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IL PROFUMO DEL DONO

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ANNA MARIA VISSANI


 Il profumo
del Dono
LA VOCAZIONE TRA DESIDERIO
    E PAURA DEL CUORE
si propone sempre. Se desideri incontrar-
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IL PROFUMO DEL DONO

  1. 1. ANNA MARIA VISSANI Il profumo del Dono LA VOCAZIONE TRA DESIDERIO E PAURA DEL CUORE
  2. 2. si propone sempre. Se desideri incontrar- lo con il tuo cuore, anche nel buio della notte, non smetterai mai di cercare: que- sta è la fiducia di chi brama raggiungere In Cristo Gesù “il più bello”! Cosa fare? San Paolo, nella lettera alla comunità di Filippi, confessa: “Non ho Un giorno un monaco orientale chiese certo raggiunto la mèta, non sono arriva- ad un giovane arrivato al monastero per to alla perfezione; ma mi sforzo di corre- un dialogo spirituale: “Qual è il nemico re per conquistarla, perché anch’io sono del bello?”. Fu una domanda molto im- stato conquistato da Cristo Gesù” (Filip- barazzante. Era spontaneo rispondere “il pesi 3,12). Meditando a lungo la testimo- brutto”. Il nemico del bello – disse il mo- nianza del grande Apostolo e seguace di naco – è “il più bello”: una risposta stra- Cristo ho capito che, prima ancora che ordinaria! Una persona non lascia il bello io dicessi sì a Dio, lui l’aveva detto a me; per il brutto – commenta Mons. Giancarlo prima ancora che io lo cercassi lui mi Brigantini –, ma il bello per “il più bello”, aveva conquistato, scelto, atteso e so- cioè per qualche cosa di più grande, di prattutto... afferrato! La mia vita non era dulcis, di particolarmente intenso. un rincorrere la meta, ma un lasciarmi Ma dove trovare ciò che è “più bello”? semplicemente scoprire e amare! Come scoprire dove si annida? Paolo ci Tutto questo è la vocazione: lanciarsi dice che il nostro Dio non è lontano da fiduciosi nelle mani dell’Altro, sapendo ciascuno di noi, ma va cercato... “come di essere raccolti da lui. La vita non ha a tentoni”. È il cercare silenzioso, umile, la rete come ce l’hanno i trapezisti! Non rispettoso di Dio, che non si impone, ma possiamo non lanciarci! Il nostro salto 2 3
  3. 3. no non un tuf farci nel buio “So infatti i non è un tuffarci nel buio: “So infatti in uf farci e buio: S nfatt ffa chi ho posto la mi fede sono c nvin o chi ho posto la mia fede e sono convinto h osto mia fede att ono convinto n vi Vocazione: è la parola che, custodita nel cuore, diventa segno ch egli che egli capace di custodire... ciò ch che egli è capace di custodire... ciò che he apac pac stodire.. i che odir e i di quanto sei importante agli occhi mi stato affidato” (2Timoteo 1,12). An- tato f f dato” (2Timote 1,12). mi è stato affidato” (2Timoteo 1,12). An- to imote 2). di Dio. È l’indice di gradimento, ch tu, frat llo che tu fratello sorella, giovan che tu, fratello o sorella, giovane o adul- fratello r l a giovane a ul v n adul- presso di Lui, della tua fragile Vita. to che cerchi n Dio la tu pienez a di to che cerchi in Dio la tua pienezza di h er h o tua pienezza Sì, perché, se ti chiama, vuol dire vita app ch vita, sappi che ti puoi lanciare, perché uo ancia e perché ncia vita, sappi che ti puoi lanciare, perché rché Lu certamente Lui certam nte ti af ferra! Sei stato ama- Lui certamente ti afferra! Sei stato ama- f f ra! ei ato ma che ti ama. Gli stai a cuore, non c’è to-conquistato/a da Cristo Gesù. Lascia- to-conquistato/a da Cristo Gesù. Lascia- o c nquistato a tato to/a risto esù. asci sto sù. dubbio. In una turba