R. Monducci, Investimenti, innovazione e transizione digitale delle imprese italiane
1. MILANO | 23 MARZO 2018
Investimenti, innovazione
e transizione digitale
delle imprese italiane
Roberto Monducci
Istat | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica
2. Le schede settoriali forniscono un quadro sintetico immediato dei principali
aspetti strutturali e congiunturali di ciascun settore.
Aggiornamento mensile e accessibilità delle schede dal sito Istat dalla pagina
dedicata al Rapporto e dall’area Congiuntura economica (home page)
http://www.istat.it/it/congiuntura
Database di dati e indicatori settoriali, con circa 70 indicatori organizzati in
diversi temi (es. struttura, demografia e performance delle imprese, costi e
prezzi, nuove tecnologie, ricerca e innovazione, commercio estero e
internazionalizzazione produttiva, ambiente) con dettaglio dimensionale,
settoriale e per tipologia di impresa.
I CONTENUTI INFORMATIVI DELL’EDIZIONE 2018 DEL RAPPORTO
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INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
DELLE IMPRESE
ITALIANE
ROBERTO
MONDUCCI
MILANO
23 MARZO 2018
RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
3. Analisi macroeconomica delle determinanti della fase di ripresa ciclica in Italia e
nelle principali economie europee, con particolare riferimento alla dinamica degli
investimenti e dell’input di lavoro.
Monitoraggio della congiuntura dei settori produttivi, attraverso indicatori
sintetici di competitività e di rilevazioni ad hoc sulle percezioni degli
imprenditori relative alla performance, agli indirizzi strategici e alle aspettative
di breve termine per il periodo 2017-2018.
Adozione di una linea di analisi a livello d’impresa per individuare i profili
tecnologici e innovativi delle unità produttive, proponendo una “mappatura” del
sistema finalizzata alla valutazione delle caratteristiche d’impresa (dotazione di
capitale fisico e umano, propensione all’innovazione e alla digitalizzazione) in
grado di accrescere il ritmo di crescita della nostra economica.
Analisi delle misure contenute nel Piano Nazionale Impresa 4.0, con una prima
valutazione dell’utilizzo dei diversi strumenti da parte delle imprese, basata su
indagini qualitative e modelli macro e microeconomici,
I CONTENUTI ANALITICI DELL’EDIZIONE 2018 DEL RAPPORTO
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INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
DELLE IMPRESE
ITALIANE
ROBERTO
MONDUCCI
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
4. IN ITALIA LA RIPRESA APPARE PIU’ LENTA RISPETTO AI PARTNER EUROPEI: QUALI LE
CAUSE?
CONSUMI E INVESTIMENTI SONO I PRINCIPALI DRIVER: QUALE IL LORO PESO E IL
LORO CONTRIBUTO?
IN ITALIA GLI INVESTIMENTI SONO STATI L’ANELLO MANCANTE NELLA PRIMA FASE
DELLA RIPRESA CICLICA: QUALE IL LORO RUOLO E QUALI COMPONENTI PIU’ (MENO)
DINAMICHE?
LA RIPRESA DELL’OCCUPAZIONE IN ITALIA: QUALE IL RUOLO DELLE POLITICHE?
L’ITALIA SCONTA UN RITARDO NEGLI INVESTIMENTI IMMATERIALI, LA COMPONENTE
PIU’ REATTIVA AL CICLO E DETERMINANTE PER COLMARE IL GAP NEL PROCESSO DI
DIGITALIZZAZIONE
CAPITOLO 1: UNA RIPRESA A DIVERSE VELOCITA’
4
INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
DELLE IMPRESE
ITALIANE
ROBERTO
MONDUCCI
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
5. LA RIPRESA IN ITALIA E NEI PAESI UEM
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INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
DELLE IMPRESE
ITALIANE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Ripresa nell’Uem a bassa
intensità rispetto a precedenti
fasi cicliche (Pil +0,4% medio
trimestrale da T2 2013); sostegno
da componenti interne domanda.
Ritmo più debole in Francia e
Italia, accelerazione in Spagna,
con dinamiche da T3 2015
superiori a Germania.
Consumi e investimenti: in Italia
la fase di recupero è cominciata
più tardi ed è stata
relativamente più debole (da T2
2013: +0,2% medio trimestrale
per entrambe le componenti, 0,4
e 0,6% in Germania, 0,5 e 1,1% in
Spagna).
