Una descrizione dettagliata delle ragioni della incapacità di investimento dei fondi UE. Fondi PON e FESR sono bloccati da meccanismi incroccati e malfunzionanti. Intanto l'Italia scivola all'ultimo posto in Europa come capacità di far rientrare i fondi per la coesione alla cui raccolta contribuisce in maniera determinante.
Cronaca del suicidio di una nazione europea.
2. 1) IL CONTESTO
2) DISIMPEGNO AUTOMATICO
3) IL PIANO DI AZIONE PER LA COESIONE
4) RAPPORTO BARCA 2013
5) FOCUS SULLE REGIONI
6) CRITICITA’
7) EFFICACIA
8) OPENCOESIONE
SOMMARIO
6. Sovrapposizione della spesa annuale per la Politica di
Coesione per periodo di programmazione (1994-2011)* in
Italia (Euro)
7. 43,6 mld €, pari al 73,4% delle risorse
Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia
10 Programmi Operativi Regionali (POR): 2 per
ciascuna Regione, l’uno cofinanziato dal FESR,
l’altro dal FSE
Obiettivo Convergenza/ 1
8. 7 Programmi Programmi Operativi Nazionali (PON):
- “Assistenza “Assistenza tecnica”,“Ricerca e competitività”,
“Sicurezza”, “Reti e mobilità”finanziati dal FESR
- 2 Programmi per l’istruzione,
- 2 Programmi per l’Assistenza tecnica e le Azioni di sistema
2 Programmi Operativi Interregionali (POIN) “Attrattori
culturali e turismo”, “Energie rinnovabili”, finanziati dal
FESR
Obiettivo Convergenza/ 2
9. 15,8 mld €, pari al 26,6% delle risorse
Regioni al di fuori dell’Obiettivo Convergenza
32 Programmi Operativi Regionali (POR), 16 finanziati
dal FESR e 16dal FSE
1 Programma Operativo Nazionale (PON) “Azioni di
sistema”, finanziato dal FSE
Obiettivo Competitività regionale e
Occupazione
10. A 5 anni dall’inizio della programmazione 2007-2013,
siamo nel dicembre 2011, l’Italia ha una situazione
disastrosa.
Per gli anni 2007-2013, l'Ue ha destinato all'Italia circa
28 miliardi di fondi strutturali. Ma le Regioni
spendono appena il 18% (5 miliardi).
Se dovesse proseguire con questo ritmo, sarebbe a
rischio gran parte degli altri 23 miliardi
Solo la Romania, col 14%, ha fatto peggio.
L’orlo del baratro: 31 dicembre 2011
11. Capacità di spesa dei Fondi strutturali europei nei Paesi
membri (2007-novembre 2011, quota UE)
12. “La percentuale di pagamenti è di nove punti in meno
rispetto allo stesso stadio del periodo di
programmazione precedente (2000-2006)".
“Esistono forti rischi di perdita di fondi per la fine del
2012". Fabrizio Barca, 19 novembre 2011, pochi giorni
dopo il suo insediamento a un’audizione presso la
Commissione Bilancio della Camera.
15. Articolo 93 del regolamento 2006 (articoli 94-97)
“La Commissione procede al disimpegno automatico
della parte di un impegno di bilancio connesso ad un
programma operativo […] per la quale non le è stata
trasmessa una domanda di pagamento ai sensi
dell'articolo 86, entro il 31 dicembre del secondo anno
successivo a quello dell'impegno di bilancio nell'ambito
del programma”.
Disimpegno automatico
16. Cio’ significa che la parte delle risorse impegnate per
ogni annualità contabile per ciascun fondo (i.e., FSE,
FESR) e programma operativo (PO) sul bilancio
comunitario non spesa entro due anni viene azzerata.
(“regola dell’n+2”).
Il disimpegno delle risorse comunitarie comporta
anche la parallela e proporzionale riduzione di
disponibilità delle relative risorse di cofinanziamento
nazionale.
