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Centro di Spiritualità
      “Sul Monte”

      Via Sabatucci, 15
60031 - CASTELPLANIO (AN)
      tel. 0731 813408
                                Una proposta
                                 per crescere
                            nella vita dello Spirito

                                 Centro di Spiritualità
                                     “Sul Monte”
                                      Castelplanio
PICCOLE VIE
          PER UNA GRANDE META
    Diventare santi: una espressione che spaventa. “Non
è roba per me” si sente dire spesso. Perché si pensa sem-
pre che per essere santi bisogna fare cose grandi ed eroi-
che.
    Bisogna ricordare, invece, che quella vocazione alla
Santità, che è di tutti, passa anche per piccole cose.
    È vero che serve l’eroicità, ma è quella dell’amore,
non quella dei gesti altisonanti. È così importante, allo-
ra, che i fedeli comprendano che ogni istante è occasione
di santificazione, ogni istante è opportunità di amore.
Dice San Paolo: Sia che mangiate sia che beviate, sia
che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria
di Dio (1Cor, 10,31).
    Per la maggior parte delle persone la Santità passa
necessariamente attraverso la ferialità, la vita ordina-
ria. Ecco perché i fedeli, soprattutto quelli immersi nel-
le preoccupazioni del vivere quotidiano, vanno aiutati
nella loro preghiera e a far si che ogni istante della loro
giornata sia illuminato da Gesù, Colui che era morto ed
ora vive.
    Guadare a Gesù, far sì che ogni giorno della settima-
na, specialmente quelli che in maniera più significativa
ci ricordano il Mistero pasquale, sia rivolto al Signore è
una opportunità per crescere in quella dimensione con-
templativa della vita che, oltre a dare un senso ad ogni
gesto, oltre a dare unità al nostro agire, sempre tenta-
to di dispersione, rende anche luminosi, cioè testimoni
del fatto fondamentale che ha rinnovato radicalmente la
storia e l’universo: la morte e resurrezione di Cristo.
    Questo libretto è un invito e un richiamo perché nul-
la vada perduto, perché il tempo sia santificato, perché
lo Spirito, dono del Risorto, diventi “maestro interiore”,
perché ogni istante di vita, illuminato dalla Pasqua, pos-
sa imitare il perfetto Sì di Gesù e il grande Sì di Maria.
    Settembre 2010

                                     + Gerardo Rocconi
                                           Vescovo di Jesi
                            1
Centro di Spiritualità
              “Sul Monte”
                Castelplanio

Il nostro centro di spiritualità “sul monte” a
Castelplanio ha preso il via 25 anni fa.
Da allora ha vissuto e proposto un percorso
spirituale e di preghiera, adatto al cristia-
no comune, che voglia viverlo anche da solo
nella sua casa.
E’ un percorso che offre non un semplice
atteggiamento della vita cristiana, ma un
dinamismo. E’ il dinamismo della Pasqua.
Il Risorto è in mezzo a noi e conduce ogni
credente alla maturità cristiana, facendolo
passare nella sua Pasqua.

Offriamo a quanti vogliono accogliere la no-
stra proposta un percorso settimanale di
preghiera.
Crediamo che sia adatto a tutti, anche e pro-
prio a chi ha la settimana e la giornata oc-
cupata. Crediamo inoltre che una parrocchia
possa assumerlo come proposta per tutti.

Presso il Centro, nella Chiesa del Crocefisso,
a Castelplanio si vive questo ritmo “pasqua-
le” . Chiunque vi può partecipare.
Il Centro offre altre esperienze di preghiera
del cuore, Lectio Divina, meditazione pro-
fonda, Esercizi spirituali e studio-ricerca:
percorsi necessari per la maturazione della
vita cristiana.




                      2
Vivere il mistero pasquale
              nella settimana
    La comunità del Centro di Spiritualità si è sempre
posta un interrogativo: in che modo e attraverso quali
mezzi spirituali la vita interiore delle persone cresce
verso una fede adulta e matura? (cfr Comunicare il Vangelo in un
mondo che cambia - Orientamenti CEI, 2000, 45-46).
Forse moltiplicando novene e devozioni?
Nella Presbiterorum Ordinis, n.6, quando si tratta dei
sacerdoti “Educatori del popolo di Dio” si afferma che:
“… spetta ai sacerdoti, nella loro qualità di educatori
nella fede, di curare, per proprio conto o per mezzo di
altri, che ciascuno dei fedeli sia condotto nello Spiri-
to Santo a sviluppare la propria vocazione personale
secondo il Vangelo, a praticare una carità sincera e
attiva, ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha
liberati. Di ben poca utilità saranno le cerimonie più
belle o le associazioni più fiorenti, se non sono volte
                               ad educare gli uomini
                               alla maturità cristiana.
                               Per promuovere tale
                               maturità, i presbiteri sa-
                               pranno aiutarli a diven-
                               tare capaci di leggere
                               negli avvenimenti stessi
                               - siano essi di grande o
di minore portata - quali siano le esigenze naturali e
la volontà di Dio”.

