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Libia
Occupa la parte centrale delNordAfrica,
affacciandosi sul Mar Mediterraneo
intorno al Golfo della Sirte. Confina a nord-
ovest con la Tunisia, a ovest con l‘Algeria, a
sud con il Niger e il Ciad, a sud-est con il
Sudan, a est con l'Egitto.
FORMA DI GOVERNO
La Libia è una Repubblica parlamentare
La capitale è Tripoli
La lingua è Arabo
La religione è Islamica
CLIMA
Il clima libico è fortemente influenzato dal
deserto a sud e dal Mediterraneo a nord.
Sulla regione costiera, la temperatura è
piuttosto temperata: a Tripoli la media è di
circa 26 °C d'estate e 14 °C d'inverno, mentre
le precipitazioni annue raggiungono i
380 mm, concentrate soprattutto nei mesi
invernali. In estate, occasionalmente, in
presenza di venti provenienti dal deserto, la
temperatura nella capitale può raggiungere o
superare i 45 °C.
POPOLAZIONE
• Nel 2010, prima dei conflitti, la Libia si
collocava tra i paesi ad Indice di Sviluppo
Umano medio - alto; all'epoca la speranza di
vita media della popolazione era di 73 anni e
la mortalità infantile era del 17%.
• La densità di popolamento rimane ancor oggi
molto bassa, con una media di tre abitanti
per km2, con una popolazione che si addensa
soprattutto lungo la costa, dove si contano
oltre 200 abitanti per km².
RELIGIONE
I musulmani (per lo più sunniti, ma anche
ibaditi, cioè kharigiti) sono circa il 97%, i
cristiani sono circa il 3%, e di questi circa
56 000 sono cattolici.
La maggioranza della popolazione araba e
arabo-berbera è sunnita, mentre la
maggioranza dei berberi del Gebel
Nefusa è ibadita.
ECONOMIA
Prodotto Nazionale Lordo, 76,5 miliardi di $, corrispondente a quasi
12 000 $ pro capite.
La capitale Tripoli.
Fino agli anni cinquanta del XX secolo considerata uno dei paesi più
poveri del mondo, soprattutto a causa dell'improduttività del
territorio, la Libia registrava già nel 1977 il reddito annuo pro
capite più elevato del continente africano, grazie allo
sfruttamento dei grandi giacimenti di petrolio, iniziato nel 1959 e
nazionalizzato dopo il 1970.
Oltre a nazionalizzare sia le principali risorse del Paese, che le attività
produttive, il nuovo regime investì anche nello sviluppo
dell'industria leggera e delle infrastrutture e nella
modernizzazione dell'agricoltura, favorendo nel contempo
l'immigrazione, per sopperire alla scarsità di manodopera.
SETTORE PRIMARIO
• L'agricoltura riveste scarsa importanza, sia per la
limitatissima superficie coltivabile (1,2% del territorio), sia
per la scarsità di acqua, anche se il governo ha investito
molto sulla bonifica dei terreni agricoli e sul reperimento di
risorse idriche con opere di sbarramento e l'utilizzo di ingenti
quantità di acque fossili, convogliate verso la costa da un
sistema di tubature. I principali prodotti agricoli sono:
cereali, grano e orzo, coltivati nella fascia costiera e sulle
pendici settentrionali delle alture che dominano la costa.
Lungo quest'ultima crescono anche vite e olivo, agrumi e
alberi da frutta.
• Nelle zone pre-desertiche cresce lo sparto utilizzato sia per la
cellulosa, sia per farne corde, stuoie e altri lavori d'intreccio;
e inoltre tabacco, arachidi, patate, ricino; dalla palma da
dattero si ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido,
è molto praticato l'allevamento caprino e ovino. Poco
importante la pesca (rilevante quella delle spugne).
