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esame di stato


 guida



                 prof.Luca
                 Gervasutti
le prove scritte
La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno
2010 alle 8.30
le prove scritte
La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno
2010 alle 8.30




 La seconda prova scritta si svolgerà mercoledì 23
                giugno alle 8.30
le prove scritte
La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno
2010 alle 8.30
       Tipologie:
       - Analisi del testo
       - Articolo di giornale o saggio breve
       - Tema di ordine storico
       - Tema di ordine generale




  La seconda prova scritta si svolgerà mercoledì 23
                 giugno alle 8.30


La terza prova scritta (quesiti multidisciplinari a risposta multipla) si
 svolgerà venerdì 25 giugno con orario stabilito dalle commissioni

I quesiti potranno essere in numero non inferiore a 30 e non superiore a
                     40 e riguarderanno 5 discipline
la prova orale
 Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
 giugno 2010
 I colloqui si svolgeranno al mattino
 Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
 sabato incluso
 La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
 minuti
la prova orale
 Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
 giugno 2010
 I colloqui si svolgeranno al mattino
 Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
 sabato incluso
 La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
 minuti




                Il colloquio è costituito da 3 fasi:
la prova orale
 Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
 giugno 2010
 I colloqui si svolgeranno al mattino
 Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
 sabato incluso
 La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
 minuti




                Il colloquio è costituito da 3 fasi:
           1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti)
la prova orale
 Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
 giugno 2010
 I colloqui si svolgeranno al mattino
 Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
 sabato incluso
 La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
 minuti




                Il colloquio è costituito da 3 fasi:
           1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti)

          2) Domande sulle materie d’esame (30 minuti)
la prova orale
 Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28
 giugno 2010
 I colloqui si svolgeranno al mattino
 Saranno esaminati cinque candidati al giorno,
 sabato incluso
 La durata del colloquio è, orientativamente, di 50
 minuti




                Il colloquio è costituito da 3 fasi:
           1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti)

          2) Domande sulle materie d’esame (30 minuti)

           3) Discussione sulle prove scritte (5 minuti)
cos’è la tesina?

   La normativa ministeriale afferma che “agli Esami di Stato l'avvio del colloquio
   può essere attuato mediante la discussione di un percorso di
   approfondimento interdisciplinare o pluridisciplinare (la cosiddetta tesina)
   o di altro lavoro, presentato anche in forma multimediale, preparato dallo
   studente, durante l'anno scolastico, anche con l'ausilio dei docenti della
   classe”.


L’argomento è lasciato alla scelta del candidato, che può scegliere anche la
disciplina dalla quale iniziare la ricerca e il numero di materie da coinvolgere nei
finalità della tesina
Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato
due competenze (abilità trasversali):
- la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse,
associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati
- la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame
finalità della tesina
Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato
due competenze (abilità trasversali):
- la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse,
associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati
- la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame

I due processi dell’analisi e della sintesi devono essere equilibrati tra loro. La sola
capacità analitica, infatti, mette in grado di esaminare fin nei dettagli e nelle
sfumature ciò che si prende in esame, col rischio però di rimanere a una visione
frammentaria e parziale delle cose.
La capacità di sintesi, viceversa, non equilibrata con quella analitica, può portare
ad associare in modo rapido e brillante i concetti tra loro, giungendo
velocemente ad una visione dei problemi globale ma superficiale, perché si
trascurano particolari importanti.
finalità della tesina
Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato
due competenze (abilità trasversali):
- la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse,
associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati
- la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame

I due processi dell’analisi e della sintesi devono essere equilibrati tra loro. La sola
capacità analitica, infatti, mette in grado di esaminare fin nei dettagli e nelle
sfumature ciò che si prende in esame, col rischio però di rimanere a una visione
frammentaria e parziale delle cose.
La capacità di sintesi, viceversa, non equilibrata con quella analitica, può portare
ad associare in modo rapido e brillante i concetti tra loro, giungendo
velocemente ad una visione dei problemi globale ma superficiale, perché si
trascurano particolari importanti.
            Un Percorso logico e ben costruito assicura all'allievo non solo
            un buon inizio, ma rappresenta il momento in cui dimostrare di
            saper fare oltre che di sapere
TIPOLOGIE

                    Ci sono due tipologie di tesine:


   Tesina interdisciplinare: dimostrare di saper integrare conoscenze e
   competenze afferenti discipline diverse


   Tesina multidisciplinare: dimostrare di saper condurre una ricerca creando
semplici collegamenti
   tra vari argomenti che non hanno relazioni tra loro.
http://cmap.ihmc.us/download/index.php
le fasi del lavoro
 1) Elaborazione di una mappa concettuale per definire l'ordine gerarchico tra i
 vari contenuti.


       La mappa concettuale costituisce il primo passo della progettazione
       di una tesina. Essa ha una duplice funzione: quella di strumento col
       quale organizzare e rappresentare la rete delle informazioni (concetti
       e relativi legami), e quella di piano di lavoro, per la costruzione della
       tesina. Così come una mappa geografica serve per orientarsi in un
       territorio, una mappa concettuale è uno strumento per interpretare,
       rielaborare e trasmettere conoscenze, informazioni e dati,
       visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i
       legami che essi stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del
       ragionamento. Possiamo, perciò, affermare che una mappa
       concettuale è la rappresentazione grafica di concetti espressi
       sinteticamente (parole - concetto) collegati fra loro da linee (frecce).
http://cmap.ihmc.us/download/index.php
2) Divisione del testo in capitoli e, possibilmente, dei capitoli in paragrafi

          Si tratta di indicatori di contenuto utili per chi legge perché
          facilitano il compito di comprendere la funzione delle varie
          parti e consentono, anche ad una rapida occhiata, di capire
          come si sviluppano le proprie tesi.
2) Divisione del testo in capitoli e, possibilmente, dei capitoli in paragrafi

          Si tratta di indicatori di contenuto utili per chi legge perché
          facilitano il compito di comprendere la funzione delle varie
          parti e consentono, anche ad una rapida occhiata, di capire
          come si sviluppano le proprie tesi.



      3) Le fonti

    E’ importante citare in modo evidente (in corsivo o tra virgolette) i
    brani degli autori letti, che sembrano significativi per il tuo lavoro e
    che aiutano a suffragare la tua tesi.
    Inserire al fondo del lavoro una bibliografia completa delle opere
    consultate, con i riferimenti per risalire al testo citato: autore, titolo,
    luogo di edizione e casa editrice, anno di pubblicazione e se
    possibile pagina da cui è tratta la citazione.
4) Editing: lavoro di revisione del testo.
    Una volta conclusa la stesura, rileggere il testo e valutarlo dai
    seguenti punti di vista: a) ortografia e sintassi; b) coerenza
    complessiva; c) peso (in termini di numero di pagine) delle varie parti
    del testo: si deve fare in modo che il contenuto non sia troppo
    squilibrato o che si diffonda solo su una parte del tema a discapito
    delle altre.
Alcune proposte
Alcune proposte
                                               La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)
Alcune proposte
                                               La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)

                          Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer
(Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni
internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro
di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica)
Alcune proposte
                                               La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)

                          Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer
(Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni
internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro
di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica)



                                 Il disagio giovanile negli anni 60
(Storia: Kennedy e la guerra fredda, Cuba, il Vietnam, la Cina di Mao Tse-tung, la “Primavera di
Praga”, il ’68. ITALIANO: La vita interiore, di Alberto Moravia. INGLESE: Jack Kerouac, padre della
“Beat Generation”)
Alcune proposte
                                               La Borsa
(Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti
derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New
Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il
boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo
dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali
categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli
obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico
varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento
del prestito)

                          Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer
(Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni
internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro
di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica)



                                 Il disagio giovanile negli anni 60
(Storia: Kennedy e la guerra fredda, Cuba, il Vietnam, la Cina di Mao Tse-tung, la “Primavera di
Praga”, il ’68. ITALIANO: La vita interiore, di Alberto Moravia. INGLESE: Jack Kerouac, padre della
“Beat Generation”)



                                        Il ruolo dei mass-media
(Materie trattate: Storia , diritto, inglese, informatica, italiano: Propaganda fascista come mezzo
manipolatore, libertà di espressione nella costituzione, l'informazione in Gran Bretagna,
l'evoluzione della comunicazione e l'e-mail).
Internet e la New Economy
(Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
problems, New-economy, commercio elettronico).
Internet e la New Economy
 (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
 rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
 problems, New-economy, commercio elettronico).


                        L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)
Internet e la New Economy
 (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
 rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
 problems, New-economy, commercio elettronico).


                        L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)



                                         Rivoluzionari e ribelli
(Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione
universale dei diritti umani, futurismo)
Internet e la New Economy
 (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
 rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
 problems, New-economy, commercio elettronico).


                        L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)



                                         Rivoluzionari e ribelli
(Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione
universale dei diritti umani, futurismo)




                                              Stato e finanza
(Letteratura e industria, la seconda guerra mondiale, il colonialismo, ecologia, multinazionali,
bilancio d'impresa, stato, governo, ministri, parlamento)
Internet e la New Economy
 (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla
 rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials
 problems, New-economy, commercio elettronico).


                        L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società
(Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo
economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi
sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I
danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza
problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)



                                         Rivoluzionari e ribelli
(Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione
universale dei diritti umani, futurismo)




                                              Stato e finanza
(Letteratura e industria, la seconda guerra mondiale, il colonialismo, ecologia, multinazionali,
bilancio d'impresa, stato, governo, ministri, parlamento)




                                      La moltiplicazione del consumo
             (Pop art, il 68, letteratura postmoderna, Andy Warhol, pubblicità occulta)
- Il movimento delle donne nel '900

- Lo sguardo femminile su ideologie e società

-  Genio e follia

-  La sensibilità artistica e il concetto dell'arte

-  Il Tempo e lo Spazio nel 900

-  L'alienazione

-  La vita, la morte, il male di vivere

-  La maschera, da Pirandello alle chat-line

-  Emigrazione e immigrazione

- Il postmoderno 

- Il totalitarismo

- Intellettuali e società

- Tolleranza e intolleranza

- Il pensiero utopico

-  Il Superuomo
- Il mito americano

- La scoperta dell'io e dell'inconscio nel corso del '900

- L'uomo e la rivoluzione industriale

- La terza rivoluzione industriale

- Ungaretti e il primo dopoguerra

- Il movimento hippie

- L'indifferenza

- La contestazione negli anni 60/70

- Gli anni '70

- I conflitti tra generazioni

- Gandhi e il movimento nonviolento

- La felicità

- La società italiana nel secondo dopoguerra

- Il nichilismo

- Il viaggio
LA COPERTINA

          ipsscart “Bonaldo Stringher” - Udine

             ESAME DI STATO 2007/2008




   LA CONTESTAZIONE GIOVANILE




        AUTORE: NOME E COGNOME

       CLASSE: QUINTA RISTORAZIONE
premessa

Sono passati quarant’anni dal fatidico Sessantotto, e
ancora si discute se fu inutile utopia o necessario
prodromo di una possibile rivoluzione. Se per alcuni
sono stati anni “formidabili” che hanno favorito la
grande stagione dei diritti civili, per altri avrebbero
addirittura contenuto i germi del terrorismo e del
dilagare della droga.
In questo lavoro di natura interdisciplinare, che
coinvolge l’Italiano, la Storia, il Francese, l’Inglese e
il Diritto, ho cercato di mettere in luce alcuni aspetti
storico-politici che l’hanno provocato, cercando di
descrivere il disagio della generazione che ne fu
protagonista e di analizzare come alcuni autori si
ponessero di fronte alle contraddizioni della loro
società. Figure come Moravia, Gandhi e il movimento
della Beat Generation possono infatti rappresentare i
diversi modi di approcciare e contestare la realtà
contemporanea.
INDICE
                                             INDICE

Mappa concettuale                                                                pag. 2

Il contesto culturale
 
     
     
     
   
                        pag. 3

Storia – Lo scenario mondiale
 
         
   
    
   
   
       pag. 4
    La guerra fredda

    
    
         
   
    
   
    La guerra del Vietnam

    
         
   
    
   

    - La Cina
       
   
    
         
   
    
   

     - La primavera di Praga
 
         
   
    
   
   

La contestazione
      
     
     
     
   