1. Genesi
    La domanda che ci siamo fatti 25 anni fa (1986
– aiutati da persone esperte come padre Dalmazio
Mongillo, da padre Rossi De Gasperis, e da testi au-
torevoli come quelli del Card. Martini e altri), quando
abbiamo dato vita al Centro di Spiritualità “sul monte”
di Castelplanio, era la seguente: come promuovere la


                                    3
maturità spirituale dei credenti, a partire dal Miste-
ro Centrale delle fede cristiana, che è la Pasqua?
Per noi era importante, perché non volevamo essere
semplicemente un “albergo con cappella” (come ve-
nivano definite le case di esercizi che ospitavano per
esperienze spirituali). Volevamo offrire una proposta
spirituale anche visibile nelle strutture della casa e
promuovere la maturità della fede e della vita cristia-
na.
Era questo l’intendimento sia della Congregazione re-
ligiosa (Adoratrici del Sangue di Cristo) che voleva
ritradurre in modo significativo il carisma del Sangue
di Cristo; sia del parroco che voleva ricentrare la pa-
storale sul Mistero Pasquale di Cristo, come aveva in-
dicato il Concilio. Una citazione per tutte: “Lo Spirito
Santo dà a tutti la possibilità di venire associato, nel
modo che Dio conosce, al mistero Pasquale di Cristo”
(GS 22).
Tale collaborazione nasceva ed è tuttora motivata dal-
la fruttuosa reciprocità tra vita religiosa e pastorale
diocesana (vedi documento: Mutuae Relationes).

2. Proposta

Ecco allora la nostra proposta: vivere nella settimana
gli atteggiamenti del mistero pasquale che annual-
mente ha il suo cuore nel Triduo Sacro. E viverlo a due
livelli.
    Il primo è quello della elaborazione di atteggia-
menti interiori attinti alla Parola, alla liturgia e alla
vita: atteggiamenti che nascono dallo stare sul “tor-
nio” della Pasqua viva di Cristo e lasciarsi plasmare.
Plasmare a dimensione pasquale fino a realizzare in
noi quanto testimonia san Paolo: “Sono stato crocifis-
so con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.
E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede
del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se
stesso per me” (Galati 2, 19-20).


                           4
L’altro livello è quello celebrativo: celebrare nell’Eu-
caristia quotidiana alcune espressioni tipiche del Tri-
duo Santo.
Questa impostazione è stata proposta sia all’interno
del nostro centro di spiritualità, nelle settimane di
esercizi spirituali, negli week end dello spirito (che ca-
pitano proprio al fine settimana), sia nelle celebrazioni
della parrocchia. Quando qualche parroco ha chiesto
una animazione spirituale, abbiamo proposto sempre
questo stile.

2.1 Senso e motivazione spirituale

    Papa Benedetto XVI ci richiama continuamente
alla riforma interna della Chiesa e ultimamente ha de-
nunciato “il rischio di una secolarizzazione striscian-
te anche all’interno di essa (della Chiesa), causata dal
lasciarsi sopraffare dalle attività e preoccupazioni
terrene, che può tradursi in un culto eucaristico for-
male e vuoto” (dall’omelia nel Corpus Domini 2009).

“La chiamata alla santità è, prima di tutto, un invito a
rendersi passivi di fronte all’azione e alla guida dello
Spirito del Risorto, che, di gloria in gloria, ci condu-
ce alla piena maturità del Cristo in noi, quali uomi-
ni e donne pasquali. La vita spirituale dei cristiani è
permeata, condizionata e guidata dai sacramenti, dal
momento che essi sono tutti segni efficaci del mistero
pasquale, adattati alle vicende capitali dell’esistenza
dei fedeli. Sottraendo il cammino della santità per-
sonale dei cristiani a ogni ispirazione soggettivistica,
l’esistenza degli uomini e delle donne è immessa tutta
intera e senza riserve nella storia.
Lo svolgimento del cammino pasquale condotto dal-
lo Spirito del Risorto si concretizza, scandito dal rit-
mo dei sacramenti liturgici del Triduo Sacro: Giovedì,
Venerdì e Sabato santo, per consumarsi poi nella luce
meridiana della Domenica di Pasqua.


                            5
Lungi dall’implicare delle tonalità spirituali da vivere
per tre soli giorni, ogni anno, i giorni del Triduo del-
la Grande Settimana sono indicativi delle dimensioni
più tipiche dell’esistenza pasquale dei cristiani.
Il Giovedì è l’inevitabile tappa iniziale dell’affetto e
del Cuore, che liberissimamente e totalmente si con-
segna nel segno del pane e del vino, Corpo e Sangue,
in un’ offerta di amore fino alla fine, nel banchetto nu-
ziale ed eucaristico dell’alleanza.
                               Il Venerdì è la prova
                               effettiva dell’amore, l’ul-
                               tima, nel libero spoglia-
                               mento totale del Corpo e
                               della Vita. È “il Sacrificio”
                               del Servo, che bandisce
                               per sempre tutti gli altri,
                               che si rivelano impotenti
                               a eliminare i peccati. È la
                               solitudine della morte di
                               colui che muore per tutti
                               e in comunione con tutti.
                               Il Sabato è il tempo del
                               silenzio, del vuoto, dell’at-
tesa struggente, della memoria che rimugina e discer-
ne, degli occhi e delle orecchie che si tendono verso
l’Assente, del pianto e del cuore ferito d’amore. E’ il
riemergere della passività degli esseri umani di fronte
alla novità misteriosa dei giochi d’amore del Signore.
La mattina di Pasqua, poi, presenta il ribaltamen-
to più radicale della speranza e della sapienza umana.
A Pasqua si aprono gli occhi e la mente dei discepoli,
dopo che il cuore si è riacceso e si è riscaldato nel loro
petto con l’ultima intelligenza della Parola, che viene
loro proposta dal Maestro ormai vivente per sempre.
La Domenica di Pasqua è, con Maria di Magdala, la
rivelazione dell’unione nuziale da consumarsi, però,
solamente quando l’annuncio pasquale sia stato tra-
smesso a tutti coloro che giacciono ancora nella notte


                             6
della storia umana.
Nel frattempo, noi viviamo nel rombo e sotto il fuoco
dello Spirito della Pentecoste”.
(Dalla Presentazione di Padre Rossi De Gasperis del nostro libro IDENTITÀ PA-
SQUALE, Ed. “Sul Monte” Castelplanio, 1° luglio 2003).


