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Chirurgia del grande miope
-valutazione preoperatoria
-indicazioni
-tecnica
-timing




Michele Coppola
Miopia elevata                          Miopia patologica

La miopia elevata è definita come un
                                          •   Elevato errore refrattivo associato
errore refrattivo superiore a -6D             alla presenza di anomalie del bulbo
associata ad una lunghezza assiale            oculare
>26 mm. Distinguiamo:


•MIOPIA REFRATTIVA                            •   Assottigliamento ed elongazione della sclera e
Eccessiva curvatura di cornea e/o                 della coroide
cristallino
                                              •   Stafiloma miopico posteriore

•MIOPIA ASSILE                                •   Alterazioni retiniche meccaniche ed ischemiche
Eccessiva lunghezza del bulbo oculare
PREVALENZA DELLA MIOPIA ELEVATA
                                    Fattori associati con lo
                                   sviluppo di miopia elevata

•   Distribuita su base genetica
    nella popolazione generale

       0% Sherpa, Maori

       0.2%-2% USA

       1.7%-3.3% Europa

       23% Sud-Est Asiatico
Patogenesi della miopia patologica

•   Alterazioni ultrastrutturali della sclera geneticamente determinate
    (alterata fibrillogenesi, mutazioni della morfologia delle fibre collagene sclerali e alterazione dei
    legami intercollagenici)



•       indebolimento della parete sclerale

•       conseguente allungamento in senso assiale del bulbo,
    anche in risposta a stimoli ambientali (deprivazione luminosa,
    attività visiva per vicino, malnutrizione…)

•      stiramento meccanico ed assottigliamento di coroide ed
    epitelio pigmentato retinico, con concomitanti alterazioni vascolari
    e degenerative

•      patologie a carico della retina, sia a livello del polo
    posteriore che della periferia, e del corpo vitreo.
Alterazioni del polo posteriore
  nella miopia elevata




                                                 Lacquer cracks
Atrofia corioretinica peripapillare e maculare   Chiazza di fuchs
Disco ottico tiltato, ruotato ed ingrandito




Emorragie sottoretiniche al polo posteriore
Visibilità della vascolarizzazione coroideale
                                                 Stafiloma posteriore
Classificazione oftalmoscopica della macula
         Avila, Ophthalmology 1984)
Alterazioni della periferia
retinica nella miopia elevata




                                  Degenerazione a bava di lumaca
 Estesa degenerazione a lattice




Bianco senza pressione            Degenerazione pavimentosa
Alterazioni vitreali
nella miopia elevata




                                      Colliquazione estesa
                                      del gel vitreale


Distacco posteriore di vitreo
(12.5%-60.7% per AL > 30 mm)




                                Vitreoschisi con lacune vitreali
                                posteriori e anomalie dell’interfacie
                                vitreoretinica
• Queste alterazioni sono implicate nella patogenesi delle
  condizioni patologiche associate alla miopia elevata:

• Distacco di retina regmatogeno
• Schisi maculare e foro maculare
• Neovascolarizzazione coroideale
Distacco di retina regmatogeno


•   La miopia elevata è un importante
    fattore di rischio per lo sviluppo di DRR

    •   Odds Ratio 7.8

•   Il 47,8% dei DRR è miope

•   Non c’è correlazione diretta tra
    prevalenza del DRR e lunghezza
    assiale
• Nel miope elevato la sinchisi vitreale avviene precocemente, con
  liquefazione del gel vitreale, formazione di cavità confluenti e
  degenerazione microfibrillare

• L’inerzia del gel residuo durante i movimenti oculari e le
  alterazioni degenerative della periferia, associate ad aderenze
  vitreoretiniche anomale lungo la base del vitreo, sono
  responsabili della formazione di rotture retiniche e distacco di
  retina.

