5. LIVE
1980
POOH TOUR ‘80
Filmati tratti dallo speciale televisivo “I Pooh in concerto” (1980), ripreso durante
il Tour estivo del gruppo ed all’epoca trasmesso dalla Rai - Regia di Pino Ferrarini
L’ULTIMA NOTTE DI CACCIA (1979, Facchinetti/Negrini) 5’03”
Definita addirittura “wagneriana” da alcuni critici per la maestosità
dell’ispirazione classica di Roby, “L’ultima notte di caccia” è uno dei
pezzi più belli, complessi ed innovativi dell’intero repertorio dei Pooh.
E si avverte anche dal vivo, malgrado certe sfumature dell’arrangia-
mento nate molto spesso dal talento di Dodi (dai soli di chitarra alle
ritmiche in controtempo, realizzate senza la possibilità di farsi aiutare
dai computer) si colgano di più, per solito ma non in questa ripresa che
anzi le evidenzia, ascoltando bene la versione in studio incisa su “Viva”.
Dove il brano, il cui testo è figlio di un’intuizione “made in Negrini”, re-
cava anche un sottotitolo (“Powha, l’indiano”) persosi poi per strada.
Presenza fissa dei live dal ‘79 all’85, “L’ultima notte di caccia” ha poi
conosciuto versioni “ampliate” con cambi di tonalità dello strumentale
di chiusura (nell’88), a cappella (nel 2001) e acustiche (nel 2002), risul-
tando però curiosamente esclusa dai concerti “storici” dei 20, 25 e 40
anni: nel 2006, ad essere precisi, venne eseguita in parte solo nel tour al
chiuso, non nei concerti estivi poi testimoniati in audio e video.
4
6. Presentazione Roby - MEDLEY ACUSTICO 12’13”
INCREDIBILMENTE GIÙ (1978, Facchinetti/Negrini) - SEI TUA, SEI MIA
(1979, Battaglia/Negrini) - STAGIONE DI VENTO (1980, Facchinetti/Negrini) -
CERCAMI (1978, Facchinetti/Negrini) - CHE NE FAI DI TE (1977, Facchinetti/
D’Orazio) - COSÌ TI VORREI (1979, Facchinetti/D’Orazio) - IN SILENZIO
(1968, Facchinetti/Negrini) - ALESSANDRA (1972, Facchinetti/Negrini)
Questo medley, condotto tra chitarre e tamburelli con una curiosa
esibizione di Facchinetti al vibrafono, restituisce il sapore delle
parentesi acustiche tipiche dei concerti dei Pooh per lunghi anni. Nello
specifico, qui i Pooh agiscono proprio da band, con tanto di coro
finale allo stesso microfono di Dodi e Stefano. E questa versione della
band dal ’92 in poi è stato sempre più difficile vederla, avendo loro
scelto di alternare canzoni con voci soliste anche nei momenti acustici
dei tour. Ma il medley del Tour ’80 è intrigante anche per le canzoni
scelte, quasi tutte andate poi scomparendo dal repertorio della band.
“Stagione di vento”, “Che ne fai di te” e “Sei tua, sei mia” erano lati
B di 45 giri di successo, e meritano ascolto soprattutto la seconda
5
7. (testo autobiografico di Stefano, che ricorda la storia con una ragazza
canadese) e la terza (bel pezzo sull’amore fisico che meritava più
attenzione). “Così ti vorrei” fu un piccolo “must” dei concerti seguiti
all’album “Viva”, per la sua scrittura molto “easy”: che poi fu il segreto
del successo in hit parade anche di “Cercami”, che però - ci disse
Roby - “fu una di quelle canzoni che non sopravvissero all’epoca in cui
furono scritte. Dopo un po’ non interessavano più alla gente”. È invece
rimasta nel repertorio live dei Pooh “Incredibilmente giù”, uno dei pochi
pezzi d’amore in rima baciata della storia della band, francamente uno
dei meno validi del loro repertorio: ma al gusto del “popolo dei Pooh”,
evidentemente, non si comanda… Ascoltando questo medley, inoltre,
si nota come la vocalità predominante in chiave solista sia quella di
Dodi: la cui voce calda e morbida ha fatto da imprinting emotivo
vincente a tanti successi dei Pooh, da quelli riportati qui alla luce a
“Tanta voglia di lei” o “Noi due nel mondo e nell’anima”, aprendo per
le sue medesime qualità anche quasi tutti i brani, come “Uomini soli”,
le cui strofe sono state divise equamente fra le voci dei quattro Pooh
(ognuno dei quali, ovviamente, ai pezzi portava poi altri colori).
6
8. PIERRE (1976, Facchinetti/Negrini) 4’14”
Per vari motivi, l’album “Poohlover” del 1976 è testimoniabile in
Pooh Legend solo con questo brano. Ed è un peccato. Non soltanto
perché fu il primo dei Pooh “indipendenti” post-Lucariello: soprattutto
perché, malgrado fosse stato lanciato da “Linda”, canzone d’amore,
diede la misura della voglia e della capacità di osare di un gruppo
giunto alla boa dei dieci anni di vita. In “Poohlover” i Pooh furono i
primi a cantare di prostitute, zingari, carcerati e incisero brani di rock
sinfonico estremamente significativi ed ispirati. “Pierre”, qui eseguita
nell’arrangiamento classico chitarra-violoncello-flauto-tastiere, fu la
prima canzone italiana sull’omosessualità. Con un filo di ironia, Negrini
raccontò così la genesi del pezzo, nel tourbook del 1991: “Guidando
piano sui viali ho riconosciuto un mio ex compagno di scuola, uno di
quelli secchioni, che adesso è un travestito. L’ho fatto salire e siamo finiti
in un bar, a raccontarci delle cose. Sa tutto di me, di noi: ha i dischi. Gli
confido che vogliamo cambiare delle cose, che racconteremo storie
diverse. Si scalda. L’Italia è un paese di ipocriti. Anche noi gente di
musica possiamo fare gli impegnati fin che vuoi, ma restiamo sempre
un po’ maghi e un po’ cialtroni. Ti voglio bene, scemo: siamo gente di
scena, sia io che te. Bevine un altro, amico, o amica”.
7
9.
10.
11. LIVE
1985
ASIA NON ASIA TOUR ‘85
Riprese effettuate dal vivo durante il concerto tenutosi a Milano - Montaggio
curato da Stefano D’Orazio utilizzato sinora solo a scopi promozionali
ASIA NON ASIA (1985, Facchinetti/Negrini) 5’41”
Per diversi anni i Pooh testarono dal vivo brani di Lp in lavorazione,
ed accadde anche per “Asia non Asia”, che testimonia le distanze
culturali tra Oriente e Occidente con gran bell’impatto sonoro.
Peccato semmai sia restata nelle scalette live solo due anni: ma del
resto era difficile pensarla con altri arrangiamenti
(specie l’interessante ma faticosa ritmica ideata
da Stefano stesso), e impossibile sintetizzarla
in medley. Però, attenzione: il brano
parla del Giappone, non nacque lì.
Laggiù i Pooh restarono spiazzati da
un modo di vivere meccanico, e
alla fine incisero “Asia non Asia” a
Carimate, ovvero… nei famosi Stone
Castle Studios, da poco acquistati
da Red insieme a Renato Cantele.
Proprio negli anni dei “viaggi” per
i Pooh, Canzian aveva infatti messo
10
12. a frutto la passione per la tecnologia e la produzione discografica
aprendo con Renato Cantele (vero “responsabile” del nuovo suono
del gruppo) il Morning Studio, prima appunto al Castello di Carimate
e poi a Milano, in quelli che erano gli studi di Caterina Caselli. E per
dodici anni il Morning, dove “Asia non Asia” venne lavorato, sarà il
riferimento italiano delle più grandi produzioni. Ma del resto, come Red
svelò nel libro “Quello che non sai”, il suo sogno è sempre stato oltre il
successo. “Sogno che la mia casa diventi un punto di riferimento per i
giovani. Per la grafica, la pittura, la musica. L’arte”. E oggi conferma:
“Pensando alle difficoltà dei miei inizi e alla grande occasione avuta
nell’incontrare i Pooh, ho cercato da sempre, per come ho potuto, di
aiutare chi si avvicina alla musica credendoci, mosso da vera passione.
Ma ho capito che da solo era difficile fare tutto, e spesso le mie forze
non erano sufficienti. Ecco perché, ad esempio, è nata la Fondazione
Q, con persone del calibro di Elvio Chiatellino e Marina Quadro, attivi
da decenni nel sociale: per provare a far sì che le opportunità avute
ieri da gente come i Pooh stessi, le abbiano pure i ragazzi di domani.
Quelli che meritano, in un Paese dove la meritocrazia è spesso soltanto
una parola”.
