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Nozioni di base di
Psicologia dello sviluppo
Studio dell’età evolutiva
                   Cenni storici
      Pedagogia                     Psicologia

      2000 anni fa                   Fine ‘800
    (Grecia classica)
                        Perché?
   Scarso interesse per il mondo infantile.
   Iniziale tendenza ad attribuire ai bambini
    modi di sentire e di vedere la realtà tipici degli
    adulti.
   Difficoltà metodologiche.                    2
3
                      FINE ‘800: i pionieri
   Hall: il mondo mentale dei bambini è diverso da quello degli
    adulti (ricerca su bambini di 5 anni- Berlino - Stati Uniti:
    credenze e atteggiamenti dei bambini sul mondo animato e
    inanimato; processi cognitivi; emozioni; formazione della
    personalità). Metodo: Questionari sui ricordi e osservazioni degli
    adulti (distorsioni della memoria).
   Galton: Studio delle differenze individuali; influenza di eredità e
    ambiente. Metodo dei gemelli.
   Freud: riprende il metodo dei ricordi, usato da Hall. Influenza
    dello sviluppo sessuale ed affettivo del bambino sulla personalità
    dell’adulto. Alcuni disturbi risalgono all’infanzia e per risolverli
    bisogna far riemergere emozioni “rimosse” dall’inconscio e
    renderle accettabili all’io e al super-io.
   Bulher: studio della psicologia infantile partendo dalle favole dei
    fratelli Grimm.
   Kerschensteiner: Il disegno dei bambini (osservazioni indirette).
PRIMA META’ DEL 900
   Comprensione dei limiti metodologici delle ricerche precedenti.
   Ricerca di un metodo più oggettivo: “diario” delle osservazioni
    quotidiane.
   Studi monotematici (es “sviluppo linguistico” di Stern).
   Piaget: Genesi dell’intelligenza e del pensiero. Difficoltà di
    generalizzazione.
   Gesell: Osservazioni longitudinali dalla nascita ai 16 anni. Annotò
    i progressi e li riportò su tavole che potevano essere lette in
    verticale (per temi) e in orizzontale (per livelli di età). Costruzione
    delle scale di sviluppo.
   Introduzione della sperimentazione.

   Ampliamento delle conoscenze e mutamento dell’immagine
    classica del bambino.                            4
SECONDA META’ DEL ‘900
   Diffusione crescente della sperimentazione e sviluppo di
    nuove Teorie
    [ Ipotizzare le cause (VI) e osservare gli effetti (VD) ]

     La ricerca sperimentale ha ampliato enormemente le
            conoscenze, offrendo anche possibilità di
                       generalizzazione.

              Teorie sulla centralità dell’adulto

       Mutamento dell’immagine classica del bambino


              Nuova concezione dello sviluppo
                                                      5
6
                        In Italia:
 L’interesse per la Psicologia infantile nasce agli inizi del
  ‘900 con la Montessori, poi vi fu un arresto a causa del
  fascismo.
 Ripresa negli anni ’50 (Psicologia dell’età evolutiva nei
  Magisteri).
 Nel   1960 nasce a Padova il 1° Istituto di Psicologia
  dell’età evolutiva, che si diffonde gradualmente in tutta
  l’Italia, specie nel Centro-Nord.
 Nel 1971: Corsi di Laurea a Roma e a Padova.

 Dipartimenti (Collaborazioni con studiosi di altri Paesi).

 Oggi: Corsi di laurea (anche in Sicilia ) e Facoltà. AIP.
Modello evolutivo di Baltes e Reese
   Lo sviluppo ontogenetico dura tutta la vita. Processi
    continui (di tipo cumulativo) e discontinui (di tipo
    innovativo). Adattamenti e ristrutturazione dei periodi
    precedenti.
   Pluralità degli schemi di cambiamento (variazioni in
    relazione al tipo di comportamento).
   Plasticità intra-individuale (variazioni in relazione alle
    esperienze e condizioni di vita individuali).
   Influenza delle condizioni storico-culturali.
   Spiegazioni pluralistiche dei cambiamenti (influenze
    biologiche, influenze storiche, eventi individuali
    significativi).                                  7
CONCETTO DI SVILUPPO
      Come sono diventato quel che sono?
     “ Insieme di cambiamenti progressivi nelle
 interazioni tra i comportamenti di una persona e
  gli eventi che si verificano nel suo ambiente ”

