Durante la XIV Riunione Scientifica Sistur, tenutasi all'Università "La Sapienza" a Roma dal 24 al 26 novembre 2022, ho presentato un pezzettino del mio territorio provando a creare qualche suggestione (su un progetto in via di definizione) dove la cultura è al centro dello sviluppo territoriale. In particolare che ruolo possono avere i musei in aree interne montane e nello sviluppo economico queste terre.
Il dilemma di visione tra industria,territorio, turismo
Turismo responsabile e piccole comunità nelle aree interne: la Festa Triennale della Madonna della Colletta a Luzzogno
1. TURISMO RESPONSABILE E PICCOLE COMUNITÀ NELLE AREE INTERNE: LA
FESTA TRIENNALE DELLA MADONNA DELLA COLLETTA A LUZZOGNO
DOTT. SAMUEL PIANA - LANDEXPLORER
2. –Italo Calvino
“Mi interessa tutto ciò che è a cavallo tra varie discipline,
particolarmente quando avverto componenti antropologiche o
echi della storia delle scienze. Vivo in un’epoca satura di teorie e
di discorsi astratti, e per reazione cerco di basarmi su cose che
vedo, su soggetti, su immagini”.
4. ANTROPOLOGIA DEL TURISMO
• Oggetto di studio: l’ospitalità
• fenomeno: dimensione collettiva, pubblica e culturale
• turismo come modello e motivazione poco studiato poiché porta
problemi di interpretazione e posizionamento
5. AIUTO! LA TRIBÙ DI TURISTI!
•
I turisti si fanno una “idea mentale” della comunità
ospitante
•
La comunità ospitante si fa una “idea mentale” del
turista
•
Duccio Canestrini (antropologo) afferma: anche i
turisti possono de
fi
nirsi una tribù e in quanto tale
bisogna iniziare a studiarla!
•
Queste due idee quasi sempre sono in
contrapposizione
•
Ma si sa…due poli opposti si attraggono!
•
Quindi basta dare le giuste “coordinate” per creare la
giusta relazione!
6. LA TELA
La costruzione del tunnel richiede abilità
ed esperienza. costituito da una
struttura portante su cui vengono
collocati, con una particolare tecnica, a
forma di padiglione, pezze di tela di
canapa,
fi
lata e tessuta in casa dalle
donne in tempi ormai lontani,
conservate con grande cura unicamente
per l’edi
fi
cazione di questo straordinario
passaggio. Di “pezze” (della lunghezza
dai 7 ai 12 metri per 70 cm di larghezza)
ne. vengono posate ben 218.
7. LA GALLERIA
La “Galleria” . lunga un’ottantina di metri, inizia dal portico
della Chiesa Parrocchiale, attraversa la piazza e prosegue
lungo lo “stradone” giungendo alla Chiesa di S. Marta. Una
settimana prima della festa vengono in
fi
ssi nel terreno i pali
di legno (sostituiti nel ’91) che, con le “traverse”, formano la
struttura portante di questo singolare padiglione. Il sabato
della festa, alle 4 del mattino, il presidente del comitato
suona la campana della piccola chiesa di S. Marta per
radunare gli uomini. I primi lavori consistono nel tendere le
corde che sosterranno la tela e nella stesura dei cavi per
l’impianto elettrico; poi, partendo dal portico, sono sistemate,
con vigorosi lanci, le “pezze” di tela che servono a coprire la
volta. Ai lati si chiude con i preziosi lenzuoli ricamati.
8. ARCHI TRIONFALI
Sono posti gli “archi di trionfo” all’ingresso del paese, alla
fi
ne
della galleria e presso ogni Cappella, precisamente di: S.
Giovanni, S. Rocco, Santa Lucia, della “Buona Morte” (al
ponte), dell’Addolorata (alla “Crocetta”), in
fi
ne alla Cappella
di S. Filippo Neri sotto l’antica casa Parrocchiale. Questi “archi
trionfali” si realizzano con due piante di faggio lunghe e sottili
piegate ad arco, con rami frondosi intrecciati ad altri di pino e
addobbati con ghirlande e palloncini di carta colorata. Le case
lungo la via percorsa dalla Processione sono addobbate di
palloncini, festoni, scritte inneggianti a Maria, rosari e
decorazioni religiose colorate ed illuminate in modo da creare
un magico effetto in segno di devozione e di fede.
9. I FALÒ
Un tempo gli alpigiani di Luzzogno che si trovavano nelle baite durante
il periodo della festa triennale, per sentirsi partecipi al momento
dell'uscita della Madonna dal Santuario, accendevano i falò. In questo
modo sembrava che gli alpigiani di Curcius, Turigia, Campalér, Curblon,
Còll, Casalèr, Cugél, Loccia, Vègia, Rundéi, Bulei, Culàcia, Capéla ad'i
Alpini gareggiasssero fra loro per realizzare il falò più bello e
spettacolare. Già l’essenza del falò richiama subito ad un rito di luce e di
vittoria nei confronti delle tenebre. La struttura del falò è formata da una
impalcatura in legno, carica il più possibile di legna e materiale da
ardere, con una pianta portante molto alta al centro che mantiene nella
giusta direzione le enormi
fi
ammate. I due più importanti sono il falò dei
ragazzi lungo il riale presso il ponte che conduce alla Colletta e il falò
dei coscritti, i ragazzi di età compresa tra i 19 ed i 21 anni; quest'ultimo è
posto sulla cresta dell'alpe Loccia.
