Always on significa essere sempre connessi, sempre in comunicazione. Ma quali sono i 6 cambi di paradigma che ha innescato questo fenomeno? E quali sono i 4 trend di reazione all'overload informativo che ne consegue? Lo raccontiamo con schemi teorici ed esempi concreti.
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‣ Struttura della conoscenza: da verticale a orizzontale
‣ Rapporto con le informazioni: dal carico informativo al sovraccarico informativo
‣ Rapporto con la tecnologia: da sequenziale a interstiziale
‣ Dimensione del tempo: dal tempo continuo al tempo puntiforme
‣ Struttura della comunicazione: dall’interazione all’esibizione
‣ Forma del linguaggio: da formale a informale
6 CAMBI DI PARADIGMA
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Dalla connessione come attività dedicata (“mi disconnetto
dal mondo offline e mi connetto online”) siamo passati
alla connessione come attività da svolgere in parallelo
ad altre. Questo ha due conseguenze:
‣ Influenza le nostre relazioni interpersonali e ridefinisce il
concetto di attenzione: dall’attenzione dedicata si passa a
un attenzione multitasking.
‣ Influenza l’innovazione dei device che devono essere
piccoli nelle dimensioni e user friendly, pronti a piegarsi a
un uso interstiziale, pena l’uso dedicato: es. l’uso
dell’ipad limitato al mondo del lavoro.
sequenziale vs. interstiziale
RAPPORTO CON LA TECNOLOGIA
Spot Apple: connettersi online senza
disconnettersi dall’offline
Second life: online come replica dell’offline
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La maggiore accessibilità delle fonti permette di
soddisfare sempre e ovunque la nostra curiosità,
ma dà vita a documentazioni veloci e superficiali:
proprio perché sappiamo di avere sempre la
soluzione a portata di mano, siamo meno portati a
riflettere e approfondire.
‣ Dall’approfondimento verticale si passa a un
conoscenza orizzontale.
‣ La riflessione lascia spazio all’urgenza
comunicativa.
STRUTTURA DELLA CONOSCENZA
verticale vs. orizzontale
“Meglio un tweet
oggi che un post
sul blog domani”
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Mentre nella società premoderna il tempo è circolare
(ciclico) e nella società moderna il tempo è lineare, nella
postmodernità il tempo è puntiforme: è il tempo della
fretta (bisogna essere sempre avanti) e il tempo della
frammentarietà (tanti eventi slegati tra loro) [Bauman]
Il web ha un grosso ruolo in tutto questo: presidiando
molti canali, una stessa informazione giunge a noi tante
volte, cosa che che ne fa esaurire più velocemente il ciclo
di vita: ogni avvenimento ci sembra subito obsoleto.
tempo continuo vs. puntiforme
DIMENSIONE DEL TEMPO
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Viviamo in un regime di ipercomunicazione in cui quasi
ogni scambio comunicativo avviene in pubblico (forum,
blog, facebook, twitter ecc.)
Ne segue che ogni interazione 1 a 1 è sempre
un’interazione 1 a molti; che ogni dialogo è sempre
condotto prevedendo la presenza di un pubblico “in
remoto”, di uno sguardo terzo.
La comunicazione diventa quindi un’esibizione prima
che un’interazione, e per questo è spesso netta,
tranchant, ironica, compiaciuta...
STRUTTURA DELLA COMUNICAZIONE
interazione vs. esibizione
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La difficoltà nel tracciare una linea di separazione
tra attività online e esperienza offline ha portato a
un appiattimento delle differenze nel modo in cui
abitiamo i diversi canali.
Un appiattimento che è evidente nel linguaggio:
scriviamo un post o un tweet come se stessimo
parlando: scriviamo una lingua parlata, assai
poco formale.
FORMA DEL LINGUAGGIO
formale vs. informale
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La moltiplicazione di canali ha portato a una
moltiplicazione delle informazioni che riceviamo
ogni giorno. Siamo sottoposti a un overload
informativo.
Metaforicamente parlando siamo una società che
soffre di ADSD (Attention-Deficit/Hyperactivity
Disorder).
RAPPORTO CON LE INFORMAZIONI
carico vs. sovraccarico informativo
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Ogni giorno riceviamo una mole di informazioni e di
comunicazioni che eccede la nostra capacità di recepirle.