  •   20% dei miopi elevati presenta corticale vitreale posteriore aderente alla
      retina (pseudo-DPV) con formazione di fori retinici posteriori

  •   10% dei miopi elevati va incontro a rotture retiniche giganti per diffusa
      colliquazione del vitreo associata a condensazione della base vitreale
Chirurgia del distacco di retina regmatogeno
                     TIMING


• Visus post-operatorio significativamente migliore per:
  • Tempo di distacco maculare minore di 7 giorni
  • AV pre-operatoria maggiore di 1/10


• Il recupero funzionale post-operatorio è direttamente
  proporzionale al tempo di attesa con macula sollevata
Tecnica chirurgica


•Pneumoretinopessia
•Chirurgia episclerale
•Vitrectomia via pars plana




                                      13
Obbiettivi della chirurgia
  •Eliminare le trazioni
(indentazioni, vitrectomia)

  •Appianare la retina
eliminando il fluido sottoretinico
(puntura evacuativa,
riappianamento idraulico) ed
ostacolando l’ulteriore passaggio
di fluido nello spazio sottoretinico
(indentazioni, tamponamento
interno)

  •Stabilizzare questo risultato
nel tempo mediante una
adesione corioretinica definitiva
in corrispondenza dei margini
delle rotture (retinopessia)
                                                14
Chirurgia vitreoretinica nel trattamento del DRR nel
                    grande miope


 • Numerosi studi prospettici randomizzati:
   •   Risultati anatomici superiori rispetto alle tecniche alternative

   •   Tecnica di prima scelta nei casi di DRR pseudofachico e con
       rottura retinica gigante
•   VANTAGGI                                        SVANTAGGI




•   Migliore possibilità d’osservazione della       •   Eliminazione subtotale del corpo vitreo
    retina e identificazione delle rotture              con rinuncia alle sue naturali capacità
                                                        tamponanti
•   Manipolazione diretta dei lembi retinici
                                                    •   Tecnica relativamente invasiva e
•   Possibilità di eliminazione totale
    intraoperatoria del fluido sottoretinico
                                                        capace di costituire di per sè uno
                                                        stimolo proliferativo non trascurabile

•   Possibilità di chiusura diretta delle rotture
    retiniche mediante iniezione di fluidi          •   Frequente necessità di ricorso a mezzi
    tamponanti                                          di tamponamento intraoculare sempre
                                                        imperfetti e talora fonte di complicanze

•   Possibilità di trattamenti retinopessici più
    razionali e precisi applicati direttamente
    sulla superficie retinica
                                                    •   Necessità di apparecchiature speciali e
                                                        di addestramento chirurgico specifico

•   Trattamento diretto delle trazioni per una
    soddisfacente mobilizzazione retinica

•   Maggior controllo della pressione
    intraoculare
Tecnica chirurgica


•   Vitrectomia più completa possibile

•   Peeling di membrane epiretiniche per ottenere una completa
    mobilizzazione retinica

•   Riappianamento retinico

    •   Perfluorodecaline

    •   Aria in presenza di rotture posteriori

•   Associazione con cerchiaggio equatoriale?

•   Problema del tamponamento
Scelta del mezzo di tamponamento


•   GAS

    •   Assente o modesta P.V.R., basso rischio proliferativo, possibilità di opportuno
        posizionamento post-operatorio, rotture nell’emiretina superiore

•   PDMS

    •   P.V.R. di grado elevato, difficoltà di posizionamento post-operatorio, rotture su
        più quadranti (anche inferiori se buona mobilizzazione della retina e scarso
        liquido residuo, con eventuale indentazione esterna), atrofia EPR in sede di
        rotture

•   SILICONI PESANTI

    •   Rotture inferiori multiple e rotture posteriori

•   DOPPIO RIEMPIMENTO

    •   Rotture nei quadranti superiori ed inferiori, notevole rischio proliferativo,
        abbondante liquido residuo sottoretinico
Problemi specifici nel trattamento del DRR nel miope
                        elevato

  • Visualizzazione del vitreo posteriore aderente (atrofia
    corioretinica estesa)  Colorazione con triamcinolone o
    coloranti vitali?

