4. le prove scritte
La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno
2010 alle 8.30
5. le prove scritte
La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno
2010 alle 8.30
La seconda prova scritta si svolgerà mercoledì 23
giugno alle 8.30
6. le prove scritte
La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno
2010 alle 8.30
Tipologie:
- Analisi del testo
- Articolo di giornale o saggio breve
- Tema di ordine storico
- Tema di ordine generale
La seconda prova scritta si svolgerà mercoledì 23
giugno alle 8.30
La terza prova scritta (quesiti multidisciplinari a risposta multipla) si
svolgerà venerdì 25 giugno con orario stabilito dalle commissioni
I quesiti potranno essere in numero non inferiore a 30 e non superiore a
40 e riguarderanno 5 discipline
7.
8. la prova orale
Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
giugno 2010
I colloqui si svolgeranno al mattino
Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
sabato incluso
La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
minuti
9. la prova orale
Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
giugno 2010
I colloqui si svolgeranno al mattino
Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
sabato incluso
La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
minuti
Il colloquio è costituito da 3 fasi:
10. la prova orale
Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
giugno 2010
I colloqui si svolgeranno al mattino
Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
sabato incluso
La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
minuti
Il colloquio è costituito da 3 fasi:
1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti)
11. la prova orale
Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
giugno 2010
I colloqui si svolgeranno al mattino
Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
sabato incluso
La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
minuti
Il colloquio è costituito da 3 fasi:
1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti)
2) Domande sulle materie d’esame (30 minuti)
12. la prova orale
Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
giugno 2010
I colloqui si svolgeranno al mattino
Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
sabato incluso
La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
minuti
Il colloquio è costituito da 3 fasi:
1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti)
2) Domande sulle materie d’esame (30 minuti)
3) Discussione sulle prove scritte (5 minuti)
13.
14. cos’è la tesina?
La normativa ministeriale afferma che “agli Esami di Stato l'avvio del colloquio
può essere attuato mediante la discussione di un percorso di
approfondimento interdisciplinare o pluridisciplinare (la cosiddetta tesina)
o di altro lavoro, presentato anche in forma multimediale, preparato dallo
studente, durante l'anno scolastico, anche con l'ausilio dei docenti della
classe”.
L’argomento è lasciato alla scelta del candidato, che può scegliere anche la
disciplina dalla quale iniziare la ricerca e il numero di materie da coinvolgere nei
15.
16. finalità della tesina
Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato
due competenze (abilità trasversali):
- la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse,
associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati
- la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame
17. finalità della tesina
Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato
due competenze (abilità trasversali):
- la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse,
associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati
- la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame
I due processi dell’analisi e della sintesi devono essere equilibrati tra loro. La sola
capacità analitica, infatti, mette in grado di esaminare fin nei dettagli e nelle
sfumature ciò che si prende in esame, col rischio però di rimanere a una visione
frammentaria e parziale delle cose.
La capacità di sintesi, viceversa, non equilibrata con quella analitica, può portare
ad associare in modo rapido e brillante i concetti tra loro, giungendo
velocemente ad una visione dei problemi globale ma superficiale, perché si
trascurano particolari importanti.
18. finalità della tesina
Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato
due competenze (abilità trasversali):
- la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse,
associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati
- la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame
I due processi dell’analisi e della sintesi devono essere equilibrati tra loro. La sola
capacità analitica, infatti, mette in grado di esaminare fin nei dettagli e nelle
sfumature ciò che si prende in esame, col rischio però di rimanere a una visione
frammentaria e parziale delle cose.
La capacità di sintesi, viceversa, non equilibrata con quella analitica, può portare
ad associare in modo rapido e brillante i concetti tra loro, giungendo
velocemente ad una visione dei problemi globale ma superficiale, perché si
trascurano particolari importanti.
Un Percorso logico e ben costruito assicura all'allievo non solo
un buon inizio, ma rappresenta il momento in cui dimostrare di
saper fare oltre che di sapere
19.
20. TIPOLOGIE
Ci sono due tipologie di tesine:
Tesina interdisciplinare: dimostrare di saper integrare conoscenze e
competenze afferenti discipline diverse
Tesina multidisciplinare: dimostrare di saper condurre una ricerca creando
semplici collegamenti
tra vari argomenti che non hanno relazioni tra loro.
22. le fasi del lavoro
1) Elaborazione di una mappa concettuale per definire l'ordine gerarchico tra i
vari contenuti.
La mappa concettuale costituisce il primo passo della progettazione
di una tesina. Essa ha una duplice funzione: quella di strumento col
quale organizzare e rappresentare la rete delle informazioni (concetti
e relativi legami), e quella di piano di lavoro, per la costruzione della
tesina. Così come una mappa geografica serve per orientarsi in un
territorio, una mappa concettuale è uno strumento per interpretare,
rielaborare e trasmettere conoscenze, informazioni e dati,
visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i
legami che essi stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del
ragionamento. Possiamo, perciò, affermare che una mappa
concettuale è la rappresentazione grafica di concetti espressi
sinteticamente (parole - concetto) collegati fra loro da linee (frecce).
http://cmap.ihmc.us/download/index.php
23.
24. 2) Divisione del testo in capitoli e, possibilmente, dei capitoli in paragrafi
Si tratta di indicatori di contenuto utili per chi legge perché
facilitano il compito di comprendere la funzione delle varie
parti e consentono, anche ad una rapida occhiata, di capire
come si sviluppano le proprie tesi.
25. 2) Divisione del testo in capitoli e, possibilmente, dei capitoli in paragrafi
Si tratta di indicatori di contenuto utili per chi legge perché
facilitano il compito di comprendere la funzione delle varie
parti e consentono, anche ad una rapida occhiata, di capire
come si sviluppano le proprie tesi.
3) Le fonti
E’ importante citare in modo evidente (in corsivo o tra virgolette) i
brani degli autori letti, che sembrano significativi per il tuo lavoro e
che aiutano a suffragare la tua tesi.