11
13. LIVE
1987
IL COLORE DEI PENSIERI TOUR ‘87
Riprese effettuate il 22 Dicembre 1987 a Roma - Edite nel Vhs “Pooh - Il colore
dei pensieri Tour ‘87”(1988) - Regia in post-produzione di Stefano D’Orazio - Se-
zione fiati: Claudio Pascoli, sax / Fernando Brusco, tromba e flicorno / Amedeo
Bianchi, clarinetto
MAI DIRE MAI (1987, Battaglia/Negrini) 5’02”
BUONA FORTUNA (1981, Facchinetti/D’Orazio) 4’19”
Uno dei brani più interessanti della storia dei Pooh, “Buona fortuna”, con
il suo particolarissimo arrangiamento, e un piccolo gioiello nascosto,
“Mai dire mai”, forse sottovalutato dai Pooh stessi ma di ottimo
appeal anche a distanza di anni dalla sua gestazione. Li abbiamo
proposti in accoppiata perché sintetizzano bene l’anima rock della
band, ma anche in quanto fra i più valorizzati dalla sezione fiati che
accompagnò i Pooh nei tour dell’86 e dell’87. “Mai dire mai”, pezzo
che mescola rock e melodia dentro una scrittura in più parti che bene
12
14. testimonia le mature qualità compositive di Dodi, rimase nelle scalette
live solo un altr’anno, “Buona fortuna” vi torna invece periodicamente:
comunque sia, in queste versioni si possono godere meglio che altrove.
Tra soli strumentali e impasti polifonici, alternanza nei cantati all’interno
dello stesso brano (andata diradandosi nei dischi successivi all’87) e
piccole grandi malizie come la parte di basso usata a mo’ di assolo,
per “chiamare” il ritmo dalla platea, lanciando “Buona fortuna”.
13
16. LIVE
1988
OASI TOUR 1988
Riprese effettuate a Milano, PalaTrussardi, 2 Dicembre 1988 - Edite nel Vhs “Oasi
- Concerto live dal PalaTrussardi di Milano” (1989) - Regia di Pino Leoni - Alle
tastiere Fio Zanotti
Presentazione Dodi - NIENTE A PARTE L’AMORE (1988, Facchinetti/
Negrini) 5’55”
SENZA FRONTIERE (1988, Facchinetti/Negrini) 4’27”
Due canzoni dell’Lp “Oasi”, due canzoni per motivi diversi da
riscoprire. Anche perché, diciamolo, a volte i Pooh non hanno
saputo valorizzare a sufficienza certe belle faccende da loro scritte.
Prendiamo “Niente a parte l’amore”, canzone sentimentale ma non
15
17. banale, con la curiosità di Roby che tocca note a lui inconsuete in
falsetto e un andamento melodico che conquista. Durante il Tour
di “Oasi” la band distribuì un “Questionario” per chiedere ai fans le
tre canzoni preferite di quel disco, e “Niente a parte l’amore” fu tra
le prescelte. Risultato? Al tour successivo, quello di “Concerto per
un’oasi”, l’unica differenza in scaletta fu l’inserimento dell’omonimo
brano strumentale per il WWF… al posto di “Niente a parte l’amore”.
“Senza frontiere”, invece, è stato il primo brano dedicato in Italia al
problema dell’apartheid, e riascoltandolo oggi possiamo dire che
Negrini vi aveva già individuato anche le quotidiane difficoltà di
convivenza della gente comune italiana con un “diverso” venuto da
lontano. I Pooh presentarono “Senza frontiere”, assieme a “Che vuoi
che sia”, per lanciare in anteprima “Oasi” sulla prestigiosa ribalta di
Riva del Garda: collegandosi in diretta tv su RaiUno il 17 Settembre
1988 da Trento. Però anche “Senza frontiere” scomparve poi un po’
troppo in fretta dai concerti della band, per tornarvi solo una volta nel
1992.
16
18. LIVE
1990
MILANO, PIAZZA DEL DUOMO
Riprese effettuate il 27 Settembre 1990 in Piazza del Duomo, Milano - Edite nel
Vhs “Pooh in concerto - 27.9.90 Insieme per l’ambiente” (1990) - Regia di Riccar-
do Donna - Alle tastiere Emanuele Ruffinengo
L’ALTRA DONNA (1990, Battaglia/Negrini) 4’25”
GIORNI INFINITI (1986, Facchinetti/Negrini) 5’21”
LA LUNA HA VENT’ANNI (1990, Canzian/Negrini) 4’26”
I critici non sempre sono stati teneri con i Pooh: salvo a volte ricredersi,
magari davanti ad evidenti dati di fatto. Fu quanto accadde a Cesare
G. Romana, uno dei migliori giornalisti musicali italiani, al concerto di
17
19. piazza del Duomo “Insieme per l’ambiente” del Settembre ’90. Ma
attenzione: Romana non si commosse per i sessantamila che affollavano
piazza e vie circostanti, semmai quella dichiarazione d’amore lanciata
dalla gente ai Pooh lo rafforzò in una convinzione. Che non poteva
essere un caso, il loro successo. Così spiegò: “Un concerto autoritratto,
studiato per mettere a fuoco i connotati di una vicenda creativa che
viaggia con coerenza tra romanticismo, melodia, attualità. E forse se un
pubblico certamente vasto si riconosce nei Pooh, è proprio perché sono
i Pooh a riconoscersi nella gente. Tra alti e bassi ispirativi, ovviamente:
ma sarà difficile anche ai critici più severi, al cui novero il vostro
cronista appartiene
da anni, negare che
la bravura tecnica del
quartetto, sia nell’uso
degli strumenti sia nel
canto, ha raggiunto
nel corso del tempo
un livello di perfezione
davvero non comune”.
Per parte nostra, di
questo “concerto autoritratto” di “perfezione non comune” abbiamo
scelto tre episodi, molto significativi della musica dei Pooh a cavallo tra
anni Ottanta e Novanta, quando iniziarono ad indirizzarsi verso un pop
d’autore fatto di canzoni interpretate da solisti e scritte tra cronaca
e autobiografia. Alla cronaca, mediata con i sentimenti dell’uomo
comune, si rifà “La luna ha vent’anni”, primo indizio di una crescita del
Red compositore che si sarebbe completata di lì a breve. Il brano è stato
proposto dai Pooh nella sua versione integrale e con l’arrangiamento
pop originale solo in questo tour. All’autobiografia risponde invece
“L’altra donna”, dal 1990 in poi sempre presente nelle scalette dei
Pooh, anche se raramente - come invece accade qui - intera:
mentre trattasi di un must “made in Battaglia”, dalla partitura molto
18
20. complessa e originale cui Dodi stesso presta la voce in una non facile
parte vocale, che merita assolutamente un’integrale riproposizione.
Infine “Giorni infiniti”, giocata in piazza Duomo fra tastiere e lo “storico”
pianoforte bianco di Roby, è invece uno dei brani che a nostro avviso
meglio sintetizzano il linguaggio della band, assieme a “Buona fortuna”
o “Lettera da Berlino Est”: pop e rock, estensione melodica e ritmo,
polifonie e solismi, ottimismo e sentimenti. Ed è interessante riguardarne
un’esecuzione completa, come nel corso degli anni è accaduto poi
solo poche altre volte.
19
21. LIVE
1991
POOH 25 LA NOSTRA STORIA
TOUR TEATRALE 1991
Riprese al Teatro Ponchielli di Cremona - Edite nel doppio Vhs “Pooh 25 La nostra
storia - Tour teatrale 1991” (1991) - Regia di Riccardo Donna
VIENI FUORI (Keep on running) (1965, Edwards/testo italiano Negrini, cover
incisa dai Pooh nel 1966) 2’29”
LETTERA DA BERLINO EST (1983, Facchinetti-Canzian/D’Orazio) 2’43”
SE C’È UN POSTO NEL TUO CUORE (1985, Canzian/D’Orazio) 2’22”
CITTÀ DI DONNE (1987, Canzian/Negrini) 4’31”
20
22. Fu una piccola svolta, questo concerto, nella storia dei Pooh. Svelando
in toto il lato ironico e guascone di D’Orazio, i Pooh ripassavano la
loro storia senza celebrarsi, ma prendendosi anche un poco in giro.
Fra ampi monologhi autoironici quasi teatrali - firmati da Stefano,
appunto - e una girandola di cambi d’abito permessa dalla memoria
storica… delle mamme dei Pooh. E dai loro guardaroba, custodi dei
più improbabili vestiti usati dalla band per lanciare questo o quel disco.
