Conferenza Stampa - Il mercato del lavoro: verso una lettura integrata
Roma, 11 dicembre 2017
Presidenza consiglio dei Ministri- Sala Polifunzionale
Via Santa Maria in Via, 37b
1. Presentazione
del Rapporto 2017
Roberto Monducci
Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat
e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
Conferenza Stampa
Il Mercato del lavoro:
verso una lettura integrata
Roma, 11 dicembre 2017
Presidenza del consiglio
dei Ministri
Sala Polifuzionale
2. Obiettivi e contenuti del Rapporto
2
Frutto del lavoro congiunto di Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat,
Inps, Inail e Anpal (Gruppo di lavoro tecnico e Comitato d’Indirizzo dell’Accordo).
Il Rapporto presenta anche i primi risultati delle sperimentazioni
di integrazione di fonti amministrative e statistiche.
Base empirica e analitica utile allo sviluppo del dibattito pubblico
su temi rilevanti inerenti il lavoro, come la relazione tra l’andamento ciclico
dell’economia e quello del mercato del lavoro, i fattori demografici, i profili
delle imprese che creano occupazione, le tipologie di lavoro e l’interazione
con i cambiamenti normativi, gli incidenti sul lavoro e la salute e altri temi
di grande attualità e rilevanza.
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Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
3. 3
La progressione della ripresa e il recupero dell’input di lavoro
Una ripresa ad elevata intensità
occupazionale:
Ore lavorate in recupero dopo
il livello minimo del 2013.
2013-17: Pil +3,4%; ore lavorate
+3,6%; occupati +2,9%.
Gap rispetto al primo semestre 2008:
Pil -6,1%; ore lavorate -5,8%;
occupati -1,3%.
2013-16: dinamiche divergenti
(dipendenti +3,8%; indipendenti -
0,8%; settore privato +2,6%; Pubblica
amministrazione +0,1%).
Pil e ore lavorate. T1.2004-T2.2017 (dati trimestrali;
valori assoluti destagionalizzati in milioni di euro
e milioni di ore)
9.800
10.000
10.200
10.400
10.600
10.800
11.000
11.200
11.400
11.600
11.800
360
370
380
390
400
410
420
430
I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Pil Pil (scala destra) Ore Ore (scala sinistra)
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4. 4
La crescita è concentrata tra i dipendenti e nel settore privato
Dinamiche eterogenee:
La Pubblica amministrazione ha perso
220mila occupati (2008-16); lieve
ripresa nel 2016.
In T2.2017 il livello dei dipendenti
permanenti prossimo ai massimi
storici del 2008.
Dal 2014 crescita intensa dei
dipendenti a termine che in T2-2017
raggiunge il massimo storico.
Nel 2017 calo dell’incidenza dei
permanenti nelle attivazioni (20,8%
in T2.2017; massimo 29% in T1.2016).
Occupati dipendenti per carattere dell'occupazione.
T1.2007-T2.2017 (dati trimestrali destagionalizzati;
valori assoluti)
1.900
2.000
2.100
2.200
2.300
2.400
2.500
2.600
14.100
14.200
14.300
14.400
14.500
14.600
14.700
14.800
14.900
15.000
15.100
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Permanente (scala sinistra) A termine (scala destra)
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5. 5
Si ampliano i divari rispetto ai paesi dell’Unione europea
Occupazione e disoccupazione:
Recupero del tasso di occupazione
(57,8% in T2.2017, 2,4 p.p. sopra
il minimo di T3.2013, ma inferiore di 1
p.p. rispetto al massimo del T2.2008).
Distanza di 10 p.p. da quello Ue28.
Riduzione dei divari di genere ma
ampliamento di quelli territoriali.
Il tasso di disoccupazione è il quarto
più alto nella Ue28 (2,5 p.p. da media
Ue).
La persistenza della disoccupazione
è legata in gran parte alla riduzione
dell’inattività.
