Rete FARO - Tavola rotonda sul Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF) 8 e 11 gennaio 2016
1. Rete F.A.R.O.
Seminario monotematico sul
Piano triennale dell’Offerta formativa
Palermo, 8 gennaio 2016
Catania, 11 gennaio 2016
Sebastiano Pulvirenti
sepulvi@gmail.com
3. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 1
Scopo della tavola rotonda: enucleare gli aspetti innovativi della
normativa riferita al Piano triennale dell’Offerta formativa,
individuarne i campi di attenzione, definire non un modello, ma
un format flessibile che favorisca e agevoli, in modo semplice ma
rigoroso, i processi di ideazione e di gestione di un documento
che si presenta fondamentale nella vita della Scuola e che
rappresenta lo strumento tecnico e operativo, cui fare
riferimento nella gestione organizzativa, didattica ed
amministrativa
Sebastiano Pulvirenti
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4. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 2
Alcuni spunti per la discussione
- Il comma 14° dell’art. 1 della legge 107/2015 modifica
sostanzialmente l’art. 3 del DPR 275/1999
- Il POF si configurava come un documento di presentazione e
diffusione, all’interno e all’esterno, dell’offerta formativa della
Scuola e aveva una durata limitata all’anno scolastico
- Il PTOF è un documento di carattere gestionale, tecnico e
operativo che accompagna la Scuola nel lungo periodo, anche
se modificabile annualmente
Sebastiano Pulvirenti
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5. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 3
Alcuni spunti per la discussione
-La Rete di Scuole FARO, nata a sostegno dell’Autonomia, per
quindici anni ha trattato i temi dell’autoanalisi e della
progettazione/realizzazione di un “Progetto di miglioramento”
- Oggi il “Piano di miglioramento” appare sistemico e risponde
ad una logica di coerenza che vede in connessione tre
documenti (POF, RAV, PdM) tenendo conto delle priorità
specifiche, dei traguardi di lungo periodo, delle azioni di
miglioramento
Seba,stiano Pulvirenti
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6. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 4
Alcuni spunti per la discussione
- Come il POF anche il PTOF si basa su sinergie e alleanze.
Bisogna, quindi, interagire con gli Enti locali, con le diverse
realtà istituzionali, culturali, locali, sociali e economiche del
territorio, con gli Organismi e con le Associazioni dei genitori
e, per le Scuole secondarie di 2° grado, degli studenti.
- In questo settore un ruolo strategico è esercitato dal DS
Seba,stiano Pulvirenti
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7. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 5
Alcuni spunti per la discussione
- Il PTOF appare centrato anche sulla didattica e sul curricolo
della Scuola. Un curricolo costruito tenendo conto delle scelte
degli studenti e delle famiglie e sulla base delle risorse di
Organico disponibili, secondo un principio di flessibilità, anche
oltre i modelli e i quadri orario, con aggregazione di discipline,
articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna
disciplina nella scuola secondaria, programmazione
plurisettimanale e flessibile dell’orario, articolazione funzionale
delle classi (ad es. classi aperte, gruppi di livello)
Seba,stiano Pulvirenti
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8. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 6
Alcuni spunti per la discussione
- Il PTOF è il documento con il quale presentare l’innovazione e
l’utilizzazione di metodologie funzionali al successo formativo:
recupero, sviluppo e potenziamento, modalità peer-to-peer,
apprendimento cooperativo, didattica laboratoriale, problem
solving, insegnamenti opzionali, alternanza scuola-lavoro ecc.
- Il PTOF è lo strumento per ragionare sulle competenze degli
alunni in uscita, sviluppate e potenziate anche grazie
all’arricchimento dell’offerta formativa
Seba,stiano Pulvirenti
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9. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 7
Alcuni spunti per la discussione
- Nel PTOF si dovrà presentare, inoltre, il Piano per la “Scuola
digitale” anche per rinnovare l’impegno a contrastare le
disuguaglianze socio - culturali e territoriali, la dispersione
scolastica e l’abbandono grazie all’integrazione fra Organico
ordinario e potenziato, all’uso diffuso di attrezzature e
infrastrutture materiali, alla partecipazione ad attività in rete
con altre Scuole
- Per insegnare e per lavorare in una Scuola, si deve … studiare!
