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Grande distribuzione
organizzata e
prevenzione delle
malattie muscolo
scheletriche
Bologna 26 settembre 2013
Relazione introduttiva
Villiam Alberghini-Ausl
Bologna
1
Malattie muscolo scheletriche correlate
al lavoro (MSS) : situazione generale e
nella grande distribuzione orgonizzata
(GDO).
“Finora abbiamo parlato di quei lavoratori che
si ammalano a causa delle sostanze
usate,ora prendiamo in esame quelli che si
ammalano per altre cause quali la posizione
e i movimenti non fisiologici del corpo……”
Bernardino Ramazzini - De morbis artificum
diatriba - Padova 1713
2
MSS : situazione generale e nella GDO.
Le malattie muscolo-scheletriche
correlate al lavoro sono
attualmente quelle più
denunciate, con una
distribuzione trasversale a
diversi settori e comparti
lavorativi.
3
5
Denunce MP (totale e MMS) dal 2009 al
2011 in Emilia-Romagna: totale
comparti, comparto commercio e GDO
(elaborazione su dati fonte INAIL)
comparto/settore denunce 2009 2010 2011
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totale denunce 4474 6586 7245 18305
tot.MMS 3211 5131 5934 14276
% MMS/tot.denunce tutti i
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commercio
totale commercio 166 230 218 614,0
tot.MMS commercio 141 206 196 543,0
% MSM/tot.denunce
commercio 84,9 89,6 89,9 88,4
GDO
totale denunce GDO 115 159 132 406
tot.MMS GDO 105 148 124 377
%MSM/tot.denunce GDO 91,3 93,1 93,9 92,9
Malattie muscolo scheletriche correlate
al lavoro : quale prevenzione ?
E’ un quadro epidemiologico che non
sorprende, perché il principio base
dell’ergonomia secondo il quale è il
lavoro che deve essere adattato
all’uomo, e non il contrario, non è
ancora passato.
11
La normativa italiana detta regole
esplicite sulla progettazione
ergonomica dal 1994 con il DLGS
626, art. 3, ma persistono concezioni
arcaiche del lavoro.
12
C’è ancora ad esempio chi ritiene che
lavoro sia sinonimo di fatica e che
questa a sua volta sia la sola
condizione che legittima il salario.
13
C’è chi ritiene che sia inopportuno
consentire di sedersi, anche se lo
svolgimento della mansione lo
consente, perché non è conforme ad
un’immagine di operosità.
14
Sempre nel 1713, Ramazzini scriveva:
“Coloro dunque che sono dedicati a
lavori che richiedono la posizione
eretta, devono essere avvertiti che li
interrompano quando si presenta
loro l’opportunità, sedendo un
poco… .
15
D’altra parte anche le attuali
trasformazioni dei cicli lavorativi non
nascondono tali concezioni, perché
dove con la tecnologia si riduce il
carico fisico, viene spesso
incrementato quello mentale, per
saturare tutti gli interstizi del tempo-
lavoro.
16
Il Piano Regionale della Prevenzione
I dati epidemiologici e le criticità rilevate nell’attività di
vigilanza hanno portato la Regione Emilia Romagna
ad inserire il tema della prevenzione delle patologie
muscolo scheletriche (PPMS) correlate al lavoro tra i
progetti del Piano Regionale della Prevenzione (PRP)
2010-2012, al fine di incrementare e rendere
organica l’azione preventiva.
17
L'obiettivo del progetto PPMS è il
miglioramento delle condizioni tecnico-
organizzative riguardanti la
movimentazione dei carichi, i movimenti
ripetitivi e le posture di lavoro nei comparti
a maggior rischio, con azioni mirate a
promuovere nelle imprese coinvolte
l'eliminazione dei rischi o la loro riduzione
al minimo. 18
A tal fine, nel periodo dal gennaio 2011
ad oggi sono state controllate quasi
1000 aziende, tra le quali ci sono
anche quelle della GDO.
19
IN GENERALE COSA E’ EMERSO FINO AD
ORA ?
C’è un primo dato in evidenza, che sta alla
base dei principali problemi rilevati:
Nessun processo lavorativo è apparso essere
stato progettato all’origine anche ai fini
ergonomici, come dettava l’art. 3 del Dlgs
626/94, ripreso dall’art.15 del Dlgs 81/08.
20
La carenza o assenza di progettazione
all’origine riguarda elementi
strutturali e organizzativi: gli edifici,
il lay-out, gli impianti, le attrezzature,
gli stoccaggi e l’organizzazione.