Tasso di occupazione (scala sx) e tasso di disoccupazione
(scala dx) in Ue28 e Italia. T1.2008-T2.2017
(dati trimestrali destagionalizzati, valori percentuali)
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
53,0
55,0
57,0
59,0
61,0
63,0
65,0
67,0
69,0
I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II IIIIV I II
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Ue28
Tasso occupazione Tasso disoccupazione
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
53,0
55,0
57,0
59,0
61,0
63,0
65,0
67,0
69,0
Italia
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6. 6
Gli aspetti demografici: tendenze e scenari
Invecchiamento della popolazione
in età lavorativa:
Nel 2016, 165 over65 ogni 100
giovani (erano 143 nel 2008).
1993-2016: -11,6 p.p. quota giovani
su popolazione 15-69 anni.
+3,2 anni la crescita dell’età media
(43,4 anni nel 2016).
Scenario prossimi 20 anni: -3,5 mln
individui in età lavorativa.
-24,7% in età 35-54 anni; -7,4% 15-
34 anni; +17,6% 55-69 anni.
Popolazione in età lavorativa estesa (15-69) per classi
d'età ed età media. Anni 1993-2016. Previsioni
demografiche (a) su base 2016. Anni 2016-2036,
1° gennaio.
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
20
25
30
35
40
45
50
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
2009
2011
2013
2015
2017
2019
2021
2023
2025
2027
2029
2031
2033
2035
Etàmedia15-69enni
Percentualedipopolazione
15-34 35-54 55-69 età media della popolazione in età da lavoro
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7. 7
L’evoluzione della condizione dei giovani
Tendenze strutturali e cicliche:
Tassi di occupazione 2008-2016: -
10,4 p.p. per i 15-34; +16 p.p.
per i 55-64enni.
Al calo di 10,4 p.p. del tasso
di occupazione corrisponde
soprattutto un aumento del peso
degli studenti senza esperienze
(dal 25% al 29,8%).
Preoccupante il continuo incremento
della quota dei non studenti senza
esperienze (dall’11,7%, al 14,8%
al 15%).
Giovani 15-34 anni per condizione - Anni 2008, 2013,
2016 (valori percentuali)
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
Occupato Non occupato con
esperienze
Studente senza
esperienze
Non studente senza
esperienze
2008 2013 2016
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8. 8
I flussi in entrata e in uscita dall’occupazione e le professioni
Intense attivazioni/cessazioni:
2013-2016: attivazione di 40 milioni
68 mila rapporti di lavoro
alle dipendenze; 39 milioni 152 mila
cessazioni, saldo di 916 mila.
Aumento della persistenza nella
condizione di occupazione a 12 mesi
(dal 74,1% nel 2012-2013 al 78,9%
del 2015-2016).
Nel 2012-16 crescita concentrata
in 125 professioni (+1,3 mln
di posizioni); diminuzione o stabilità
per le altre 385 (-381 mila).
Numero di professioni e saldo annualizzato tra
attivazioni e cessazioni per tipologia di andamento
nei quattro anni (valori assoluti)
2013 2014 2015 2016
2013-
2016
Sempreincrescita 125 308 242 297 497 1.344
Inripresa 84 -146 -52 17 129 -52
Stabili,pocovariabili 231 -6 -1 1 10 5
Sempreincalo 70 -169 -94 -72 -46 -381
Totale 510 -12 95 243 590 916
Tiopologia
andamento
Numero
professioni
Saldiannualizzati(000)
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9. 9
La domanda di lavoro: settori e imprese che creano occupazione
Creazione di occupazione 2015-17:
Imprese: aumento per il 36,1% delle
imprese; flessione per il 25,7%.
Settori: nella manifattura crescono 14
settori su 23; nei servizi 26 su 29.
Profilo del 10% di imprese a maggiore
crescita (75mila, crescita sempre oltre
il 7%), al netto di effetti settoriali:
Micro e piccole; attive da oltre 6
anni;
Rispetto alla media, valori più
elevati per: produttività,
retribuzioni, profittabilità, presenza
di giovani; istruzione dei dipendenti.
Imprese che hanno assunto personale giovane
o ad alta qualifica professionale, per classe di addetti
e settore Anno 2016 (percentuali di imprese) (a)
(a) Imprese che hanno assunto personale giovane in misura superiore al 50% delle
assunzioni, e che hanno assunto personale qualificato in misura maggiore al 30%.