  • Tamponamento del polo posteriore in caso di stafiloma
    posteriore  Piombaggi maculari?

  • Retinopessia su aree di atrofia dell’epitelio pigmentato 
    Non effettuazione?
Schisi maculare e foro maculare miopico

•   Il polo posteriore degli occhi con miopia elevata è un ambiente molto
    peculiare in cui lo stiramento corio-retinico e l’atrofia, indotta dalla
    marcata concavità sclerale e dallo stafiloma, sono spesso associate con
    persistenti adesioni vitreo-retiniche.

•   La formazione di foro maculare e distacco di retina posteriore sono le
    estreme conseguenze di questa condizione instabile; tuttavia, gli stadi
    precoci di questa evoluzione sono difficilmente identificabili se non
    mediante OCT, a causa del particolare aspetto del fondo miopico.

•   L’utilizzo dell’OCT su larga scala ha dimostrato che anomalie del polo
    posteriore sussistono in circa 1/3 degli occhi con miopia elevata:
    •   Ispessimento retinico        30-35%
    •   Schisi foveale          9-20% (fino al 34% negli occhi con stafiloma)
    •   Foro maculare           3-6% (fino al 11% negli occhi con stafiloma)
    •   DR con o senza FM 2-3%
Foveoschisi

•   Colpisce il 9%-20% dei miopi elevati

•   Patogenesi: trazioni esercitate dalla corticale
    vitreale posteriore o da membrane epiretiniche
    (generate da DPV) sulla retina; stiramento antero-
    posteriore della retina a causa dello stafiloma

•   La foveoschisi può esitare in formazione di foro
    maculare a tutto spessore, complicato o meno a
    distacco di retina:

    •   Evoluzione spesso associata alla presenza di
        MER che determinano trazione in senso
        centrifugo
•   AV media dei pazienti con schisi
    maculare 3/10


•   All’esame OCT si osserva ispessimento
    retinico maculare, separazione ipo-
    reflettente fra strati retinici esterni (più
    sottili e meno reflettenti) ed interni, setti
    iper-reflettenti nel contesto di questo
    spazio


•   Frequentemente associata con
    membrane epiretiniche e/o distacco
    foveale (fattori prognostici negativi sulla
    storia naturale)


•   Distacco posteriore di vitreo osservabile
    in circa la metà dei casi


•   Evoluzione a foro maculare in circa il 30%
    dei casi
Autofluorescenza

Foveoschisi:
Iperfluorescenza del
Foro maculare




Foro maculare con DR:
Iperfluorescenza del
Foro maculare
Ipofluorescenza del
Distacco di retina
Differenze anatomo funzionali:
foro maculare miopico Vs. idiopatico
Chirurgia maculare nei miopi elevati




 • Foro maculare senza distacco di retina
 • Foro maculare associato a distacco di retina
 • Foveoschisi senza foro maculare
Chirurgia del FM senza DR


•   Risultato anatomico inferiore a quello dei FM
    idiopatici

    •   Chiusura 60% dopo un intervento, 85%
        dopo 2 o più interventi

    •   Maggiore necessità di reinterventi



•   Difficoltà specifiche dell’intervento: corticale
    vitreale posteriore aderente, spesso
    multistratificata; difficoltà di osservazione;
    difficoltà di tamponamento post-operatorio in
    relazione allo stafiloma
Chirurgia del foro maculare associato a DR




•   Successo inferiore rispetto ad occhi senza
    miopia e a casi con FM miopico senza
    distacco

•   Fattore prognostico positivo della
    risoluzione del DR è la chiusura anatomica
    del FM; fattori prognostici negativi sono la
    lunghezza assiale e la durata del distacco
Chirurgia della foveoschisi