sterminata ti prendere! Moltissimi amici coraggiosi, endere! o tiss m amic coraggiosi, ere! tiss ti prendere! Moltissimi amici coraggiosi, o di gente, risuona un nome: il tuo! che i sono messi alla sua sequela, te- h on mess alla ssi la a che si sono messi alla sua sequela, te- quela, t ela a Stupore generale. Forse, credevi che stim niano uanto Papa enedet o VI stimoniano quanto Papa Benedetto XVI stimoniano quanto Papa Benedetto XVI uant ed a te non ci pensava nessuno. ripe ripete ripete ai giova i: “S ate pienamente con- ripete ai giovani: “Siate pienamente con- giovani: “Siate i nament co ame te Lui sì! Davanti ai microfoni della vinti: rist nulla togl vinti: Cristo null toglie di quanto avete vinti: Cristo nulla toglie di quanto avete toglie u n o vete storia ti affida un compito su misura... in voi di bello e di grande, ma porta tutto n voi di bell oi bello di grande, ma port tutto ande, porta utt per Lui! Sì, per lui, non per te. a perfezione per la gloria di Dio, la felici- per fezione er gl r a Dio, felici- perfezione per la gloria di Dio, la felici zio Più che una missione, sembra una tà degli uomini, la salvezza del mondo”. tà degli uomini, la salvezza del mondo”. egli mi i, salv zza el ondo” scommessa. Una scommessa sulla tua povertà e sulla tua possibilità. Con Lui puoi tutto! Ha scritto “Ti amo” sulla roccia. E accanto ha messo il tuo nome. L’ha scritto di notte. Nella tua notte! Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me! Si fida! (TONINO BELLO)
  4. 4. 1. Nel desiderio che è sete di vita All’inizio c’è una sete, una grande sete di vita, di pienezza e di amore. Non lo sai perché. Non sai dove porta. Ma intanto non lo soffochi con l’acqua delle cisterne screpolate o con le “coca cole” artificiali. Fortunato e benedetto chi trova Lui che lo accoglie, lo ascolta, lo illumina. La sua è sempre acqua viva. Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva (GIOVANNI 4,10) 7
  5. 5. Ricordo la mia giovinezza come un sola e mi sorprendevo a riflettere sul fu- tempo spensierato ma non privo di turo, su me stessa, su quello che volevo e problemi. Avevo una famiglia normale che soprattutto sulla vita che facevo, provavo mi voleva bene, anche se non mancavano un senso come di solitudine e di vuoto. motivi di conflitto. Non facevo difficoltà Erano questi i momenti in cui pensavo a a fare amicizia, uscivo con gli amici e mi Dio. Avevo una grande sete di infinito ma divertivo. A scuola me la cavavo senza il pozzo a cui attingere mi appariva trop- particolari problemi e questo mi bastava. po profondo! In testa emergevano tante Quando pensavo al futuro prevaleva il so- domande, ma il cuore era un “secchio gno di quello che volevo essere o diventa- forato”. L’acqua non arrivava mai a spe- re; guardarlo realisticamente mi metteva gnere la mia sete. un po’ paura e parecchia insicurezza. Il mio cuore era assetato di felicità e di amore: li cercavo in tutte le situazioni dove erano assicurate emozioni piacevoli, escludendo la trasgressione distruttiva. Potevo tutto sommato sentirmi soddi- sfatta se non fosse stato che, quando ero
  6. 6. 2. Nella bellezza dell’amore ...E c’è anche un’esperienza di incontro con il Signore. Dentro la vitalità della Chiesa. L’incontro con Cristo risorto nei sacramenti del perdono e del Dono Eucaristico! E subito diventano sorgenti di vita e di preghiera. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. (GIOVANNI 15,4-5) 11