    
   
   
       pag. 5

La non violenza di Gandhi come forma di protesta
     
   
   
      pag. 7

Italiano – Alberto Moravia: La disubbidienza
     
   
   
   
      pag. 8

Francese - La crise de mai 1968 en France
        
   
   
   
      pag. 10

Inglese - The Beat Generation, Jack Kerouac and “On the Road”
         pag. 11

Diritto - Lo Statuto dei lavoratori
     
   
    
   
   
   
      pag. 12

     - Diritti e doveri dei lavoratori
 
   
    
                 pag. 16

Bibliografia
     
     
     
     
     
   
    
                 pag. 19
LA MAPPA CONCETTUALE
LA MAPPA CONCETTUALE
IL CONTESTO CULTURALE
Dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni ‘60 la cultura è stata
fortemente influenzata da fenomeni di costume che ne hanno caratterizzato
le svolte nei vari settori, dal letterario al musicale, al figurativo, al teatrale.
Alla base di questi fenomeni possiamo individuare una tendenza generale: la
contestazione. La cultura della contestazione ha interessato soprattutto il
mondo giovanile, manifestandosi sia in America sia in Europa con
atteggiamenti ribellistici, provocatori, anticonformistici e trasgressivi.
All’origine della rabbia giovanile stava la contestazione del sistema borghese
capitalistico, l’ansia per un futuro su cui pesava il pericolo di una guerra
atomica e il violento scontro generazionale. Essi rifiutavano la loro società,
accusata di appiattire l’uomo dequalificare l’intellettuale e mercificare tutto,
anche l’arte e il pensiero. Un fenomeno europeo di protesta giovanile è stato
quello dei “giovani arrabbiati” (Angry Young Men). Nasceva nel 1957 in
Inghilterra ed era animato da uno spirito trasgressivo nei confronti della
morale tradizionale e del conservatorismo della società inglese. Attraverso la
drammaturgia e la narrativa, questi giovani aggredivano il reale,
presentandolo nella sua forma più bassa e frustrante usando un linguaggio
basato sullo "slang", in altre parole termini gergali e dialettali. Un similare
fenomeno di protesta socio-esistenziale, è stato quello della “Beat
Generation”, sviluppatosi in America fra la metà degli anni ‘50 e ‘60, con forti
concentrazioni a San Francisco e a New York; in esso interagiscono fattori
psicologici, di costume e di moda, e prese di posizioni morali, intellettuali e
artistiche. La società americana di questo periodo, è percorsa da mille
contraddizioni che finiscono per bloccarla in un immobilismo senza avvenire
e senza speranza. Infatti, da un verso gli USA, che hanno combattuto in
difesa della democrazia contro le barbarie naziste, sono considerati da molti
il simbolo della libertà e della giustizia; dall’altro vivono sotto l’incubo della
guerra fredda, costantemente minacciati dal rischio di un conflitto nucleare.
Inoltre, la paura del comunismo scatena una vera e propria persecuzione
nei confronti di tutti coloro, in particolare intellettuali ed artisti, che hanno
manifestato o manifestano simpatie per la sinistra (la cosiddetta “caccia
alle streghe” orchestrata dal senatore McCarthy). Tutto ciò crea un clima
pesante, che fa vacillare l’immagine del paese, da sempre considerato la
culla della libertà. Sul piano dei costumi, per un verso si assiste al dilagare
del consumismo, nel quale sembra essersi incarnata la promessa di felicità,
garantita dal primo articolo della Costituzione, per altro persistono modelli
di vita conformistici che bandiscono, come attività pericolose e immorali, il
ballo, le relazioni sessuali e le corse in motocicletta.
I giovani della Beat Generation non si riconoscono in questo tipo di società
ed esprimono il loro rifiuto con un atteggiamento nel quale confluiscono
spinte diverse: ribellione, manifestata attraverso la scelta di una esistenza
vagabonda sulle strade e sui treni d’America e attraverso la libertà
sessuale, voglia di una vita sfrenata e senza regole, esigenza di autenticità
e onestà in qualsiasi tipo di rapporto, vita comunitaria, ecc..
Dietro i loro atteggiamenti provocatori non c’era la volontà ideologica di
cambiare il sociale, ma solo il distacco e la fuga dei modelli societari. A
tutto ciò essi reagivano con “l’assenza”, una particolare categoria dello
spirito, in cui coesistevano la fuga, il viaggio e il nomadismo. I beatnik,
come essi amavano definirsi, basavano, inoltre, la loro esistenza su una
socialità e moralità naturali, non regolate da leggi e su una assoluta onestà
e franchezza; sono pacifisti, non hanno alcun interesse per il denaro fanno
uso di droghe e amano la musica jazz.
Tutti questi atteggiamenti, trovavano proprio piena espressione nel termine BEAT, che ha in
inglese il significato di “battuto” e al tempo stesso di “beato”. Vuole, cioè, esprimere da un lato il
rifiuto volontario di una società, nei confronti della quale ci si sente necessariamente sconfitti e
dall’altro la felicità che da questo atteggiamento ne deriva. La protesta beat investiva in primo
piano il comportamento e l’abbigliamento. Il linguaggio era aperto e libero, non privo di termini
volutamente osceni. L’abbigliamento era dichiaratamente anticonvenzionale, (jeans e maglioni,
scarpe da tennis o di corda, occhiali scuri e medaglioni intorno al collo, pendagli; la capigliatura
tendeva a coprire le orecchie). Venivano costruite discoteche e luoghi di ritrovo beat. Il sospetto e il
rifiuto, di fronte a una civiltà impregnata di razionalismo, sfociava nell’interesse per le filosofie
mistiche orientali, soprattutto per il buddismo zen. Il punto di partenza della riflessione Buddista è
la constatazione che nel mondo la vita è dolore. L’esistenza del mondo è spiegata come una
relazione di cause: non esiste una divinità creatrice. All’origine della sofferenza vi sono le passioni
e il desiderio. Per raggiungere il Nirvana è quindi necessario rendersi conto di tutto ciò ed
eliminare ogni legame causale. Lo Zen rappresenta un ramo del Buddismo e la sua dottrina
filosofica consiste nella constatazione, che le cose di cui l’uomo fa esperienza non possono essere
classificate; il mondo deve, dunque, essere colto nella sua essenza, in uno stato di “non mente” che
lasci scorrere i pensieri senza conservane traccia, quindi, limitandosi a cogliere con distacco le
forme della realtà esterna.
L’autore di quella che può essere definita la bibbia dei beatnik, è Jack Kerouac; con il romanzo “On
the road” (Sulla strada) pubblicato nel 1957, racconta il vagabondare attraverso l’America del Nord
di tre personaggi; un viaggio compiuto con i mezzi più disparati, ricercando tutti i piaceri che la
vita può dar loro, da quelli intellettuali alle visioni stimolate dall’alcool e dalla droga, alle
eccitazioni provocate dalla velocità nella guida e alle esperienze sessuali volte a colmare un
profondo bisogno di affetto.
Tutti questi atteggiamenti, trovavano proprio piena espressione nel termine BEAT, che ha in
inglese il significato di “battuto” e al tempo stesso di “beato”. Vuole, cioè, esprimere da un lato il
rifiuto volontario di una società, nei confronti della quale ci si sente necessariamente sconfitti e
dall’altro la felicità che da questo atteggiamento ne deriva. La protesta beat investiva in primo
piano il comportamento e l’abbigliamento. Il linguaggio era aperto e libero, non privo di termini
volutamente osceni. L’abbigliamento era dichiaratamente anticonvenzionale, (jeans e maglioni,
scarpe da tennis o di corda, occhiali scuri e medaglioni intorno al collo, pendagli; la capigliatura
tendeva a coprire le orecchie). Venivano costruite discoteche e luoghi di ritrovo beat. Il sospetto e il
rifiuto, di fronte a una civiltà impregnata di razionalismo, sfociava nell’interesse per le filosofie
mistiche orientali, soprattutto per il buddismo zen. Il punto di partenza della riflessione Buddista è
la constatazione che nel mondo la vita è dolore. L’esistenza del mondo è spiegata come una
relazione di cause: non esiste una divinità creatrice. All’origine della sofferenza vi sono le passioni
e il desiderio. Per raggiungere il Nirvana è quindi necessario rendersi conto di tutto ciò ed
eliminare ogni legame causale. Lo Zen rappresenta un ramo del Buddismo e la sua dottrina
filosofica consiste nella constatazione, che le cose di cui l’uomo fa esperienza non possono essere
classificate; il mondo deve, dunque, essere colto nella sua essenza, in uno stato di “non mente” che
lasci scorrere i pensieri senza conservane traccia, quindi, limitandosi a cogliere con distacco le
forme della realtà esterna.
L’autore di quella che può essere definita la bibbia dei beatnik, è Jack Kerouac; con il romanzo “On
the road” (Sulla strada) pubblicato nel 1957, racconta il vagabondare attraverso l’America del Nord
di tre personaggi; un viaggio compiuto con i mezzi più disparati, ricercando tutti i piaceri che la
vita può dar loro, da quelli intellettuali alle visioni stimolate dall’alcool e dalla droga, alle
eccitazioni provocate dalla velocità nella guida e alle esperienze sessuali volte a colmare un
profondo bisogno di affetto.
LO SCENARIO MONDIALE
Generalmente, nei paesi occidentali quel periodo è spesso ricordato
come un decennio felice, un momento di grande sviluppo economico,
civile e di grandi ideali. Sulla scena internazionale, gli anni sessanta
furono dominati dalla consolidata coesistenza tra gli USA e l’UNIONE
SOVIETICA, la quale generò il cosiddetto “equilibrio del terrore”, poiché
tale condizione si fondava sulla consapevolezza da una parte e dall’altra,
di non poter prevalere sull’avversario, senza mettere a repentaglio la
propria sopravvivenza e quella dell’umanità, e sull’equilibrio degli
armamenti nucleari. Numerosi, si rivelano, gli eventi importanti che
caratterizzarono questo decennio, dalle vicende dei Kennedy alla guerra
del Vietnam, alle rivolte giovanili e operaie del ’68. Nel giugno del ’61, a
Vienna, ci fu il primo incontro tra Kennedy e Krusciov, che non ebbe
tuttavia gli esiti sperati; infatti, gli USA riconfermarono il loro appoggio a
Berlino Ovest e i sovietici in risposta alzarono il “muro di Berlino” per
evitare fughe dall’una all’altra parte. Ma in questo periodo il momento
più drammatico si ebbe in America Latina, quando Kennedy tentò di
reprimere il regime socialista di Cuba, appoggiando vari gruppi di esuli
anticastristi; questo tentativo si attuò nel ’61 nella “Baia dei Porci”, ma si
risolse, comunque, in un fallimento. In risposta l’Unione Sovietica
installò, nella stessa Cuba, delle basi di lancio per missili nucleari. Il
mondo intero per quattro giorni visse sull’orlo di una nuova guerra
mondiale. Di fronte a questa minaccia, Krusciov ritirò gli incrociatori,
dopo aver ottenuto l’assicurazione che Cuba non sarebbe stata invasa
dagli USA. Nonostante la sfida lanciata da Krusciov verso i paesi
capitalistici, il leader sovietico venne smentito dall’andamento negativo
dell’economia del suo paese e fu dimesso. Krusciov venne sostituito nel
’64 da Leonid Breznev (che bloccò il processo di “destalinizzazione”).
Poco tempo dopo, scomparve anche l’altro importante protagonista di
quegli anni: Kennedy, che fu assassinato nel Texas a Dallas; stessa sorte
toccò al fratello R. Kennedy e al pastore di colore Martin Luther King
(leader del movimento anti-segregazionalista). Il successore di Kennedy,
Guerra del Vietnan
In base agli accordi di Ginevra (’54), il Vietnam era diviso in
due repubbliche, nord comunista e sud semidittatoriale
appoggiato dagli USA, che cercava di sminuire l’influenza
francese in Vietnam. Questo scontro, che si protrasse per oltre
10 anni, tra il ‘64-’75, rappresenta il momento di scontro più
acuto tra USA e mondo comunista. La situazione politica del
Vietnam del sud suscitò forti movimenti di guerriglie
(Vietcong), guidate da comunisti e sostenute dal Vietnam del
nord. Gli USA, preoccupati da un’Indocina completamente
comunista, decisero di intervenire. Nel 65’ iniziarono i
bombardamenti contro il Vietnam del Nord e nonostante la
consistenza delle truppe americane, queste ultime non
riuscirono a predominare, anche perché i Vietcong godevano
dell’appoggio delle masse contadine della Cina e della Russia.
L’opinione pubblica dipingerà questo conflitto come “la sporca
guerra”, non coerente con la tradizione democratica degli USA.
Ciò provocò centinaia di manifestazioni, cortei, proteste, sit-in,
e mobilitò, soprattutto, le giovani generazioni.
La Cina
Altro importante evento di quegli anni, che veniva delineandosi, fu il
contrasto, sempre più grave, tra le due maggiori potenze comuniste:
URSS e CINA (mentre l’Urss voleva mantenere l’ordine mondiale
“Bipolare” e voleva conservare il ruolo di stato guida del mondo
comunista, la Cina di Mao-Tse-Tung, contestava gli equilibri
internazionali e voleva proporsi come guida per i paesi in via di
sviluppo nella lotta all’imperialismo). Tra le due nazioni nacquero
diversi contrasti anche di ordine economico e furono addirittura
ridiscussi i loro confini. Mao mise in atto una forma di lotta inedita per
un regime comunista: mobilitò la generazione degli studenti contro le
classi dirigenti accusandole di voler costituire una nuova via
capitalistica. Iniziò così tra il ’66 e il ’68, la cosiddetta “rivoluzione
culturale”, ovvero una rivolta giovanile, apparentemente spontanea,
ma, in realtà, orchestrata dall’alto. Con le guardie rosse attraverso
contestazioni e proteste si determinò il cambiamento della società e
della mentalità collettiva. Dopo aver raggiunto questo scopo Mao, mise
un freno alla rivoluzione culturale e ristabilì “l’ordine”. Nel ’70
considerati ormai i pessimi rapporti con l’Urss, la Cina si avvicinò agli
USA entrando a far parte dell’ONU.