Consumi finali dei principali paesi europei
Anni 2010-2017
(dati trimestrali in volume, numeri indice, T1:2013=100)
Investimenti fissi lordi dei principali paesi europei
Anni 2010-2017
(dati trimestrali in volume, numeri indice, T1:2013=100)
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
6. IL RITARDO ITALIANO NEGLI INVESTIMENTI IMMATERIALI
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INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Ritardo italiano negli
investimenti immateriali:
A) meno dinamici (da T1 2014 al
T4 2017 : +8,6%, contro + 17,5%
in Germania, +17,9% in Francia,
+12,8% in Spagna).
B) Importanza relativamente
minore in termini di risorse
impiegate (quota su Pil inferiore
ai partner: 2,8 %, contro il 3,8%
Germania e il 5,5% in Francia).
C) Minore apporto alla crescita
del Pil (tra il 2015 e il 2017: 0,1
punto percentuale, contro 0,5 pp
in Germania, 0,7 pp in Francia).
Investimenti in attività materiali (al netto delle costruzioni)
nei principali paesi europei e Uem
Anni 2008-2017 - (dati trimestrali, numeri indice, 2010=100)
Investimenti in attività immateriali (prodotti della proprietà
intellettuale) dei principali paesi europei e Uem
Anni 2008-2017 (dati trimestrali, numeri indice, 2010=100)
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
7. IL RITARDO ITALIANO NELLA DIGITALIZZAZIONE
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INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Investimenti immateriali:
importanti perché più reattivi al
ciclo e cruciali rispetto al
processo di digitalizzazione.
Il ritardo italiano nella
digitalizzazione delle imprese:
uso del web in crescita (72%, ma
77% media Ue) e velocità accesso
a Internet (7% connessione
superiore ai 100 Mb/s, contro 42%
Danimarca, 39% Svezia, 12%
Francia, 14% Germania, 25%
Spagna).
Tecnologie a supporto del
trattamento e condivisione dei
dati di business: simili a Francia e
Germania nell’ERP; inferiori ai
tedeschi nel CRM; in forte ritardo
nel SCM.
L’uso di strumenti e-business nelle imprese Ue
Anno 2017 (percentuali di imprese con 10 e più addetti)
Fonte: Eurostat, ICT usage and e-commerce in enterprises
ERP - Enterprise Resource Planning: applicazioni per la gestione dei dati aziendali che rendono omogenei i flussi informativi tra
aree funzionali di back-office
SCM - Supply Chain Management: strumenti per la condivisione elettronica delle informazioni connesse alle operazioni sulla
catena produttiva
CRM - Customer Relationships Management: le applicazioni software che permettono di ottimizzare l’interazione front office con
i clienti, le azioni di marketing e le vendite
8. LA RIPRESA DELL’OCCUPAZIONE
8
INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Germania: tenuta
dell’occupazione nella fase
recessiva e accelerazione dal
2014 (T4 2017: +3,4 mln rispetto
al periodo pre-crisi)
Spagna: andamento sincrono
delle due variabili. Forte caduta
fino al 2013; la ripresa è
sostenuta ma si è lontani dai
livelli pre-crisi
Francia: ripresa delle ore
lavorate più incerta e meno
rapida, ma superato il livello pre-
crisi
Italia: inversione del monte ore
nel 2015; l’occupazione in ripresa
dell’1% medio annuo dal 2015.
L'input di lavoro: occupati ed ore lavorate in Italia e principali
partner europei – Anni 2008-2017 (Migliaia di persone e milioni di ore; dati
trimestrali destagionalizzati ed aggiustati per i giorni di calendario)
Fonte: Eurostat
9. IL RUOLO DELLE POLITICHE DEL LAVORO
9
INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
La ripresa dell’occupazione ha
beneficiato degli effetti delle
riforme del mercato del lavoro.
Stime di impatto effettuate sulle
imprese manifatturiere sopra i 15
addetti che hanno dichiarato di
aver assunto (a tempo
determinato e/o indeterminato).
Risultati: nel biennio 2015-2016,
il contratto a tutele crescenti ha
portato in media le imprese ad
assumere circa il 19,5% in più di
personale, rispetto a chi ha
assunto utilizzando tipologie
contrattuali diverse.