  7. 7. Tra le esperienze di Dio fatte da Lì feci l’esperienza che chiamavano “fare bambina, la prima Comunione ha deserto”, dove per la prima volta mi tro- lasciato una traccia indelebile nella mia vai sola a tu per tu con Dio, che mi parla- memoria affettiva. Il giorno prima di quel va attraverso il brano del Vangelo che ci fatidico giorno, la catechista mi disse: avevano dato da meditare. Mi rimase im- “Domani Gesù avrà un messaggio parti- pressa l’idea che Dio ha un amore esclu- colare per te. Sii attenta”. Mi ricordo che sivo per ciascuna persona e che questo mentre ricevevo il suo Corpo e il suo San- amore è donato attraverso gli incontri e gue, sentii veramente dentro il mio cuore gli avvenimenti della vita quotidiana. Mi Gesù che mi diceva: “Ti voglio bene”. portai a casa questa idea. Fu una cosa che A pregare mi aveva insegnato mia non- mi rivoluzionò la vita! Vivevo l’Eucarestia na. Lei ringraziava Dio per ogni cosa bella domenicale, con la sensazione che Gesù che gli capitava e quando si trovava nelle entrava realmente dentro il mio cuore. difficoltà si rivolgeva a Lui con grande fi- Ascoltavo la Parola di Dio con l’attenzione ducia. Io ero convinta che Dio era buono di chi sta per ricevere indicazioni sulle di- e bello, perché lei lo vedeva così. Questa rezioni da prendere nella vita. Forse fu per è ancora oggi una convinzione fortemente questo che una domenica mi sentii dire: radicata in me. Crescendo mi ero lasciata “Se vuoi... vieni dietro di me. Seguimi!”. distrarre da tante cose, specie nell’ado- lescenza. Conservavo un barlume di fede ma era quella di quando ero bambina. La Messa era tanto usuale che ormai non mi diceva più niente. Poi ci fu una svolta. Al- cuni miei amici mi invitarono ad un campo scuola dove c’erano tanti miei coetanei. 12
  8. 8. 3. Nella ricerca sincera Un inizio di cammino e poi sempre più la scelta da compiere. Chi cercare? Te stesso/a o il Signore? Cercare le consolazioni di Dio o il Dio delle consolazioni? Per questa strada è determinante la testimonianza e l’aiuto di chi cammina avanti e accanto a te. Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. (LUCA 14,26-27) 15
  9. 9. Nel monastero dove feci la prima lessi in un libro che le monache mi ave- esperienza e dove rimasi qualche vano prestato: “Voi spandete quel ‘buon giorno, c’era una monaca addetta alla profumo divino’ che può richiamare l’u- foresteria, con cui avevo fatto amicizia. manità alla sua vocazione fondamentale: Sapeva che ero in discernimento vocazio- la comunione con Dio. Nella vostra esi- nale. Lei mi disse: “ Ma tu che cerchi?”. stenza trasfigurata dalla bellezza della Mi parve scontato rispondere: “Cerco la sua santità, siete chiamati ad anticipare strada giusta per me”. Lei replicò: “Pen- la comunità ‘senza macchie e senza ru- savo stessi cercando il Signore”. Questa ghe’, ‘il cielo nuovo e la terra nuova’ che precisazione mi sorprese e mi fece molto ogni uomo desidera (cfr Ap 21,1)”. bene perché mi riportò al centro del mio Non so perché, ma queste paro- desiderio: avevo scoperto che Gesù mi le mi misero dentro un grande fervore. amava e io volevo fare altrettanto nei suoi In quell’occasione capii che non dovevo confronti. In quella esperienza capii pure anteporre nulla a Lui. Lo sintetizzai an- che Gesù stesso mi chiedeva di legare la che in un motto che poi mi sono portata mia vita alla sua e mi invitava a lavora- dietro nella mia avventura di consacra- re con Lui nella vigna del mondo. Arrivai ta: “Dio solo”. Queste due parole hanno a questa consapevolezza anche grazie a accompagnato il mio cammino tra i tanti ciò che la Chiesa dice ai consacrati e che chiaroscuri della vita.