Il Piano di formazione del personale docente ed ATA va
organicamente predisposto e inserito nel PTOF o, quantomeno,
allegato.
Seba,stiano Pulvirenti
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10. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 8
Per concludere …
- Dal POF al PTOF Si tratta di un cambiamento notevole e
non soltanto per la validità temporale.
- Il POF voleva essere non un documento tecnico/progettuale,
ma un’elaborazione della Scuola per presentarsi all’esterno e
offrire il panorama complessivo e specifico della propria
offerta formativa.
- Il PTFO si configura sostanzialmente come il documento
della progettazione organizzativa, amministrativa e didattica
nei suoi diversi aspetti (Organico, moduli orari, curricolo,
formazione del personale ecc.) e risponde al principio della
trasparenza ai fini della successiva rendicontazione.
Seba,stiano Pulvirenti
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11. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 9
Per concludere …
- Con il PTOF c’è un’assunzione di responsabilità progettuale,
c’è un disegno anticipatore che dovrebbe provocare una
risposta anche nel momento dell’assegnazione delle risorse
strumentali e professionali
- Non esiste un modello o un format precostituito. Il PTOF è un
documento che potenzia l’autonomia della Scuola per cui la
normativa si limita a indicare cosa è necessario che si trovi
nel documento. I contenuti sono scelti sulla base del Know
How delle Scuole
Seba,stiano Pulvirenti
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12. Rete F.A.R.O.
Relazione introduttiva: Sebastiano Pulvirenti 10
Per concludere …
- Sulla base della storia della Scuola e delle possibilità di
sviluppo, integrazione e implementazione è bene, quindi,
definire preventivamente quali ambiti inserire nel Piano
triennale dell’Offerta formativa. In altri termini, si tratta di
individuare alcuni campi di attenzione (noi ne abbiamo
individuato 18) sui quali far convergere attenzione e risorse
Seba,stiano Pulvirenti
sepulvi@gmail.com
13. Sebastiano Pulvirenti
sepulvi@gmail.com
La struttura del PTOF
in 18 campi di attenzione
Sebastiano Pulvirenti
http://www.slideshare.net/sepulvi/sebastiano-pulvirenti-struttura-del-piano-triennale-dellofferta-formativa
15. Successo formativo Cooperazione delle famiglie
Responsabilità fra
Partnership reale con le famiglie Istituzioni
Interlocutori responsabilizzati
Partecipazione sinergica e responsabile
Disponibilità del territorio
Reciprocità di collaborazione con la scuola
Metodologia didattica aperta all’innovazione
• “Voci emergenti dal basso”
che innescano le principali tendenze progettuali del mondo della scuola e della
famiglia
Vito Pecoraro/Mariella Bisconti
Gli attori del Piano triennale dell’Offerta formativa:
sinergie, partenariati, collaborazioni, presenze attive
17. Procedura di elaborazione e di approvazione del PTOF
• Il Dirigente Scolastico individua le linee di indirizzo e le
scelte di gestione e di amministrazione
• Il Collegio dei Docenti elabora il POF sulla base degli
indirizzi
• Il Consiglio d’Istituto approva Il Piano
• Il Piano e le eventuali revisioni annuali sono
pubblicate sul sito della scuola e sul Portale
Unico
Lucia Rovituso/Gioacchino Genuardi
18. CompetenzedelDirigenteScolastico
in merito a:
• Piano triennale dell’offerta formativa
• Organico dell’autonomia
• Collaboratori del Dirigente
• Comitato di valutazione e merito
• Valutazione del dirigente
