7. Che cosa facciamo nell’ambito
della sharing economy
Eventi, programmi
culturali, ricerche
Supportiamo aziende,
amministrazioni, startup nel
cogliere nuove opportunità per
creare e migliorare prodotti e
servizi
Formazione Consulenza
Offriamo programmi di
formazione in ambito
strategico, marketing e
comunicazione, organizzativo
Organizziamo eventi, convegni
e workshop.
Realizziamo ricerche per
aziende, organizzazioni,
amministrazioni.
10. Rachel Botsman
L’economia collaborativa è il
grande insieme che racchiude il
tutto: “un’economia basata sulle
reti, distribuite e a loro volta
formate da comunità ed individui
interconnessi, in opposizione ad
istituzioni centralizzate, che
trasforma le modalità con cui noi
produciamo, consumiamo,
finanziamo ed impariamo”.
Comprende:
-p2p production
-carsharing
-consumo collaborativo
-sharing economy (affitto)
www.collaboriamo.org
11. Michel Bauwens
Quattro scenari:
Due macro livelli di produzione: il
capitalismo cognitivo e la peer
producrion
“Il governo centralizzato della rete
(netarchical) e quello distribuito
differiscono nel controllo delle
infrastrutture ma entrambi sono
orientati verso l’accumulazione del
capitale e, dunque, sono parte del
modo di creazione e distribuzione di
valore del capitalismo cognitivo”,
mentre “le comunità resilienti e i
Commons globali individuano
l’ipotetico, si potrebbe dire
auspicabile, modello della
produzione peer avanzata sotto il
governo e il controllo dei cittadini
(quadranti a destra)”.
www.collaboriamo.org
12. Jeremiah Owyang
Questo trend è ciò che definiamo
Economia Collaborativa: un
modello economico in cui la
proprietà e l’accesso sono
condivisi tra le imprese, le startup,
le persone. Un trend che si riflette
nella maggiore efficienza dei
mercati, supportando lo sviluppo
di nuovi prodotti e servizi, e la
crescita del volume d’affari.
Alcune volte chiamato “Sharing
Economy” o “consumo
collaborativo”, il movimento verso
la condivisione peer-to-peer si è
già affermato”.
www.collaboriamo.org
13. Commissione Europea
La Commissione Europea
definisce Sharing Economy,
“quelle imprese che sviluppano
dei modelli di business basati
sull’accessibilità per i mercati
peer-to-peer e le loro comunità di
utenti”. Sono considerate tali
quelle imprese “la cui proposta di
valore consista nella creazione
di un match tra un peer che
possiede una determinata
risorsa (beni o competenze) ed
un peer che ha bisogno di
quella risorsa, nei tempi richiesti
e a fronte di costi di transazione
ragionevoli”.
www.collaboriamo.org
38. Come funziona un servizio
collaborativo
Chain
Community
Customize
Choice
Value
Proposition
Channel
Convenience
39. www.collaboriamo.org
“Possibile non trovare in rete un posto dove
depositare gli oggetti che non servono a te ma
possono servire ad altri?” Irina, Reoose
“Non sarebbe bello se in rete ci fosse un servizio
dove scrivere che abbiamo bisogno di qualcuno
che porti il cibo per il nostro cane?” Leah Busque,
Taskrabbit
“Perché non posso noleggiare un’auto che rimane
ferma per la maggior parte del suo tempo?” Shelby
Clark, RelayRides
Value
Proposition
80. www.collaboriamo.org
Gli italiani condividono
E’ la percentuale
negli USA di
persone che già
condividono
attraverso
piattaforme p2p
(Crowdcompanies)
E’ la percentuale
negli UK di
persone che già
condividono
attraverso
piattaforme p2p
(Nesta)
E’ la percentuale
degli italiani
propensa a
condividere
(+9%)(Sharitaly)
39% 22%25%
Vi racconto chi siamo e poi vi passo la palla
Un accorgimenti: non amo parlare a lungo…Fare lezione per 2 ore è sfinente. Unico modo per sopravvivere è parlare insieme, per cui vi chiedo di fermarmi, darmi domande, intervenire. E’ il modo migliore per lavorare bene insieme
Domandechi siete? Quali servizi collaborativi conoscete?