Inserire al fondo del lavoro una bibliografia completa delle opere
consultate, con i riferimenti per risalire al testo citato: autore, titolo,
luogo di edizione e casa editrice, anno di pubblicazione e se
possibile pagina da cui è tratta la citazione.
26.
27. 4) Editing: lavoro di revisione del testo.
Una volta conclusa la stesura, rileggere il testo e valutarlo dai
seguenti punti di vista: a) ortografia e sintassi; b) coerenza
complessiva; c) peso (in termini di numero di pagine) delle varie parti
del testo: si deve fare in modo che il contenuto non sia troppo
squilibrato o che si diffonda solo su una parte del tema a discapito
delle altre.
29. Alcune proposte
La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)
30. Alcune proposte
La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)
Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer
(Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni
internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro
di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica)
31. Alcune proposte
La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)
Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer
(Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni
internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro
di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica)
Il disagio giovanile negli anni 60
(Storia: Kennedy e la guerra fredda, Cuba, il Vietnam, la Cina di Mao Tse-tung, la “Primavera di
Praga”, il ’68. ITALIANO: La vita interiore, di Alberto Moravia. INGLESE: Jack Kerouac, padre della
“Beat Generation”)
32. Alcune proposte
La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)
Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer
(Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni
internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro
di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica)
Il disagio giovanile negli anni 60
(Storia: Kennedy e la guerra fredda, Cuba, il Vietnam, la Cina di Mao Tse-tung, la “Primavera di
Praga”, il ’68. ITALIANO: La vita interiore, di Alberto Moravia. INGLESE: Jack Kerouac, padre della
“Beat Generation”)
Il ruolo dei mass-media
(Materie trattate: Storia , diritto, inglese, informatica, italiano: Propaganda fascista come mezzo
manipolatore, libertà di espressione nella costituzione, l'informazione in Gran Bretagna,
l'evoluzione della comunicazione e l'e-mail).
33.
34. Internet e la New Economy
(Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
problems, New-economy, commercio elettronico).
35. Internet e la New Economy
(Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
problems, New-economy, commercio elettronico).
L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)
36. Internet e la New Economy
(Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
problems, New-economy, commercio elettronico).
L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)
Rivoluzionari e ribelli
(Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione
universale dei diritti umani, futurismo)
37. Internet e la New Economy
(Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
problems, New-economy, commercio elettronico).
L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)
Rivoluzionari e ribelli
(Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione
universale dei diritti umani, futurismo)
Stato e finanza
(Letteratura e industria, la seconda guerra mondiale, il colonialismo, ecologia, multinazionali,
bilancio d'impresa, stato, governo, ministri, parlamento)
38. Internet e la New Economy
(Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
problems, New-economy, commercio elettronico).
L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)
Rivoluzionari e ribelli
(Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione
universale dei diritti umani, futurismo)
Stato e finanza
(Letteratura e industria, la seconda guerra mondiale, il colonialismo, ecologia, multinazionali,
bilancio d'impresa, stato, governo, ministri, parlamento)
La moltiplicazione del consumo
(Pop art, il 68, letteratura postmoderna, Andy Warhol, pubblicità occulta)
39.
40. - Il movimento delle donne nel '900
- Lo sguardo femminile su ideologie e società
- Genio e follia
- La sensibilità artistica e il concetto dell'arte
- Il Tempo e lo Spazio nel 900
- L'alienazione
- La vita, la morte, il male di vivere
- La maschera, da Pirandello alle chat-line
- Emigrazione e immigrazione
- Il postmoderno
- Il totalitarismo
- Intellettuali e società
- Tolleranza e intolleranza
- Il pensiero utopico
- Il Superuomo
41.
42. - Il mito americano
- La scoperta dell'io e dell'inconscio nel corso del '900
- L'uomo e la rivoluzione industriale
- La terza rivoluzione industriale
- Ungaretti e il primo dopoguerra
- Il movimento hippie
- L'indifferenza
- La contestazione negli anni 60/70
- Gli anni '70
- I conflitti tra generazioni
- Gandhi e il movimento nonviolento
- La felicità
- La società italiana nel secondo dopoguerra
- Il nichilismo
- Il viaggio
43.
44. LA COPERTINA
ipsscart “Bonaldo Stringher” - Udine
ESAME DI STATO 2007/2008
LA CONTESTAZIONE GIOVANILE
AUTORE: NOME E COGNOME
CLASSE: QUINTA RISTORAZIONE
45.
46. premessa
Sono passati quarant’anni dal fatidico Sessantotto, e
ancora si discute se fu inutile utopia o necessario
prodromo di una possibile rivoluzione. Se per alcuni
sono stati anni “formidabili” che hanno favorito la
grande stagione dei diritti civili, per altri avrebbero
addirittura contenuto i germi del terrorismo e del
dilagare della droga.
In questo lavoro di natura interdisciplinare, che
coinvolge l’Italiano, la Storia, il Francese, l’Inglese e
il Diritto, ho cercato di mettere in luce alcuni aspetti
storico-politici che l’hanno provocato, cercando di
descrivere il disagio della generazione che ne fu
protagonista e di analizzare come alcuni autori si
ponessero di fronte alle contraddizioni della loro
società. Figure come Moravia, Gandhi e il movimento
della Beat Generation possono infatti rappresentare i
diversi modi di approcciare e contestare la realtà
contemporanea.
47.
48. INDICE
INDICE
Mappa concettuale pag. 2
Il contesto culturale
pag. 3
Storia – Lo scenario mondiale
pag. 4
La guerra fredda
La guerra del Vietnam
- La Cina
- La primavera di Praga
La contestazione
pag. 5
La non violenza di Gandhi come forma di protesta
pag. 7
Italiano – Alberto Moravia: La disubbidienza
pag. 8
Francese - La crise de mai 1968 en France
pag. 10
Inglese - The Beat Generation, Jack Kerouac and “On the Road”
pag. 11
Diritto - Lo Statuto dei lavoratori
pag. 12
- Diritti e doveri dei lavoratori
pag. 16
Bibliografia
pag. 19
53. IL CONTESTO CULTURALE
Dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni ‘60 la cultura è stata
fortemente influenzata da fenomeni di costume che ne hanno caratterizzato
le svolte nei vari settori, dal letterario al musicale, al figurativo, al teatrale.