  10. 10. 4. Nella gratuità dell’essenziale Decidere prima o poi si deve. Per questo, se si vuole amare e stare con il Signore, bisogna lasciare. Lasciare il “bello” per il “più bello”, il poco per il Tutto: che è Lui, il Signore. Lasciare e non rimpiangere. Lasciare e immergersi nell’Amore. Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. (LUCA 10,3-4) 19
  11. 11. Arrivò il momento della decisione: Con gioia grande ho conosciuto la for- il Signore mi chiedeva di lasciare za interiore del voto di povertà evangelica, tutto e di seguirlo. Il fatto di dover lascia- che è esigenza di libertà e amore senza re la famiglia, gli amici e gli affetti, l’auto- calcoli. È vero: chi vuole amare seriamen- determinazione, le tante cose che posse- te in modo naturale si fa piccolo e biso- devo, mi procurò una condizione di ma- gnoso, perché la povertà libera la creatu- lessere e di disorientamento. In aggiunta ra da tutto ciò che le impedisce di amare la mia famiglia mi era contro perché non fino in fondo. approvava la mia scelta. Fu un momen- to doloroso ma anche molto significativo perché capii cosa voleva dire “spogliarsi di tutto”, per diventare come Gesù, pove- ra, casta e obbediente. Quando partii da casa, insieme a pochi indumenti, mi portai dietro solo il mio “SÌ”: il sì della fragilità del mio essere, il sì della povertà dell’appartenenza e del possesso, il sì della disponibilità allo Spirito divino, che plasma la poca argilla della debole esistenza con l’acqua della Grazia divina. Povera come Lui Povero. Fortemente legata all’amore del Padre e decisa ad abbandonarmi totalmente a Lui. Povera! Aperta e disponibile ai fratelli con i quali, oggi, condivido ciò che sono e ciò che ho. 20
  12. 12. 5. Nella fecondità del dono di sé Il cammino procede ed è come la danza che non puoi lasciare, finché sei dentro la musica. La godi, abbandonandoti fra le braccia di chi danza con te. L’amore è danza, è dono gioioso. È semplicemente amore! È Lui che danza con te. E tu? Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. (GIOVANNI 15,13-14) 23
  13. 13. Quante volte mi sono sentita dire sposo diventa più vero e profondo nella dalla gente e specialmente dai gio- misura in cui si è in grado di rifondare vani: “Non ti manca una persona da ama- l’unione affrontando insieme le inevitabili re?”. Ho sempre risposto: Sì, ci sono state crisi di passaggio. situazioni in cui ho sentito questa man- Col passare del tempo, mi convinco canza e mi sono trovata a dover riscoprire sempre di più che solo una fede radicale le motivazioni che mi hanno portato alla conduce all’accettazione graduale e viva consacrazione. della relazione con Dio come unica ed Ogni volta riprendo consapevolezza di esclusiva. L’affettività, la capacità di ama- quello che c’è nel profondo di me stessa: re, il desiderio di essere amati... costitui- il fatto che l’amore di Gesù è talmente scono i gradini di una lenta e consapevole importante per me che non posso farne a ascesa verso l’amore sponsale con Cristo. meno. Come nel matrimonio, anche nel- Quanti incontri, relazioni stupende con la consacrazione l’amore che lega allo sorelle e fratelli hanno risvegliato in me la capacità di generare spiritualmente e umanamente creature belle, trasparenti, capaci di un sì rinnovato e generoso alla vita! La maternità-paternità spirituale, dono della Grazia divina, profumo dell’a- more gratuito dello Spirito, è il frutto dell’offerta totale del nostro essere (cuo- re, anima, mente, affetti e corpo) al Si- gnore. È un’esperienza affascinante, che solo chi la vive in totale dedizione può narrarne le meraviglie. 25