! Cambiamenti nelle interazioni

! Cambiamenti progressivi

! Lungo tutta la vita (Life - span) (“dal grembo
 alla tomba”)                                  8
Oggetto di studio e livello di analisi
              della psicologia dello sviluppo
        teorie strutturali          vs.         teorie funzionali

      Studiano le strutture                Si interessano delle
        neurofisiologiche             condizioni che influenzano il
o psicologiche che ritengono alla           comportamento
    base del comportamento.              e le sue modificazioni.


     Sono entrambe importanti: non si escludono a vicenda.

                    Descrizione vs. spiegazione:
   una spiegazione vera dà indicazioni non sul perché ma sulle
 condizioni in cui il comportamento si verifica (prevedere e
 controllare il comportamento). Il temine “perché” può indurre in
 errore (“il bambino non capisce perché è ritardato”; “Luigi ha
 picchiato il compagno perché è aggressivo”)                9
Sviluppi della diatriba natura/cultura
   Locke (17° secolo) : La mente del bambino è una “tabula
    rasa” sulla quale scrive l’esperienza.

   Darwin (seconda metà ‘800): attenzione verso le
    caratteristiche biologiche e i caratteri ereditari.

   Watson e Skinner: ritorno della concezione
    ambientalista (“datemi una dozzina di bambini sani e un
    contesto adeguato e ne farò quello che voglio,
    indipendentemente dai suoi antenati”).
          Nessuna delle due posizioni è corretta:
il comportamento è il risultato dell’interazione di entrambe.
                             10
Ad esempio….
   Sequenza motoria. Girarsi in su, stare seduti senza
    appoggio, stare in piedi aggrappandosi, andare carponi,
    camminare. I ritmi di evoluzione possono essere però
    ridotti con stimolazioni ed esercizio. In una ricerca sul
    riflesso di marcia nel neonato, si osservò che con
    l’esercizio nei primi 2 mesi camminarono da 5 a 7
    settimane prima degli altri.
   Linguaggio. E’ necessario un certo livello di
    maturazione neurologica. Prima di 1 anno nessun
    bambino è capace di dire frasi. L’inizio del linguaggio e i
    ritmi di apprendimento possono essere diversi in
    funzione degli stimoli ambientali.
                               11
In realtà…..

 La dicotomia tra natura e cultura è una
falsa dicotomia.

Invece di cercare quanto influisce l’eredità e
quanto l’ambiente, bisogna verificare come
agiscono entrambe.



                     12
Componenti filogenetiche         Componenti ontogenetiche

        Ontogenesi evolutiva: processo dinamico

 n   Interazioni individuo-ambiente

 n   Esse mutano costantemente

 n   Implicano effetti reciproci

 n   I fattori agiscono simultaneamente

 n   Lo sviluppo non è statico

 n   Emergono fattori nuovi
                                                13
Finalità della Psicologia dello Sviluppo


   Descrivere e spiegare lo sviluppo psicologico,
      ovvero i cambiamenti che si verificano
in funzione del tempo nel comportamento e nelle
  funzioni psicologiche (o domìni dello sviluppo),
        che definiscono l’unità psico-fisica
                  dell’individuo.



                       14
Domìni della Psicologia dello Sviluppo
   Sviluppo fisico e motorio
   Sviluppo percettivo
   Sviluppo dell’apprendimento e della memoria
   Sviluppo cognitivo (intelligenza, pensiero)
   Sviluppo del linguaggio e della comunicazione
   Sviluppo sociale e della personalità
   Sviluppo emotivo ed affettivo
   Sviluppo morale

       Nessuno dei repertori della persona si sviluppa
       autonomamente, ma sono strettamente correlati,
                  influenzandosi a vicenda.
                             15
Questioni di fondo della Psicologia dello sviluppo


   Qual è la natura del cambiamento che ha luogo nel corso
    dello sviluppo? [quantitativa o qualitativa]