Alla base di questi fenomeni possiamo individuare una tendenza generale: la
contestazione. La cultura della contestazione ha interessato soprattutto il
mondo giovanile, manifestandosi sia in America sia in Europa con
atteggiamenti ribellistici, provocatori, anticonformistici e trasgressivi.
All’origine della rabbia giovanile stava la contestazione del sistema borghese
capitalistico, l’ansia per un futuro su cui pesava il pericolo di una guerra
atomica e il violento scontro generazionale. Essi rifiutavano la loro società,
accusata di appiattire l’uomo dequalificare l’intellettuale e mercificare tutto,
anche l’arte e il pensiero. Un fenomeno europeo di protesta giovanile è stato
quello dei “giovani arrabbiati” (Angry Young Men). Nasceva nel 1957 in
Inghilterra ed era animato da uno spirito trasgressivo nei confronti della
morale tradizionale e del conservatorismo della società inglese. Attraverso la
drammaturgia e la narrativa, questi giovani aggredivano il reale,
presentandolo nella sua forma più bassa e frustrante usando un linguaggio
basato sullo "slang", in altre parole termini gergali e dialettali. Un similare
fenomeno di protesta socio-esistenziale, è stato quello della “Beat
Generation”, sviluppatosi in America fra la metà degli anni ‘50 e ‘60, con forti
concentrazioni a San Francisco e a New York; in esso interagiscono fattori
psicologici, di costume e di moda, e prese di posizioni morali, intellettuali e
artistiche. La società americana di questo periodo, è percorsa da mille
contraddizioni che finiscono per bloccarla in un immobilismo senza avvenire
e senza speranza. Infatti, da un verso gli USA, che hanno combattuto in
difesa della democrazia contro le barbarie naziste, sono considerati da molti
il simbolo della libertà e della giustizia; dall’altro vivono sotto l’incubo della
guerra fredda, costantemente minacciati dal rischio di un conflitto nucleare.
54.
55. Inoltre, la paura del comunismo scatena una vera e propria persecuzione
nei confronti di tutti coloro, in particolare intellettuali ed artisti, che hanno
manifestato o manifestano simpatie per la sinistra (la cosiddetta “caccia
alle streghe” orchestrata dal senatore McCarthy). Tutto ciò crea un clima
pesante, che fa vacillare l’immagine del paese, da sempre considerato la
culla della libertà. Sul piano dei costumi, per un verso si assiste al dilagare
del consumismo, nel quale sembra essersi incarnata la promessa di felicità,
garantita dal primo articolo della Costituzione, per altro persistono modelli
di vita conformistici che bandiscono, come attività pericolose e immorali, il
ballo, le relazioni sessuali e le corse in motocicletta.
I giovani della Beat Generation non si riconoscono in questo tipo di società
ed esprimono il loro rifiuto con un atteggiamento nel quale confluiscono
spinte diverse: ribellione, manifestata attraverso la scelta di una esistenza
vagabonda sulle strade e sui treni d’America e attraverso la libertà
sessuale, voglia di una vita sfrenata e senza regole, esigenza di autenticità
e onestà in qualsiasi tipo di rapporto, vita comunitaria, ecc..
Dietro i loro atteggiamenti provocatori non c’era la volontà ideologica di
cambiare il sociale, ma solo il distacco e la fuga dei modelli societari. A
tutto ciò essi reagivano con “l’assenza”, una particolare categoria dello
spirito, in cui coesistevano la fuga, il viaggio e il nomadismo. I beatnik,
come essi amavano definirsi, basavano, inoltre, la loro esistenza su una
socialità e moralità naturali, non regolate da leggi e su una assoluta onestà
e franchezza; sono pacifisti, non hanno alcun interesse per il denaro fanno
uso di droghe e amano la musica jazz.
56.
57. Tutti questi atteggiamenti, trovavano proprio piena espressione nel termine BEAT, che ha in
inglese il significato di “battuto” e al tempo stesso di “beato”. Vuole, cioè, esprimere da un lato il
rifiuto volontario di una società, nei confronti della quale ci si sente necessariamente sconfitti e
dall’altro la felicità che da questo atteggiamento ne deriva. La protesta beat investiva in primo
piano il comportamento e l’abbigliamento. Il linguaggio era aperto e libero, non privo di termini
volutamente osceni. L’abbigliamento era dichiaratamente anticonvenzionale, (jeans e maglioni,
scarpe da tennis o di corda, occhiali scuri e medaglioni intorno al collo, pendagli; la capigliatura
tendeva a coprire le orecchie). Venivano costruite discoteche e luoghi di ritrovo beat. Il sospetto e il
rifiuto, di fronte a una civiltà impregnata di razionalismo, sfociava nell’interesse per le filosofie
mistiche orientali, soprattutto per il buddismo zen. Il punto di partenza della riflessione Buddista è
la constatazione che nel mondo la vita è dolore. L’esistenza del mondo è spiegata come una
relazione di cause: non esiste una divinità creatrice. All’origine della sofferenza vi sono le passioni
e il desiderio. Per raggiungere il Nirvana è quindi necessario rendersi conto di tutto ciò ed
eliminare ogni legame causale. Lo Zen rappresenta un ramo del Buddismo e la sua dottrina
filosofica consiste nella constatazione, che le cose di cui l’uomo fa esperienza non possono essere
classificate; il mondo deve, dunque, essere colto nella sua essenza, in uno stato di “non mente” che
lasci scorrere i pensieri senza conservane traccia, quindi, limitandosi a cogliere con distacco le
forme della realtà esterna.
L’autore di quella che può essere definita la bibbia dei beatnik, è Jack Kerouac; con il romanzo “On
the road” (Sulla strada) pubblicato nel 1957, racconta il vagabondare attraverso l’America del Nord
di tre personaggi; un viaggio compiuto con i mezzi più disparati, ricercando tutti i piaceri che la
vita può dar loro, da quelli intellettuali alle visioni stimolate dall’alcool e dalla droga, alle
eccitazioni provocate dalla velocità nella guida e alle esperienze sessuali volte a colmare un
profondo bisogno di affetto.