Disimpegno automatico
17. Si tratta di un incentivo a spendere tutte le risorse
disponibili nei tempi prefissati e non accumulare la
spesa alla fine del periodo, rendendo impossibile di
fatto l’attuazione del programma
Nasconde un lato oscuro…
Disimpegno automatico
18. Quali sono i rischi connessi alla pressione di
spendere entro serrate scadenze per evitare
il meccanismo N+2?
19. Bassa qualità della spesa (distribuzione indiscriminata di
fondi, interventi inutili o poco efficaci, selezione degli
“interventi” con scarsità di controlli).
Esempio: per rendere più veloci le operazioni di pagamento
nell’ambito del FSE 2000-2006, l’amministrazione regionale
siciliana stabilì per legge (2007) che fosse sufficiente per i
beneficiari autocertificare le spese sostenute, rimuovendo
l’obbligo di presentare documentazione (Profeti, 2013)
Si velocizza ma si rinvia il problema ad autorità esterne
(GdF, OLAF, ecc)
I rischi del disimpegno/1
21. 1) Si tratta di un trucco contabile di finanza creativa che
dovrebbe essere usato in circostanze eccezionali ma
che è stato usato sistematicamente
2) Esso permette di rifinanziare ciò che è stato già
finanziato (e magari realizzato) con altre risorse (fondi
regionali, comunali, mutui con banche, ecc…)
3) Lo usano le regioni per timore della “mannaia” del
disimpegno automatico
I Progetti “sponda”
22. 4) Somme già stanziate (o spese) per interventi già avviati
indipendentemente (che non facevano parte del PO)
vengono inserite contabilmente nel PO per sostituire (o
integrare) - a patto che siano coerenti - quegli interventi in
ritardo, bloccati per irregolarità o scarsa capacità operativa
per i quali si farà fatica a rendicontare le spese per richiedere
il rimborso alla UE entro la scadenza.
5) Queste somme vengono presentate alla UE come “spesa
certificata” per il rimborso del cofinanziamento europeo…
6) …come se fossero il risultato dell’attuazione di
programmi finanziati con fondi europei.
Come funziona?
23. 7) La Regione così ottiene il rimborso, ossia nuovi fondi
“freschi” che dovrebbero essere usati per progetti
equivalenti a quelli sostituiti…
8) …ma che in realtà sono svincolati da qualsiasi obbligo di
destinazione a progetti europei (perché risultano versamenti
per spese già rendicontate) che le Regioni possono usare
come vogliono, persino spese di tipo clientelare.
I Progetti “sponda”
24. Si utilizzano i Fondi strutturali per finanziarie
di tutto: manutenzione delle strade a corsi di
formazione per I dirigenti regionali, acquisti
degli enti
Alla fine del 2008 I progetti sponda in Italia
sono sono stati pari al 44,5% del totale del
QCS (Rapporto Svimez 2010)
Problema addizionalità: i fondi devono
aggiungersi e non sostituirsi a quelli nazionali
o regionali.
E’ davvero un problema?
25. Campania (Valutazione ex post POR 2000-2006 dicembre
2011)
il 30% (2,3 mld euro) è stato utilizzato per progetti
coerenti (manutenzione dei marciapiedi, acquisto di
stampanti,ecc…)
16% (1,3 mld Euro) progetti non conclusi,
il resto frammentato in 31 mila interventi
Progetti “sponda”
26. Sicilia
Por Fesr 2000-2006 l’incidenza dei progetti sponda
sulla spesa complessiva è del 43%
Mentre le risorse liberate, sono state reimpiegate
negli assi del programma solo per il 23%
Progetti “sponda”
28. Nel corso del 2011 viene avviata, di intesa con la
Commissione Europea, l’azione per accelerare
l’attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi
strutturali 2007-2013
Introduzione di Target intermedi nel gennaio
Lettera Draghi-Trichet e risposta del Governo
Presentazione del Piano Azione Coesione
2011: l’anno della svolta
29. Fissa precisi target al 31 maggio e 31 dicembre per gli
impegni e del 31 dicembre per spesa certificata.