La primavera di Praga
Anche all’interno del Blocco sovietico il ’68 fu un anno di crisi. In
Cecoslovacchia, dove era in atto un processo di “liberalizzazione”,
divenne segretario del partito Alexander Dubcek che ripristinò il diritto
di parola, abolì la censura sulla stampa e riformò il partito per
realizzare un “socialismo dal volto umano”. Questo nuovo corso, noto
come “primavera di Praga”, fu visto con simpatia dal mondo
occidentale, ma preoccupò Breznev, timoroso di ribellioni nei Paesi
satelliti. Ordinò quindi alle truppe del patto di occupare Praga e
Dubcek fu costretto ad abolire le riforme. L’inverno seguente fu
comunque sostituito da uomini fedeli a Mosca: intellettuali, sindacalisti
IL ‘68
La fine di quel decennio passò alla storia come “il movimento dei
giovani”, forse, il più teso di quegli anni: il ’68. Precisamente,
quell’anno è passato alla storia come un periodo di violente
rivoluzioni, manifestatesi in grandi movimenti di massa che
hanno coinvolto gli studenti, gli operai e le donne. L’obiettivo
comune era la lotta contro l’autoritarismo, l’ordine costituito e i
valori dominanti. Negli studenti, la contestazione si traduceva
nel rifiuto di una cultura verticistica e autoritaria, acritica e
giudicata appartenente al passato; negli operai, si risolveva
nell’opposizione allo sfruttamento operato dal potere padronale;
nelle donne si esprimeva come ribellione ad una cultura e a un
costume etico e sessuale prettamente maschilistico. Il fenomeno
ebbe espressioni e manifestazioni eterogenee, toccò paesi
geograficamente ed ideologicamente differenti tra loro e si
estese in vari modi nel decennio successivo.
Le prime manifestazioni si ebbero nel ’64 a Berkeley in
California, con l’occupazione dell’Università. Gli studenti
chiedevano di compartecipare ai metodi d’insegnamento e alla
scelta dei contenuti, nonché di poter usufruire dell’ateneo come
luogo per dibattere problemi sociali. Ben presto la contestazione
sfociò nella battaglia contro la discriminazione razziale, nella
difesa dei diritti civili e nel rifiuto della guerra del Vietnam.
In Francia, il movimento studentesco aderiva fortemente alla
tradizione culturale delle sinistre e nel maggio 68’ si
trasformava in una vera e propria sollevazione contro il governo.
In Italia, la contestazione nasceva dal movimento studentesco
ed era sancita dall’occupazione dell’Università di Torino nel
novembre del ’67. Gli studenti, uniti in assemblee permanenti,
contestavano il sistema universitario, in quanto portavoce di
una cultura reazionaria e schiva del sistema borghese, inteso
come gerarchico, burocratico e classista. Chiedevano di contro,
una cultura basata sull’autogestione.
Anche nel mondo cattolico nacque un fronte di dissenso. A
simboleggiare questa spaccatura è stata la Comunità
dell’Isolotto di Don Enzo Mazzi a Firenze; ma il cattolicesimo,
soprattutto quello italiano , era stato scosso dagli scritti di
don Luigi Milani, morto il 26 giugno 1967. E’ proprio con
Lettere a una professoressa libro nato dall’esperienza della
scuola di Barbiana, che mette in evidenza come la selezione
scolastica colpisca soprattutto i poveri che, non potendo
studiare, rimangono poveri. In fondo questo è uno dei motivi
principali della contestazione, cioè che la scuola operava una
selezione di classe e privilegiava i ricchi. La realtà che le
autorità del tempo fingevano di ignorare è che nel ’68 solo il
75% degli iscritti arrivava alla licenza elementare, solo il 47%
alla licenza media e solo il 38% proseguiva all’Università
trovando, tra l’altro, strutture, programmi e metodi di gestione
vecchi.
Il movimento, intanto, si collegava alle lotte operaie e
sindacali, esplodendo in manifestazioni di piazza e
scontri con le forze armate, sino ad arrivare all’autunno
caldo del ’69, caratterizzato dalla mobilitazione degli
operai nelle fabbriche per il rinnovo dei contratti.
Ci furono indubbiamente utopie generose, si suppose
persino di poter riuscire a minare il sistema. La
contestazione nell’Università di Sociologia a Trento fu
tremendamente politicizzata dagli studenti che avevano
dalla loro parte anche molti professori. Spiccano Antonio
NEGRI, capo e ideologo di POTERE OPERAIO, e fra gli
allievi CURCIO, il futuro capo e ideologo delle BRIGATE
ROSSE. Alla Cattolica di Milano leader degli studenti fu
Mario CAPANNA, il tribuno più ascoltato, sempre in prima
fila e che subirà in seguito arresti, condanne e il carcere.
Il sogno del ’68 si spezzò definitivamente il 12 dicembre
del 1969 con l’attentato di piazza Fontana a Milano che
aprì una stagione di ben più gravi, drammatiche e
inquietanti violenze, portando l’Italia ad imboccare il
tunnel del terrorismo, dello stragismo e dei misteri
tuttora irrisolti.
L’eredità del ’68, comunque, sulle future generazioni è
stata diversa, perché ha portato in sé una serie di
innovazioni: un costume più aperto, rapporti sociali più
flessibili, una cultura più libera, più critica.
La donna acquistava maggiore consapevolezza del proprio
ruolo nella società. Infatti, dopo le venate dell’estremismo
femminista, otteneva la legalizzazione dell’aborto e un suo
posto di lavoro, nei servizi sociali e nel campo familiare.
In ogni modo, la totalità di questi eventi, provocò una vera e
propria rivoluzione in tutti i campi della vita quotidiana.
Innanzitutto, una componente fondamentale, del nuovo
universo culturale, fu costituita dalla nascita della musica
leggera.
Ma più di ogni altra cosa, gli anni ’60 rappresentano l’età del
consumismo, il cui tratto distintivo sta, non solo nella crescita
globale dei consumi ma anche nella loro composizione; infatti i
prodotti che venivano acquistati non erano solo i generi
alimentari, ma l’abbigliamento, gli elettrodomestici, le
automobili, ecc.. Questa crescita del commercio venne favorita
dai messaggi pubblicitari, amplificati dai mezzi di
comunicazione di massa. E’ questa la fase in cui comincia a
diffondersi il più grande dei mezzi di comunicazione: la
televisione. Il suo avvento ebbe effetti rivoluzionari in tutti i
campi, offrendo la possibilità di mostrare le immagini di un
evento in tempo reale. Essa portò lo spettacolo dentro le case
creando nuove abitudini familiari e una nuova cultura di
massa: una cultura in cui l’immagine tende a prevalere sulla
parola scritta.
LA PROTESTA DI GANDHI
       Di fronte all’impossibilità di mantenere con la forza i
       possedimenti coloniali, l’atteggiamento della Gran Bretagna
       fu in generale più flessibile e pragmatico di quello francese
       in Indocina. Pur facendo uso in varie occasioni di violente
       misure di repressione, il governo inglese evitò infatti di
       impegnarsi in lunghe e costose guerre e finì per considerare
       inevitabile la conquista dell’indipendenza da parte delle
       colonie, purché queste accettassero di negoziare con Londra
       i modi e i tempi della loro emancipazione e di mantenere
       legami politici e soprattutto economici con la ex-
       madrepatria. Le vicende che portarono all’indipendenza
       dell’India, cuore dell’impero coloniale britannico, esprimono
       questo pragmatico equilibrio tra repressione e liberalismo.
       Paese interessato da un’enorme crescita demografica, l’India
       vantava anche significative risorse industriali - soprattutto
       nel settore tessile - che avevano consentito la formazione,
       nei principali centri urbani, di una moderna classe operaia
       organizzata in sindacati e di un vasto ceto impiegatizio.
       Al Partito del congresso, principale forza politica del
       nazionalismo indiano di orientamento moderato, si era
       aggiunta un’ala nazionalista radicale, guidata da Jawaharlal
       Nehru, che oltre all’indipendenza reclamava l’emancipazione
       sociale delle classi inferiori. Tuttavia il massimo ispiratore e
       vero capo spirituale del nazionalismo indiano fu Mohandas
       Karamchand Gandhi, più noto come Mahatma (Grande
       anima).
Gandhi nacque in India nel 1869. Dopo un periodo di studi in
Legge a Londra, dal 1888 al 1891, rientrò per breve tempo in
India per poi recarsi in Sud Africa dove fu coinvolto nelle lotti
per i diritti civili della minoranza indiana. Qui avvenne la sua
iniziazione politica e la scoperta della non violenza come
“equivalente morale della guerra”. Tornato nella sua terra natia
divenne ben presto il leader indiscusso della lotta per
l’indipendenza dal dominio inglese.
La sua dottrina, detta satyagraha (abbraccio della verità), si
ispirava al tradizionalismo religioso e si basava sul rifiuto
della violenza e sulla non collaborazione con il potere
coloniale. Agli scioperi, alle marce di protesta e alle campagne
di    disobbedienza       civile organizzate    dal    movimento
indipendentista (come il caso del boicottaggio dei prodotti
britannici o del rifiuto di pagare le imposte), parteciparono
milioni di indiani. Il diffondersi della non collaborazione nella
burocrazia e nella polizia mise in serie difficoltà il potere
coloniale britannico.
“ La non violenza è la forza più grande di cui disponga l’umanità:
essa non è fatta solo per i saggi e per i santi ma per la gente
comune”. In queste parole è racchiuso gran parte del messaggio
che Gandhi ha lasciato in eredità all’umanità, un modello di lotta
valido per tutti proprio perché applicabile da tutti e in tutte le
situazioni. Tuttavia egli ha sempre asserito di non avere nulla di
nuovo da insegnare agli uomini “poiché la verità e la non violenza
sono antiche come le montagne”. Antiche ma attualissime furono
le certezze del Mahatma: la disobbedienza civile come unica
risposta a governi e sistemi basati sullo sfruttamento; la non
violenza come sola arma possibile per fermare la corsa agli
armamenti; l’amore come forza universale sopra le miserie e le
ingiustizie dei pochi a scapito dei molti. Possiamo quindi dire che
il pensiero e l’azione di Gandhi hanno messo in evidenza
l’inscindibilità tra spiritualità, comportamento etico e lotta politica:
“Senza il minimo dubbio, anche se in umiltà totale, posso dire che
quelli che credono che la religione non ha nulla a che fare con la
politica non sanno cosa sia la religione”. Infatti fu il primo nella
storia dell’umanità a estendere il principio della non violenza dal
piano individuale a quello sociale e politico.
La vita di Gandhi affondò le sue radici nella tradizione religiosa
indiana, lo si nota nel rilievo dato all’appassionata e perseverante
ricerca della verità, al profondo rispetto per la vita, all’ideale del
distacco e disponibilità a sacrificare tutto per conoscere Dio. Il suo
approccio alla religione si prospettò come razionale ed etico; egli
appunto non avrebbe mai accettato alcuna fede che non facesse
appello alla ragione, né alcun precetto che non riscuotesse
l’approvazione della coscienza.
Proprio per questo suo impegno su larga scala,
dalla difesa dei fuori casta alla convivenza tra
indù e mussulmani, il 30 gennaio 1948 venne
ucciso da un fondamentalista indù. Egli infatti
non era riuscito a favorire la cooperazione tra la
grande maggioranza degli indiani induisti e la
minoranza mussulmana, il cui separatismo era
stato invece appoggiato dalla Gran Bretagna con
l’intento di dividere e indebolire il movimento
nazionalista. Ricordiamo infatti che la Lega
mussulmana si era affermata gradualmente come
la forza politica più rappresentativa nelle
provincie orientali a prevalente religione islamica
e, radicalizzando le sue posizioni autonomiste,
aveva fomentato gli scontri tra oltranzisti indù e
musulmani. Ciò rese inevitabile la divisione del
Paese: quando nell’estate del ’47, la Gran
Bretagna accettò di riconoscere l’indipendenza
indiana, vennero costituiti due stati autonomi,
l’India a maggioranza induista e il Pakistan a
maggioranza mussulmana.           Gli effetti della
divisione furono drammatici. L’esodo incrociato
di 6 milioni di indù e 8 milioni di mussulmani da
un Paese all’altro provocò scontri sanguinosi e lo
stesso Gandhi cadde vittima di un attentato di un
fanatico indù, convinto che il Mahatma avesse
acconsentito alla spartizione del Paese         (alla
quale in realtà egli si era opposto fino all’ultimo).
Dopo la sua morte, la guida del movimento non violento
indiano fu presa dal suo erede spirituale Vinoba Bhave.
Tuttavia, raggiunta l’indipendenza, l’India seguì un percorso
ben diverso da quello che avrebbe sperato Gandhi. Dal 1948
fino al 1964 la politica indiana fu diretta da Jawaharlal Nehru e
sostenuta dal Partito del congresso, che raggruppava l’alta
borghesia e la nuova classe media indiana formata da
professionisti, commercianti, tecnici d’industria, funzionari di
governo. Tutti uomini che avevano fatto la loro esperienza con
gli Inglesi, ma che avevano maturato la loro coscienza nelle
lotte per l’indipendenza e l’unificazione del paese.
(All’opposizione c’era il partito comunista). Nehru realizzò
importanti riforme: fu eliminato il sistema sociale delle caste,
venne potenziata l’agricoltura e furono approvati piani di
sviluppo quinquennali, con una divisione dell’economia in due
settori, uno pubblico e uno privato. Ma tutti questi sforzi
impegnativi e costosi si scontrarono con gravi difficoltà, come
la profonda arretratezza del Paese e il pauroso aumento della
popolazione.
ALBERTO MORAVIA:
                 LA DISUBBIDIENZA
Dopo la Seconda guerra mondiale si è notevolmente estesa la “cultura
dell’impegno”, che ha portato alla nascita di una classe di intellettuali
impegnata. Essi hanno fatto del rinnovamento della coscienza civile e
della lotta ideologica il punto di base della loro opera letteraria. In
particolare, in Italia, l’impegno neorealistico ha fortemente contribuito
alla nascita di un modello intellettuale, che ha fatto della letteratura
uno strumento per indagare sul reale e cercare di migliorarlo. Tra
coloro che hanno indagato in maniera profonda la realtà, spicca il
nome di Alberto Moravia; sperimentatore del male di vivere, analizza
il disagio del popolo e il degrado della “classe borghese”. Moravia fa
parte di una schiera di poeti che appartengono al Neorealismo,
narrativa sorta nel 1926, che descrive gli ambienti borghesi e
provinciali. Potrebbe sembrare un ritorno al Verismo, ma in
quest’ultimo c’era un’accettazione rassegnata della condizione umana
e un carattere nostalgico che non si trovava nel Neorealismo.
Scrittore eminentemente borghese per estrazione sociale, mentalità e
formazione, Moravia non nutre alcuna fiducia ideologica nei valori
della sua classe; la sua moralità e il suo realismo sono fondati, infatti,
solo nella razionalità dell’analisi critica da lui compiuta.
La guerra parve rinnovare Moravia, la sua narrativa negli anni del
dopoguerra sembrò aderire ai temi neorealistici. E in un certo senso
lo fu per l’allargarsi della tematica anche a temi sociali e a condizioni
di vita estranee a quella borghese: i Racconti romani (pubblicati su
giornali e raccolti in volume nel ’54) estesero il campo della sua
attenzione a un popolo di artigiani e proletari, mentre lo scavo
psicologico nel mondo borghese continuava in romanzi brevi come La
disubbidienza (1948), L’amore coniugale (1949). Del Neorealismo
vennero sicuramente adottati alcuni contenuti, ma non l’estraneità
morale al Decadentismo, tematica di nuovo evidente - già dal titolo -
nel romanzo La noia (1960).
“La disubbidienza” si può iscrivere nella serie di quei racconti e romanzi, che ebbero molto
successo nel dopoguerra, nei quali l’autore analizza l’alienazione che scuote e turba il
borghese proiettandolo nella rinuncia e nella negazione.
Il protagonista del racconto, intuisce che il nesso che lega l’uomo al mondo, oltre che
sintetizzarsi nell’impulso sessuale, si concreta nella ricchezza. Un rapporto chiaro, pulito e
vitale col mondo non potrà sussistere se non al di là di un rifiuto del possesso nei termini
di ricchezza e denaro. Luca era stato educato dai genitori, a credere in quei valori; Moravia
infatti lo descrive mentre prega, per una consuetudine avviata dai genitori, davanti ad una
cassaforte, mascherata da immagine sacra. Una notte, però, il giovane scopre i genitori che
aprono la cassaforte per un consuntivo delle loro ricchezze. Questa scoperta rappresenta
per lui, nella sua travagliata crisi di apertura verso il mondo e la vita, un motivo essenziale
per odiare la sua condizione. Di conseguenza s’incrina la stima e l’affetto per il padre e la
madre. Anche il mondo diventa ai suoi occhi corrotto: alterato proprio da quella relazione
possesso-denaro trasmessa dai genitori e che lui stesso precedentemente aveva creduto
giusta. Luca allora, col senso funebre “di essere una specie di animale inadatto alla vita che
si rintana per morire in pace” inizia la sua rivolta. Una disubbidienza diretta verso le
abitudini della sua infanzia, gli affetti, le comodità e gli agi che il suo stato benestante gli
procuravano.
Il suo progetto di ribellione viene attuato in diversi modi, ma sempre sistematicamente.
Dal principio attraverso una rinuncia fisica, con un torpore favorito nelle ore di studio per
sabotare così la preparazione scolastica. Poi con una specie di gioco o “esercizio di
distrazione” che consiste nel leggere e scrivere meccanicamente, cercando nello stesso
tempo di rendersi esterno alle cose che scrive o legge. Infine il suo gioco d’estraniamento
si concentra sulla rinuncia alla proprietà: gli oggetti e i doni a cui è affezionato vengono
alienati, Luca infatti riteneva che disfarsi di essi l’avrebbe reso libero. L’album di
francobolli, i suoi libri, i soldi accumulati dietro consiglio del padre, sono rifiutati così
come viene rifiutato ogni cibo appetitoso, e in genere il cibo stesso, per una volontà
profonda di abbandono. Ciò che Luca rifiuta è la vita, se essa consiste nell’adorazione dei
feticci borghesi.
Una lunga malattia del ragazzo, in seguito alla “disubbidienza”, coincide con la scoperta del sesso,
ma il rapporto consumato con la sua infermiera invece di restituirgli gioia e carica, fa riaffiorare la
crisi del rapporto di Luca con la realtà.
In Breve Autobiografia letteraria, Moravia parla di quest’opera legandola strettamente al romanzo
Agostino. Quest’ultimo, racconta l’autore, era uscito a Roma in un’edizione di poche copie nel 1943,
mentre si nascondeva al fronte. Nel 1945 fu ripubblicato e vinse il premio del Corriere Lombardo, il
primo premio dopo la caduta del fascismo. Poco dopo scrisse La disubbidienza che ne sembrava la
continuazione: Agostino aveva nove anni, Luca quattordici. In quest’ultimo, però, l’atmosfera
esistenzialista era ancora più marcata che nel precedente. “E’ la storia - dice l’autore - di un rifiuto
totale, descrive una crisi di rigetto privato e individuale non tanto diversa da quella, pubblica e
collettiva, della contestazione del 1968. A questo proposito vorrei dire che il tema della rivolta
corre per tutta la mia opera a partire da Gli indifferenti. Probabilmente anche la mia simpatia
letteraria per i personaggi femminili si deve in parte alla preferenza per questo tema: storicamente
emarginata, la donna è spesso in rivolta”.
Negli anni Sessanta Moravia tenta di affrontare il tema dell’alienazione descrivendo il
disadattamento alla realtà di un pittore fallito,. Ne La Noia l’autore descrive la condizione
inautentica dell’uomo di fronte all’assurdo di una dimensione spirituale in cui non riesce ad
identificarsi. Il protagonista scopre i limiti esistenziali di una vita continuamente in opposizione
alla storia, un atteggiamento tipico dell’uomo che, uscito dal fascismo, è stato aggredito da un
sistema sociale altrettanto alienante come quello del neocapitalismo. La figura di Dino esemplifica
dunque lo stato di inadeguatezza dell’uomo che nella noia avverte il suo distacco dalla realtà.
L’inizio del nuovo decennio segnò anche una svolta nella produzione e nell’impegno culturale di
Moravia. Il romanzo, come forma espressiva tradizionale, era messo in crisi dal nascere delle nuove
avanguardie. In un convegno tenutosi a Palermo, il Gruppo 63 entrò in polemica con Moravia che,
molto sensibile a queste tensioni letterarie, rivide il suo lavoro e iniziò la composizione di
L’attenzione, che si configura come “romanzo nel romanzo”. Il libro uscì nel 1965, dopo i viaggi
all’estero e le molte corrispondenze giornalistiche, confluite nei volumi Un’idea dell’India (1962) e
BIBLIOGRAFIA

