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Centro di Spiritualità 
“Sul Monte” 
È tempo di 
Misericordia 
come vivere 
dell’intercessione reciproca
Il coraggio 
di mettersi in mezzo 
բ 
Intercedere non vuol dire semplicemen-te 
“pregare per qualcuno”, come spesso 
pensiamo. Etimologicamente significa “fare 
un passo in mezzo”, fare un passo in mo-do 
da mettersi nel mezzo di una situazione. 
“L’intercessione è il gesto di Gesù Cristo 
sulla croce, colui che è venuto per porsi 
nel mezzo di una situazione insanabile, di 
una inimicizia ormai giunta a putrefazione, 
nel mezzo di un conflitto senza soluzione 
umana. La persona che vuole intercedere 
deve essere accetta al Signore, in un cer-to 
qual senso deve sentirsi suo amico, co-me 
è detto di Abramo, a cui Dio non volle 
nascondere nulla di quanto stava per fare 
(cfr Gen 18,17). L’intercessore è qualcuno 
che sceglie di vivere secondo il progetto di 
Dio, che spera fermamente che esso si ve-rifichi 
anche negli altri. È una persona che 
ha cura realmente dei suoi fratelli e delle 
Collana 
Stupore 
Altri titoli disponibili: 
L’estasi della preghiera 
La conversione del cuore 
I diamanti dell’amore 
Il profumo del dono 
La gioia dell’incontro 
Centro di Spiritualità “Sul Monte” 
Via Sabatucci 15 - Castelplanio (AN) 
www.sulmonte.org 
Immagini: Fotolia 
pag.38: Crocifisso ligneo, 
scolpito da Pierdomenico Nofrischi da Jesi, 1639 
Castelplanio (AN) 
Realizzazione 
© Editrice VELAR 2014 
24020 Gorle (BG) 
www.velar.it 
ISBN 978-88-7135-927-4 
Esclusiva per la 
distribuzione in libreria: 
Editrice ELLEDICI 
10142 Torino 
www.elledici.org 
ISBN 978-88-01-05626-6 
3
il canto dei Vespri. È possibile vivere l’atteg-giamento 
di intercessione anche dentro le no-stre 
giornate fatte di sacrificio, di impegni, di 
solidarietà, di lavoro e di preghiera. Anche 
nei tempi di doloroso silenzio e solitudine. 
Quando incontriamo una persona che soffre, 
che chiede consiglio, che vive nell’oscurità 
delle scelte, possiamo farci intercessori, fra-tello 
o sorella che cammina a fianco e tiene 
la sua mano sulla spalla dell’altro. 
Mettiti in preghiera davanti al Crocifisso 
(in ginocchio o in piedi) e prega così: 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
sue sorelle e desidera che essi vivano se-condo 
la volontà di Dio. Perciò la presenza 
di molti intercessori è anche un mezzo per 
realizzare una comunità che corrisponda al 
piano di Dio e promuovere il lavoro di ri-conciliazione 
tra individui, popoli, culture 
e religioni e tra l’uomo e il suo Dio” (Carlo 
M. Martini, 3 gennaio 2008). 
“Gesù – ha detto Papa Francesco – ha 
voluto avere sempre le piaghe”, che sono 
“la sua preghiera di intercessione al Padre... 
Se noi non riusciamo ad uscire da noi stessi 
verso il fratello bisognoso [...], verso quelle 
piaghe, non impareremo mai la libertà che 
ci porta nell’altra uscita da noi stessi, ver-so 
le piaghe di Gesù. Ci sono due uscite da 
noi stessi: una verso le piaghe di Gesù, l’al-tra 
verso le piaghe dei nostri fratelli e sorel-le. 
E questa è la strada che Gesù vuole nella 
nostra preghiera” (11 maggio 2013). 
Il venerdì è il giorno privilegiato per la 
preghiera di intercessione, come prolunga-mento 
del grande Venerdì Santo. Può esse-re 
fatta comunitariamente, anche all’interno 
della Celebrazione Eucaristica o subito dopo
1. 
Amate i vostri nemici 
(Lc 6,27) 
Quando si è sperimentata 
la violenza, la sopraffazione, 
la frode viene spontaneo 
chiudere la porta di casa 
e non fidarsi più di nessuno. 
Si è tentati di credere che l’uomo 
è un potenziale nemico 
e il mondo troppo impastato 
con il male. 
Pregare per i nemici, 
gli aggressori, allora diventa 
il modo migliore per sconfiggere 
la paura e alimentare la fiducia 
che si ha nelle persone. 
7
Aiutaci, Signore, ad avere fiducia 
nelle persone anche quando ci han-no 
tradito e a credere che l’amore può di-sarmare 
la violenza rinnovando il mondo. 