58. Tutti questi atteggiamenti, trovavano proprio piena espressione nel termine BEAT, che ha in
inglese il significato di “battuto” e al tempo stesso di “beato”. Vuole, cioè, esprimere da un lato il
rifiuto volontario di una società, nei confronti della quale ci si sente necessariamente sconfitti e
dall’altro la felicità che da questo atteggiamento ne deriva. La protesta beat investiva in primo
piano il comportamento e l’abbigliamento. Il linguaggio era aperto e libero, non privo di termini
volutamente osceni. L’abbigliamento era dichiaratamente anticonvenzionale, (jeans e maglioni,
scarpe da tennis o di corda, occhiali scuri e medaglioni intorno al collo, pendagli; la capigliatura
tendeva a coprire le orecchie). Venivano costruite discoteche e luoghi di ritrovo beat. Il sospetto e il
rifiuto, di fronte a una civiltà impregnata di razionalismo, sfociava nell’interesse per le filosofie
mistiche orientali, soprattutto per il buddismo zen. Il punto di partenza della riflessione Buddista è
la constatazione che nel mondo la vita è dolore. L’esistenza del mondo è spiegata come una
relazione di cause: non esiste una divinità creatrice. All’origine della sofferenza vi sono le passioni
e il desiderio. Per raggiungere il Nirvana è quindi necessario rendersi conto di tutto ciò ed
eliminare ogni legame causale. Lo Zen rappresenta un ramo del Buddismo e la sua dottrina
filosofica consiste nella constatazione, che le cose di cui l’uomo fa esperienza non possono essere
classificate; il mondo deve, dunque, essere colto nella sua essenza, in uno stato di “non mente” che
lasci scorrere i pensieri senza conservane traccia, quindi, limitandosi a cogliere con distacco le
forme della realtà esterna.
L’autore di quella che può essere definita la bibbia dei beatnik, è Jack Kerouac; con il romanzo “On
the road” (Sulla strada) pubblicato nel 1957, racconta il vagabondare attraverso l’America del Nord
di tre personaggi; un viaggio compiuto con i mezzi più disparati, ricercando tutti i piaceri che la
vita può dar loro, da quelli intellettuali alle visioni stimolate dall’alcool e dalla droga, alle
eccitazioni provocate dalla velocità nella guida e alle esperienze sessuali volte a colmare un
profondo bisogno di affetto.
59.
60. LO SCENARIO MONDIALE
Generalmente, nei paesi occidentali quel periodo è spesso ricordato
come un decennio felice, un momento di grande sviluppo economico,
civile e di grandi ideali. Sulla scena internazionale, gli anni sessanta
furono dominati dalla consolidata coesistenza tra gli USA e l’UNIONE
SOVIETICA, la quale generò il cosiddetto “equilibrio del terrore”, poiché
tale condizione si fondava sulla consapevolezza da una parte e dall’altra,
di non poter prevalere sull’avversario, senza mettere a repentaglio la
propria sopravvivenza e quella dell’umanità, e sull’equilibrio degli
armamenti nucleari. Numerosi, si rivelano, gli eventi importanti che
caratterizzarono questo decennio, dalle vicende dei Kennedy alla guerra
del Vietnam, alle rivolte giovanili e operaie del ’68. Nel giugno del ’61, a
Vienna, ci fu il primo incontro tra Kennedy e Krusciov, che non ebbe
tuttavia gli esiti sperati; infatti, gli USA riconfermarono il loro appoggio a
Berlino Ovest e i sovietici in risposta alzarono il “muro di Berlino” per
evitare fughe dall’una all’altra parte. Ma in questo periodo il momento
più drammatico si ebbe in America Latina, quando Kennedy tentò di
reprimere il regime socialista di Cuba, appoggiando vari gruppi di esuli
anticastristi; questo tentativo si attuò nel ’61 nella “Baia dei Porci”, ma si
risolse, comunque, in un fallimento. In risposta l’Unione Sovietica
installò, nella stessa Cuba, delle basi di lancio per missili nucleari. Il
mondo intero per quattro giorni visse sull’orlo di una nuova guerra
mondiale. Di fronte a questa minaccia, Krusciov ritirò gli incrociatori,
dopo aver ottenuto l’assicurazione che Cuba non sarebbe stata invasa
dagli USA. Nonostante la sfida lanciata da Krusciov verso i paesi
capitalistici, il leader sovietico venne smentito dall’andamento negativo
dell’economia del suo paese e fu dimesso. Krusciov venne sostituito nel
’64 da Leonid Breznev (che bloccò il processo di “destalinizzazione”).
Poco tempo dopo, scomparve anche l’altro importante protagonista di
quegli anni: Kennedy, che fu assassinato nel Texas a Dallas; stessa sorte
toccò al fratello R. Kennedy e al pastore di colore Martin Luther King
(leader del movimento anti-segregazionalista). Il successore di Kennedy,
61.
62. Guerra del Vietnan
In base agli accordi di Ginevra (’54), il Vietnam era diviso in
due repubbliche, nord comunista e sud semidittatoriale
appoggiato dagli USA, che cercava di sminuire l’influenza
francese in Vietnam. Questo scontro, che si protrasse per oltre
10 anni, tra il ‘64-’75, rappresenta il momento di scontro più
acuto tra USA e mondo comunista. La situazione politica del
Vietnam del sud suscitò forti movimenti di guerriglie
(Vietcong), guidate da comunisti e sostenute dal Vietnam del
nord. Gli USA, preoccupati da un’Indocina completamente
comunista, decisero di intervenire. Nel 65’ iniziarono i
bombardamenti contro il Vietnam del Nord e nonostante la
consistenza delle truppe americane, queste ultime non
riuscirono a predominare, anche perché i Vietcong godevano
dell’appoggio delle masse contadine della Cina e della Russia.