•   Risoluzione anatomica nell’85-89% dei
    casi

•   Miglioramento funzionale in meno del
    50% dei casi

•   Valenza profilattica sulla formazione di
    FM
Il criterio di operabilità deve valutare le possibilità di ottenere un
risultato anatomico e funzionale soddisfacente considerando:
- la presenza o meno di RD
- le alterazioni dell’EP e della CR centrali
- la durata della patologia e la stabilità o meno della stessa
- la eventuale storia chirurgica dell’altro occhio
- le aspettative del paziente
• ... ma soprattutto, il trattamento dei distacchi foveali e delle
foveoschisi trattive costituisce una chirurgia profilattica del foro
e del distacco maculare.
Vitrectomia per patologia maculare
                Tecnica Chirurgica

    •Sistema chirurgico
     • 25-gauge
     • 23-gauge
     • 20-gauge
           •Standard 3 porte
           •2 porte con illuminazione a fessura

    SISTEMI A PICCOLO CALIBRO



+
    Tempo di recupero funzionale più rapido
    Minori complicanze legate alla turbolenza di fluidi
    Minore risposta infiammatoria postoperatoria



-   Segnalazioni di elevata incidenza di endoftalmite acuta post-operatoria
    Utilizzo contraddittorio in casi precedentemente vitrectomizzati
    Inadeguatezza della strumentazione
Asportazione della MLI




Ampia evidenza in Letteratura:

Miglioramento AV dopo
asportazione MLI
Minore percentuale di recidiva di
membrana
Utilizzo di coloranti vitali


•   Dopo la vitrectomia e scambio BSS/aria la sostanza colorante viene
    introdotta e lasciata per un periodo che varia da 1 a 3’

•   Asportazione mediante ago flautato con protezione in silicone

•   “Clear-cut safety profiles for the different dyes in chromovitrectomy have not yet been
    established, and current state-of-the-art staining-assisted procedures should be
    performed using concentrations and volumes as low as possible”
Tipo di tamponamento e posizionamento del paziente




    •Tamponamento con Gas a lunga durata
    (SF6, C2F6 C3F8) associato a posizionamento
    prono del paziente

    •PDMS, Densiron per pazienti che non
    riescono a mantenere la posizione e per le
    recidive
Neovascolarizzazione sottoretinica


•   Colpisce tra il 5% ed il 10% dei casi con
    miopia patologica

•   Nella maggior parte dei casi si tratta di
    CNV originate da rotture della
    membrana di Bruch o dai vasi coroideali.

•   Si sviluppano attraversando l’epitelio
    pigmentato retinico (tipo II secondo
    Gass – CNV di tipo classico alla
    fluorangiografia)
Lacquer cracks             Atrofia corioretinica
     Membrane neovascolari sottoretiniche
Atrofia dell’EPR maculare
senza neovascolarizzazione




CNV subfoveale classica: ispessimento
cupoliforme dell’EPR, essudazione
satellite iporeflettente
Chirurgia delle neovascolarizzazioni sottoretiniche




 •   La disponibilità di trattamenti parachirurgici parzialmente
     efficaci, i risultati funzionali incostanti e l’elevata incidenza di
     complicanze hanno determinato una progressiva restrizione
     dell’approccio chirurgico submaculare

 •   Questo nonostante le CNV miopiche siano storicamente tra
     quelle che presentano un risultato migliore dopo
     l’asportazione
Risultati funzionali dell’asportazione
          chirurgica della CNV in base all’eziologia
            METANALISI della LETTERATURA
                                Migl.>2li.                 Inv.Pegg.>2li.

