4. Primo passo fondamentale della rendicontazione
sociale che è la definizione degli stakeholders in un
orientamento “multistakeholders”.
Del resto una visone “allargata” della mission
tradizionalmente ristretta alle fasce di età di
riferimento ed alle famiglie relative, è già operativa in
tante esperienze: scuole con il centro di Educazione
degli adulti, istituti superiori che operano come
“agenzie formative” nella formazione professionale,
nei corsi per l’apprendistato, nei corsi di Istruzione
Tecnica Superiore, ecc..
Una mission ridefinita con l’autonomia.
NELLA SCUOLA
5. • la distinzione fondamentale che ispira la riforma
della Pubblica Amministrazione tra responsabilità
politica e responsabilità di gestione grava
interamente sulla figura del Dirigente, e per le
modalità di definizione degli organismi è “letta” in
modo totalmente autoreferenziale.
Attivare iniziative di rendicontazione sociale
significa dunque decidere di superare tale
“separatezza” chiamando come protagonisti
interlocutori che di solito o sono esclusi o possono
accedere solamente sotto la forma di “clienti “
LA QUESTIONE DELLA RENDICONTAZIONE EVIDENZIA
LE CARENZE DELLA NOSTRA AUTONOMIA
6. • Nell’istituzione scolastica esistono già
documenti contenenti le informazioni utili per
la rendicontazione sociale:
• POF
• PROGRAMMA ANNUALE
• BILANCIO CONSUNTIVO
• La Rendicontazione Sociale non è
sostitutiva, nemmeno integrativa, ma è
costituita da un’elaborazione diversa
delle informazioni emergenti dalla
documentazione e da un modo diverso
di comunicazione
7. Si evidenzia l’insufficienza degli strumenti di
rendicontazione tradizionali:
1) quelli relativi solo agli aspetti economici,
patrimoniali e finanziari sono rivolti
all’interno dell’organizzazione , hanno forte
valore “formale” e autorizzativo e spesso
sono di difficile comprensibilità per una
parte degli stakeholder.
2) vi è sconnessione tra l’utenza allargata,
la parte relativa alla progettazione formativa
e l’intera documentazione economica
8. • Il raccordo tra rendicontazione e
sistema interno di valutazione e
controllo (che sarebbe obbligatorio, ma
raramente esiste) non produce
indicatori di performance che possano
essere utilizzati nella rendicontazione
stessa.
9. LA RENDICONTAZIONE SOCIALE SI CONCRETIZZA IN
UN DOCUMENTO, MA È SOPRATTUTTO UN
PROCESSO.
Nel ciclo processuale sono insiti in modo
evidente i “guadagni” dell’organizzazione nella
realizzazione del processo:
miglioramento,
accumulazione di capitale nella “reputazione”
aumento della motivazione,
dinamicità della cultura organizzativa
10. Coinvolgimento
del
territorio nella
progettazione
L’EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ACCOUNTABILITY
L. 241/90 Trasparenza
amministrativa
Rapporto paritetico
Stato-cittadini
D.lgs 29/93 Qualità dei servizi
pubblici
Garanzia di standard
di prestazione
L. 59/97 e
riforma
costituzionale
Principio di
sussidiarietà
Rilevanza dei bisogni
della collettività locale
Dpr 275/99
Costruzione
dell’offerta
formativa
11. Dalla direttiva del Ministero della Funzione
pubblica sulla rendicontazione sociale nelle
amministrazioni pubbliche ( D.M. 17/2/06 )
• Il bilancio sociale è definibile come il
documento, da realizzare con cadenza
periodica, nel quale l’amministrazione
riferisce, a beneficio di tutti i suoi
interlocutori privati e pubblici, le scelte
operate, le attività svolte e i servizi resi,
dando conto delle risorse a tal fine
utilizzate, descrivendo i suoi processi
decisionali e operativi
12. • DPR 28 marzo 2013 n° 80 (Regolamento sul
Sistema di valutazione in materia di istruzione e
formazione)
• art. 6, comma 1, lettera c
indica le azioni da intraprendere relative alla
pubblicazione e alla diffusione dei risultati
raggiunti attraverso indicatori e dati
comparabili, sia in una dimensione di
trasparenza, sia in una dimensione di
condivisione e promozione al miglioramento
del servizio con la Comunità di appartenenza.
L’EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ACCOUNTABILITY
13. UTILIZZARE TECNICHE EFFICACI DI
COMUNICAZIONE
UTILIZZARE LA NARRAZIONE CHE PRODUCE
COINVOLGIMENTO EMOTIVO
UTILIZZARE DATI CONCRETI E CHIARI
COME OTTENERE ?
“condivisione e promozione al miglioramento del
servizio con la Comunità di appartenenza” ??