SETTORE SECONDARIO
La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentata dal petrolio: le
quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi di vendita sono sotto il
controllo del governo e in adesione alla strategia dell'OPEC. Il petrolio, di
cui la Libia è il secondo produttore del continente africano dopo la
Nigeria, contribuisce per oltre il 25% alla formazione del reddito
nazionale e rappresenta la quasi totalità delle esportazioni.
I principali giacimenti petroliferi, Mabruk, Hofra, Zelten, Beda, Raguba, Ora,
Samah, Gialo, Waha, Magid, Amal, Serir, Augila, sono collegati da
oleodotti; le principali raffinerie sono a Marsa El Brega, Tobruch, Ras
Lanuf, al-Zawiya. Esistono, inoltre, cospicui giacimenti di gas naturale. Vi
sono anche saline, e da alcune zone lacustri del Fezzan si estrae il natron,
il carbonato di sodio.
L'industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con impianti
tessili, alimentari, del tabacco, della concia del pellame; attività
artigianali tradizionali sono la lavorazione dei tappeti, a Misurata, e i
ricami in seta e argento.
SETTORE TERZIARIO
Si sta sviluppando nel paese una rete di
servizi alle imprese, finanza, commercio
interno, servizi alla persona. Poco a
poco le reti stradali si sviluppano,
mentre la rete aerea è poco utilizzata.
MONETA
La moneta della libia e il Dinaro libico
La colonizzazione italiana
Nel 1911 l'Italia di Giolitti dichiarò guerra all'Imper ottomano
per ottenere il controllo della Tripolitania e della
Cirenaica, parzialmente sancito dalla pace di Losanna
(1912). Fino ai primi anni trenta, gli italiani combatterono
la resistenza organizzata dai Senussi, fino all'impiccagione
di Omar al-Mukhtar nel 1931, mentre coloni italiani si
stabilivano in Libia, fino a costituire, nel 1939, il 13% della
popolazione.
Nel 1934, con l'unione della Tripolitania e della Cirenaica,
venne proclamato il Governatorato Generale della Libia,
di cui il primo governatore fu Italo Balbo. Successivamente
gli abitanti autoctoni poterono godere dello status di
"cittadini italiani libici" con tutti i diritti che ne
conseguivano.

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  • 1. Libia Occupa la parte centrale delNordAfrica, affacciandosi sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte. Confina a nord- ovest con la Tunisia, a ovest con l‘Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est con il Sudan, a est con l'Egitto.
  • 2. FORMA DI GOVERNO La Libia è una Repubblica parlamentare La capitale è Tripoli La lingua è Arabo La religione è Islamica
  • 3. CLIMA Il clima libico è fortemente influenzato dal deserto a sud e dal Mediterraneo a nord. Sulla regione costiera, la temperatura è piuttosto temperata: a Tripoli la media è di circa 26 °C d'estate e 14 °C d'inverno, mentre le precipitazioni annue raggiungono i 380 mm, concentrate soprattutto nei mesi invernali. In estate, occasionalmente, in presenza di venti provenienti dal deserto, la temperatura nella capitale può raggiungere o superare i 45 °C.
  • 4. POPOLAZIONE • Nel 2010, prima dei conflitti, la Libia si collocava tra i paesi ad Indice di Sviluppo Umano medio - alto; all'epoca la speranza di vita media della popolazione era di 73 anni e la mortalità infantile era del 17%. • La densità di popolamento rimane ancor oggi molto bassa, con una media di tre abitanti per km2, con una popolazione che si addensa soprattutto lungo la costa, dove si contano oltre 200 abitanti per km².
  • 5. RELIGIONE I musulmani (per lo più sunniti, ma anche ibaditi, cioè kharigiti) sono circa il 97%, i cristiani sono circa il 3%, e di questi circa 56 000 sono cattolici. La maggioranza della popolazione araba e arabo-berbera è sunnita, mentre la maggioranza dei berberi del Gebel Nefusa è ibadita.