•   DMS (382 occhi)                 27,2%          46,8%          26%

•   Miopia (123)                    38,5%          38,2%          23,3%

•   Idiopatiche (31)                46,1%          40,2%          13,7%

•   POHS (198)                      42,5%          39,4%          18,1%

•   Altre cause (41)                39%                          40,1%       20,9%


AUTORI CONSIDERATI                                               1993-2004
Thomas, De Molfetta, Bottoni, Coscas, Merrill, Thumann, Nasim,
Schmidt, Scheider, Uemura, Hamelin, Omerod, Tanaka, Berger
Chirurgia delle neovascolarizzazioni sottoretiniche



 •   Indicazioni attuali

     •   ESCISSIONE: CNV miopiche classiche, di piccole dimensioni, con
         buone condizioni dell’EPR perilesionale NON suscettibili di
         terapia fotodinamica

     •   TRASLOCAZIONE MACULARE: complicanze emorragiche delle
         terapie parachirurgiche o marcate essudazioni sottoretiniche
         siero-emorragiche
Chirurgia del grande miope
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Chirurgia del grande miope

  • 1. Chirurgia del grande miope -valutazione preoperatoria -indicazioni -tecnica -timing Michele Coppola
  • 2. Miopia elevata Miopia patologica La miopia elevata è definita come un • Elevato errore refrattivo associato errore refrattivo superiore a -6D alla presenza di anomalie del bulbo associata ad una lunghezza assiale oculare >26 mm. Distinguiamo: •MIOPIA REFRATTIVA • Assottigliamento ed elongazione della sclera e Eccessiva curvatura di cornea e/o della coroide cristallino • Stafiloma miopico posteriore •MIOPIA ASSILE • Alterazioni retiniche meccaniche ed ischemiche Eccessiva lunghezza del bulbo oculare
  • 3. PREVALENZA DELLA MIOPIA ELEVATA Fattori associati con lo sviluppo di miopia elevata • Distribuita su base genetica nella popolazione generale 0% Sherpa, Maori 0.2%-2% USA 1.7%-3.3% Europa 23% Sud-Est Asiatico
  • 4. Patogenesi della miopia patologica • Alterazioni ultrastrutturali della sclera geneticamente determinate (alterata fibrillogenesi, mutazioni della morfologia delle fibre collagene sclerali e alterazione dei legami intercollagenici) •  indebolimento della parete sclerale •  conseguente allungamento in senso assiale del bulbo, anche in risposta a stimoli ambientali (deprivazione luminosa, attività visiva per vicino, malnutrizione…) •  stiramento meccanico ed assottigliamento di coroide ed epitelio pigmentato retinico, con concomitanti alterazioni vascolari e degenerative •  patologie a carico della retina, sia a livello del polo posteriore che della periferia, e del corpo vitreo.
  • 5. Alterazioni del polo posteriore nella miopia elevata Lacquer cracks Atrofia corioretinica peripapillare e maculare Chiazza di fuchs Disco ottico tiltato, ruotato ed ingrandito Emorragie sottoretiniche al polo posteriore Visibilità della vascolarizzazione coroideale Stafiloma posteriore
  • 6. Classificazione oftalmoscopica della macula Avila, Ophthalmology 1984)
  • 7. Alterazioni della periferia retinica nella miopia elevata Degenerazione a bava di lumaca Estesa degenerazione a lattice Bianco senza pressione Degenerazione pavimentosa
  • 8. Alterazioni vitreali nella miopia elevata Colliquazione estesa del gel vitreale Distacco posteriore di vitreo (12.5%-60.7% per AL > 30 mm) Vitreoschisi con lacune vitreali posteriori e anomalie dell’interfacie vitreoretinica
  • 9. • Queste alterazioni sono implicate nella patogenesi delle condizioni patologiche associate alla miopia elevata: • Distacco di retina regmatogeno • Schisi maculare e foro maculare • Neovascolarizzazione coroideale