Il perdono che possiamo offrire sia un 
farci carico di chi, pur conoscendoti, ti ha 
emarginato e ha fatto della violenza il suo 
sistema di vita. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
Ma a voi che ascoltate, io dico: 
amate i vostri nemici, fate del bene a 
quelli che vi odiano, benedite coloro 
che vi maledicono, pregate per coloro 
che vi trattano male. A chi ti percuo-te 
sulla guancia, offri anche l’altra; a 
chi ti strappa il mantello, non rifiuta-re 
neanche la tunica. Da’ a chiunque 
ti chiede, e a chi prende le cose tue, 
non chiederle indietro... Amate inve-ce 
i vostri nemici, fate del bene e pre-state 
senza sperarne nulla, e la vostra 
ricompensa sarà grande e sarete figli 
dell’Altissimo, perché egli è benevolo 
verso gli ingrati e i malvagi. 
Siate misericordiosi, come il Padre 
vostro è misericordioso. 
(Lc 6,27-30.35-36)
2. 
Signore, 
io non sono degno... 
(Lc 7,6) 
La fede è riconoscere che Gesù 
può tutto e ama ciascuno, 
anche coloro che noi 
consideriamo estranei e lontani, 
con infinita misericordia. 
Io non sono degno: 
ecco il punto di partenza 
per una guarigione del cuore 
che cambia la vita. 
11
di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a 
un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio 
servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa”. All’udi-re 
questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi 
alla folla che lo seguiva, disse: “Io vi dico 
che neanche in Israele ho trovato una fe-de 
così grande!”. E gli inviati, quando tor-narono 
a casa, trovarono il servo guarito. 
(Lc 7,1-10) 
Liberaci Signore dalle nostre ri-strettezze 
mentali che ci portano a 
guardare con diffidenza coloro che sen-tiamo 
estranei al nostro mondo. Donaci 
invece occhi penetranti, capaci di leggere 
in profondità il cuore di ogni persona. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
Quando ebbe terminato di rivolgere 
tutte le sue parole al popolo che stava in 
ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. Il ser-vo 
di un centurione era ammalato e sta-va 
per morire. Il centurione l’aveva molto 
caro. Perciò, avendo udito parlare di Ge-sù, 
gli mandò alcuni anziani dei Giudei 
a pregarlo di venire e di salvare il suo ser-vo. 
Costoro, giunti da Gesù, lo supplica-vano 
con insistenza: “Egli merita che tu 
gli conceda quello che chiede – dicevano 
–, perché ama il nostro popolo ed è stato 
lui a costruirci la sinagoga”. Gesù si in-camminò 
con loro. Non era ormai molto 
distante dalla casa, quando il centurio-ne 
mandò alcuni amici a dirgli: “Signore, 
non disturbarti! Io non sono degno che tu 
entri sotto il mio tetto; per questo io stesso 
non mi sono ritenuto degno di venire da 
te; ma di’ una parola e il mio servo sarà 
guarito. Anch’io infatti sono nella condi-zione 
di subalterno e ho dei soldati sotto 
13
3. 
Figlia, la tua fede 
ti ha salvata 
(Lc 8,48) 
Ancora oggi la fede è quella 
forza d’animo che fa rifiorire la 
vita dove il peccato l’ha rovinata. 
Ogni persona che fa esperienza 
del limite umano, come 
il tossicodipendente, l’alcolista, 
il malato terminale, può 
riacquistare il senso della lotta 
per la vita, dopo aver ricuperato 
il senso di Dio. Noi, costruttori 
del Regno, non possiamo 
dimenticarci che Cristo continua 
a passare tra i problemi 
dell’uomo proprio attraverso 
la nostra capacità di ridare 
speranza a chi l’ha perduta. 
15
to che una forza è uscita da me”. Allo-ra 
la donna, vedendo che non poteva 
rimanere nascosta, tremante, venne e 
si gettò ai suoi piedi e dichiarò davan-ti 
a tutto il popolo per quale motivo l’a-veva 
toccato e come era stata guarita 
all’istante. Egli le disse: “Figlia, la tua 
fede ti ha salvata. Va’ in pace!”. 
(Lc 8,41-48) 
La forza liberante della tua resur-rezione, 
Signore, passi attraverso la 
nostra disponibilità a far rifiorire la fede 
e la speranza dove la degradazione del 
peccato ha ferito la dignità umana. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
Ed ecco, venne un uomo di nome 
Giàiro, che era capo della sinagoga: 
si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava 
di recarsi a casa sua, perché l’unica 
figlia che aveva, di circa dodici anni, 
stava per morire. 
Mentre Gesù vi si recava, le folle gli 
si accalcavano attorno. E una donna, 
che aveva perdite di sangue da dodici 
anni, la quale, pur avendo speso tutti i 
suoi beni per i medici, non aveva potu-to 
essere guarita da nessuno, gli si av-vicinò 
da dietro, gli toccò il lembo del 
mantello e immediatamente l’emorra-gia 
si arrestò. Gesù disse: “Chi mi ha 
toccato?”. Tutti negavano. Pietro allo-ra 
disse: “Maestro, la folla ti stringe da 
ogni parte e ti schiaccia”. Ma Gesù dis-se: 
“Qualcuno mi ha toccato. Ho senti- 
17
4. 