BIBLIOGRAFIA
- PANDINI G., Invito alla lettura di Moravia, Mursia, Milano 1987.
- BENUSSI C. (a cura di), Il punto su: Moravia, Laterza, Roma-Bari 1987.
- GUGLIELMINO/GROSSER Il sistema letterario – Novecento, Principato,
Milano 1989
- DE ROSA G., Età contemporanea, Minerva Italica, Bergamo 1991.
- DE LUNA G.-MERIGGI M.-TARPINO A., La scena del tempo. Voci, volti e
immagini della storia, III vol., Paravia (Mondadori), Milano 2003.
- GANDHI M., Una Grande Anima, Demetra, Verona 2000.
- PAMPALONI G. (a cura di), Alberto Moravia. Opere, 1927-1947, I vol.,
Bompiani, Milano 1986.
- SICLIANO E. (a cura di), Alberto Moravia. Opere, 1948-1968, II vol.,
Bompiani, Milano 1986.
- HISTOIRE ET INSTITUTIONS
- LE GRANDI OPERE IN CD-ROM Enciclopedia del Novecento, video,
fatti e personaggi, Gruppo Editioriale L’Espresso S.p.A., 2003
- THE MONDAY GROUP, A LINGIN PAGEANT. 1000 YEARS OF
LITERATURE IN ENGLISH, ed. Ferrara, Napoli, 1989.
JACK KEROUAC, POESIE BEAT, a cura di C.A. Corsi, Grandi tascabili
Economici Newton, Roma, 1997.
- www.cronologia.it
- Codice Civile
- Legge 300/70

