presentazione del Rapporto Annuale 2018 nell'ambito della LV riunione scientifica SIEDS -
Coesione sociale, welfare e sviluppo equo e sostenibile
Varese, 25 maggio 2018
G. Alleva, Rapporto Annuale 2018 La situazione del Paese
1. VARESE|25 MAGGIO 2018
LV RIUNIONE SCIENTIFICA SIEDS
COESIONE SOCIALE,
WELFARE E
SVILUPPO EQUO E SOSTENIBILE
Giorgio Alleva | Presidente dell’Istituto nazionale di statistica
3. BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE - BES
Italia
2016 2017
Lombardia
2016 2017
REDDITO MEDIO DISPONIBILE AGGIUSTATO PRO CAPITE 21.836 22.226
INDICE DI DISUGUAGLIANZA DEL REDDITO DISPONIBILE (dati stimati) 6,3 6,4
INDICE DI POVERTÀ ASSOLUTA (dato provvisorio per il 2017) 7,9 8,3
SPERANZA DI VITA IN BUONA SALUTE ALLA NASCITA (dato provvisorio per il 2017) 58,8 58,5 60,5
ECCESSO DI PESO 44,8 44,8 41,7 42,1
USCITA PRECOCE DAL SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE 13,8 14,0 12,7 12,0
TASSO DI MANCATA PARTECIPAZIONE AL LAVORO 21,6 20,5 12,3 11,0
RAPPORTO TRA TASSO DI OCCUPAZIONE DELLE DONNE 25-49 ANNI CON FIGLI IN ETÀ
PRESCOLARE E DELLE DONNE SENZA FIGLI
76,0 75,5 78,7 79,0
INDICE DI CRIMINALITÀ PREDATORIA (dato provvisorio per il 2017) 26,0 24,1
INDICE DI EFFICIENZA DELLA GIUSTIZIA CIVILE 460 445 250 254
EMISSIONI DI CO2 E ALTRI GAS CLIMA ALTERANTI (dati stimati) 7,4 7,6
INDICE DI ABUSIVISMO EDILIZIO 19,6 19,4
4. DINAMICA DEMOGRAFICA
Anni 2007-2017 (stima). Valori in migliaia
POPOLAZIONE RESIDENTE
IMMIGRAZIONI, EMIGRAZIONI E SALDO MIGRATORIO CON L’ESTERO
DAL 2007 AL 2017
Popolazione residente
60,5 milioni / 10,0in Lombardia
Popolazione straniera
(incidenza 8,4% / 11,3% in Lombardia)
5,6 milioni / 1,1 in Lombardia
527.123
494.394
421.859
447.744
385.793
350.772
307.454
277.631
280.078
300.823
337.000
0
100
200
300
400
500
600
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Immigrazioni Emigrazioni
SALDO MIGRATORIO
Iscrizioni dall’estero
527mila 337mila
Emigrazioni per l’estero
51mila 153mila
DAL 2007 AL 2017
13% degli iscritti
sono cittadini italiani
in rientro nel Paese
5. DECLINO DEMOGRAFICO
NASCITE E NUMERO MEDIO DI FIGLI PER DONNA PER CITTADINANZA DELLA MADRE
Anni 2003-2017. Valori assoluti (scala sinistra) e numeri medi (scala destra)
La dinamica migratoria
positiva non compensa il
saldo naturale negativo.