19. Le competenze degli Organi collegiali restano inalterate, ma si
registrano le modifiche che seguono:
• Il Collegio dei Docenti
- elabora il POF sulla base degli indirizzi dati dal dirigente
- individua due docenti per il Comitato di valutazione dei docenti
• Il Consiglio di Istituto
- approva il Piano dell’offerta formativa (in precedenza “adottava”)
- sceglie un docente per il Comitato per la valutazione dei docenti
- sceglie i due rappresentanti dei genitori (o un genitore e uno studente per
il 2° ciclo) per il Comitato per la valutazione dei docenti
Nulla cambia riguardo alle prerogative dirigenziali indicate nel D.Lgs.165/200119
20. • Dall’a.s. 2015-16 il Comitato di Valutazione, di durata
triennale, ha la seguente composizione:
• il dirigente scolastico, che lo presiede
• tre docenti, di cui due scelti dal Collegio e
uno dal Consiglio d’Istituto
• due genitori o uno studente e un genitore scelti dal
Consiglio d’Istituto
• Un componente esterno individuato dall’USR
tra dirigenti o docenti
Il Comitato di valutazione
21. Il Comitato di Valutazione - compiti
- Elabora i criteri per la valorizzazione del merito sulla base:
a) della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento
dell’Istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli
studenti;
b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione
al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione
didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca
didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche
didattiche;
c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico
e nella formazione del personale.
Esprime parere sul periodo di prova dei docenti immessi in ruolo .
(Per questa attribuzione, la composizione è ristretta al Dirigente,alla
componente docenti ed è integrata dal tutor.)
22. La valutazione del dirigente
Nell’individuazione degli indicatori si tiene conto del contributo del Dirigente ai
risultati del Piano di miglioramento del RAV
e delle competenze gestionali e organizzative, correttezza, trasparenza, efficienza
ed efficacia nell’azione dirigenziale.
Criteri generali:
- valorizzazione dell’impegno e dei meriti del personale sotto il profilo
individuale e collegiale
- Apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità professionale e
sociale
- contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico e dei processi
organizzativi e didattici, nell’ambito dei sistemi di valutazione, autovalutazione -
rendicontazione sociale
- direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e
collaborazione
Lucia Rovituso/Gioacchino Genuardi
25. Salvatore Ferraro
LA DIDATTICA IN UN IMPIANTO FLESSIBILE E COMPLESSO: (POTENZIAMENTO, RECUPERO,
SOSTEGNO, OPZIONI, INDIVIDUALIZZAZIONE, CURVATURE)
NECESSITA’ DI EFFETTUARE SCELTE IN FUNZIONE DI:
CURRICOLO ISTITUTO
RIELABORAZIONE DEI RISULTATI INVALSI
OBIETTIVI E PRIORITÀ DEL PROGETTO DI MIGLIORAMENTO
INNOVAZIONE E METODOLOGIE DIDATTICHE
NUOVA PROFESSIONALITA’ DOCENTE
QUESTI SONO I PARAMENTRI DENTRO I QUALI DEVE ESSERE PROGETTATA LA
DIDATTICA
ARTICOLAZIONE CURRICOLO ISTITUTO - CONVERGENZA SU DI ESSO DELLE ATTIVITÀ PROGETTUALI
ANALISI ACCURATA E RIELABORAZIONE DEI RISULTATI INVALSI
OBIETTIVI DEL PROGETTO DI MIGLIORAMENTO:
CORRETTA E PUNTUALE DEFINIZIONE DEI RISULTATI ATTESI
INDICATORI MISURABILI – SCOSTAMENTI DEFINITI
CONGRUENZA FRA OBIETTIVI DI RISULTATO – OBIETTIVI DI PROCESSO
26. CURRICOLO ISTITUTO SECONDARIA DI SECONDO GRADO TECNICI E
PROFESSIONALI