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Tesina 2009

  • 1.
  • 2. esame di stato guida prof.Luca Gervasutti
  • 3.
  • 4. le prove scritte La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno 2010 alle 8.30
  • 5. le prove scritte La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno 2010 alle 8.30 La seconda prova scritta si svolgerà mercoledì 23 giugno alle 8.30
  • 6. le prove scritte La prima prova scritta (Italiano) si svolgerà martedì 22 giugno 2010 alle 8.30 Tipologie: - Analisi del testo - Articolo di giornale o saggio breve - Tema di ordine storico - Tema di ordine generale La seconda prova scritta si svolgerà mercoledì 23 giugno alle 8.30 La terza prova scritta (quesiti multidisciplinari a risposta multipla) si svolgerà venerdì 25 giugno con orario stabilito dalle commissioni I quesiti potranno essere in numero non inferiore a 30 e non superiore a 40 e riguarderanno 5 discipline
  • 7.
  • 8. la prova orale Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28 giugno 2010 I colloqui si svolgeranno al mattino Saranno esaminati cinque candidati al giorno, sabato incluso La durata del colloquio è, orientativamente, di 50 minuti
  • 9. la prova orale Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28 giugno 2010 I colloqui si svolgeranno al mattino Saranno esaminati cinque candidati al giorno, sabato incluso La durata del colloquio è, orientativamente, di 50 minuti Il colloquio è costituito da 3 fasi:
  • 10. la prova orale Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28 giugno 2010 I colloqui si svolgeranno al mattino Saranno esaminati cinque candidati al giorno, sabato incluso La durata del colloquio è, orientativamente, di 50 minuti Il colloquio è costituito da 3 fasi: 1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti)
  • 11. la prova orale Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28 giugno 2010 I colloqui si svolgeranno al mattino Saranno esaminati cinque candidati al giorno, sabato incluso La durata del colloquio è, orientativamente, di 50 minuti Il colloquio è costituito da 3 fasi: 1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti) 2) Domande sulle materie d’esame (30 minuti)
  • 12. la prova orale Le prove orali inizieranno a partire da lunedì 28 giugno 2010 I colloqui si svolgeranno al mattino Saranno esaminati cinque candidati al giorno, sabato incluso La durata del colloquio è, orientativamente, di 50 minuti Il colloquio è costituito da 3 fasi: 1) Esposizione della Tesina (10-15 minuti) 2) Domande sulle materie d’esame (30 minuti) 3) Discussione sulle prove scritte (5 minuti)
  • 13.
  • 14. cos’è la tesina? La normativa ministeriale afferma che “agli Esami di Stato l'avvio del colloquio può essere attuato mediante la discussione di un percorso di approfondimento interdisciplinare o pluridisciplinare (la cosiddetta tesina) o di altro lavoro, presentato anche in forma multimediale, preparato dallo studente, durante l'anno scolastico, anche con l'ausilio dei docenti della classe”. L’argomento è lasciato alla scelta del candidato, che può scegliere anche la disciplina dalla quale iniziare la ricerca e il numero di materie da coinvolgere nei
  • 15.
  • 16. finalità della tesina Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato due competenze (abilità trasversali): - la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse, associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati - la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame
  • 17. finalità della tesina Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato due competenze (abilità trasversali): - la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse, associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati - la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame I due processi dell’analisi e della sintesi devono essere equilibrati tra loro. La sola capacità analitica, infatti, mette in grado di esaminare fin nei dettagli e nelle sfumature ciò che si prende in esame, col rischio però di rimanere a una visione frammentaria e parziale delle cose. La capacità di sintesi, viceversa, non equilibrata con quella analitica, può portare ad associare in modo rapido e brillante i concetti tra loro, giungendo velocemente ad una visione dei problemi globale ma superficiale, perché si trascurano particolari importanti.
  • 18. finalità della tesina Nell’elaborazione di una tesina uno studente deve dimostrare di aver sviluppato due competenze (abilità trasversali): - la capacità di sintesi : ovvero saper riassumere il contenuto di fonti diverse, associando i concetti tra loro per fornire una visione globale dei temi affrontati - la capacità di analisi: ovvero saper sviscerare in profondità i temi in esame I due processi dell’analisi e della sintesi devono essere equilibrati tra loro. La sola capacità analitica, infatti, mette in grado di esaminare fin nei dettagli e nelle sfumature ciò che si prende in esame, col rischio però di rimanere a una visione frammentaria e parziale delle cose. La capacità di sintesi, viceversa, non equilibrata con quella analitica, può portare ad associare in modo rapido e brillante i concetti tra loro, giungendo velocemente ad una visione dei problemi globale ma superficiale, perché si trascurano particolari importanti. Un Percorso logico e ben costruito assicura all'allievo non solo un buon inizio, ma rappresenta il momento in cui dimostrare di saper fare oltre che di sapere
  • 19.
  • 20. TIPOLOGIE Ci sono due tipologie di tesine: Tesina interdisciplinare: dimostrare di saper integrare conoscenze e competenze afferenti discipline diverse Tesina multidisciplinare: dimostrare di saper condurre una ricerca creando semplici collegamenti tra vari argomenti che non hanno relazioni tra loro.
  • 22. le fasi del lavoro 1) Elaborazione di una mappa concettuale per definire l'ordine gerarchico tra i vari contenuti. La mappa concettuale costituisce il primo passo della progettazione di una tesina. Essa ha una duplice funzione: quella di strumento col quale organizzare e rappresentare la rete delle informazioni (concetti e relativi legami), e quella di piano di lavoro, per la costruzione della tesina. Così come una mappa geografica serve per orientarsi in un territorio, una mappa concettuale è uno strumento per interpretare, rielaborare e trasmettere conoscenze, informazioni e dati, visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i legami che essi stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del ragionamento. Possiamo, perciò, affermare che una mappa concettuale è la rappresentazione grafica di concetti espressi sinteticamente (parole - concetto) collegati fra loro da linee (frecce). http://cmap.ihmc.us/download/index.php
  • 23.
  • 24. 2) Divisione del testo in capitoli e, possibilmente, dei capitoli in paragrafi Si tratta di indicatori di contenuto utili per chi legge perché facilitano il compito di comprendere la funzione delle varie parti e consentono, anche ad una rapida occhiata, di capire come si sviluppano le proprie tesi.
  • 25. 2) Divisione del testo in capitoli e, possibilmente, dei capitoli in paragrafi Si tratta di indicatori di contenuto utili per chi legge perché facilitano il compito di comprendere la funzione delle varie parti e consentono, anche ad una rapida occhiata, di capire come si sviluppano le proprie tesi. 3) Le fonti E’ importante citare in modo evidente (in corsivo o tra virgolette) i brani degli autori letti, che sembrano significativi per il tuo lavoro e che aiutano a suffragare la tua tesi. Inserire al fondo del lavoro una bibliografia completa delle opere consultate, con i riferimenti per risalire al testo citato: autore, titolo, luogo di edizione e casa editrice, anno di pubblicazione e se possibile pagina da cui è tratta la citazione.
  • 26.
  • 27. 4) Editing: lavoro di revisione del testo. Una volta conclusa la stesura, rileggere il testo e valutarlo dai seguenti punti di vista: a) ortografia e sintassi; b) coerenza complessiva; c) peso (in termini di numero di pagine) delle varie parti del testo: si deve fare in modo che il contenuto non sia troppo squilibrato o che si diffonda solo su una parte del tema a discapito delle altre.
  • 29. Alcune proposte La Borsa (Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento del prestito)
  • 30. Alcune proposte La Borsa (Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento del prestito) Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer (Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica)
  • 31. Alcune proposte La Borsa (Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento del prestito) Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer (Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica) Il disagio giovanile negli anni 60 (Storia: Kennedy e la guerra fredda, Cuba, il Vietnam, la Cina di Mao Tse-tung, la “Primavera di Praga”, il ’68. ITALIANO: La vita interiore, di Alberto Moravia. INGLESE: Jack Kerouac, padre della “Beat Generation”)
  • 32. Alcune proposte La Borsa (Origini, Disciplina giuridica, I principali mercati della Borsa Italiana, Titoli quotati, Strumenti derivati, Gli indici di borsa, Le Borse estere, Le grandi piazze finanziarie, Nuovo Mercato e New Economy, Trading online, Crisi del 1929, La ripresa economica dopo il primo dopoguerra, Il boom economico statunitense, Il boom diventa crisi, Roosvelt e il "New Deal", Il nuovo ruolo dello Stato nell'economia, TITOLI PRIVATI, Azioni, Diritti e obblighi delle azioni, Speciali categorie di azioni, Obbligazioni, Modalità del prestito obligazionario, l'organizzazione degli obligazionisti, Natura giuridica dei titoli azionari, Bot, Ctz, Btp, Cct, Titoli di debito pubblico varie classificazioni, Sistemi e modalità di emissione, Conversione dei prestiti, Ammortamento del prestito) Dalla fine della Guerra fredda alla società dei computer (Situazione internazionale agli inizi degli anni ’60, Il ruolo della Chiesa nelle relazioni internazionali, La guerra del Vietnam, La crisi cubana, Il ‘68: anno di svolta, La caduta del muro di Berlino, Dalla crisi generale degli anni ’60 alla rivoluzione informatica) Il disagio giovanile negli anni 60 (Storia: Kennedy e la guerra fredda, Cuba, il Vietnam, la Cina di Mao Tse-tung, la “Primavera di Praga”, il ’68. ITALIANO: La vita interiore, di Alberto Moravia. INGLESE: Jack Kerouac, padre della “Beat Generation”) Il ruolo dei mass-media (Materie trattate: Storia , diritto, inglese, informatica, italiano: Propaganda fascista come mezzo manipolatore, libertà di espressione nella costituzione, l'informazione in Gran Bretagna, l'evoluzione della comunicazione e l'e-mail).
  • 33.
  • 34. Internet e la New Economy (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials problems, New-economy, commercio elettronico).
  • 35. Internet e la New Economy (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials problems, New-economy, commercio elettronico). L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società (Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente)
  • 36. Internet e la New Economy (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials problems, New-economy, commercio elettronico). L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società (Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente) Rivoluzionari e ribelli (Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione universale dei diritti umani, futurismo)
  • 37. Internet e la New Economy (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials problems, New-economy, commercio elettronico). L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società (Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente) Rivoluzionari e ribelli (Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione universale dei diritti umani, futurismo) Stato e finanza (Letteratura e industria, la seconda guerra mondiale, il colonialismo, ecologia, multinazionali, bilancio d'impresa, stato, governo, ministri, parlamento)
  • 38. Internet e la New Economy (Cos'è internet, la storia, come funziona, il collegamento, gli strumenti, lo sviluppo, accesso alla rete, sicurezza, gli strumenti di pagamento, giurisdizione e tassazione, logistica, privacy, socials problems, New-economy, commercio elettronico). L'avvento della tecnologia e le sue conseguenze sulla società (Gli anni venti e la grande crisi, Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo economico, La crisi del 1929, Il futurismo, Conseguenze dell’avvento della tecnologia nei paesi sottosviluppati, Divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo, Sottosviluppo, Sviluppo e ambiente, I danni ambientali e le loro cause,Uno sviluppo sostenibile, Impresa e territorio: una convivenza problematica, La politica ambientale; il diritto dell’ambiente) Rivoluzionari e ribelli (Creatività, Jack Kerouac, rivoluzione d'ottobre, poeti maledetti, Marx, metamorfosi, dichiarazione universale dei diritti umani, futurismo) Stato e finanza (Letteratura e industria, la seconda guerra mondiale, il colonialismo, ecologia, multinazionali, bilancio d'impresa, stato, governo, ministri, parlamento) La moltiplicazione del consumo (Pop art, il 68, letteratura postmoderna, Andy Warhol, pubblicità occulta)