2.2. Struttura celebrativa

Quali pratiche indicazioni pastorali su come celebrare
quotidianamente, di settimana in settimana, il miste-
ro del Triduo Pasquale? Come superare la frattura tra
preghiera e lavoro e la frantumazione interiore, frutto
di una ricerca troppo frenetica di innovazioni liturgi-
che o di pietà cristiana? In una parrocchia normale
come si può predisporre i fedeli all’Eucaristia domeni-
cale fonte e culmine della vita cristiana?
Ogni settimana valorizziamo il giovedì, il venerdì, il
sabato e la domenica.
Queste giornate sono introdotte al mattino da una in-
vocazione come invitatorio prima delle Lodi o dell’Uf-
ficio di letture (cfr anche come la stessa liturgia delle ore orienti i suoi
contenuti ai significati che stiamo indicando).
Gli esercizi proposti al giovedì sono anzitutto l’offerta
della vita in unione all’offerta di Cristo (valorizzando
così la stessa preghiera di offerta fatta propria per es.
dall’apostolato della preghiera e la dimensione sacer-
dotale di ogni fedele). Inoltre si propone l’Adorazione
al Corpo e Sangue di Cristo, subito dopo la celebrazio-
ne come prolungamento amoroso e contemplativo. Si
parte dall’offerta dell’incenso, come unione della pro-
pria vita all’offerta di Cristo. Ci si ferma in adorazione
con molto silenzio e brevissimi testi e ritornelli. Tutto
per esercitarsi allo stupore eucaristico. Viene in men-
te a questo punto il lungo silenzio adorante del Papa
a Lourdes a conclusione del giubileo per il 150° delle
apparizioni. “Benedetto XVI ci ha evangelizzato im-
ponendo un silenzio impressionante di venti minuti,
mentre si trovava davanti alla presenza sacramen-


                                        7
tale di Cristo” (vedi Avvenire del 7 dicembre 2008, pag. 25).
Il Venerdì, come nel Triduo Sacro, all’interno dell’Eu-
caristia o all’interno dei Vespri, si celebra la preghiera
di intercessione sotto la Croce, in unione a Cristo Re
e Sacerdote. Un testo patristico la introduce; un ritor-
nello la accompagna. Le persone in piedi, a braccia
aperte come il crocifisso, esprimono il loro ricordo di
persone, situazioni e problemi di cui intendono anche
farsi carico. Si conclude con il bacio della croce.
    Certamente l’intercessione presuppone che la per-
sona che la compie sia accetta al Signore, sia in un
certo qual senso suo amico, come è detto di Abramo,
a cui Dio non volle nascondere nulla di quanto stava
per fare (cf. Gen 18,17). L’intercessore è qualcuno che
sceglie di vivere secondo il progetto di Dio, che spera
fermamente che esso si verifichi anche negli altri. È
una persona che ha cura realmente dei suoi fratelli e
delle sue sorelle e desidera che essi vivano secondo la
volontà di Dio. Perciò la presenza di molti intercesso-
ri è anche un mezzo per realizzare una comunità che
corrisponda al piano di Dio e promuovere il lavoro di
riconciliazione tra individui, popoli, culture e religio-
                                        ni e tra l’uomo e il suo
                                        Dio. (Carlo M Martini, Gerusa-
                                      lemme 3 gennaio 2008).
                                      Il Sabato, si promuo-
                                      ve, in unione alla Ver-
                                      gine Maria, donna della
                                      parola e del silenzio, la
                                      Lectio della liturgia fe-
                                      stiva. Si chiede anche
                                      ai laici di dedicare mag-
                                      gior tempo personale
                                      a questo esercizio, vi-
                                      vendo tempi di fermata
                                      meditativa e anche di
                                      silenzio. Più d’uno sta
                                      camminando bene.


                                  8
La Domenica si promuove l’esperienza della novi-
tà di vita, animata dallo Spirito del Risorto. L’ottavo
giorno chiama in avanti, a esprimere la dimensione
profetica della vita. Attorno all’esperienza centrale
dell’Eucaristia, si organizzano le esperienze dell’as-
semblea, dell’incontro di riflessione o condivisione
con altri, della visita ai malati e anziani, della riconci-
liazione con la natura, ecc…”.
L’esperienza è stata teorizzata da Sr Anna Maria Vis-
sani nel libro Identità pasquale (prefazione di P. Francesco Rossi
De Gasperis, Ed. “Sul Monte” Castelplanio, 1 luglio 2003).


Conclusione

A conclusione di questa proposta ci piace citare quanto
afferma la Congregazione per il Culto Divino e la disci-
plina dei sacramenti nel direttorio su Pietà popolare
e Liturgia - princi-
pi e orientamenti,
Città del Vatica-
no 2002, al n. 48:
“La storia mostra
anzitutto che il
corretto rapporto
tra Liturgia e pie-
tà popolare viene
turbato allorché
nei fedeli si attenua la coscienza di alcuni valori es-
senziali della Liturgia stessa. Tra le cause di tale af-
fievolimento vengono segnalate:
- la debole consapevolezza o la diminuzione del sen-
so della Pasqua e del posto centrale che essa occu-
pa nella storia della salvezza, della quale la Liturgia
cristiana è l’attualizzazione; dove ciò accade, i fedeli
orientano quasi inevitabilmente la loro pietà, senza
tener conto della “gerarchia delle verità”, verso altri
misteri salvifici della vita di Cristo e verso la beata
Vergine, gli Angeli e i Santi;


                                       9
- l’affievolimento del senso del sacerdozio univer-
sale in virtù del quale i fedeli sono abilitati a «offrire
sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù
Cristo» (1 Pt 2, 5; cf. Rm 12,1) e a partecipare pienamente,
secondo la loro condizione, al culto della Chiesa; tale
affievolimento, accompagnato spesso dal fenomeno
di una Liturgia guidata da chierici anche in parti non
riguardanti le funzioni proprie dei sacri ministri, fa
sí che talora i fedeli si orientino verso la pratica dei
pii esercizi, dei quali si sentono partecipanti attivi…”
                      Questo testo è stato proposto al
                 CONVEGNO TEOLOGICO-PASTORALE
      “L’Eucaristia per la vita quotidiana”, Loreto 1-2 dicembre 2009.