Dei vestiti però è meglio tacere: meglio focalizzarsi sulle canzoni. “Vieni
fuori”, primo disco del gruppo (con nessun Pooh del 1991 in formazione),
riscoperta nel festeggiare i vent’anni; “Lettera da Berlino Est”, piccolo-
grande capolavoro di rock melodico con squarci di umanità molto
belli nel testo, dedicato a un muro caduto poco dopo la sua scrittura;
“Se c’è un posto nel tuo cuore”, col suo arrangiamento di grande
appeal e modernità firmato Dodi, il primo brano con D’Orazio solista
nella storia dei Pooh; “Città di donne”, ovvero i Pooh che cantano…
il sesso. Giusto a ribadire che per conoscere tutte le sfumature di un
artista non sono sempre sufficienti le canzoni più famose: questa, Red
la definì nella segreteria telefonica con cui la band teneva all’epoca i
contatti con i fans “una canzone fuori dai nostri schemi, una canzone
sexy”. Appunto.
21
23. LIVE
1991
TOUR ESTIVO ‘91
Riprese effettuate a Pisa l’11 Settembre 1991 - Trasmesse in televisione da Me-
diaset il 25 Settembre dello stesso anno (“I Pooh in concerto - 25 anni di canzo-
ni”) - Regia di Egidio Romio
…IN CONCERTO (1979, Facchinetti/Negrini) 2’24”
Sono numerosi, i pezzi dedicati dai Pooh alla loro vita in musica: da
“Rock’n’roll” a “Siamo ancora sulla strada”, fino alla recente “Questo
sono io”. “…In concerto” è uno dei più belli e noti, ed anche uno
dei più “veri”: perché segnala che non tutto è rose e fiori, anche in
un’avventura di successo come quella dei Pooh. Nel libro “I Beatles
italiani si chiamano Pooh” del 1983, la band stessa spiegò perché il
primo verso del brano dice che la musica è “uno strano lavoro”.
“Perché tutti credono che sia facile e invece è massacrante. Sacrifici
su sacrifici, a non finire: devi trascurare tutto, gli amici, i divertimenti…
Ma poi hai questi risultati che ti ripagano di tutto”. E a chi scrive viene
in mente l’anno 2009, l’addio di Stefano, la rabbia e la tristezza che
22
24. vedevo in Red, Roby e Dodi, incerti come mai sul futuro. Perché chi
ama la musica, chi vive di musica, in realtà non sa farne a meno, non
immagina neppure che possa finire. Anche se è un lavoro “strano”,
anche se a volte quando si spengono le luci del palco il successo non
basta, per vivere la vita di ogni giorno. “…In concerto” canta tutto
questo in modo coraggioso, struggente, sincero. Quasi un messaggio
in bottiglia, dai Pooh al “popolo dei Pooh”.
CI PENSERÒ DOMANI (1978, Battaglia/Negrini) 1’57”
Se Negrini non avesse scelto in tempi lontani di fuggire dalla stampa,
gli avremmo volentieri chiesto quali chiavi emotive vengano smosse
in lui dalla musica di Dodi che evidentemente, oltre a possedere
profondità armonica e fascino melodico, è intessuta di una sua
particolarissima capacità evocativa. Perché, se ci si fa caso, è quasi
sempre su composizioni di Battaglia che Valerio sfoga la propria
straordinaria capacità di scrivere vere e proprie sceneggiature in
musica. Faccende tipo “L’altra donna” o “Una donna normale”,
“Padre a vent’anni” o “Isabel”, “Due donne” o “Comuni desideri”,
“Vienna” od “Orient Express”: storie e panorami, oggetti e persone che
23
25. si susseguono descritti da punti di vista cinematografici, facendo via via
ricostruire all’ascoltatore un piccolo film, ricco di dettagli, di vite vissute.
E di questo tipo di scrittura “poohika” è esempio sommo la maiuscola
“Ci penserò domani”, delicata e misurata anche nei crescendi, qui
proposta in fascinosa versione acustica.
Presentazione Stefano - VIVA (strumentale) (1979, Facchinetti) 4’50”
Ad essere schietti, dei tanti strumentali “made in Facchinetti” non
indicheremmo “Viva” come il più riuscito. Però è senz’altro uno dei
più efficaci dal vivo, uno dei più amati dalla gente, e col tempo è
diventata una “firma” dei Pooh live. Petardi compresi. Praticamente,
“Viva” è in quasi tutti i concerti della band ripresi dalle telecamere:
questa versione è però molto più efficace di tante altre, per vigoria e
anche perché mostra cosa significhi, per i Pooh, fare spettacolo oltre la
musica. Fra pedane e fumogeni.
24
26. LIVE
1992
IL CIELO È BLU SOPRA LE NUVOLE - TOUR ‘92
Riprese al Forum di Assago, Milano, nell’autunno/inverno 1992 - Montaggio
curato da Stefano D’Orazio utilizzato sinora solo a scopi promozionali
STARE SENZA DI TE (1992, Canzian/D’Orazio) 5’32”
L’inizio di un amore raccontato con l’onestà di svelare la contemporanea
sofferenza per la fine di un altro amore. Red qui canta di sé, e “Stare
senza di te” è il primo capitolo di una serie di brani molto autobiografici
in cui Canzian adopera le parole di D’Orazio per sfogare un momento
insieme doloroso e bellissimo della propria vita. Ma probabilmente è
stato anche per il non voler nascondere l’autobiografismo di pezzi
come questi, che da qualche tempo a questa parte i Pooh hanno visto
aumentare la stima della gente nei loro confronti. Sono uomini come
noi, e cantano storie che possono essere di tutti senza nascondersi.
Certo, fu dura mettere su disco una vicenda vera ma personalmente
drammatica: tanto che Chiara, figlia di Red e della sua compagna
di allora, Delia, non ha voluto ascoltare “Stare senza di te” per molti
25
27. anni. In compenso, pochi forse lo sanno, anche Chiara quando ha
deciso che la sua strada era la musica ha cantato… la stessa storia:
dal suo punto di vista di bambina che vedeva finire l’amore dei suoi
genitori, e allora non capiva certo necessità e onestà interiore di certe
scelte, sempre comunque preferibili all’ipocrisia. La canzone di Chiara
si intitola “Novembre ‘96” ed è l’altro punto di vista di “Stare senza di
te”, un caso più unico che raro nella storia della canzone.
IN ITALIA SI PUÒ (1992, Facchinetti-Zanotti/Negrini) 7’06”
Erano i tempi di Tangentopoli: anche se quando Negrini scrisse il testo
di “In Italia si può”, non tutto il marcio era già venuto fuori. Comunque,
la canzone parla di ciò e di tanto altro: con ironia, in modo “pop”, ma
senza risparmiare alcun italico vizio. Dalla malasanità ad una tv che
stava degenerando nel voyeurismo. In tour i Pooh si divertirono molto
a rendere la canzone un circo equestre di satira vivente, con il fattivo
contributo dei loro tecnici e collaboratori storici, da Dumbo a C2. E
questo filmato, praticamente inedito, testimonia un altro “lato B” della
band, anch’esso poi mai più ripreso ma senz’altro da ricordare: con
tanto di citazioni di “‘O sole mio” e dell’Inno di Mameli.
26
28.
29. LIVE
1994
TOURNÉE ACUSTICA
Riprese effettuate dal vivo a Cologna Veneta (Verona) nell’estate ’94 - Edite
nel Vhs “Un anno di Pooh” (1995) - Regia di Riccardo Donna - Fiati Piero Vallero
28
30. e Dodi a dare sfogo, con la sua particola-
rissima timbrica e le emozioni interpretative di cui è capace, alla
profondità emotiva della composizione di Roby.
29
33. LIVE
1994
MUSICADENTRO IN TOUR
Riprese effettuate dal vivo durante il tour teatrale dell’autunno/inverno ‘94 -
Edite nel Vhs “Un anno di Pooh” (1995) - Regia di Riccardo Donna
32
34. LA RAGAZZA CON GLI OCCHI DI SOLE (1988, Battaglia/D’Orazio) 2’20”
1976: Stefano canta per la prima volta una strofa da solista con i Pooh
(“Fare, sfare, dire, indovinare”). 1985: Stefano canta per la prima volta
una canzone intera da solista con i Pooh (“Se c’è un posto nel tuo
cuore”). Anche se in quel brano i colleghi un po’ lo aiutavano: nel
coro del ritornello. 1988: Stefano canta per la prima volta una canzone
dei Pooh intera, e stavolta completamente da solo. Quella canzone è
“La ragazza con gli occhi di sole”, una storia vera dell’adolescenza di
D’Orazio: “Anche se il treno in realtà era un tram…” E con “La ragazza
con gli occhi di sole” si verifica anche un evento: un’importante
apparizione tv della band con D’Orazio solista. Accade al “Disco per
l’Estate” del Settembre ‘89 a Riva del Garda: premiazione per i successi
dell’antologia “Un altro… pensiero” e del maxi-singolo “Concerto
per un’oasi”, e Pooh con un “frontman” inatteso. Qui la versione del
brano (poi un po’ dimenticato nei live dei Pooh) è quella con D’Orazio
ancora più protagonista: la versione cioè acustica, ripresa in teatro dal
tour “Acustica” - appunto - dell’estate precedente, con il vibrafono a
fare le veci della chitarra solista. Giusto per testimoniare un poco di più
le intuizioni musicali di quella magnifica tournée.
