2. m la mappa del dossier
Perché andare a Messa? Domanda semplice.
Appartiene a quella categoria di interrogativi ovvi che,
proprio perché tali, sono imbarazzanti.
Sì potrebbe rispondere: "Perché esiste un precetto".
Oppure "Per ottenere i mezzi della salvezza".
Ci basta tutto questo?
L'interrogativo investe chi pratica da anni, ma tocca anche il marginale, l'indifferente.
Ed ecco il quadro dei nostri interventi:
2.
La dimensione storico-teologica
La Messa era il sigillo
di un'appartenenza.
Ora è un evento aperto a, tutti,
senza preclusioni.
GIULIANO ZANCHI
La dimensione educativa
Strade inefficaci,
f
strade da percorrere.
Le condizioni favorevoli per
ripartire.
EZIO CAZZOTTI
Per l'Idea
ci siamo avvalsi delia disponibilità e competenza di Giuliano Zanchi
Egli è parroco a Marne, direttore del Museo diocesano di Bergamo,
autore di specifici saggi in materia.
3. Cè, per i cristiani
un "andare"
che si ripete ogni domenica
Porsi la
e connota la vita.
Lo si fa perché "precettati" domanda
o per scoprire un posto ove
si incontra il Risorto? ATTILIO BIANCHI
I ragazzi dell'Iniziazione? Catechesi al
90%; a Messa i l 10%. Qualcuno dice che
va bene così. M a per arrivare a dargli ra-
gione, o dirgli che sta prendendo farfalle,
occorre qualche riga. Che parte appunto
dall'avverbio che titola questo dossier:
Perché? Se v i inoltrate subito i n categorie
di salvezza, quelle dei teologi e dei papi
con le loro encicliche e i loro catechismi
(ricordate quello d i san Pio X?), n o n v i
verrà facile d i uscire da u n ginepraio, se
n o n dicendovi che così dev'essere. Così
ci è stato detto, così sia. U n amen che ha
la struttura d i quello liturgico senza aver
riguardato i l senso. E cioè che la grazia è
u n dono, che lo si deve meritare, e che per
meritarlo occorrono opere: quella della
Messa domenicale, appunto. E per sfug-
gire ad accuse d i lassismo, nel caso invece
vi venga facile sposare la tesi d i chi obiet-
ta alla obbligatorietà dell'andare a Messa,
dovete voi stessi ripartire dalla grazia da-
ta gratis: che n o n è u n modo per opporsi
alla p r i m a tesi, ma la via per interpretarla
senza precetti farisaici.
Fate questo
Intanto è bene rifarsi alla memoria, e dire
che oggi a Messa si sta meglio dei t e m p i
del pre-Concilio: meglio per partecipa-
151
4. zione, meglio per continuità di tempo e a sua volta, chiede la professione di fede
di luogo (ricorderà qualcuno come in certi e accende la preghiera di intercessione
paesi si entrava a "prendere" Messa siste- della comunità, c) La liturgia eucaristi-
maticamente dopo la predica, che tanto ca: sui doni portati all'altare, pane e vino
era valida Io stesso). E questo anche per- e offerte per la solidarietà verso i poveri,
ché a Messa ce ne vanno di meno: e non il Signore viene a rendersi presente con il
solo per ribadire che alla fin fine il piccolo Suo Corpo e il Suo Sangue, d) La Comu-
resto è regola non solo della fede ebraica, nione e l'invio: la Comunione Eucaristica
ma anche di quella cristiana. Ma sono più si traduce nella missione ad entrare nella
convinti? Per la maggior parte, sì. Forse c'è storia del mondo per testimoniare il bene
ancora chi alla Messa chiede solo un buon della resurrezione di Cristo che si è cele-
servizio della Parola e subisce il resto, giu- brata. Certo, tutto questo comporta un av-
sto rovesciando la tradizione precedente: vicinamento che non sia solo di cuore, ma
quelli che ritenevano un'appendice la Pa- anche di mente: i nostri ragazzi possono
rola e il suo servizio, questi che ritengono da subito esserci? E sennò, che si fa? Ci si
un'appendice, o giù di lì, la parte eucari- rifugia in maqiiillages che trasformano le
stica. Vado per tagli di scure, ma ci inten- Messe in happy-hour, quell'ora felice in
diamo. Anche perché recentemente, met- cui i bar praticano sconti? E dunque anche
tendo l'accento su omelie lunghe, noiose le Messe siano scontate delle cose difficili
e ridondanti, eminenti personalità da ta- ("Come si fa a parlare a un bambino di un
volino fanno lezione a chi vive sul campo: uomo crocifisso? Meno male che ho trova-
tra le mille difficoltà di popoli liturgici che to un prete che mi ha dato ragione" - da
dalla grammatica biblica e dalla traduzio- un'intervista a unagirl televisiva). Oppure
ne nel quotidiano vivono distanze siderali ci si rifugia in tentazioni regressive, dan-
(e senza scusare i preti che le omelie non do importanza dogmatica alle rubriche: il
le preparano, e quelli che ancora celebra- latino, un crocifisso e rispettivi candelieri
no senza più credere nel mistero). È bene allineati sulla mensa, obbligatoriamente
fare al meglio un'omelia, ma è altrettanto in ginocchio a ricevere il corpo del Signo-
bene mostrare il totale della celebrazione re, così sconfiggendo quel popolo di Dio
della Messa: per non ingenerare appunto che celebra il Signore crocifisso e risorto,
l'idea che la predica è il tutto dell'appun- 10 sposo che è presente e dunque fa festa
tamento domenicale. nell'incontro?
Ma fate secondo memoria 11 posto deirincontro
Il totale della Messa potrebbe aiutare a Ecco, andare a Messa dà gioia: è a partire
dire il perché immediato dell'andarci: da questo che si potrebbe risolvere il per-
spiegarlo a piccoli e grandi. I quattro mo- ché dell'andarci. Ma è troppo facile a dirsi.
menti a) L'atto penitenziale, come punto "Ci vado quando me la sento" chissà per-
di partenza per confessare il nostro biso- ché non lo si fa equivalere al "ti amo quan-
gno di perdono e di amore, b) La liturgia do mi va". Abituati, dall'anno mille in poi,
della Parola, Bibbia e omelia: al bisogno ad essere buttati in chiesa in ogni dome-
di perdono risponde la Parola di Dio, che. nica e festa comandata, pena un peccato
5. mortale, è facile pensare che non si sia co- Ma oggi la Messa è fatta da tutti, senza
struita una mentalità della necessità e in- aver fatto nulla, o quasi. Certo troverete
vece si sia subita quella della obbligatorie- chi dice che supplisce la Chiesa: ma chi
tà. Come si è fatto capire - o non si è fatto 10 nega? Solo che per quell'invio con cui
capire - che la fede è possibile perché c'è la Messa si conclude - missa est, nel buon
un posto in cui incontro Gesù, il Risorto? latino antico che non dovrebbe essere
E che quel posto è la memoria che, ripe- manipolato a fini esteto-estatici - occor-
tuta secondo il suo comando, ci permette re una predisposizione che è appunto il
di renderlo continuamente presente nelle testimoniare quel che si è celebrato. Ma
parole e negli atti della nostra esistenza? È se si è passata l'ora guardando l'orologio
vero che l'educarsi a una cosa buona na- 0 tampinando la mamma chiedendole
sce da un'abitudine coltivata: questo forse "quando usciamo", c'è da sospettare - in-
fa capire perché, in un clima di cristianità dovinando - che non succeda. Così come
diffusa quale hanno vissuto le generazioni pare che non possa succedere quando
precedenti, era molto piìi facile (anche se la Messa diventa un rito sociale: è morto
non del tutto penetrato) il motivare per- qualcuno in Afghanistan? Una bella Messa
ché si andava a Messa. Ma oggi, se i ge- con tutto il corpo dei politici a prescinde-
nitori che debbono passare la chiamata re dalla fede, è perpetuare da parte della
sono essi stessi colpiti dai connotati della Chiesa quella religione civile su cui ali-
noia per una incomprensibilità che non mentare qualche dubbio è doveroso. Se
si è in loro stessi risolta, come pretendere è vero che non ci può essere una Eucare-
che possano accompagnare la fede dei lo- stia che non costruisca la Chiesa - con la
ro figli? Può avvenire, come accade in Alto Parola e con il Pane, e con la missione al
Adige, che quasi tutti i bambini vengano mondo - non vi pare che occorra esigere
battezzati - dunque portati alla Chiesa - 1 senso di questo andare che di domeni-
1
in percentuali superiori al 90%; e succede ca connota una 'ita? Vi pare una domanda
che quasi la metà di loro nasca da madri ingenua, una domanda sbagliata? O una
italiane non coniugate (48%). È l'epoca domanda necessaria, per non costringere
del primato della coscienza individuale nessuno a una bellezza che profanerebbe
e della ricerca di forme personalizzate di con l'indifferenza, se non peggio? C'è si-
adesione alla religione, commenta il son- curamente un rischio: quello del tiro alla
daggista di turno. fune tra una rigidità neogiansenista o ca-
tara, e un'accoglienza che lasci avvicinare
Ciò che precede ai Misteri chi non li apprezza, sulla scor-
Appunto tocca anche l'andare a Messa. ta dell'immagine paolina dei cani inde-
Un tempo ai catecumeni si chiedeva - gni. Ma proprio per questo è necessario,
prima di ammetterli ai Santi Segni - che direi con un po' d'ironia letteraria obbli-
mostrassero di sapere la Sacra Scrittura e gatorio, porsi la domanda, dirsi il perché
avessero appreso un codice morale. Ci si dell'andare a Messa. Sapendo che sapere
può interrogare se le società cristiane che non risolve certi enigmi dell'animo uma-
si sono formate su una chiave dottrinali- no, che tende a Dio anche quando non lo
stico/moralistica siano state le migliori. frequenta. •
6. Abbiamo rimpressione
di aver smarrito
l'orizzonte di senso
nel quale TEucarestia
si colloca.
Essa è l'esperienza
che pone i discepoli
di fronte a Gesù
e permette loro
di riconoscerlo
come il Signore
Una preoccupazione antica Un'apprensione nuova
Il bisogno di fare un'apologia della parte- La questione per noi, per giunta disincan-
cipazione all'Eucaristia non è per niente tati eredi del sogno rianimatore del Conci-
nuovo. Se Paolo rimprovera aspramente lio Vaticano II, si esprime con l'apprensione
i cristiani di Corinto per il modo indegno del vedere smarrito l'orizzonte di senso sul-
con cui essi mostrano di maltrattare la ce- lo sfondo del quale la liturgia appare com-
na del Signore (1 Cor 11,17ss), l'autore della prensibile. La pressione ansiogena indotta
lettera agli Ebrei non tralascia di lamentare dal fenomeno viene percepita anche per
la disdicevole abitudine di molti a disertare riferimento al caso degli stessi frequenta-
le riunioni dei fratelli (Eb 10, 24-25). A di- tori, che pur presenti, con maggiore o mi-
stanza di ben dodici secoli, a riforma grego- nore assiduità, non sanno separare la loro
riana da tempo impiantata in tutta l'Euro- pur libera scelta da un senso di prestazione
pa cristiana, il Concilio Lateranense II, per che ne inquina la leggerezza. Il clima delle
mettere un argine alla generale diserzione assemblee domenicali emana, in linea ge-
dall'Eucaristia del popolo cristiano, deve, nerale, una coda di malinconia che lavo-
nel 1215, imporre le note condizioni cano- ra sotto la pelle del sentire dei fedeli con
niche della Confessione/Comunione alme- efficacia direttamente proporzionale agli
no a Natale e Pasqua, trasformando in pre- sforzi di rianimare artificialmente il copio-
cetto giuridico l'essenziale forma simbolica ne liturgico. Solo la parola del sacerdote,
della presenza del Dio di Gesti. La Chiesa di tanto in tanto, nell'eccezione di un caso
tridentina saprà a sua volta elaborare mille fortunato di predicazione decente, riesce a
stratagemmi di monitoraggio della fedeltà sostenere il peso di una performance di cui
ai sacramenti del riottoso gregge cristiano. la nostra esperienza quotidiana ha smarrì-
7. Eucaristia:
il necessario
non
comandato
GIULIANO ZANCHI
to l'alfabeto. Perché l'inedito appunto sta capo di una parabola storica nella quale la
in questo. 11 metabolismo deritualizzato e posizione dell'Eucaristia all'interno della
desimbolizzato della vita contemporanea vita cristiana ha subito un ribaltamento
avvolge i ritmi della quotidianità di tutti, che appare sconcertante. L'Eucaristia di-
buoni e cattivi, belli e brutti, credenti e a- fatti nasce come il punto di approdo defi-
gnostici, praticanti e no, spogliandoci del- nitivo di un cammino di adesione alla fede.
la sensibilità necessaria a lasciarsi edificare Veniva ammesso all'Eucaristia qualcuno
dagli effetti performativi del segno liturgi- che avesse compiuto per intero tutto un
co. Basterebbe pensare ai bambini di oggi. itinerario di discepolato che prevedeva u-
I segtii della liturgia rappresentano sonno- na profonda comprensione della Scrittura
lente esperienze di mortificazione per na- e l'acquisizione di una vera vita evangelica.
tivi informatizzati che hanno strutturato la La partecipazione all'Eucaristia eral'ultima
loro coscienza attraverso i simulacri della delle tappe possibili. Era il traguardo della
realtà virtuale. Portare in chiesa un bambi- vita cristiana. Essa era anche avvolta da una
no addestrato all'interfaccia del videogioco disciplina di segretezza [disciplina arcani]
è un dramma. Ma non è colpa della debo- intenta a proteggere la serietà del rito dalla
lezza del segno liturgico. È il mondo intor- sprovvedutezza dei non iniziati. Veniva in-
no a esso che non procede piti sulle stesse fine concessa nella sintesi dei Sacramenti
lunghezze d'onda. dell'Iniziazione (Battesimo Confermazio-
ne Eucaristia), amministrati tutti insieme.
Dall'altro capo della parabola Per tutta una serie di ragioni, la piìi deter-
Oltretutto noi ci poniamo questi interro- minante delle quali è lo spostamento sul
gativi anche stando precisamente all'altro tempo dell'infanzia del cammino di ini-
155
8. ziazione, per n o i oggi la partecipazione ca di possibili soluzioni. Le strade battute
all'Eucaristia è la soglia base della vita cri- - potremmo dire - sono sostanzialmente
stiana universalmente accessibile. La par- tre. La prima è la piti istintiva e anche la
tecipazione alla Messa è la prestazione di piti grezza. Si tratta di quella insistenza pre-
base del fedele comune. Per ogni altra cosa cettistica che pensa di poter raccomandare
della vita cristiana vengono richiesti itine- l'importanza vitale dell'Eucaristia proiet-
rari, condizioni, procedure, mentre per la tandola nella categoria del dovere. Il lega-
Messa basta spingere la porta della chiesa lismo che questa logica comporta n o n ha
e si è già al centro della vita cristiana. Poi bisogno di essere spiegato. Né c'è bisogno
esiste qualcuno che oltre alla Messa si i m - - m i sembra - d i argomentare sull'ineffica-
pegna i n u n cammino d i consapevolezza. cia di questo maldestro modo di riaccredi-
La Messa però è il primo gradino. L'epoca taie l'Eucaristia. La seconda è composta da
d'oro di questo ribaltamento è la pastora- quella serie di strategie attrattive con cui si
le del cristianesimo tridentino. Nel regime pensa di riaffezionare alla Messa renden-
della cristianità tridentina questo essere dola con vari metodi più «coinvolgente». Il
della Messa da subito nel centro della v i - ricatto della retorica emotiva produce però
ta cristiana era supplito dalla capacità del i l piti delle volte degli effetti disastrosi. La
sistema ecclesiale di garantire una forma- raffinatezza del linguaggio liturgico viene
zione a posteriori. I l controllo sociale ob- trascinata nella facile e superficiale ecci-
bligava alla partecipazione avita. Garantiva tazione di una didattica molto elementa-
così uno stato permanente d i iniziazione. re. La forza del segno si spegne nello stu-
Lo sgretolamento d i quel mondo sociale pefacente deWe trovate animative. Delle tre
cristianamente organico ha lasciato nella questa è se n o n altro la piti appassionata e
sua nudità questo contrasto: da u n lato un la piij laboriosa. La terza m i sembra sem-
punto di arriva offerto come un punto di plicemente la p i l i ingenua. Percorre la via
partenza; dall'altro un'incapacità generati- pericolosa della regressione nostalgica. La
va della pratica pastorale. Noi siamo i n u n convinzione ingenua è che il funzionamen-
sistema pastorale che dà tutto subito. M a to virtuoso del cristianesimo di una volta,
fatica a trasformare il dono i n adesione ma- in cui tutti andavano i n chiesa, fosse do-
tura. Il punto è che n o n è detto che i n que- vuto a quella forma del rito con cui i n quel
sto momento la soluzione stia nell'istinto a momento si celebrava la liturgia. Astraen-
ritardare il tempo dell'ammissione ai gran- do completamente dalle metamorfosi che
di gesti della vita cristiana. Sarebbe forse accompagnano la storia e la cultura molti
u n gesto autoritario. Giustamente difatti pensano che la strada giusta sarebbe ritor-
resistiamo nel precipitarci i n simili scelte. nare a quella forma liturgica, al suo presun-
to «mistero», alla sua incantatrice sacralità.
Strategie dell'ansia Specialmente i n tempi di incertezza come
Intanto però l'apprensione n o n ci lascia i - questi gli amici della «Messa i n latino» sono
nerti. Nelle nostre comunità la preoccupa- molti. Il rito tridentino infonde indubbia-
zione per assemblee domenicali, della cui mente una sua forma di fascino. Ma oggi
grazia m o l t i distratti discepoli n o n sanno non può essere niente di p i l i che il fascino
approfittare, mette giustamente alla ricer- emotivo d i una interessante esperienza e-
156
I
9. il dinamismo dei racconti evangelici delle
apparizioni del Risorto (i quali a loro vol-
ta sono raccontati nei Vangeli secondo la
struttura delle Eucaristie già celebrate dal-
la generazione apostolica). Come proclama
i n modo splendido la preghiera eucaristica
y nella Messa Cesia stesso «ci spiega il sen-
so delle Scritture e spezza il Pane per noi»,
conduce anche n o i a riconoscere Lui co-
me Risorto e Signore, esattamente facen-
doci accedere alla stessa esperienza che è
stata d i quei discepoli. L'Eucaristia offre le
condizioni per l'atto d i fede personale che
stetica. La sua forza d i fascinazione sta nel riconosce i n Gesti il Cristo compiuto real-
trasportare i n una dimensione separata e mente davanti a Lui. I l secondo nucleo i n -
diversa dalla concretezza quotidiana della candescente, senza del quale la vita cristia-
vita reale. L'opposto d i quanto è chiamato na n o n sarebbe tale, consiste nel fatto che
a fare i l simbolo liturgico: legare la grazia nella liturgia eucaristica si dà forma alla
di Cristo alla storia del discepolo. natura comunitaria della salvezza indivi-
duale. Quella cristiana n o n è una fede del
Le ragioni teologali singolo che dialoga individualmente con
I n questa ricerca d i soluzioni rimangono il divino. La forma i n cui la via evangelica
insondate e invisibili le ragioni teologa- attrae nella grazia del Dio di Gesù ogni sin-
li dell'esperienza eucaristica. Ritrovare i l golo individuo è quella della vita fraterna.
bandolo della matassa, senza precipitare Essa è il destino promesso come comunio-
i n soluzioni d'accatto e senza rodersi i n ne dei santi. La comunione fraterna della
ansie distruttive, richiede per lo meno d i vita ecclesiale è anticipazione e testimo-
ritornare con consapevolezza sui nuclei nianza d i quel destino. L'Eucaristia ne è i l
incandescenti della «necessità» d i quella segno reale. Se ci sono ragioni per cui «si
forma cristiana del rito che abbiamo i m - deve» essere partecipi dell'Eucaristia, esse
parato a chiamare confidenzialmente «la stanno fra queste essenziali esigenze dell'e-
Messa». Rimettere a fuoco le ragioni per le sperienza cristiana.
quali, senza il segno della comunione euca- Questi due nuclei della vita cristiana co-
ristica, l'esperienza cristiana n o n solo n o n stituiscono nella liturgia eucaristica delle
sarebbe quella che è, ma semplicemen- relazioni reali. Davvero durante l'Eucari-
te n o n potrebbe essere. I l primo d i questi stia si è nella vita della grazia e davanti al
nuclei incandescenti si potrebbe dire così: Risorto. Cosa che n o n accade di fronte alla
l'Eucaristia è u n dispositivo che, secondo sola Scrittura. Come non accade di fronte al
le intenzioni d i Gesti, attualizza simboli- destinatario della carità (l'altro, il povero, i l
camente l'esperienza dell'incontro credente fratello). Solo nel dispositivo della liturgia
con il Risorto. La Messa difatti-invenzione eucaristica i l Signore Gesti è realmente di
rituale senza precedenti - replica la forma e fronte alla nostra libertà chiamata a ricono-
10. La storia,
scerlo. Essere all'altezza di questo realismo
richiede anzitutto alla vita cristiana la capa-
cità di ritrovare la vera forza simbolica dei
l'uomo,
segni della liturgia. Questa esigenza è spes-
so proclamata. Aiiiverà senz'altro al letto-
re come una formula ovvia. Ma il punto è
l'Eucarestìa
che a onorarne il compito non si è ancora
veramente cominciato. La si è scambiata
per molte cose: allegoria, didascalismo,
oggettivismo rituale, feticismo devoziona-
le. Sondare la posta in gioco della forza del
segno liturgico è un compito ancora tutto
da avviare. Si dovrà poi acquisire la capaci-
tà di metterlo in atto. Dobbiamo del resto
ancora acquisire veramente l'idea che ce- EZIO GAZZOTTI
lebrare (mettere in atto i segni della grazia)
non è semplice esecuzione, applicazione,
adempimento, ma un'arte, una sapienza,
un'abilità in cui l'efficacia non si dà senza il
concorso della verità. Come per ogni gesto
significativo compiuto dall'uomo.
Il necessario non comandato
Andare a Messa non si deve. Semmai si può.
Se si vuole. La forma eucaristica della litur-
gia cristiana appartiene all'ordine di quelle
cose che non possiedono la doverosità di ciò
che è imposto, ma la necessità di ciò che è vi-
tale, una volta entrati nell'orbita di legami
liberi e tuttavia indispensabili. Non è mai
stato difficile mediare l'ingresso all'interno
di simili perimetri. La libertà è per l'uomo
la condizione piti onerosa. Anche l'winven-
zione» con cui Gesti rende disponibile per
sempre e per tutti la Sua presenza rimane
esposta all'umana ritrosia per quanto è ne-
cessario seppure non comandato. Ma non
gioverà in nessun modo raccomandarla al
discepolo disaffezionato attraverso la lin-
gua del dovere. Svanirebbe nello stesso i-
stante la splendida rivelazione che tutto è
grazia. •
158
11. Come rispondere Succede quando si sale i n montagna; do-
po ore i n cui ci si inerpica per sentieri tor-
alla domanda: tuosi, la fatica si fa sentire. Conviene allora
"Perché andare a Messa"? fermarsi. Ci si assesta, ci si siede. Si consi-
Tante le vìe che, di fatto, dera il cammino percorso. N o n è solo una
necessità; è anche un'opportuna strategia.
si percorrono a livello Vale anche per la pastorale e la catechesi.
pedagogico: l'insistenza Si investe tanto sull'Eucarestia. Ci sono e-
sperienze, riflessioni, sussidi. M a i risultati
sul precetto,
n o n si vedono. Appare invece il calo verti-
il valore "sociale" della Messa, ginoso della pratica.
la preoccupazione per un rito Occorre fermarsi. Se si vede i l cammino
attraente. Presentiamo una percorso a partire da u n punto lontano,
qualcosa cambia. N o n è vero che nulla si
nostra risposta. è ottenuto.
U n flash dal giurassico
Imbocchiamo questa strada. Proviamo a
ricordarci degli anni 1945-1948. È agevole
per me: sono le prime immagini che ho re-
gistrato nella mia mente. Ricordo la chie-
sa del paese: è di stile romanico. È tutta i n
pietra, costruita da "artigiani" del posto. Si
trova a 900 metri d i altezza. Quanta fatica
costa la Messa a coloro che, la domenica,
salgono dal fiume? La chiesa è sempre pie-
na. È impensabile n o n andare a Messa.
È una specie di crocevia ove incontri tutti e
sai tutto: quanti sono emigrati e quanti so-
no tornati? Com'è andata la vendemmia?
Chi è i n buona salute e chi è mancato?
Fissiamo l'attenzione sulla "Messa alta"
delle ore 11. C'è il coro che interviene. So-
no presenti u o m i n i e donne con i l vestito
V
buono. M a gli u o m i n i - questa è una nor-
ma n o n scritta, ma praticata - si fermano
i1
rigorosamente fuori: aspettano che il prete
scopra il calice: è da quel momento che la
Messa è obbligatoria.
Il prete, intelligentemente, fa la predica i n
dialetto. Deve superare i l duplice handi-
cap: la lingua latina e quella italiana.
159
12. Egli ha accuratamente preparato i fanciulli
alla Prima Comunione. Bastano 2 mesi: di
fatto il contesto familiare è profondamen-
te religioso. Ha usato un metodo interatti-
vo, facendo culminare ogni incontro con
una formula del catechismo di S. Pio X.
Quella che ci interessa è questa "L'Euca-
restia è il Sacramento che, sotto le appa-
renze del pane e del vino, contiene real-
mente Corpo e Sangue, Anima e Divinità
del nostro Signore Gesìi Cristo per il nu-
trimento delle anime"».
Questi i nostri interrogativi come chie-
richetti:
a) Quante volte il prete fa il segno della
croce? Che significato ha questo?
b) Perché sta così a lungo in ginocchio do-
po la consacrazione?
Nei giorni feriali si celebrano quasi sem- Sono maturati elementi nuovi e fecondi:
pre Messe dei defunti. Di solito, appena il • Si connette sempre piti l'Eucarestia non
prete entra con il caratteristico tricorno, il solo con la morte, ma con la resurrezione
sacrista intona il Rosario. di Gesti. Sempre piii si parla di "incontri
con il Risorto".
Svantaggi, condizioni favorevoli • Le Letture con i 3 cicli (ABC) hanno per-
Che cosa è cambiato? È finito un mondo, messo una comprensione nuova della litur-
quello della "profonda cristianità". gia della Parola. Non è preparazione, sala
Ci sono certo condizioni sfavorevoli: d'attesa. È l'apertura della lettera che Dio
• È svanito il catecumenato familiare. Si ci ha inviato. Narra ciò che nel rito accade.
sono interrotti canali di trasmissione del- • È in ombra la dimensione di presenza
la fede. Si fa una gran fatica per ricostru- reale "cosificata". Ma è in piena luce, an-
ire un contesto, un quadro di significati. che nella percezione del popolo, quella di
• È svanito il controllo sociale. Sappiamo Cena del Signore (ICor 11,20).
quale significato abbia il "trascinamento". È • Si può fare un percorso in cui la fede si
occasione per "vedere", farsi una ragione e abbini alla libertà.
poi capire. È vero che l'indifferenza e il plu- In questo nuovo contesto quali sono le
ralismo hanno spogliato la Chiesa dell'ulti- strategie educative? Le esprimiamo in for-
mo dei suoi poteri, quello sulle coscienze. ma di risposta alla domanda: " ec é an-
Prh
Ci piange il cuore nel vedere deserta que- dare a Messa?".
sta mensa! Ma si tratta di un elemento pu-
ramente negativo? Non avviene, per caso, "È obbligatorio"
anche una chiarificazione di fondo: la Mes- Questo slogan fa riferimento alla via precet-
sa è atto dei credenti in Gesti, dei discepoli! dstica. Così si esprime il catechismo di s. Pio
i6o I
13. X. " I l terzo comandamento ricordati di san- né giuridica; è interiore. Se perdi la Messa,
tificare le feste ci ordina d i onorare Dio nei ti pri di uno dei pezzi di storia (individua-
giorni d i festa con atti d i culto esterno dei le, sociale, mondiale). Se muore u n militare
quali, per i cristiani, l'essenziale è la Mes- italiano i n Afganistan, come fai a non anda-
sa" (Parte II, n . 184). Che dire di questa via? re ai funerali? Se viene uccisa una ragazza a
Ha u n effetto immediato maggiore. Ecco Brembate, n o n puoi assentarti. Se si sposa
però le contro-indicazioni: u n amico, devi esserci. Quando tuo figlio
• C'è la norma, ma non ancora il valore. Ci si compie otto anni devi accompagnarlo alla
può ancora chiedere: perché è obbligatorio? Prima Comunione...
• C'è i l rischio d i restare sempre sulla so- La fede n o n c'entra. La Messa è rappre-
glia della fede, d i scambiare i l " m i n i m o " sentazione della vita nel suo sorgere, con-
con i l massimo. È successo per l'obbligo giungersi, spegnersi. Segna dei passaggi.
di confessarsi e comunicarsi almeno a Pa- Se perdi la Messa, ci perdi t u . Se partecipi
squa (Concilio Lateranense IV). porti qualcosa (la solidarietà, la vicinan-
• Ciò che è "possibilità", "fonte di vita" de- za, la gioia).
cade al livello d i precetto cui adeguarsi.
• Questa procedura mantiene le persone " T i salvi l'anima"
aJ JJveJJo delia "minore età " senza far ma- Per secoli, a livello popolare, ha "fenuto"
turare le convinzioni. la motivazione devozionale, spirituale. Si
è detto: "Sei piìi vicino a Gesù; acquisti
"Non puoi non andarci" meriti; t i guadagni i l paradiso; vai avanti
Questo slogan è fatto proprio anche da tan- nel cammino della fede".
ti n o n credenti. È preceduto da " i n certe oc- Questa risposta è d i ordine diverso rispet-
casioni". La motivazione n o n è né esterna. to alle precedenti. N o n apporta ragioni e-
161
14. sterne, estrinseche. Pone al centro il "teso- sa sua persone che celebrano il giorno d t
ro" che è l'Eucarestia. La considera come Signore. Il proconsole Anulino gli chiede
fonte d'acqua zampillante. "Perché non glielo hai impedito?" Rispor
In negativo ha la visione del Dio con il "se" de Emerito: "Non avrei potuto farlo, perch-
davanti. Egli "ti salva se"... vai a Messa. Il Sa- noi cristiani non possiamo stare senza l'Eu-
cramento è premio, riconoscimento. Non è carestia domenicale" (Atti dei Martiri XI,
pili in quell'ordine che è espresso nel saluto Qui siamo proprio agli antipodi della T.
liturgico "La grazia del Signore Gesù Cristo, precettistica:
l'amore di Dio Padre e la comunione dello • È proibito
Spirito Santo sia con tutti voi". • Noi violiamo la legge per affermare, cor
questo rito, la nostra identità.
"Vieni e vedi" Per noi lo spezzare il pane (At 2,46) e fa:
Questa risposta sposta l'accento: mostra passare il calice è segno distintivo, moti-
l'Eucarestia. La intende come azione co- vo di gloria. Non ci legano appartenenze
munitaria, come esperienza da vivere. sociali, etniche, livelli etici: si comunice
Questa via, alcune volte, funziona: a noi il Dio fatto corpo, fatto carne, fatte
• Per i genitori, per gli educatori. È bello che sangue. È una divinizzazione conviviale
essi precedano i piccoli e non li spediscano discendente, festosa. Mangiando Cristc
a Messa. Si impegnano poi a fare da "voce diventiamo suo corpo.
narrante" all'interno del rito. Non può es- C'è un invito perentorio "Prendete e man-
sere strada permanente. I "piccoli" cresco- giate", prendete e bevete. Con gioia lo ac-
no. Devono arrivare ad avere convinzioni. cogliamo. Così sentiamo che Dio è pane
Gli adulti resteranno propositivi se le loro cioè vita; è vino cioè gioia (Le 22,14-20).
facce "parleranno di resurrezione". Noi, come le donne che vanno al sepolcro,
• Quando una comunità intera si attiva per cerchiamo Gesti di Nazareth. Senza di lui
accogliere, coinvolgere, presentare gesti non potremmo vivere. Ci viene indicato
veri e non semplicemente "gesti esatti". il luogo dell'appuntamento e dell'incon-
Non funziona (se non epidermicamente e tro: "Andate dai fratelli: là lo vedrete" (Me
momentaneamente) quando si pongono 16,7; Mt 28,7).
in atto procedure fascinose (ogni volta si Le sorti del mondo sono tutt'altro che de-
inventa qualcosa, si scambia il "rumore" cise. Vincerà la morte? Questa grande av-
con la partecipazione, si mettono le mani ventura della storia si concluderà con il
sulla struttura stessa dell'Eucarestia). Ani- grido inascoltato delle vittime? E Dio da
mare la Messa è mostrarne l'anima. che parte sta?
• Quando, dopo o prima del rito, si narra la L'Eucarestia dà una risposta che non ri-
storia di salvezza culminante nella Pasqua. guarda solo il destino del singolo. Concer-
ne l'umanità, la storia. Dio, in Gesti cro-
"Senza l'Eucarestia non possiamo vivere" cifisso e risorto, si implica. Dice il Cristo:
Sappiamo che cosa succede in Africa, ad "Questo sono io, dato per voi".
Abilene nel 304 d.C.: è in atto una violenta In base a questo, il futuro assume la for-
persecuzione contro i cristiani. Ogni atto ma di banchetto eterno, festivo (Le 22,14-
di culto è proibito. Emerito ospita in ca- 18). •
15. La domenica
occorre andare a Messa:
pare un "precetto"
collegato alla minore età.
Come mai i genitori
I
disertano il rito?
Come rimotivare gli adulti?
ELIANA ZANOLETTI
Una mistagogia della
Eucarestìa o l'Eucarestìa
come mistagogia
Tutti i catechisti dell'ICFR sanno che l'in- cui potrà felicemente emanciparsi appena
sistenza con cui propongono ai fanciulli raggiunta l'età della ragione (ovvero dopo
e ragazzi la partecipazione all'Eucarestia la Cresima).
domenicale è destinata ad essere ineffica- Come ha affermato A. Castegnaro in un'in-
ce se non è supportata cordialmente dai dagine miliare sulla pre-adolescenza': " Ci
genitori, non solo a parole, ma con i fatti. si può chiedere per quali motivi una pra-
Il duplice messaggio contenuto nella dico- tica religiosa così alta come quella ma-
tomia fra le parole ("La domenica bisogna nifestata in età evolutiva dovrebbe man-
andare a Messa") e la pratica dei genitori tenersi nel tempo, se il contesto sociale
• - che a Messa proprio non ci vanno o che è caratterizzato da una pratica reUgiosa
depositano il bambino sulla soglia della modesta [...].
chiesa per venirlo a ritirare 45' dopo - crea Un interrogativo vero si porrebbe semmai
effetti conseguenti. se avvenisse il contrario, se cioè ragazzi
Ovvero: il ragazzino capisce benissimo nati e cresciuti in ambienti spesso mode-
che si tratta di una pratica temporanea, stamente religiosi o comunque lontani
legata alla sua condizione di minorità, da dalla religione "di chiesa", avviati ad inse-
163
16. rirsi in un mondo adulto altrettanto poco per l'eternità. Sono passati 40 anni di cam-
interessato, conservassero ciononostante mino dal primo piano pastorale dell'epi-
un alto livello di pratica religiosa". scopato italiano, la secolarizzazione è a-
vanzata, le comunità cristiane hanno at-
Rimotivare gli adulti traversato varie fasi. Nel riconoscimento,
Sarebbe quindi fondamentale rimotivare i non pienamente metabolizzato, di essere
credenti adulti alla frequentazione all'Eu- una minoranza, cruciali sono i temi della
carestia della domenica; le nostre forze figura del cristiano adulto, della differenza
migliori dovrebbero spendersi in questa cristiana, del primo annuncio e della cura
direzione: nel far comprendere agli adulti delle "pratiche" che mantengono vitale la
già compiutamente iniziati - ovvero che fede senza ridurla ad una dimensione set-
hanno celebrato i sacramenti dell'inizia- taria e culturalmente stravagante.
zione - che "senza la Messa non sei cristia- In questa nuova temperie è frequente il ri-
no", nella convinzione che se custodiamo chiamo al valore performativo della litur-
la domenica, "la domenica custodirà noi" gia. D'altra parte, la liturgia è il primo luo-
C-;-~ ,
(GEI, Volto missionario della parrocchia...). go in cui la Ghiesa si esprime, mettendo
Questa prospettiva potrebbe sembrare, a se stessa in scena, prima di dirsi attraver-
prima vista, una regressione rispetto alle so discorsi razionali: essa resta un "luogo
indicazioni del decennio GEI su Evange- simbolico in cui sono formate le menta-
lizzazione e Sacramenti 0970-80), quando lità, modellate le spiritualità e forgiate le
si avvertiva come incresciosa una pratica rappresentazioni cristiane".^
sacramentale discostata dalla vita, una
frequentazione alla Messa che riducesse In una logica di "secondo annuncio"
a sé il tutto del Gristianesimo. Si tratta di prendere sul serio la felice e-
Non si tratta, ovviamente, di ritornare al spressione di "secondo annuncio" recen-
minimalismo del precetto adempiuto co- temente coniata^
me tassa da pagare o investimento oculato I genitori che incontriamo per la richiesta
17. dei sacramenti sono mi numero consi- le precomprensioni religiose pre-esisten-
derevole di persone che hanno un mini- ti, soprattutto se legate alla fanciullezza e
mo di dimestichezza con ciò che stanno non sottoposte a nessuna revisione seria
chiedendo: conoscono il Cristianesimo e o intervento formativo prolungato.
la Chiesa forse troppo e male; danno la fe- Forse bisognerebbe riuscire a sorprende-
de per scontata anche se ne hanno una vi- re di nuovo: è vero che l'Eucarestia non è
sione parziale, confusa se non addirittura un'occasione per esibire creatività ed im-
distorta; vivono alcune abitudini religiose, provvisazione, ma neanche è una rubrica
legate a qualche gesto o rito. da ripetere in modo routinario e sciatto.
Non stiamo parlando di persone totalmen-
te estranee - per le quali la Chiesa e le sue Un deficit di conoscenza
pratiche sono assoluti misteri - ma di sog- Per abitare la liturgia occorre l'intelligenza
getti che si avvalgono in modo differenzia- del rito. Non occorre capire tutto - e capire
to e selettivo dell'offerta ecclesiale, avendo tutto in ogni celebrazione - ma non è op-
acquisito il "diritto" a farlo, essendo co- portuno sottovalutare il bisogno di sapere
munque stati iniziati. Per prendere sul se- (non durante la celebrazione, ma prima,
rio la loro richiesta, occorre superare una in un contesto catechistico) cosa accade,
serie di deficit che vanno prima nominati. di ricevere suggerimenti su come vivere le
singole parti del rito.
Un deficit di sorpresa Spesso ci si sorprende (da adulti) a ripetere
Gli adulti sono quelli che in qualche modo gesti, preghiere, disposizioni che ci erano
sanno già e questo "sapere già" costituisce stati inculcati da bambini, non disponen-
spesso un inspessimento della sensibilità, do di nessun'altra elaborazione.
una riduzione della disponibilità ad ap-
prendere. La partecipazione sporadica e Un deficit di attivazione/processo
distratta all'Eucarestia domenicale tende Ogni rito inizia e finisce e si suppone che
a confermare (piuttosto che a convertire) la situazione in uscita non sia identica a
18. quella i n ingresso. Una celebrazione eu-
caristica fa fare delle cose. Attraverso ciò
che fa fare, intende anche sollecitare, pro-
muovere, abilitare... I l gesto che Gesìi ha
scelto, n o n ha nulla d i esoterico; è un ge-
sto dell'esistenza, la commensalità, ed una
commensalità umana: fatta d i parole, di
riconoscimento reciproco, di cibo offerto
e consumato...
Propriamente la celebrazione è una m i -
stagogia. Attraverso ciò che fa fare intro-
duce dentro.
Una mancanza di "regia" rende difficolto-
so "entrare" nella celebrazione: spesso le
parti che si susseguono vengono percepite
come scollegate. Se si cambiasse l'ordine
di alcune preghiere o m o m e n t i , l'assem-
blea celebrante i n buona parte n o n per- I
cepirebbe la dissonanza, segno che n o n è
entrata da nessuna parte. • L'Eucarestia come "processo alchemico"
In u n suo libro recente^ A. Gruen afferma
Un deficit di attualità che, i n ogni Eucaristia, celebriamo la tra-
L'Eucarestia n o n è una parentesi a-pro- sformazione della nostra vita. Nei doni del
blematica, u n tempo sotto vuoto, u n non- pane e del vino offriamo a Dio n o i stessi,
luogo senza rapporto con la vita. Alla fine con le nostre lacerazioni, i nostri pensie-
bisogna pure aderire al proprio mondo. r i e i nostri sentimenti. "Abbiamo fiducia
Viviamo u n quotidiano che è piccolo an- nel fatto che Dio accetta i nostri d o n i e l i
che se ci impegna dal mattino alla sera. trasforma, Attraverso le molte celebrazio-
I
Questo piccolo n o n vive a sé, m a dentro n i eucaristiche, qualcosa i n n o i , imper-
u n p i l i grande che è quello che incontria- cettibilmente, viene modificato, come la
mo nell'assemblea domenicale. A volte, i pasta madre fa hevitare tutta la madia di
nostri ambienti hanno poco ossigeno per- farina e la trasforma i n qualcosa d i gusto-
ché dimenticano che il piccolo sta dentro so e commestibile".
il grande, ma n o n come un'alienazione o Il messaggio della metamorfosi che Dio
una sublimazione. I r i t i hanno a che fare opera i n n o i è davvero una buona noti-
con la vita. zia. Nell'Eucarestia avviene la trasforma-
zione del pane e del vino nel Corpo e nel
Due sfondi integratori Sangue di Gesti Cristo, m a anche la nostra
MoltepUci sono i percorsi "mistagogici" trasformazione: la nostra quotidianità, i l
sul rito per gh adulti''; q u i ci limitiamo a nostro lavoro, i nostri sentimenti sono tra-
proporre due orizzonti da "secondo an- sformati i n gioia divina, i n vita divina. La
nuncio" esistenziaU e storici. celebrazione, attraverso quello che ci fa
19. Deiss L., La Messa. Comprendere per Falsini R., Gestì e parole della Messa.
partecipare, EMP, Padova 1992. Per la comprensione del
Donghi A., Gesti e parole. Un'iniziazione mistero celebrato.
al linguaggio simbolico, LEV, Città del Ancora, Milano 2001.
Vaticano 1993. Maule L., Per grazia tuatìlodo.
La preghiera cristiana:
Magrassi M.-Radcliffe T., L'anima della
i Divini misteri e le
domenica, EDB, Bologna 2005.
Ore sante,
La Font G., Eucarestìa. Il pasto e la parola. EDB, Bologna 2006.
Grandezza e forza del simbolo, EDC,
Wernert F.-Moog D.,
Leumann 2002.
Per vivere insieme l'Eucarestìa.
Radcliffe T., Perché andare a Messa? Strumento di lavoro
Il dramma dell'Eucarestia, San Paolo, per animatori e gruppi liturgici,
Cinisello Balsamo 2009. EDC, Leumann 2010.
fare, diventa per noi la possibilità di vedere nel secondo atto, la fede porta sàia, speran-
diversamente; di collegare diversamente i za i dall'offertorio alla fme della Preghie-
frammenti della nostra vita secondo la lo- ra Eucaristica). Siamo abilitati ad essere
gica che corrisponde all'esperienza di Ge- donatori nella fiducia che il regalo che il
sti, al suo mistero pasquale. L'Eucarestia Signore Gesù fa di sé, per quanto contra-
ci fa entrare in un rito che ci precede e ci stato, vince sulla morte e sul male.
ospita, facendoci fare cose che ci abilitano È questa la nostra piti grande speranza: la
ad una personale rielaborazione. Ogni Eu- cena del giovedì santo sembra celebrare
caristia è riserva di un buon immaginario. un fallimento, ma di fronte alla sconfit-
• La celebrazione eucaristica come "dram- ta, Gesij offre la sua vita al Padre, lo prega
ma" perché ne faccia qualcosa; nel terzo atto
Una prospettiva molto interessante è sta- esultiamo per la vittoria dell'amore. Siamo
ta proposta daT. Radcliffe'' che riprende il chiamati a recitare il Padre Nostro, scam-
tema della trasformazione: impercettibil- biare il segno della pace e a riconoscere
mente, come un albero che cresce, l'Euca- Gesù Risorto che ci prepara una mensa
restia ci forma come persone che credono, e ci nutre del suo Corpo, rendendoci suo
sperano ed esercitano la carità. corpo reale.
Per spiegare ciò, propone di leggere la ce- In conclusione siamo congedati ("Andate
lebrazione come un dramma in tre atti: in pace"), non perché dobbiamo far posto
nel primo atto siamo imdtati ad eserci- alla Messa successiva, ma perché siamo
tare la fede (riti di ingresso, ascolto della mandati in missione: inviati ad incarna-
Parola, professione del Credo, Preghiera re il riconoscimento del Padre verso tutti
dei Fedeli); i suoi figli. •
167
20. dalla riflessione al lavoro
1 2
La domanda Dimensione storico-teologica
Ci lasciamo raggiungere dall'interrogativo Leggiamo l'articolo di G. Zanchi.
espresso nel titolo "Perché andare a L'Eucarestia nei primi tempi era:
IVlessa?". Diamo libero sfogo alle risposte. • Punto di arrivo del cammino di fede
Non censuriamone alcuna: • Rito tipicamente cristiano, riservato
• È obbligatorio. C'è uno specifico precetto agli iniziati, custodito dalla disciplina
della Chiesa; dell'arcano.
• È una devozione; Per noi è diventata:
• Si attinge forza spirituale per l'intera • Realtà universalmente accessibile,
settimana; incondizionata
• Si celebra la morte e resurrezione di • Rappresentazione del dramma
Gesù. dell'esistenza sociale.
Si può riscoprire come:
Colui che guida la riflessione fa da • Attualizzazione, per noi, degli incontri
specchio. Raccoglie tutto su di un foglio o con il Risuscitato
sulla lavagna. Fa emergere la concezione • Possibilità, per noi, di credere a Gesù,
di Eucarestia che è sottesa. La Messa di riconoscerlo presente,
appare come: di nutrirci di lui.
• Osservanza rituale Ci chiediamo:
• IVlezzo per la santificazione spirituale a) È vero che sì è verificato questo
dell'individuo ribaltamento?
b) I racconti evangelici ci parlano
• Celebrazione settimanale della Pasqua. dell'incontro con il Risorto già in forma
di rito. Che sigrrifica questo per noi?
Ci aiuta l'articolo di A. Bianchi.
' Diocesi di Vicenza, Sentieri Interrotti, rapporto policopiato, dicembre 1996
^G.Jiouthier, La Chiesa dopo il Concilio, Qiqajon, 2007
^ E. Biemmi, // secondo annuncio, EDB, 2011, pp. 36-7
Evangelizzare ne ha proposti a pii;t riprese: cfr. E. Ciazzotti la rubrica La Messa: un pane da spezzare,
anno 2010-11; ma anche l'inserto Dio è di casa (2002-3), una mistagogia dell'edificio,
che era insieme mistagogia alla celebrazione.
La mistagogla è una dimensione fondamentale della liturgia; essa si basa sulla consapevolezza
che il senso delle cose non si esaurisce in quello che si può vedere, ascoltare e realizzare la prima volta.
La mistagogia è l'ingresso nel mistero, e il tempo necessario a tale operazione.
(R De Clerck, Liturgia Viva, Qiqajon, 2008).
^ A. Gruen, Confidare nella trasformazione, Queriniana, 2011 (dello stesso vedi aitche Eucarestia)
« T. Radcliffe, Perché andare in Chiesa?, San Paolo, 2010
21. La via pedagogica Come rimotivare
Leggiamo l'articolo Leggiamo l'articolo di E. Zanoletti.
di E. Cazzotti. Attinge al testo di T. Radcliffe
Ci chiediamo: Perché andare in chiesa?
a) È vero che sono inconcludenti Il dramma dell'Eucarestia. San Paolo,
le vie dell'esasperazione Cinisello Balsamo 2009. Ci chiediamo:
della legge e dell'appagamento a) È vero che, ogni domenica,
delle esigenze individuali sotto i nostri occhi, si svolge il dramma
devozionali? più decisivo per l'umanità?
b) Si può ancora percorrere con gli adulti b) Come e perché le varie fasi del rito
la strada del controllo sociale? trasformano le nostre persone, rendendole
c) Quali le vie oggi più opportune? capaci di condividere la vita di Dio?
22. Volti dell'Eucarestia lungo i secoli
Per molta parte del popolo cristiano, il Anzitutto per il calice: Ti rendiamo grazie o
Concilio Vaticano II fu reso evidente e Padre...». La preghiera di azione di grazie,
immediato con i cambiamenti avvenuti detta Eucaristia, accompagna la cena e la
nella celebrazione eucaristica. Il cambio specifica; nello stesso tempo il pane e il
della direzione del celebrante, l'altare vino collocati in questo nuovo contesto,
collocato in modo da guardare i fedeli, assumono il nome di "Eucaristia":
l'uso della lingua italiana, furono i frutti «Nessuno mangi o beva della vostra
evidenti e la traduzione di quell'ideale Eucaristia se non è battezzato».
di "partecipazione attiva" [actuosa
partìcipatìo) auspicata dalla Sacrosanctum
La disciplina dell'arcano
Concilium, la costituzione sulla liturgia
approvata nel dicembre del 1963. "Si Quello che è certo,
possa concedere nelle Messe celebrate è che la celebrazione dell'Eucarestia
con partecipazione di popolo - afferma il era parte integrante e decisiva
testo non senza contorsioni - una congrua del percorso di iniziazione
parte alla lingua volgare. di quanti intendevano entrare
Si abbia però cura che i fedeli sappiano nella comunità cristiana.
recitare e cantare insieme anche in Senza voler esagerare il senso
lingua latina le parti dell'Ordinario della della disciplina detta "dell'arcano",
Messa che spettano ad essi". Eppure già non si può dimenticare che,
per arrivare a questo primo, parziale nella Chiesa primitiva,
obiettivo vi furono aspre resistenze tra i riti di iniziazione erano segreti.
i padri conciliari. L'argomento utilizzato Le catechesi dei padri ci dimostrano
dai conservatori era che bisognava che la spiegazione particolareggiata
salvaguardare la tradizione e il mistero dei dei riti avveniva quando i catecumeni
riti, che il latino racchiudeva più il senso avevano ormai fatto l'esperienza
del sacro e che, usandolo, si capiva la vitale dei Sacramenti dell'Iniziazione.
Messa in qualunque parte del mondo. Questa catechesi era essenzialmente
Ma come è andata lungo la storia? "mistagogica". "Iniziazione" significa anche
inizio, ingresso in una vita nuova,
quella appunto dell'uomo nuovo in seno
La Didaché
alla Chiesa. Come in ogni vita,
Il primo scritto, dopo il Nuovo Testamento, anche qui si ha un progresso con tappe
nel quale ricorre il sostantivo "Eucaristia", che - in questo caso - sono rappresentate
è la Didachè, un testo molto vicino alla dai Sacramenti dell'Iniziazione.
Prima lettera ai Corinti di Paolo. Accanto Nel loro cammino verso l'altare,
vi troviamo la forma verbale eucaristein: conclusione obbligatoria della loro
«Per il rendimento di grazie (Eucaristia) iniziazione, anticamente i neofiti erano
così rendete grazie (eucaristesate). accompagnati dal canto dei SI 22 e 44.
23. DANIELE ROCCHETTI
S. Ambrogio in atteggiamento muto e passivo. I fedeli
infatti sono chiamati ad ascoltare, senza
S. Ambrogio, commentando il SI 22, peraltro comprendere, nella maggior
vede nell'Eucaristia il sacramento che ci parte dei casi, il significato delle parole e
fa "entrare" definitivamente nel corpo di dei gesti. La massa "assiste" quasi sempre
Cristo. Il Battesimo e la Confermazione in ginocchio, in un atteggiamento di
ci danno la possibilità di incorporarci preghiera devota e personale; le risposte
definitivamente nel corpo del Signore: e le acclamazioni, pur previste dal rito,
sono la preparazione indispensabile a sono generalmente date da uno a nome
ciò che nell'Eucaristia trova il suo pieno di tutti. Le rubriche non prendono affatto
compimento. A poco a poco, in considerazione la presenza e l'agire
olla celebrazione si darà poi un nuovo dell'assemblea ed escludono totalmente
nome, tanto in Occidente ("santa Messa")
che in Oriente ("Divina Liturgia"), e della
preghiera di azione di grazie si perderà
anche il nome, eccetto che per il racconto
della Cena o Consacrazione; e il nome
di "Eucaristia" sarà riservato al Corpo
e Sangue di Cristo, e infine all'Ostia
identificata nella persona di Cristo di cui
si sottolineerà la presenza, più da adorare
che da consumare.
Assistere più che partecipare
Sarà il Concilio di Trento ('J545-1563) non
solo a definire il perimetro dogmatico
e dottrinale all'interno del quale una diversificazione nel modo celebrativo,
comprendere - in contrapposizione con la in relazione alla diversità di situazioni
visione espressa dalla Riforma - il valore locali ambientali, culturali e di fede.
dell'Eucarestia, ma a mostrarla come La celebrazione acquista così un volto
elemento culmine dell'appartenenza cerimoniale, pomposo e formalistico,
cristiana. La gestione dell'atto rituale che suscita al più un atteggiamento di
è esclusivamente affidata ai membri stupore e di compiacenza. S'indebolisce e
del clero, i quali devono agire non solo addirittura si perde il senso comunitario
in piena fedeltà a quanto stabilito, ma della Chiesa e dell'assemblea celebrante,
digne, attente ac devote. L'assemblea che perché si appoggia a una ecclesiologia di
interviene al rito risulta in genere soltanto poteri, il cui centro rischia di non essere il
sua destinataria e per di più quasi sempre Cristo, ma il clero.
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24. I
Nel giorno del sole
Ogni settimana, Alzi gli occhi verso il Padre,
nel giorno del sole, gli dici "Grazie"
ti siedi in mezzo a noi, e frantumi il tuo corpo
Ospite divino. in mille particelle,
perché ogni uomo
Ancora ci trovi ti abbia in cibo.
recintati dalla nostra paura,
pronti forse a tradirti, Fa che, alla sera della vita,
preoccupati comunque ci ritroviamo ancora
dei primi posti. in una tavolata senza misura,
ove ogni popolo veda da vicino
Ancora dici "Pace" il volto del Padre tuo, nella tua casa.
e mostri la tua carta
di riconoscimento: Amen.
le piaghe alle mani,
la ferita al cuore. EZIO 6AZZOTTI