I target vengono decisi di anno in anno dal Comitato
del QSN in rapporto agli obiettivi annuali di spesa da
raggiungere il 31 dicembre per evitare il disimpegno.
Per il 2012, per esempio, i target al 31 maggio sono
stati posti al 20% dell’obiettivo di fine anno, al 70% per
il 31 ottobre. Per il 2013 sono stati fissati
rispettivamente pari al 40% e 80%.
Delibera CIPE 1/2011
30. L’avanzamento registrato nelle nuove date di
scadenza definite dal CIPE mostra chiaramente una
forte accelerazione, in particolare nell’obiettivo
Convergenza dove maggiori erano i ritardi.
IL FESR vede un aumento del 66% degli impegni, del
50% per il FSE.
Le spese certificate al 31 ottobre crescono del 45%
(FESR) e 60% (FSE) rispetto al 31 dicembre 2010.
Primi timidi risultati
31. “L'esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i
fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione
globale”
“Tale revisione consentirà un'accelerazione, una
riconsiderazione delle priorità dell'uso dei Fondi e una
regia rafforzata, dove l'Italia è disposta a chiedere un
sostegno tecnico alla commissione europea”
“Tale revisione potrà comportare una riduzione del
tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi
comunitari”.
B. CREARE CONDIZIONI STRUTTURALI FAVOREVOLI
ALLA CRESCITA
32. l Piano di Azione per la Coesione, viene inviato il 15
novembre 2011 al Commissario Europeo per la Politica
Regionale. Con essa è concordato.
Consiste in una revisione delle scelte di investimento
compiute (una vera e propria “spending review”) con lo
scopo di:
a) accelerare gli interventi
b) rafforzarne l’efficacia
Il PAC
33. Spinge a spendere i fondi disponibili e spenderli bene,
per evitare che le risorse comunitarie vengano sprecate
o – addirittura, in caso di mancato raggiungimento degli
obiettivi – revocate.
impegna quindi le amministrazioni centrali e locali a
rilanciare i programmi in grave ritardo,
anticipa alcuni princìpi della nuova programmazione
2014-2020
Uno strumento tutto nuovo che
34. concentrazione su poche tematiche di interesse
strategico nazionale, declinate regione per regione
secondo le esigenze dei diversi contesti, attraverso un
confronto tecnico fra Governo e Regioni;
definizione di risultati obiettivo in termini di
miglioramento della qualità di vita dei cittadini;
“cooperazione rafforzata” con la Commissione
europea;
azione di supporto e affiancamento da parte di centri
di competenza nazionale. (Gruppo di Azione)
4 princìpi
35. In sostanza, il PAC attua la revisione dei Programmi
operativi attraverso
una rimodulazione interna dei programmi (risorse da un
asse ad un altro)
una riduzione mirata del cofinanziamento nazionale dai
programmi operativi in ritardo, soprattutto nel Sud, a
favore di programmi e strumenti più efficaci a corto di
risorse nell’ambito degli obiettivi strategici e prioritari
individuati.
In cosa consiste?
38. Riprogrammazione di 3,7 miliardi di euro dai programmi
operativi delle Regioni a favore di
Istruzione
Agenda digitale
Occupazione
Ferrovie
I FASE
40. La strategia intende rafforzare nelle regioni
dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania,
Puglia, Sicilia), le azioni finalizzate al miglioramento
delle competenze dei giovani e al contrasto alla
dispersione scolastica già in corso di realizzazione
con i PON “Competenze per lo sviluppo” (FSE) e
“Ambienti per l’apprendimento” (FESR).
Un esempio: Istruzione
42. I 974 Milioni di euro si aggiungono alla dotazione
finanziaria dei due PON FESR e FSE, del valore
complessivo di poco inferiore ai 2 miliardi di euro,
entrambi in avanzato stato di attuazione.
Si tratta di risorse a gestione MIUR da utilizzare in
area Convergenza.