                             -------------


          COSA POSSO FARE?
                Personalmente o in gruppo

Da sempre, tutte le settimane, i cristiani ricordano il
mistero più profondo della loro fede: il “passaggio”
della Pasqua che il Cristo ha attraversato e che con gli
uomini continua ad attraversare. Così possiamo con-
cludere ogni settimana celebrando il Cristo morto e
risorto (Taizè, Preghiere, Elledici 2005).

                                         AL GIOVEDÌ

                                “Mi rallegro nel constata-
                                re che molti giovani stan-
                                no scoprendo la bellezza
                                dell’adorazione, sia per-
                                sonale che comunitaria...
                                Nella vita di oggi, spes-
so rumorosa e dispersiva, è più che mai importante recu-
perare la capacità di silenzio interiore e di raccoglimento:
l’adorazione eucaristica permette di farlo non solo intorno


                                    10
all’’io’, bensì in compagnia di quel ‘Tu’ pieno d’amore che
è Gesù Cristo, ‘il Dio a noi vicino’” (Benedetto XVI, 10 giugno 2007).

 Se puoi, partecipa alla celebrazione Eucaristica in
parrocchia e alla adorazione. Oppure, semplicemen-
te, entra in una Chiesa e mettiti davanti al Taberna-
colo per un breve tempo di silenziosa adorazione;
prega con un salmo o altra preghiera.


                                AL VENERDÌ

                              “L’intercessione è il gesto di
                              Gesù Cristo sulla croce, del Cro-
                              cifisso che posto al centro delle
                              nostre assemblee. Egli è colui
                              che è venuto per porsi nel mez-
                              zo di una situazione insanabile,
                              di una inimicizia ormai giunta
                              a putrefazione, nel mezzo di un
                              conflitto senza soluzione uma-
                              na. Gesù ha potuto mettersi nel
                              mezzo perché era solidale con
le due parti in conflitto: l’uomo e Dio.
Ma la posizione di Gesù è quella di chi mette in conto anche
la morte per questa duplice solidarietà; è quella di chi accet-
ta la tristezza, l’insuccesso, la tortura, il supplizio, l’agonia
e l’orrore della solitudine esistenziale fino a gridare: “Mio
Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27, 46)”
(C.Maria Martini).


 Mettiti davanti ad un Crocifisso o a una semplice
Croce (anche in casa tua), accendi una luce (un cero)
e presenta tutte le persone e le situazioni bisognose di
guarigione interiore e fisica. Intercedi per loro ripe-
tendo più volte: “Signore abbi misericordia e dona la
tua pace”, bacia la croce con affetto profondo e asso-
cia tutta la tua vita e le persone alla Sua Passione e
morte redentrice.

                                 11
AL SABATO

                                           “Vorrei soprattutto
                                           evocare e raccoman-
                                           dare l’antica tradizio-
                                           ne della Lectio divi-
                                           na: l’assidua lettura
                                           della Sacra Scrittura
                                           accompagnata dal-
                                           la preghiera realizza
quell’intimo colloquio in cui, leggendo, si ascolta Dio che
parla e, pregando, Gli si risponde con fiduciosa apertura del
cuore (cfr DV 25). …Mai si deve dimenticare che la Parola
di Dio é lampada per i nostri passi e luce sul nostro cammi-
no (cfr Ps 118/119, 105)”. (Benedetto XVI, 16 settembre 2005).

 Dedica un po’ di tempo a leggere e meditare il
Vangelo della Domenica. Con l’atteggiamento di at-
tesa e di ascolto di Maria Santissima, ripeti “Eccomi,
Signore, fa di me ciò che tu vuoi; Parlami con la Tua
Parola, ed io ti ascolto”! Immagina di vivere i suoi
stessi sentimenti di struggente attesa del Sabato San-
to: ascolta la Parola e preparati a ricevere la luce pa-
squale della domenica. Come segno accendi un picco-
lo cero vicino al libro della Bibbia.


                                       ALLA DOMENICA

                                    “Chi ascolta fedelmen-
                                    te la Parola e si lascia
                                    condurre dallo Spirito
                                    si dispone a celebrare
                                    con frutto nel giorno
                                    del Signore l’Eucari-
                                    stia, che ci fa Chiesa,
perché riattualizza nella nostra vita e nella storia il dono
della nuova alleanza. Questo incontro domenicale è stato


                               12
vissuto come fondante, e perciò come indispensabile, fin
dalla Chiesa degli Apostoli: oggi, in un contesto di seco-
larizzazione, è più che mai necessario. E una più frequen-
te partecipazione, anche durante la settimana, alla mensa
della Parola e del Pane di vita aiuterà straordinariamente
la crescita della fede, della speranza e della carità e ci farà
passare attraverso il deserto dell’incredulità contemporanea
con animo sereno e volto gioioso” (C. Maria Martini).

 Condividi con tutta la comunità cristiana la festa
della resurrezione: con la Celebrazione Eucaristica,
l’ospitalità, l’amicizia, il riposo, la luce e la pace della
natura.