Pregate... 
portate la pace 
(Lc 10,2-3) 
Indifesi in mezzo a un mondo 
spesso ostile, con la sola forza 
del Vangelo; un Dio vicino 
a cui rivolgersi e le mani all’opera 
per curare le ferite dell’umanità. 
Itinerante verso il Regno 
un popolo di battezzati 
cammina verso la meta 
senza mai stancarsi 
di chiedere a Dio di realizzare 
in pienezza il suo progetto 
di salvezza. 
19
sulle sue piazze e dite: “Anche la pol-vere 
della vostra città, che si è attac-cata 
ai nostri piedi, noi la scuotiamo 
contro di voi; sappiate però che il re-gno 
di Dio è vicino”. 
(Lc 10,3-11) 
Non farci dimenticare, Signore, che 
come battezzati siamo chiamati a 
portare dovunque ci troviamo l’annuncio 
di salvezza del Vangelo. La consapevo-lezza 
che sei vicino e conduci la storia ci 
spinga a superare ogni difficoltà con otti-mismo 
fiducioso e fattivo. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
Andate: ecco, vi mando come 
agnelli in mezzo a lupi; non portate 
borsa, né sacca, né sandali e non fer-matevi 
a salutare nessuno lungo la 
strada. In qualunque casa entriate, 
prima dite: “Pace a questa casa!”. Se 
vi sarà un figlio della pace, la vostra 
pace scenderà su di lui, altrimenti ri-tornerà 
su di voi. Restate in quella 
casa, mangiando e bevendo di quello 
che hanno, perché chi lavora ha di-ritto 
alla sua ricompensa. Non passa-te 
da una casa all’altra. Quando en-trerete 
in una città e vi accoglieran-no, 
mangiate quello che vi sarà offer-to, 
guarite i malati che vi si trovano, 
e dite loro: “È vicino a voi il regno 
di Dio”. Ma quando entrerete in una 
città e non vi accoglieranno, uscite 
21
5. 
Chiedete e vi sarà dato 
(Lc 11,9) 
Siamo tentati di credere 
ad un Dio lontano ed egoista, 
pronto a punire chiunque sbaglia. 
Gesù invece ce ne rivela il vero 
Volto: un Padre premuroso 
e attento che vuole i figli 
pienamente realizzati. 
La sua volontà è ciò che 
ci rende liberi davvero. 
Lo Spirito che non dobbiamo 
mai stancarci di chiedere, 
ci guiderà con sicurezza verso 
la maturazione della nostra fede. 
23
Signore, ci capita spesso di prega-re 
con la stessa disposizione con 
cui compriamo merce al supermercato: 
chiediamo solo quello che ci piace o ci 
serve per soddisfare un bisogno imme-diato. 
Donaci Tu lo Spirito di Gesù per-ché 
ci renda capaci di chiedere, come ad 
un Padre premuroso, ciò che costruisce 
davvero. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
Chiedete e vi sarà dato, cercate e 
troverete, bussate e vi sarà aperto. Per-ché 
chiunque chiede riceve e chi cerca 
trova e a chi bussa sarà aperto. Quale 
padre tra voi, se il figlio gli chiede un 
pesce, gli darà una serpe al posto del 
pesce? O se gli chiede un uovo, gli da-rà 
uno scorpione? Se voi dunque, che 
siete cattivi, sapete dare cose buone ai 
vostri figli, quanto più il Padre vostro 
del cielo darà lo Spirito Santo a quelli 
che glielo chiedono! 
(Lc 11,9-13) 
25
6. 
Ho pregato per te 
(Lc 22,32) 
Un mondo alla ricerca del potere 
può dimenticare i valori 
del Vangelo. La fede 
apparentemente baldanzosa 
rischia di naufragare in subdoli 
compromessi pur di partecipare 
ad un successo facile. 
Farsi carico di questa debolezza 
e sostenerla con una testimonianza 
visibile, diventa compito primario 
del cristiano autentico. 
27
Donaci, Signore, di non scandaliz-zarci 
delle cadute dei deboli né di 
avere paura di avvicinarci a chi vive ai 
margini della vita cristiana. Dacci la forza 
di sostenere la fede e il passo vacillante 
di chi, sulla strada della croce, sta risa-lendo 
la china verso di Te. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
“Simone, Simone, ecco: Satana vi 
ha cercati per vagliarvi come il grano; 
ma io ho pregato per te, perché la tua 
fede non venga meno. E tu, una volta 
convertito, conferma i tuoi fratelli”. E 
Pietro gli disse: “Signore, con te sono 
pronto ad andare anche in prigione e 
alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti 
dico: oggi il gallo non canterà prima 
che tu, per tre volte, abbia negato di 
conoscermi”. 
(Lc 22,31-34) 
29
7. 
Io prego per loro 
(Gv 17,9) 
In Cristo tutta l’umanità 
è raccolta dall’amore di Dio. 