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10. 10
I cambiamenti nei rapporti di lavoro di breve durata
Nuove misurazioni in un contesto
di profondi cambiamenti normativi:
Da 3 mln a circa 4 mln i lavoratori
coinvolti in rapporti di lavoro di breve
durata tra il 2012 e il 2016
In crescita per voucher, rapporti
di lavoro a termine, rapporti
di somministrazione e professionisti
assicurati alla Gestione Separata.
In calo intermittenti e collaborazioni.
Il 44% dei lavoratori impegnati (2012-
15) in lavori brevi, transitato
nel 2016 verso forme più strutturate.
Occupati per tipologia di lavori “brevi”. Anni 2012
e 2016 (valori assoluti in migliaia)
1,491
377
672
423
74
366
1,770
486
295
173
102
1,771
Dipendenti
privati tempo
determinato
Somministrati
tempo
determinato
Intermittenti Collaborazioni Professionisti Voucher
2012 2016
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11. 11
I cambiamenti nel lavoro indipendente
Tendenze negative strutturali,
che persistono anche nella ripresa.
2008-16: 7,3% (-430 mila ), di cui
-369 mila nella recessione.
Calo concentrato soprattutto
nel segmento senza dipendenti.
Crescono i liberi professionisti,
in particolare senza dipendenti
(+218mila), con un aumento
di quota di donne e laureati.
Forte calo tra i lavoratori in proprio (-
370mila), soprattutto quelli senza
dipendenti.
Occupati indipendenti per tipologia di lavoro.
Anni 2012 e 2016 (valori assoluti in migliaia)
283
210
1,104
946
2,448
456 430
235 220
1,019
1,164
2,163
307 340
0
500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
Imprenditori Liberi
professionisti
Lavoratori in
proprio
Liberi
professionisti
Lavoratori in
proprio
Collaboratori Soci di
cooperativa e
coadiuvanti
Con dipendenti Senza dipendenti
2008 2016
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12. 12
L’evoluzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali
2016: 561 mila denunce di infortunio;
+1% sul 2015 (-27,5% sul 2010).
Aumento del peso della componente
femminile sulle denunce di infortunio
(31,6% del 2010 e 34,8% del 2016).
Calo delle denunce di infortunio sul
lavoro con esito mortale (1091 nel
2016, 1.275 nel 2015, 1.491 nel 2010).
Nel 2016 gli infortuni con esito
mortale accertati positivamente sono
stati 616 (di cui 332, pari al 54%, “fuori
dell’azienda”).
Nel 2016 aumento delle denunce di
malattia professionale: 60.259 (+2,3%
sul 2015).
Denunce di infortunio sul lavoro per modalità
di accadimento – Anni 2010-2016 (Indici 2010=100)
73,2
69,2
100,0
87,4
50
60
70
80
90
100
110
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Infortuni con esito mortale
72,5
69,7
100,0
90,1
50
60
70
80
90
100
110
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Infortuni in complesso
infortuni in complesso in occasione di lavoro
in itinere
Roma, 11 dicembre 2017 - Presidenza del consiglio dei Ministri - Conferenza Stampa Il Mercato del lavoro: verso una lettura integrata
Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
13. 13
Conclusioni
Ampio approfondimento sull’andamento del mercato del lavoro in Italia, analizzato da
diverse angolazioni, attraverso un’estesa pluralità di fonti - spesso integrate –
e metodologie di elevata qualità.
Dati, indicatori e analisi mettono in luce l’intensità e l’estensione della ripresa
in corso, segnalando da un lato i notevoli recuperi realizzati negli ultimi anni, dall’altro
la persistenza di criticità sia strutturali sia derivanti dalla profondità
ed estensione della crisi.
Ulteriore prodotto, oltre ai Rapporti trimestrali ormai consolidati, delle attività
previste dall’Accordo quadro.
Utile orientamento per il processo di costruzione del Sistema informativo statistico
sul lavoro.
