ventura 27novembre
Irpinia 1980 stefano ventura 27novembreIrpinia 1980 stefano ventura 27novembre
Irpinia 1980 stefano ventura 27novembre
 
Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11
Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11
Nonsembravanovembre stefano ventura rimini_9maggio11
 
*us13014 Una finestra aperta su
*us13014 Una finestra aperta su*us13014 Una finestra aperta su
*us13014 Una finestra aperta su
 
La Protezione Civile In Italia
La Protezione Civile In ItaliaLa Protezione Civile In Italia
La Protezione Civile In Italia
 
Ticonzero news n. 97
Ticonzero news n. 97Ticonzero news n. 97
Ticonzero news n. 97
 
WWF: SI RIPARTA DAL VAJONT PER RIPENSARE IL TERRITORIO
WWF: SI RIPARTA DAL VAJONT  PER RIPENSARE IL TERRITORIOWWF: SI RIPARTA DAL VAJONT  PER RIPENSARE IL TERRITORIO
WWF: SI RIPARTA DAL VAJONT PER RIPENSARE IL TERRITORIO
 
Rethinking Human Energies in Guilmi
Rethinking Human Energies in GuilmiRethinking Human Energies in Guilmi
Rethinking Human Energies in Guilmi
 
Le dittature def
Le dittature defLe dittature def
Le dittature def
 
Abruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambini
Abruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambiniAbruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambini
Abruzzo, un anno dopo Il terremoto - Save the Children e le voci dei bambini
 
Irpinia 1980 stefano ventura 2dic_siena
Irpinia 1980 stefano ventura 2dic_sienaIrpinia 1980 stefano ventura 2dic_siena
Irpinia 1980 stefano ventura 2dic_siena
 
012 ripasso fondamentali
012 ripasso fondamentali012 ripasso fondamentali
012 ripasso fondamentali
 
"WALT DISNEY" TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN...
"WALT DISNEY"  TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN..."WALT DISNEY"  TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN...
"WALT DISNEY" TESINA TERZA MEDIA LIVIA SCAFATO "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN...
 
*us13181 Dal volo al voto.
*us13181 Dal volo al voto. *us13181 Dal volo al voto.
*us13181 Dal volo al voto.
 
Blast
BlastBlast
Blast
 
La storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennio
La storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennioLa storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennio
La storia di Pinu e gli ultimi 40 anni del 2° millennio
 
Gibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni Robustelli
Gibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni RobustelliGibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni Robustelli
Gibellina. Laboratorio di sperimentazione sociale Autore: Giovanni Robustelli
 
Ticonzero news n. 69
Ticonzero news n. 69Ticonzero news n. 69
Ticonzero news n. 69
 