L’effetto specifico della
decontribuzione è pari a circa il
17% nel 2015 ed al 6% nel 2016.
Effetti del contratto a tutele crescenti e della decontribuzione
sulle assunzioni totali delle imprese, condizionatamente
all’utilizzo di altri incentivi all’assunzione
Anni 2015 e 2016 (valori percentuali)
28.2
17.4
11.1 11.1
0
5
10
15
20
25
30
2015 2016
CTC + Decontribuzione CTC + altri incentivi
(non Decontribuzione)
Fonte: Elaborazione su dati Istat, Indagine sulla fiducia delle imprese manifatturiere (2015,2016,2017) e modulo ad
hoc sui flussi nel mercato del lavoro e tipologie contrattuali (2017)
10. LA RIPRESA ECONOMICA E’ STATA PIU’ INTENSA NEL SETTORE INDUSTRIALE: COME SI
POSIZIONANO I DIVERSI COMPARTI?
PER QUALI ASPETTI DELLA VITA DELLE IMPRESE SI SONO REGISTRATI I MAGGIORI
PROGRESSI?
LA RIPRESA DELLA DOMANDA DI INVESTIMENTI: SPECIFICITA’ DIMENSIONALI E
SETTORIALI?
LE IMPRESE INDUSTRIALI E L’ORIENTAMENTO ALLA SOSTENIBILITA’: DIFFUSIONE E
LEGAMI CON LA COMPETITIVITA’
LA RIPRESA NEI SERVIZI: QUALI DINAMICHE CONGIUNTURALI E SETTORIALI?
RIPRESA SIGNIFICATIVA DEL SETTORE INDUSTRIALE, CON UNA CRESCENTE
CONVERGENZA SETTORIALE; NEI SERVIZI POLARIZZAZIONE TRA SETTORI IN FORTE
ESPANSIONE E COMPARTI IN PERSISTENTE DIFFICOLTA’.
CAPITOLO 2: UNA RIPRESA DIFFUSA A LIVELLO SETTORIALE
1
0
INVESTIMENTI,
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
11. INTENSE DINAMICHE SETTORIALI NELL’INDUSTRIA NEL 2016-2017
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Nel quarto trimestre del 2017 il
grado di utilizzo della capacità
produttiva ha raggiunto i livelli più
elevati dal 2000.
Si è andata in parte correggendo la
tendenza alla divaricazione delle
performance settoriali evidenziata
nella edizione 2017 del Rapporto.
La metà dei comparti che nel 2015,
in base ai valori dell’ISCo
strutturale, si situavano al di sopra
della media della manifattura, nel
2017 ha registrato una più debole
dinamica dell’ISCo congiunturale.
Bevande, Metalli, Pelli, Mobili in
evidenza sia nel 2016 sia nel 2017.
Macchine e mezzi di trasporto in
forte recupero.
Indicatore sintetico di competitività (ISCo) congiunturale per
comparto manifatturiero – (variazione T42015-17)
10
11
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
90,0
92,0
94,0
96,0
98,0
100,0
102,0
104,0
106,0
108,0
110,0
90,0 95,0 100,0 105,0 110,0
ISCOT4-2017/2016
ISCO T4-2016/2015
a) 10=Alimentari; 11= Bevande; 13=Tessile; 14=Abbigliamento; 15=Pelli; 16=Legno; 17=Carta; 18=Stampa; 19=Prodotti petroliferi;
20=Chimica; 21=Farmaceutica; 22=Gomma e plastica; 23=Minerali non metalliferi; 24=Metallurgia; 25=Prodotti in metallo;
26=Elettronica; 27=Apparecchiature elettriche; 28=Macchinari; 29=Autoveicoli; 30=Altri mezzi di trasporto; 31=Mobili; 32=Altre
manifatturiere;33=Riparazioneemanutenzionedimacchinarieapparecchiature.
12. CRESCITA DIFFUSA DELL’OUTPUT E DELLO STOCK DI CAPITALE INDUSTRIALE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Le indagini qualitative mostrano
segnali di ripresa diffusa a livello
settoriale, con miglioramenti
rilevati per molti aspetti
dell’attività delle imprese.
Il 45,5% delle unità
manifatturiere dichiara di avere
aumentato il fatturato nel 2017,
il 41,2% la dotazione di capitale
fisico, il 30,8% gli addetti
(soprattutto, però, a bassa
qualifica), il 24,6% la dotazione
di capitale immateriale.