Attraverso un fattivo impegno 
per la riconciliazione, 
i cristiani sono chiamati 
a continuare nella storia 
l’opera redentiva ed unificante 
del loro Maestro. 
31
Io prego per loro; non prego per il 
mondo, ma per coloro che tu mi hai da-to, 
perché sono tuoi. Tutte le cose mie so-no 
tue, e le tue sono mie, e io sono glorifi-cato 
in loro. Io non sono più nel mondo; 
essi invece sono nel mondo, e io vengo a 
te. Padre santo, custodiscili nel tuo no-me, 
quello che mi hai dato, perché siano 
una sola cosa, come noi...”. 
(Gv 17,1-11) 
Non lasciare, o Signore, che il poco 
amore raffreddi l’impegno a supe-rare 
le divisioni. Donaci la forza di acco-gliere 
l’altro come tuo figlio e nostro fra-tello 
che Tu ami e vuoi salvo. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
Alzàti gli occhi al cielo, Gesù disse: 
“Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio 
tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai 
dato potere su ogni essere umano, per-ché 
egli dia la vita eterna a tutti coloro 
che gli hai dato. Questa è la vita eterna: 
che conoscano te, l’unico vero Dio, e co-lui 
che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho 
glorificato sulla terra, compiendo l’ope-ra 
che mi hai dato da fare. E ora, Padre, 
glorificami davanti a te con quella glo-ria 
che io avevo presso di te prima che il 
mondo fosse. 
Ho manifestato il tuo nome agli uomi-ni 
che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi 
e li hai dati a me, ed essi hanno osservato 
la tua parola. Ora essi sanno che tutte le 
cose che mi hai dato vengono da te, per-ché 
le parole che hai dato a me io le ho 
date a loro. Essi le hanno accolte e sanno 
veramente che sono uscito da te e hanno 
creduto che tu mi hai mandato. 
33
8. 
Padre, perdona loro 
(Lc 23,34) 
Una croce piombata addosso 
per caso e il pianto impotente 
di donne dietro ai figli morenti. 
Una massa eterogenea chiede 
miracoli che non arriveranno; 
la fede salva chi è 
irrimediabilmente perduto. 
Chi, dietro a Gesù, si fa carico 
di questa umanità varia e 
contraddittoria, l’assume 
e la fa morire in sé 
per presentarla rinnovata 
davanti al Padre. 
35
nivano condotti a morte anche altri 
due, che erano malfattori. 
Quando giunsero sul luogo chia-mato 
Cranio, vi crocifissero lui e i 
malfattori, uno a destra e l’altro a si-nistra. 
Gesù diceva: “Padre, perdona 
loro perché non sanno quello che fan-no”. 
Poi dividendo le sue vesti, le tira-rono 
a sorte. 
(Lc 23,26-34) 
Donaci, Signore, di vincere l’indiffe-renza 
che spesso abbiamo nei con-fronti 
di un’umanità sbandata. Aiutaci ad 
accogliere e portare sulle spalle le con-traddizioni 
degli altri. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
È scritto 
բ 
Mentre lo conducevano via, ferma-rono 
un certo Simone di Cirene, che 
tornava dai campi, e gli misero addos-so 
la croce, da portare dietro a Gesù. 
Lo seguiva una grande moltitudi-ne 
di popolo e di donne, che si bat-tevano 
il petto e facevano lamenti su 
di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di 
loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, 
non piangete su di me, ma piange-te 
su voi stesse e sui vostri figli. Ec-co, 
verranno giorni nei quali si di-rà: 
«Beate le sterili, i grembi che non 
hanno generato e i seni che non han-no 
allattato». Allora cominceranno a 
dire ai monti: «Cadete su di noi!», e 
alle colline: «Copriteci!». Perché, se si 
tratta così il legno verde, che avverrà 
del legno secco?”. Insieme con lui ve- 
37
9. 
Gli colpì il fianco 
(Gv 19,34) 
L’apertura del Costato di Cristo 
è la porta della redenzione. 
La ferita sanguinante è il sigillo 
della vita donata con la sua morte 
in croce. La Chiesa, 
sposa di Cristo, 
è chiamata a farsi madre 
di ogni vivente con il dono 
della sua stessa vita, 
la vita di ogni credente 
in Cristo. 
39
È scritto 
բ 
Era il giorno della Parasceve e i 
Giudei, perché i corpi non rimanes-sero 
sulla croce durante il sabato – 
era infatti un giorno solenne quel sa-bato 
–, chiesero a Pilato che fossero 
spezzate loro le gambe e fossero por-tati 
via. Vennero dunque i soldati e 
spezzarono le gambe all’uno e all’al-tro 
che erano stati crocifissi insieme 
con lui. Venuti però da Gesù, veden-do 
che era già morto, non gli spez-zarono 
le gambe, ma uno dei solda-ti 
con una lancia gli colpì il fianco, 
e subito ne uscì sangue e acqua. Chi 
ha visto ne dà testimonianza e la sua 
testimonianza è vera; egli sa che di-ce 
il vero, perché anche voi credia-te. 