L’opinione pubblica dipingerà questo conflitto come “la sporca
guerra”, non coerente con la tradizione democratica degli USA.
Ciò provocò centinaia di manifestazioni, cortei, proteste, sit-in,
e mobilitò, soprattutto, le giovani generazioni.
63.
64. La Cina
Altro importante evento di quegli anni, che veniva delineandosi, fu il
contrasto, sempre più grave, tra le due maggiori potenze comuniste:
URSS e CINA (mentre l’Urss voleva mantenere l’ordine mondiale
“Bipolare” e voleva conservare il ruolo di stato guida del mondo
comunista, la Cina di Mao-Tse-Tung, contestava gli equilibri
internazionali e voleva proporsi come guida per i paesi in via di
sviluppo nella lotta all’imperialismo). Tra le due nazioni nacquero
diversi contrasti anche di ordine economico e furono addirittura
ridiscussi i loro confini. Mao mise in atto una forma di lotta inedita per
un regime comunista: mobilitò la generazione degli studenti contro le
classi dirigenti accusandole di voler costituire una nuova via
capitalistica. Iniziò così tra il ’66 e il ’68, la cosiddetta “rivoluzione
culturale”, ovvero una rivolta giovanile, apparentemente spontanea,
ma, in realtà, orchestrata dall’alto. Con le guardie rosse attraverso
contestazioni e proteste si determinò il cambiamento della società e
della mentalità collettiva. Dopo aver raggiunto questo scopo Mao, mise
un freno alla rivoluzione culturale e ristabilì “l’ordine”. Nel ’70
considerati ormai i pessimi rapporti con l’Urss, la Cina si avvicinò agli
USA entrando a far parte dell’ONU.
La primavera di Praga
Anche all’interno del Blocco sovietico il ’68 fu un anno di crisi. In
Cecoslovacchia, dove era in atto un processo di “liberalizzazione”,
divenne segretario del partito Alexander Dubcek che ripristinò il diritto
di parola, abolì la censura sulla stampa e riformò il partito per
realizzare un “socialismo dal volto umano”. Questo nuovo corso, noto
come “primavera di Praga”, fu visto con simpatia dal mondo
occidentale, ma preoccupò Breznev, timoroso di ribellioni nei Paesi
satelliti. Ordinò quindi alle truppe del patto di occupare Praga e
Dubcek fu costretto ad abolire le riforme. L’inverno seguente fu
comunque sostituito da uomini fedeli a Mosca: intellettuali, sindacalisti
65.
66. IL ‘68
La fine di quel decennio passò alla storia come “il movimento dei
giovani”, forse, il più teso di quegli anni: il ’68. Precisamente,
quell’anno è passato alla storia come un periodo di violente
rivoluzioni, manifestatesi in grandi movimenti di massa che
hanno coinvolto gli studenti, gli operai e le donne. L’obiettivo
comune era la lotta contro l’autoritarismo, l’ordine costituito e i
valori dominanti. Negli studenti, la contestazione si traduceva
nel rifiuto di una cultura verticistica e autoritaria, acritica e
giudicata appartenente al passato; negli operai, si risolveva
nell’opposizione allo sfruttamento operato dal potere padronale;
nelle donne si esprimeva come ribellione ad una cultura e a un
costume etico e sessuale prettamente maschilistico. Il fenomeno
ebbe espressioni e manifestazioni eterogenee, toccò paesi
geograficamente ed ideologicamente differenti tra loro e si
estese in vari modi nel decennio successivo.
Le prime manifestazioni si ebbero nel ’64 a Berkeley in
California, con l’occupazione dell’Università. Gli studenti
chiedevano di compartecipare ai metodi d’insegnamento e alla
scelta dei contenuti, nonché di poter usufruire dell’ateneo come
luogo per dibattere problemi sociali. Ben presto la contestazione
sfociò nella battaglia contro la discriminazione razziale, nella
difesa dei diritti civili e nel rifiuto della guerra del Vietnam.
In Francia, il movimento studentesco aderiva fortemente alla
tradizione culturale delle sinistre e nel maggio 68’ si
trasformava in una vera e propria sollevazione contro il governo.
67.
68. In Italia, la contestazione nasceva dal movimento studentesco
ed era sancita dall’occupazione dell’Università di Torino nel
novembre del ’67. Gli studenti, uniti in assemblee permanenti,
contestavano il sistema universitario, in quanto portavoce di
una cultura reazionaria e schiva del sistema borghese, inteso
come gerarchico, burocratico e classista. Chiedevano di contro,
una cultura basata sull’autogestione.
Anche nel mondo cattolico nacque un fronte di dissenso. A
simboleggiare questa spaccatura è stata la Comunità
dell’Isolotto di Don Enzo Mazzi a Firenze; ma il cattolicesimo,
soprattutto quello italiano , era stato scosso dagli scritti di
don Luigi Milani, morto il 26 giugno 1967. E’ proprio con
Lettere a una professoressa libro nato dall’esperienza della
scuola di Barbiana, che mette in evidenza come la selezione
scolastica colpisca soprattutto i poveri che, non potendo
studiare, rimangono poveri. In fondo questo è uno dei motivi
principali della contestazione, cioè che la scuola operava una
selezione di classe e privilegiava i ricchi. La realtà che le
autorità del tempo fingevano di ignorare è che nel ’68 solo il
75% degli iscritti arrivava alla licenza elementare, solo il 47%
alla licenza media e solo il 38% proseguiva all’Università
trovando, tra l’altro, strutture, programmi e metodi di gestione
vecchi.
69.
70. Il movimento, intanto, si collegava alle lotte operaie e
sindacali, esplodendo in manifestazioni di piazza e
scontri con le forze armate, sino ad arrivare all’autunno
caldo del ’69, caratterizzato dalla mobilitazione degli
operai nelle fabbriche per il rinnovo dei contratti.