Settori: percentuali
generalmente in aumento
rispetto al 2016, in particolare
nei settori dei mezzi di trasporto
e di prodotti di elettronica.
Variazione dei principali aspetti dell’attività delle imprese
manifatturiere - Anno 2017 (% di imprese)
13. NUOVI INVESTIMENTI PER DUE TERZI DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Due terzi delle imprese (il 67%
delle unità) ha dichiarato di aver
effettuato investimenti nel 2017.
Sensibili differenze tra unità di
diverse dimensioni: la quasi
totalità (il 96,7%) nel caso delle
imprese più grandi (più di 250
addetti), quasi tre quarti (72,9%)
per quelle di media dimensione
(da 50 a 249 addetti), meno della
metà (il 42,0%) per quelle più
piccole (meno di 50 addetti).
Settori più dinamici nelle attività
di investimento: altri mezzi di
trasporto, autoveicoli,
raffinazione, farmaceutica.
Quota di imprese manifatturiere che dichiara di effettuare nuovi
investimenti - Anno 2017 (%)
90,9
88,2 86,5 86,0
81,9
78,1 78,1
76,3 75,4
72,9
67,1 66,5 64,9 64,1
59,5 58,7
55,5 54 53 53
50,9
41,3
37,2
67,0
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
30 29 19 21 12 11 26 17 27 20 24 28 23 10 25 15 13 14 31 32 18 16 33
10=Alimentari; 11= Bevande; 12=Tabacco; 13=Tessile; 14=Abbigliamento; 15=Pelli; 16=Legno; 17=Carta; 18=Stampa; 19=Prodotti
petroliferi; 20=Chimica; 21=Farmaceutica; 22=Gomma e plastica; 23=Minerali non metalliferi; 24=Metallurgia; 25=Prodotti in
metallo; 26=Elettronica; 27=Apparecchiature elettriche; 28=Macchinari; 29=Autoveicoli; 30=Altri mezzi di trasporto; 31=Mobili;
32=Altremanifatturiere;33=Riparazioneemanutenzionedimacchinarieapparecchiature.
14. FOCUS: IMPRESE INDUSTRIALI E SVILUPPO SOSTENIBILE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Da una prima indagine
sull’orientamento delle imprese
verso lo sviluppo sostenibile: il
15,1% delle unità è classificabile
come mediamente sostenibile, il
17,6% altamente sostenibile.
Motivazioni prevalenti:
miglioramento dell’immagine
aziendale (77,6%), riduzione dei
costi (60,4%), ricerca di nuovi
segmenti di mercato (49%).
Rispetto alle unità a sostenibilità
nulla, si stimano differenziali di
produttività superiori del 7,9%
per le imprese mediamente
sostenibili e del 10,2% per quelle
altamente sostenibili.
Motivazioni dei comportamenti orientati alla sostenibilità, per
dimensione dell’impresa – Anno 2017 (%)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
nuovisegmentidi
mercato
riduzionecosti
produzione
sperimentare
progettiinnovativi
migliorare
immagineazienda
prescrizionedi
legge
Piccole(5-49addetti) Medie(50-249addetti) Grandi(250addettieoltre)
15. FORTI ETEROGENEITA’ SETTORIALI DELLA RIPRESA NEI SERVIZI
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INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Anche nei servizi di mercato
emergono segnali di
consolidamento della ripresa.
Nel 2017 il fatturato complessivo
è cresciuto del 3,4%, in netta
accelerazione rispetto agli anni
precedenti.
In evidenza il comparto dei
trasporti e magazzinaggio (+4,4%
rispetto al 2016), agenzie viaggio
e supporto alle imprese (4,2%),
commercio all’ingrosso (3,9%).
Debolezza della crescita nei
Servizi di informazione e
comunicazione e nelle Attività
professionali, scientifiche e
tecniche.
Indici del fatturato dei servizi per sezione – Anno 2017 (variazioni
tendenziali trimestrali, valori percentuali)
6,0
4,4
0,8
0,5
2,3
4,6
2,7
4,5
5,8
0,3
-0,2
3,5
2,7
4,7
2,3
-0,5
0,6
4,3
4,7
3,6
3,2
-0,7
0,5
4,1
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
G* H I J M N
I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre
*Al netto del Commercio al dettaglio.