Questo infatti avvenne perché si 
compisse la Scrittura: Non gli sarà 
spezzato alcun osso. E un altro pas-so 
della Scrittura dice ancora: Volge-ranno 
lo sguardo a colui che hanno 
trafitto. 
(Gv 19,31-37) 
O Signore, Sposo adorabile della 
Chiesa, dono d’amore del Padre a 
tutta l’umanità ferita, donaci di entrare 
nell’intimo della tua offerta d’amore e 
spingi anche me a farmi carico di chi non 
sente di appartenere a Te e grida il biso-gno 
di vita e di salvezza. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
41
10. 
Ci ha liberati 
dal potere delle tenebre 
(Col 1,13) 
Fede, speranza, carità, 
ecco i cardini su cui poggia 
una comunità in cammino. 
Ma perché la crescita corra veloce 
verso la speranza promessa, 
è necessaria una continua ricerca 
della volontà di Dio. 
I credenti impegnati 
in un incessante canto di lode 
al Signore che li ha salvati, 
sono esortati a crescere 
in un impegno di vita 
sempre più fruttuoso. 
43
È scritto 
բ 
Perciò anche noi, dal giorno in cui 
ne fummo informati, non cessiamo di 
pregare per voi e di chiedere che abbiate 
piena conoscenza della sua volontà, con 
ogni sapienza e intelligenza spirituale, 
perché possiate comportarvi in maniera 
degna del Signore, per piacergli in tutto, 
portando frutto in ogni opera buona e 
crescendo nella conoscenza di Dio. Resi 
forti di ogni fortezza secondo la potenza 
della sua gloria, per essere perseveranti e 
magnanimi in tutto, ringraziate con gio-ia 
il Padre che vi ha resi capaci di parte-cipare 
alla sorte dei santi nella luce. 
È lui che ci ha liberati dal potere delle 
tenebre 
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio 
del suo amore, 
per mezzo del quale abbiamo la re-denzione, 
il perdono dei peccati... 
È piaciuto a Dio 
che abiti in lui tutta la pienezza 
e che per mezzo di lui e in vista di lui 
siano riconciliate tutte le cose, 
avendo pacificato con il sangue della 
sua croce 
sia le cose che stanno sulla terra, 
sia quelle che stanno nei cieli. 
(Col 1,9-14.19-20) 
Non si spenga mai, Signore, nella 
nostra consapevolezza di credenti, la 
spinta vitale e creatrice della redenzione, 
perché guidati da essa lungo i sentieri del 
futuro, sappiamo ricercare mezzi nuovi e 
fruttuosi per costruire un mondo migliore. 
Signore Gesù Crocifisso 
qui davanti a te mi ricordo di... 
(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) 
e mi impegno a... (prendi un impegno concreto 
per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 
45
«Signore, opera tu stesso, tu solo 
in lui, secondo la tua severità e la 
tua bontà». Intercedere significa: 
concedere al fratello lo stesso 
diritto che è stato concesso a 
noi, cioè di porsi davanti a Cristo 
ed essere partecipe della sua 
misericordia” 
(D. Bonhoeffer) 
“Una comunità cristiana vive 
dell’intercessione reciproca 
dei membri o perisce... 
Intercedere non significa altro 
che presentare il fratello a 
Dio, vederlo nella luce della 
croce di Gesù come povero 
uomo e peccatore bisognoso di 
grazia. Con ciò viene a cadere 
tutto quello che me lo rende 
antipatico; lo vedo in tutta la sua 
miseria e pena; nel suo travaglio 
e peccato che mi si mostrano così 
grandi e così opprimenti come 
se fossero i miei; ed allora non 
posso fare a meno di supplicare: 
46 47
“Gesù mostra le sue piaghe, 
sulle mani e sul costato: 
queste ferite rappresentano 
il prezzo della nostra salvezza 
e la sua preghiera 
di intercessione al Padre” 
(Papa Francesco) 
“Non faccio altro che starmene 
ai piedi di Gesù Crocifisso, 
come il povero del Vangelo. 
