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Disuguaglianza e stagnazione
dei redditi familiari in Italia
nell'ultimo quarto di secolo
Andrea Brandolini, Romina Gambacorta e Alfonso Rosolia
Banca d’Italia – Dipartimento di Economia e Statistica
XIII Conferenza Nazionale di Statistica – Roma, 5 luglio 2018
Disuguaglianza e stagnazione dei redditi familiari in Italia
 Le fasi macroeconomiche dell’economia italiana negli ultimi 25
anni e la situazione economica relativa delle famiglie.
 L’analisi dei dati micro: l’indagine sui bilanci delle famiglie
italiane.
 Variazioni negli aspetti distributivi dei redditi.
 Evoluzione delle stratificazioni sociali.
 L’impatto di forze demografiche e delle riforme fiscali e nel
mercato del lavoro sulla riallocazione delle risorse
economiche.
 Una comparazione delle due fasi recessive, anche rispetto ai
gruppi socio-demografici.
 Conclusioni.
2
PIL e bilanci familiari, 1960-2016
(pro capite, prezzi 2014)
Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali (1973, 1991, 1997, 2017a) e da Pagliano e Rossi, “The Italian Saving Rate: 1951 to 1990 Estimates” (in G.
Marotta, P. Pagliano e N. Rossi, “Income and Saving in Italy: a Reconstruction”, Banca d’Italia, Temi di discussione n. 169, 1992). 3
Conseguenze della crisi valutaria sulle grandezze
macroeconomiche
In seguito alla crisi valutaria continua la crescita del PIL ma:
 Stagnazione dei redditi familiari a fronte di consumi crescenti
 Contrazione del tasso di risparmio: minore convenienza del
risparmio (tassi di interesse più bassi) rispetto alla detenzione di
attività reali (elevati capital gain).
 Divergenza dei redditi familiari da quelli nazionali:
redistribuzione verso lo Stato e le aziende:
 Consolidamento fiscale (taglio delle spese, prelievi su cc, aumento
imposte su ricchezza reale).
 Progressiva riduzione dei rendimenti dei titoli di stato.
 Riforme del mercato del lavoro (aumento del lavoro femminile, ma
stagnazione dei salari reali).
4
Tassi di occupazione per genere (25-64)
(pecentuali)
Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali e indagine sulle Forze di Lavoro
5
Mercato del lavoro 1970-2016
(migliaia di euro 2014, percentuali)
Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali e indagine sulle Forze di Lavoro
6
Distribuzione tra settori istituzionali
del PIL e del reddito nazionale disponibile
(numeri indice: PIL 1992=1)
Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali (1973, 1991, 1997, 2017a) e da Pagliano e Rossi, “The Italian Saving Rate: 1951 to 1990 Estimates” (in G.
Marotta, P. Pagliano e N. Rossi, “Income and Saving in Italy: a Reconstruction”, Banca d’Italia, Temi di discussione n. 169, 1992). 7
I dati micro: l’indagine sui bilanci delle famiglie italiane
Dal 1965 (ogni anno fino al 1986; ogni due anni dal 1987).
Informazioni socio-demografiche e sulla composizione dei redditi e
della ricchezza delle famiglie.
Redditi al netto delle tasse e includono gli affitti imputati e i
rendimenti da attività finanziarie (dal 1989).
Reddito equivalente (scala OCSE) per tenere conto della
composizione delle famiglie (età, numero di componenti, economie di
scala) vs reddito familiare (osservabile direttamente, capacità di spesa
di una unità decisionale).
Riferimento al capofamiglia (maggior percettore di reddito).
8
Reddito medio equivalente e familiare
(numeri indice: 1989=1, euro 2016)
0,8
0,9
1
1,1
1,2
1989 1991 1993 1995 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016
reddito equivalente reddito familiare
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
9
Distribuzione del reddito familiare ed equivalente
 Tenendo conto delle economie di scala la caduta nei
redditi netti medi nel periodo considerato è meno
pronunciata.
 L’ampliarsi del divario nella differenza tra redditi medi
equivalenti e familiari è da attribuirsi principalmente alle
dinamiche intervenute nella composizione familiare (più
famiglie monocomponenti, meno figli) che in genere
hanno portato ad una riduzione della dimensione
familiare.