Chi le gestirà?
43. aumento di dotazione di tecnologie per la didattica in
2.160 scuole corrispondenti a un tasso di copertura
del 54% del totale;
la riqualificazione di 1.620 edifici scolastici, con un
tasso di copertura del 43%
la realizzazione di percorsi formativi per oltre 65.300
alunni, (5% del totale degli studenti nelle Regioni
Convergenza).
Come verranno spesi?
44. Obiettivi di Servizio
una riduzione della percentuale di giovani che
abbandonano prematuramente gli studi al 10%,
rispetto al 26% del 2006;
una riduzione della percentuale di studenti con scarse
competenze in lettura al 20%, rispetto al 35% del 2003;
una riduzione della percentuale di studenti con scarse
competenze in matematica al 21%, rispetto al 33% del
2003.
Come misurare i risultati?
45. Le regioni che hanno un ritardo delegano un
altro organismo o strumento a spendere le
proprie risorse
Si alleggeriscono i PO in difficoltà rilanciandoli
Si rafforzano i P.O. in avanzato stato di
attuazione
Si punta su pochi e ragionati obiettivi
Vantaggi
47. sposta fondi sottoutilizzati o allocati su interventi
inefficaci o ormai obsoleti, di PON e POIN – e quindi
gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato – per
un valore complessivo pari a
2,3 miliardi di euro
La FASE II
48.
49. Qui trovate i progetti finanziati e l’Autorità di gestione
che ha emesso e che emetterà I bandi il 2014 e 2015
QUI
Opportunità
50. FASE III
Terza e ultima riprogrammazione
Misure anticicliche e salvaguardia dei progetti avviati
(dicembre 2012)
52. La rimodulazione riguarda per il 98% l’area Convergenza:
- Calabria
- Campania
- Puglia
- Sicilia
- PON Reti e Mobilità
- PON Sicurezza per lo sviluppo
Il resto riguarda Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Val d’Aosta
53. 4,9 su 5,7 miliardi oggetto di ricollocazione derivano dalla
riduzione del cofinanziamento nazionale previsto nei PO
citati
Il tasso di cofinanziamento comunitario FESR, per i due
Programmi Convergenza con maggiore dotazione
(Campania e Sicilia), è stato innalzato fino al 75%, soglia
massima consentita dai Regolamenti Comunitari. Per il POR
Puglia, il POR Calabria e il PON Reti e Mobilità, più avanzati
nell’attuazione, il tasso di cofinanziamento UE rimane
sotto la soglia massima
Cosa prevede?
54. Primo pilastro: Misure anticicliche (2,5 miliardi)
Secondo pilastro: Salvaguardia di progetti avviati (1,9
miliardi)
Terzo pilastro: Nuove azioni regionali (1,3 miliardi)
3 PILASTRI
55.
56. Cosa viene finanziato in concreto?
- Agevolazioni (fiscali, credito d’imposta, rinnovamento
macchinari)
- fondi per le start-up esistenti (decreto 2012),
- “contratti di sviluppo” dei settori turistico e
commerciali (strutture ricettive e aeroporti Calabria),
interporto di Nola, progetti di riconversione nelle aree
di crisi industriale come Acerra, Castellammare, Avellino,
Caserta.
Concretamente?
57. progetti che hanno “necessità di tempi più ampi per
dispiegare i loro effetti (anche in considerazione del
rischio di non ultimazione entro il 31 dicembre 2015)”
Grandi progetti da finire necessariamente entro il
2015 (infrastrutture ma non solo)
2 - Salvaguardia progetti avviati
58. Campania: Riqualificazione del fiume Sarno-
Salerno Campi Flegrei Regi Lagni Litorale
Domitio Corpi idrici aree interne Corpi idrici
Provincia di Salerno Polo Fieristico Regionale
Metropolitana – Piscinola Capodichino Tangenziale
Aree Interne - Porto Napoli Porto Salerno Centro
storico di Napoli – UNESCO Riqualificazione Urbana
Napoli Est
Cosa succederà in Campania?