  14. 14. 6. Nella libertà dell’obbedienza Tu danzi fra le Sue braccia! È Lui, il Signore tuo Sposo, che conosce il movimento e il ritmo di ogni tempo che hai da vivere. Non danzi da solo/a. La solitudine e la sua anima (che è l’orgoglio) non creano gioia. Mai. Per nessuno. Obbedire è abbandonarsi a Lui, ascoltare la Sua musica che ritma la danza della vita. Lo fai insieme a sorelle e fratelli che Lui stesso ha scelto come compagni di viaggio. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek. (EBREI 5,8-10) 27
  15. 15. Devo confessare che tra i consi- neppure alla lontana, col supino atteg- gli evangelici, quello più faticoso giamento dei rinunciatari. Chi ubbidisce è l’obbedienza. Sto parlando dell’obbe- non annulla la sua libertà, ma la esalta. dienza che mi veniva proposta sotto for- Non mortifica i suoi talenti, ma li traffica ma di accettazione passiva di una gene- nella logica della domanda e dell’offerta. rica “volontà di Dio”. Non ci stavo a di- ‘Obbedire in piedi’ è l’autentica natura ventare una marionetta nelle mani di un dell’obbedienza, la cui dinamica suppo- burattinaio, tantomeno se quest’ultimo ne uno che parli e l’altro che risponda. era Dio. Io volevo mettermi al servizio Uno che faccia la proposta con rispetto, del Regno facendomi serva di tutti ma e l’altro che vi aderisca con amore. Uno con la mia personalità responsabile. Poi che additi un progetto senza ombra di un giorno mi capitò tra le mani un brano violenza, e l’altro che con gioia ne inte- tratto da un libro di don Tonino Bello in riorizzi l’indicazione. In effetti, si può ob- cui mi ritrovai in pieno: “Obbedire deri- bedire solo stando in piedi”. Capii da qui, va dal latino ‘ob-audire’. Che significa: cosa fosse l’obbedienza vera: un dono ascoltare stando di fronte... Mi sono pro- dall’alto. Vivendola quotidianamente ho gressivamente liberato dal falso concet- scoperto che essa libera dall’individuali- to di obbedienza intesa come passivo az- smo e dall’orgoglio e rende veri servi di zeramento della mia volontà, e ho capito Dio come Gesù che si è fatto Servo per che essa non ha alcuna rassomiglianza, amore.
  16. 16. 7. Nella gioia della comunione Insieme, nella gioiosa comunione fraterna e nella grande comunità che è la Chiesa, l’esperienza del dono di tutta la tua vita diventa possibile e vera. La gara di danza non la vince chi prevale, ma chi serve; chi sta attento a non pestare i piedi dell’altro e quando succede chiede e offre perdono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. (MARCO 10,43-44) 31
  17. 17. Gesù prega, perché i suoi discepoli so il sapore del profumo di un amore che “siano una sola cosa”, come lui lo è sgorga dalla roccia della fedeltà di Dio. con il Padre (cfr Gv 17,21). Quanti momenti potrei narrare, quan- Lungo il tempo della mia gioiosa do- ti passaggi pasquali in cui la comunione nazione al Signore ho incontrato fratelli e fraterna è stata “olio benedetto” sulle fe- sorelle che insieme a me hanno cercato rite del cuore, del corpo, della mente e di tracciare sentieri di speranza e di co- delle relazioni! munione dentro la storia dell’umanità. L’amore fraterno è rugiada che rinfre- Lo scoraggiamento, la tentazione di sca e mitiga le paure che ci impedisco- non farcela, l’aridità del mio cuore, le no di camminare spediti verso il Signore. sconfitte umane, tutte queste esperien- È come un fascio di luce che avvolge la ze sono state lenite dall’olio dell’amore nostra società assetata di concordia e di fraterno. pace. Dove si realizza una forma di so- Pregare insieme ogni giorno, tutti i lidarietà, di unione di cuori, di fede e di giorni; mangiare insieme, decidere in- preghiera, là il Signore è presenza amica sieme, custodire insieme, proteggersi e benedizione, è vita per sempre, è sor- l’un l’altro con premura e delicatezza... gente di pace in questa terra e oltre: fino sognare un futuro insieme, tutto ha pre- all’eternità!