   Qual è la natura del processo che causa questo
    cambiamento? [fattori genetici o ambientali – Teorie
    innatiste, ambientaliste, organismiche]

   Il cambiamento si caratterizza come continuo e graduale
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                             16

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Lezione 1

  • 1. Nozioni di base di Psicologia dello sviluppo
  • 2. Studio dell’età evolutiva Cenni storici Pedagogia Psicologia 2000 anni fa Fine ‘800 (Grecia classica) Perché?  Scarso interesse per il mondo infantile.  Iniziale tendenza ad attribuire ai bambini modi di sentire e di vedere la realtà tipici degli adulti.  Difficoltà metodologiche. 2
  • 3. 3 FINE ‘800: i pionieri  Hall: il mondo mentale dei bambini è diverso da quello degli adulti (ricerca su bambini di 5 anni- Berlino - Stati Uniti: credenze e atteggiamenti dei bambini sul mondo animato e inanimato; processi cognitivi; emozioni; formazione della personalità). Metodo: Questionari sui ricordi e osservazioni degli adulti (distorsioni della memoria).  Galton: Studio delle differenze individuali; influenza di eredità e ambiente. Metodo dei gemelli.  Freud: riprende il metodo dei ricordi, usato da Hall. Influenza dello sviluppo sessuale ed affettivo del bambino sulla personalità dell’adulto. Alcuni disturbi risalgono all’infanzia e per risolverli bisogna far riemergere emozioni “rimosse” dall’inconscio e renderle accettabili all’io e al super-io.  Bulher: studio della psicologia infantile partendo dalle favole dei fratelli Grimm.  Kerschensteiner: Il disegno dei bambini (osservazioni indirette).
  • 4. PRIMA META’ DEL 900  Comprensione dei limiti metodologici delle ricerche precedenti.  Ricerca di un metodo più oggettivo: “diario” delle osservazioni quotidiane.  Studi monotematici (es “sviluppo linguistico” di Stern).  Piaget: Genesi dell’intelligenza e del pensiero. Difficoltà di generalizzazione.  Gesell: Osservazioni longitudinali dalla nascita ai 16 anni. Annotò i progressi e li riportò su tavole che potevano essere lette in verticale (per temi) e in orizzontale (per livelli di età). Costruzione delle scale di sviluppo.  Introduzione della sperimentazione.  Ampliamento delle conoscenze e mutamento dell’immagine classica del bambino. 4
  • 5. SECONDA META’ DEL ‘900  Diffusione crescente della sperimentazione e sviluppo di nuove Teorie [ Ipotizzare le cause (VI) e osservare gli effetti (VD) ] La ricerca sperimentale ha ampliato enormemente le conoscenze, offrendo anche possibilità di generalizzazione. Teorie sulla centralità dell’adulto Mutamento dell’immagine classica del bambino Nuova concezione dello sviluppo 5
  • 6. 6 In Italia:  L’interesse per la Psicologia infantile nasce agli inizi del ‘900 con la Montessori, poi vi fu un arresto a causa del fascismo.  Ripresa negli anni ’50 (Psicologia dell’età evolutiva nei Magisteri).  Nel 1960 nasce a Padova il 1° Istituto di Psicologia dell’età evolutiva, che si diffonde gradualmente in tutta l’Italia, specie nel Centro-Nord.  Nel 1971: Corsi di Laurea a Roma e a Padova.  Dipartimenti (Collaborazioni con studiosi di altri Paesi).  Oggi: Corsi di laurea (anche in Sicilia ) e Facoltà. AIP.
  • 7. Modello evolutivo di Baltes e Reese  Lo sviluppo ontogenetico dura tutta la vita. Processi continui (di tipo cumulativo) e discontinui (di tipo innovativo). Adattamenti e ristrutturazione dei periodi precedenti.  Pluralità degli schemi di cambiamento (variazioni in relazione al tipo di comportamento).  Plasticità intra-individuale (variazioni in relazione alle esperienze e condizioni di vita individuali).  Influenza delle condizioni storico-culturali.  Spiegazioni pluralistiche dei cambiamenti (influenze biologiche, influenze storiche, eventi individuali significativi). 7