Quali sono le diverse reazioni a questo overload
informativo? Proviamo a sintetizzarle...
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Quadrato semiotico dell’overload informativo
CONTROLLO
(y)
Reagisco all’overload
cercando di gestire
attivamente il flusso
di informazioni.
CAOS
(x)
Subisco l’overload,
rinunciando a
selezionare o guidare
le informazioni che
ricevo.
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UNPLUGGING
(non x)
Rinuncio all’overload
e scelgo di
disconnettermi e
tornare
all’esperienza offline.
CONTROLLO
(y)
Reagisco all’overload
cercando di gestire
attivamente il flusso
di informazioni.
CAOS
(x)
Subisco l’overload,
rinunciando a
selezionare o guidare
le informazioni che
ricevo.
Quadrato semiotico dell’overload informativo
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SERENDIPITY
(non y)
Visto che non posso
controllare il flusso,
preferisco esplorarlo,
facendomi guidare
dagli algoritmi.
UNPLUGGING
(non x)
Rinuncio all’overload
e scelgo di
disconnettermi e
tornare
all’esperienza offline.
CONTROLLO
(y)
Reagisco all’overload
cercando di gestire
attivamente il flusso
di informazioni.
CAOS
(x)
Subisco l’overload,
rinunciando a
selezionare o guidare
le informazioni che
ricevo.
Quadrato semiotico dell’overload informativo
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CAOS (X)
La situazione di caos si basa sull’accumulo di
informazioni e comunicazioni di cui non riusciamo
o rinunciamo a stabilire l’attendibilità o il peso.
Con le parole di Umberto Eco:
“L’umanità si è sempre aggirata intorno al problema
dell’organizzazione e controllo dell’enciclopedia.
(...) La funzione dell’enciclopedia non è soltanto
quella di conservare un sapere comune che
permette la comunicazione, ma anche di filtrarlo.
Internet registra potenzialmente tutto, ma non offre
gli strumenti per filtrare l’informazione.”
Umberto Eco, intervista per ARA (Archives
Audiovisuelles de la Recherche, http://bit.ly/EcoAra)
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CONTROLLO (Y)
Il controllo è un trend dominante e in crescita. Si basa
sulla costruzione e l’aggiornamento di gerarchie e
priorità per gestire la complessità informativa online,
rendere più efficiente la fruizione dei contenuti, ma
anche per mettere un ordine nella complessità del
mondo offline.
Ecco alcuni segnali:
Contenuti: Feedly, Storify, boards di Pinterest...
Social: liste di Twitter, cerchie di Google...
Sistemi di recensione: Tripadvisor, Foursquare, Yelp.
Quantified self: Nike+, Mint, Lift, Sleep Cycle, Empatica.
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UNPLUGGING (NON X)
L’unplugging è un trend in crescita e si basa sul rifiuto
(temporaneo o continuo) del ritmo comunicativo stabilito
dall’iperconnessione. I segnali:
Virtual suicides: Il 48,3% dei suicidi virtuali di Facebook
sono connessi a motivi di privacy; 26,1%: generale
insoddisfazione; 6%: timore di diventarne dipendenti.
(Statcounters/Eircom 2013)
Unplugging app: Unplug & Reconnect, Pause, Freedom.
Sono app che mettono offline il telefono per un lasso di
tempo stabilito. ll paradosso è che abbiamo delegato
questa funzione di disconnessione proprio allo strumento
di connessione per eccellenza.
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SERENDIPITY (NON Y)
La serendipity è un trend più piccolo, ma dirompente,
basato su una forte componente di curiosità,
esplorazione e scoperta. Eccone i segnali:
Anti-social network: Rando, app con cui mandiamo foto
temporizzate a sconosciuti scelti a caso dalla app, e le
funzioni di Wechat (drift bottle, shake), che ci connettono
a persone sconosciute, creano relazioni transitorie ed
esperienze di comunicazione casuali.
Trust the algorithm: Stumble Upon, Pandora, chiedono
fiducia all’utente. Il software apprende i suoi gusti e gli fa
scoprire contenuti potenzialmente interessanti per lui.