IN OGNI SETTIMANA


                        GIOVEDI
           Celebrazione Eucaristica e adorazione

                         VENERDI
       Preghiera di intercessione e bacio della Croce

                       SABATO
    Lettura e meditazione del Vangelo della domenica

                       DOMENICA
        Vivere la festa nell’Assemblea domenicale
              e nei gesti nuovi dello Spirito




                              13
IL CENTRO
    OFFRE LA DISPONIBILITÀ

  Se hai bisogno di un colloquio o di una
   guida spirituale
	 Se vuoi partecipare alle iniziative di spi-
   ritualità e di preghiera
 Se vuoi fare un percorso di scuola di pre-
   ghiera profonda
 Se vuoi fermarti qualche ora o qualche
   giorno in riflessione e silenzio...
 Se vuoi organizzare incontri per il tuo
   gruppo...


          TELEFONA: 0731.813408




                      14
………………………………………………………………………

                 Adesione
            in vista di un cammino
        di comunione e di condivisione

       (da inviare al Centro di Spiritualità
Via Sabatucci, 15 - 60031 CASTELPLANIO - AN)


       Io sottoscritto/a aderisco
    e mi impegno in questo percorso

 Nome e cognome, indirizzo, e-mail, data e firma




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Una proposta per crescere nella vita dello Spirito