  • 10. Distacco di retina regmatogeno • La miopia elevata è un importante fattore di rischio per lo sviluppo di DRR • Odds Ratio 7.8 • Il 47,8% dei DRR è miope • Non c’è correlazione diretta tra prevalenza del DRR e lunghezza assiale
  • 11. • Nel miope elevato la sinchisi vitreale avviene precocemente, con liquefazione del gel vitreale, formazione di cavità confluenti e degenerazione microfibrillare • L’inerzia del gel residuo durante i movimenti oculari e le alterazioni degenerative della periferia, associate ad aderenze vitreoretiniche anomale lungo la base del vitreo, sono responsabili della formazione di rotture retiniche e distacco di retina. • 20% dei miopi elevati presenta corticale vitreale posteriore aderente alla retina (pseudo-DPV) con formazione di fori retinici posteriori • 10% dei miopi elevati va incontro a rotture retiniche giganti per diffusa colliquazione del vitreo associata a condensazione della base vitreale
  • 12. Chirurgia del distacco di retina regmatogeno TIMING • Visus post-operatorio significativamente migliore per: • Tempo di distacco maculare minore di 7 giorni • AV pre-operatoria maggiore di 1/10 • Il recupero funzionale post-operatorio è direttamente proporzionale al tempo di attesa con macula sollevata
  • 14. Obbiettivi della chirurgia •Eliminare le trazioni (indentazioni, vitrectomia) •Appianare la retina eliminando il fluido sottoretinico (puntura evacuativa, riappianamento idraulico) ed ostacolando l’ulteriore passaggio di fluido nello spazio sottoretinico (indentazioni, tamponamento interno) •Stabilizzare questo risultato nel tempo mediante una adesione corioretinica definitiva in corrispondenza dei margini delle rotture (retinopessia) 14
  • 15. Chirurgia vitreoretinica nel trattamento del DRR nel grande miope • Numerosi studi prospettici randomizzati: • Risultati anatomici superiori rispetto alle tecniche alternative • Tecnica di prima scelta nei casi di DRR pseudofachico e con rottura retinica gigante
  • 16. VANTAGGI SVANTAGGI • Migliore possibilità d’osservazione della • Eliminazione subtotale del corpo vitreo retina e identificazione delle rotture con rinuncia alle sue naturali capacità tamponanti • Manipolazione diretta dei lembi retinici • Tecnica relativamente invasiva e • Possibilità di eliminazione totale intraoperatoria del fluido sottoretinico capace di costituire di per sè uno stimolo proliferativo non trascurabile • Possibilità di chiusura diretta delle rotture retiniche mediante iniezione di fluidi • Frequente necessità di ricorso a mezzi tamponanti di tamponamento intraoculare sempre imperfetti e talora fonte di complicanze • Possibilità di trattamenti retinopessici più razionali e precisi applicati direttamente sulla superficie retinica • Necessità di apparecchiature speciali e di addestramento chirurgico specifico • Trattamento diretto delle trazioni per una soddisfacente mobilizzazione retinica • Maggior controllo della pressione intraoculare
  • 17. Tecnica chirurgica • Vitrectomia più completa possibile • Peeling di membrane epiretiniche per ottenere una completa mobilizzazione retinica • Riappianamento retinico • Perfluorodecaline • Aria in presenza di rotture posteriori • Associazione con cerchiaggio equatoriale? • Problema del tamponamento
  • 18. Scelta del mezzo di tamponamento • GAS • Assente o modesta P.V.R., basso rischio proliferativo, possibilità di opportuno posizionamento post-operatorio, rotture nell’emiretina superiore • PDMS • P.V.R. di grado elevato, difficoltà di posizionamento post-operatorio, rotture su più quadranti (anche inferiori se buona mobilizzazione della retina e scarso liquido residuo, con eventuale indentazione esterna), atrofia EPR in sede di rotture • SILICONI PESANTI • Rotture inferiori multiple e rotture posteriori • DOPPIO RIEMPIMENTO • Rotture nei quadranti superiori ed inferiori, notevole rischio proliferativo, abbondante liquido residuo sottoretinico