Senza perdere la pace del cuore, 
resto ferma con le mani 
e le braccia aperte 
guardando il Signore e gridando: 
Anime, anime, anime al Paradiso” 
(Santa Maria De Mattias) 
ISBN 978-88-01-05626-6 
€ 2,50 9 7 8 8 8 0 1 0 5 6 2 6 6 
Collana 
Stupore

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è Tempo dimisericordia

  • 1. Centro di Spiritualità “Sul Monte” È tempo di Misericordia come vivere dell’intercessione reciproca
  • 2. Il coraggio di mettersi in mezzo բ Intercedere non vuol dire semplicemen-te “pregare per qualcuno”, come spesso pensiamo. Etimologicamente significa “fare un passo in mezzo”, fare un passo in mo-do da mettersi nel mezzo di una situazione. “L’intercessione è il gesto di Gesù Cristo sulla croce, colui che è venuto per porsi nel mezzo di una situazione insanabile, di una inimicizia ormai giunta a putrefazione, nel mezzo di un conflitto senza soluzione umana. La persona che vuole intercedere deve essere accetta al Signore, in un cer-to qual senso deve sentirsi suo amico, co-me è detto di Abramo, a cui Dio non volle nascondere nulla di quanto stava per fare (cfr Gen 18,17). L’intercessore è qualcuno che sceglie di vivere secondo il progetto di Dio, che spera fermamente che esso si ve-rifichi anche negli altri. È una persona che ha cura realmente dei suoi fratelli e delle Collana Stupore Altri titoli disponibili: L’estasi della preghiera La conversione del cuore I diamanti dell’amore Il profumo del dono La gioia dell’incontro Centro di Spiritualità “Sul Monte” Via Sabatucci 15 - Castelplanio (AN) www.sulmonte.org Immagini: Fotolia pag.38: Crocifisso ligneo, scolpito da Pierdomenico Nofrischi da Jesi, 1639 Castelplanio (AN) Realizzazione © Editrice VELAR 2014 24020 Gorle (BG) www.velar.it ISBN 978-88-7135-927-4 Esclusiva per la distribuzione in libreria: Editrice ELLEDICI 10142 Torino www.elledici.org ISBN 978-88-01-05626-6 3
  • 3. il canto dei Vespri. È possibile vivere l’atteg-giamento di intercessione anche dentro le no-stre giornate fatte di sacrificio, di impegni, di solidarietà, di lavoro e di preghiera. Anche nei tempi di doloroso silenzio e solitudine. Quando incontriamo una persona che soffre, che chiede consiglio, che vive nell’oscurità delle scelte, possiamo farci intercessori, fra-tello o sorella che cammina a fianco e tiene la sua mano sulla spalla dell’altro. Mettiti in preghiera davanti al Crocifisso (in ginocchio o in piedi) e prega così: Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) sue sorelle e desidera che essi vivano se-condo la volontà di Dio. Perciò la presenza di molti intercessori è anche un mezzo per realizzare una comunità che corrisponda al piano di Dio e promuovere il lavoro di ri-conciliazione tra individui, popoli, culture e religioni e tra l’uomo e il suo Dio” (Carlo M. Martini, 3 gennaio 2008). “Gesù – ha detto Papa Francesco – ha voluto avere sempre le piaghe”, che sono “la sua preghiera di intercessione al Padre... Se noi non riusciamo ad uscire da noi stessi verso il fratello bisognoso [...], verso quelle piaghe, non impareremo mai la libertà che ci porta nell’altra uscita da noi stessi, ver-so le piaghe di Gesù. Ci sono due uscite da noi stessi: una verso le piaghe di Gesù, l’al-tra verso le piaghe dei nostri fratelli e sorel-le. E questa è la strada che Gesù vuole nella nostra preghiera” (11 maggio 2013). Il venerdì è il giorno privilegiato per la preghiera di intercessione, come prolunga-mento del grande Venerdì Santo. Può esse-re fatta comunitariamente, anche all’interno della Celebrazione Eucaristica o subito dopo
  • 4. 1. Amate i vostri nemici (Lc 6,27) Quando si è sperimentata la violenza, la sopraffazione, la frode viene spontaneo chiudere la porta di casa e non fidarsi più di nessuno. Si è tentati di credere che l’uomo è un potenziale nemico e il mondo troppo impastato con il male. Pregare per i nemici, gli aggressori, allora diventa il modo migliore per sconfiggere la paura e alimentare la fiducia che si ha nelle persone. 7
  • 5. Aiutaci, Signore, ad avere fiducia nelle persone anche quando ci han-no tradito e a credere che l’amore può di-sarmare la violenza rinnovando il mondo. Il perdono che possiamo offrire sia un farci carico di chi, pur conoscendoti, ti ha emarginato e ha fatto della violenza il suo sistema di vita. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuo-te sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiuta-re neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro... Amate inve-ce i vostri nemici, fate del bene e pre-state senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. (Lc 6,27-30.35-36)
  • 6. 2. Signore, io non sono degno... (Lc 7,6) La fede è riconoscere che Gesù può tutto e ama ciascuno, anche coloro che noi consideriamo estranei e lontani, con infinita misericordia. Io non sono degno: ecco il punto di partenza per una guarigione del cuore che cambia la vita. 11
  • 7. di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa”. All’udi-re questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fe-de così grande!”. E gli inviati, quando tor-narono a casa, trovarono il servo guarito. (Lc 7,1-10) Liberaci Signore dalle nostre ri-strettezze mentali che ci portano a guardare con diffidenza coloro che sen-tiamo estranei al nostro mondo. Donaci invece occhi penetranti, capaci di leggere in profondità il cuore di ogni persona. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. Il ser-vo di un centurione era ammalato e sta-va per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Ge-sù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo ser-vo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplica-vano con insistenza: “Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga”. Gesù si in-camminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurio-ne mandò alcuni amici a dirgli: “Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condi-zione di subalterno e ho dei soldati sotto 13