  • 1. Centro di Spiritualità “Sul Monte” Via Sabatucci, 15 60031 - CASTELPLANIO (AN) tel. 0731 813408 Una proposta per crescere nella vita dello Spirito Centro di Spiritualità “Sul Monte” Castelplanio
  • 2. PICCOLE VIE PER UNA GRANDE META Diventare santi: una espressione che spaventa. “Non è roba per me” si sente dire spesso. Perché si pensa sem- pre che per essere santi bisogna fare cose grandi ed eroi- che. Bisogna ricordare, invece, che quella vocazione alla Santità, che è di tutti, passa anche per piccole cose. È vero che serve l’eroicità, ma è quella dell’amore, non quella dei gesti altisonanti. È così importante, allo- ra, che i fedeli comprendano che ogni istante è occasione di santificazione, ogni istante è opportunità di amore. Dice San Paolo: Sia che mangiate sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio (1Cor, 10,31). Per la maggior parte delle persone la Santità passa necessariamente attraverso la ferialità, la vita ordina- ria. Ecco perché i fedeli, soprattutto quelli immersi nel- le preoccupazioni del vivere quotidiano, vanno aiutati nella loro preghiera e a far si che ogni istante della loro giornata sia illuminato da Gesù, Colui che era morto ed ora vive. Guadare a Gesù, far sì che ogni giorno della settima- na, specialmente quelli che in maniera più significativa ci ricordano il Mistero pasquale, sia rivolto al Signore è una opportunità per crescere in quella dimensione con- templativa della vita che, oltre a dare un senso ad ogni gesto, oltre a dare unità al nostro agire, sempre tenta- to di dispersione, rende anche luminosi, cioè testimoni del fatto fondamentale che ha rinnovato radicalmente la storia e l’universo: la morte e resurrezione di Cristo. Questo libretto è un invito e un richiamo perché nul- la vada perduto, perché il tempo sia santificato, perché lo Spirito, dono del Risorto, diventi “maestro interiore”, perché ogni istante di vita, illuminato dalla Pasqua, pos- sa imitare il perfetto Sì di Gesù e il grande Sì di Maria. Settembre 2010 + Gerardo Rocconi Vescovo di Jesi 1
  • 3. Centro di Spiritualità “Sul Monte” Castelplanio Il nostro centro di spiritualità “sul monte” a Castelplanio ha preso il via 25 anni fa. Da allora ha vissuto e proposto un percorso spirituale e di preghiera, adatto al cristia- no comune, che voglia viverlo anche da solo nella sua casa. E’ un percorso che offre non un semplice atteggiamento della vita cristiana, ma un dinamismo. E’ il dinamismo della Pasqua. Il Risorto è in mezzo a noi e conduce ogni credente alla maturità cristiana, facendolo passare nella sua Pasqua. Offriamo a quanti vogliono accogliere la no- stra proposta un percorso settimanale di preghiera. Crediamo che sia adatto a tutti, anche e pro- prio a chi ha la settimana e la giornata oc- cupata. Crediamo inoltre che una parrocchia possa assumerlo come proposta per tutti. Presso il Centro, nella Chiesa del Crocefisso, a Castelplanio si vive questo ritmo “pasqua- le” . Chiunque vi può partecipare. Il Centro offre altre esperienze di preghiera del cuore, Lectio Divina, meditazione pro- fonda, Esercizi spirituali e studio-ricerca: percorsi necessari per la maturazione della vita cristiana. 2
  • 4. Vivere il mistero pasquale nella settimana La comunità del Centro di Spiritualità si è sempre posta un interrogativo: in che modo e attraverso quali mezzi spirituali la vita interiore delle persone cresce verso una fede adulta e matura? (cfr Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia - Orientamenti CEI, 2000, 45-46). Forse moltiplicando novene e devozioni? Nella Presbiterorum Ordinis, n.6, quando si tratta dei sacerdoti “Educatori del popolo di Dio” si afferma che: “… spetta ai sacerdoti, nella loro qualità di educatori nella fede, di curare, per proprio conto o per mezzo di altri, che ciascuno dei fedeli sia condotto nello Spiri- to Santo a sviluppare la propria vocazione personale secondo il Vangelo, a praticare una carità sincera e attiva, ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha liberati. Di ben poca utilità saranno le cerimonie più belle o le associazioni più fiorenti, se non sono volte ad educare gli uomini alla maturità cristiana. Per promuovere tale maturità, i presbiteri sa- pranno aiutarli a diven- tare capaci di leggere negli avvenimenti stessi - siano essi di grande o di minore portata - quali siano le esigenze naturali e la volontà di Dio”. 1. Genesi La domanda che ci siamo fatti 25 anni fa (1986 – aiutati da persone esperte come padre Dalmazio Mongillo, da padre Rossi De Gasperis, e da testi au- torevoli come quelli del Card. Martini e altri), quando abbiamo dato vita al Centro di Spiritualità “sul monte” di Castelplanio, era la seguente: come promuovere la 3
  • 5. maturità spirituale dei credenti, a partire dal Miste- ro Centrale delle fede cristiana, che è la Pasqua? Per noi era importante, perché non volevamo essere semplicemente un “albergo con cappella” (come ve- nivano definite le case di esercizi che ospitavano per esperienze spirituali). Volevamo offrire una proposta spirituale anche visibile nelle strutture della casa e promuovere la maturità della fede e della vita cristia- na. Era questo l’intendimento sia della Congregazione re- ligiosa (Adoratrici del Sangue di Cristo) che voleva ritradurre in modo significativo il carisma del Sangue di Cristo; sia del parroco che voleva ricentrare la pa- storale sul Mistero Pasquale di Cristo, come aveva in- dicato il Concilio. Una citazione per tutte: “Lo Spirito Santo dà a tutti la possibilità di venire associato, nel modo che Dio conosce, al mistero Pasquale di Cristo” (GS 22). Tale collaborazione nasceva ed è tuttora motivata dal- la fruttuosa reciprocità tra vita religiosa e pastorale diocesana (vedi documento: Mutuae Relationes). 2. Proposta Ecco allora la nostra proposta: vivere nella settimana gli atteggiamenti del mistero pasquale che annual- mente ha il suo cuore nel Triduo Sacro. E viverlo a due livelli. Il primo è quello della elaborazione di atteggia- menti interiori attinti alla Parola, alla liturgia e alla vita: atteggiamenti che nascono dallo stare sul “tor- nio” della Pasqua viva di Cristo e lasciarsi plasmare. Plasmare a dimensione pasquale fino a realizzare in noi quanto testimonia san Paolo: “Sono stato crocifis- so con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Galati 2, 19-20). 4