21
E’ la conferma del ritardo culturale sul tema,
dal quale consegue che dove vengono fatti
interventi per affrontare problemi
ergonomici si tratta in genere di modifiche
di situazioni nate disergonomiche, riguardo
qualcuno o tutti i parametri prima detti.
22
Aggiustare qualcosa che è nato male, non
sempre è possibile, spesso è difficile, ma ciò
non consente di giustificare totalmente
l’approccio ai problemi esistenti che
abbiamo rilevato in diverse situazioni.
23
Ad esempio, se come prescrive la normativa il
punto di partenza è la valutazione dei rischi
ed il relativo documento (DVR), in generale
si può dire che i DVR fotografano poco la
realtà, mostrano una conoscenza
superficiale delle problematiche da parte di
chi li redige e, anche per tale ragione, non
contengono i programmi di miglioramento.
24
Conoscenza e approccio superficiali che
eufemisticamente fanno pensare a problemi
di comunicazione tra RSPP, MC ed
eventuale consulente e non lasciano dubbi
sul mancato coinvolgimento di lavoratori e
loro rappresentanti (RLS), sia per l’analisi
dei problemi, sia per la ricerca delle
soluzioni.
25
Probabilmente ci sono ancora idiosincrasie al
coinvolgimento dei lavoratori, perché
succede anche che non vengano messi a
conoscenza neppure dei problemi e delle
soluzioni, quando ci sono, individuati dal
DVR.
26
ALTRI PROBLEMI RILEVATI,
ANCHE NELLE AZIENDE DELLA GDO
Nelle aziende multicentriche la
valutazione dei rischi ed il DVR non
sono specifici per le realtà locali, ma
di tipo standard, con evidenti e
frequenti incongruenze ed omissioni.
27
Nel DVR non vengono trattati rischi
importanti, che per altro avrebbero
dovuto essere eliminati prima della
valutazione.
Dove c’è l’esternalizzazione di attività
rilevanti, queste non vengono
considerate nella valutazione.
28
Non vengono considerate operazioni
occasionali che potrebbero
determinare degli infortuni da sforzo.
L’uso delle attrezzature è organizzato
con procedure non contestualizzate,
formali e non sostanziali.
29
Anche i lay-out inappropriati o gli
spazi carenti ostacolano l’uso
delle attrezzature, fino a renderle
inutilizzabili.
30
La formazione ha un carattere
prevalentemente formale (per
adempiere all’obbligo) e non crea una
autentica consapevolezza del rischio,
non solo tra i lavoratori, ma anche tra
i preposti ( nella GDO i capi negozio),
che così non esercitano il loro
importantissimo ruolo
nell’applicazione delle disposizioni
aziendali per la prevenzione.
31
Nella sorveglianza sanitaria il medico
competente (MC) esprime giudizi di
inidoneità (o limitazioni) per
lavoratori adibiti a lavorazioni
inidonee, aggiungendo equivoco ad
equivoco.
Il MC non verifica l’esito
dell’inserimento di lavoratori con
limitazioni.
32
ALCUNE AZIONI DI MIGLIORAMENTO
CHE SONO STATE ATTIVATE
I nostri interventi sono stati mirati
ad attivare concrete misure di
prevenzione, come :
Azioni sui lay-out.
Riprogettazione dei compiti.
33
Ridefinizione e adeguamento
delle attrezzature ed ausili.
Adeguamento della formazione.
Modifiche dell’organizzazione.
Miglioramento della
manutenzione.
E, come conseguenza, rifacimento
della valutazione e DVR.
34
COSA C’E’ ANCORA DA FARE?
Sviluppare concretamente
l’ergonomia partecipata.
Migliorare l’efficacia della
valutazione (strumenti,
specificità).
In particolare per la GDO,
coniugare le esigenze del cliente
con quelle del lavoratore.
35
Promuovere la ricerca e lo
sviluppo tecnologico.
Promuovere l’acquisizione dei
principi ergonomici anche da
parte dei produttori, fornitori e
costruttori, curandone
l’interfaccia.
36
Per noi questi ultimi due sono obiettivi
molto importanti e per contribuire a
raggiungerli stiamo attuando un
progetto denominato:
“Costruzione di una banca delle
soluzioni”,
con la collaborazione dell’Università di
Bologna, per raccogliere le migliori
soluzioni ergonomiche per settori e
comparti dove i problemi sono
significativi.
37
In conclusione, questo incontro
sugli specifici problemi
ergonomici nel mondo della GDO,
è un’occasione per mantenere
alta l’attenzione sul tema
generale della prevenzione delle
malattie muscolo scheletriche,
che rimane una priorità anche
dopo il termine, a dicembre
2013, del PRP.