  • 8. 3. Figlia, la tua fede ti ha salvata (Lc 8,48) Ancora oggi la fede è quella forza d’animo che fa rifiorire la vita dove il peccato l’ha rovinata. Ogni persona che fa esperienza del limite umano, come il tossicodipendente, l’alcolista, il malato terminale, può riacquistare il senso della lotta per la vita, dopo aver ricuperato il senso di Dio. Noi, costruttori del Regno, non possiamo dimenticarci che Cristo continua a passare tra i problemi dell’uomo proprio attraverso la nostra capacità di ridare speranza a chi l’ha perduta. 15
  • 9. to che una forza è uscita da me”. Allo-ra la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davan-ti a tutto il popolo per quale motivo l’a-veva toccato e come era stata guarita all’istante. Egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!”. (Lc 8,41-48) La forza liberante della tua resur-rezione, Signore, passi attraverso la nostra disponibilità a far rifiorire la fede e la speranza dove la degradazione del peccato ha ferito la dignità umana. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava di recarsi a casa sua, perché l’unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire. Mentre Gesù vi si recava, le folle gli si accalcavano attorno. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potu-to essere guarita da nessuno, gli si av-vicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorra-gia si arrestò. Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Tutti negavano. Pietro allo-ra disse: “Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”. Ma Gesù dis-se: “Qualcuno mi ha toccato. Ho senti- 17
  • 10. 4. Pregate... portate la pace (Lc 10,2-3) Indifesi in mezzo a un mondo spesso ostile, con la sola forza del Vangelo; un Dio vicino a cui rivolgersi e le mani all’opera per curare le ferite dell’umanità. Itinerante verso il Regno un popolo di battezzati cammina verso la meta senza mai stancarsi di chiedere a Dio di realizzare in pienezza il suo progetto di salvezza. 19
  • 11. sulle sue piazze e dite: “Anche la pol-vere della vostra città, che si è attac-cata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il re-gno di Dio è vicino”. (Lc 10,3-11) Non farci dimenticare, Signore, che come battezzati siamo chiamati a portare dovunque ci troviamo l’annuncio di salvezza del Vangelo. La consapevo-lezza che sei vicino e conduci la storia ci spinga a superare ogni difficoltà con otti-mismo fiducioso e fattivo. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fer-matevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ri-tornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha di-ritto alla sua ricompensa. Non passa-te da una casa all’altra. Quando en-trerete in una città e vi accoglieran-no, mangiate quello che vi sarà offer-to, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite 21
  • 12. 5. Chiedete e vi sarà dato (Lc 11,9) Siamo tentati di credere ad un Dio lontano ed egoista, pronto a punire chiunque sbaglia. Gesù invece ce ne rivela il vero Volto: un Padre premuroso e attento che vuole i figli pienamente realizzati. La sua volontà è ciò che ci rende liberi davvero. Lo Spirito che non dobbiamo mai stancarci di chiedere, ci guiderà con sicurezza verso la maturazione della nostra fede. 23
  • 13. Signore, ci capita spesso di prega-re con la stessa disposizione con cui compriamo merce al supermercato: chiediamo solo quello che ci piace o ci serve per soddisfare un bisogno imme-diato. Donaci Tu lo Spirito di Gesù per-ché ci renda capaci di chiedere, come ad un Padre premuroso, ciò che costruisce davvero. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Per-ché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli da-rà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono! (Lc 11,9-13) 25
  • 14. 6. Ho pregato per te (Lc 22,32) Un mondo alla ricerca del potere può dimenticare i valori del Vangelo. La fede apparentemente baldanzosa rischia di naufragare in subdoli compromessi pur di partecipare ad un successo facile. Farsi carico di questa debolezza e sostenerla con una testimonianza visibile, diventa compito primario del cristiano autentico. 27
  • 15. Donaci, Signore, di non scandaliz-zarci delle cadute dei deboli né di avere paura di avvicinarci a chi vive ai margini della vita cristiana. Dacci la forza di sostenere la fede e il passo vacillante di chi, sulla strada della croce, sta risa-lendo la china verso di Te. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi”. (Lc 22,31-34) 29
  • 16. 7. Io prego per loro (Gv 17,9) In Cristo tutta l’umanità è raccolta dall’amore di Dio. Attraverso un fattivo impegno per la riconciliazione, i cristiani sono chiamati a continuare nella storia l’opera redentiva ed unificante del loro Maestro. 31
  • 17. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai da-to, perché sono tuoi. Tutte le cose mie so-no tue, e le tue sono mie, e io sono glorifi-cato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo no-me, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi...”. (Gv 17,1-11) Non lasciare, o Signore, che il poco amore raffreddi l’impegno a supe-rare le divisioni. Donaci la forza di acco-gliere l’altro come tuo figlio e nostro fra-tello che Tu ami e vuoi salvo. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ Alzàti gli occhi al cielo, Gesù disse: “Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, per-ché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e co-lui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’ope-ra che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella glo-ria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomi-ni che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, per-ché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. 33