 L’andamento della concentrazione è però simile per i due
indicatori
10
Indice di Gini del reddito equivalente e familiare
(percentuali)
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
11
Distribuzione del reddito equivalente
 Per capire meglio gli aspetti distributivi alla base dei
cambiamenti della disuguaglianza dei redditi possiamo
osservare le variazioni nella funzione di ripartizione del
reddito equivalente.
 Nel complesso del periodo l’aumento totale della
disuguaglianza è il risultato di un considerevole spostamento
della popolazione verso la parte bassa della distribuzione (al di
sotto della mediana iniziale).
 La decomposizione per sotto-periodi mostra che il
cambiamento nella forma della distribuzione si è verificato
all'inizio degli anni '90 mentre i cambiamenti distributivi negli
altri due periodi si sono sostanzialmente compensati l'un
l'altro.
12
Variazioni nella funzione di ripartizione (CDF)
del reddito reale equivalente nei periodi selezionati
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
13
Fasi macroeconomiche e stratificazione sociale
 Quali sono stati gli effetti delle recessioni sulla
stratificazione sociale?
 Consideriamo 4 classi sociali (definite in base al reddito
equivalente)
 Poveri (individui con reddito equivalente sotto il 60% di quello
mediano)
 Classe medio-bassa (60-120% della mediana)
 Classe medio-alta (120-300% della mediana)
 Ricchi (più di 3 volte la mediana)
14
Indice di Gini e quota di popolazione e di reddito delle
classi sociali definite in base al reddito
(percentuali)
Periodo Indice
di Gini
Quota di popolazione Quota di reddito
Poveri
(meno di
60%
mediana)
Classe
medio-
bassa
(60-120%
mediana)
Classe
medio-alta
(120-300%
mediana)
Ricchi
(oltre
300%
mediana)
Poveri
(meno di
60%
mediana)
Classe
medio-
bassa
(60-120%
mediana)
Classe
medio-alta
(120-300%
mediana)
Ricchi
(oltre
300%
mediana)
1989-91 29,2 16,1 47,1 35,1 1,8 6,4 36,2 51,1 6,4
1993-95 33,4 20,7 41,6 34,7 2,9 7,2 31,7 50,6 10,5
2004-06 32,6 20,1 43,6 33,8 2,5 7,4 33,6 48,8 10,3
2012-14 33,0 21,4 41,2 35,1 2,4 7,4 32,1 51,6 8,9
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
15
Fasi macroeconomiche e stratificazione sociale
 I principali cambiamenti distributivi si sono verificati
durante la crisi valutaria: passaggio dalla classe medio-
bassa a quella a basso reddito e crescita della quota di
reddito dei ricchi.
 Successivamente, la popolazione e le quote di reddito
delle diverse classi non sono cambiate.
 A partire dalla metà degli anni '90, non vi è alcuna
evidenza di una classe media (identificata utilizzando solo
il reddito) si sia ristretta ne che la disuguaglianza sia
aumentata.
 Durante la doppia recessione la quota dei redditi dei
ricchi è stata erosa.
16
Riallocazione delle risorse economiche
 Quali sono le motivazioni alla base dei cambiamenti
distributivi? Che effetti hanno avuto nella riallocazione delle
risorse tra coorti di età?
 Invecchiamento della popolazione, riforme del sistema
pensionistico.
 Riforme del mercato del lavoro: maggiore flessibilità (contratti
a tempo determinato), moderazione salariale.
 La perdita durante la doppia recessione più pronunciata per i
lavoratori rispetto ai pensionati che ha indotto un
miglioramento della posizione relativa dei redditi dei
pensionati rispetto a quelli dei lavoratori.
17
Reddito familiare ed equivalente medio pensionati e lavoratori
(migliaia di euro 2014)
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
18
Lavoratori e pensionati per quinti di reddito equivalente
(migliaia di persone)
 Cresce il numero di pensionati nei due quintili più elevati di
reddito equivalente (+ 3.3 milioni).
 Nei due quintili più bassi aumenta il numero di lavoratori (+1,5
milioni) mentre si riduce il numero di pensionati.