  • 19. Problemi specifici nel trattamento del DRR nel miope elevato • Visualizzazione del vitreo posteriore aderente (atrofia corioretinica estesa)  Colorazione con triamcinolone o coloranti vitali? • Tamponamento del polo posteriore in caso di stafiloma posteriore  Piombaggi maculari? • Retinopessia su aree di atrofia dell’epitelio pigmentato  Non effettuazione?
  • 20.
  • 21. Schisi maculare e foro maculare miopico • Il polo posteriore degli occhi con miopia elevata è un ambiente molto peculiare in cui lo stiramento corio-retinico e l’atrofia, indotta dalla marcata concavità sclerale e dallo stafiloma, sono spesso associate con persistenti adesioni vitreo-retiniche. • La formazione di foro maculare e distacco di retina posteriore sono le estreme conseguenze di questa condizione instabile; tuttavia, gli stadi precoci di questa evoluzione sono difficilmente identificabili se non mediante OCT, a causa del particolare aspetto del fondo miopico. • L’utilizzo dell’OCT su larga scala ha dimostrato che anomalie del polo posteriore sussistono in circa 1/3 degli occhi con miopia elevata: • Ispessimento retinico 30-35% • Schisi foveale 9-20% (fino al 34% negli occhi con stafiloma) • Foro maculare 3-6% (fino al 11% negli occhi con stafiloma) • DR con o senza FM 2-3%
  • 22. Foveoschisi • Colpisce il 9%-20% dei miopi elevati • Patogenesi: trazioni esercitate dalla corticale vitreale posteriore o da membrane epiretiniche (generate da DPV) sulla retina; stiramento antero- posteriore della retina a causa dello stafiloma • La foveoschisi può esitare in formazione di foro maculare a tutto spessore, complicato o meno a distacco di retina: • Evoluzione spesso associata alla presenza di MER che determinano trazione in senso centrifugo
  • 23. AV media dei pazienti con schisi maculare 3/10 • All’esame OCT si osserva ispessimento retinico maculare, separazione ipo- reflettente fra strati retinici esterni (più sottili e meno reflettenti) ed interni, setti iper-reflettenti nel contesto di questo spazio • Frequentemente associata con membrane epiretiniche e/o distacco foveale (fattori prognostici negativi sulla storia naturale) • Distacco posteriore di vitreo osservabile in circa la metà dei casi • Evoluzione a foro maculare in circa il 30% dei casi
  • 24. Autofluorescenza Foveoschisi: Iperfluorescenza del Foro maculare Foro maculare con DR: Iperfluorescenza del Foro maculare Ipofluorescenza del Distacco di retina
  • 25. Differenze anatomo funzionali: foro maculare miopico Vs. idiopatico
  • 26. Chirurgia maculare nei miopi elevati • Foro maculare senza distacco di retina • Foro maculare associato a distacco di retina • Foveoschisi senza foro maculare
  • 27. Chirurgia del FM senza DR • Risultato anatomico inferiore a quello dei FM idiopatici • Chiusura 60% dopo un intervento, 85% dopo 2 o più interventi • Maggiore necessità di reinterventi • Difficoltà specifiche dell’intervento: corticale vitreale posteriore aderente, spesso multistratificata; difficoltà di osservazione; difficoltà di tamponamento post-operatorio in relazione allo stafiloma
  • 28. Chirurgia del foro maculare associato a DR • Successo inferiore rispetto ad occhi senza miopia e a casi con FM miopico senza distacco • Fattore prognostico positivo della risoluzione del DR è la chiusura anatomica del FM; fattori prognostici negativi sono la lunghezza assiale e la durata del distacco
  • 29. Chirurgia della foveoschisi • Risoluzione anatomica nell’85-89% dei casi • Miglioramento funzionale in meno del 50% dei casi • Valenza profilattica sulla formazione di FM