G= Commercio all'ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli; H= Trasporto e
magazzinaggio; I= Attività dei servizi di alloggio e ristorazione; J= Servizi di informazione e
comunicazione; M= Attività professionali, scientifiche e tecniche; N= Agenzie di viaggio, servizi
di supporto alle imprese
16. IN ITALIA LA RIPRESA CICLICA E’ ASSOCIATA A FENOMENI DI RIPOSIZIONAMENTO
STRUTTURALE DELLE IMPRESE E DEI SETTORI: QUALE RUOLO HA L’INNOVAZIONE?
LA TRANSIZIONE DIGITALE E’ IN CORSO: COME SI POSIZIONANO LE IMPRESE?
COME INTERAGISCONO PROPENSIONE ALL’INNOVAZIONE, GRADO DI
DIGITALIZZAZIONE E DOTAZIONE DI CAPITALE FISICO E UMANO?
QUALI EVIDENZE STANNO EMERGENDO PER QUANTO RIGUARDA L’IMPATTO
OCCUPAZIONALE DELLA TRANSIZIONE DIGITALE SU QUANTITA’ E QUALITA’
DELL’OCCUPAZIONE?
LA «MAPPA» DELLE IMPRESE ITALIANE MOSTRA UNA RILEVANTE AREA DI UNITA’ NON
COINVOLTE NELLA TRANSIZIONE DIGITALE, UNA LIMITATA MA SIGNIFICATIVA AREA DI
IMPRESE «DIGITALI COMPIUTE» E UN SEGMENTO CONSISTENTE DI IMPRESE
«SENSIBILI» CON UN ELEVATO POTENZIALE.
CAPITOLO 3: INNOVAZIONE, DIGITALIZZAZIONE, CRESCITA
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6
INVESTIMENTI,
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
17. ETEROGENEITA’ DEI COMPORTAMENTI INNOVATIVI NEI SETTORI
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INNOVAZIONE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Innovazione di prodotto o di processo
in aumento rispetto al 2012-2014:
48,7% per cento per il totale delle
imprese (+4 p.p) e 57,8% nella
manifattura (+7 p.p)
Oltre un terzo delle imprese di
elettronica, autoveicoli, bevande e
chimica è costituito da «Innovatori
forti»(innovazioni di prodotto e
processo combinata a quelle di tipo
«soft» - marketing e organizzazione).
Per macchinari e apparecchiature
elettriche più orientamento
all’innovazione di prodotto
Per farmaceutica e metallurgia più
innovazione di processo.
Presenza di «Potenziali innovatori» in
particolare nell’elettronica, chimica e
farmaceutica.
Imprese innovatrici per tipologia e attività economica – Manifattura –
Anni 2014-2016 (% sul totale del settore)
Legenda: 10=Alimentari; 11_12= Bevande e tabacco; 13=Tessile; 14=Abbigliamento;
15=Pelli; 16=Legno; 17=Carta; 18=Stampa; 19=Prodotti petroliferi; 20=Chimica;
21=Farmaceutica; 22=Gomma e plastica; 23=Minerali non metalliferi; 24=Metallurgia;
25=Prodotti in metallo; 26=Elettronica; 27=Apparecchiature elettriche; 28=Macchinari;
29=Autoveicoli; 30=Altri mezzi di trasporto; 31=Mobili; 32=Altre manifatturiere;
33=Riparazione e manutenzione di macchinari e apparecchiature.
18. MIGLIORE PERFORMANCE DELLE IMPRESE INNOVATRICI
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
All’interno delle diverse classi
dimensionali il valore aggiunto
per addetto aumenta in modo
evidente nel passaggio da assenza
di innovazione a innovazione
soft, raggiungendo i livelli
massimi tra gli Innovatori forti.
Importanti differenze non solo
tra innovatori e non innovatori,
ma anche tra «Innovatori forti» e
«Innovatori soft».
Nella manifattura il vantaggio
aumenta all’aumentare della
dimensione aziendale, nei servizi
è maggiore per le medie imprese,
limitato nelle piccole.
Valore aggiunto per addetto delle imprese innovatrici e non
innovatrici, per macrosettore e classe di addetti – Anno 2015
19. INNOVAZIONE E DIGITALIZZAZIONE
1
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INNOVAZIONE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
I settori con una propensione alta o medio-alta
a innovare prodotti/servizi si concentrano
nella manifattura (12 comparti su 18), mentre
nel terziario l’innovazione di prodotto/servizio
coinvolge in misura elevata solo informatica,
Tlc e altre attività professionali.