400,000
420,000
440,000
460,000
480,000
500,000
520,000
540,000
560,000
580,000
600,000
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
0.00
0.50
1.00
1.50
2.00
2.50
3.00
3.50
Numero medio di figli
per donna (straniere)
Numero medio di figli
per donna (italiane)
NASCITE
DINAMICARICONDUCIBILEALLARIDUZIONE
DELNUMERO DI DONNE IN ETÀ FECONDA
LAPOPOLAZIONE DIMINUISCE
PER ILTERZO ANNO CONSECUTIVO
LE NASCITE SONO IN CALO DA9ANNI
TASSO DI FECONDITÀ
1,28 figli per donna italiana
in Lombardia
2,13 figli per donna straniera
in Lombardia
6. INVECCHIAMENTO
TITOLO
PERIODO. UDM
UNA POPOLAZIONE CHE INVECCHIA
Si accentua l’invecchiamento della
popolazione
Si riduce il divario fra uomini e
donne in termini di sopravvivenza
168,7 anziani
ogni 100 giovani:
secondo Paese più vecchio
dopo il Giappone
(162 in Lombardia)
PIRAMIDI DELLE ETÀ DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE AL 1 GENNAIO 2018 (STIMA) E AL 1 GENNAIO 2038 (PREVISIONE)
Anni 2008 e 2038. Valori percentuali
1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100+
2018
Maschi Femmine
1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100+
2038
Maschi Femmine
REGIONE LOMBARDIA
81,2 la speranza di vita in anni
per i maschi (80,6 in Italia)
85,5 la speranza di vita in anni
per le femmine (84,9 in Italia)
8. PROFILI RELAZIONALI DELLE PERSONE
3 milioni di persone
dichiarano di non avere
nessuna rete esterna
alla famiglia
numero medio
di parenti stretti
su cui contare
5,4
1,9
PERSONE DI 14 ANNI E PIÙ PER PROFILO RELAZIONALE
Anno 2016. Valori percentuali
6 MILIONI DI PERSONE DI 14ANNI E PIÙ
POSSONO CONTARE SU RETI DIVERSE (11,2%)
IL 20% DICHIARA DI AVERE UNASOLA
RETE SU CUI FARE AFFIDAMENTO
numero medio
di altri parenti
su cui contare
SENZA RETI
ESTERNE
SOLO
AMICI
SOLO
SOSTEGNO
AMICI
E SOSTEGNO
AMICI, SOSTEGNO
E ASSOCIAZIONI
NON INDICATO
8,8
10,4
5,8
4,7
11,2
59,2
9. PROFILI RELAZIONALI DELLE PERSONE NEI TERRITORI
Nei territori del Centro-
nord è più alta la quota di
quanti partecipano
all’intera gamma di reti e
relazioni
PERSONE DI 14 ANNI E PIÙ PER PROFILO RELAZIONALE E RAGGRUPPAMENTO SOCIO-DEMOGRAFICO DI SISTEMI LOCALI
Anno 2016. Valori percentuali
LE RELAZIONI SOCIALI NON HANNO UNA
VALENZAESCLUSIVAMENTEAFFETTIVA
VARIABILITÀ FRAI TERRITORI
5.9
5.4
5.6
8.0
5.5
5.9
5.2
5.8
9.8
8.9
8.8
13.1
14.3
12.4
10.9
10.4
9.2
9.0
9.5
8.7
8.0
6.4
8.6
8.8
58.5
57.2
57.9
58.9
61.7
61.5
63.0
59.2
11.9
14.7
13.5
6.5
6.3
9.1
7.8
11.2
Le città del Centro-nord
La città diffusa
Il cuore verde
I centri urbani meridionali
I territori del disagio
Il Mezzogiorno interno
L'altro Sud
Italia
Senza reti esterne Solo amici Solo sostegno Amici e sostegno Amici, sostegno e associazioni Non indicato
La quota di persone senza
reti esterne alla famiglia è
massima nei centri urbani
meridionali (8,0%),
minima nei territori
dell’altro Sud (5,2%)
10. RELAZIONI E SODDISFAZIONE PER LA VITA
53% soddisfatto
della quantità di tempo
che trascorre con gli amici
37% non ha abbastanza tempo
da passare con gli amici
PERSONE DI 14 ANNI E PIÙ MOLTO SODDISFATTE PER ALCUNI ASPETTI DELLA PROPRIA VITA,
FIDUCIA VERSO GLI ALTRI E PRESENZA DI RETE DI SOSTEGNO
Anno 2016. Per 100 persone con le stesse caratteristiche
Chi vive da solo
e non ha una rete di sostegno
indica con minor frequenza
punteggi alti di soddisfazione
per la vita
SODDISFAZIONE PER LAVITA
31.4
26.9
13.1
11.4
13.3
43.2
34.7
26.0
15.3
21.2
Molto soddisfatti per la vita nel complesso
Molto soddisfatti per le relazioni familiari
Molto soddisfatti per le relazioni con gli amici
Molto soddisfatti per il tempo libero
Hanno fiducia negli altri
Le persone che si
impegnano in associazioni
si mostrano più ottimiste
verso il futuro