DIPLOMA E VALORE LEGALE - INCONGRUENZA CON LA CERTIFICAZIONE
DELLE COMPETENZE
ATTENZIONE ALL’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO (400 – 200 ORE)
(COMMA 33 L.107/15)
PROGRAMMAZIONE DI CLASSE E IL PROGRAMMA SVOLTO
VALUTAZIONE DELLA DIDATTICA:
CRITERI DEFINITI E CONDIVISI COLLEGIALMENTE –
PROVE COMUNI DI VERIFICA
PARAMETRI LEGGIBILI E VERIFICABILI DA: DOCENTI, DS,
COLLEGIO, COMMISSIONE DI VALUTAZIONE ESTERNA
TRASPARENZA E RENDICONTAZIONE SOCIALE
Salvatore Ferraro
28. FORMAZIONE - AGGIORNAMENTO
DIRITTO / DOVERE
DPR 419/1974 --- art.2 Legge 53/2003
1. Adeguamento delle conoscenze allo sviluppo delle scienze per singole
discipline e nelle connessioni interdisciplinari
2. Approfondimento della preparazione didattica
3. Partecipazione alla ricerca ed alla innovazione did.-pedagogica
NUOVI SCENARI DELLA SOCIETA’ ODIERNA
NUOVI BISOGNI FORMATIVI
I NUOVI BISOGNI FORMATIVI DEGLI ALUNNI
CORRISPONDONO AI NUOVI BISOGNI DEGLI
INSEGNANTI
Mirella Pezzini
29. PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA
1. PRIORITÁ STRATEGICHE ED INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO
2. PIANO DI MIGLIORAMENTO
3. PROGETTAZIONE CURRICOLARE, EXTRACURRICOLARE, EDUCATIVA
E ORGANIZZATIVA con fabbisogno organico
4. DIDATTICA E METODOLOGIE
6. FABBISOGNO DI ATTREZZATURE E INFRASTRUTTURE MATERIALI
5. PROGRAMMAZIONE SISTEMICA E IN RETE DELLE ATTIVITA’
FORMATIVE RIVOLTE AL PERSONALE nel corso del TRIENNIO
Attività formativa Personale
coinvolto
Priorità strategica correlata
Mirella Pezzini
30. Mirella Pezzini
LEGGE 107 - COMMA 71. Gli accordi di rete individuano:
a) ………b) i piani di formazione del personale scolastico;c) …d)
……
Le attività di formazione sono definite dalle singole scuole in
coerenza:
(1) con il piano triennale dell'offerta formativa
(2) con i risultati emersi dai piani di miglioramento
(3) sulla base delle priorità nazionali indicate nel Piano nazionale
di formazione, adottato ogni tre anni con decreto del MIUR
FORMAZIONE IN SERVIZIO ( COMMA 124):
OBBLIGATORIA --- PERMANENTE
STRUTTURALE ( VIENE FINANZIATA CON UNO STANZIAMENTO STRUTTURALE:
40 MILIONI ANNUI)
33. RAV
•DPR 28 marzo 2013, n. 80 - Regolamento sul sistema
nazionale di valutazione
•Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014 – Priorità strategiche
del Sistema nazionale di Valutazione per gli anni scolastici
2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017
•C.M. n. 47 del 21 ottobre 2014 – Priorità strategiche della
valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione.
Trasmissione della Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014
•Nota prot.n. 1738 del 2 marzo 2015: Orientamenti per
l’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione (Rav)
34. PIANO DI MIGLIORAMENTO
Prot 7904 del 1 settembre 2015 pubblicazione del
Rapporto di Autovalutazione (RAV) e primi orientamenti
per il Piano di Miglioramento (PdM)
Legge del 13 luglio 2015, n. 107 La Buona Scuola
Prot. 1738 del 2 marzo 2015 – Orientamenti per
l’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione
Nota DPR 28 marzo 2013, n. 80 – Regolamento sul sistema
nazionale di valutazione
Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014 – Priorità strategiche
del Sistema nazionale di Valutazione per gli anni scolastici
2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017
C.M. n. 47 del 21 ottobre 2014 – Priorità strategiche della
valutazione del Sistema educativo di istruzione e
formazione. Trasmissione della Direttiva n. 11 del 18
settembre 2014 .
35. POF
Art. 3 DPR 275 /99
(Piano dell'offerta formativa)
1. Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti,
il Piano dell'offerta formativa. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità
culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare,
extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della
loro autonomia.
2. Il Piano dell'offerta formativa è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi
tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8 e riflette le
esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto
della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le
diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizza le corrispondenti
professionalità.
3. Il Piano dell'offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi
generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione
definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati
dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie
superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal consiglio di circolo o di istituto.
4. Ai fini di cui al comma 2 il dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli enti locali
e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio.
5. Il Piano dell'offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie
all'atto dell'iscrizione
36. La legge 28 marzo 2003 n. 53, e successivamente il d.lgs 19 marzo 2004 n. 59,
hanno introdotto sul piano pratico un regime di flessibilità all'interno del P.O.F. Ciò
per adattarsi alle esigenze degli insegnanti e degli studenti.
Questo piano flessibile prevede che, pur riconoscendo la validità finale dei
programmi ministeriali in campo scolastico, ogni alunno e ogni insegnante possa
esercitare il metodo di studio e d'insegnamento ritenuto più consono per orario,
programmazione argomentativa e degli altri aspetti inerenti all'istituzione scolastica.
Il P.O.F. viene elaborato e aggiornato di norma ogni anno, in base alle
caratteristiche sociali, culturali, scolastiche e demografiche del contesto di
appartenenza delle scuole
37. PTOF
Legge 107
Art. 1
Comma 7
Comma 14
Macrocontenuti Riferimento normativo
Progettazione curricolare
extracurricolare, educativa
nuovo art. 3, c. 1 del
DPR 275/1999
Principi di pari opportunità e
prevenzione della violenza di genere
e di tutte le discriminazioni
comma 16 L. 107/15
Azioni coerenti con le finalità, i
principi e gli strumenti previsti nel
Piano nazionale per la scuola digitale
ex comma 56”.
comma 57 L. 107/15
Progettazione organizzativa nuovo art. 3, c. 1 del
DPR 275/1999
Fabbisogno posti personale ATA nuovo art. 3, c. 2 lettera “a”
del DPR 275/1999
Fabbisogno di infrastrutture e
attrezzature materiali
nuovo art. 3, c. 2 lettera “b”
del DPR 275/1999
Piani di miglioramento ex sezioni 5.1
e 5.2 del RAV
nuovo art. 3, c. 3 del
DPR 275/1999
Formazione del personale commi 11 e 124 L.107/15
38. Sinossi delle norme di riferimento
• Costituzione, artt. 3- 30- 33- 34;
• L. 241/90 e ss. mm. ii.;
• L. n. 59/1997, che ha introdotto l’autonomia delle istituzioni scolastiche;
• DPR 275/1999, che disciplina l’autonomia scolastica;
• art. 3 del DPR 275/1999, come novellato dall’art. 14 della legge 107/2015;
• L. 53/2003, concernente le norme generali sull’istruzione; •
• l’art. 25, c. 1-2-3 del D. lgs. 165/2001, come modificato dal D. Lgs. 150/2009;
• D.L.vo n. 165 del 2001 e ss. mm. ed integrazioni;
• L. 104/92, concernente l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone
diversamente abili;
• L. 170/2010, concernente i disturbi specifici di apprendimento;
• Direttiva ministeriale del 27/12/2012 e la C.M. 8/2013, relativa ai BES;
• D. lgs. 81/2008;
• gli CCNL 29/11/2007;
• il DPR 249/98, come modificato dal DPR 235/2007 Regolamento recante lo
Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria;
Diana Billitteri