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
19
Contributo alla crescita dei redditi equivalenti
1987-89 / 2012-2014 - punti percentuali
 La dinamica dei redditi da lavoro costituisce il fattore principale della
diminuzione del reddito equivalente lungo tutta la distribuzione
 Lo spostamento dei pensionati verso i quintili più alti spiega il contributo delle
pensioni alla crescita dei redditi verso le classi di reddito più alte a scapito
delle più basse.
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
20
Parata di Pen dei redditi equivalenti
Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1).
21
Parata di Pen: i risultati
 Durante le due fasi recessive la crescita degli individui poveri è
stata simile (rispettivamente dal 13 al 19 percento e dal 14 al
19 percento )
 La prima recessione ha colpito in maniera differente gli
individui appartenenti alle diverse fasce di reddito: si osserva
una caduta dei redditi per gli individui delle classi più basse
mentre i più ricchi hanno visto migliorare la loro situazione
economica.
 La seconda recessione ha invece colpito lungo tutta la
distribuzione dei redditi
 Questo risultato spiega perché con la prima crisi si è
osservato un aumento della disuguaglianza, mentre durante la
seconda la disuguaglianza non è variata in modo sostanziale.
22
Posizione relativa dei gruppi socio-demografici
 La stabilità dei livelli di disuguaglianza potrebbe però
nascondere cambiamenti nella posizione relativa in termini di
redditi equivalenti nei gruppi socio-demografici definiti in base
a:
 Titolo di studio (fino a licenza di scuola media vs superiori e
laurea).
 Classe di età (fino a 40 anni vs 65 o più).
 Occupazione (occupati vs pensionati).
 Area geografica (Centro-Nord vs Sud).
 Nazione di nascita (italiani vs stranieri).
 Si misura la variazione del rapporto dei redditi equivalenti di
ciascun decile della distribuzione nella classe considerata tra i
periodi pre e post crisi e si rappresentano rispetto al loro
valore iniziale.
23
Rappresentazione grafica della posizione relativa
per gruppi socio-demografici
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
Cambiamentonelrapporto
0
1
Si trovano inizialmente
sotto la mediana …
Si trovano inizialmente
sotto la mediana
Si trovano inizialmente
sopra la mediana
Si trovano inizialmente
sopra la mediana
… la loro posizione al termine
del periodo è migliorata
… la loro posizione al termine
del periodo è migliorata
… la loro posizione al termine
del periodo è peggiorata
… la loro posizione al termine
del periodo è peggiorata
NO NE
SESO
24
Posizione relativa dei gruppi socio-demografici:
un esempio
 La mediana del reddito equivalente nel periodo 1989-91
era 16.250 euro. Il terzo decile della distribuzione dei
redditi equivalenti tra i più istruiti era 17.100. Il rapporto
è pari a 1,052.
 Nel periodo 2012-14 i corrispondenti valori erano 15.850
e 14.960 corrispondenti ad un rapporto 0,944.
 La variazione dei rapporti nei due periodi è di -0,108.
 Rappresentiamo sull’asse delle ascisse il valore iniziale del
rapporto e sull’asse delle ordinate la variazione
25
Rappresentazione grafica della posizione relativa
per gruppi socio-demografici
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
Cambiamentonelrapporto
0
1
Si trovano inizialmente
sotto la mediana …
Si trovano inizialmente
sotto la mediana
Si trovano inizialmente
sopra la mediana
Si trovano inizialmente
sopra la mediana
… la loro posizione al termine
del periodo è migliorata
… la loro posizione al termine
del periodo è migliorata
… la loro posizione al termine
del periodo è peggiorata
… la loro posizione al termine
del periodo è peggiorata
NO NE
SESO
1,052
-0.108
26
Rappresentazione grafica della posizione relativa
per gruppi socio-demografici
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
Cambiamentonelrapporto
0
1
NO NE
SESO
Aumento della
disuguaglianza
della distribuzione
all’interno del
gruppo
Diminuzione della
disuguaglianza della
distribuzione
all’interno del
gruppo
27
Cambiamentonelrapporto
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
1989-91 vs 1993-95
Titolo di studio
2004-06 vs 2012-14
28
Cambiamentonelrapporto
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
1989-91 vs 1993-95 2004-06 vs 2012-14
Occupazione
29
Cambiamentonelrapporto
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
1889-91 vs 1993-95
Classe di età
2004-06 vs 2012-14
30
Cambiamentonelrapporto
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
1989-91 vs 1993-95
Area geografica
2004-06 vs 2012-14
31
Cambiamentonelrapporto
Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva
1989-91 vs 1993-95
Paese di origine
2004-06 vs 2012-14
32
Conclusioni
 Nell’ultimo quarto di secolo l’economia italiana è stata colpita
da due recessioni profondamente diverse nei risvolti
economici.