33
37. LIVE
1995
IN CONCERTO PER TELETHON
Riprese di proprietà della band, effettuate dal vivo l’11 Dicembre 1995 in piazza
del Duomo a Messina per Telethon (maratona benefica trasmessa dalla Rai)
LE CANZONI DI DOMANI (1994, Facchinetti/Negrini) 4’51”
Entrati in possesso di un documento molto interessante, intitolato
“Telethon 1995 - Piano lavoro Pooh”, abbiamo deciso di svelarne qui
i contenuti. Giusto per dimostrare che fare solidarietà, pur se lungi
dall’essere eroico come gli stessi Pooh sottolineano con pudore, è
36
38. comunque un altro mestiere duro. Quasi come il far canzoni… Fra
il 4 e il 14 dicembre 1995 per la band erano previsti: 5 conferenze
stampa; 9 ore di collegamenti telefonici con le radio; 4 incontri con
studenti in scuole di vario grado; otto incontri con gente comune,
militari, ricercatori, case Telethon; 6 ore di prove per i concerti; venti
ore di concerto. Il tutto viaggiando fra Genova, Palermo, Agrigento,
Messina, Palmi, Cittanova, Bari, Roma e Gioia del Colle. Città da cui
i Pooh, non contenti, sono poi partiti in treno per altri due giorni di
viaggio tra Foggia, Pescara, Ferrara, Treviso, Genova, Livorno e Roma:
con “appena” 12 ore di concerti/esibizioni tv in 48 ore esatte trascorse
sul treno Telethon. Insomma, un’esperienza “soft”… Da cui abbiamo
estratto un bel live, molto “suonato”, de “Le canzoni di domani”, brano
non fortunatissimo di un Cd ondivago, che merita però un riascolto:
perché la musica di cui si canta qui è solo un pretesto. La canzone è
un grido a spronare l’intera Italia a rimboccarsi le maniche, ad uscire
dal degrado morale di Tangentopoli. E forse neanche i Pooh l’hanno
mai detto esplicitamente, che “Le canzoni di domani” è una canzone
politica.
37
41. LIVE
2006
POOH 40 - LA GRANDE FESTA
Riprese effettuate dal vivo a Padova, Prato della Valle, il 22 Settembre 2006 -
Edite in versione integrale nel Dvd “Noi con voi - Live Tour 2006” (2007) - Regia
di Claudio Asquini
Presentazione Red - IL RAGAZZO DEL CIELO (LINDBERGH) (1978,
Facchinetti-Canzian/Negrini) 7’25”
Il concerto dei 40 anni, lunghissimo, permise ai Pooh di rispolverare brani
fondamentali della loro storia, accantonati però da tempo. Fra questi
figurava “Lindbergh”, presenza pressoché fissa nei loro tour fino agli
inizi degli anni Ottanta, brano che si iscrive a buon diritto in quel filone
“poohiko” di pop-rock sinfonico legato alla storia. Storia come mito
40
42. (“Parsifal”), storia come passato remoto (“Inca”, “L’aquila e il falco”),
storia come passato recente. La nascita di “Lindbergh” la racconta
bene Sandro Neri nel volume “La grande storia” (2005): “Red porta un
nastro con uno strumentale dove tastiere e basso sembrano comporre
un unico suono, un’aura vaporosa e suggestiva che Roby sviluppa
in una mini-suite. Quanto serve a Valerio per raccontare la storica
impresa di Charles Lindbergh, l’aviatore americano che nel 1927 portò
a termine la prima traversata dell’Atlantico”. E che fu ribattezzato “Il
ragazzo del cielo”, aggiungiamo noi, perché all’epoca aveva appena
25 anni. La riproposta di questo brano ebbe tanto successo che rimase
in scaletta anche per il tour successivo, quello di “Beat ReGeneration”.
CINQUANTA PRIMAVERE (1992, Battaglia/D’Orazio) 2’26”
Ormai punto di riferimento del catalogo dei Pooh, “Cinquanta
primavere” gode di una scrittura delicata e pudica, che emoziona: ed
esemplifica bene l’apporto compositivo di Dodi (qui anche decisivo
nell’arrangiamento) al gruppo. Inoltre, pur avendo un testo personale,
“Cinquanta primavere” è tanto personale... che diventa universale. Un
po’ perché raccontando l’amore tra suo padre e sua madre D’Orazio
sottolinea anche i valori che gli hanno insegnato. E sono valori condivisi
con gli altri, come ci disse in un’intervista: “Abbiamo avuto educazioni
simili, e cose come onestà reciproca e capacità di ascoltarsi sono
state fondamentali anche nel rapporto di amicizia fra noi Pooh”.
Ma “Cinquanta primavere” diventa universale soprattutto quando si
trasforma in emozione sul palco, ed ognuno può calarla nella propria
esperienza privata di figlio o genitore. Si dice che Stefano abbia pianto,
incidendola. Chissà. Sicuramente ha pianto diverse volte cantandola,
anche in tv. Perché è una storia vera, di persone vere, di figure
indispensabili anche nei loro silenzi. Lei “coi capelli bianchi”, lui “con gli
occhiali nuovi”, loro che poi se ne andarono nello spazio di pochi mesi:
il padre per primo, proprio alla vigilia di un Telethon. Lo apprendemmo
da giornalisti pochi istanti prima della conferenza stampa della
maratona benefica, cui comunque i Pooh si presentarono tutti quanti.
Stefano compreso. E anche quello fu, in fondo, un omaggio ai valori
trasmessigli dai genitori.
41
43. LIVE
2009
ANCORA UNA NOTTE INSIEME
POOH TOUR 2009
Riprese effettuate al Forum di Assago, Milano, il 28 e 30 Settembre 2009 - Edite
nel doppio Dvd “Ancora una notte insieme - L’ultimo concerto” (2010) - Regia
di Claudio Asquini
LA MIA DONNA (1984, Facchinetti/Negrini) 6’13”
Brano importante nella storia della band per almeno due motivi.
Innanzitutto è la prima canzone con strofe alternate fra i quattro Pooh
che diventa un classico del gruppo (più di “Buona fortuna”), aprendo
così la strada ad altri pezzi pensati allo stesso modo: una novità per l’Italia.
42
44. Ma “La mia donna” è decisiva pure nell’ampliare il repertorio dei Pooh
dal vivo, grazie anche all’assolo di chitarra finale che nel live emerge
in tutta la sua bellezza. Fra “rispetto, tecnica ed inventiva”, che Dodi
definisce gli elementi fondamentali nell’interpretazione virtuosistica di
uno spartito. Nel concerto d’addio di D’Orazio “La mia donna” tornò
in scaletta dopo diversi anni, nei quali al più era stata citata in taluni
medley. E forse pochi sanno che
questo capolavoro nacque solo
alla fine della lavorazione di
“Aloha”, quando i Pooh si resero
conto che mancava al disco
una grande canzone d’amore:
Roby la compose in una notte,
alle Hawaii, e in poche ore
Valerio ne scrisse il testo.
UOMINI SOLI (1990, Facchinetti/Negrini) 4’28”
Di questo brano si sa tutto: forse allora vale la pena collegarlo ad un
aneddoto molto interessante che solo chi era presente quella sera può
conoscere. Siamo a Milano, è il 27 maggio 1999, tournée di “Un posto
felice”, primo bis. A metà del primo refrain, blackout sul palco. I Pooh
restano al buio e senza amplificazione. Ma “Uomini soli” continua: è la
gente a cantarne la strofa di D’Orazio e il secondo ritornello. E i Pooh,
commossi, a guardarsi restituire in modo inatteso un po’ delle tante
emozioni evidentemente regalate nel tempo a migliaia di persone. A
quella gente perbene che alla musica chiede solo di alleggerire la
fatica di ogni giorno, al cosiddetto… “popolo dei Pooh”.
43
47. BIS
2002
DAL TOUR
BEST OF THE BEST
Clip live mai pubblicato sinora
realizzato con riprese e registra-
zioni effettuate durante il Tour
“Best of the best - La tournée
dei grandi successi”, 2002 - Re-
gia Stefano D’Orazio
FIGLI
(2001, Facchinetti/Negrini) 4’59”
46
48. Quando uscì la compilation “Best of the best”, nel 2001, “Figli” fu
subito il brano più apprezzato dei tre inediti che la completavano.
Ma non si seppe immediatamente, che era una canzone destinata
a ispessire la rilettura “poohika” del “Pinocchio” di Collodi. Si seppe in
tour, quando Roby la presentò parlando proprio del nuovo progetto
della band, il sogno di un musical. Per poi cantare “Figli”, come
mostrano queste riprese, al suo pianoforte bianco: accompagnato da
violoncello, flauto e tastiere. Il pianoforte bianco è un classico di Roby
dal vivo, fors’anche il prolungamento della sua anima in brani cui dà
connotazioni di preziosità particolare. E magari in futuro avrà preziosità
particolare anche il pianoforte bianco: giacché nel 2011 Roby è stato
l’unico italiano ad acquistare lo Steinway realizzato per i 70 anni di John
Lennon, ricalcando le caratteristiche dello strumento
su cui l’ex Beatle compose “Imagine”. Dei 100
pianoforti prodotti in quattro misure e venduti
nel mondo come “Imagine Series” (con
ricavato anche a scopi benefici), a casa
Facchinetti è finito il numero 2 della
misura centosettanta. Chissà, forse
vi nascerà sopra… la “Imagine”
dei Pooh! Curiosità, tornando a
“Figli” e “Pinocchio”: nel tour del
2002 i Pooh presentarono anche
un altro brano del musical, “C’era
una volta”: in versione strumentale
a introduzione di “Parsifal” e ad
essa legata come suoni, quasi da
opera rock.
47
49. BIS
1981
MEDLEY PALASPORT
Filmato tratto dallo special televisivo “Palasport”, ripreso al Palalido di Milano
durante la tournée invernale del Novembre/Dicembre 1981 e andato in onda il
16 maggio 1982 sul terzo canale Rai - A cura di Vittorio Salvetti
MEDLEY PALASPORT 15’40”
BANDA NEL VENTO (1981, Facchinetti/Negrini) - QUELLO CHE NON
SAI (Rag doll) (1964, Crewe/testo italiano Negrini-De Simone, cover incisa dai
Pooh nel 1966) - PICCOLA KATY (1968, Facchinetti/Negrini) - IN SILENZIO
(1968, Facchinetti/Negrini) - TANTA VOGLIA DI LEI (1971, Facchinetti/
Negrini) - PENSIERO (1971, Facchinetti/Negrini) - NOI DUE NEL MONDO
E NELL’ANIMA (1972, Facchinetti/Negrini) - NASCERÒ CON TE (1972,
Facchinetti/Negrini) - BANDA NEL VENTO (ripresa) (1981, Facchinetti/
Negrini)
Non si stupisca il “popolo dei Pooh”, se quello che vedrà e sentirà nel
Dvd è esattamente quello che si ascolta nell’Lp “Palasport”. I mezzi
tecnici dell’epoca erano quelli che erano, e dunque la ripresa video
per lo special di Salvetti, ideatore del “Festivalbar”, andò di pari passo
48
50. con la registrazione audio per il primo album dal vivo dei Pooh. E proprio
per l’importanza di questo medley nella vicenda della band, si è deciso
di proporlo come “ultimo bis” nella nostra carrellata di immagini live dei
Pooh. Anche se, ovviamente, del gruppo testimonia solo le hit di un
certo periodo, il primissimo. La cover “Quello che non sai” che per prima
diede un’idea delle potenzialità vocali dei Pooh, il 45 giri “In silenzio/
Piccola Katy”, l’approdo al primo posto dell’hit parade con “Tanta
voglia di lei”, la consacrazione con “Pensiero”, l’azzardo - anche nei
suoni - ancora premiato di “Noi due nel mondo e nell’anima/Nascerò
con te”, 45 giri con due lati A. In tutto, queste canzoni messe insieme
hanno passato 17 mesi nelle classifiche. E “Banda nel vento” le unisce
col filo rosso dei ricordi di una vita in musica, “riavvolgendo il nastro”
senza dimenticarsi di Riccardo Fogli né, appunto, della “prima volta di
hit parade”. In questo medley si apprezza bene (anche visivamente) la
forza fisica dei Pooh primi anni Ottanta dal vivo: e pure gli arrangiamenti
di questi classici, quasi tutti incisi originariamente con l’orchestra, sono
qui muscolosi. Anche a scapito di qualche raffinatezza che si apprezza
meglio, ovviamente, quando l’orchestra c’è. Come accadeva nelle
incisioni originali, figlie di un periodo - fine anni 60, primi anni 70 -
decisivo per la band: un periodo in cui soprattutto l’originalità creativa
di Facchinetti, autore di quasi tutti i singoli del gruppo e già allora
49
54. capace di trasportare nel pop-rock e in brani
di impatto popolare i propri studi musicali
colti e la nostra tradizione operistica, aveva
segnato il percorso di un linguaggio davvero
“poohiko”. Con alcune punte su tutte, che
si stagliano anche in questa riproposizione
dell’81: “Pensiero” (nata dall’esigenza di
valorizzare le capacità polifoniche di una
band inusuale in cui tutti cantavano,
e pensata proprio a questo scopo
da Roby, anche se pochi lo sanno),
“Noi due nel mondo e nell’anima”
(compositivamente ispirata dal movimento
che la introduce, poi sviluppato da Roby però volutamente
“all’inglese” e non “alla francese” o “all’italiana”, per avvicinare i Pooh
al mondo anglofono di riferimento del pop mondiale) e “Tanta voglia
di lei” (che anche grazie alla genialità poetica di Valerio fu il primo vero
successo dei Pooh, quello che li catapultò davanti al grande pubblico
con 900mila copie vendute). Ma non vogliamo dimenticare un paio
di aneddoti che meritano di essere segnalati, su questi capolavori del
primo periodo “made in Facchinetti/Negrini” che segnò la strada dei
Pooh. Di “Tanta voglia di lei” Dodi ha ricordato sorridendo: “La cantai
io per volere di Lucariello; qualcuno sostiene che sarebbe diventata
un successo anche se a cantarla fosse stato il cameriere, ma manca
la riprova…” Curiosa invece la vicenda di “In silenzio” e “Piccola Katy”.
Come lato A del 45 giri era stato scelto “In silenzio”, ma già le recensioni
dell’epoca avevano qualcosa da ridire. Citiamo testualmente una di
esse: “Il brano del lato A è melodico, caramelloso, forse più adatto a un
Morandi che a un complesso. In “Piccola Katy” invece riconosciamo
uno stile personale dei Pooh”. La cosa curiosa è che Dodi pensò cose
simili, ascoltando quel disco: “Per me “In silenzio” è un gran pezzo. Ma
quando lo sentii per la prima volta non facevo ancora parte dei Pooh,
ed ero convinto lo cantasse proprio Morandi… Comunque, è stato per
“Piccola Katy” che quello fu il primo disco dei Pooh che ho comprato”.
I successivi dischi dei Pooh, invece, Dodi li ha suonati.
53
56. ... IN CONCERTO | I POOH DAL VIVO
Progetto ideato e curato da ANDREA PEDRINELLI
Produzione e realizzazione ROBY FACCHINETTI - DODI BATTAGLIA - RED CANZIAN
Distribuito da ARTIST FIRST
Artwork FLORA SALA_STUDIO ANASTASIA
Editing video e montaggio Rocco Bernini e Michele Macrì per Nexus Network
Mastering audio Attilio Casati
Authoring Dvd Marco Uberti per On Air, Milano
Si ringrazia Claudio Asquini - Renato Cantele - il mitico Dumbo - Andrea Fortis - Carolina
Mari - Mila Ortiz - Teresa Sartori - Mauro Sassi
Le fotografie contenute nella presente opera sono di proprietà della band.
Oggetti e memorabilia qui fotografati provengono dall’archivio personale dell’autore.
I materiali di pagina 53 sono di proprietà dello storico-collezionista Maurizio Pilenga, autore
della prima mostra ufficiale sulla storia dei Pooh, che ringraziamo per la collaborazione.
I materiali video contenuti nel Dvd sono di proprietà Tamata. Per gli edit audio del Dvd
sono stati utilizzati i seguenti brani: Amore e dintorni (1986, Canzian/Negrini), È vero (1983,
Facchinetti/Negrini). La musica del menu del Dvd è lo strumentale “Concerto per un’oasi”
(1989, Facchinetti).
Avvertenza: i filmati originali di “Pooh Tour ‘80”, “Il colore dei pensieri Tour ‘87”, “In Italia si
può” non corrispondevano in alcune loro parti agli standard qualitativi audio e video in
uso oggi. Sono stati lavorati e restaurati con le migliori tecnologie a disposizione al fine di
pubblicarli anche a prescindere da qualche difetto residuo: per completezza dell’opera e
sicuri di assecondare così il desiderio degli appassionati.
che hanno combattuto per tracciarne il solco. Grazie perciò a tutti i tecnici, musicisti,
arrangiatori, produttori, manager e amici che ci hanno accompagnato nel tempo,
55
61. 1979
VITA DA POOH
Filmati tratti dallo special televisivo “Viva”, andato in onda nel 1979 su canali
Rai - Regia Ivan Falardi - Durata totale della sintesi: 16’04”
Oltre alle canzoni citate sotto, la sintesi contiene testimonianze di backstage del
Tour 1979 costellate di interviste: ASPETTANDO IL CONCERTO - DAL CAMERINO
AL PALCO, PARTE PRIMA (Stefano e Roby) - DAL CAMERINO AL PALCO, PARTE
SECONDA (Red e Dodi)
Era già molto ampio, nel 1979, il “popolo dei Pooh”: signore e bambini,
teenagers e trentenni. Lo dimostra bene questo Special, uno dei più
“antichi” e storici nella lunga vicenda della band, che ripercorre la
vita d’artista dei quattro Pooh alla vigilia del famoso concerto del Tour
4
62. di “Viva” tenuto allo Stadio San Paolo di Napoli. Un concerto da tutto
esaurito come gli altri di quel celeberrimo Tour, un evento che però,
con pudore, non è messo in primo piano dal regista Falardi (il quale per
questo Special realizza a favore della band anche il primo clip italiano,
“Io sono vivo”). In primo piano c’è appunto la gente, e fra la gente gli
stessi Pooh. Quattro ragazzi che raccontano la solitudine dell’artista
(fotografata quello stesso anno nel brano “…In concerto”), rievocano
l’infanzia, spiegano in modo molto genuino la genesi di uno show che
comunque li innalzerà a numeri uno dello spettacolo italiano dal vivo.
Tra fumi, laser e un allestimento che prevedeva una decina di Tir a
portare in giro per l’Italia una carovana di un centinaio di persone.
Anche nella nostra sintesi di questo Special abbiamo privilegiato
voci e ricordi, conservando comunque ampia testimonianza della
preparazione di effetti, suoni e scene per lo show (svoltasi a Budrio
nel Bolognese), e mantenendo stralci dei quattro “assoli” con cui i
Pooh impreziosirono la scaletta di quella tournée. Molto intrigante ci
è parso soprattutto l’assolo di Stefano, un virtuosismo puro su quella
che pare una pentola modellata a mo’ di percussione: con tanto
di individuazione ed indicazione (a pennarello!) delle note prodotte
battendo su un punto dell’arnese piuttosto che su un altro. E quella
“pentola” era un nuovissimo steel drum acquistato a New York. Gli
assoli di Roby (che qui fa da colonna sonora), Red e Dodi vertono sugli
spartiti di “Odissey”, “Mediterraneo” e “La gabbia”.
5
63. In studio: NOTTE A SORPRESA (1979, Facchinetti/Negrini) 3’13”
Sul palco (Napoli, Stadio San Paolo, Settembre 1979):
TUTTO ADESSO (1979, Facchinetti/Negrini) 3’18”
Come canzoni, dallo Special di “Viva” abbiamo scelto i brani che
diedero vita al secondo 45 giri estratto dall’album: un singolo di grande
fortuna che seppe resistere ben sedici settimane nell’hit parade.
“Notte a sorpresa” è diventato in fretta un classico dei Pooh, anche
per la sapiente miscela di ottimismo e ribellione “pulita” del testo. Ma
non è un brano banale come può sembrare, basti pensare agli effetti
delle voci ed agli arrangiamenti di chitarra firmati da Dodi (con l’allora
inusuale Wah Wah). Qui i Pooh sono ripresi mentre lo cantano in studio,
tanto che possiamo scrivere che anche questo avrebbe potuto essere
un videoclip come lo divenne “Io sono vivo”. Mentre “Notte a sorpresa”
6
64. divenne videoclip ad Anzio, per una produzione Rai destinata a fare da
sigla di “Domenica in…” durante un’intera stagione ed a conquistare
moltissimi nuovi fan alla band. Sul retro di “Notte a sorpresa” c’era
“Tutto adesso”, qui dal vivo davanti ai 50mila del San Paolo. Un pezzo
di ribellione feroce, tipico di certi slanci di Negrini sia nello scrivere
d’amore (la coetanea “Sei tua, sei mia”) sia nell’accennare denunce
politiche (si pensi al finale di “Passaporto per le stelle”). L’immagine
molto “pulitina” dei Pooh di allora fece passare presto “Tutto adesso”
nel dimenticatoio, mentre è una bella testimonianza dell’ennesimo
“lato B” dei quattro, molto rock - quando vogliono - in tutti i sensi.
7
65. 1980
APPUNTI DI VIAGGIO
Filmati tratti dallo special televisivo “…Stop”, andato in onda nel 1980 su canali
Rai - Regia Antonio Moretti - Durata totale della sintesi: 11’35”
Le canzoni citate sotto sono state riprese al Casino di Saint Vincent (Aosta), in
un “finto live”. Ovvero, sul palco del tour allestito in toto (luci comprese) solo
però per lo Special tv, girato senza pubblico; e difatti poi sulle immagini è stato
montato l’audio dell’Lp “…Stop”, che qui abbiamo sostituito con le tracce
rimasterizzate in digitale dei pezzi scelti - Malgrado la bizzarria dell’operazione,
questo Special resta una testimonianza intrigante di brani altrimenti mai visti in
tv: ed incuriosiscono anche i set esterni (con i Pooh protagonisti) pensati per
l’occasione ad intervallare le canzoni.
8
66. I Pooh in moto, i Pooh alla guida di auto d’epoca, i Pooh in volo con
i paracadute. È per questo escamotage di girare immagini particolari
“on the road”, usato dal regista Antonio Moretti a intervallare brani di
un presunto live, che abbiamo intitolato questa nostra sintesi “Appunti
di viaggio”. Ma la parte del leone, qui, la fanno le canzoni: di un
album forse sottovalutato ma molto vario, qui rappresentato da tre stili
completamente diversi. A narrare, legati fra loro dal metronomo che
scandiva il tempo sulla cover di “…Stop”, anche tre… viaggi diversi.
Nello sguardo di un’altra persona, dentro noi stessi, oltre le frontiere e le
abitudini del vivere quotidiano.
ARIA DI MEZZANOTTE (1980, Facchinetti-Canzian/D’Orazio) 4’24”
ALI PER GUARDARE, OCCHI PER VOLARE (1980, Facchinetti/Negrini) 3’21”
VIENNA (1980, Battaglia/Negrini) 3’47”
Malgrado questo live non sia… un live, tant’è che “Ali per guardare,
occhi per volare” i Pooh non l’hanno mai eseguita dal vivo, è
interessante avere occasione di riscoprire questi brani. “Aria di
mezzanotte” nasce da due “mezze canzoni”, una di Red l’altra di
Roby, che diventarono stuzzicante canzone intera con un testo molto
“d’oraziano”. “Ali per guardare, occhi per volare” è uno dei capolavori
nascosti nella discografia dei Pooh, un brano fra dolcezza e sogno
che dà sfogo alla maiuscola crescita del Roby cantante: nonché uno
dei più indicativi per capire quanto la sua particolarissima timbrica
abbia spesso consentito alla band un impatto di personalità unica.
“Vienna”, invece, conferma la capacità di Dodi di scrivere melodie
dai colori pastello che risultano perfette per raccontare dettagli di vita
quotidiana. In questo caso Negrini sposa la malinconia dello spartito
con l’aura retrò evocata dalla capitale austriaca, uno dei posti che
Dodi allora non era ancora riuscito a visitare, travolto dal suo essere…
un Pooh, e che Negrini invece aveva conosciuto. In uno dei suoi lunghi
e frequenti viaggi effettuati dopo aver ceduto bacchette e tamburi a
Stefano.
9
70. 1980
LA MACCHINA DELLA MUSICA
Filmati tratti dallo special televisivo “Prova generale: I Pooh”, andato in onda
nel 1980 su canali Rai - Regia Franco Giraldi - Adattamento per Pooh Legend
Andrea Pedrinelli - Durata totale della sintesi: 26’17”
Oltre alle canzoni citate sotto, la sintesi contiene diverse testimonianze di
backstage punteggiate da interviste ai Pooh: COME NASCE UN VIDEOCLIP
(Allestimento del set per il clip di “Canterò per te”) - COME NASCE UNA
CANZONE (Scrittura del testo di “Numero uno”) - COME NASCE UN DISCO (Prove
di arrangiamento di “Aria di mezzanotte”) - COME NASCE UN LIVE (Le prove a
Budrio, Bologna e Paese, Treviso)
Al termine del filmato intitolato A UN MINUTO DAL CONCERTO (che mostra gli
ultimi ritocchi al palco e fa ascoltare l’ Intro strumentale del Tour 1980) abbiamo
selezionato brani ripresi il 3 Luglio 1980 allo Stadio Comunale di Torino per lo
special originale - Al termine del live abbiamo mantenuto la SIGLA (“Ancora
tra un anno”) - In “Pronto, buongiorno è la sveglia…” Pasquale Di Lauro al “trikke
ballack”
“Prova generale” è forse lo speciale tv più riuscito, nel suo raccontare
tutti i dettagli della “macchina della musica” messa in piedi dai Pooh.