Il terremoto dell’irpinia storia controversa e memoria difficile carpi 2013

  • 1. Stefano Ventura Il terremoto dell’Irpinia dall’emergenza alla ricostruzione. Una storia controversa e una memoria difficile Carpi, 19 aprile 2013
  • 2. INDICE DEGLI ARGOMENTI 1. Introduzione. La storiografia delle catastrofi 2. Il terremoto del 1980 in IRPINIA L’evento e le testimonianze L’emergenza. 3. La ricostruzione. Due temi:  L’urbanistica  Il lavoro e l’industrializzazione 4. Conclusioni. La memoria difficile
  • 3. La storiografia delle catastrofi Il prima e il dopo: la tabula rasa “Un grande terremoto “rappresenta” la fine del mondo. In dimensioni ridotte, s’intende; il terremoto e’ una catastrofe diversa, assolutamente diversa da tutte le altre: esso non solo uccide l’esistenza biologica, rompe i cardini della natura stessa, spezza l’asse della terra, risospinge la società e la storia ai tempi del diluvio”. Augusto Placanica, Il filosofo e la catastrofe, 1985 Catastrofe = capovolgimento della natura Per le scienze umane, una catastrofe si può intendere come un DISVELAMENTO, una tabula rasa, aumento esponenziale delle possibilità decisionali e politiche. Per le scienze umane si offre un’occasione di studiare le comunità all’anno zero, le loro scelte, le “continuità e le rotture” dei processi storici. Abuso del termine nel linguaggio corrente
  • 4. “L’ accettare i terremoti come esperienza continua della società e della storia urta troppo profondamente il moderno orgoglio europeo. Questo orgoglio isola le catastrofi nel presente e le elimina dal passato perché non devono definire il futuro. Se oggi sopravviene un cataclisma, esso viene discusso dall’opinione pubblica con toni così accesi, come se in passato non ne fossero mai avvenuti. Poi il suo ricordo viene precipitosamente scacciato dalla coscienza collettiva, come se simili eventi non dovessero più verificarsi.” Arno Borst, Il terremoto del 1348. Contributo storico alla ricerca sulle catastrofi, 1988. Terremoti e modernità
  • 5. 1976 -1980, si parla di terremoti  Nasce il Progetto finalizzato geodinamica del CNR;  Nasce la consapevolezza che una Protezione Civile nazionale è necessaria;  Anche le scienze umane si interrogano su catastrofi e storia. La storiografia delle catastrofi
  • 6. L’EVENTO 23 novembre 1980. Ore 19,35 6,9 scala Richter 2914 morti 8850 feriti Circa 400 mila senzatetto (280mila area interna + 120mila area urbana di Napoli)
  • 7. Le testimonianze: gli elementi ricorrenti “Di quei terribili momenti ricordo la scossa interminabile, ma siccome casa mia rimase illesa, così come quella vicina, non ci sembrava che fosse successo niente di grave. Quando però uscimmo fuori e ci girammo verso la piazza, si presentò ai nostri occhi questa immagine: un immenso polverone bianco, spaventoso, macerie ovunque, uno sconvolgimento totale. Nel giro di dieci minuti fummo ricoperti di polvere, sembravamo mugnai, eravamo completamente bianchi. Non sembrava novembre quella sera, c’era una luna che ti sfidava, che illuminava le macerie, beffarda”. (Ventura, NON SEMBRAVA NOVEMBRE QUELLA SERA, Mephite, 2010)
  • 8. Le testimonianze: la precisione dei particolari “Avevo nove anni e mezzo. La sera del 23 novembre stavo studiando storia (allora frequentavo la scuola elementare) nella cucina di casa, al terzo piano di uno stabile, che apparteneva alla mia famiglia ed era stato restaurato nel 1978. Ero con mio nonno, ex maresciallo della Finanza, e mia nonna Maria. Vidi saltare in aria il libricino che avevo davanti e si sentì un boato fortissimo. Quando mia nonna si accorse della cosa, ci spinse fuori e, sebbene fosse notte, si vedeva benissimo grazie a una luna spaventosamente grande. Casa nostra fu investita da massi e macerie provenienti da altre abitazioni. Mi misi le mani in testa, dopo essere stato sbalzato dalla sedia, e mi riparai sotto il camino. Sentii un forte dolore alla mano, poiché un masso mi cadde sulla testa, mentre io la proteggevo con le mani. Sentivo solo il freddo del sangue che scorreva sulle mani.” (Ventura, Il terremoto dell’Irpinia. Storiografia e memoria, Italia contemporanea n.43/2006)
