Roma, 7 aprile 2014 – Daiichi Sankyo approfondisce la ricerca sul proprio anticoagulante orale Edoxaban, arruolando il primo paziente del nuovo trial internazionale di fase 3 ENSURE- AF, che valuterà l’efficacia e la sicurezza del farmaco per la prevenzione dell’ictus e di altre complicanze tromboemboliche nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare sottoposti a cardioversione elettrica, una particolare procedura che utilizza stimolazioni elettriche a bassa intensità al fine di ripristinare la regolarità del battito cardiaco.
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Fibrillazione atriale, nuovo studio su anticoagulante orale per pazienti sottoposti a cardioversione elettrica
1. Fibrillazione atriale, nuovo studio su
anticoagulante orale per pazienti sottoposti a
cardioversione elettrica
Al via al più ampio studio mai pianificato per valutare un anticoagulante orale
in pazienti affetti da Fibrillazione Atriale sottoposti a cardioversione elettrica.
Roma, 7 aprile 2014 - Daiichi Sankyo approfondisce la ricerca sul proprio
anticoagulante orale Edoxaban, arruolando il primo paziente del nuovo trial
internazionale di fase 3 ENSURE- AF, che valuterà l’efficacia e la sicurezza del farmaco
per la prevenzione dell’ictus e di altre complicanze tromboemboliche nei pazienti con
fibrillazione atriale non valvolare sottoposti a cardioversione elettrica, una particolare
procedura che utilizza stimolazioni elettriche a bassa intensità al fine di ripristinare la
regolarità del battito cardiaco.
“A causa del rischio di tromboembolismo, le linee guida cliniche raccomandano la
terapia anticoagulante prima e dopo la cardioversione in pazienti con fibrillazione
atriale”, spiega Andreas Goette, Primario del dipartimento di Cardiologia e terapia
intensiva dell’ospedale St. Vincenz-Hospital Paderborn, in Germania, nonché membro
della Commissione affari internazionali con responsabilità per il Giappone dell’
European Heart Rhythm Association, “Questo studio ci dirà se edoxaban può essere
una opzione di trattamento valida per i pazienti che si sottopongono a questo tipo di
procedura”.
La fibrillazione atriale (FA) è la più comune anomalia del ritmo cardiaco (colpisce circa
il 2,3 - 3,4% della popolazione dei Paesi sviluppati) e può condurre all’ ictus, che
attualmente è la seconda più comune causa di morte nel mondo, responsabile
approssimativamente di 6,2 milioni di decessi ogni anno. Il rischio di sviluppare ictus è
tra le 3 e le 5 volte superiore in pazienti affetti da FA. Gli ictus correlati a FA
aumentano quasi del doppio la probabilità di essere fatali e hanno una prognosi
peggiore rispetto agli ictus non correlati, con un aumento del 50% del rischio di
disabilità a 3 mesi dall’episodio.
Fonte: Daiichi Sankyo Italia