Roma, 11 dicembre 2017 - Presidenza del consiglio dei Ministri - Conferenza Stampa Il Mercato del lavoro: verso una lettura integrata
Roberto Monducci | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
14. grazie per l’attenzione
Roberto Monducci
Direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Istat
e Rappresentante del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo a 5
Hinweis der Redaktion
L’andamento della produttività del lavoro (valore aggiunto per ora lavorata) mostra infatti un incremento medio annuo dell’1% nella fase recessiva (2009-2014), una sostanziale stabilità nel 2015 e una flessione dell’1% nel 2016.
Si rafforza in T3 la tendenza delle ore lavorate a crescere in misura superiore agli occupati e al Pil: ore CN (+0,7% e +2,4%); occupati CN (+0,5% e +1,7%); Pil (+0,4% e +1,7%).
Gli andamenti congiunturali recenti segnalano come, dopo agricoltura e servizi, anche l’industria in senso stretto registri una ripresa occupazionale che si intensifica nei primi sei mesi del 2017; l’occupazione nelle costruzioni continua invece a ridursi ininterrottamente dal 2009, seppure si riscontra una inversione di tendenza nel terzo trimestre 2017.
Dati recenti (T3.2017): stop congiunturale e forte rallentamento della crescita dei dipendenti permanenti (+0,4% tend., +60mila); boom di quelli a termine (+13,4%, +342mila).
In T2.2017 la quota di dipendenti permanenti sulle attivazioni è pari al 20,8% (il max è in T1.2016, 29%).
In CO nel 2016 la ripresa delle istituzioni per l’istruzione e la sanità mentre continua il calo nei servizi generali.
Il tasso di occupazione destagionalizzato ha raggiunto il 57,8% nel secondo trimestre del 2017 recuperando oltre due punti percentuali rispetto al valore minimo (terzo trimestre 2013, 55,4%); tuttavia è ancora distante di un punto da quello massimo registrato nel secondo trimestre del 2008 (58,8%) e resta il secondo tasso più basso tra i paesi Ue28.
La crisi ha ridimensionato il divario di genere, colpendo soprattutto i settori di attività con maggiore presenza maschile.
Tra il 2008 e il 2013 il tasso di occupazione è sceso di 5,5 punti per gli uomini e di 0,7 punti per le donne; negli ultimi tre anni l’aumento è stato di poco superiore per la componente maschile (+1,8 contro +1,6).
Ciò ha portato le donne nel 2016 a superare il livello occupazionale del 2008, già raggiunto nel 2015, mentre gli uomini sono ancora distanti di oltre tre punti.
Relazione tra posti vacanti e disoccupazione: andamento coerente con quello che ci si aspetta dopo una contrazione economica: un aumento del tasso di posti vacanti – che raggiunge lo stesso livello del primo trimestre 2008 e si avvicina al massimo storico.
Tasso occupazione Mezzogiorno-Italia 2008-13-16: -12,6 -13,5 -13,8
Tasso disoccupazione “ “ 5,3 7,5 7,9
Invecchiamento della popolazione per bassa fecondità e aumento della speranza di vita. Ma aumento età media della forza lavoro estesa più intenso di quello della popolazione 15-69 anni (+5,2 anni rispetto a +3,2 anni).
Oltre al fattore demografico,: spostata in avanti entrata (scolarizzazione) e uscita dall’occupazione (riforma pensionistica, nella classe più adulta entrano più istruiti che iniziano dopo, e coorti di donne con esperienze di lavoro).
Mentre per gli under25 il prolungamento degli studi ha in una certa misura attenuato gli effetti della congiuntura negativa, per i 25-34enni la crisi ha ridotto le possibilità di inserimento e permanenza nel mercato del lavoro.
12,7 mln di giovani nel 2016. L’aumento del peso degli studenti senza esperienze riguarda tutte e tre le prime sottoclassi.
Tra i giovani la crisi ha colpito soprattutto i 25-34enni (molti dei quali già usciti dal percorso formativo) mentre per i 15-24enni il prolungamento degli studi ha attenuato gli effetti della congiuntura negativa.