  • 39.
  • 40. - Il movimento delle donne nel '900 - Lo sguardo femminile su ideologie e società -  Genio e follia -  La sensibilità artistica e il concetto dell'arte -  Il Tempo e lo Spazio nel 900 -  L'alienazione -  La vita, la morte, il male di vivere -  La maschera, da Pirandello alle chat-line -  Emigrazione e immigrazione - Il postmoderno  - Il totalitarismo - Intellettuali e società - Tolleranza e intolleranza - Il pensiero utopico -  Il Superuomo
  • 41.
  • 42. - Il mito americano - La scoperta dell'io e dell'inconscio nel corso del '900 - L'uomo e la rivoluzione industriale - La terza rivoluzione industriale - Ungaretti e il primo dopoguerra - Il movimento hippie - L'indifferenza - La contestazione negli anni 60/70 - Gli anni '70 - I conflitti tra generazioni - Gandhi e il movimento nonviolento - La felicità - La società italiana nel secondo dopoguerra - Il nichilismo - Il viaggio
  • 43.
  • 44. LA COPERTINA ipsscart “Bonaldo Stringher” - Udine ESAME DI STATO 2007/2008 LA CONTESTAZIONE GIOVANILE AUTORE: NOME E COGNOME CLASSE: QUINTA RISTORAZIONE
  • 45.
  • 46. premessa Sono passati quarant’anni dal fatidico Sessantotto, e ancora si discute se fu inutile utopia o necessario prodromo di una possibile rivoluzione. Se per alcuni sono stati anni “formidabili” che hanno favorito la grande stagione dei diritti civili, per altri avrebbero addirittura contenuto i germi del terrorismo e del dilagare della droga. In questo lavoro di natura interdisciplinare, che coinvolge l’Italiano, la Storia, il Francese, l’Inglese e il Diritto, ho cercato di mettere in luce alcuni aspetti storico-politici che l’hanno provocato, cercando di descrivere il disagio della generazione che ne fu protagonista e di analizzare come alcuni autori si ponessero di fronte alle contraddizioni della loro società. Figure come Moravia, Gandhi e il movimento della Beat Generation possono infatti rappresentare i diversi modi di approcciare e contestare la realtà contemporanea.
  • 47.
  • 48. INDICE INDICE Mappa concettuale pag. 2 Il contesto culturale pag. 3 Storia – Lo scenario mondiale pag. 4 La guerra fredda La guerra del Vietnam - La Cina - La primavera di Praga La contestazione pag. 5 La non violenza di Gandhi come forma di protesta pag. 7 Italiano – Alberto Moravia: La disubbidienza pag. 8 Francese - La crise de mai 1968 en France pag. 10 Inglese - The Beat Generation, Jack Kerouac and “On the Road” pag. 11 Diritto - Lo Statuto dei lavoratori pag. 12 - Diritti e doveri dei lavoratori pag. 16 Bibliografia pag. 19
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  • 52.
  • 53. IL CONTESTO CULTURALE Dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni ‘60 la cultura è stata fortemente influenzata da fenomeni di costume che ne hanno caratterizzato le svolte nei vari settori, dal letterario al musicale, al figurativo, al teatrale. Alla base di questi fenomeni possiamo individuare una tendenza generale: la contestazione. La cultura della contestazione ha interessato soprattutto il mondo giovanile, manifestandosi sia in America sia in Europa con atteggiamenti ribellistici, provocatori, anticonformistici e trasgressivi. All’origine della rabbia giovanile stava la contestazione del sistema borghese capitalistico, l’ansia per un futuro su cui pesava il pericolo di una guerra atomica e il violento scontro generazionale. Essi rifiutavano la loro società, accusata di appiattire l’uomo dequalificare l’intellettuale e mercificare tutto, anche l’arte e il pensiero. Un fenomeno europeo di protesta giovanile è stato quello dei “giovani arrabbiati” (Angry Young Men). Nasceva nel 1957 in Inghilterra ed era animato da uno spirito trasgressivo nei confronti della morale tradizionale e del conservatorismo della società inglese. Attraverso la drammaturgia e la narrativa, questi giovani aggredivano il reale, presentandolo nella sua forma più bassa e frustrante usando un linguaggio basato sullo "slang", in altre parole termini gergali e dialettali. Un similare fenomeno di protesta socio-esistenziale, è stato quello della “Beat Generation”, sviluppatosi in America fra la metà degli anni ‘50 e ‘60, con forti concentrazioni a San Francisco e a New York; in esso interagiscono fattori psicologici, di costume e di moda, e prese di posizioni morali, intellettuali e artistiche. La società americana di questo periodo, è percorsa da mille contraddizioni che finiscono per bloccarla in un immobilismo senza avvenire e senza speranza. Infatti, da un verso gli USA, che hanno combattuto in difesa della democrazia contro le barbarie naziste, sono considerati da molti il simbolo della libertà e della giustizia; dall’altro vivono sotto l’incubo della guerra fredda, costantemente minacciati dal rischio di un conflitto nucleare.
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  • 55. Inoltre, la paura del comunismo scatena una vera e propria persecuzione nei confronti di tutti coloro, in particolare intellettuali ed artisti, che hanno manifestato o manifestano simpatie per la sinistra (la cosiddetta “caccia alle streghe” orchestrata dal senatore McCarthy). Tutto ciò crea un clima pesante, che fa vacillare l’immagine del paese, da sempre considerato la culla della libertà. Sul piano dei costumi, per un verso si assiste al dilagare del consumismo, nel quale sembra essersi incarnata la promessa di felicità, garantita dal primo articolo della Costituzione, per altro persistono modelli di vita conformistici che bandiscono, come attività pericolose e immorali, il ballo, le relazioni sessuali e le corse in motocicletta. I giovani della Beat Generation non si riconoscono in questo tipo di società ed esprimono il loro rifiuto con un atteggiamento nel quale confluiscono spinte diverse: ribellione, manifestata attraverso la scelta di una esistenza vagabonda sulle strade e sui treni d’America e attraverso la libertà sessuale, voglia di una vita sfrenata e senza regole, esigenza di autenticità e onestà in qualsiasi tipo di rapporto, vita comunitaria, ecc.. Dietro i loro atteggiamenti provocatori non c’era la volontà ideologica di cambiare il sociale, ma solo il distacco e la fuga dei modelli societari. A tutto ciò essi reagivano con “l’assenza”, una particolare categoria dello spirito, in cui coesistevano la fuga, il viaggio e il nomadismo. I beatnik, come essi amavano definirsi, basavano, inoltre, la loro esistenza su una socialità e moralità naturali, non regolate da leggi e su una assoluta onestà e franchezza; sono pacifisti, non hanno alcun interesse per il denaro fanno uso di droghe e amano la musica jazz.
  • 56.
  • 57. Tutti questi atteggiamenti, trovavano proprio piena espressione nel termine BEAT, che ha in inglese il significato di “battuto” e al tempo stesso di “beato”. Vuole, cioè, esprimere da un lato il rifiuto volontario di una società, nei confronti della quale ci si sente necessariamente sconfitti e dall’altro la felicità che da questo atteggiamento ne deriva. La protesta beat investiva in primo piano il comportamento e l’abbigliamento. Il linguaggio era aperto e libero, non privo di termini volutamente osceni. L’abbigliamento era dichiaratamente anticonvenzionale, (jeans e maglioni, scarpe da tennis o di corda, occhiali scuri e medaglioni intorno al collo, pendagli; la capigliatura tendeva a coprire le orecchie). Venivano costruite discoteche e luoghi di ritrovo beat. Il sospetto e il rifiuto, di fronte a una civiltà impregnata di razionalismo, sfociava nell’interesse per le filosofie mistiche orientali, soprattutto per il buddismo zen. Il punto di partenza della riflessione Buddista è la constatazione che nel mondo la vita è dolore. L’esistenza del mondo è spiegata come una relazione di cause: non esiste una divinità creatrice. All’origine della sofferenza vi sono le passioni e il desiderio. Per raggiungere il Nirvana è quindi necessario rendersi conto di tutto ciò ed eliminare ogni legame causale. Lo Zen rappresenta un ramo del Buddismo e la sua dottrina filosofica consiste nella constatazione, che le cose di cui l’uomo fa esperienza non possono essere classificate; il mondo deve, dunque, essere colto nella sua essenza, in uno stato di “non mente” che lasci scorrere i pensieri senza conservane traccia, quindi, limitandosi a cogliere con distacco le forme della realtà esterna. L’autore di quella che può essere definita la bibbia dei beatnik, è Jack Kerouac; con il romanzo “On the road” (Sulla strada) pubblicato nel 1957, racconta il vagabondare attraverso l’America del Nord di tre personaggi; un viaggio compiuto con i mezzi più disparati, ricercando tutti i piaceri che la vita può dar loro, da quelli intellettuali alle visioni stimolate dall’alcool e dalla droga, alle eccitazioni provocate dalla velocità nella guida e alle esperienze sessuali volte a colmare un profondo bisogno di affetto.
  • 58. Tutti questi atteggiamenti, trovavano proprio piena espressione nel termine BEAT, che ha in inglese il significato di “battuto” e al tempo stesso di “beato”. Vuole, cioè, esprimere da un lato il rifiuto volontario di una società, nei confronti della quale ci si sente necessariamente sconfitti e dall’altro la felicità che da questo atteggiamento ne deriva. La protesta beat investiva in primo piano il comportamento e l’abbigliamento. Il linguaggio era aperto e libero, non privo di termini volutamente osceni. L’abbigliamento era dichiaratamente anticonvenzionale, (jeans e maglioni, scarpe da tennis o di corda, occhiali scuri e medaglioni intorno al collo, pendagli; la capigliatura tendeva a coprire le orecchie). Venivano costruite discoteche e luoghi di ritrovo beat. Il sospetto e il rifiuto, di fronte a una civiltà impregnata di razionalismo, sfociava nell’interesse per le filosofie mistiche orientali, soprattutto per il buddismo zen. Il punto di partenza della riflessione Buddista è la constatazione che nel mondo la vita è dolore. L’esistenza del mondo è spiegata come una relazione di cause: non esiste una divinità creatrice. All’origine della sofferenza vi sono le passioni e il desiderio. Per raggiungere il Nirvana è quindi necessario rendersi conto di tutto ciò ed eliminare ogni legame causale. Lo Zen rappresenta un ramo del Buddismo e la sua dottrina filosofica consiste nella constatazione, che le cose di cui l’uomo fa esperienza non possono essere classificate; il mondo deve, dunque, essere colto nella sua essenza, in uno stato di “non mente” che lasci scorrere i pensieri senza conservane traccia, quindi, limitandosi a cogliere con distacco le forme della realtà esterna. L’autore di quella che può essere definita la bibbia dei beatnik, è Jack Kerouac; con il romanzo “On the road” (Sulla strada) pubblicato nel 1957, racconta il vagabondare attraverso l’America del Nord di tre personaggi; un viaggio compiuto con i mezzi più disparati, ricercando tutti i piaceri che la vita può dar loro, da quelli intellettuali alle visioni stimolate dall’alcool e dalla droga, alle eccitazioni provocate dalla velocità nella guida e alle esperienze sessuali volte a colmare un profondo bisogno di affetto.
  • 59.