  18. 18. 8. Nell’umiltà di Maria Nella gioiosa consacrazione a Cristo Sposo, non si cerca altro che l’umiltà del servizio. Proprio come Maria. Tu conti se ti appoggi a Lui. Come Lei, l’umile serva dell’infinito Amore. Tu diventi grande nel segreto della tua “piccolezza”. L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome. (LUCA 1,46-49) 35
  19. 19. Nel cammino di consacrazione, la fedeltà della purezza di cuore. Questa Maria, la madre di Gesù, per me è è la piena autorealizzazione. stata un modello. Mi ha sempre colpito il Tutti questi atteggiamenti che si trova- suo essere “umile serva del Signore”. Lei no in Maria, li ho fatti miei, gradualmente è stata una ragazza che si è messa nella e non senza difficoltà, ma alla fine posso precarietà, che ha accolto la chiamata e dire che mi sento molto privilegiata per la tutto quello che ne consegue. Nel Magni- possibilità di essere come lei “discepola ficat canta: “Il Signore ha guardato all’u- di Gesù”. miltà della sua serva” che vuol dire: ha guardato l’insignificanza, la piccolezza, il non contare nulla, di colei che ha scel- to per essere “madre”. Tutto questo ha sempre avuto una forte risonanza dentro di me. Ancora oggi l’umiltà di Maria mi fa riflettere perché questa è una virtù che trovo difficile vivere appieno, visto che è l’atteggiamento di chi non si gonfia e non si illude, accoglie la propria fragilità e non dispera di fronte alle sconfitte della vita. La consacrazione a Dio non è una ri- cerca della propria realizzazione come pensavo agli inizi. Con il tempo ho sco- perto che più importante è l’andare die- tro a Gesù, unico Maestro, e seguirlo con 36
  20. 20. 9. Nel fuoco dello Spirito Il cuore di chi si consacra al Signore vive nel costante risveglio del mattino di Pasqua e canta il canto nuovo nel giardino dell’amore. Porta in sé, come in uno scrigno, il grido di ogni vita ferita dal male e il desiderio di luce nel buio del mondo, perché sa che Cristo, suo Sposo, ha vinto la morte per sempre ed è vivo con noi. Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta, ripeta: “Vieni!”. Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita. (APOCALISSE 22,17) 39
  21. 21. Quando si è innamorati e innamo- volti scarni e stanchi degli anziani, lo ri- rati sul serio, il cuore non trova più conosco nel sorriso allegro dei bambini, pace finché non riposa in quello dell’a- lo leggo nello sguardo sereno delle mie mato. Così narra una giovane donna in- compagne di viaggio. Lo sento palpita- namorata di Dio che ha ispirato molto la re nelle ferite delle relazioni spezzate e mia vita spirituale: “Da quando mi sono persino dentro le cose. lasciata prendere da Lui, mi è penetrato Quando mi trovo davanti a Lui nell’ado- così profondamente dentro da non riu- razione, in ogni ora, mi sento come se un scire più a cacciarlo via neanche a voler- grido prorompente mi solcasse il petto e lo. Tutto il giorno vado spasimando per ripeto: ‘Ho bisogno di Te e dell’unica forza trovare Gesù. Questa mia ricerca appas- del Tuo Sangue Prezioso, mio Signore!’. sionata non mi toglie la pace del cuore. Ai piedi di Gesù Crocifisso porto tutte le Lo cerco in ogni luogo. Lo intravedo nei persone che incontro e mi scopro pove- ra tra i poveri del Vangelo e ripeto: ‘Figlio di David, abbi pietà di me!’. Lo faccio con tante lacrime di gioia. Gesù mi risponde con il mormorio della pace interiore e mi ferisce il cuore con una tale dolcezza da non poter fare a meno di amarlo e di annunciarlo a tutti. Vorrei ripetere a voce alta e in tutte le piazze del mondo: ‘Gesù solo, solo Gesù nel nostro cuore e niente più! Seguiamolo e assaporeremo la dol- cezza dell’essere suoi!’” (Maria De Mat- tias, 1805-1866). 41