Dopo otto anni di calo, il tasso di occupazione dei giovani 15-34enni è aumentato nel 2015 e soprattutto nel 2016 (+0,1 e +0,7 punti); nuovo aumento nel III trimestre 2017 (+0,3 punti congiunturale +1,0 punti tendenziale).
Le professioni “vincenti” comprendono competenze e settori di attività diversi: da addetti agli affari generali, a professioni nel comparto dell’istruzione (professori di scuola da pre-primaria a secondaria superiore) a occupazioni nell’ICT (analisti e progettisti di software, amministratori di sistemi, tecnici programmatori, esperti di applicazioni, ecc.) a professioni nel commercio e ristorazione (baristi, camerieri, commessi, tecnici alle vendite), fino agli addetti all’assistenza personale (badanti) come pure camionisti, addetti alla pulizia di uffici e braccianti agricoli.
Tra le professioni in calo nei quattro anni prevalgono: attività nel comparto delle costruzioni (muratori, falegnami, carpentieri, tecnici).
Tra le professioni in ripresa, si distinguono quelle che superano i livelli del 2013 (tra cui addetti alla gestione dei magazzini, operai di macchinari industriali e facchini).
Confrontando quattro coorti di nuovi assunti seguite per un anno si rileva un progressivo miglioramento nella stabilità dell’occupazione: la quota di individui che risultano avere ancora un rapporto di lavoro a dodici mesi di distanza passa dal 74,1% nel periodo 2012-2013 al 78,9% del 2015-2016.
Il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro è più accentuato per gli uomini e per i giovani, i quali sono interessati anche da un aumento più intenso delle trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.
Gli effetti della ripresa dell’ultimo anno appaiono più forti per i soggetti che avevano subito di più la crisi (gli uomini e i giovani) mentre gli stranieri rimangono ancora penalizzati in termini di stabilità e di qualità del lavoro.
Da informazioni qualitative rilevate presso le imprese, nel 2016 le motivazioni più frequenti alla base di nuove assunzioni sono legate alla necessità di adeguare l’input di lavoro alla fase ciclica di domanda crescente e, in misura inferiore, a un fabbisogno di nuove o diverse competenze non già disponibili in azienda.
In questo quadro, la decontribuzione ha rappresentato prevalentemente un fattore di sostegno alle assunzioni oltre che acceleratore delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato.
Parallelamente sono aumentati i committenti di lavori brevi, che dal 2015 superano il milione.
Il valore economico dei rapporti di lavoro brevi, misurato sulla base delle retribuzioni lorde, era dell’ordine dei 10 miliardi nel 2012, saliti a 12 nel 2016
Il 2016 ha segnato il quinto anno consecutivo di crescita dei rapporti di lavoro in somministrazione (da 377 mila a 500 mila) che nel 95% dei casi sono di breve durata (12 giorni è il dato medio 2016).
In crescita ancora più accentuata è stato il numero di prestatori di lavoro accessorio (con voucher): da 366 mila nel 2012 è arrivato a quasi 1,8 milioni nel 2016.
La tendenza dei voucher si è arrestata a fine 2016 per effetto dei provvedimenti sulla “tracciabilità”.
Il lavoro accessorio è stato poi definitivamente abrogato a marzo 2017 contribuendo a rafforzare altre tipologie di rapporti di lavoro di breve durata (tempo determinato, intermittente). Ma ciò non è ancora documentato nel rapporto.
L’integrazione tra fonti statistiche diverse mette in luce come questo importante segmento dell’occupazione, caratterizzato da grande eterogeneità interna, sia caratterizzato da notevoli fenomeni di ricomposizione, che reagiscono alle dinamiche cicliche e all’evoluzione normativa e delle policy.
Rilevante riduzione dei collaboratori anche a causa delle norme che hanno previsto l’eliminazione del contratto di collaborazione a progetto.
Le tendenze degli infortuni è ovviamente influenzata dal trend occupazionale e dai cambiamenti in atto nel mercato del lavoro, ma anche da molteplici altri fattori quali accidentalità, rischio da circolazione stradale, frequenza di occasionali incidenti plurimi (in particolare per quelli mortali).