  • 8. CONCETTO DI SVILUPPO Come sono diventato quel che sono? “ Insieme di cambiamenti progressivi nelle interazioni tra i comportamenti di una persona e gli eventi che si verificano nel suo ambiente ” ! Cambiamenti nelle interazioni ! Cambiamenti progressivi ! Lungo tutta la vita (Life - span) (“dal grembo alla tomba”) 8
  • 9. Oggetto di studio e livello di analisi della psicologia dello sviluppo teorie strutturali vs. teorie funzionali Studiano le strutture Si interessano delle neurofisiologiche condizioni che influenzano il o psicologiche che ritengono alla comportamento base del comportamento. e le sue modificazioni. Sono entrambe importanti: non si escludono a vicenda. Descrizione vs. spiegazione: una spiegazione vera dà indicazioni non sul perché ma sulle condizioni in cui il comportamento si verifica (prevedere e controllare il comportamento). Il temine “perché” può indurre in errore (“il bambino non capisce perché è ritardato”; “Luigi ha picchiato il compagno perché è aggressivo”) 9
  • 10. Sviluppi della diatriba natura/cultura  Locke (17° secolo) : La mente del bambino è una “tabula rasa” sulla quale scrive l’esperienza.  Darwin (seconda metà ‘800): attenzione verso le caratteristiche biologiche e i caratteri ereditari.  Watson e Skinner: ritorno della concezione ambientalista (“datemi una dozzina di bambini sani e un contesto adeguato e ne farò quello che voglio, indipendentemente dai suoi antenati”). Nessuna delle due posizioni è corretta: il comportamento è il risultato dell’interazione di entrambe. 10
  • 11. Ad esempio….  Sequenza motoria. Girarsi in su, stare seduti senza appoggio, stare in piedi aggrappandosi, andare carponi, camminare. I ritmi di evoluzione possono essere però ridotti con stimolazioni ed esercizio. In una ricerca sul riflesso di marcia nel neonato, si osservò che con l’esercizio nei primi 2 mesi camminarono da 5 a 7 settimane prima degli altri.  Linguaggio. E’ necessario un certo livello di maturazione neurologica. Prima di 1 anno nessun bambino è capace di dire frasi. L’inizio del linguaggio e i ritmi di apprendimento possono essere diversi in funzione degli stimoli ambientali. 11
  • 12. In realtà….. La dicotomia tra natura e cultura è una falsa dicotomia. Invece di cercare quanto influisce l’eredità e quanto l’ambiente, bisogna verificare come agiscono entrambe. 12
  • 13. Componenti filogenetiche Componenti ontogenetiche Ontogenesi evolutiva: processo dinamico n Interazioni individuo-ambiente n Esse mutano costantemente n Implicano effetti reciproci n I fattori agiscono simultaneamente n Lo sviluppo non è statico n Emergono fattori nuovi 13
  • 14. Finalità della Psicologia dello Sviluppo Descrivere e spiegare lo sviluppo psicologico, ovvero i cambiamenti che si verificano in funzione del tempo nel comportamento e nelle funzioni psicologiche (o domìni dello sviluppo), che definiscono l’unità psico-fisica dell’individuo. 14
  • 15. Domìni della Psicologia dello Sviluppo  Sviluppo fisico e motorio  Sviluppo percettivo  Sviluppo dell’apprendimento e della memoria  Sviluppo cognitivo (intelligenza, pensiero)  Sviluppo del linguaggio e della comunicazione  Sviluppo sociale e della personalità  Sviluppo emotivo ed affettivo  Sviluppo morale Nessuno dei repertori della persona si sviluppa autonomamente, ma sono strettamente correlati, influenzandosi a vicenda. 15
  • 16. Questioni di fondo della Psicologia dello sviluppo  Qual è la natura del cambiamento che ha luogo nel corso dello sviluppo? [quantitativa o qualitativa]  Qual è la natura del processo che causa questo cambiamento? [fattori genetici o ambientali – Teorie innatiste, ambientaliste, organismiche]  Il cambiamento si caratterizza come continuo e graduale o discontinuo e improvviso? 16