59. Azioni non contenute negli gli originari programmi. Gli obiettivi
sono:
mobilità sostenibile
agenda digitale;
efficientamento energetico;
interventi in aree urbane a elevata criticità e disagio
economico e sociale;
valorizzazione dell’offerta turistica e culturale integrata;
internazionalizzazione delle PMI.
Dall’inserimento lavorativo degli ex alcolisti all’edilizia scolastica
al mega progetto di banda larga nei poli sanitari, ai 30 milioni del
Rione Terra di Pozzuoli.
3 – Nuove Azioni Regionali
60. Fino a che punto si può spingere il PAC nel
sottrarre ai Programmi Operativi risorse del
cofinanziamento nazionale, per destinarle ai
suoi obiettivi?
DOMANDA
61. 75% per le Regioni Convergenza
50% per le Regioni Competitività
Massimale di cofinanziamento UE
62. Cosa succede quando si riduce il
cofinanziamento nazionale a un P.O.?
DOMANDA
63. 1) Aumenta l’incidenza dei cofinanziamento UE sul
totale
2) Si alleggerisce il PO e quindi si riducono le spese da
certificare
3) Aumenta l’incidenza percentuale delle spese già
sostenute.
4) Le spese da certificare per il rimborso si possono
presentare con più calma: si riduce la pressione
temporale del rischio di disimpegno
Effetto del PAC
64. Riduzione del cofinanziamento
La Sicilia sperimenta la più
forte riduzione del
cofinanziamento
Poi Il PON Ricerca e
Competitività, Puglia e
Campania
66. Primo Ministro della storia della Repubblica con
incarico esclusivo alla Coesione territoriale.
16 mesi di attività
Le politiche di coesione territoriale
Rapporto di fine mandato
68. Nei 14 mesi fra l’ottobre 2011 e il 31 dicembre 2012 è
stata realizzata una spesa certificata di 9,2 miliardi,
più di quanto si era speso nei precedenti 58 mesi
Performance Barca
69. La situazione a inizio 2013 appare decisamente
migliorata rispetto a quella pessima del novembre 2011
(15% di spese sul totale) grazie ai seguenti fattori:
nuove regole introdotte (target e il PAC)
impegno Amministrazioni
rafforzamento del presidio del Centro
deroga al Patto di Stabilità Interno per una parte del
cofinanziamento nazionale
Miglioramenti
70. tendenza a procrastinare il più possibile la spesa nel
corso dell’anno solare (al 28 febbraio 2013 non c’è
alcun avanzamento rispetto a fine 2012, solo 50
milioni in più in tutta Italia, in un contesto in cui il
singolo mese deve essere sfruttato pienamente)
insostenibile concentrazione della spesa negli anni
finali del ciclo 2007-2013 che si accavalla con l’avvio
del nuovo 2014-2020 (il 63% ancora da spendere)
Criticità emerse/1
71. largo ricorso alle cosiddette “sospensioni” legate al
“prolungarsi delle istruttorie dei Grandi progetti (superiori
a 50 milioni di euro) che hanno consentito un
abbassamento del target di spesa nei primi anni della
programmazione con conseguente aumento di quelli degli
ultimi anni”.
Al 31 dicembre 2012, su 52 dei PO 51 raggiungono il target di
fine anno. Solo per il POiN “Attrattori culturali, naturali e
turismo” scatta il disimpegno (33,3 milioni)
Criticità emerse/2
73. È misurato come quota % della
spesa certificata (quota Ue +
quota cofinanziamento nazionale)
dalle autorità responsabili dei
programmi rispetto alla dotazione
totale maturata dopo il PAC
Stato di attuazione al 31 ottobre 2013
74. L'importo di spesa, sostenuta nell’attuazione dei
Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi strutturali,
per il quale viene richiesto il rimborso alla
Commissione Europea sulla base di una certificazione
ufficiale.