38
Grazie per
l’attenzione
39

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196 malattie muscolo-scheletriche

  • 1. Grande distribuzione organizzata e prevenzione delle malattie muscolo scheletriche Bologna 26 settembre 2013 Relazione introduttiva Villiam Alberghini-Ausl Bologna 1
  • 2. Malattie muscolo scheletriche correlate al lavoro (MSS) : situazione generale e nella grande distribuzione orgonizzata (GDO). “Finora abbiamo parlato di quei lavoratori che si ammalano a causa delle sostanze usate,ora prendiamo in esame quelli che si ammalano per altre cause quali la posizione e i movimenti non fisiologici del corpo……” Bernardino Ramazzini - De morbis artificum diatriba - Padova 1713 2
  • 3. MSS : situazione generale e nella GDO. Le malattie muscolo-scheletriche correlate al lavoro sono attualmente quelle più denunciate, con una distribuzione trasversale a diversi settori e comparti lavorativi. 3
  • 4.
  • 5. 5 Denunce MP (totale e MMS) dal 2009 al 2011 in Emilia-Romagna: totale comparti, comparto commercio e GDO (elaborazione su dati fonte INAIL) comparto/settore denunce 2009 2010 2011 totale triennio tutti i comparti totale denunce 4474 6586 7245 18305 tot.MMS 3211 5131 5934 14276 % MMS/tot.denunce tutti i comparti 71,8 77,9 81,9 78,0 commercio totale commercio 166 230 218 614,0 tot.MMS commercio 141 206 196 543,0 % MSM/tot.denunce commercio 84,9 89,6 89,9 88,4 GDO totale denunce GDO 115 159 132 406 tot.MMS GDO 105 148 124 377 %MSM/tot.denunce GDO 91,3 93,1 93,9 92,9
  • 6.
  • 7.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11. Malattie muscolo scheletriche correlate al lavoro : quale prevenzione ? E’ un quadro epidemiologico che non sorprende, perché il principio base dell’ergonomia secondo il quale è il lavoro che deve essere adattato all’uomo, e non il contrario, non è ancora passato. 11
  • 12. La normativa italiana detta regole esplicite sulla progettazione ergonomica dal 1994 con il DLGS 626, art. 3, ma persistono concezioni arcaiche del lavoro. 12
  • 13. C’è ancora ad esempio chi ritiene che lavoro sia sinonimo di fatica e che questa a sua volta sia la sola condizione che legittima il salario. 13
  • 14. C’è chi ritiene che sia inopportuno consentire di sedersi, anche se lo svolgimento della mansione lo consente, perché non è conforme ad un’immagine di operosità. 14
  • 15. Sempre nel 1713, Ramazzini scriveva: “Coloro dunque che sono dedicati a lavori che richiedono la posizione eretta, devono essere avvertiti che li interrompano quando si presenta loro l’opportunità, sedendo un poco… . 15
  • 16. D’altra parte anche le attuali trasformazioni dei cicli lavorativi non nascondono tali concezioni, perché dove con la tecnologia si riduce il carico fisico, viene spesso incrementato quello mentale, per saturare tutti gli interstizi del tempo- lavoro. 16
  • 17. Il Piano Regionale della Prevenzione I dati epidemiologici e le criticità rilevate nell’attività di vigilanza hanno portato la Regione Emilia Romagna ad inserire il tema della prevenzione delle patologie muscolo scheletriche (PPMS) correlate al lavoro tra i progetti del Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2010-2012, al fine di incrementare e rendere organica l’azione preventiva. 17
  • 18. L'obiettivo del progetto PPMS è il miglioramento delle condizioni tecnico- organizzative riguardanti la movimentazione dei carichi, i movimenti ripetitivi e le posture di lavoro nei comparti a maggior rischio, con azioni mirate a promuovere nelle imprese coinvolte l'eliminazione dei rischi o la loro riduzione al minimo. 18
  • 19. A tal fine, nel periodo dal gennaio 2011 ad oggi sono state controllate quasi 1000 aziende, tra le quali ci sono anche quelle della GDO. 19
  • 20. IN GENERALE COSA E’ EMERSO FINO AD ORA ? C’è un primo dato in evidenza, che sta alla base dei principali problemi rilevati: Nessun processo lavorativo è apparso essere stato progettato all’origine anche ai fini ergonomici, come dettava l’art. 3 del Dlgs 626/94, ripreso dall’art.15 del Dlgs 81/08. 20
  • 21. La carenza o assenza di progettazione all’origine riguarda elementi strutturali e organizzativi: gli edifici, il lay-out, gli impianti, le attrezzature, gli stoccaggi e l’organizzazione. 21