  • 6. L’altro livello è quello celebrativo: celebrare nell’Eu- caristia quotidiana alcune espressioni tipiche del Tri- duo Santo. Questa impostazione è stata proposta sia all’interno del nostro centro di spiritualità, nelle settimane di esercizi spirituali, negli week end dello spirito (che ca- pitano proprio al fine settimana), sia nelle celebrazioni della parrocchia. Quando qualche parroco ha chiesto una animazione spirituale, abbiamo proposto sempre questo stile. 2.1 Senso e motivazione spirituale Papa Benedetto XVI ci richiama continuamente alla riforma interna della Chiesa e ultimamente ha de- nunciato “il rischio di una secolarizzazione striscian- te anche all’interno di essa (della Chiesa), causata dal lasciarsi sopraffare dalle attività e preoccupazioni terrene, che può tradursi in un culto eucaristico for- male e vuoto” (dall’omelia nel Corpus Domini 2009). “La chiamata alla santità è, prima di tutto, un invito a rendersi passivi di fronte all’azione e alla guida dello Spirito del Risorto, che, di gloria in gloria, ci condu- ce alla piena maturità del Cristo in noi, quali uomi- ni e donne pasquali. La vita spirituale dei cristiani è permeata, condizionata e guidata dai sacramenti, dal momento che essi sono tutti segni efficaci del mistero pasquale, adattati alle vicende capitali dell’esistenza dei fedeli. Sottraendo il cammino della santità per- sonale dei cristiani a ogni ispirazione soggettivistica, l’esistenza degli uomini e delle donne è immessa tutta intera e senza riserve nella storia. Lo svolgimento del cammino pasquale condotto dal- lo Spirito del Risorto si concretizza, scandito dal rit- mo dei sacramenti liturgici del Triduo Sacro: Giovedì, Venerdì e Sabato santo, per consumarsi poi nella luce meridiana della Domenica di Pasqua. 5
  • 7. Lungi dall’implicare delle tonalità spirituali da vivere per tre soli giorni, ogni anno, i giorni del Triduo del- la Grande Settimana sono indicativi delle dimensioni più tipiche dell’esistenza pasquale dei cristiani. Il Giovedì è l’inevitabile tappa iniziale dell’affetto e del Cuore, che liberissimamente e totalmente si con- segna nel segno del pane e del vino, Corpo e Sangue, in un’ offerta di amore fino alla fine, nel banchetto nu- ziale ed eucaristico dell’alleanza. Il Venerdì è la prova effettiva dell’amore, l’ul- tima, nel libero spoglia- mento totale del Corpo e della Vita. È “il Sacrificio” del Servo, che bandisce per sempre tutti gli altri, che si rivelano impotenti a eliminare i peccati. È la solitudine della morte di colui che muore per tutti e in comunione con tutti. Il Sabato è il tempo del silenzio, del vuoto, dell’at- tesa struggente, della memoria che rimugina e discer- ne, degli occhi e delle orecchie che si tendono verso l’Assente, del pianto e del cuore ferito d’amore. E’ il riemergere della passività degli esseri umani di fronte alla novità misteriosa dei giochi d’amore del Signore. La mattina di Pasqua, poi, presenta il ribaltamen- to più radicale della speranza e della sapienza umana. A Pasqua si aprono gli occhi e la mente dei discepoli, dopo che il cuore si è riacceso e si è riscaldato nel loro petto con l’ultima intelligenza della Parola, che viene loro proposta dal Maestro ormai vivente per sempre. La Domenica di Pasqua è, con Maria di Magdala, la rivelazione dell’unione nuziale da consumarsi, però, solamente quando l’annuncio pasquale sia stato tra- smesso a tutti coloro che giacciono ancora nella notte 6
  • 8. della storia umana. Nel frattempo, noi viviamo nel rombo e sotto il fuoco dello Spirito della Pentecoste”. (Dalla Presentazione di Padre Rossi De Gasperis del nostro libro IDENTITÀ PA- SQUALE, Ed. “Sul Monte” Castelplanio, 1° luglio 2003). 2.2. Struttura celebrativa Quali pratiche indicazioni pastorali su come celebrare quotidianamente, di settimana in settimana, il miste- ro del Triduo Pasquale? Come superare la frattura tra preghiera e lavoro e la frantumazione interiore, frutto di una ricerca troppo frenetica di innovazioni liturgi- che o di pietà cristiana? In una parrocchia normale come si può predisporre i fedeli all’Eucaristia domeni- cale fonte e culmine della vita cristiana? Ogni settimana valorizziamo il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica. Queste giornate sono introdotte al mattino da una in- vocazione come invitatorio prima delle Lodi o dell’Uf- ficio di letture (cfr anche come la stessa liturgia delle ore orienti i suoi contenuti ai significati che stiamo indicando). Gli esercizi proposti al giovedì sono anzitutto l’offerta della vita in unione all’offerta di Cristo (valorizzando così la stessa preghiera di offerta fatta propria per es. dall’apostolato della preghiera e la dimensione sacer- dotale di ogni fedele). Inoltre si propone l’Adorazione al Corpo e Sangue di Cristo, subito dopo la celebrazio- ne come prolungamento amoroso e contemplativo. Si parte dall’offerta dell’incenso, come unione della pro- pria vita all’offerta di Cristo. Ci si ferma in adorazione con molto silenzio e brevissimi testi e ritornelli. Tutto per esercitarsi allo stupore eucaristico. Viene in men- te a questo punto il lungo silenzio adorante del Papa a Lourdes a conclusione del giubileo per il 150° delle apparizioni. “Benedetto XVI ci ha evangelizzato im- ponendo un silenzio impressionante di venti minuti, mentre si trovava davanti alla presenza sacramen- 7
  • 9. tale di Cristo” (vedi Avvenire del 7 dicembre 2008, pag. 25). Il Venerdì, come nel Triduo Sacro, all’interno dell’Eu- caristia o all’interno dei Vespri, si celebra la preghiera di intercessione sotto la Croce, in unione a Cristo Re e Sacerdote. Un testo patristico la introduce; un ritor- nello la accompagna. Le persone in piedi, a braccia aperte come il crocifisso, esprimono il loro ricordo di persone, situazioni e problemi di cui intendono anche farsi carico. Si conclude con il bacio della croce. Certamente l’intercessione presuppone che la per- sona che la compie sia accetta al Signore, sia in un certo qual senso suo amico, come è detto di Abramo, a cui Dio non volle nascondere nulla di quanto stava per fare (cf. Gen 18,17). L’intercessore è qualcuno che sceglie di vivere secondo il progetto di Dio, che spera fermamente che esso si verifichi anche negli altri. È una persona che ha cura realmente dei suoi fratelli e delle sue sorelle e desidera che essi vivano secondo la volontà di Dio. Perciò la presenza di molti intercesso- ri è anche un mezzo per realizzare una comunità che corrisponda al piano di Dio e promuovere il lavoro di riconciliazione tra individui, popoli, culture e religio- ni e tra l’uomo e il suo Dio. (Carlo M Martini, Gerusa- lemme 3 gennaio 2008). Il Sabato, si promuo- ve, in unione alla Ver- gine Maria, donna della parola e del silenzio, la Lectio della liturgia fe- stiva. Si chiede anche ai laici di dedicare mag- gior tempo personale a questo esercizio, vi- vendo tempi di fermata meditativa e anche di silenzio. Più d’uno sta camminando bene. 8