 I cambiamenti principali nella distribuzione dei redditi sono
avvenuti durante la crisi valutaria del 1992.
 È aumentata la disuguaglianza all’interno dei gruppi socio-demografici,
mentre contemporaneamente si allargavano i divari tra questi gruppi.
 Spostamento degli individui dalla classe medio bassa verso quella dei
poveri.
 È migliorata la condizione dei ricchi.
 Nel tra le due crisi le riforme del mercato del lavoro e le
politiche fiscali hanno condotto alla stagnazione dei redditi
delle famiglie
33
Conclusioni
 La doppia recessione avviatasi nel 2008-09, assai più lunga e pesante in
termini di caduta del PIL, ha invece colpito lungo tutta la distribuzione
dei redditi.
 La classe media non si è ridotta e la disuguaglianza non è cresciuta. Sono
però aumentati i divari tra alcuni gruppi socio-demografici.
 L’onere della doppia recessione è ricaduto in maniera cospicua sugli
immigrati. I lavoratori, e i giovani in particolare, hanno subito maggiori
perdite rispetto ai pensionati, il che contribuisce a spiegare il diffuso senso
di impoverimento e indebolimento delle prospettive future.
 È necessario migliorare gli strumenti redistributivi per rendere meno
sperequata la distribuzione del reddito, ma il raggiungimento di una
“crescita inclusiva” non può non passare da un ritorno alla crescita,
dell’economia e dei redditi familiari.
34
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
35

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R.Gambacorta, Disuguaglianza e stagnazione dei redditi familiari in Italia

  • 1. Disuguaglianza e stagnazione dei redditi familiari in Italia nell'ultimo quarto di secolo Andrea Brandolini, Romina Gambacorta e Alfonso Rosolia Banca d’Italia – Dipartimento di Economia e Statistica XIII Conferenza Nazionale di Statistica – Roma, 5 luglio 2018
  • 2. Disuguaglianza e stagnazione dei redditi familiari in Italia  Le fasi macroeconomiche dell’economia italiana negli ultimi 25 anni e la situazione economica relativa delle famiglie.  L’analisi dei dati micro: l’indagine sui bilanci delle famiglie italiane.  Variazioni negli aspetti distributivi dei redditi.  Evoluzione delle stratificazioni sociali.  L’impatto di forze demografiche e delle riforme fiscali e nel mercato del lavoro sulla riallocazione delle risorse economiche.  Una comparazione delle due fasi recessive, anche rispetto ai gruppi socio-demografici.  Conclusioni. 2
  • 3. PIL e bilanci familiari, 1960-2016 (pro capite, prezzi 2014) Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali (1973, 1991, 1997, 2017a) e da Pagliano e Rossi, “The Italian Saving Rate: 1951 to 1990 Estimates” (in G. Marotta, P. Pagliano e N. Rossi, “Income and Saving in Italy: a Reconstruction”, Banca d’Italia, Temi di discussione n. 169, 1992). 3
  • 4. Conseguenze della crisi valutaria sulle grandezze macroeconomiche In seguito alla crisi valutaria continua la crescita del PIL ma:  Stagnazione dei redditi familiari a fronte di consumi crescenti  Contrazione del tasso di risparmio: minore convenienza del risparmio (tassi di interesse più bassi) rispetto alla detenzione di attività reali (elevati capital gain).  Divergenza dei redditi familiari da quelli nazionali: redistribuzione verso lo Stato e le aziende:  Consolidamento fiscale (taglio delle spese, prelievi su cc, aumento imposte su ricchezza reale).  Progressiva riduzione dei rendimenti dei titoli di stato.  Riforme del mercato del lavoro (aumento del lavoro femminile, ma stagnazione dei salari reali). 4
  • 5. Tassi di occupazione per genere (25-64) (pecentuali) Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali e indagine sulle Forze di Lavoro 5
  • 6. Mercato del lavoro 1970-2016 (migliaia di euro 2014, percentuali) Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali e indagine sulle Forze di Lavoro 6