La propensione all’uso di tecnologie digitali è
concentrata nella manifattura (6 settori su
18), mentre risulta ben più diffusa nei servizi.
Innovazione: non solo effetti diretti (sulla
performance d’impresa), ma effetti indiretti
(trasmissione via scambi intersettoriali).
Network analysis: i comparti con i maggiori
legami fra innovazione e digitalizzazione
generano effetti di trasferimento ampi
(autoveicoli, altri mezzi di trasporto,
elettronica, ricerca e sviluppo, Tlc).
Propensione all’innovazione e livello di digitalizzazione,
per settore di attività economica – Anni 2012-2014
Innovazione
di prodotto
Innovazione
di processo
Livello di
digitalizzazi
one
Pubblicità
Altre attività professionali
Servizi postali
Editoria
Programmazione e trasmissione
Telecomunicazioni
Informatica
Contabilità e consulenza
Riparazione
Costruzioni
Commercio ingrosso
Trasporti
Architettura e ingegneria
Ricerca e sviluppo
Gomma e plastica
Minerali non metalliferi
Magazzinaggio
Prodotti in metallo
Elettronica
Apparecchiature
Macchinari
Autoveicoli
Altri mezzi di trasporto
Altre manifatturiere
Metallurgia
Settori di attività economica
Alimentari e bevande
Tessile e abbigliamento
Legno
Carta
Stampa
Chimici
Farmaceutici
Alta Medio-bassa
Medio-alta Bassa
20. DIGITALIZZAZIONE E DOTAZIONE DI CAPITALE (UMANO E FISICO)
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INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
DELLE IMPRESE
ITALIANE
ROBERTO
MONDUCCI
MILANO
23 MARZO 2018
RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Classificazione delle imprese per
grado di digitalizzazione (su 6
indicatori basati sugli investimenti
tecnologici effettuati dalle imprese nel
periodo 2014-2016 + Digital intensity
Index di Eurostat): alta (5%), media
(32%) e bassa digitalizzazione (63%).
La dotazione di capitale fisico e umano
condiziona la propensione alla
digitalizzazione.
Indicatore sintetico di capitale
umano a livello di impresa (livello di
istruzione e job tenure) e capitale
fisico (valore delle immobilizzazioni
materiali e immateriali): 4
raggruppamenti di imprese (alto: 7%,
medio: 16%, medio-basso: 17%, basso:
60%).
DIGITALIZZAZIONE E CAPITALE UMANO E FISICO DELLE
IMPRESE
21. UNA MAPPATURA DELLA TRANSIZIONE DIGITALE
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INVESTIMENTI,
INNOVAZIONE
E TRANSIZIONE
DIGITALE
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23 MARZO 2018
RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Dalla percezione sulla rilevanza
dell’investimento Ict per l’attività
d’impresa nel 2017-2018 e dall’incrocio
delle due classificazioni precedenti: 5
gruppi di transizione digitale.
«Indifferenti»
>50% in quasi tutta la manifattura
(tranne farmaceutica, elettronica, altri
mezzi di trasporto, bevande)
≈70% nella manifattura tradizionale
«Digitali compiute»
Tlc (35%), informatica (23%), bevande
(11,7%) e farmaceutica (11,2%).
La produttività aumenta, per ogni livello
di digitalizzazione, al crescere della
dotazione di capitale fisico e umano; allo
stesso tempo, per ogni grado di dotazione
di capitale, ad un upgrade digitale è
associato una produttività più elevata.
SINTESI DEI PROFILI DI DIGITALIZZAZIONE E
CAPITALE UMANO E FISICO DELLE IMPRESE
22. I GRUPPI DI PROPENSIONE ALLA TRASFORMAZIONE DIGITALE
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E TRANSIZIONE
DIGITALE
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
La combinazione di capitale umano,
capitale fisico, uso di tecnologie Ict e
propensione alla digitalizzazione
evidenzia secondo una chiave di
lettura originale i punti di debolezza e
di forza del sistema produttivo italiano
e la permeabilità a policy mirate alla
sua modernizzazione.