  • 18. 8. Padre, perdona loro (Lc 23,34) Una croce piombata addosso per caso e il pianto impotente di donne dietro ai figli morenti. Una massa eterogenea chiede miracoli che non arriveranno; la fede salva chi è irrimediabilmente perduto. Chi, dietro a Gesù, si fa carico di questa umanità varia e contraddittoria, l’assume e la fa morire in sé per presentarla rinnovata davanti al Padre. 35
  • 19. nivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. Quando giunsero sul luogo chia-mato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a si-nistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fan-no”. Poi dividendo le sue vesti, le tira-rono a sorte. (Lc 23,26-34) Donaci, Signore, di vincere l’indiffe-renza che spesso abbiamo nei con-fronti di un’umanità sbandata. Aiutaci ad accogliere e portare sulle spalle le con-traddizioni degli altri. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) È scritto բ Mentre lo conducevano via, ferma-rono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addos-so la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudi-ne di popolo e di donne, che si bat-tevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piange-te su voi stesse e sui vostri figli. Ec-co, verranno giorni nei quali si di-rà: «Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non han-no allattato». Allora cominceranno a dire ai monti: «Cadete su di noi!», e alle colline: «Copriteci!». Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”. Insieme con lui ve- 37
  • 20. 9. Gli colpì il fianco (Gv 19,34) L’apertura del Costato di Cristo è la porta della redenzione. La ferita sanguinante è il sigillo della vita donata con la sua morte in croce. La Chiesa, sposa di Cristo, è chiamata a farsi madre di ogni vivente con il dono della sua stessa vita, la vita di ogni credente in Cristo. 39
  • 21. È scritto բ Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanes-sero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sa-bato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero por-tati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’al-tro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, veden-do che era già morto, non gli spez-zarono le gambe, ma uno dei solda-ti con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che di-ce il vero, perché anche voi credia-te. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro pas-so della Scrittura dice ancora: Volge-ranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. (Gv 19,31-37) O Signore, Sposo adorabile della Chiesa, dono d’amore del Padre a tutta l’umanità ferita, donaci di entrare nell’intimo della tua offerta d’amore e spingi anche me a farmi carico di chi non sente di appartenere a Te e grida il biso-gno di vita e di salvezza. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 41
  • 22. 10. Ci ha liberati dal potere delle tenebre (Col 1,13) Fede, speranza, carità, ecco i cardini su cui poggia una comunità in cammino. Ma perché la crescita corra veloce verso la speranza promessa, è necessaria una continua ricerca della volontà di Dio. I credenti impegnati in un incessante canto di lode al Signore che li ha salvati, sono esortati a crescere in un impegno di vita sempre più fruttuoso. 43
  • 23. È scritto բ Perciò anche noi, dal giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gio-ia il Padre che vi ha resi capaci di parte-cipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la re-denzione, il perdono dei peccati... È piaciuto a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli. (Col 1,9-14.19-20) Non si spenga mai, Signore, nella nostra consapevolezza di credenti, la spinta vitale e creatrice della redenzione, perché guidati da essa lungo i sentieri del futuro, sappiamo ricercare mezzi nuovi e fruttuosi per costruire un mondo migliore. Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di... (puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro) 45
  • 24. «Signore, opera tu stesso, tu solo in lui, secondo la tua severità e la tua bontà». Intercedere significa: concedere al fratello lo stesso diritto che è stato concesso a noi, cioè di porsi davanti a Cristo ed essere partecipe della sua misericordia” (D. Bonhoeffer) “Una comunità cristiana vive dell’intercessione reciproca dei membri o perisce... Intercedere non significa altro che presentare il fratello a Dio, vederlo nella luce della croce di Gesù come povero uomo e peccatore bisognoso di grazia. Con ciò viene a cadere tutto quello che me lo rende antipatico; lo vedo in tutta la sua miseria e pena; nel suo travaglio e peccato che mi si mostrano così grandi e così opprimenti come se fossero i miei; ed allora non posso fare a meno di supplicare: 46 47
  • 25. “Gesù mostra le sue piaghe, sulle mani e sul costato: queste ferite rappresentano il prezzo della nostra salvezza e la sua preghiera di intercessione al Padre” (Papa Francesco) “Non faccio altro che starmene ai piedi di Gesù Crocifisso, come il povero del Vangelo. Senza perdere la pace del cuore, resto ferma con le mani e le braccia aperte guardando il Signore e gridando: Anime, anime, anime al Paradiso” (Santa Maria De Mattias) ISBN 978-88-01-05626-6 € 2,50 9 7 8 8 8 0 1 0 5 6 2 6 6 Collana Stupore