  • 30. Il criterio di operabilità deve valutare le possibilità di ottenere un risultato anatomico e funzionale soddisfacente considerando: - la presenza o meno di RD - le alterazioni dell’EP e della CR centrali - la durata della patologia e la stabilità o meno della stessa - la eventuale storia chirurgica dell’altro occhio - le aspettative del paziente • ... ma soprattutto, il trattamento dei distacchi foveali e delle foveoschisi trattive costituisce una chirurgia profilattica del foro e del distacco maculare.
  • 31. Vitrectomia per patologia maculare Tecnica Chirurgica •Sistema chirurgico • 25-gauge • 23-gauge • 20-gauge •Standard 3 porte •2 porte con illuminazione a fessura SISTEMI A PICCOLO CALIBRO + Tempo di recupero funzionale più rapido Minori complicanze legate alla turbolenza di fluidi Minore risposta infiammatoria postoperatoria - Segnalazioni di elevata incidenza di endoftalmite acuta post-operatoria Utilizzo contraddittorio in casi precedentemente vitrectomizzati Inadeguatezza della strumentazione
  • 32. Asportazione della MLI Ampia evidenza in Letteratura: Miglioramento AV dopo asportazione MLI Minore percentuale di recidiva di membrana
  • 33. Utilizzo di coloranti vitali • Dopo la vitrectomia e scambio BSS/aria la sostanza colorante viene introdotta e lasciata per un periodo che varia da 1 a 3’ • Asportazione mediante ago flautato con protezione in silicone • “Clear-cut safety profiles for the different dyes in chromovitrectomy have not yet been established, and current state-of-the-art staining-assisted procedures should be performed using concentrations and volumes as low as possible”
  • 34. Tipo di tamponamento e posizionamento del paziente •Tamponamento con Gas a lunga durata (SF6, C2F6 C3F8) associato a posizionamento prono del paziente •PDMS, Densiron per pazienti che non riescono a mantenere la posizione e per le recidive
  • 35.
  • 36. Neovascolarizzazione sottoretinica • Colpisce tra il 5% ed il 10% dei casi con miopia patologica • Nella maggior parte dei casi si tratta di CNV originate da rotture della membrana di Bruch o dai vasi coroideali. • Si sviluppano attraversando l’epitelio pigmentato retinico (tipo II secondo Gass – CNV di tipo classico alla fluorangiografia)
  • 37. Lacquer cracks Atrofia corioretinica Membrane neovascolari sottoretiniche
  • 38. Atrofia dell’EPR maculare senza neovascolarizzazione CNV subfoveale classica: ispessimento cupoliforme dell’EPR, essudazione satellite iporeflettente
  • 39. Chirurgia delle neovascolarizzazioni sottoretiniche • La disponibilità di trattamenti parachirurgici parzialmente efficaci, i risultati funzionali incostanti e l’elevata incidenza di complicanze hanno determinato una progressiva restrizione dell’approccio chirurgico submaculare • Questo nonostante le CNV miopiche siano storicamente tra quelle che presentano un risultato migliore dopo l’asportazione
  • 40. Risultati funzionali dell’asportazione chirurgica della CNV in base all’eziologia METANALISI della LETTERATURA Migl.>2li. Inv.Pegg.>2li. • DMS (382 occhi) 27,2% 46,8% 26% • Miopia (123) 38,5% 38,2% 23,3% • Idiopatiche (31) 46,1% 40,2% 13,7% • POHS (198) 42,5% 39,4% 18,1% • Altre cause (41) 39% 40,1% 20,9% AUTORI CONSIDERATI 1993-2004 Thomas, De Molfetta, Bottoni, Coscas, Merrill, Thumann, Nasim, Schmidt, Scheider, Uemura, Hamelin, Omerod, Tanaka, Berger
  • 41. Chirurgia delle neovascolarizzazioni sottoretiniche • Indicazioni attuali • ESCISSIONE: CNV miopiche classiche, di piccole dimensioni, con buone condizioni dell’EPR perilesionale NON suscettibili di terapia fotodinamica • TRASLOCAZIONE MACULARE: complicanze emorragiche delle terapie parachirurgiche o marcate essudazioni sottoretiniche siero-emorragiche