Ampia presenza di “Indifferenti” (66%)
tra le piccole imprese, inferiore per le
medie (44,2%) e le grandi (24,1%)
Maggiore presenza di sensibili
vincolate (target interessante per le
policy) tra medie e grandi imprese
(28,5 e 27,7%).
Ampie differenze per le digitali
compiute: sono il 2,1% delle piccole, il
7,3% delle medie e il 19,3% delle
grandi imprese.
I cinque gruppi di propensione alla trasformazione digitale, per
dimensione delle imprese
(Percentuali di imprese; unità con almeno 10 addetti)
23. QUALI EFFETTI SULLA CREAZIONE NETTA DI POSTI DI LAVORO? - 1
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
In tutte le classi di addetti, nelle
“Digitali compiute” e “Digitali
incompiute”, nel 2016-17 1 impresa
su 2 ha aumentato i posti di lavoro di
circa il 3,5%, (totale sistema: +0,6%).
Attenzione agli effetti qualitativi
(sugli skills):
Nel 2016-2017 chi aveva una
maggiore propensione alla
digitalizzazione ha modificato la
forza lavoro a vantaggio delle
figure più qualificate.
Ma la prevalenza, nel sistema, di
imprese a bassa propensione alla
digitalizzazione ha determinato,
per il sistema nel complesso, una
ricomposizione degli skills verso
qualifiche professionali inferiori.
Variazione delle posizioni lavorative dipendenti, per classe di
addetti e gruppo di propensione alla trasformazione digitale –
Anni 2016-2017 (mediane, variazioni percentuali)
24. QUALI EFFETTI SULLA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO? - 2
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Oltre l’effetto «medio»: stima
dell’impatto della propensione alla
digitalizzazione, delle diverse
strategie innovative e
dell’investimento in capitale fisico
e umano sulla creazione di posti di
lavoro delle imprese nel 2014-17.
Capitale umano, produttività e
innovazione forte: fattori di
convergenza del sistema verso
l’alto.
Un’elevata digitalizzazione ha
spinto la creazione di posti di
lavoro nella fascia media (blu) e
alta (verde), non in quella bassa
(rosso): qui esistono vincoli di altro
tipo (es. capitale…)?
Effetti delle strategie d’impresa sulla performance occupazionale
delle aziende - Anni 2014-2017 (contributi alla variazione dei quartili
della distribuzione base della variazione delle posizioni lavorative,
valori percentuali)
25. QUALI EFFETTI SULLA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO? - 3
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Nelle piccole imprese l’impatto
dei diversi fattori agisce
positivamente soprattutto sulla
fascia media e alta, mentre
quella bassa resta
sistematicamente depressa.
Unica eccezione: la condizione
di innovatore forte
(combinazione di prodotto, di
processo, organizzativa e di
marketing) ha un forte effetto
propulsivo sulla creazione di posti
di lavoro, ma soprattutto
migliora in misura significativa
l’intera distribuzione della
dinamica occupazionale.
Effetti delle strategie d’impresa sulla performance occupazionale delle
piccole imprese (10-49 addetti) - Anni 2014-2017 (contributi alla variazione
dei quartili della distribuzione base della variazione delle posizioni lavorative,
valori percentuali)
26. CAPITOLO 4: PRIME VALUTAZIONI SUL PIANO «IMPRESA 4.0»
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
GLI INCENTIVI HANNO AVUTO UN RUOLO DECISIVO NELLE DECISIONI DI
INVESTIMENTO DELLE IMPRESE?
QUALI GLI EFFETTI DEGLI INCENTIVI NEL PROSSIMO BIENNIO? TRE ESERCIZI DI
SIMULAZIONE:
1. EFFETTI SULLA DINAMICA DEGLI INVESTIMENTI TOTALI E DELLE COMPONENTI
MATERIALE E IMMATERIALE.
2. IL CREDITO DI IMPOSTA IN R&S: EFFETTI SU SPESA E ASSUNZIONI IN R&S NEL
2015.
3. LA SOSTITUZIONE LAVORO/CAPITALE NEL BREVE PERIODO: BALANCING DELLE
NORME.
VALUTAZIONI PRELIMINARI: I PRIMI EFFETTI RILEVABILI SEGNALANO UNA
SIGNIFICATIVA ESTENSIONE DELLA PLATEA DI UNITA’ COINVOLTE ED EFFETTI
ESPANSIVI APPREZZABILI.