Si parte sul Lago di Iseo, osservando la preparazione della chiatta che
ospiterà la band per il clip di “Canterò per te”. E poi questa canzone
fa da sfondo non alle immagini ufficiali del video, ma al suo backstage.
“Canterò per te” fu il singolo di lancio di “..Stop”, e perciò “Prova
13
71. generale” passa poi a raccontare il dietro le quinte di quell’album.
Come nasce il testo di una canzone (la discussa “Numero uno”,
denuncia del divismo), come viene sviluppato in studio l’arrangiamento
di un’altra (“Aria di mezzanotte”, di cui si svela l’idea, poi sublimata
nella pratica da Dodi col proprio talento, del solo di chitarra, e si vede
la nascita delle polifonie). Dopodiché i Pooh si trasferiscono a Budrio
per allestire la tournée: ed ecco il racconto di cosa significa mettere in
piedi uno spettacolo od adattare al live canzoni pensate per un 33 giri,
ma anche un’intrigante spiegazione del dietro le quinte finanziario di un
“evento” come un concerto dei Pooh. Con cifre svelate senza pudori.
A seguire, le prove dei laser a Paese (in provincia di Treviso), le prove
vere e proprie delle canzoni in scaletta, e ovviamente il concerto.
Ma in questa sede rimarremmo su Budrio. Per la precisione, sulle due
persone (ritratte sopra, in un fotogramma tratto dallo special) che in
platea seguono Dodi e Roby provare “Classe ‘58”: perché questi due
signori sono i genitori di Dodi. Di cui si è parlato poco, in tanti anni di
Pooh. E di cui abbiamo chiesto a Dodi di parlare per Pooh Legend.
“Venivano spesso, a vedere le prove: ma sempre assicurandosi prima
di non disturbare. Mio padre si chiamava Medardo, era un classe
1912, ferrarese, un po’ chiuso, molto combattivo: del resto aveva visto
l’alluvione, e sua madre andare in risaia sino a Novara per tenere in
piedi la famiglia. Inoltre non ha mai conosciuto suo papà, che morì
quando la mamma era incinta di lui. E sicuramente questo l’ha segnato.
14
72. Mia madre, Elisabetta, aveva invece un anno di meno e veniva da
Forlimpopoli, in Romagna. Era una donna molto bonaria, gestiva il bar
del paese e quindi tutte le informazioni all’epoca passavano da lei:
ma al di là del suo modo di fare con la gente, ne ricordo soprattutto
la sensibilità, la tenerezza, molto diverse da quelle delle donne di
oggi. Lei aveva come riferimento la famiglia e il far del bene. Tante
volte, le avrei voluto regalare delle scarpe nuove e lei mi diceva che
ne aveva già abbastanza, che si potevano usare i soldi per gli altri.
Io credo di aver preso da papà lo spirito battagliero, se vuoi anche
critico, e da mamma la tenerezza. Senz’altro loro hanno creduto in
me fin da piccolo, vedevano nella musica un’opportunità, un lavoro.
Non una fonte di guadagno, attento: ma nemmeno una perdita di
tempo. Erano convinti che grazie alla mia passione per la musica avrei
potuto costruirmi le basi per una vita e una famiglia solide. E quanti
sacrifici: portarmi già a cinque anni in autobus fino alla scuola di
musica, o sopportare che rientrassi a notte fonda, sedicenne, reduce
dalle serate con le orchestre. Io non volevo deluderli, per me sono stati
il pubblico più importante. È bello rivederli in questo filmato. E sarà bello
anche farli vedere alla mia figlia più piccola, che purtroppo non li ha
potuti incontrare”.
CANTERÒ PER TE (backstage) (1980, Battaglia/Negrini) 2’28”
In prova (a Budrio, Bologna): INCA (1980, Facchinetti/Negrini) 1’40”
Solo due righe su “Inca”, che qui vedete in una versione molto bella
perché “sporca”, con microfoni in presa diretta che seguendo i
movimenti delle camere ci svelano i vari dettagli dell’arrangiamento
live e del cantato. “Inca” è un brano molto importante, per capire la
profondità con cui i Pooh sanno cantare la storia partendo dal pop-
rock sinfonico. Nel libro dei 40 anni Red ha ricordato: “Valerio ci aveva
raccontato il testo con passione. Pizarro, la colonizzazione spagnola, la
tragica fine degli Incas. E noi sentivamo la responsabilità di svelare gli
orrori della storia ai giovani”. Negrini invece, in quello stesso volume, ha
puntualizzato: “Di tutti i pezzi epico-leggendari è quello che mi piace di
più. Ma è stato l’ultimo. La musica dei Pooh si prestava sempre meno
15
73. a incursioni nella storia”. Però la vicenda della band ci permette oggi,
per fortuna, di correggere questa dichiarazione: giacché dopo la
riscoperta live della stessa “Inca” nel Tour di “Beat ReGeneration” (con
tanto di ovazione dei fan alle prime note), i Pooh sono tornati a questo
modello di scrittura. Con la bellissima “L’aquila e il falco” ispirata ad
Attila, l’ultimo re degli Unni.
RUBIAMO UN’ISOLA (1979, Facchinetti/D’Orazio) 1’27”
PRONTO, BUONGIORNO È LA SVEGLIA... (1978, Facchinetti/D’Orazio) 2’49”
VIVA (strumentale) (1979, Facchinetti) 2’58”
Qualche sana sbavatura live e la scelta bizzarra (del regista dell’epoca)
di proporre i brani solo in parte, non rovinano l’effetto intrigante di
rivedere i Pooh in scena nel periodo forse più importante della loro
lunga storia di concerti. Davanti a migliaia di persone in uno stadio,
con un’energia di gruppo estremamente coinvolgente, ed anche a
chiudere nella sede migliore - il palco - questo viaggio dietro le quinte
della macchina-Pooh. “Rubiamo un’isola” restò diversi anni nei concerti
della band: anticipava involontariamente le voglie di fuga di Stefano,
ed è un bell’esempio (per quanto raro) di canzone “estiva” dei quattro.
“Pronto, buongiorno è la sveglia…” è invece la storia del gruppo “on
16
74. the road”, detta con ironia e autoironia. Sul palco con i Pooh approda
il “mitico” Pasquale, tecnico di quegli anni che in virtù di un passato da
batterista eseguiva un solo di percussioni: di solito si vestiva in frac, qui
si ispirò al Superbowl. Ma la sua performance al “trikke-ballack” (nome
“tecnico” dato al suo strumento) resta godibilissima. Gran finale con
“Viva”, i suoi petardi (all’epoca un effetto mica da ridere), le sue luci,
la scritta “Pooh” - non ancora il logo - a dare grandeur ad un concerto
già di suo molto spettacolare.
A proposito di spettacolarità, un piccolo aneddoto: pochi sanno che
molte idee di allestimento, fra valorizzazione e spettacolarizzazione
della musica, sono venute negli anni da Stefano, il più “manager”
dei quattro Pooh. Ma si sa ancora meno che D’Orazio, certe cose,
le faceva già… prima dei Pooh. Come testimonia “Ciao 2001”
del 3 Settembre 1970, parlando della band Il Punto e certificando
Stefano come “portavoce” e “autore dei testi” del gruppo: nonché
raccontando l’inizio di un loro show. “Un ultimo sguardo al palco,
ma i musicisti in pedana non ci sono. C’è una fitta cortina di fumo
dalla quale lentamente escono, avvolti da mantelli bianchi”. Beh,
insomma… non vi ricorda proprio nulla?
17
75. 1982
DIETRO LE QUINTE DEGLI ANNI OTTANTA
Filmati tratti dallo special televisivo “Palasport”, ripreso al Palalido di Milano
durante la tournée invernale del Novembre/Dicembre 1981 e andato in onda il
16 Maggio 1982 sul terzo canale Rai - A cura di Vittorio Salvetti - Durata totale
della sintesi: 16’20”
Oltre alle canzoni citate sotto, la sintesi contiene immagini dei Pooh in prova e
un’intervista alla band: IN PROVA, PARTE PRIMA - IN PROVA, PARTE SECONDA -
LO SAPEVATE CHE…?