Ci furono indubbiamente utopie generose, si suppose
persino di poter riuscire a minare il sistema. La
contestazione nell’Università di Sociologia a Trento fu
tremendamente politicizzata dagli studenti che avevano
dalla loro parte anche molti professori. Spiccano Antonio
NEGRI, capo e ideologo di POTERE OPERAIO, e fra gli
allievi CURCIO, il futuro capo e ideologo delle BRIGATE
ROSSE. Alla Cattolica di Milano leader degli studenti fu
Mario CAPANNA, il tribuno più ascoltato, sempre in prima
fila e che subirà in seguito arresti, condanne e il carcere.
Il sogno del ’68 si spezzò definitivamente il 12 dicembre
del 1969 con l’attentato di piazza Fontana a Milano che
aprì una stagione di ben più gravi, drammatiche e
inquietanti violenze, portando l’Italia ad imboccare il
tunnel del terrorismo, dello stragismo e dei misteri
tuttora irrisolti.
L’eredità del ’68, comunque, sulle future generazioni è
stata diversa, perché ha portato in sé una serie di
innovazioni: un costume più aperto, rapporti sociali più
flessibili, una cultura più libera, più critica.
71.
72. La donna acquistava maggiore consapevolezza del proprio
ruolo nella società. Infatti, dopo le venate dell’estremismo
femminista, otteneva la legalizzazione dell’aborto e un suo
posto di lavoro, nei servizi sociali e nel campo familiare.
In ogni modo, la totalità di questi eventi, provocò una vera e
propria rivoluzione in tutti i campi della vita quotidiana.
Innanzitutto, una componente fondamentale, del nuovo
universo culturale, fu costituita dalla nascita della musica
leggera.
Ma più di ogni altra cosa, gli anni ’60 rappresentano l’età del
consumismo, il cui tratto distintivo sta, non solo nella crescita
globale dei consumi ma anche nella loro composizione; infatti i
prodotti che venivano acquistati non erano solo i generi
alimentari, ma l’abbigliamento, gli elettrodomestici, le
automobili, ecc.. Questa crescita del commercio venne favorita
dai messaggi pubblicitari, amplificati dai mezzi di
comunicazione di massa. E’ questa la fase in cui comincia a
diffondersi il più grande dei mezzi di comunicazione: la
televisione. Il suo avvento ebbe effetti rivoluzionari in tutti i
campi, offrendo la possibilità di mostrare le immagini di un
evento in tempo reale. Essa portò lo spettacolo dentro le case
creando nuove abitudini familiari e una nuova cultura di
massa: una cultura in cui l’immagine tende a prevalere sulla
parola scritta.
73.
74. LA PROTESTA DI GANDHI
Di fronte all’impossibilità di mantenere con la forza i
possedimenti coloniali, l’atteggiamento della Gran Bretagna
fu in generale più flessibile e pragmatico di quello francese
in Indocina. Pur facendo uso in varie occasioni di violente
misure di repressione, il governo inglese evitò infatti di
impegnarsi in lunghe e costose guerre e finì per considerare
inevitabile la conquista dell’indipendenza da parte delle
colonie, purché queste accettassero di negoziare con Londra
i modi e i tempi della loro emancipazione e di mantenere
legami politici e soprattutto economici con la ex-
madrepatria. Le vicende che portarono all’indipendenza
dell’India, cuore dell’impero coloniale britannico, esprimono
questo pragmatico equilibrio tra repressione e liberalismo.
Paese interessato da un’enorme crescita demografica, l’India
vantava anche significative risorse industriali - soprattutto
nel settore tessile - che avevano consentito la formazione,
nei principali centri urbani, di una moderna classe operaia
organizzata in sindacati e di un vasto ceto impiegatizio.
Al Partito del congresso, principale forza politica del
nazionalismo indiano di orientamento moderato, si era
aggiunta un’ala nazionalista radicale, guidata da Jawaharlal
Nehru, che oltre all’indipendenza reclamava l’emancipazione
sociale delle classi inferiori. Tuttavia il massimo ispiratore e
vero capo spirituale del nazionalismo indiano fu Mohandas
Karamchand Gandhi, più noto come Mahatma (Grande
anima).
75.
76. Gandhi nacque in India nel 1869. Dopo un periodo di studi in
Legge a Londra, dal 1888 al 1891, rientrò per breve tempo in
India per poi recarsi in Sud Africa dove fu coinvolto nelle lotti
per i diritti civili della minoranza indiana. Qui avvenne la sua
iniziazione politica e la scoperta della non violenza come
“equivalente morale della guerra”. Tornato nella sua terra natia
divenne ben presto il leader indiscusso della lotta per
l’indipendenza dal dominio inglese.
La sua dottrina, detta satyagraha (abbraccio della verità), si
ispirava al tradizionalismo religioso e si basava sul rifiuto
della violenza e sulla non collaborazione con il potere
coloniale. Agli scioperi, alle marce di protesta e alle campagne
di disobbedienza civile organizzate dal movimento
indipendentista (come il caso del boicottaggio dei prodotti
britannici o del rifiuto di pagare le imposte), parteciparono
milioni di indiani. Il diffondersi della non collaborazione nella
burocrazia e nella polizia mise in serie difficoltà il potere
coloniale britannico.
77.
78. “ La non violenza è la forza più grande di cui disponga l’umanità:
essa non è fatta solo per i saggi e per i santi ma per la gente
comune”. In queste parole è racchiuso gran parte del messaggio
che Gandhi ha lasciato in eredità all’umanità, un modello di lotta
valido per tutti proprio perché applicabile da tutti e in tutte le
situazioni. Tuttavia egli ha sempre asserito di non avere nulla di
nuovo da insegnare agli uomini “poiché la verità e la non violenza
sono antiche come le montagne”. Antiche ma attualissime furono
le certezze del Mahatma: la disobbedienza civile come unica
risposta a governi e sistemi basati sullo sfruttamento; la non
violenza come sola arma possibile per fermare la corsa agli
armamenti; l’amore come forza universale sopra le miserie e le
ingiustizie dei pochi a scapito dei molti. Possiamo quindi dire che
il pensiero e l’azione di Gandhi hanno messo in evidenza
l’inscindibilità tra spiritualità, comportamento etico e lotta politica:
“Senza il minimo dubbio, anche se in umiltà totale, posso dire che
quelli che credono che la religione non ha nulla a che fare con la
politica non sanno cosa sia la religione”. Infatti fu il primo nella
storia dell’umanità a estendere il principio della non violenza dal
piano individuale a quello sociale e politico.