  • 10. La Domenica si promuove l’esperienza della novi- tà di vita, animata dallo Spirito del Risorto. L’ottavo giorno chiama in avanti, a esprimere la dimensione profetica della vita. Attorno all’esperienza centrale dell’Eucaristia, si organizzano le esperienze dell’as- semblea, dell’incontro di riflessione o condivisione con altri, della visita ai malati e anziani, della riconci- liazione con la natura, ecc…”. L’esperienza è stata teorizzata da Sr Anna Maria Vis- sani nel libro Identità pasquale (prefazione di P. Francesco Rossi De Gasperis, Ed. “Sul Monte” Castelplanio, 1 luglio 2003). Conclusione A conclusione di questa proposta ci piace citare quanto afferma la Congregazione per il Culto Divino e la disci- plina dei sacramenti nel direttorio su Pietà popolare e Liturgia - princi- pi e orientamenti, Città del Vatica- no 2002, al n. 48: “La storia mostra anzitutto che il corretto rapporto tra Liturgia e pie- tà popolare viene turbato allorché nei fedeli si attenua la coscienza di alcuni valori es- senziali della Liturgia stessa. Tra le cause di tale af- fievolimento vengono segnalate: - la debole consapevolezza o la diminuzione del sen- so della Pasqua e del posto centrale che essa occu- pa nella storia della salvezza, della quale la Liturgia cristiana è l’attualizzazione; dove ciò accade, i fedeli orientano quasi inevitabilmente la loro pietà, senza tener conto della “gerarchia delle verità”, verso altri misteri salvifici della vita di Cristo e verso la beata Vergine, gli Angeli e i Santi; 9
  • 11. - l’affievolimento del senso del sacerdozio univer- sale in virtù del quale i fedeli sono abilitati a «offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pt 2, 5; cf. Rm 12,1) e a partecipare pienamente, secondo la loro condizione, al culto della Chiesa; tale affievolimento, accompagnato spesso dal fenomeno di una Liturgia guidata da chierici anche in parti non riguardanti le funzioni proprie dei sacri ministri, fa sí che talora i fedeli si orientino verso la pratica dei pii esercizi, dei quali si sentono partecipanti attivi…” Questo testo è stato proposto al CONVEGNO TEOLOGICO-PASTORALE “L’Eucaristia per la vita quotidiana”, Loreto 1-2 dicembre 2009. ------------- COSA POSSO FARE? Personalmente o in gruppo Da sempre, tutte le settimane, i cristiani ricordano il mistero più profondo della loro fede: il “passaggio” della Pasqua che il Cristo ha attraversato e che con gli uomini continua ad attraversare. Così possiamo con- cludere ogni settimana celebrando il Cristo morto e risorto (Taizè, Preghiere, Elledici 2005). AL GIOVEDÌ “Mi rallegro nel constata- re che molti giovani stan- no scoprendo la bellezza dell’adorazione, sia per- sonale che comunitaria... Nella vita di oggi, spes- so rumorosa e dispersiva, è più che mai importante recu- perare la capacità di silenzio interiore e di raccoglimento: l’adorazione eucaristica permette di farlo non solo intorno 10
  • 12. all’’io’, bensì in compagnia di quel ‘Tu’ pieno d’amore che è Gesù Cristo, ‘il Dio a noi vicino’” (Benedetto XVI, 10 giugno 2007).  Se puoi, partecipa alla celebrazione Eucaristica in parrocchia e alla adorazione. Oppure, semplicemen- te, entra in una Chiesa e mettiti davanti al Taberna- colo per un breve tempo di silenziosa adorazione; prega con un salmo o altra preghiera. AL VENERDÌ “L’intercessione è il gesto di Gesù Cristo sulla croce, del Cro- cifisso che posto al centro delle nostre assemblee. Egli è colui che è venuto per porsi nel mez- zo di una situazione insanabile, di una inimicizia ormai giunta a putrefazione, nel mezzo di un conflitto senza soluzione uma- na. Gesù ha potuto mettersi nel mezzo perché era solidale con le due parti in conflitto: l’uomo e Dio. Ma la posizione di Gesù è quella di chi mette in conto anche la morte per questa duplice solidarietà; è quella di chi accet- ta la tristezza, l’insuccesso, la tortura, il supplizio, l’agonia e l’orrore della solitudine esistenziale fino a gridare: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27, 46)” (C.Maria Martini).  Mettiti davanti ad un Crocifisso o a una semplice Croce (anche in casa tua), accendi una luce (un cero) e presenta tutte le persone e le situazioni bisognose di guarigione interiore e fisica. Intercedi per loro ripe- tendo più volte: “Signore abbi misericordia e dona la tua pace”, bacia la croce con affetto profondo e asso- cia tutta la tua vita e le persone alla Sua Passione e morte redentrice. 11
  • 13. AL SABATO “Vorrei soprattutto evocare e raccoman- dare l’antica tradizio- ne della Lectio divi- na: l’assidua lettura della Sacra Scrittura accompagnata dal- la preghiera realizza quell’intimo colloquio in cui, leggendo, si ascolta Dio che parla e, pregando, Gli si risponde con fiduciosa apertura del cuore (cfr DV 25). …Mai si deve dimenticare che la Parola di Dio é lampada per i nostri passi e luce sul nostro cammi- no (cfr Ps 118/119, 105)”. (Benedetto XVI, 16 settembre 2005).  Dedica un po’ di tempo a leggere e meditare il Vangelo della Domenica. Con l’atteggiamento di at- tesa e di ascolto di Maria Santissima, ripeti “Eccomi, Signore, fa di me ciò che tu vuoi; Parlami con la Tua Parola, ed io ti ascolto”! Immagina di vivere i suoi stessi sentimenti di struggente attesa del Sabato San- to: ascolta la Parola e preparati a ricevere la luce pa- squale della domenica. Come segno accendi un picco- lo cero vicino al libro della Bibbia. ALLA DOMENICA “Chi ascolta fedelmen- te la Parola e si lascia condurre dallo Spirito si dispone a celebrare con frutto nel giorno del Signore l’Eucari- stia, che ci fa Chiesa, perché riattualizza nella nostra vita e nella storia il dono della nuova alleanza. Questo incontro domenicale è stato 12
  • 14. vissuto come fondante, e perciò come indispensabile, fin dalla Chiesa degli Apostoli: oggi, in un contesto di seco- larizzazione, è più che mai necessario. E una più frequen- te partecipazione, anche durante la settimana, alla mensa della Parola e del Pane di vita aiuterà straordinariamente la crescita della fede, della speranza e della carità e ci farà passare attraverso il deserto dell’incredulità contemporanea con animo sereno e volto gioioso” (C. Maria Martini).  Condividi con tutta la comunità cristiana la festa della resurrezione: con la Celebrazione Eucaristica, l’ospitalità, l’amicizia, il riposo, la luce e la pace della natura. IN OGNI SETTIMANA GIOVEDI Celebrazione Eucaristica e adorazione VENERDI Preghiera di intercessione e bacio della Croce SABATO Lettura e meditazione del Vangelo della domenica DOMENICA Vivere la festa nell’Assemblea domenicale e nei gesti nuovi dello Spirito 13
  • 15. IL CENTRO OFFRE LA DISPONIBILITÀ  Se hai bisogno di un colloquio o di una guida spirituale  Se vuoi partecipare alle iniziative di spi- ritualità e di preghiera  Se vuoi fare un percorso di scuola di pre- ghiera profonda  Se vuoi fermarti qualche ora o qualche giorno in riflessione e silenzio...  Se vuoi organizzare incontri per il tuo gruppo... TELEFONA: 0731.813408 14
  • 16. ……………………………………………………………………… Adesione in vista di un cammino di comunione e di condivisione (da inviare al Centro di Spiritualità Via Sabatucci, 15 - 60031 CASTELPLANIO - AN) Io sottoscritto/a aderisco e mi impegno in questo percorso Nome e cognome, indirizzo, e-mail, data e firma 15
  • 17. 16