27. lL RUOLO DEGLI INCENTIVI NELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO - 1
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Importanza diffusa degli incentivi per gli
investimenti della manifattura nel 2017:
Super ammortamento: 62,1%
57,3% piccole; 66,9% medie;
62,9% grandi
>50% in 21 settori su 23
Iper ammortamento: 47,6%
34,2% piccole; 53,0% medie;
57,6% grandi
≈60% in app. elettrici, gomma e
plastica, metallurgia
Credito d’imposta in R&S: 40,8%
30,0% piccole; 45,5% medie;
47,1% grandi
≈60% (o più) in automotive e
elettronica
Rilevanza degli incentivi nella decisione di investire delle
imprese, per dimensione - Anno 2017 (Percentuali di risposte
«molto» o «abbastanza» rilevante; manifattura)
Fonte: Indagine sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Nel 2018:
Il 45,7% delle imprese dichiara che
investirà in software, il 32% in
tecnologie machine-to-machine o IoT, il
27% in connessione ad alta velocità
(cloud, mobile, big data ecc.) e in
sicurezza informatica (in misura
direttamente proporzionale alla
dimensione d’impresa).
Orientamenti sulle competenze del
personale impiegato: un quarto delle
imprese prevede di reclutare risorse
«competenti», il 38% di investire nella
formazione dei lavoratori occupati.
La spinta all’adeguamento tecnologico
e alla formazione del personale sono
più diffusi nei settori a più elevata
intensità tecnologica (elettronica, altri
mezzi di trasporto, farmaceutica).
Intenzioni di investire nelle tecnologie abilitanti nel 2018
(manifattura; percentuali di imprese)
Fonte: Indagine sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere
lL RUOLO DEGLI INCENTIVI NELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO - 2
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RAPPORTO
SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
Dal modello di previsione dell’Istat (MeMo): da super ammortamento, iper
ammortamento e credito imposta R&S è attesa una crescita degli investimenti sia nel
2018 sia nel 2019, di maggiore intensità per quelli in proprietà intellettuale rispetto
agli acquisti di macchinari.
Valutazione d’impatto del credito d’imposta in R&S nel 2015:
impatto incerto sulla spesa in R&S;
impatto positivo sugli occupati in R&S delle beneficiarie: +6 addetti rispetto alle non
beneficiarie e +2 rispetto alle eleggibili che non hanno utilizzato l’incentivo.
Simulazione dell’effetto di sostituzione lavoro/capitale: nel breve periodo c’è e può
essere compensata dall’adozione congiunta di diverse misure specifiche (riduzione
dell’aliquota contributiva ma anche, ad esempio, assunzioni assistite dal credito di
imposta in R&S).
TRE ESERCIZI DI SIMULAZIONE SU «IMPRESA 4.0»
30. I dati e le analisi presentate forniscono alcune risposte sulle caratteristiche
dell’attuale fase ciclica, sul ruolo dell’innovazione, della digitalizzazione e
della dotazione di capitale fisico e umano per raggiungere più elevati ritmi di
crescita economica, sul ruolo svolto dalle politiche di incentivo per sollecitare
cambiamenti in aree e in segmenti che necessitano di un recupero competitivo.
L’utilizzo di estese e complesse basi di dati microeconomici che integrano dati
amministrativi e indagini statistiche ha consentito di profilare le imprese
maggiormente strutturate (circa 190mila unità con almeno 10 addetti, che
rappresentano circa tre quarti dell’occupazione dipendente e del valore aggiunto)
evidenziando l’impatto delle caratteristiche strutturali e delle strategie
adottate sulla loro performance economica e sulle dinamiche settoriali.
Complessivamente, il quadro statistico e analitico presentato consente di
identificare, oltre che i progressi sul sentiero della ripresa, alcuni ritardi che
condizionano competitività e crescita, colmabili - almeno in parte - agendo sui
fattori di maggiore impatto identificati dalle analisi proposte.
CONCLUSIONI
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SULLA
COMPETITIVITÀ
DEI SETTORI
PRODUTTIVI
31. Un ringraziamento a tutti coloro che, nella Task-force coordinata da Stefano Costa e Claudio
Vicarelli e nelle diverse strutture dell’Istituto hanno contribuito al Rapporto con gli
approfondimenti analitici, le basi dati, la realizzazione e diffusione del prodotto finale.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE