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147° anno accademico
Cerimonia di inaugurazione




Discorso inaugurale del Magnifico Rettore
Giulio Ballio

Milano, 22 marzo 2010
Autorità, Magnifici Rettori,
Colleghi docenti, tecnici, amministrativi,
Allievi del Politecnico,
Signore e Signori,


Quest’anno per il Politecnico di Milano è anno di elezioni del Rettore. Alla
fine del mio mandato rettorale, desidero condividere con Voi una riflessione
sulle strategie che hanno improntato le azioni che il nostro Ateneo ha
intrapreso in questi anni.
Il principio ispiratore di ogni nostra strategia è la coerenza rispetto a due
parole che hanno caratterizzano pienamente la nostra storia.


                           TRADIZIONE E INNOVAZIONE


Tradizione significa conoscere e ispirarci ai valori che i nostri fondatori ci
hanno trasmesso.
Innovazione significa cogliere sul nascere le esigenze di una società in
costante e sempre più rapida evoluzione.
In sintesi, abbiamo il compito di anticipare il progresso nel rispetto dei nostri
valori.


La mia riflessione parte dalla constatazione che, in questi anni, sono cresciuti,
più che in passato, il finanziamento statale e le risorse umane.
La crescita del finanziamento statale
Essendo e volendo rimanere un’università statale, uno dei nostri obiettivi è
stato incrementare il finanziamento statale, proponendo un riequilibrio
nazionale.
I fondi statali infatti ci permettono    di pagare    gli stipendi del nostro
personale, di acquisire e mantenere gli spazi, di garantire e migliorare i
servizi erogati.
Per ricevere finanziamenti pubblici ci siamo sempre presentati alle Istituzioni
con richieste documentate, con progetti precisi, con la credibilità di saperli
realizzare. Le attività di lobby non ci appartengono, abbiamo sempre evitato
ogni approccio non istituzionale.
Cosa abbiamo ricevuto?
In primo luogo abbiamo ottenuto il rispetto e la credibilità che riteniamo di
meritare da parte di Ministeri, Regione, Comune, Provincia e Istituzioni che
hanno sempre apprezzato questo nostro approccio.
In secondo luogo, perdonate una visione così pragmatica, da progettista quale
io sono, abbiamo ottenuto un aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario
annuale del Ministero del 40%, dai 150 milioni di euro del 2003 ai 208
milioni odierni.
Fondo di Finanziamento Ordinario (Mil €)




Dal grafico si nota che l’incremento significativo è avvenuto negli anni 2004
e 2005. L’allora Ministro Moratti destinò in due anni un centinaio di milioni
di euro per iniziare il riequilibrio degli Atenei che risultavano decisamente
sottofinanziati.
Fu una politica che purtroppo non è stata portata avanti negli anni successivi,
ma che dimostra quante poche risorse basterebbero per dare la possibilità di
competere a livello internazionale a un certo numero di Atenei italiani.
Ci piacerebbe che anche il nostro Paese selezionasse un certo numero di
Atenei per aiutarli a scalare le classifiche internazionali seguendo l’esempio
di quanto è stato fatto nel Regno Unito e si sta facendo in Germania, Francia,
Spagna e Portogallo.
La crescita delle risorse umane
Abbiamo deciso di dedicare una parte consistente dell’incremento del
finanziamento pubblico all’assunzione di nuovi docenti.
Avevamo infatti rilevato che nel giro di un decennio quasi il 50% dei nostri
docenti sarebbe andato in pensione. L’obiettivo è stato quindi instaurare una
politica di ricambio generazionale, di assunzione di giovani che, una volta
cresciuti scientificamente, potessero diventare la parte trainante del
Politecnico di domani.


                 Persone                 31/12/2002     oggi
                 Professori Ordinari         407         424
                 Professori Associati        384         349

                 Ricercatori                 359         584
                 Totale Docenti
                 strutturati                 1150       1357
                 PhD                          742        851
                 Assegnisti                   286        639




In questi ultimi sette anni il numero di docenti strutturati è aumentato di oltre
200 unità, pari a una crescita del 18%. Sono entrati in ruolo 400 nuovi
ricercatori, il nostro organico si è rinnovato per il 35%. I dottorandi sono
aumentati del 15% e gli assegnisti di ricerca sono più che raddoppiati.
LA DIDATTICA E LA RICERCA


La didattica e la ricerca sono i nostri obiettivi primari.
Relativamente a questo focus la nostra missione in questi anni è stata
formare allievi destinati a diventare cittadini del mondo e contribuire con
la nostra ricerca ad aiutare la competitività internazionale del nostro
Paese.


La didattica
Per quanto riguarda la didattica abbiamo dovuto innanzi tutto implementare il
cosiddetto 3+2, la riforma degli studi, una riforma non condivisa da molti
docenti universitari, e contro la quale, ancora oggi, si alzano in molti Atenei e
in molti convegni le voci di chi desidera un ritorno al passato.
Abbiamo lavorato con il Ministero affinché si tenesse in debito conto che
nell’Architettura, nel Design, nell’Ingegneria si può specializzare soltanto chi
ha già sufficienti basi teoriche e metodologiche e abbiamo rivoluzionato
organizzazione e sequenze dei contenuti dei differenti insegnamenti senza
inseguire una specializzazione ancora più fine del passato e quindi senza
prolificare i Corsi di Studio.
Tutti insieme abbiamo capito che, per avere successo, si doveva considerare
con maggiore attenzione di un tempo i momenti che precedono l’entrata dello
studente, quelli della sua permanenza in Ateneo e quelli relativi alla sua
uscita. Da questa considerazione sono nati i nostri progetti di Orientamento,
Placement, Internazionalizzazione.
Orientamento: oggi i nostri studenti entrano più motivati
L’obiettivo che ci siamo dati è stato quello di alzare la qualità degli studenti in
ingresso e ridurre gli abbandoni, soprattutto al primo anno. Chi entra al
Politecnico deve operare una scelta consapevole, per ridurre al minimo le
possibilità di errore e quindi di abbandono.
Per raggiungere questo obiettivo ci siamo confrontati molto di più di un
tempo con le scuole superiori, abbiamo studiato con loro alcuni percorsi di
orientamento, abbiamo creato strumenti di preparazione al test di ingresso.
Per l’Ingegneria, dal 2005, abbiamo imposto il superamento del test come
prerequisito per sostenere una qualsiasi prova di esame.
A corredo di tale decisione abbiamo anche ampliato i servizi offrendo la
possibilità per gli studenti delle superiori di sostenere il test fin dal quarto
anno della scuola secondaria assicurandosi così un posto “in anticipo” e di
ripetere il test più volte ogni anno nelle sessioni mensili da marzo a luglio,
abbiamo lavorato con le scuole per la preparazione dei ragazzi al test.
A distanza di cinque anni possiamo affermare che più di 7.000 ragazzi
affrontano ogni anno il test e circa il 62% di loro lo passa al primo colpo.

             Ingegneria: % di abbandoni rispetto a immatricolati
Possiamo anche affermare che chi supera il test ha una bassa probabilità di
abbandonare gli studi, mentre chi non raggiunge la sufficienza e insiste ad
immatricolarsi nonostante il segnale avuto, ha una probabilità di abbandono
quasi del 50%.


Ci rimane l’amarezza di non poter avere lo stesso approccio per Architettura
dove siamo legati a un test nazionale.


Placement: oggi i nostri allievi conoscono di più il mondo del lavoro
I laureati triennali che non proseguono nel nostro Ateneo sono circa 1.600
all’anno, pari al 33% del totale e i laureati quinquennali sono circa 4.000.
Desideriamo che essi trovino un lavoro nel più breve tempo possibile.
L’obiettivo che ci siamo dati è interfacciarci di più con il mondo del lavoro,
creando una struttura ad hoc, il Career Service,        che facilitasse questo
collegamento e preparasse i nostri studenti a conoscere la realtà aziendale.
Grazie alla preparazione che ricevono da parte dei nostri docenti, i nostri
laureati non hanno nulla da      invidiare ai loro colleghi di altri paesi e,
opportunamente informati, possono spesso permettersi di scegliere l’azienda
in cui andare a lavorare.
Anche nella presente crisi economica i tassi di occupazione del nostro Ateneo
appaiono     complessivamente      soddisfacenti.   Dalla    nostra    indagine
recentemente conclusa emerge che i laureati del 2008 che lavorano ad un
anno dalla laurea sono l’85%, in calo di 3-4 punti percentuali rispetto all’anno
precedente, dato in parte compensato dalle persone che continuano a studiare.
L’effetto della crisi si è visto invece nel rallentamento dei tempi di
occupazione: trovano lavoro nei primi 4 mesi il 70% dei laureati occupati a
fronte del 90% dell’anno precedente.
I nostri Laureati sono sempre più richiesti ed assunti all’estero, soprattutto in
Europa. La loro uscita dal nostro Paese non dipende da noi. Si fa poco per
trattenerli; la concorrenza straniera è sempre più agguerrita, assicura stipendi
iniziali maggiori dei nostri e migliori prospettive di carriera.


Al mondo del lavoro offriamo laureati più giovani di dieci - quindici anni fa.
I nostri dati mostrano che nel decennio 1995 – 2005, l’età media di un
laureato quinquennale è stata di 27,5 anni per Architettura e di 26,8 anni per
Ingegneria. Nel 2008 e 2009 l’età si è abbassata di un anno, è stata di 26,5 per
Architettura, 26 per Design e 25,7 per Ingegneria.


                      Età di entrata nel mondo del lavoro




La rivoluzione della nostra offerta formativa, il lavoro e la dedizione dei
nostri docenti permettono l’uscita a circa 2.000 nostri quinquennali con non
più di 25 anni. Sono più del doppio che in passato. Analogamente ogni anno
circa 600 laureati triennali con non più di 23 anni non proseguono i loro studi
nel nostro Ateneo.


Internazionalizzazione
L’organizzazione basata su Bachelor e Master ci ha anche permesso di
perseguire una decisa internazionalizzazione dell’Ateneo.
Ci siamo spinti in questa direzione perché siamo del tutto convinti che gli
allievi stranieri che studiano da noi e che poi ritornano nei loro paesi di
origine possano diventare i motori di relazioni per il sistema produttivo del
nostro Paese. L’internazionalizzazione va quindi vista come un investimento
redditizio di lungo periodo; lo testimoniano le esperienze di Germania e
Francia che oggi vantano un deciso vantaggio nelle loro relazioni con gli altri
paesi.
Inoltre gli allievi internazionali contribuiscono a “sprovincializzare” i nostri
allievi italiani, comunicando loro culture e abitudini diverse.
Coerentemente abbiamo chiesto agli studenti italiani la conoscenza
dell’inglese all’atto della loro immatricolazione.
Abbiamo iniziato il progetto nel 2005 individuando come obiettivo prioritario
il richiamare studenti di buon livello nei corsi di laurea di Master of Science e
di Dottorato di Ricerca dal maggior numero possibile di nazioni.
Abbiamo infatti ritenuto che Laureati magistrali e Dottori di Ricerca fossero
più interessanti per il nostro sistema produttivo. Certamente per noi è più
facile selezionare la qualità in entrata in base a studi compiuti in un primo
livello universitario, piuttosto che in base a studi compiuti in scuole
secondarie straniere di cui non conoscevamo bene i programmi.
2003/4      oggi
                     Allievi stranieri
                                            numero numero % totale
            Corsi di Laurea                    548      1.174     4,9%
            Corsi di Laurea magistrale          36      1.070     9,2%
            Dottorato di Ricerca               48        149      18%
            Doppie Lauree                       34       113
            Erasmus in entrata                 518       630
            Erasmus in uscita                  486       530




Oggi insegniamo in lingua inglese in 15 Corsi di Studio e in tutti i Corsi di
Dottorato.
Oggi studiano da noi più di 2.300 studenti provenienti da 109 nazioni. Essi
rappresentano più del 6% della nostra popolazione studentesca; siamo
allineati alla media europea quando la media italiana è soltanto pari a 2,7%.
Ad essi si aggiungono circa 750 allievi che, a vario titolo studiano da uno a tre
semestri con noi. Nei programmi di scambio gli studenti stranieri in entrata
sono diventati più numerosi degli italiani in uscita.
Questa politica di internazionalizzazione, insieme alle attività dell’Alta
Scuola Politecnica e di Politong, il nostro campus a Shanghai, assicurate dal
contributo della Fondazione Cariplo, sta già attivando relazioni in tutto il
mondo, utili ai nostri docenti, ai nostri studenti italiani e a molte aziende
italiane.


Nei prossimi anni gli studenti stranieri aumenteranno. Le richieste di
immatricolazioni di allievi stranieri stanno crescendo in tutti i livelli di corsi
di studio.
E’ stata fonte di grande soddisfazione constatare che quest’anno il 25% dei
nuovi iscritti ai Corsi di Dottorato di ricerca è straniero. Sono 90 giovani
selezionati fra 200 che avevano presentato richiesta.
Studenti Iscritti                 2003/04 2008/09
             Totale iscritti                           41.534   37.452
                 di cui lombardi fuori provincia       14.265   11.991
                      di cui italiani fuori regione     8.522    8.938
                                    di cui stranieri     750     2.301


Anche gli studenti stranieri iscritti al primo anno della laurea magistrale sono
550, con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno. Complessivamente,
rappresentano il 14% delle matricole nelle Lauree Magistrali.
Promuovere la venuta di studenti da lontano significa anche promuovere
accoglienza a prezzi ragionevoli. Sette anni fa i nostri studenti chiamavano
Milano la “città proibita” . Non so se oggi la chiamano ancora così. So però
che gli studenti stanno apprezzando gli sforzi che le nostre Istituzioni, assieme
agli Atenei Milanesi, hanno fatto per aprire le porte a giovani.
Grazie al contributo del Comune di Milano, della Regione Lombardia, delle
Istituzioni, delle altre nostre Sedi, grazie all’aver presentato buoni progetti ai
bandi promossi dal nostro Ministero, Milano ha avuto un contributo statale di
quasi 60 milioni di euro per creare accoglienza a studenti universitari.
Per quanto riguarda il nostro Ateneo, fra Milano e le nostre altre sedi,
abbiamo ormai superato i 2.000 posti letto e ne abbiamo in cantiere altri
2.000, tutti realizzati o da realizzare con i contributi del Ministero e delle
nostre Istituzioni. Non sono ancora sufficienti, ma, come si dice, la derivata è
positiva.


La ricerca
L’obiettivo primario, come ci siamo detti, era aiutare con la nostra ricerca la
competitività internazionale del nostro Paese. Per far questo ci siamo
prefissati tre azioni strategiche:
- In primo luogo dovevamo sottoporci a un confronto internazionale al fine di
capire quale fosse la nostra reputazione scientifica in sede internazionale
e quali fossero le azioni necessarie per migliorarla ulteriormente.
- In secondo luogo dovevamo individuare servizi e incentivi che potessero
facilitare il trasferimento dei risultati della nostra ricerca.
- In terzo luogo dovevamo iniziare a instaurare rapporti strutturati con
istituzioni o aziende interessate a lavorare insieme a noi per sviluppare
ricerche nel medio – lungo periodo.


La peer review
Il risultato del confronto internazionale è stato al di sopra delle nostre
aspettative. Abbiamo chiesto a circa ottanta ricercatori provenienti da una
cinquantina di istituzioni di ricerca straniere di dirci in quale misura la ricerca
svolta dai nostri gruppi di ricercatori fosse paragonabile a quella svolta da
analoghi gruppi     operanti al di fuori del nostro paese. L’Ateneo è stato
giudicato complessivamente “good at international role”. Le attività di
Ricerca del 60 % dei nostri ricercatori sono state giudicate buone o eccellenti.
Il trasferimento dei risultati della ricerca
In questi 7 anni il nostro autofinanziamento di ricerca è raddoppiato. I nostri
servizi e soprattutto la qualità e l’affidabilità dei nostri ricercatori porta oggi
ai nostri dipartimenti risorse finanziarie per oltre 70 milioni di euro all’anno.
Circa la metà proviene da bandi competitivi, metà dal trasferimento dei
risultati della nostra ricerca.
Se consideriamo anche l’apporto della nostra Fondazione, dei consorzi e delle
società di spin off da noi partecipati superiamo la cifra di 110 milioni di euro
annui.
                            Autofinanziamento (Mil €)




Sono decisamente aumentati i brevetti depositati e licenziati dall’Ateneo. Con
particolare soddisfazione si può notare che un gran numero di essi vengono
depositati, contestualmente trasferiti e quindi utilizzati già nell’ambito di
contratti di ricerca con il nostro Ateneo.
Brevetti del Politecnico di Milano




Il nostro Acceleratore di Impresa, gestito dalla Fondazione Politecnico ha
contribuito alla crescita di Aziende fondate da Giovani imprenditori. Oggi
queste giovani imprese incubate hanno un fatturato di circa 15 milioni di euro
e vi lavorano quasi 300 persone, in larga misura nostri laureati.

                    60
                                                                                                  51
                                                                                           47
                    50                                                              42
 Numero d'Aziende




                    40                                                       34
                                                                31

                    30                            24
                                 17        18
                    20

                          9
                    10


                     0
                         2001   2002     2003    2004          2005         2006   2007   2008   2009

                                                 Ex Incubate     Incubate
I rapporti con istituzioni e aziende
Per fare innovazione a servizio del nostro Paese non è sufficiente il semplice
trasferimento dei risultati di ricerche promosse e svolte all’interno del nostro
ateneo. L’innovazione richiede trasversalità di discipline e di competenze. Per
fare vera innovazione è necessario che gruppi interdisciplinari di ricercatori
lavorino insieme     con il sistema produttivo su visioni di medio – lungo
periodo.
Per raggiungere questo obiettivo, a partire dal 2006, abbiamo promosso
collaborazioni di ricerca di medio - lungo periodo con partner industriali,
coinvolgendo ricercatori di differenti dipartimenti.
Abbiamo già casi di successo. Le attività di ricerca coordinate con ENI oggi
coinvolgono una sessantina di Ricercatori provenienti da 11 Dipartimenti
nella sfida dei prossimi 10 anni relativamente ai problemi dell’OIL & GAS.
Nel Laboratorio sui Sistemi di Trasporto facciamo ricerca assieme ad aziende
del settore, Ferrovie dello Stato, Trenitalia per sviluppare treni ad alta velocità
di nuova generazione. Iniziative più recenti sono il Laboratorio sull’Energia,
il rapporto strutturato iniziato recentemente con INAIL sulla prevenzione
degli incidenti sul lavoro e sui dispositivi per la rieducazione e assistenza agli
incidentati, il consorzio con Agusta Westland sull’elicotteristica del futuro.
IL PROGETTO BOVISA




Il mio discorso termina con un progetto che abbiamo ulteriormente
sviluppato in questi anni e di cui sono particolarmente orgoglioso: trasformare
l’area di Bovisa, un’area di 400.000 mq tradizionale motore di sviluppo di
un’area industriale, in un centro di innovazione interdisciplinare, nel quale
operatori diversi, per cultura e settori di azione, possano sviluppare, lavorando
insieme, conoscenza e innovazione.
Mi fa piacere testimoniare quanto sia cresciuta in questi anni nelle Istituzioni
Milanesi la condivisione di tale idea e la volontà di realizzare un simile
progetto.
L’ Amministrazione Comunale di Milano e in particolare il Sindaco,
l’Assessore Masseroli, i servizi tecnici comunali hanno creduto in questo
disegno strategico e hanno avuto un ruolo determinante nei progressi che si
stanno facendo per far decollare il progetto che è stato condiviso anche da
Regione Lombardia e Provincia di Milano.
Oggi in Bovisa vive circa il 40% del nostro Ateneo. In quel quartiere abbiamo
completato gli insediamenti di via Durando dedicati all’Architettura e al
Design,    abbiamo realizzato nuovi edifici aule, uffici dipartimentali e
laboratori che permettono il buon funzionamento dell’ormai decennale
insediamento di Ingegneria in via Lambruschini, è avviata la costruzione di
una nuova biblioteca.


Quando siamo sbarcati in Bovisa eravamo soli. Oggi non siamo più soli,
siamo in tanti.
A seguito di tanti pensieri, incontri, progetti, si sono insediati, già operano e
credono nella trasformazione di Bovisa, l’Istituto Mario Negri, la Fondazione
Triennale, Telelombardia, Euromilano, il Museo del Bambino, la Società
Expo, le Ferrovie Nord, la Camera di Commercio.
Io spero che altri si aggiungano e che il seme gettato generi i frutti che Bovisa
merita.
IL FUTURO DEI NOSTRI GIOVANI
Ma torniamo ai giovani, ai nostri allievi, ai nostri ricercatori, assegnisti e
dottorandi.




Come ci insegna Carlo Cattaneo noi dobbiamo sentire il dovere di
domandarci, ad ogni istante del nostro operare come eliminare le barriere,
spesso soltanto artificiali, fra le discipline, come stimolare i rapporti fra
cultura scientifica, artistica e umanistica e come valorizzare i giovani e le
giovani per formare generazioni di laureati motivati a migliorare il mondo.
Per questa ragione noi tutti dobbiamo riflettere sui bisogni e sui desideri dei
giovani e avere una visione di quanto un contesto sempre più complesso e
internazionale potrà loro offrire in futuro.
Per avviare questa riflessione ho chiesto i contributi della dottoressa Guidi e
del dottor Strada che per la loro posizione istituzionale, la loro etica, la loro
attività in mondi diversi, possono aprirci scenari che forse non conosciamo
appieno. Ho anche chiesto al nostro professore Costanzo Ranci Ortigosa di
illustrarci i risultati da lui raggiunti nelle sue analisi della società giovanile
che ci circonda.


Alla fine concluderò questa cerimonia con una riflessione e la proclamazione
di rito.

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Discorso Rettore Ballio inaugurazione politecnico

  • 1. 147° anno accademico Cerimonia di inaugurazione Discorso inaugurale del Magnifico Rettore Giulio Ballio Milano, 22 marzo 2010
  • 2.
  • 3. Autorità, Magnifici Rettori, Colleghi docenti, tecnici, amministrativi, Allievi del Politecnico, Signore e Signori, Quest’anno per il Politecnico di Milano è anno di elezioni del Rettore. Alla fine del mio mandato rettorale, desidero condividere con Voi una riflessione sulle strategie che hanno improntato le azioni che il nostro Ateneo ha intrapreso in questi anni. Il principio ispiratore di ogni nostra strategia è la coerenza rispetto a due parole che hanno caratterizzano pienamente la nostra storia. TRADIZIONE E INNOVAZIONE Tradizione significa conoscere e ispirarci ai valori che i nostri fondatori ci hanno trasmesso. Innovazione significa cogliere sul nascere le esigenze di una società in costante e sempre più rapida evoluzione. In sintesi, abbiamo il compito di anticipare il progresso nel rispetto dei nostri valori. La mia riflessione parte dalla constatazione che, in questi anni, sono cresciuti, più che in passato, il finanziamento statale e le risorse umane.
  • 4. La crescita del finanziamento statale Essendo e volendo rimanere un’università statale, uno dei nostri obiettivi è stato incrementare il finanziamento statale, proponendo un riequilibrio nazionale. I fondi statali infatti ci permettono di pagare gli stipendi del nostro personale, di acquisire e mantenere gli spazi, di garantire e migliorare i servizi erogati. Per ricevere finanziamenti pubblici ci siamo sempre presentati alle Istituzioni con richieste documentate, con progetti precisi, con la credibilità di saperli realizzare. Le attività di lobby non ci appartengono, abbiamo sempre evitato ogni approccio non istituzionale. Cosa abbiamo ricevuto? In primo luogo abbiamo ottenuto il rispetto e la credibilità che riteniamo di meritare da parte di Ministeri, Regione, Comune, Provincia e Istituzioni che hanno sempre apprezzato questo nostro approccio. In secondo luogo, perdonate una visione così pragmatica, da progettista quale io sono, abbiamo ottenuto un aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario annuale del Ministero del 40%, dai 150 milioni di euro del 2003 ai 208 milioni odierni.
  • 5. Fondo di Finanziamento Ordinario (Mil €) Dal grafico si nota che l’incremento significativo è avvenuto negli anni 2004 e 2005. L’allora Ministro Moratti destinò in due anni un centinaio di milioni di euro per iniziare il riequilibrio degli Atenei che risultavano decisamente sottofinanziati. Fu una politica che purtroppo non è stata portata avanti negli anni successivi, ma che dimostra quante poche risorse basterebbero per dare la possibilità di competere a livello internazionale a un certo numero di Atenei italiani. Ci piacerebbe che anche il nostro Paese selezionasse un certo numero di Atenei per aiutarli a scalare le classifiche internazionali seguendo l’esempio di quanto è stato fatto nel Regno Unito e si sta facendo in Germania, Francia, Spagna e Portogallo.
  • 6. La crescita delle risorse umane Abbiamo deciso di dedicare una parte consistente dell’incremento del finanziamento pubblico all’assunzione di nuovi docenti. Avevamo infatti rilevato che nel giro di un decennio quasi il 50% dei nostri docenti sarebbe andato in pensione. L’obiettivo è stato quindi instaurare una politica di ricambio generazionale, di assunzione di giovani che, una volta cresciuti scientificamente, potessero diventare la parte trainante del Politecnico di domani. Persone 31/12/2002 oggi Professori Ordinari 407 424 Professori Associati 384 349 Ricercatori 359 584 Totale Docenti strutturati 1150 1357 PhD 742 851 Assegnisti 286 639 In questi ultimi sette anni il numero di docenti strutturati è aumentato di oltre 200 unità, pari a una crescita del 18%. Sono entrati in ruolo 400 nuovi ricercatori, il nostro organico si è rinnovato per il 35%. I dottorandi sono aumentati del 15% e gli assegnisti di ricerca sono più che raddoppiati.
  • 7. LA DIDATTICA E LA RICERCA La didattica e la ricerca sono i nostri obiettivi primari. Relativamente a questo focus la nostra missione in questi anni è stata formare allievi destinati a diventare cittadini del mondo e contribuire con la nostra ricerca ad aiutare la competitività internazionale del nostro Paese. La didattica Per quanto riguarda la didattica abbiamo dovuto innanzi tutto implementare il cosiddetto 3+2, la riforma degli studi, una riforma non condivisa da molti docenti universitari, e contro la quale, ancora oggi, si alzano in molti Atenei e in molti convegni le voci di chi desidera un ritorno al passato. Abbiamo lavorato con il Ministero affinché si tenesse in debito conto che nell’Architettura, nel Design, nell’Ingegneria si può specializzare soltanto chi ha già sufficienti basi teoriche e metodologiche e abbiamo rivoluzionato organizzazione e sequenze dei contenuti dei differenti insegnamenti senza inseguire una specializzazione ancora più fine del passato e quindi senza prolificare i Corsi di Studio. Tutti insieme abbiamo capito che, per avere successo, si doveva considerare con maggiore attenzione di un tempo i momenti che precedono l’entrata dello studente, quelli della sua permanenza in Ateneo e quelli relativi alla sua uscita. Da questa considerazione sono nati i nostri progetti di Orientamento, Placement, Internazionalizzazione.
  • 8. Orientamento: oggi i nostri studenti entrano più motivati L’obiettivo che ci siamo dati è stato quello di alzare la qualità degli studenti in ingresso e ridurre gli abbandoni, soprattutto al primo anno. Chi entra al Politecnico deve operare una scelta consapevole, per ridurre al minimo le possibilità di errore e quindi di abbandono. Per raggiungere questo obiettivo ci siamo confrontati molto di più di un tempo con le scuole superiori, abbiamo studiato con loro alcuni percorsi di orientamento, abbiamo creato strumenti di preparazione al test di ingresso. Per l’Ingegneria, dal 2005, abbiamo imposto il superamento del test come prerequisito per sostenere una qualsiasi prova di esame. A corredo di tale decisione abbiamo anche ampliato i servizi offrendo la possibilità per gli studenti delle superiori di sostenere il test fin dal quarto anno della scuola secondaria assicurandosi così un posto “in anticipo” e di ripetere il test più volte ogni anno nelle sessioni mensili da marzo a luglio, abbiamo lavorato con le scuole per la preparazione dei ragazzi al test. A distanza di cinque anni possiamo affermare che più di 7.000 ragazzi affrontano ogni anno il test e circa il 62% di loro lo passa al primo colpo. Ingegneria: % di abbandoni rispetto a immatricolati
  • 9. Possiamo anche affermare che chi supera il test ha una bassa probabilità di abbandonare gli studi, mentre chi non raggiunge la sufficienza e insiste ad immatricolarsi nonostante il segnale avuto, ha una probabilità di abbandono quasi del 50%. Ci rimane l’amarezza di non poter avere lo stesso approccio per Architettura dove siamo legati a un test nazionale. Placement: oggi i nostri allievi conoscono di più il mondo del lavoro I laureati triennali che non proseguono nel nostro Ateneo sono circa 1.600 all’anno, pari al 33% del totale e i laureati quinquennali sono circa 4.000. Desideriamo che essi trovino un lavoro nel più breve tempo possibile. L’obiettivo che ci siamo dati è interfacciarci di più con il mondo del lavoro, creando una struttura ad hoc, il Career Service, che facilitasse questo collegamento e preparasse i nostri studenti a conoscere la realtà aziendale. Grazie alla preparazione che ricevono da parte dei nostri docenti, i nostri laureati non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi di altri paesi e, opportunamente informati, possono spesso permettersi di scegliere l’azienda in cui andare a lavorare. Anche nella presente crisi economica i tassi di occupazione del nostro Ateneo appaiono complessivamente soddisfacenti. Dalla nostra indagine recentemente conclusa emerge che i laureati del 2008 che lavorano ad un anno dalla laurea sono l’85%, in calo di 3-4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, dato in parte compensato dalle persone che continuano a studiare. L’effetto della crisi si è visto invece nel rallentamento dei tempi di occupazione: trovano lavoro nei primi 4 mesi il 70% dei laureati occupati a fronte del 90% dell’anno precedente.
  • 10. I nostri Laureati sono sempre più richiesti ed assunti all’estero, soprattutto in Europa. La loro uscita dal nostro Paese non dipende da noi. Si fa poco per trattenerli; la concorrenza straniera è sempre più agguerrita, assicura stipendi iniziali maggiori dei nostri e migliori prospettive di carriera. Al mondo del lavoro offriamo laureati più giovani di dieci - quindici anni fa. I nostri dati mostrano che nel decennio 1995 – 2005, l’età media di un laureato quinquennale è stata di 27,5 anni per Architettura e di 26,8 anni per Ingegneria. Nel 2008 e 2009 l’età si è abbassata di un anno, è stata di 26,5 per Architettura, 26 per Design e 25,7 per Ingegneria. Età di entrata nel mondo del lavoro La rivoluzione della nostra offerta formativa, il lavoro e la dedizione dei nostri docenti permettono l’uscita a circa 2.000 nostri quinquennali con non più di 25 anni. Sono più del doppio che in passato. Analogamente ogni anno
  • 11. circa 600 laureati triennali con non più di 23 anni non proseguono i loro studi nel nostro Ateneo. Internazionalizzazione L’organizzazione basata su Bachelor e Master ci ha anche permesso di perseguire una decisa internazionalizzazione dell’Ateneo. Ci siamo spinti in questa direzione perché siamo del tutto convinti che gli allievi stranieri che studiano da noi e che poi ritornano nei loro paesi di origine possano diventare i motori di relazioni per il sistema produttivo del nostro Paese. L’internazionalizzazione va quindi vista come un investimento redditizio di lungo periodo; lo testimoniano le esperienze di Germania e Francia che oggi vantano un deciso vantaggio nelle loro relazioni con gli altri paesi. Inoltre gli allievi internazionali contribuiscono a “sprovincializzare” i nostri allievi italiani, comunicando loro culture e abitudini diverse. Coerentemente abbiamo chiesto agli studenti italiani la conoscenza dell’inglese all’atto della loro immatricolazione. Abbiamo iniziato il progetto nel 2005 individuando come obiettivo prioritario il richiamare studenti di buon livello nei corsi di laurea di Master of Science e di Dottorato di Ricerca dal maggior numero possibile di nazioni. Abbiamo infatti ritenuto che Laureati magistrali e Dottori di Ricerca fossero più interessanti per il nostro sistema produttivo. Certamente per noi è più facile selezionare la qualità in entrata in base a studi compiuti in un primo livello universitario, piuttosto che in base a studi compiuti in scuole secondarie straniere di cui non conoscevamo bene i programmi.
  • 12. 2003/4 oggi Allievi stranieri numero numero % totale Corsi di Laurea 548 1.174 4,9% Corsi di Laurea magistrale 36 1.070 9,2% Dottorato di Ricerca 48 149 18% Doppie Lauree 34 113 Erasmus in entrata 518 630 Erasmus in uscita 486 530 Oggi insegniamo in lingua inglese in 15 Corsi di Studio e in tutti i Corsi di Dottorato. Oggi studiano da noi più di 2.300 studenti provenienti da 109 nazioni. Essi rappresentano più del 6% della nostra popolazione studentesca; siamo allineati alla media europea quando la media italiana è soltanto pari a 2,7%. Ad essi si aggiungono circa 750 allievi che, a vario titolo studiano da uno a tre semestri con noi. Nei programmi di scambio gli studenti stranieri in entrata sono diventati più numerosi degli italiani in uscita. Questa politica di internazionalizzazione, insieme alle attività dell’Alta Scuola Politecnica e di Politong, il nostro campus a Shanghai, assicurate dal contributo della Fondazione Cariplo, sta già attivando relazioni in tutto il mondo, utili ai nostri docenti, ai nostri studenti italiani e a molte aziende italiane. Nei prossimi anni gli studenti stranieri aumenteranno. Le richieste di immatricolazioni di allievi stranieri stanno crescendo in tutti i livelli di corsi di studio. E’ stata fonte di grande soddisfazione constatare che quest’anno il 25% dei nuovi iscritti ai Corsi di Dottorato di ricerca è straniero. Sono 90 giovani selezionati fra 200 che avevano presentato richiesta.
  • 13. Studenti Iscritti 2003/04 2008/09 Totale iscritti 41.534 37.452 di cui lombardi fuori provincia 14.265 11.991 di cui italiani fuori regione 8.522 8.938 di cui stranieri 750 2.301 Anche gli studenti stranieri iscritti al primo anno della laurea magistrale sono 550, con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno. Complessivamente, rappresentano il 14% delle matricole nelle Lauree Magistrali. Promuovere la venuta di studenti da lontano significa anche promuovere accoglienza a prezzi ragionevoli. Sette anni fa i nostri studenti chiamavano Milano la “città proibita” . Non so se oggi la chiamano ancora così. So però che gli studenti stanno apprezzando gli sforzi che le nostre Istituzioni, assieme agli Atenei Milanesi, hanno fatto per aprire le porte a giovani. Grazie al contributo del Comune di Milano, della Regione Lombardia, delle Istituzioni, delle altre nostre Sedi, grazie all’aver presentato buoni progetti ai bandi promossi dal nostro Ministero, Milano ha avuto un contributo statale di quasi 60 milioni di euro per creare accoglienza a studenti universitari. Per quanto riguarda il nostro Ateneo, fra Milano e le nostre altre sedi, abbiamo ormai superato i 2.000 posti letto e ne abbiamo in cantiere altri 2.000, tutti realizzati o da realizzare con i contributi del Ministero e delle nostre Istituzioni. Non sono ancora sufficienti, ma, come si dice, la derivata è positiva. La ricerca L’obiettivo primario, come ci siamo detti, era aiutare con la nostra ricerca la competitività internazionale del nostro Paese. Per far questo ci siamo prefissati tre azioni strategiche:
  • 14. - In primo luogo dovevamo sottoporci a un confronto internazionale al fine di capire quale fosse la nostra reputazione scientifica in sede internazionale e quali fossero le azioni necessarie per migliorarla ulteriormente. - In secondo luogo dovevamo individuare servizi e incentivi che potessero facilitare il trasferimento dei risultati della nostra ricerca. - In terzo luogo dovevamo iniziare a instaurare rapporti strutturati con istituzioni o aziende interessate a lavorare insieme a noi per sviluppare ricerche nel medio – lungo periodo. La peer review Il risultato del confronto internazionale è stato al di sopra delle nostre aspettative. Abbiamo chiesto a circa ottanta ricercatori provenienti da una cinquantina di istituzioni di ricerca straniere di dirci in quale misura la ricerca svolta dai nostri gruppi di ricercatori fosse paragonabile a quella svolta da analoghi gruppi operanti al di fuori del nostro paese. L’Ateneo è stato giudicato complessivamente “good at international role”. Le attività di Ricerca del 60 % dei nostri ricercatori sono state giudicate buone o eccellenti.
  • 15. Il trasferimento dei risultati della ricerca In questi 7 anni il nostro autofinanziamento di ricerca è raddoppiato. I nostri servizi e soprattutto la qualità e l’affidabilità dei nostri ricercatori porta oggi ai nostri dipartimenti risorse finanziarie per oltre 70 milioni di euro all’anno. Circa la metà proviene da bandi competitivi, metà dal trasferimento dei risultati della nostra ricerca. Se consideriamo anche l’apporto della nostra Fondazione, dei consorzi e delle società di spin off da noi partecipati superiamo la cifra di 110 milioni di euro annui. Autofinanziamento (Mil €) Sono decisamente aumentati i brevetti depositati e licenziati dall’Ateneo. Con particolare soddisfazione si può notare che un gran numero di essi vengono depositati, contestualmente trasferiti e quindi utilizzati già nell’ambito di contratti di ricerca con il nostro Ateneo.
  • 16. Brevetti del Politecnico di Milano Il nostro Acceleratore di Impresa, gestito dalla Fondazione Politecnico ha contribuito alla crescita di Aziende fondate da Giovani imprenditori. Oggi queste giovani imprese incubate hanno un fatturato di circa 15 milioni di euro e vi lavorano quasi 300 persone, in larga misura nostri laureati. 60 51 47 50 42 Numero d'Aziende 40 34 31 30 24 17 18 20 9 10 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ex Incubate Incubate
  • 17. I rapporti con istituzioni e aziende Per fare innovazione a servizio del nostro Paese non è sufficiente il semplice trasferimento dei risultati di ricerche promosse e svolte all’interno del nostro ateneo. L’innovazione richiede trasversalità di discipline e di competenze. Per fare vera innovazione è necessario che gruppi interdisciplinari di ricercatori lavorino insieme con il sistema produttivo su visioni di medio – lungo periodo. Per raggiungere questo obiettivo, a partire dal 2006, abbiamo promosso collaborazioni di ricerca di medio - lungo periodo con partner industriali, coinvolgendo ricercatori di differenti dipartimenti. Abbiamo già casi di successo. Le attività di ricerca coordinate con ENI oggi coinvolgono una sessantina di Ricercatori provenienti da 11 Dipartimenti nella sfida dei prossimi 10 anni relativamente ai problemi dell’OIL & GAS. Nel Laboratorio sui Sistemi di Trasporto facciamo ricerca assieme ad aziende del settore, Ferrovie dello Stato, Trenitalia per sviluppare treni ad alta velocità di nuova generazione. Iniziative più recenti sono il Laboratorio sull’Energia, il rapporto strutturato iniziato recentemente con INAIL sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro e sui dispositivi per la rieducazione e assistenza agli incidentati, il consorzio con Agusta Westland sull’elicotteristica del futuro.
  • 18. IL PROGETTO BOVISA Il mio discorso termina con un progetto che abbiamo ulteriormente sviluppato in questi anni e di cui sono particolarmente orgoglioso: trasformare l’area di Bovisa, un’area di 400.000 mq tradizionale motore di sviluppo di un’area industriale, in un centro di innovazione interdisciplinare, nel quale operatori diversi, per cultura e settori di azione, possano sviluppare, lavorando insieme, conoscenza e innovazione. Mi fa piacere testimoniare quanto sia cresciuta in questi anni nelle Istituzioni Milanesi la condivisione di tale idea e la volontà di realizzare un simile progetto. L’ Amministrazione Comunale di Milano e in particolare il Sindaco, l’Assessore Masseroli, i servizi tecnici comunali hanno creduto in questo disegno strategico e hanno avuto un ruolo determinante nei progressi che si
  • 19. stanno facendo per far decollare il progetto che è stato condiviso anche da Regione Lombardia e Provincia di Milano. Oggi in Bovisa vive circa il 40% del nostro Ateneo. In quel quartiere abbiamo completato gli insediamenti di via Durando dedicati all’Architettura e al Design, abbiamo realizzato nuovi edifici aule, uffici dipartimentali e laboratori che permettono il buon funzionamento dell’ormai decennale insediamento di Ingegneria in via Lambruschini, è avviata la costruzione di una nuova biblioteca. Quando siamo sbarcati in Bovisa eravamo soli. Oggi non siamo più soli, siamo in tanti. A seguito di tanti pensieri, incontri, progetti, si sono insediati, già operano e credono nella trasformazione di Bovisa, l’Istituto Mario Negri, la Fondazione Triennale, Telelombardia, Euromilano, il Museo del Bambino, la Società Expo, le Ferrovie Nord, la Camera di Commercio. Io spero che altri si aggiungano e che il seme gettato generi i frutti che Bovisa merita.
  • 20. IL FUTURO DEI NOSTRI GIOVANI Ma torniamo ai giovani, ai nostri allievi, ai nostri ricercatori, assegnisti e dottorandi. Come ci insegna Carlo Cattaneo noi dobbiamo sentire il dovere di domandarci, ad ogni istante del nostro operare come eliminare le barriere, spesso soltanto artificiali, fra le discipline, come stimolare i rapporti fra cultura scientifica, artistica e umanistica e come valorizzare i giovani e le giovani per formare generazioni di laureati motivati a migliorare il mondo. Per questa ragione noi tutti dobbiamo riflettere sui bisogni e sui desideri dei giovani e avere una visione di quanto un contesto sempre più complesso e internazionale potrà loro offrire in futuro. Per avviare questa riflessione ho chiesto i contributi della dottoressa Guidi e del dottor Strada che per la loro posizione istituzionale, la loro etica, la loro attività in mondi diversi, possono aprirci scenari che forse non conosciamo appieno. Ho anche chiesto al nostro professore Costanzo Ranci Ortigosa di illustrarci i risultati da lui raggiunti nelle sue analisi della società giovanile che ci circonda. Alla fine concluderò questa cerimonia con una riflessione e la proclamazione di rito.