  • 7. Distribuzione tra settori istituzionali del PIL e del reddito nazionale disponibile (numeri indice: PIL 1992=1) Fonte: Elaborazioni su dati tratti da Istat, Conti nazionali (1973, 1991, 1997, 2017a) e da Pagliano e Rossi, “The Italian Saving Rate: 1951 to 1990 Estimates” (in G. Marotta, P. Pagliano e N. Rossi, “Income and Saving in Italy: a Reconstruction”, Banca d’Italia, Temi di discussione n. 169, 1992). 7
  • 8. I dati micro: l’indagine sui bilanci delle famiglie italiane Dal 1965 (ogni anno fino al 1986; ogni due anni dal 1987). Informazioni socio-demografiche e sulla composizione dei redditi e della ricchezza delle famiglie. Redditi al netto delle tasse e includono gli affitti imputati e i rendimenti da attività finanziarie (dal 1989). Reddito equivalente (scala OCSE) per tenere conto della composizione delle famiglie (età, numero di componenti, economie di scala) vs reddito familiare (osservabile direttamente, capacità di spesa di una unità decisionale). Riferimento al capofamiglia (maggior percettore di reddito). 8
  • 9. Reddito medio equivalente e familiare (numeri indice: 1989=1, euro 2016) 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1989 1991 1993 1995 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 reddito equivalente reddito familiare Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 9
  • 10. Distribuzione del reddito familiare ed equivalente  Tenendo conto delle economie di scala la caduta nei redditi netti medi nel periodo considerato è meno pronunciata.  L’ampliarsi del divario nella differenza tra redditi medi equivalenti e familiari è da attribuirsi principalmente alle dinamiche intervenute nella composizione familiare (più famiglie monocomponenti, meno figli) che in genere hanno portato ad una riduzione della dimensione familiare.  L’andamento della concentrazione è però simile per i due indicatori 10
  • 11. Indice di Gini del reddito equivalente e familiare (percentuali) Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 11
  • 12. Distribuzione del reddito equivalente  Per capire meglio gli aspetti distributivi alla base dei cambiamenti della disuguaglianza dei redditi possiamo osservare le variazioni nella funzione di ripartizione del reddito equivalente.  Nel complesso del periodo l’aumento totale della disuguaglianza è il risultato di un considerevole spostamento della popolazione verso la parte bassa della distribuzione (al di sotto della mediana iniziale).  La decomposizione per sotto-periodi mostra che il cambiamento nella forma della distribuzione si è verificato all'inizio degli anni '90 mentre i cambiamenti distributivi negli altri due periodi si sono sostanzialmente compensati l'un l'altro. 12
  • 13. Variazioni nella funzione di ripartizione (CDF) del reddito reale equivalente nei periodi selezionati Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 13
  • 14. Fasi macroeconomiche e stratificazione sociale  Quali sono stati gli effetti delle recessioni sulla stratificazione sociale?  Consideriamo 4 classi sociali (definite in base al reddito equivalente)  Poveri (individui con reddito equivalente sotto il 60% di quello mediano)  Classe medio-bassa (60-120% della mediana)  Classe medio-alta (120-300% della mediana)  Ricchi (più di 3 volte la mediana) 14
  • 15. Indice di Gini e quota di popolazione e di reddito delle classi sociali definite in base al reddito (percentuali) Periodo Indice di Gini Quota di popolazione Quota di reddito Poveri (meno di 60% mediana) Classe medio- bassa (60-120% mediana) Classe medio-alta (120-300% mediana) Ricchi (oltre 300% mediana) Poveri (meno di 60% mediana) Classe medio- bassa (60-120% mediana) Classe medio-alta (120-300% mediana) Ricchi (oltre 300% mediana) 1989-91 29,2 16,1 47,1 35,1 1,8 6,4 36,2 51,1 6,4 1993-95 33,4 20,7 41,6 34,7 2,9 7,2 31,7 50,6 10,5 2004-06 32,6 20,1 43,6 33,8 2,5 7,4 33,6 48,8 10,3 2012-14 33,0 21,4 41,2 35,1 2,4 7,4 32,1 51,6 8,9 Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 15