Che cosa sapete della sharing economy?
Che cosa vi interessa sapere?
Definizione di un perimetro serve per riuscire a trovare delle linee che servono come input alla progettazione e perché le caratteristiche dell’economia collaborativa digitale sono diverse da quelle dell’off-line
Definizione di un perimetro serve per riuscire a trovare delle linee che servono come input alla progettazione e perché le caratteristiche dell’economia collaborativa digitale sono diverse da quelle dell’off-line
Lo scambio è mediato dal denaro
Lo scambio è mediato ad crediti, beni, tempo
Più propiamente condivisione. Si collabora per costruire un bene condiviso, di cui tutti possono fruire, modificare, contribuire a far crescere
Com’è nata l’economia della collaborazione.
In realtà non è un fenomeno nuovo, l’uomo da sempre ha messo in atto strategie collaborative per sopravvivere e anche iniziative, strumenti e così via.-
Che cosa è successo dunque?
Gli antefatti sono da racchiusi in queste due copertine e nel periodo che rappresentano 2006 – 2011. In questi cinque anni la nostra storia è cambiata…
Tu che sei protagonista del web attraerso blog, wikipedia, forum….che da utente diventi consumatore consapevole di informazione e partecipi attivamente alla formazione
E il 20011 quando
Il forte individualismo a cui ci ha portato la societ dei consumi non funziona più. Il meccanismo si è inceppato. C’è un rinnovato bisogno di socialità
Mentre succedeva questo crescevano le tecnologie digitali e i social network
Abbiamo inziato a condividere
Ma abbiamio iniziato anche a protestare , a dire con più faicilità quello che non ci andava bene, perché avevamo gli strumeti per farlo.
Quante cose abbiamo nelle nostre case che non usiamo più?
Così
E’ tempo di condividere. E’ tempo di pensare che tutto quello che abbiamo nel nostro guardaroba che non ci serve più ma gari può servire a qualcun altro o possiamo prestarlo a qualcun altro e viceversa. Tutto quello che vogliamo forse si può non acquistare ma semplicemente si può scambiare, noleggiare, prestare
Un nuovo paradigma che vede il superamento del sistema capitalistico almeno quello conosciuto fin d’ra
I servizi coll nascono sempre un’intuizione, che si tramuta in un bisogno
Intuizioni che spesso sono semplici bisogni dei cittadini e su questo fanno leva per costruire la propria value proposition
Che mette direttamente in contatto chi ha un bene, ma anche una competenza uno spazio, del denaro, e chi ne ha bisogno.
La piattaforma abilita non produce beni né servizi.
E questo è un cambio epocale anche nel modo di fare azienda. La piattaforma non ha logistica, ha pochissimo personale, non ha magazzino, ha ridotto la sua catena del valore aslla piattaforma e alla community, vero asset della piattaforma
La piattaforma non ha beni, non possiede niente al di là del servizio stesso, i beni, gli asset invece li hanno le persone
Le persone sono la vera forza di queste piattaforme. Una piattaforma senza community, senza persone, è un servizio che non funziona. Vedremo quanto sforzo fa la piattaforma per far crescere e gestire una community e anche come sarà diveso il modo di trattare con i membri della community-
I membri in realtà sono i clienti, ma il rapporto tra clienti e azienda è completamente diverso da un tempo. I clienti sono considerati ancora oggi come esseri passivi, i membri della communty sono persone che si incontrano fisicamente negli eventi, a cui si risponde immediatamente, che si incentiva, con cui si stabilisce una RELAZIONE
Le piattaforme lavorano sulla loro community conoscendo le persone quasi uno a uno.Blablacar Italia ha 3 persone dedicate a lavorare sulle loro community di FB e di Twitter quando in genere le aziende tradizionali affidano a agenzie esterne la gestione dei social. Questo è il grande cambiamento. Le piattaforme collaborative mettono in atto strategie per gestire la community che passano da strumenti di gamification, da tool come i gruppi, fino ad attuare anche politiche di incentivazione e di premiazione per chi frequenta di più, e infine passando anche da eventi sul territorio. Il legame con la compagnia è fortissimo
L’esperienza assicurata è completamente personalizzata.