La vita di Gandhi affondò le sue radici nella tradizione religiosa
indiana, lo si nota nel rilievo dato all’appassionata e perseverante
ricerca della verità, al profondo rispetto per la vita, all’ideale del
distacco e disponibilità a sacrificare tutto per conoscere Dio. Il suo
approccio alla religione si prospettò come razionale ed etico; egli
appunto non avrebbe mai accettato alcuna fede che non facesse
appello alla ragione, né alcun precetto che non riscuotesse
l’approvazione della coscienza.
79.
80. Proprio per questo suo impegno su larga scala,
dalla difesa dei fuori casta alla convivenza tra
indù e mussulmani, il 30 gennaio 1948 venne
ucciso da un fondamentalista indù. Egli infatti
non era riuscito a favorire la cooperazione tra la
grande maggioranza degli indiani induisti e la
minoranza mussulmana, il cui separatismo era
stato invece appoggiato dalla Gran Bretagna con
l’intento di dividere e indebolire il movimento
nazionalista. Ricordiamo infatti che la Lega
mussulmana si era affermata gradualmente come
la forza politica più rappresentativa nelle
provincie orientali a prevalente religione islamica
e, radicalizzando le sue posizioni autonomiste,
aveva fomentato gli scontri tra oltranzisti indù e
musulmani. Ciò rese inevitabile la divisione del
Paese: quando nell’estate del ’47, la Gran
Bretagna accettò di riconoscere l’indipendenza
indiana, vennero costituiti due stati autonomi,
l’India a maggioranza induista e il Pakistan a
maggioranza mussulmana. Gli effetti della
divisione furono drammatici. L’esodo incrociato
di 6 milioni di indù e 8 milioni di mussulmani da
un Paese all’altro provocò scontri sanguinosi e lo
stesso Gandhi cadde vittima di un attentato di un
fanatico indù, convinto che il Mahatma avesse
acconsentito alla spartizione del Paese (alla
quale in realtà egli si era opposto fino all’ultimo).
81.
82. Dopo la sua morte, la guida del movimento non violento
indiano fu presa dal suo erede spirituale Vinoba Bhave.
Tuttavia, raggiunta l’indipendenza, l’India seguì un percorso
ben diverso da quello che avrebbe sperato Gandhi. Dal 1948
fino al 1964 la politica indiana fu diretta da Jawaharlal Nehru e
sostenuta dal Partito del congresso, che raggruppava l’alta
borghesia e la nuova classe media indiana formata da
professionisti, commercianti, tecnici d’industria, funzionari di
governo. Tutti uomini che avevano fatto la loro esperienza con
gli Inglesi, ma che avevano maturato la loro coscienza nelle
lotte per l’indipendenza e l’unificazione del paese.
(All’opposizione c’era il partito comunista). Nehru realizzò
importanti riforme: fu eliminato il sistema sociale delle caste,
venne potenziata l’agricoltura e furono approvati piani di
sviluppo quinquennali, con una divisione dell’economia in due
settori, uno pubblico e uno privato. Ma tutti questi sforzi
impegnativi e costosi si scontrarono con gravi difficoltà, come
la profonda arretratezza del Paese e il pauroso aumento della
popolazione.
83.
84. ALBERTO MORAVIA:
LA DISUBBIDIENZA
Dopo la Seconda guerra mondiale si è notevolmente estesa la “cultura
dell’impegno”, che ha portato alla nascita di una classe di intellettuali
impegnata. Essi hanno fatto del rinnovamento della coscienza civile e
della lotta ideologica il punto di base della loro opera letteraria. In
particolare, in Italia, l’impegno neorealistico ha fortemente contribuito
alla nascita di un modello intellettuale, che ha fatto della letteratura
uno strumento per indagare sul reale e cercare di migliorarlo. Tra
coloro che hanno indagato in maniera profonda la realtà, spicca il
nome di Alberto Moravia; sperimentatore del male di vivere, analizza
il disagio del popolo e il degrado della “classe borghese”. Moravia fa
parte di una schiera di poeti che appartengono al Neorealismo,
narrativa sorta nel 1926, che descrive gli ambienti borghesi e
provinciali. Potrebbe sembrare un ritorno al Verismo, ma in
quest’ultimo c’era un’accettazione rassegnata della condizione umana
e un carattere nostalgico che non si trovava nel Neorealismo.
Scrittore eminentemente borghese per estrazione sociale, mentalità e
formazione, Moravia non nutre alcuna fiducia ideologica nei valori
della sua classe; la sua moralità e il suo realismo sono fondati, infatti,
solo nella razionalità dell’analisi critica da lui compiuta.
La guerra parve rinnovare Moravia, la sua narrativa negli anni del
dopoguerra sembrò aderire ai temi neorealistici. E in un certo senso
lo fu per l’allargarsi della tematica anche a temi sociali e a condizioni
di vita estranee a quella borghese: i Racconti romani (pubblicati su
giornali e raccolti in volume nel ’54) estesero il campo della sua
attenzione a un popolo di artigiani e proletari, mentre lo scavo
psicologico nel mondo borghese continuava in romanzi brevi come La
disubbidienza (1948), L’amore coniugale (1949). Del Neorealismo
vennero sicuramente adottati alcuni contenuti, ma non l’estraneità
morale al Decadentismo, tematica di nuovo evidente - già dal titolo -
nel romanzo La noia (1960).
85.
86. “La disubbidienza” si può iscrivere nella serie di quei racconti e romanzi, che ebbero molto
successo nel dopoguerra, nei quali l’autore analizza l’alienazione che scuote e turba il
borghese proiettandolo nella rinuncia e nella negazione.