  • 16. Fasi macroeconomiche e stratificazione sociale  I principali cambiamenti distributivi si sono verificati durante la crisi valutaria: passaggio dalla classe medio- bassa a quella a basso reddito e crescita della quota di reddito dei ricchi.  Successivamente, la popolazione e le quote di reddito delle diverse classi non sono cambiate.  A partire dalla metà degli anni '90, non vi è alcuna evidenza di una classe media (identificata utilizzando solo il reddito) si sia ristretta ne che la disuguaglianza sia aumentata.  Durante la doppia recessione la quota dei redditi dei ricchi è stata erosa. 16
  • 17. Riallocazione delle risorse economiche  Quali sono le motivazioni alla base dei cambiamenti distributivi? Che effetti hanno avuto nella riallocazione delle risorse tra coorti di età?  Invecchiamento della popolazione, riforme del sistema pensionistico.  Riforme del mercato del lavoro: maggiore flessibilità (contratti a tempo determinato), moderazione salariale.  La perdita durante la doppia recessione più pronunciata per i lavoratori rispetto ai pensionati che ha indotto un miglioramento della posizione relativa dei redditi dei pensionati rispetto a quelli dei lavoratori. 17
  • 18. Reddito familiare ed equivalente medio pensionati e lavoratori (migliaia di euro 2014) Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 18
  • 19. Lavoratori e pensionati per quinti di reddito equivalente (migliaia di persone)  Cresce il numero di pensionati nei due quintili più elevati di reddito equivalente (+ 3.3 milioni).  Nei due quintili più bassi aumenta il numero di lavoratori (+1,5 milioni) mentre si riduce il numero di pensionati. Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 19
  • 20. Contributo alla crescita dei redditi equivalenti 1987-89 / 2012-2014 - punti percentuali  La dinamica dei redditi da lavoro costituisce il fattore principale della diminuzione del reddito equivalente lungo tutta la distribuzione  Lo spostamento dei pensionati verso i quintili più alti spiega il contributo delle pensioni alla crescita dei redditi verso le classi di reddito più alte a scapito delle più basse. Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 20
  • 21. Parata di Pen dei redditi equivalenti Fonte: Elaborazioni sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (Archivio storico, versione 9.1). 21
  • 22. Parata di Pen: i risultati  Durante le due fasi recessive la crescita degli individui poveri è stata simile (rispettivamente dal 13 al 19 percento e dal 14 al 19 percento )  La prima recessione ha colpito in maniera differente gli individui appartenenti alle diverse fasce di reddito: si osserva una caduta dei redditi per gli individui delle classi più basse mentre i più ricchi hanno visto migliorare la loro situazione economica.  La seconda recessione ha invece colpito lungo tutta la distribuzione dei redditi  Questo risultato spiega perché con la prima crisi si è osservato un aumento della disuguaglianza, mentre durante la seconda la disuguaglianza non è variata in modo sostanziale. 22
  • 23. Posizione relativa dei gruppi socio-demografici  La stabilità dei livelli di disuguaglianza potrebbe però nascondere cambiamenti nella posizione relativa in termini di redditi equivalenti nei gruppi socio-demografici definiti in base a:  Titolo di studio (fino a licenza di scuola media vs superiori e laurea).  Classe di età (fino a 40 anni vs 65 o più).  Occupazione (occupati vs pensionati).  Area geografica (Centro-Nord vs Sud).  Nazione di nascita (italiani vs stranieri).  Si misura la variazione del rapporto dei redditi equivalenti di ciascun decile della distribuzione nella classe considerata tra i periodi pre e post crisi e si rappresentano rispetto al loro valore iniziale. 23
  • 24. Rappresentazione grafica della posizione relativa per gruppi socio-demografici Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva Cambiamentonelrapporto 0 1 Si trovano inizialmente sotto la mediana … Si trovano inizialmente sotto la mediana Si trovano inizialmente sopra la mediana Si trovano inizialmente sopra la mediana … la loro posizione al termine del periodo è migliorata … la loro posizione al termine del periodo è migliorata … la loro posizione al termine del periodo è peggiorata … la loro posizione al termine del periodo è peggiorata NO NE SESO 24