10. IL PERCORSO DI LUCE: I SANTI INDICANO COME
RAGGIUNGERE LA MADONNA DELLA COLLETTA
• Dalla chiesa di San Giacomo, si entra in galleria
• usciti dalla galleria è presente la raf
fi
gurazione di San Giovanni Battista (proprio nell’ultima parte la chiesa di San
Marta)
• Svoltando a destra e percorrendo tutta la strada ci si ritrova nella piazza del circolo di Luzzogno: troviamo un
piccolo altare: al centro San Rocco, MA, in uno dei due lati Santa Lucia
• riprendiamo a camminare immettendoci in “via Santa Lucia”…un caso?
• dopo il tratto in salita, appena la strada si appresta alla discesa, ecco sulla destra una piccola edicola dedicata a
Santa Lucia
• passato il ponte (sulla sinistra troviamo il falò dei matai) un sediola con la Vergine ed una statua di Santa Lucia
• Si sale al Santuario, poco prima dell’ultima curva dell’itinerario ancora una edicola votiva dedicata a Santa Lucia
(ex voto di Rinaldi)
11.
12. LA LUCE E L’OMBRA: IL NOTO E L’IGNOTO
• una suggestione o un fondo di verità
• Santa Lucia, nota per il suo martirio, nelle agiogra
fi
e minori non muore
per il dolore in
fl
ittole anzi passerà ancora la pena di essere messa al rogo
(come le streghe?!?) e alla
fi
ne verrà sgozzata (iugulazione)
• Santa Lucia è la santa che preserva la vista, che permette di vedere la luce,
MA è anche colei che viene messa al rogo (nesso con il falò?)
• A due passi da Luzzogno, sull’altra sponda della valle, dove per 3 mesi
all’anno manca il sole c’è Sambughetto: il paese delle streghe!
13. QUALCHE DATO SIGNIFICATIVO
• 353 abitanti (censimento 2001)
• circa 8000 presenze durante la sola giornata clou della Festa
• Ogni 3 anni il paese di Luzzogno cambia “faccia”
• Abbiamo notizie storiche della Festa dal 1585, ma ha origini ancora
più antiche
14. L’OSPITALITÀ
• 2 pullman navetta da 40 posti (il massimo transitabile sulla strada
Strona-Luzzogno) attivo nel trasporto delle persone dalle ore 17.00.
Circa 3000 pax
• circa1000 coperti predisposti dai tanti volontari della Festa che
raduna tutte le associazioni (su 4 turni)
• il Comitato, braccio operativo della parrocchia, coordina tutti gli
aspetti inerenti la festa
15. RAPPORTO RESIDENTI - OSPITI
• I componenti del comitato intervistati hanno espresso interesse verso
il “turismo religioso”
• Alcuni visitatori sono colpiti dagli aspetti più scenogra
fi
ci, altri
iniziano un “pellegrinaggio” camminando da Strona
• Rapporto con
fl
ittuale tra “visitatori super
fi
ciali” (non interessati agli
aspetti religiosi o antropologici dell’evento) e componenti del
comitato
16. MEDIARE IL RAPPORTO? (DAL 2012 AL
2022)
• Il continuo crescere di visitatori porta a
possibili tensioni
• Per smorzare le tensioni bisogna istruire
• Proposte visite guidate culturali-
turistiche della festa per provare
meraviglia e stessa fatica (2022 un
gruppo di giovani riprende l’idea del
2012!)
• Visitatori e primi turisti (anche
dall’estero) interessati e più coinvolti
17. LA “CASA DEL
COMITATO”
• Una casa abitata
fi
no ai primi
del novecento diventa la sede
del Comitato (grazie ad un atto
di donazione)
• Un grande lavoro di restauro: i
colori tornano alla loro originale
bellezza…ma…
18. LA “CASA DEL COMITATO” SI
APRE ALLA COMUNITÀ
• l’idea di un museo APERTO,
DINAMICO, che sappia raccontare
Luzzogno, la sua festa...
• ma al contempo sia pensato per i
giovani per chi, un domani, dovrà saper
tramandare quanto stiamo vivendo in
questi giorni
• è se fosse in grado di creare una
economia integrativa? O una nuova
economia?
19. UN MUSEO
PARTECIPATO
• Oltre al lavoro interno alla comunità
il Comitato verrà af
fi
ancato da un
gruppo di esperti di musicologia e
museogra
fi
a conosciuti in tutta Italia
• Massimo Negri, il grande
musicologo e museografo italiano
giunge a Luzzogno “Fare un museo
è costruire una comunità”