  • 60. LO SCENARIO MONDIALE Generalmente, nei paesi occidentali quel periodo è spesso ricordato come un decennio felice, un momento di grande sviluppo economico, civile e di grandi ideali. Sulla scena internazionale, gli anni sessanta furono dominati dalla consolidata coesistenza tra gli USA e l’UNIONE SOVIETICA, la quale generò il cosiddetto “equilibrio del terrore”, poiché tale condizione si fondava sulla consapevolezza da una parte e dall’altra, di non poter prevalere sull’avversario, senza mettere a repentaglio la propria sopravvivenza e quella dell’umanità, e sull’equilibrio degli armamenti nucleari. Numerosi, si rivelano, gli eventi importanti che caratterizzarono questo decennio, dalle vicende dei Kennedy alla guerra del Vietnam, alle rivolte giovanili e operaie del ’68. Nel giugno del ’61, a Vienna, ci fu il primo incontro tra Kennedy e Krusciov, che non ebbe tuttavia gli esiti sperati; infatti, gli USA riconfermarono il loro appoggio a Berlino Ovest e i sovietici in risposta alzarono il “muro di Berlino” per evitare fughe dall’una all’altra parte. Ma in questo periodo il momento più drammatico si ebbe in America Latina, quando Kennedy tentò di reprimere il regime socialista di Cuba, appoggiando vari gruppi di esuli anticastristi; questo tentativo si attuò nel ’61 nella “Baia dei Porci”, ma si risolse, comunque, in un fallimento. In risposta l’Unione Sovietica installò, nella stessa Cuba, delle basi di lancio per missili nucleari. Il mondo intero per quattro giorni visse sull’orlo di una nuova guerra mondiale. Di fronte a questa minaccia, Krusciov ritirò gli incrociatori, dopo aver ottenuto l’assicurazione che Cuba non sarebbe stata invasa dagli USA. Nonostante la sfida lanciata da Krusciov verso i paesi capitalistici, il leader sovietico venne smentito dall’andamento negativo dell’economia del suo paese e fu dimesso. Krusciov venne sostituito nel ’64 da Leonid Breznev (che bloccò il processo di “destalinizzazione”). Poco tempo dopo, scomparve anche l’altro importante protagonista di quegli anni: Kennedy, che fu assassinato nel Texas a Dallas; stessa sorte toccò al fratello R. Kennedy e al pastore di colore Martin Luther King (leader del movimento anti-segregazionalista). Il successore di Kennedy,
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  • 62. Guerra del Vietnan In base agli accordi di Ginevra (’54), il Vietnam era diviso in due repubbliche, nord comunista e sud semidittatoriale appoggiato dagli USA, che cercava di sminuire l’influenza francese in Vietnam. Questo scontro, che si protrasse per oltre 10 anni, tra il ‘64-’75, rappresenta il momento di scontro più acuto tra USA e mondo comunista. La situazione politica del Vietnam del sud suscitò forti movimenti di guerriglie (Vietcong), guidate da comunisti e sostenute dal Vietnam del nord. Gli USA, preoccupati da un’Indocina completamente comunista, decisero di intervenire. Nel 65’ iniziarono i bombardamenti contro il Vietnam del Nord e nonostante la consistenza delle truppe americane, queste ultime non riuscirono a predominare, anche perché i Vietcong godevano dell’appoggio delle masse contadine della Cina e della Russia. L’opinione pubblica dipingerà questo conflitto come “la sporca guerra”, non coerente con la tradizione democratica degli USA. Ciò provocò centinaia di manifestazioni, cortei, proteste, sit-in, e mobilitò, soprattutto, le giovani generazioni.
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  • 64. La Cina Altro importante evento di quegli anni, che veniva delineandosi, fu il contrasto, sempre più grave, tra le due maggiori potenze comuniste: URSS e CINA (mentre l’Urss voleva mantenere l’ordine mondiale “Bipolare” e voleva conservare il ruolo di stato guida del mondo comunista, la Cina di Mao-Tse-Tung, contestava gli equilibri internazionali e voleva proporsi come guida per i paesi in via di sviluppo nella lotta all’imperialismo). Tra le due nazioni nacquero diversi contrasti anche di ordine economico e furono addirittura ridiscussi i loro confini. Mao mise in atto una forma di lotta inedita per un regime comunista: mobilitò la generazione degli studenti contro le classi dirigenti accusandole di voler costituire una nuova via capitalistica. Iniziò così tra il ’66 e il ’68, la cosiddetta “rivoluzione culturale”, ovvero una rivolta giovanile, apparentemente spontanea, ma, in realtà, orchestrata dall’alto. Con le guardie rosse attraverso contestazioni e proteste si determinò il cambiamento della società e della mentalità collettiva. Dopo aver raggiunto questo scopo Mao, mise un freno alla rivoluzione culturale e ristabilì “l’ordine”. Nel ’70 considerati ormai i pessimi rapporti con l’Urss, la Cina si avvicinò agli USA entrando a far parte dell’ONU. La primavera di Praga Anche all’interno del Blocco sovietico il ’68 fu un anno di crisi. In Cecoslovacchia, dove era in atto un processo di “liberalizzazione”, divenne segretario del partito Alexander Dubcek che ripristinò il diritto di parola, abolì la censura sulla stampa e riformò il partito per realizzare un “socialismo dal volto umano”. Questo nuovo corso, noto come “primavera di Praga”, fu visto con simpatia dal mondo occidentale, ma preoccupò Breznev, timoroso di ribellioni nei Paesi satelliti. Ordinò quindi alle truppe del patto di occupare Praga e Dubcek fu costretto ad abolire le riforme. L’inverno seguente fu comunque sostituito da uomini fedeli a Mosca: intellettuali, sindacalisti
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  • 66. IL ‘68 La fine di quel decennio passò alla storia come “il movimento dei giovani”, forse, il più teso di quegli anni: il ’68. Precisamente, quell’anno è passato alla storia come un periodo di violente rivoluzioni, manifestatesi in grandi movimenti di massa che hanno coinvolto gli studenti, gli operai e le donne. L’obiettivo comune era la lotta contro l’autoritarismo, l’ordine costituito e i valori dominanti. Negli studenti, la contestazione si traduceva nel rifiuto di una cultura verticistica e autoritaria, acritica e giudicata appartenente al passato; negli operai, si risolveva nell’opposizione allo sfruttamento operato dal potere padronale; nelle donne si esprimeva come ribellione ad una cultura e a un costume etico e sessuale prettamente maschilistico. Il fenomeno ebbe espressioni e manifestazioni eterogenee, toccò paesi geograficamente ed ideologicamente differenti tra loro e si estese in vari modi nel decennio successivo. Le prime manifestazioni si ebbero nel ’64 a Berkeley in California, con l’occupazione dell’Università. Gli studenti chiedevano di compartecipare ai metodi d’insegnamento e alla scelta dei contenuti, nonché di poter usufruire dell’ateneo come luogo per dibattere problemi sociali. Ben presto la contestazione sfociò nella battaglia contro la discriminazione razziale, nella difesa dei diritti civili e nel rifiuto della guerra del Vietnam. In Francia, il movimento studentesco aderiva fortemente alla tradizione culturale delle sinistre e nel maggio 68’ si trasformava in una vera e propria sollevazione contro il governo.
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  • 68. In Italia, la contestazione nasceva dal movimento studentesco ed era sancita dall’occupazione dell’Università di Torino nel novembre del ’67. Gli studenti, uniti in assemblee permanenti, contestavano il sistema universitario, in quanto portavoce di una cultura reazionaria e schiva del sistema borghese, inteso come gerarchico, burocratico e classista. Chiedevano di contro, una cultura basata sull’autogestione. Anche nel mondo cattolico nacque un fronte di dissenso. A simboleggiare questa spaccatura è stata la Comunità dell’Isolotto di Don Enzo Mazzi a Firenze; ma il cattolicesimo, soprattutto quello italiano , era stato scosso dagli scritti di don Luigi Milani, morto il 26 giugno 1967. E’ proprio con Lettere a una professoressa libro nato dall’esperienza della scuola di Barbiana, che mette in evidenza come la selezione scolastica colpisca soprattutto i poveri che, non potendo studiare, rimangono poveri. In fondo questo è uno dei motivi principali della contestazione, cioè che la scuola operava una selezione di classe e privilegiava i ricchi. La realtà che le autorità del tempo fingevano di ignorare è che nel ’68 solo il 75% degli iscritti arrivava alla licenza elementare, solo il 47% alla licenza media e solo il 38% proseguiva all’Università trovando, tra l’altro, strutture, programmi e metodi di gestione vecchi.
  • 69.
  • 70. Il movimento, intanto, si collegava alle lotte operaie e sindacali, esplodendo in manifestazioni di piazza e scontri con le forze armate, sino ad arrivare all’autunno caldo del ’69, caratterizzato dalla mobilitazione degli operai nelle fabbriche per il rinnovo dei contratti. Ci furono indubbiamente utopie generose, si suppose persino di poter riuscire a minare il sistema. La contestazione nell’Università di Sociologia a Trento fu tremendamente politicizzata dagli studenti che avevano dalla loro parte anche molti professori. Spiccano Antonio NEGRI, capo e ideologo di POTERE OPERAIO, e fra gli allievi CURCIO, il futuro capo e ideologo delle BRIGATE ROSSE. Alla Cattolica di Milano leader degli studenti fu Mario CAPANNA, il tribuno più ascoltato, sempre in prima fila e che subirà in seguito arresti, condanne e il carcere. Il sogno del ’68 si spezzò definitivamente il 12 dicembre del 1969 con l’attentato di piazza Fontana a Milano che aprì una stagione di ben più gravi, drammatiche e inquietanti violenze, portando l’Italia ad imboccare il tunnel del terrorismo, dello stragismo e dei misteri tuttora irrisolti. L’eredità del ’68, comunque, sulle future generazioni è stata diversa, perché ha portato in sé una serie di innovazioni: un costume più aperto, rapporti sociali più flessibili, una cultura più libera, più critica.
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  • 72. La donna acquistava maggiore consapevolezza del proprio ruolo nella società. Infatti, dopo le venate dell’estremismo femminista, otteneva la legalizzazione dell’aborto e un suo posto di lavoro, nei servizi sociali e nel campo familiare. In ogni modo, la totalità di questi eventi, provocò una vera e propria rivoluzione in tutti i campi della vita quotidiana. Innanzitutto, una componente fondamentale, del nuovo universo culturale, fu costituita dalla nascita della musica leggera. Ma più di ogni altra cosa, gli anni ’60 rappresentano l’età del consumismo, il cui tratto distintivo sta, non solo nella crescita globale dei consumi ma anche nella loro composizione; infatti i prodotti che venivano acquistati non erano solo i generi alimentari, ma l’abbigliamento, gli elettrodomestici, le automobili, ecc.. Questa crescita del commercio venne favorita dai messaggi pubblicitari, amplificati dai mezzi di comunicazione di massa. E’ questa la fase in cui comincia a diffondersi il più grande dei mezzi di comunicazione: la televisione. Il suo avvento ebbe effetti rivoluzionari in tutti i campi, offrendo la possibilità di mostrare le immagini di un evento in tempo reale. Essa portò lo spettacolo dentro le case creando nuove abitudini familiari e una nuova cultura di massa: una cultura in cui l’immagine tende a prevalere sulla parola scritta.
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  • 74. LA PROTESTA DI GANDHI Di fronte all’impossibilità di mantenere con la forza i possedimenti coloniali, l’atteggiamento della Gran Bretagna fu in generale più flessibile e pragmatico di quello francese in Indocina. Pur facendo uso in varie occasioni di violente misure di repressione, il governo inglese evitò infatti di impegnarsi in lunghe e costose guerre e finì per considerare inevitabile la conquista dell’indipendenza da parte delle colonie, purché queste accettassero di negoziare con Londra i modi e i tempi della loro emancipazione e di mantenere legami politici e soprattutto economici con la ex- madrepatria. Le vicende che portarono all’indipendenza dell’India, cuore dell’impero coloniale britannico, esprimono questo pragmatico equilibrio tra repressione e liberalismo. Paese interessato da un’enorme crescita demografica, l’India vantava anche significative risorse industriali - soprattutto nel settore tessile - che avevano consentito la formazione, nei principali centri urbani, di una moderna classe operaia organizzata in sindacati e di un vasto ceto impiegatizio. Al Partito del congresso, principale forza politica del nazionalismo indiano di orientamento moderato, si era aggiunta un’ala nazionalista radicale, guidata da Jawaharlal Nehru, che oltre all’indipendenza reclamava l’emancipazione sociale delle classi inferiori. Tuttavia il massimo ispiratore e vero capo spirituale del nazionalismo indiano fu Mohandas Karamchand Gandhi, più noto come Mahatma (Grande anima).
  • 75.
  • 76. Gandhi nacque in India nel 1869. Dopo un periodo di studi in Legge a Londra, dal 1888 al 1891, rientrò per breve tempo in India per poi recarsi in Sud Africa dove fu coinvolto nelle lotti per i diritti civili della minoranza indiana. Qui avvenne la sua iniziazione politica e la scoperta della non violenza come “equivalente morale della guerra”. Tornato nella sua terra natia divenne ben presto il leader indiscusso della lotta per l’indipendenza dal dominio inglese. La sua dottrina, detta satyagraha (abbraccio della verità), si ispirava al tradizionalismo religioso e si basava sul rifiuto della violenza e sulla non collaborazione con il potere coloniale. Agli scioperi, alle marce di protesta e alle campagne di disobbedienza civile organizzate dal movimento indipendentista (come il caso del boicottaggio dei prodotti britannici o del rifiuto di pagare le imposte), parteciparono milioni di indiani. Il diffondersi della non collaborazione nella burocrazia e nella polizia mise in serie difficoltà il potere coloniale britannico.