Ogni persona offre sul servizio il suo bene e quindi un’esperienza unica e irripetibile. (di fronte alla standardizzazione dei servizi qui abbiamo davanti a un’estrema personalizzazione…
Pensate a questo servizio appena lanciato a Milano. Questo servizio mette incontatto viaggiatori con alloggi e eventi in città. Oltre a poter andare a dormire in una stanza, in una casa di un privata cittadino si può anche cenare, prendere un aperitivo, partecipare a tour guidati alternativi a quelli soliti. Pensate alla grande offerta che un visitatore ha davanti e come può personalizzarla sui suoi desideri e bisogni.
E poi, la scelta. Tutto si può fare sempre e ovunque. Si può affittare un vestito, una casa, un passaggio in auto stando sempre a casa, e questo nessuna azienda tradizionale te lo potrà mai garantire
Un tempo vinceva l’azienda. C’era un prezzo e compravi un prodotto. Ora compri un servizio ma puoi anche offrirlo
La soddisfazione genera il passaparola. La soddisfazione del cliente fa sì che altri lo provino. E la soddisfazione si inegue cercando di costruire il rapporto con la community.
“But now, it’s expanding“:
Into six new areas:
Healthcare
Logistics
Corporate
Utilities
Municipalities
And even learning
We compared the revenue potential in five new ‘sharing economy’ sectors (peer-to-peer finance, online staffing, peer-to-peer accommodation, car sharing and music and video streaming) with the potential in five traditional ‘rental’ sectors (equipment rental, B&B and hostels, car rental, book rental and DVD rental).
We used the resulting S-curve and model as a base for our expectations of the future growth for each sector
+ di 10 miliardi di dollari
https://docs.google.com/spreadsheets/d/12xTPJNvdOZVzERueyA-dILGTtL_KWKTbmj6RyOg9XXs/edit#gid=812252114
Uber
Airbnb
Lavoro on demand
Gran parte dei servizi collaborativi, infatti, agisce in una zona grigia sia dal punto di vista normativo che fiscale. In alcuni casi le piattaforme si rifanno a norme vecchie e generiche in altri, addirittura, vanno contro norme esistenti. Così, per tutto il 2014 si è assistito in diverse parti del mondo alle proteste dei taxisti che accusano i diversi servizi di favorire la concorrenza sleale e l’abusivismo e anche le lobby del mercato turistico si mostrano preoccupati per la crescita di Airbnb.
Cosa succede se un autista di un servizio peer to peer decide di lavorare 10 ore al giorno? Cosa succede se una persona decide di affittare la propria casa per un prezzo troppo basso? Come salvaguardare le regole per le quali abbiamo tanto lottato?
+ di 10 miliardi di dollari
https://docs.google.com/spreadsheets/d/12xTPJNvdOZVzERueyA-dILGTtL_KWKTbmj6RyOg9XXs/edit#gid=812252114
Il successo di Airbnb sta gonfiando, almeno in alcune parti del mondo, i prezzi dell’acquisto delle case o dell’affitto. Succede che si preferisca affittare temporaneamnete e ai turisti quindi a un prezzo più alto che a un prezzo più basso a chi è del luogo. Questo spinge la popolazione locale (e in particlare le persone più in difficoltà) verso la perifieria