  • 9. Le testimonianze: la memoria collettiva dei terremoti Immagina questa piazza con tutte le case a terra e con un mare di gente nella piazza grande del paese con polvere dappertutto e con persone che vagavano incredule; che poi il terremoto precedente l‟abbiamo vissuto nel „62, anche se è stato molto lieve. La gente è abituata al terremoto, storicamente c’è memoria del terremoto, anche io ricordo quel terremoto del „62 e ricordo che in piazza ci siamo messi a giocare a pallone, perché è stata una scossa così, però, stavamo in piazza. Questo terremoto ha sconvolto anche il rapporto con, la visione della morte, cioè tu cammini, sei in piazza, e hai persone a terra con la testa spaccata, alcune già sistemate a lato perché erano morti, e poi per tutto il paese gente che vagava in cerca di non so cosa, magari come me in cerca dei parenti per tutta la notte. (da La MALANOTTE, di Marcello Anselmo, audio - documentario Radio3)
  • 10.  I battaglioni dell’esercito specializzati erano dislocati a molta distanza.  Le vie di comunicazione erano difficilmente accessibili e molte volte interrotte o crollate.  Le figure chiave nei paesi morirono nella scossa, in molti casi (sindaci, parroci, carabinieri, medici).  Le prime notizie dei telegiornali, oltre a sottovalutare l’evento, collocavano l’epicentro a 50 km di distanza dall’epicentro reale. Il ritardo dei soccorsi: le cause
  • 11. « Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi . Tutti gli italiani e le italiane – qui non c’entra la politica, c’entra la solidarietà umana – devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi loro fratelli colpiti da questa sciagura perché, credetemi, il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi ». Sandro Pertini
  • 12. LA GESTIONE DELL’EMERGENZA: le prime settimane  Zamberletti nominato commissario straordinario (24 novembre); diventa operativo a 30 ore di distanza dall’evento  I volontari, dal caos ai gemellaggi (ad ogni comune viene assegnata una istituzione gemellata).  Il commissario affianca i generali ai sindaci dei comuni terremotati  Il piano S (= sgombero, definizione giornalistica) non funziona. Il commissario intendeva spostare sulla costa tra i 170mila e i 250mila senzatetto. I senzatetto realmente sgomberati furono 21mila. Giuseppe Zamberletti
  • 13. LA GESTIONE DELL’EMERGENZA: la seconda fase  Dicembre 1980: Dopo aver recuperato i cadaveri (più di un mese di lavoro) e dopo aver sistemato i senzatetto in tende e roulotte, si pensa a dove collocare gli insediamenti provvisori (prefabbricati).  Novembre – dicembre 1980: Nascono i comitati popolari, o di base, motivazioni 1) disagio generale della vita nelle tendopoli 2) incontro tra i tanti volontari di sinistra e i locali (pochi) contro blocco di potere locale D.C.  11 dicembre 1980: omicidio del sindaco di Pagani, Marcello Torre  14 febbraio 1981: Altra scossa: provoca un solo morto, a Napoli, dove scoppia la rivolta dei disoccupati organizzati; (era già avvenuto l’11 dicembre 1980);  27 aprile 1981: rapimento di Ciro Cirillo da parte delle BR  25 Aprile – 1 maggio 1981: anche i comitati popolari irpini occupano l’autostrada Salerno –Reggio Calabria e chiedono di essere ricevuti da Zamberletti  14 maggio 1981: il Parlamento approva la legge di ricostruzione, a larga maggioranza e con l’astensione del PCI. Vota contro l’Msi.
  • 14. Gli attori dell’emergenza e della ricostruzioneIl commissariato straordinario Governo e Parlamento Regioni, Province, Comunità Montane I sindaci del terremoto I volontariI comitati popolari
  • 15. La ricostruzione urbanistica  Filosofia di intervento: sulle ricostruzioni dei singoli comuni decidono i sindaci. L’ impostazione del Friuli calata in un contesto diverso provoca scompensi e risultati diversi (Judith CHUBB, 2002)  Uffici di piano delle Soprintendenze, scelta di recuperare filologicamente (com’era e dov’era) solo pochi centri storici.  Le tre fasce di danno: i comuni terremotati passano da 286 a 687 (tra gennaio e maggio 1981)  Il fabbisogno di tecnici: anomalie e impreparazione
  • 16. Gli effetti sociali della ricostruzione urbanistica Case più grandi e comode, la dimensione privata ha soppiantato la dimensione pubblica  Il patrimonio abitativo moltiplicato si scontra con lo spopolamento  Il danno ambientale: posti pieni di verde invasi dal cemento Civiltà contadina/modernità incivile  Forte frazionamento e conflittualità interna alle comunità
  • 17. PROGETTO-PILOTA SUL CENTRO STORICO (1981), COMUNE E UFFICIO DI PIANO DELLA SOPRINTENDENZA SANT’ANGELO DEI LOMBARDI PRIMA DEL SISMA SANT’ANGELO DEI LOMBARDI DOPO IL SISMA Il centro storico
  • 18. SANT’ANGELO DEI LOMBARDI PRIMA DEL SISMA SANT’ANGELO DEI LOMBARDI DOPO IL SISMA
  • 19. MAPPA DEL CENTRO ABITATO SANT’ANGELO DEI LOMBARDI PRIMA DEL SISMA SANT’ANGELO DEI LOMBARDI DOPO IL SISMA Veduta da Google Earth