  • 6. ECONOMIA Prodotto Nazionale Lordo, 76,5 miliardi di $, corrispondente a quasi 12 000 $ pro capite. La capitale Tripoli. Fino agli anni cinquanta del XX secolo considerata uno dei paesi più poveri del mondo, soprattutto a causa dell'improduttività del territorio, la Libia registrava già nel 1977 il reddito annuo pro capite più elevato del continente africano, grazie allo sfruttamento dei grandi giacimenti di petrolio, iniziato nel 1959 e nazionalizzato dopo il 1970. Oltre a nazionalizzare sia le principali risorse del Paese, che le attività produttive, il nuovo regime investì anche nello sviluppo dell'industria leggera e delle infrastrutture e nella modernizzazione dell'agricoltura, favorendo nel contempo l'immigrazione, per sopperire alla scarsità di manodopera.
  • 7. SETTORE PRIMARIO • L'agricoltura riveste scarsa importanza, sia per la limitatissima superficie coltivabile (1,2% del territorio), sia per la scarsità di acqua, anche se il governo ha investito molto sulla bonifica dei terreni agricoli e sul reperimento di risorse idriche con opere di sbarramento e l'utilizzo di ingenti quantità di acque fossili, convogliate verso la costa da un sistema di tubature. I principali prodotti agricoli sono: cereali, grano e orzo, coltivati nella fascia costiera e sulle pendici settentrionali delle alture che dominano la costa. Lungo quest'ultima crescono anche vite e olivo, agrumi e alberi da frutta. • Nelle zone pre-desertiche cresce lo sparto utilizzato sia per la cellulosa, sia per farne corde, stuoie e altri lavori d'intreccio; e inoltre tabacco, arachidi, patate, ricino; dalla palma da dattero si ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido, è molto praticato l'allevamento caprino e ovino. Poco importante la pesca (rilevante quella delle spugne).
  • 8. SETTORE SECONDARIO La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentata dal petrolio: le quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi di vendita sono sotto il controllo del governo e in adesione alla strategia dell'OPEC. Il petrolio, di cui la Libia è il secondo produttore del continente africano dopo la Nigeria, contribuisce per oltre il 25% alla formazione del reddito nazionale e rappresenta la quasi totalità delle esportazioni. I principali giacimenti petroliferi, Mabruk, Hofra, Zelten, Beda, Raguba, Ora, Samah, Gialo, Waha, Magid, Amal, Serir, Augila, sono collegati da oleodotti; le principali raffinerie sono a Marsa El Brega, Tobruch, Ras Lanuf, al-Zawiya. Esistono, inoltre, cospicui giacimenti di gas naturale. Vi sono anche saline, e da alcune zone lacustri del Fezzan si estrae il natron, il carbonato di sodio. L'industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con impianti tessili, alimentari, del tabacco, della concia del pellame; attività artigianali tradizionali sono la lavorazione dei tappeti, a Misurata, e i ricami in seta e argento.
  • 9. SETTORE TERZIARIO Si sta sviluppando nel paese una rete di servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona. Poco a poco le reti stradali si sviluppano, mentre la rete aerea è poco utilizzata.
  • 10. MONETA La moneta della libia e il Dinaro libico
  • 11. La colonizzazione italiana Nel 1911 l'Italia di Giolitti dichiarò guerra all'Imper ottomano per ottenere il controllo della Tripolitania e della Cirenaica, parzialmente sancito dalla pace di Losanna (1912). Fino ai primi anni trenta, gli italiani combatterono la resistenza organizzata dai Senussi, fino all'impiccagione di Omar al-Mukhtar nel 1931, mentre coloni italiani si stabilivano in Libia, fino a costituire, nel 1939, il 13% della popolazione. Nel 1934, con l'unione della Tripolitania e della Cirenaica, venne proclamato il Governatorato Generale della Libia, di cui il primo governatore fu Italo Balbo. Successivamente gli abitanti autoctoni poterono godere dello status di "cittadini italiani libici" con tutti i diritti che ne conseguivano.