  22. 22. I Santi, uomini e donne A te compagno/a di viaggio, innamorati di Dio, narrano che stai leggendo questa con particolare passione “avventura del sì” rivolgo l’invito interiore la loro donazione ad andare alla fonte della Parola totale all’Amore, dentro il solco di Dio per meditare e assaporare della fragilità umana. Molti di la dolcezza dell’Amore divino. loro hanno ispirato la mia vita Lasciati infiammare il cuore spirituale e tutt’ora la motivano. anche dagli scritti dei santi, Sant’Agostino, Santa Ildegarda di dei grandi testimoni e dei profeti Bingen, Santa Gertrude di Helfta, del nostro tempo. Leggi, medita Santa Chiara e San Francesco e gusta con santa invidia D’Assisi, Santa Teresa D’Avila, spirituale. Chiedi ad ognuno San Giovanni Della Croce, Santa di loro di intercedere per te Maria De Mattias, San Giovanni la luce e il coraggio del sì totale Bosco, Santa Teresa Benedetta a Dio per il Suo Regno! della Croce e tanti altri, insieme a grandi testimoni e profeti del nostro tempo.
  23. 23. Bisogna sapersi fermare e saper scivolare anziché camminare. E questi sarebbero soltanto Per essere passi da stupidi un buon danzatore se la musica non ne facesse un’armonia. Noi però dimentichiamo Per essere un buon danzatore, la musica del tuo Spirito, con te come con gli altri, e facciamo della vita non occorre sapere un esercizio di ginnastica; dove conduca la danza. dimentichiamo che fra le tue Basta seguire il passo, braccia la vita è danza, esser contento, essere leggero, che la tua santa volontà e soprattutto non essere rigido. è di un’inconcepibile fantasia... Non occorre chiederti spiegazioni Se fossimo contenti di te, Signore, sui passi che ti piace fare. non potremmo resistere Bisogna essere come il al bisogno di danzare che dilaga prolungamento, agile e vivo, di te. nel mondo, e arriveremmo E ricevere da te la trasmissione a indovinare quale danza ti piace del ritmo dell’orchestra. farci danzare sposando i passi Bisogna non voler avanzare ad della tua Provvidenza. ogni costo, ma accettare di voltarsi indietro, di procedere di fianco. MADELEINE DELBRÊL 44 45
  24. 24. COLLANA “Appartenere al Signore STUPORE vuol dire essere bruciati Altri titoli disponibili: L’estasi della preghiera dal suo amore incandescente, La conversione del cuore I diamanti dell’amore essere trasformati dallo splendore della sua bellezza [...]. Essere di Cristo significa mantenere sempre ardente nel cuore Centro di Spiritualità “Sul Monte” una viva fiamma d’amore” Via Sabatucci 15 - Castelplanio (AN) www.sulmonte.org BENEDETTO XVI, Immagini: Fotolia pag. 22: Carpaccio, Incontro 22 MAGGIO 2006 di Gioacchino e Anna con san Luigi IX e santa Libera, Accademia di Venezia pag. 34: Giotto, La visitazione, Cappella degli Scrovegni, Padova pag. 37: Beato Angelico, Annunciazione, San Domenico, Cortona Realizzazione © Editrice VELAR 2012 24020 Gorle (BG) www.velar.it ISBN 978-88-7135-783-6 Esclusiva per la distribuzione in libreria: ELLEDICI - Rivoli (To) www.elledici.org ISBN 978-88-01-?????-?
  25. 25. Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo (2 CORINZI 2,15) € 2,00 COLLANA STUPORE Altri titoli disponibili: L’estasi della preghiera La conversione del cuore I diamanti dell’amore

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