  • 20. CONZA DELLA CAMPANIA PRIMA DEL TERREMOTO CONZA DELLA CAMPANIA DOPO IL TERREMOTO
  • 21. CONZA DELLA CAMPANIA NUOVO INSEDIAMENTO Foto aerea da Google Earth
  • 22. TEORA PRIMA DEL TERREMOTO TEORA DOPO IL TERREMOTO Piazza XX settembre
  • 23. TEORA PRIMA DEL TERREMOTO TEORA DOPO IL TERREMOTO Corso Plebiscito
  • 25. TEORA PRIMA DEL SISMA TEORA OGGI Veduta aerea da Google EarthPanorama, anni ‘70
  • 26. LAVIANO PRIMA DEL SISMA LAVIANO DOPO IL SISMA Veduta dal Castello
  • 27. LAVIANO PRIMA DEL SISMA LAVIANO DOPO IL SISMA
  • 28. Bisaccia, Chiesa di A.L. Rossi Quartiere Castello di Teora Stadio, S. Gregorio Magno Piano di Zona, Colliano Gli stili architettonici
  • 29. Il lavoro e l’industrializzazione (art.32 legge 219) Previsioni del 1981 20 nuove aree (province di Avellino, Salerno e Potenza) Aziende previste: 255 Posti di lavoro previsti: 13805 Area industriale di Buccino, Salerno, 2010
  • 30. Risultati Posti di lavoro creati : 6804 (Dato di luglio 2011, è il 49% delle previsioni, ma il dato è sovrastimato) Fondi statali spesi: Circa 13 milioni di euro (pari a 25mila miliardi di lire) Fonte: La fabbrica del terremoto, Osservatorio sul Doposisma – Area Ricerche Monte dei Paschi di Siena, 2011
  • 31. LE CIFRE DELLA RICOSTRUZIONE Per il terremoto di Campania e Basilicata lo Stato italiano, al 2008, ha speso circa 63mila miliardi di lire (pari a 32.363.593.779 €) Ricostruzione compiuta al 95% (dopo 32 anni e 5 mesi)
  • 32. Lo studio di Geipel sul terremoto del Friuli (1976) *Geipel – Pohl – Stagl, Opportunità, problemi e conseguenze della ricostruzione dopo una catastrofe, 1990 I tempi/le fasi •Fase a breve termine (fino a un anno circa dalla catastrofe) •Fase a medio termine (dai 2 ai 5 anni) •Fase a lungo termine (dai 6 ai 10 anni dalla catastrofe) I modelli teorici Alternativa 1: ripristino puro e semplice dello status quo ante Alternativa 2: occasione per il miglioramento delle strutture Alternativa 3: nessun obiettivo predefinito per la ricostruzione
  • 33. Le scelte di ricostruzione 1. Top - down (Le autorità dello Stato intervengono dall’alto) 2. Negoziale (tra Stato, autorità locali e popolazione) 3. Mista (livelli intermedi tra i casi precedenti) Alfio Mastropaolo, Università di Torino L’Aquila 2010, dietro la catastrofe, Meridiana n. 65-66 Uno studio sul terremoto dell’Aquila Terremoto in Emilia, 20-29 maggio 2012 Quale scenario?
  • 34. CONCLUSIONI: La memoria difficile Il meccanismo del ricordo nelle testimonianze orali irpine: l’evento, la solidarietà, il salto nel buio (perché il terremoto dell’Irpinia viene associato all’Irpiniagate). Due tipi di rimozione: - collettiva (paura che il cielo ci cada sulla testa, Asterix e Obelix) - individuale, necessaria per andare avanti. “L’oblìo curativo, come il vino di Elena, lenisce i dolori” (Omero) Chi subisce uno shock ricorda con difficoltà. Il caso dell’Olocausto: ricordare comporta dolorose rivisitazioni. La retorica dell’emergenza serve a celare le reali responsabilità (esempio: gli abruzzesi “forti e gentili”)
  • 35. CONZA, Monumento in memoria delle vittime del terremoto In un disastro, viene chiamata in causa non solo e non tanto la nostra capacità o incapacità di misurarci con l‟emergenza, con i disastri che ci travolgono, ma più ancora la nostra frequente rimozione dei doveri fondamentali di un paese”. Guido Crainz La memoria utile  Dovere della memoria (forme di tutela, conservazione, trasmissione). La memoria è utile, in particolare alle nuove generazioni.: - per conoscere e sapere come comportarsi in caso di terremoto; - per non commettere gli stessi errori del passato.
  • 36. Bibliografia di riferimento  Francesco Barbagallo, Napoli fine novecento. Politici, camorristi, imprenditori, Einaudi, 1997  Ada Becchi Collida, Passano gli anni e il nuovo non viene.  J. Dickie – J. Foot – F. Snowden, Disastro! Disasters in Italy since 1860: culture, politics, society, Palgrave, 2002.  G. Gribaudi – A. Zaccaria, Terremoti: storia, memorie, narrazioni, Università di Napoli, 2012.  Franco Arminio, Viaggio nel Cratere (Sironi 2003) e Terracarne (Mondadori, 2011)  Giovanni Iozzoli, I terremotati, Manifesto Libri, 2009. Ambiente, rischio sismico e prevenzione nella storia italiana, a cura di G. Silei, Lacaita, 2011.  Osservatorio sul Doposisma (rapporti annuali 2010, 2011, 2012) FILM E DOCUMENTARI:  Lina Werthmuller, Era una domenica sera di novembre, 1981.