Ha rete di sostegno
Non ha rete di sostegno
11. AIUTI RICEVUTI E SOSTEGNO
FAMIGLIE CHE HANNO RICEVUTO ALMENO UN AIUTO GRATUITO DA PERSONE NON COABITANTI
PER PRESENZA IN FAMIGLIA DI PERSONE CON LIMITAZIONI
Anno 2016. Per 100 famiglie con le stesse caratteristiche
31.7 24.6 14.5 16.1
Limitazioni gravi Qualche limitazione Nessuna limitazione Totale
44,7% DEGLI INDIVIDUI HAALMENO
UNAPERSONASU CUI CONTARE PER BISOGNO
URGENTE DI DENARO
16,1% DELLE FAMIGLIE HABENEFICIATO
DIALMENO UNAIUTO GRATUITO
La pluralità di reti
è un valore in termini
di sostegno e benessere
individuale
1 persona su 3
ha dato almeno un aiuto gratuito
nelle 4 settimane precedenti
l’intervista
12. LE RETI DI SOSTEGNO
l’ampiezza della rete dipende da caratteristiche personali, socio-economiche e territoriali
13. CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
TITOLO
DI STUDIO ETÀ
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
ALMENO
DIPLOMA DI SCUOLA
SUPERIORE
FINO ALLA
LICENZA MEDIA
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
DIPLOMA LAUREA 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
TERRITORIO
CITTÀ DEL
MEZZOGIORNO
ALTRI
TERRITORI
ETÀ
25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
LE RETI DI SOSTEGNO: OTTO PROFILI
TITOLO DI STUDIO
49MILIONI
DI PERSONE
di 18 anni e più
14. CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
TITOLO
DI STUDIO ETÀ
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
DIPLOMA LAUREA 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
TERRITORIO
CITTÀ DEL
MEZZOGIORNO
ALTRI
TERRITORI
ETÀ
25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
LE RETI DI SOSTEGNO: OTTO PROFILI
TITOLO DI STUDIO
49MILIONI
DI PERSONE
di 18 anni e più
ALMENO
DIPLOMA DI SCUOLA
SUPERIORE
FINO ALLA
LICENZA MEDIA
15. TITOLO
DI STUDIO ETÀ
DIPLOMA LAUREA 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
TERRITORIO
CITTÀ DEL
MEZZOGIORNO
ALTRI
TERRITORI
ETÀ
25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
LE RETI DI SOSTEGNO: OTTO PROFILI
TITOLO DI STUDIO
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
49MILIONI
DI PERSONE
di 18 anni e più
ALMENO
DIPLOMA DI SCUOLA
SUPERIORE
FINO ALLA
LICENZA MEDIA
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
16. LE RETI DI SOSTEGNO: OTTO PROFILI
TITOLO DI STUDIO
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
TITOLO
DI STUDIO ETÀ
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
49MILIONI
DI PERSONE
di 18 anni e più
ALMENO
DIPLOMA DI SCUOLA
SUPERIORE
FINO ALLA
LICENZA MEDIA
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
LAUREA DIPLOMA 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
TERRITORIO
CITTÀ DEL
MEZZOGIORNO
ALTRI
TERRITORI
ETÀ
25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI
17. OCCUPATO
TERRITORIO
CITTÀ DEL
MEZZOGIORNO
ALTRI
TERRITORI
LE RETI DI SOSTEGNO: OTTO PROFILI
TITOLO DI STUDIO
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
TITOLO
DI STUDIO ETÀ
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
49MILIONI
DI PERSONE
di 18 anni e più
ALMENO
DIPLOMA DI SCUOLA
SUPERIORE
FINO ALLA
LICENZA MEDIA
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONE
18-24 ANNI 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
ETÀ
18-24 ANNI 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
LAUREA DIPLOMA
18. LE RETI DI SOSTEGNO: OTTO PROFILI
TITOLO DI STUDIO
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
TITOLO
DI STUDIO ETÀ
CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
49MILIONI
DI PERSONE
di 18 anni e più
ALMENO
DIPLOMA DI SCUOLA
SUPERIORE
FINO ALLA
LICENZA MEDIA
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
INATTIVO,
IN CERCA DI OCCUPAZIONEOCCUPATO