SPESA CERTIFICATA
75. Le fasi fondamentali dell’attuazione finanziaria della
politica di Coesione sono tre:
impegni di risorse sulla base di progetti SELEZIONATI
dall’AdG
pagamenti AI BENEFICIARI per i progetti (anticipo dal
Fondo di Rotazione)
richiesta di RIMBORSI alla Commissione Europea sulla
base di una ufficiale certificazione delle spese
sostenute DAI BENEFICIARI
FASI FINANZIARIE
76. CHI FA COSA?
AUTORITA’ DI
CERTIFICAZIONE
AUTORITA’ DI
GESTIONE
COMMISSIONE
EUROPEA
AUTORITA’
DI AUDIT
CERTIFICA LA
SPESA -
INVIA
DOMANDA DI
PAGAMENTO
RENDICONTA LA SPESA
77. La spesa certificata TOTALE
presentata il 31 ottobre dall’Italia
a Bruxelles ha raggiunto
il 47,5% della dotazione totale
(UE + Nazionale)
(7,5% di avanzamento rispetto a
maggio)
superando di 4 punti il target
nazionale.
78. Al momento attuale l’Italia ha
speso meno della metà dei
fondi che deve impiegare
entro la fine del 2015 per non
perderli.
Negli ultimi due anni del
periodo di programmazione
deve realizzare una spesa pari
a quella realizzata nei sette
anni precedenti – in altri
termini, il ritmo di attuazione
deve più che triplicare
(Commissario Hahn)
79. Il target di spesa per tutto il 2013 è fissato a 6,7
miliardi.
All’agosto 2013 la spesa (fonte Sole 24 ore) era di
appena 1,8 mld pari al 27% target annuale.
Adesso la spesa annuale è di 4,4 miliardi per il solo
2013, cioè il 65% del target del dicembre 2013 (6,7
mld).
Ne mancano 2,3.
E per i prossimi due mesi?
80. Ci sono 14 punti % di
differenza tra Convergenza e
Competitività (43% e 57%),
anche se per queste ultime è
necessario tener conto della
presenza di significative
opere infrastrutturali che
richiedono tempi di
attuazione più lunghi.
Performance peggiore è dei
POIN Convergenza (35,7%) e
POR FESR (36,7%)
84. Spesa certificata totale e da spendere per l’obiettivo
Convergenza al 31 maggio 2013
Tra i 4 programmi con la
maggior dotazione
attuale, la Campania
risulta in serissime
difficoltà, davanti si
posiziona la Sicilia.
La Puglia ha la
performance migliore.
85. Spesa certficata totale e da spendere al 31 ottobre 2013
nelle regioni Obiettivo Convergenza
Si noti però l’enorme
ammontare che ancora
le regioni, anche quelle
con la migliore
prestazione, devono
ancora spendere in due
anni restanti al 31
ottobre 2013.
86. Confronto FESR-FSE nelle regioni Obiettivo
Convergenza al 31 maggio 2013
La capacità di
spesa del FSE è
sempre migliore
di quella del FESR,
tranne che per la
Puglia
87. Confronto tra % di spesa certificata FESR-FSE per le
regioni Competitività – classifica per regioni con la più alta
% di spesa per il FESR al 31 maggio 2013
SI noti l’Emilia Romagna
ha già speso quasi il 60%
Trento con quasi tutto il
FSE
Le ultime Sardegna
Piemonte Lazio e
Toscana, ultima con il
FESR ma superiore alla
media con il FSE
88. Capacità di spesa del FSE nelle regioni dell’Obiettivo
Convergenza (2007-novembre 2011, quota UE)
92. Capacità di spesa FSE e Qualità
istituzionale
Confrontando la qualità
istituzionale con la capacità di
spesa del FSE è possibile
ipotizzare una relazione positiva
tra i due fenomeni.
All’aumentare della qualità
istituzionale cresce la capacità
di spesa delle regioni italiane (e
viceversa) con una correlazione
positiva e significativa dello 0,51
93. Spesa FSE (valore assoluto) e Qualità
istituzionale
Le regioni Convergenza
sono meno capaci ma
spendono di più.