Il protagonista del racconto, intuisce che il nesso che lega l’uomo al mondo, oltre che
sintetizzarsi nell’impulso sessuale, si concreta nella ricchezza. Un rapporto chiaro, pulito e
vitale col mondo non potrà sussistere se non al di là di un rifiuto del possesso nei termini
di ricchezza e denaro. Luca era stato educato dai genitori, a credere in quei valori; Moravia
infatti lo descrive mentre prega, per una consuetudine avviata dai genitori, davanti ad una
cassaforte, mascherata da immagine sacra. Una notte, però, il giovane scopre i genitori che
aprono la cassaforte per un consuntivo delle loro ricchezze. Questa scoperta rappresenta
per lui, nella sua travagliata crisi di apertura verso il mondo e la vita, un motivo essenziale
per odiare la sua condizione. Di conseguenza s’incrina la stima e l’affetto per il padre e la
madre. Anche il mondo diventa ai suoi occhi corrotto: alterato proprio da quella relazione
possesso-denaro trasmessa dai genitori e che lui stesso precedentemente aveva creduto
giusta. Luca allora, col senso funebre “di essere una specie di animale inadatto alla vita che
si rintana per morire in pace” inizia la sua rivolta. Una disubbidienza diretta verso le
abitudini della sua infanzia, gli affetti, le comodità e gli agi che il suo stato benestante gli
procuravano.
Il suo progetto di ribellione viene attuato in diversi modi, ma sempre sistematicamente.
Dal principio attraverso una rinuncia fisica, con un torpore favorito nelle ore di studio per
sabotare così la preparazione scolastica. Poi con una specie di gioco o “esercizio di
distrazione” che consiste nel leggere e scrivere meccanicamente, cercando nello stesso
tempo di rendersi esterno alle cose che scrive o legge. Infine il suo gioco d’estraniamento
si concentra sulla rinuncia alla proprietà: gli oggetti e i doni a cui è affezionato vengono
alienati, Luca infatti riteneva che disfarsi di essi l’avrebbe reso libero. L’album di
francobolli, i suoi libri, i soldi accumulati dietro consiglio del padre, sono rifiutati così
come viene rifiutato ogni cibo appetitoso, e in genere il cibo stesso, per una volontà
profonda di abbandono. Ciò che Luca rifiuta è la vita, se essa consiste nell’adorazione dei
feticci borghesi.
87.
88. Una lunga malattia del ragazzo, in seguito alla “disubbidienza”, coincide con la scoperta del sesso,
ma il rapporto consumato con la sua infermiera invece di restituirgli gioia e carica, fa riaffiorare la
crisi del rapporto di Luca con la realtà.
In Breve Autobiografia letteraria, Moravia parla di quest’opera legandola strettamente al romanzo
Agostino. Quest’ultimo, racconta l’autore, era uscito a Roma in un’edizione di poche copie nel 1943,
mentre si nascondeva al fronte. Nel 1945 fu ripubblicato e vinse il premio del Corriere Lombardo, il
primo premio dopo la caduta del fascismo. Poco dopo scrisse La disubbidienza che ne sembrava la
continuazione: Agostino aveva nove anni, Luca quattordici. In quest’ultimo, però, l’atmosfera
esistenzialista era ancora più marcata che nel precedente. “E’ la storia - dice l’autore - di un rifiuto
totale, descrive una crisi di rigetto privato e individuale non tanto diversa da quella, pubblica e
collettiva, della contestazione del 1968. A questo proposito vorrei dire che il tema della rivolta
corre per tutta la mia opera a partire da Gli indifferenti. Probabilmente anche la mia simpatia
letteraria per i personaggi femminili si deve in parte alla preferenza per questo tema: storicamente
emarginata, la donna è spesso in rivolta”.
Negli anni Sessanta Moravia tenta di affrontare il tema dell’alienazione descrivendo il
disadattamento alla realtà di un pittore fallito,. Ne La Noia l’autore descrive la condizione
inautentica dell’uomo di fronte all’assurdo di una dimensione spirituale in cui non riesce ad
identificarsi. Il protagonista scopre i limiti esistenziali di una vita continuamente in opposizione
alla storia, un atteggiamento tipico dell’uomo che, uscito dal fascismo, è stato aggredito da un
sistema sociale altrettanto alienante come quello del neocapitalismo. La figura di Dino esemplifica
dunque lo stato di inadeguatezza dell’uomo che nella noia avverte il suo distacco dalla realtà.
L’inizio del nuovo decennio segnò anche una svolta nella produzione e nell’impegno culturale di
Moravia. Il romanzo, come forma espressiva tradizionale, era messo in crisi dal nascere delle nuove
avanguardie. In un convegno tenutosi a Palermo, il Gruppo 63 entrò in polemica con Moravia che,
molto sensibile a queste tensioni letterarie, rivide il suo lavoro e iniziò la composizione di
L’attenzione, che si configura come “romanzo nel romanzo”. Il libro uscì nel 1965, dopo i viaggi
all’estero e le molte corrispondenze giornalistiche, confluite nei volumi Un’idea dell’India (1962) e
89.
90. BIBLIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA
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- GUGLIELMINO/GROSSER Il sistema letterario – Novecento, Principato,
Milano 1989
- DE ROSA G., Età contemporanea, Minerva Italica, Bergamo 1991.
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- PAMPALONI G. (a cura di), Alberto Moravia. Opere, 1927-1947, I vol.,
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- SICLIANO E. (a cura di), Alberto Moravia. Opere, 1948-1968, II vol.,
Bompiani, Milano 1986.
- HISTOIRE ET INSTITUTIONS
- LE GRANDI OPERE IN CD-ROM Enciclopedia del Novecento, video,
fatti e personaggi, Gruppo Editioriale L’Espresso S.p.A., 2003
- THE MONDAY GROUP, A LINGIN PAGEANT. 1000 YEARS OF
LITERATURE IN ENGLISH, ed. Ferrara, Napoli, 1989.
JACK KEROUAC, POESIE BEAT, a cura di C.A. Corsi, Grandi tascabili
Economici Newton, Roma, 1997.
- www.cronologia.it
- Codice Civile
- Legge 300/70