TERRITORIO
ALTRI
TERRITORI
CITTÀ DEL
MEZZOGIORNO
ETÀ
18-24 ANNI 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
18-24 ANNI 25-64 ANNI,
65 E PIÙ
LAUREA DIPLOMA
19. LE RETI E IL LAVORO
svolgono una funzione importante
nelle strategie di ricerca dell’occupazione
21. STRATEGIE DI RICERCA: ESITI
TITOLO
PERIODO. UDM
ESITI DELLE AZIONI DI RICERCA
dei non occupati nel 2016
ha trovato nel 2017 un
lavoro atipico non
specializzato
46,3%
Oltre la metà dei disoccupati ha
trovato lavoro attraverso canali
formali
Esiste una relazione tra tipo di
ricerca e tipo di collocazione
Strategie di ricerca più
complesse e formali
favoriscono un lavoro più
qualificato
TIPOLOGIA DELL'OCCUPAZIONE NEL 2017 PER STRATEGIA DI RICERCA DI LAVORO NEL 2016
Anno 2017. Valori percentuali
45.7 46.3 48.5
40.4
46.3
47.9
30.3
19.8
16.9
26.2
4.5
16.4
22.6
31.7
19.6
1.9
7.0 9.2 11.1 7.9
Solo informali Entrambi con meno
formali
Entrambi con
più formali
Solo formali Totale
Atipico non
specializzato
Non atipico non
specializzato
Atipico
specializzato
Non atipico
specializzato
22. CANALI DI ACCESSO: GRUPPI DISCIPLINARI
LAUREATI NEL 2011 DELLA CLASSE DI ETÀ 20-34ANNI, OCCUPATI DOPO IL CONSEGUIMENTO DELLA LAUREA, PER
CANALI DI ACCESSO E GRUPPO DISCIPLINARE
Anno 2015. Valori percentuali
MENO “REDDITIZIO” ILLAVORO OTTENUTO
TRAMITE ILCANALE INFORMALE
MENO COERENTE CON ILPERCORSO
FORMATIVO
PERALCUNI GRUPPI DISCIPLINARI IMPORTANTE
LASEGNALAZIONE DELLE UNIVERSITÀ
Politiche attive
del lavoro efficaci anche
per contrastare povertà
ed esclusione sociale
trova lavoro
tramite canali
informali
32,8%
24,3%
trova lavoro inviando
il curriculum
o attraverso
inserzioni
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Giuridico
Agrario
Educazione fisica
Architettura
Geo-biologico
Medico
Insegnamento
Psicologico
Ingegneria
Linguistico
Economico-statistico
Letterario
Politico-sociale
Scientifico
Chimico-farmaceutico
Totale
Inserzioni
o Invio
curriculum
Informale Dopo stage
o tirocinio
Avvio attività
autonoma
Segnalazione
Università
Concorso pubblico Centro
per
l'impiego
23. ESITI OCCUPAZIONALI DEI LAUREATI
TITOLO
PERIODO. UDM
ACCESSO E QUALITÀ DEL LAVORO
Livelli di appagamento e di
education match più elevati se il
canale di accesso è il concorso
pubblico
La segnalazione dell’Università è
associata al lavoro ottimale
CANALI DI ACCESSO AL LAVORO DEI LAUREATI PER QUALITÀ DELL'OCCUPAZIONE
Anno 2015. Numeri indice (MPI corretto)
70
85
100
115
130
Informale Centro per
l'impiego
Inserzioni
o invio
curriculum
Avvio
attività
autonoma
Dopo stage
o tirocinio
Concorso
pubblico
Segnalazione
Università
Lavoro appagante Lavoro ottimale Education match
All’ultimo posto della
graduatoria dell’efficacia di
ottenere un lavoro ottimale e
pienamente soddisfacente il
canale informale
Rafforzamento dei servizi
per l’impiego è cruciale
24. LE RETI DI IMPRESE
una fitta rete di relazioni: da quelle verticali a quelle complesse
25. I LEGAMI PRODUTTIVI NEL TERRITORIO
LEGAMI DI COMANDO E CONTROLLO: SISTEMI LOCALI
PER INTENSITÀ DELLA PRESENZA DI IMPRESE ESTERNE
CENTRI DECISIONALI PIÙ CONCENTRATI
NEI SISTEMI LOCALI DEL NORD-EST
DUE SENTIERI A ELEVATA
PRODUTTIVITÀ
più frammentato
da Milano verso il Veneto
e il confine orientale
più compatto
da Milano verso l’Emilia
NEL MEZZOGIORNO SISTEMI LOCALI
A BASSA INTERDIPENDENZA
MAGGIORI INTERCONNESSIONI NELLE
CITTÀ DI MEDIA E GRANDE DIMENSIONE
La contiguità spaziale e i
legami di comando e
controllo favoriscono la
trasmissione di know-how e
conoscenza
I PATTERN GEOGRAFICI DELLA PRODUTTIVITÀ DEL
LAVORO – TOTALE INDUSTRIA E SERVIZI
ALTA CONCENTRAZIONE DEI SISTEMI A
PRESENZA ESOGENA ATTORNO AI GRANDI
CENTRI DECISIONALI DI MILANO E
ROMA.