Le regioni con più alta
qualità istituzionale
spendono con più facilità
una quantità inferiore di
risorse
La quantità di fondi
assegnati e la qualità
istituzionale hanno peso
fondamentale.
94. Evidenziano un importante risultato: la spesa per la
Politica di Coesione e la qualità istituzionale sono due
determinanti per la crescita economica, ma, sopra un
certo livello di spesa procapite per la Coesione il
fattore chiave per un impatto positivo degli
investimenti è la qualità istituzionale.
Rodríguez-Pose e Garcilazo (2012)
95. Difficoltà a programmare di Regioni e Ministeri per effetto
dei vincoli del Patto di Stabilità e incertezze finanziarie
nazionali (ex FAS utilizzato per Grandi eventi, Regioni a
corto di liquidità )
Mancanza di una regia nazionale e parcellizzazione di
competenze
Farraginosità burocrazia, pesante filiera decisionale, ritardi
amministrativi (Ragioneria Generale)
Tempi contingentati per la spesa e tempi biblici per le
opere pubbliche (Corte dei Conti)
Criticità
96. Impossibilità premiare funzionari migliori e scarsa
responsabilizzazione dei dirigenti (indennità)
Personale poco motivato, slezionato e capace
Forte instabilità del sistema politico regionale
Spoil system
Scarso monitoraggio degli interventi che consenta di
fornire sostegno alle amministrazioni nazionali e regionali
nelle fasi iniziali e prima che i problemi diventino ingestibili
(Hahn)
Criticità
97. Classi dirigenti impegnate a estrarre rendite e vantaggi
particolari dall’uso dei fondi anzichè impiegarli
nell’interesse generale
Clientelismo territoriale
Media cittadini e partiti incapaci di incalzare in modo
puntuale e informato le classi dirigenti
Criticità
98. Carenza di controlli
Frodi e irregolarità sistemiche garantite dalla
polverizzazione iniziative – OLAF e Corte dei Conti (11%
annuo delle spese certificate)
la Corte dei conti europea calcola che l'Italia ogni anno
percepisce illegittimamente 800 milioni. Tra il 1996 e il 2007,
le stime sono di frodi pari a quattro miliardi di euro. Di
questi, almeno 1,2 miliardi sono finiti direttamente nelle
mani delle organizzazioni mafiose (Corte dei Conti).
A fine 2010 vi erano 41 indagini riguardanti il nostro Paese.
Solo la Bulgaria ha fatto "meglio” (Olaf).
99. Microinterventi (150 mila euro) vs risultati strutturali
Polverizzazione comuni vs concentrazione programmatica
Scarso potenziamento dei privati (80% piccoli finanziamenti)
Frammentazione (IFEL, Banca d’Italia,
Corte dei Conti 2012)
101. Indicatori che fissano alcuni traguardi comuni per diverse
aggregazioni di territori obiettivo delle politiche di sviluppo
nazionali e comunitarie:
Indicatori con target per Mezzogiorno e Obiettivo
Convergenza
Indicatori con target per Centro-Nord e Obiettivo
Competitività Regionale e Occupazione
indicatori, per il solo Mezzogiorno, collegati al meccanismo di
incentivazione degli Obiettivi di Servizio, in quattro ambiti:
Istruzione, Servizi di cura per l’infanzia e gli anziani, Gestione
dei rifiuti urbani e Servizio idrico integrato
Il ruolo degli indicatori 2007-2013
102. indicatori di programma (di impatto, realizzazione, risultato)
previsti per la misurazione dei fenomeni associati a ciascun
Programma di sviluppo regionale di attuazione del QSN 2007-
2013
Tavole di Priorità del QSN
Core indicators richiesti dalla Commissione Europea, per la
misurazione dei fenomeni associati ai programmi finanziati dal
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (contenuti nel RAE)
Gli indicatori contenuti nel RAE
107. 56 miliardi di nuove risorse 2014-2020 per:
Innovazione tecnologica
Digital divide
PMI
Sviluppo sostenibile
Occupazione
No Grandi Opere e infrastrutture (FSC)
Due novità
108. Istituita il 30 ottobre 2013
Essa avrà tre funzioni
- Monitoraggio intenso e rapido
- Assistenza tecnica e consulenza ai beneficiari per
velocizzare le pratiche e chiarire le “procedure
oscure”
- Possibilità di assumenre l’AdG di un Programma
Operativo
Agenzia per la Coesione
111. Trasparenza sulla destinazione dei Fondi europei e
nazionali
Stimolo alla partecipazione civica, basata sul controllo
e pressione sulle Amministrazioni
Miglioramento della qualità dell’intervento della
politica di Coesione
Coinvolgimento di cittadini, amministratori, tecnici,
ricercatori, studenti, giornalisti.