  • 25. Posizione relativa dei gruppi socio-demografici: un esempio  La mediana del reddito equivalente nel periodo 1989-91 era 16.250 euro. Il terzo decile della distribuzione dei redditi equivalenti tra i più istruiti era 17.100. Il rapporto è pari a 1,052.  Nel periodo 2012-14 i corrispondenti valori erano 15.850 e 14.960 corrispondenti ad un rapporto 0,944.  La variazione dei rapporti nei due periodi è di -0,108.  Rappresentiamo sull’asse delle ascisse il valore iniziale del rapporto e sull’asse delle ordinate la variazione 25
  • 26. Rappresentazione grafica della posizione relativa per gruppi socio-demografici Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva Cambiamentonelrapporto 0 1 Si trovano inizialmente sotto la mediana … Si trovano inizialmente sotto la mediana Si trovano inizialmente sopra la mediana Si trovano inizialmente sopra la mediana … la loro posizione al termine del periodo è migliorata … la loro posizione al termine del periodo è migliorata … la loro posizione al termine del periodo è peggiorata … la loro posizione al termine del periodo è peggiorata NO NE SESO 1,052 -0.108 26
  • 27. Rappresentazione grafica della posizione relativa per gruppi socio-demografici Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva Cambiamentonelrapporto 0 1 NO NE SESO Aumento della disuguaglianza della distribuzione all’interno del gruppo Diminuzione della disuguaglianza della distribuzione all’interno del gruppo 27
  • 28. Cambiamentonelrapporto Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva 1989-91 vs 1993-95 Titolo di studio 2004-06 vs 2012-14 28
  • 29. Cambiamentonelrapporto Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva 1989-91 vs 1993-95 2004-06 vs 2012-14 Occupazione 29
  • 30. Cambiamentonelrapporto Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva 1889-91 vs 1993-95 Classe di età 2004-06 vs 2012-14 30
  • 31. Cambiamentonelrapporto Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva 1989-91 vs 1993-95 Area geografica 2004-06 vs 2012-14 31
  • 32. Cambiamentonelrapporto Posizione relativa iniziale del decile nel gruppo rispetto alla mediana complessiva 1989-91 vs 1993-95 Paese di origine 2004-06 vs 2012-14 32
  • 33. Conclusioni  Nell’ultimo quarto di secolo l’economia italiana è stata colpita da due recessioni profondamente diverse nei risvolti economici.  I cambiamenti principali nella distribuzione dei redditi sono avvenuti durante la crisi valutaria del 1992.  È aumentata la disuguaglianza all’interno dei gruppi socio-demografici, mentre contemporaneamente si allargavano i divari tra questi gruppi.  Spostamento degli individui dalla classe medio bassa verso quella dei poveri.  È migliorata la condizione dei ricchi.  Nel tra le due crisi le riforme del mercato del lavoro e le politiche fiscali hanno condotto alla stagnazione dei redditi delle famiglie 33
  • 34. Conclusioni  La doppia recessione avviatasi nel 2008-09, assai più lunga e pesante in termini di caduta del PIL, ha invece colpito lungo tutta la distribuzione dei redditi.  La classe media non si è ridotta e la disuguaglianza non è cresciuta. Sono però aumentati i divari tra alcuni gruppi socio-demografici.  L’onere della doppia recessione è ricaduto in maniera cospicua sugli immigrati. I lavoratori, e i giovani in particolare, hanno subito maggiori perdite rispetto ai pensionati, il che contribuisce a spiegare il diffuso senso di impoverimento e indebolimento delle prospettive future.  È necessario migliorare gli strumenti redistributivi per rendere meno sperequata la distribuzione del reddito, ma il raggiungimento di una “crescita inclusiva” non può non passare da un ritorno alla crescita, dell’economia e dei redditi familiari. 34