26. LA COLLABORAZIONE FRA LE IMPRESE
rapporti
di collaborazione
stabili rispetto
al 2015
+1,6%
+9,0%
DIFFUSIONE DELLE RETI D’IMPRESE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA
Anni 2013, 2015, 2017. Valori percentuali
0
10
20
30
40
50
60
2013 2015 2017
52,4% DELLE IMPRESE DICHIARA
RAPPORTI STABILI CONALTRE IMPRESE
ILDIVARIO FRANORD-EST E MEZZOGIORNO
È RELATIVAMENTE CONTENUTO
rapporti
di collaborazione
stabili rispetto
al 2013
Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno
30% DELLE IMPRESE IN RETI COMPLESSE
(SERVIZI COMUNI, INNOVAZIONE…)
Le reti e la condivisione
sono una risorsa
che fa la differenza
anche per gli autonomi
27. RETI COMPLESSE E PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO
TITOLO
PERIODO. UDMDIFFUSIONE E PERFORMANCE DELLE RETI COMPLESSE (*) PER ESTENSIONE GEOGRAFICA
Anni 2013-2017, percentuali di imprese e valore aggiunto per addetto in migliaia di euro 30% DELLE IMPRESE IN RETI COMPLESSE
(SERVIZI COMUNI, INNOVAZIONE…)
UNAQUOTAIN SENSIBILEAUMENTO NELTEMPO
La partecipazione delle
imprese a reti complesse,
soprattutto se estese
geograficamente, è
associata con livelli di
produttività più elevati
Controllando per il settore
d’attività, le dimensioni, la
localizzazione, a ogni «livello»
(estensione, complessità) di rete
aggiuntivo corrisponde un aumento
di circa il 5% nel valore aggiunto
per addetto
Fonte: elaborazione su dati MET
(*) reti non limitate alle relazioni d’affari (es. attività e servizi congiunti quali ricerca, logistica,
commercializzazione di prodotti)
52,4% DELLE IMPRESE DICHIARA
RAPPORTI STABILI CONALTRE IMPRESE
32. LE RETI NELLA RICERCA
il sistema delle
università mette
in relazione
gruppi
di istituzioni,
di studiosi
e comunità
studentesche
a livello
nazionale
e internazionale
33. IL SISTEMA DELLE UNIVERSITÀ COME RETE DELLE RETI
Anni 2014-2020. Indicatori di centralità Bonacich Power normalizzati.
Austria
Belgio
Germania
Danimarca
Grecia
Spagna
Altri paesi Ue
Europa non UeExtra Ue
Finlandia
Francia
Italia
Paesi Bassi
Svezia
Regno Unito
GRADO DI CENTRALITÀ DEI PRINCIPALI GRUPPI DI PARTECIPANTI A PROGETTI DI RICERCA HORIZON 2020
1.881 IMPRESE
372 ENTI DI RICERCA
245 ENTI NON PROFIT
161 ENTI PUBBLICI
98 UNIVERSITÀ
Università
Non profit
Imprese
Enti pubblici
Enti di ricerca
HORIZON 2020 | ITALIA
ITALIA
ruolo pivot di università
britanniche e tedesche
centralità delle università italiane
superiore
a Francia e Spagna
Fonte: Banca dati Horizon 2020
34. LA RETE INTERNAZIONALE DELLE UNIVERSITÀ
TITOLO
PERIODO. UDM LA RETE DELLE UNIVERSITA
Province italiane con una sede
universitaria (63)
Nel 2017, l'Italia ha collaborato a
progetti di ricerca di grande
rilevanza(103)
In Italia, il sistema
universitario è fortemente
internazionalizzato nelle
attività di ricerca
ACCORDI DI COLLABORAZIONE INTERUNIVERSITARIA INTERNAZIONALE DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE
Anno 2018 (accordi attivi fino al mese di aprile)
Tra le 32 università con un più
elevato numero di accordi di
collaborazione, l’Università
statale di Milano e La Sapienza
di Roma hanno un ruolo centrale
questa rete
35. LE RETI MUSEALI
la metà dei musei fa parte
di reti o sistemi museali
quasi 5 mila le istituzioni
aperte al pubblico
che valorizzano
il patrimonio del Paese
64,1%
sono pubbliche
63% fanno parte
di itinerari turistici
36.