OpenCoesione
è un progetto di:
112. Obiettivo: non fornire i dati pubblici ma mettere in
condizione di capire cosa viene finanziato con le
politiche di coesione
Fortemente voluto dal Ministro per la Coesione
Territoriale Barca
Si basa sul Sistema di Monitoraggio Unico
In breve
113. Informazioni sui progetti approvati e finanziati
Dati relativi alla spesa certificata
100 miliardi: 2/3 inseriti (tutta la parte comunitaria
2007-2013 + parte nazionale delle politiche di
coesione: Fsc)
Cosa c’è?
114. Le chiavi di accesso alle informazioni sono:
I luoghi (Italia, Regioni, Province, Comuni)
Natura (acquisto beni e servizi, infrastrutture, incentivi alle
imprese, contributi alle persone, conferimenti di capitale)
Temi (agenda digitale, ambiente energia, ecc…)
Tempi (inizio, conclusione attesa)
soggetti (chi programma, chi attua)
Risorse (il totale del fnanziamento e della spesa
aggiornata)
Progetti
115.
116. Non si approfondiscono le caratteristiche del
progetto.
La parte del terzo mancante verrà a breve:
- Programmi attuativi regionali (nazionale) 2007-2013
- Fondo sviluppo e coesione (nazionale) 2000-2006
- Programmazione 2000-2006 (UE)
Cosa manca?
117. Quanti finanziamenti e progetti con le risorse per la
coesione su un territorio (es. provincia)?
Quante assegnazioni CIPE e quanti progetti in attuazione?
Quali temi interessati da questi progetti?
Quali i progetti con maggiore entità di finanziamenti?
Quali i principali soggetti coinvolti nell’attuare i progetti?
Quali Programmi Operativi finanziano progetti sul territorio
di interesse?
Quali storie possiamo raccontare con
OpenCoesione?
118. La trasparenza dei beneficiari
(disponibilità di dati in formato aperto csv per il riuso)
119. Art. 7 Reg 1828/2006: obbligo di rendere disponibili
informazioni sull’utilizzo dei Fondi e, in particolare,
l’elenco dei beneficiari, delle denominazioni degli
interventi, dell’importo del finanziamento pubblico
destinato ai progetti.
European Transparency Initiative: indicazioni sulle
principali informazioni da riportare nelle liste dei
beneficiari previste dai Regolamenti
Le norme richiedono sempre più
trasparenza
120. Piano d’Azione Coesione: modello di trasparenza che
anticipa e amplia le indicazioni comunitarie per il 2014-2020
(gli Stati membri devono rilasciare le informazioni su tutti i
PO in formato elaborabile e disponibile per il riutilizzo)
integrandone i domini informativi con risultati e
realizzazioni associate agli interventi
L.35/2012 e L.221/2012 Agenda Digitale per l’Italia (utilizzo di
nuovi strumenti e tecnologie della comunicazione per
aumentare il grado di apertura, accessibilità e trasparenza
dell’operato delle amministrazioni nei confronti dei
cittadini, nell’ambito di una più generale strategia di open
government)