14. E’ :
RITO DELLA SOSPENSIONE DEL TEMPO
LIBERTA’ DI PAROLA
UNIONE DI MONDI DIVERSI
ASCOLTO RECIPROCO E PRATICA
DEMOCRATICA
IMMEDESIMAZIONE
15. TECNICA FINALIZZATA A CREARE UN CLIMA
POSITIVO, AMICHEVOLE E COLLABORATIVO
CREARE UNA SORTA DI CERCHIO
NARRATIVO ALLARGATO
OBIETTIVI
Favorisce la conoscenza , la comunicazione e la
cooperazione tra i membri
Crea un clima di rispetto reciproco e un senso di
appartenza al gruppo
Agevola la discussione , l’ascolto, l’accettazione delle
opinioni altrui, l’esposizione delle proprie
Risolve eventuali conflitti attraverso l’analisi del
problema e la ricerca di possibili soluzioni
16. • La narrazione è una forma di comunicazione
facile, interessante, emozionalmente carica ,
usufruibile da tutti.
• J. Bruner teorizza il pensiero narrativo: narrare
è una fondamentale capacità esclusiva
dell’uomo dotato di logos (ragionamento).
17. Il coinvolgimento EMOTIVO degli
stakeholders
è fattore costitutivo dei processi di
rendicontazione sociale.
Ciò soprattutto al fine di:
• aumentare la capacità del documento di
soddisfare effettivamente le esigenze
informative
• promuovere un dialogo che
faciliti il miglioramento delle
performance
dell’organizzazione.
18. La redazione del DOCUMENTO
Scelta del
linguaggio
Esplicitare il contenuto con dati
quantitativi, tabelle, grafici, tutti
commentati
Impostazione
editoriale
Descrizione contenuti
Adoperare linguaggio
semplice
Evitare termini del
linguaggio
amministrativo,
pedagogico, in genere
tecnico
La redazione del Bilancio sociale deve
esprimere essenzialmente il carattere
comunicativo del documento,
rendendo significative per i
destinatari le informazioni
19.
20. DATI CONCRETI E CHIARI , ANCHE IN NEGATIVO
Progetto e
Referente
Destinatari
e
Attività
Obiettivi
misurabili
Risultati Somme
previste e
spese
21. DOPPIA VALENZA DELLA RENDICONTAZIONE SOCIALE
METAFORA DELLA
FINESTRA APERTA
OBBLIGA ALLA
TRASPARENZA
VERSO L’ESTERNO
STAKEHOLDERS
(portatori di interesse)
STRUMENTO DI
COMUNICAZIONE
METAFORA DELLO
SPECCHIO
OBBLIGA
L’ORGANIZZAZIONE A
GUARDARE SE STESSA
STRUMENTO DI GESTIONE
E DI ORGANIZZAZIONE
23. Il clima organizzativo, le relazioni interpersonali
e lo stile gestionale di una scuola influenzano
notevolmente la motivazione del personale che
deve trovare nell'ambiente di lavoro le spinte
giuste per investire le risorse di cui dispone, il
proprio entusiasmo e la propria creatività in un
processo di cambiamento e di innovazione.
In tutti i casi, uno stile relazionale, improntato
all'affettività, cordialità ed attenzione verso gli
interlocutori, garantisce in buona parte il
successo di ogni attività
24. L’ISTITUZIONE NON è PIU’ LONTANA , ANONIMA ,
DIVENTA PERSONA che DISCUTE E DECIDE INSIEME
A TUTTI GLI ALTRI INTERESSATI !
25. • ORGANIZZARE UNA ASSEMBLEA DEGLI
STAKEHOLDERS , PER ILLUSTRARE IL
DOCUMENTO DI RENDICONTAZIONE SOCIALE,
• SIGNIFICA RICONOSCERLI, DAR LORO RILIEVO ED
IMPORTANZA E QUINDI COINVOLGERLI NEL
MIGLIORAMENTO
LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE È CONSIDERATA
FONDAMENTALE PER COSTRUIRE IL RAPPORTO DI
“CONOSCENZA-VISIBILITÀ-FIDUCIA” CON L’UTENZA,
DIVENTANDO PARTE INTEGRANTE DELL’AZIONE
AMMINISTRATIVA E PUNTO DI INCONTRO FRA LA
MODERNIZZAZIONE DELLO STATO E LA
SODDISFAZIONE DEL CITTADINO
26. Abbiamo fatto un buon lavoro ?
Perché abbiamo agito così?
Quali difficoltà abbiamo incontrato?
Cosa potremmo fare meglio?
27. “Ogni individuo, per sopravvivere, ha
bisogno di ricevere la sua quantità
quotidiana di carezze.
La carezza fondamentale è il
riconoscimento
TEORIA ECONOMICA DELLA COMUNICAZIONE
“LAVORIAMO INSIEME “