37. UNA MAPPATURA DELL’INNOVAZIONE NEL SISTEMA DELLE IMPRESE
TITOLO
PERIODO. UDM
IMPRESE PER CATEGORIA DI INNOVATORI
IL 57,8% NELLAMANIFATTURA (+7 P.P.)
UNAQUOTAIN SENSIBILEAUMENTO NELTEMPO
Il grado di complessità
dell’innovazione raggiunto
permette di distinguere
cinque categorie di
innovatori, classificabili in
ordine decrescente di
intensità innovativa
La propensione innovativa è in
ripresa fra le unità di dimensione
piccola (+7,4 p.p.) e media (+3,4
p.p.), mentre è in lieve calo fra le
grandi imprese (-1,5 p.p.) per
effetto di una caduta nel comparto
dei servizi (dal 77 al 72,3%).
Fonte: Eurostat, Community Innovation Survey.
NEL2014-16 IL48,7% DELLE IMPRESE (10+) HA
SVOLTOATTIVITÀ FINALIZZATE ALL’INNOVAZIONE
14.8
11.9
9.0
10.6
2.4
51.3
Innovatori forti
Innovatori di prodotto
Innovatori di processo
Innovatori soft
Potenziali innovatori
Non innovatori
Anni 2014-2016, percentuale sul totale delle imprese 10+
38. UNA MAPPATURA DELLA TRANSIZIONE DIGITALE
TITOLO
PERIODO. UDM
SINTESI DEI PROFILI DI DIGITALIZZAZIONE E CAPITALE UMANO E FISICO DELLE IMPRESE CON ALMENO 10 ADDETTI
Profilo VA (%) Addetti (%)
DIGITALI
COMPIUTE
24,1 13,3
SENSIBILI 17,5 11,7
SENSIBILI
VINCOLATE
20,1 25,1
DIGITALI
INCOMPIUTE
7,7 10,2
INDIFFERENTI 30,6 39,7
Totale 100,0 100,0
39. IL RITARDO NELLA DIGITALIZZAZIONE
TITOLO
PERIODO. UDM
L’USO DI STRUMENTI E-BUSINESS NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI
Anno 2017, percentuali di imprese con 10 e più addetti MAANCORASCARSALAVELOCITÀ DIACCESSOA
INTERNET (SOLO IL7% DELLE IMPRESE CON
OLTRE 100 MB/S)
Decisive le tecnologie a
supporto del trattamento
e condivisione dei dati di
business.
Percentuali simili a Francia e
Germania nell’ERP.
USO DELWEB IN CRESCITA(72% VS. 77%
MEDIAUE28)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Spagna Francia Germania Italia UE28
ERP CRM SCM
Percentuali inferiori alla Germania
nel CRM.
Imprese italiane in forte ritardo nel
SCM.
40. QUALI EFFETTI SU PRODUTTIVITÀ E OCCUPAZIONE ?
TITOLO
PERIODO. UDM In tutti i macro-settori, la produttività aumenta all’aumentare
della “sensibilità” nei confronti del ruolo svolto dalla
trasformazione digitale nella competitività d’impresa.
In tutte le classi di addetti, fra le digitalizzate, una impresa su
due ha aumentato i posti di lavoro di circa il 3,5% nel biennio
2016-17 (totale sistema: +0,6%).
Attenzione agli effetti qualitativi (sugli skills):
o Nel 2016-2017 chi aveva una maggiore propensione alla digitalizzazione
ha modificato la forza lavoro a vantaggio delle figure più qualificate.
o Tuttavia, la prevalenza di imprese a bassa propensione alla digitalizzazione
ha determinato, per il sistema economico nel suo complesso, una
ricomposizione degli skills verso qualifiche professionali inferiori.