  • 22. E’ la conferma del ritardo culturale sul tema, dal quale consegue che dove vengono fatti interventi per affrontare problemi ergonomici si tratta in genere di modifiche di situazioni nate disergonomiche, riguardo qualcuno o tutti i parametri prima detti. 22
  • 23. Aggiustare qualcosa che è nato male, non sempre è possibile, spesso è difficile, ma ciò non consente di giustificare totalmente l’approccio ai problemi esistenti che abbiamo rilevato in diverse situazioni. 23
  • 24. Ad esempio, se come prescrive la normativa il punto di partenza è la valutazione dei rischi ed il relativo documento (DVR), in generale si può dire che i DVR fotografano poco la realtà, mostrano una conoscenza superficiale delle problematiche da parte di chi li redige e, anche per tale ragione, non contengono i programmi di miglioramento. 24
  • 25. Conoscenza e approccio superficiali che eufemisticamente fanno pensare a problemi di comunicazione tra RSPP, MC ed eventuale consulente e non lasciano dubbi sul mancato coinvolgimento di lavoratori e loro rappresentanti (RLS), sia per l’analisi dei problemi, sia per la ricerca delle soluzioni. 25
  • 26. Probabilmente ci sono ancora idiosincrasie al coinvolgimento dei lavoratori, perché succede anche che non vengano messi a conoscenza neppure dei problemi e delle soluzioni, quando ci sono, individuati dal DVR. 26
  • 27. ALTRI PROBLEMI RILEVATI, ANCHE NELLE AZIENDE DELLA GDO Nelle aziende multicentriche la valutazione dei rischi ed il DVR non sono specifici per le realtà locali, ma di tipo standard, con evidenti e frequenti incongruenze ed omissioni. 27
  • 28. Nel DVR non vengono trattati rischi importanti, che per altro avrebbero dovuto essere eliminati prima della valutazione. Dove c’è l’esternalizzazione di attività rilevanti, queste non vengono considerate nella valutazione. 28
  • 29. Non vengono considerate operazioni occasionali che potrebbero determinare degli infortuni da sforzo. L’uso delle attrezzature è organizzato con procedure non contestualizzate, formali e non sostanziali. 29
  • 30. Anche i lay-out inappropriati o gli spazi carenti ostacolano l’uso delle attrezzature, fino a renderle inutilizzabili. 30
  • 31. La formazione ha un carattere prevalentemente formale (per adempiere all’obbligo) e non crea una autentica consapevolezza del rischio, non solo tra i lavoratori, ma anche tra i preposti ( nella GDO i capi negozio), che così non esercitano il loro importantissimo ruolo nell’applicazione delle disposizioni aziendali per la prevenzione. 31
  • 32. Nella sorveglianza sanitaria il medico competente (MC) esprime giudizi di inidoneità (o limitazioni) per lavoratori adibiti a lavorazioni inidonee, aggiungendo equivoco ad equivoco. Il MC non verifica l’esito dell’inserimento di lavoratori con limitazioni. 32
  • 33. ALCUNE AZIONI DI MIGLIORAMENTO CHE SONO STATE ATTIVATE I nostri interventi sono stati mirati ad attivare concrete misure di prevenzione, come : Azioni sui lay-out. Riprogettazione dei compiti. 33
  • 34. Ridefinizione e adeguamento delle attrezzature ed ausili. Adeguamento della formazione. Modifiche dell’organizzazione. Miglioramento della manutenzione. E, come conseguenza, rifacimento della valutazione e DVR. 34
  • 35. COSA C’E’ ANCORA DA FARE? Sviluppare concretamente l’ergonomia partecipata. Migliorare l’efficacia della valutazione (strumenti, specificità). In particolare per la GDO, coniugare le esigenze del cliente con quelle del lavoratore. 35
  • 36. Promuovere la ricerca e lo sviluppo tecnologico. Promuovere l’acquisizione dei principi ergonomici anche da parte dei produttori, fornitori e costruttori, curandone l’interfaccia. 36
  • 37. Per noi questi ultimi due sono obiettivi molto importanti e per contribuire a raggiungerli stiamo attuando un progetto denominato: “Costruzione di una banca delle soluzioni”, con la collaborazione dell’Università di Bologna, per raccogliere le migliori soluzioni ergonomiche per settori e comparti dove i problemi sono significativi. 37
  • 38. In conclusione, questo incontro sugli specifici problemi ergonomici nel mondo della GDO, è un’occasione per mantenere alta l’attenzione sul tema generale della prevenzione delle malattie muscolo scheletriche, che rimane una priorità anche dopo il termine, a dicembre 2013, del PRP. 38