  • 77.
  • 78. “ La non violenza è la forza più grande di cui disponga l’umanità: essa non è fatta solo per i saggi e per i santi ma per la gente comune”. In queste parole è racchiuso gran parte del messaggio che Gandhi ha lasciato in eredità all’umanità, un modello di lotta valido per tutti proprio perché applicabile da tutti e in tutte le situazioni. Tuttavia egli ha sempre asserito di non avere nulla di nuovo da insegnare agli uomini “poiché la verità e la non violenza sono antiche come le montagne”. Antiche ma attualissime furono le certezze del Mahatma: la disobbedienza civile come unica risposta a governi e sistemi basati sullo sfruttamento; la non violenza come sola arma possibile per fermare la corsa agli armamenti; l’amore come forza universale sopra le miserie e le ingiustizie dei pochi a scapito dei molti. Possiamo quindi dire che il pensiero e l’azione di Gandhi hanno messo in evidenza l’inscindibilità tra spiritualità, comportamento etico e lotta politica: “Senza il minimo dubbio, anche se in umiltà totale, posso dire che quelli che credono che la religione non ha nulla a che fare con la politica non sanno cosa sia la religione”. Infatti fu il primo nella storia dell’umanità a estendere il principio della non violenza dal piano individuale a quello sociale e politico. La vita di Gandhi affondò le sue radici nella tradizione religiosa indiana, lo si nota nel rilievo dato all’appassionata e perseverante ricerca della verità, al profondo rispetto per la vita, all’ideale del distacco e disponibilità a sacrificare tutto per conoscere Dio. Il suo approccio alla religione si prospettò come razionale ed etico; egli appunto non avrebbe mai accettato alcuna fede che non facesse appello alla ragione, né alcun precetto che non riscuotesse l’approvazione della coscienza.
  • 79.
  • 80. Proprio per questo suo impegno su larga scala, dalla difesa dei fuori casta alla convivenza tra indù e mussulmani, il 30 gennaio 1948 venne ucciso da un fondamentalista indù. Egli infatti non era riuscito a favorire la cooperazione tra la grande maggioranza degli indiani induisti e la minoranza mussulmana, il cui separatismo era stato invece appoggiato dalla Gran Bretagna con l’intento di dividere e indebolire il movimento nazionalista. Ricordiamo infatti che la Lega mussulmana si era affermata gradualmente come la forza politica più rappresentativa nelle provincie orientali a prevalente religione islamica e, radicalizzando le sue posizioni autonomiste, aveva fomentato gli scontri tra oltranzisti indù e musulmani. Ciò rese inevitabile la divisione del Paese: quando nell’estate del ’47, la Gran Bretagna accettò di riconoscere l’indipendenza indiana, vennero costituiti due stati autonomi, l’India a maggioranza induista e il Pakistan a maggioranza mussulmana. Gli effetti della divisione furono drammatici. L’esodo incrociato di 6 milioni di indù e 8 milioni di mussulmani da un Paese all’altro provocò scontri sanguinosi e lo stesso Gandhi cadde vittima di un attentato di un fanatico indù, convinto che il Mahatma avesse acconsentito alla spartizione del Paese (alla quale in realtà egli si era opposto fino all’ultimo).
  • 81.
  • 82. Dopo la sua morte, la guida del movimento non violento indiano fu presa dal suo erede spirituale Vinoba Bhave. Tuttavia, raggiunta l’indipendenza, l’India seguì un percorso ben diverso da quello che avrebbe sperato Gandhi. Dal 1948 fino al 1964 la politica indiana fu diretta da Jawaharlal Nehru e sostenuta dal Partito del congresso, che raggruppava l’alta borghesia e la nuova classe media indiana formata da professionisti, commercianti, tecnici d’industria, funzionari di governo. Tutti uomini che avevano fatto la loro esperienza con gli Inglesi, ma che avevano maturato la loro coscienza nelle lotte per l’indipendenza e l’unificazione del paese. (All’opposizione c’era il partito comunista). Nehru realizzò importanti riforme: fu eliminato il sistema sociale delle caste, venne potenziata l’agricoltura e furono approvati piani di sviluppo quinquennali, con una divisione dell’economia in due settori, uno pubblico e uno privato. Ma tutti questi sforzi impegnativi e costosi si scontrarono con gravi difficoltà, come la profonda arretratezza del Paese e il pauroso aumento della popolazione.
  • 83.
  • 84. ALBERTO MORAVIA: LA DISUBBIDIENZA Dopo la Seconda guerra mondiale si è notevolmente estesa la “cultura dell’impegno”, che ha portato alla nascita di una classe di intellettuali impegnata. Essi hanno fatto del rinnovamento della coscienza civile e della lotta ideologica il punto di base della loro opera letteraria. In particolare, in Italia, l’impegno neorealistico ha fortemente contribuito alla nascita di un modello intellettuale, che ha fatto della letteratura uno strumento per indagare sul reale e cercare di migliorarlo. Tra coloro che hanno indagato in maniera profonda la realtà, spicca il nome di Alberto Moravia; sperimentatore del male di vivere, analizza il disagio del popolo e il degrado della “classe borghese”. Moravia fa parte di una schiera di poeti che appartengono al Neorealismo, narrativa sorta nel 1926, che descrive gli ambienti borghesi e provinciali. Potrebbe sembrare un ritorno al Verismo, ma in quest’ultimo c’era un’accettazione rassegnata della condizione umana e un carattere nostalgico che non si trovava nel Neorealismo. Scrittore eminentemente borghese per estrazione sociale, mentalità e formazione, Moravia non nutre alcuna fiducia ideologica nei valori della sua classe; la sua moralità e il suo realismo sono fondati, infatti, solo nella razionalità dell’analisi critica da lui compiuta. La guerra parve rinnovare Moravia, la sua narrativa negli anni del dopoguerra sembrò aderire ai temi neorealistici. E in un certo senso lo fu per l’allargarsi della tematica anche a temi sociali e a condizioni di vita estranee a quella borghese: i Racconti romani (pubblicati su giornali e raccolti in volume nel ’54) estesero il campo della sua attenzione a un popolo di artigiani e proletari, mentre lo scavo psicologico nel mondo borghese continuava in romanzi brevi come La disubbidienza (1948), L’amore coniugale (1949). Del Neorealismo vennero sicuramente adottati alcuni contenuti, ma non l’estraneità morale al Decadentismo, tematica di nuovo evidente - già dal titolo - nel romanzo La noia (1960).
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  • 86. “La disubbidienza” si può iscrivere nella serie di quei racconti e romanzi, che ebbero molto successo nel dopoguerra, nei quali l’autore analizza l’alienazione che scuote e turba il borghese proiettandolo nella rinuncia e nella negazione. Il protagonista del racconto, intuisce che il nesso che lega l’uomo al mondo, oltre che sintetizzarsi nell’impulso sessuale, si concreta nella ricchezza. Un rapporto chiaro, pulito e vitale col mondo non potrà sussistere se non al di là di un rifiuto del possesso nei termini di ricchezza e denaro. Luca era stato educato dai genitori, a credere in quei valori; Moravia infatti lo descrive mentre prega, per una consuetudine avviata dai genitori, davanti ad una cassaforte, mascherata da immagine sacra. Una notte, però, il giovane scopre i genitori che aprono la cassaforte per un consuntivo delle loro ricchezze. Questa scoperta rappresenta per lui, nella sua travagliata crisi di apertura verso il mondo e la vita, un motivo essenziale per odiare la sua condizione. Di conseguenza s’incrina la stima e l’affetto per il padre e la madre. Anche il mondo diventa ai suoi occhi corrotto: alterato proprio da quella relazione possesso-denaro trasmessa dai genitori e che lui stesso precedentemente aveva creduto giusta. Luca allora, col senso funebre “di essere una specie di animale inadatto alla vita che si rintana per morire in pace” inizia la sua rivolta. Una disubbidienza diretta verso le abitudini della sua infanzia, gli affetti, le comodità e gli agi che il suo stato benestante gli procuravano. Il suo progetto di ribellione viene attuato in diversi modi, ma sempre sistematicamente. Dal principio attraverso una rinuncia fisica, con un torpore favorito nelle ore di studio per sabotare così la preparazione scolastica. Poi con una specie di gioco o “esercizio di distrazione” che consiste nel leggere e scrivere meccanicamente, cercando nello stesso tempo di rendersi esterno alle cose che scrive o legge. Infine il suo gioco d’estraniamento si concentra sulla rinuncia alla proprietà: gli oggetti e i doni a cui è affezionato vengono alienati, Luca infatti riteneva che disfarsi di essi l’avrebbe reso libero. L’album di francobolli, i suoi libri, i soldi accumulati dietro consiglio del padre, sono rifiutati così come viene rifiutato ogni cibo appetitoso, e in genere il cibo stesso, per una volontà profonda di abbandono. Ciò che Luca rifiuta è la vita, se essa consiste nell’adorazione dei feticci borghesi.
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  • 88. Una lunga malattia del ragazzo, in seguito alla “disubbidienza”, coincide con la scoperta del sesso, ma il rapporto consumato con la sua infermiera invece di restituirgli gioia e carica, fa riaffiorare la crisi del rapporto di Luca con la realtà. In Breve Autobiografia letteraria, Moravia parla di quest’opera legandola strettamente al romanzo Agostino. Quest’ultimo, racconta l’autore, era uscito a Roma in un’edizione di poche copie nel 1943, mentre si nascondeva al fronte. Nel 1945 fu ripubblicato e vinse il premio del Corriere Lombardo, il primo premio dopo la caduta del fascismo. Poco dopo scrisse La disubbidienza che ne sembrava la continuazione: Agostino aveva nove anni, Luca quattordici. In quest’ultimo, però, l’atmosfera esistenzialista era ancora più marcata che nel precedente. “E’ la storia - dice l’autore - di un rifiuto totale, descrive una crisi di rigetto privato e individuale non tanto diversa da quella, pubblica e collettiva, della contestazione del 1968. A questo proposito vorrei dire che il tema della rivolta corre per tutta la mia opera a partire da Gli indifferenti. Probabilmente anche la mia simpatia letteraria per i personaggi femminili si deve in parte alla preferenza per questo tema: storicamente emarginata, la donna è spesso in rivolta”. Negli anni Sessanta Moravia tenta di affrontare il tema dell’alienazione descrivendo il disadattamento alla realtà di un pittore fallito,. Ne La Noia l’autore descrive la condizione inautentica dell’uomo di fronte all’assurdo di una dimensione spirituale in cui non riesce ad identificarsi. Il protagonista scopre i limiti esistenziali di una vita continuamente in opposizione alla storia, un atteggiamento tipico dell’uomo che, uscito dal fascismo, è stato aggredito da un sistema sociale altrettanto alienante come quello del neocapitalismo. La figura di Dino esemplifica dunque lo stato di inadeguatezza dell’uomo che nella noia avverte il suo distacco dalla realtà. L’inizio del nuovo decennio segnò anche una svolta nella produzione e nell’impegno culturale di Moravia. Il romanzo, come forma espressiva tradizionale, era messo in crisi dal nascere delle nuove avanguardie. In un convegno tenutosi a Palermo, il Gruppo 63 entrò in polemica con Moravia che, molto sensibile a queste tensioni letterarie, rivide il suo lavoro e iniziò la composizione di L’attenzione, che si configura come “romanzo nel romanzo”. Il libro uscì nel 1965, dopo i viaggi all’estero e le molte corrispondenze giornalistiche, confluite nei volumi Un’idea dell’India (1962) e
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  • 90. BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAFIA - PANDINI G., Invito alla lettura di Moravia, Mursia, Milano 1987. - BENUSSI C. (a cura di), Il punto su: Moravia, Laterza, Roma-Bari 1987. - GUGLIELMINO/GROSSER Il sistema letterario – Novecento, Principato, Milano 1989 - DE ROSA G., Età contemporanea, Minerva Italica, Bergamo 1991. - DE LUNA G.-MERIGGI M.-TARPINO A., La scena del tempo. Voci, volti e immagini della storia, III vol., Paravia (Mondadori), Milano 2003. - GANDHI M., Una Grande Anima, Demetra, Verona 2000. - PAMPALONI G. (a cura di), Alberto Moravia. Opere, 1927-1947, I vol., Bompiani, Milano 1986. - SICLIANO E. (a cura di), Alberto Moravia. Opere, 1948-1968, II vol., Bompiani, Milano 1986. - HISTOIRE ET INSTITUTIONS - LE GRANDI OPERE IN CD-ROM Enciclopedia del Novecento, video, fatti e personaggi, Gruppo Editioriale L’Espresso S.p.A., 2003 - THE MONDAY GROUP, A LINGIN PAGEANT. 1000 YEARS OF LITERATURE IN ENGLISH, ed. Ferrara, Napoli, 1989. JACK KEROUAC, POESIE BEAT, a cura di C.A. Corsi, Grandi tascabili Economici Newton, Roma, 1997. - www.cronologia.it - Codice Civile - Legge 300/70