18
76. SIAMO TUTTI COME NOI (1982, Facchinetti/Negrini) 5’45”
CANZONE PER L’INVERNO (1982, Facchinetti/Negrini) 5’00”
Per i Pooh al soundcheck (in cui Roby accenna “Air India”) e per
l’aneddoto sfiziosissimo svelato qui dalla band, vi rimandiamo al Dvd.
In questa sede parliamo degli unici due brani composti dai Pooh
che siano stati testimoniati su disco solo dal vivo: giacché “Siamo
tutti come noi” e “Canzone per l’inverno” nacquero ad impreziosire
come inediti il doppio “Palasport”, e finirono con il non vedere mai la
luce in versione da studio. Vittorio Salvetti li riprese con le telecamere
nello stesso concerto in cui i Pooh registravano, per l’appunto, il disco
“Palasport”: mescolando però immagini da lontano della serata con
19
77. primi piani girati durante le prove del pomeriggio. Nel 1982 “Canzone
per l’inverno” ebbe più successo, tanto che aprì anche i concerti
del Tour ‘83: ma sicuramente “Siamo tutti come noi” è un brano
migliore, per il testo e per il fascino della struttura musicale, quasi da
cantautorato ma con una bellissima apertura nel ritornello, esempio
della classe e della poliedricità della scrittura di Roby. Curiosità a
dimostrazione della decadenza della discografia: quando “Palasport”
divenne Cd, nel 1989, fu ridotto a un volume solo. Con “Canzone per
l’inverno” piazzata malamente ad inizio concerto e “Siamo tutti come
noi” non inserita in scaletta… Nell’edizione successiva si tornò a due
volumi con scaletta integrale, però l’errore - e l’assurdità - rimane: con
valori collezionistici mica male…
20
79. INTERMEZZO
A CENT’ANNI NON SI SBAGLIA PIÙ (1994, Canzian/D’Orazio) 4’34”
Videoclip con prologo parlato girato nel 1994 presso lo Studio Condulmer di
Treviso, regia Stefano D’Orazio - Preceduto da immagini riprese in occasione
dell’allestimento del Tour 1985 (allo stadio di Bergamo) e durante il tour
teatrale 1991 di “25 La nostra storia” (al Teatro Ponchielli di Cremona) - Idea e
realizzazione Intermezzo Andrea Pedrinelli - Durata totale: 6’40”
I Pooh goliardici. Chi li conosce lo sa, che spesso (per fortuna o
purtroppo? Fate voi) i Pooh tirano fuori anche quest’anima. Chi non
li conosce invece difficilmente si azzarda persino a supporlo, e spesso
ne scambia la professionalità per un “tirarsela” che, francamente,
poco appartiene a Roby, Dodi e Red. Come poco apparteneva a
Stefano, artefice massimo delle “canzonacce” della band, qui ben
22
80. rappresentate dalla …poco rappresentabile “A cent’anni non si sbaglia
più”. Il cui assurdo clip consente però di testimoniare pure questo lato
del gruppo: ricordando che i Pooh riuscirono a cantare questo pezzo
persino in televisione, durante un programma di medicina (“Medicine a
confronto”, Rete 4, 6 Novembre 1994) il cui tema era “Come diventare
centenari”… Non sappiamo da “cosa” siano vestiti i Pooh nel video:
chimici, pasticceri, infermieri, tecnici di qualche industria… O sarà una
camicia di forza? Chissà. Certo Dodi suona una scopa di saggina, e
poi ci sono balletti, trenini e quant’altro. Con la cortese partecipazione
di Osiride Gozzi, Dumbo, Renato Cantele, Emanuele Ruffinengo e tanti
altri collaboratori (o vittime) della band.
23
82. 1999
STORIA DI UN EVENTO
Filmati tratti da “Un posto felice in concerto - Arezzo, Piazza Grande, Live &
Backstage - 11 Settembre 1999” - Edito in Vhs nel 1999 - Regia Egidio Romio -
Durata totale della sintesi: 25’05”
Oltre alle canzoni citate sotto, la sintesi contiene: L’ALLESTIMENTO (Parlato
Stefano) - IL POPOLO DEI POOH (Parlato Red) - LE PROVE (Parlato Dodi) - IL
NOSTRO LAVORO (Parlato Roby)
“Un posto felice” è uno degli album dei Pooh meno convincenti su disco
- forse per i troppi computer utilizzati -, ma le sue emozioni trovarono dal
vivo un canale perfetto per esprimersi. Tanto che al termine di una
trionfale tournée, la band documentò quel disco in versione live, per
quella che fu la sua ultima videocassetta ufficiale. Alternati ad alcune
canzoni significative della scaletta del tour, nella nostra sintesi abbiamo
conservato dei parlati di backstage: Stefano che spiega l’allestimento
di un mega-show, Red che racconta il rapporto profondo tra musicisti
e pubblico, Dodi che riflette sulla vita in tournée, Roby che svela le
emozioni del fare musica.
25
83. IO TI ASPETTERÒ (1999, Canzian/D’Orazio) 4’54”
In pratica, è l’ultimo episodio di una quadrilogia di canzoni d’amore in
buona parte autobiografiche, che Red - sempre con Stefano autore
- aveva inaugurato nel 1992 con “Stare senza di te”. Ma rispetto a
quel brano ed a “Cercando di te”, “Io ti aspetterò” convince meno il
pubblico. Peccato, perché ha delle aperture molto belle: in compenso
toglie spazio nei live a un piccolo gioiello composto da Red per “Un
posto felice”, ovvero “Ricostruire un amore”. E in questo caso si può
ben dire… purtroppo.
MARIA MAREA (1992, Canzian/Negrini) 2’20”
Scritta per “Il cielo è blu sopra le nuvole”, rivisitata in chiave soft-
dance nel 1993, “Maria Marea” è un’azzeccata favola triste
colorata di flamenco, un piccolo capolavoro dei Pooh valorizzato
ulteriormente nella veste acustica ideata per il tour del ‘94 e ripresa in
quest’occasione. Ma riascoltare un brano come questo ci permette
anche di sottolineare una faccenda non indifferente: nell’ambito della
storia dei Pooh e pensando a come ognuno di loro abbia apportato
alla band qualcosa di personale per evolversi. Perché il modo di
cantare di Red - com’era del resto quello, pure più “naif”, di Stefano
- è molto cantautorale, meno attento al virtuosismo melodico e molto
concentrato sulle parole. E da questo suo modo di interpretare i testi
deriva l’atmosfera di alcuni brani, fra i quali “Maria Marea” stessa.
IN DIRETTA NEL VENTO (1977, Battaglia/Negrini) 2’13”
Dedicata al rivoluzionario fenomeno delle radio libere come la
coetanea “Sara nel sole”, “In diretta nel vento” è qui proposta in una
versione molto particolare. Pianoforte, contrabbasso, flauto: e Dodi
puro interprete, senza chitarra. Una vera rarità. Ma al di là di ciò, pure
“In diretta nel vento” ci permette di precisare il portato artistico del
suo autore nella vicenda Pooh. Il brano in sé, che è uno di quelli che
Dodi ha scritto al pianoforte, fa già cogliere quanto lo stile compositivo
di Battaglia sappia essere al tempo stesso raffinato e popolare, nel
senso nobile del termine, con rimandi classici ma dentro un’italianità
26
85. coniugata nell’oggi. E perciò quanto bene si inquadri, sviluppandolo,
nel “discorso-Pooh”. Quello che colpisce è però quanto sia sfaccettato
l’apporto di Dodi non solo nella scrittura o nel chitarrismo (di cui Pooh
Legend parla meglio tra qualche pagina), ma anche nella poliedricità
del saper sviluppare, arrangiare, completare gli spartiti. Per farne
canzoni che lasciano il segno. “In diretta nel vento” è un gran
bell’esempio: ma si pensi alla trasformazione de “Il cielo è blu sopra le
nuvole” in un sei ottavi con ben altro fascino rispetto ai pensati quattro
quarti; ad intro e code di brani tipo “Non siamo in pericolo” o “Canterò
per te”; alle linee ritmiche dell’intero Lp “Viva”; alla geniale chiusura
di “Dammi solo un minuto”. Insomma, un apporto da musicista puro il
cui talento, da chitarrista ma non soltanto (a questo punto è chiaro),
è stato infatti apprezzato da tanti: dal Vasco degli esordi al Gino Paoli
del rilancio, dall’immensa Mia Martini al grandissimo Al Di Meola. Fino a
fargli …importare nei Pooh il mito della seicorde Tommy Emmanuel, in
tour con la band nel 2001 grazie alla stima ed all’amicizia nei confronti
di Battaglia.
QUANDO LUI TI CHIEDERÀ DI ME (1999, Battaglia/D’Orazio) 4’23”
Esempio concreto di quanto si è scritto sopra: questa canzone,
“fredda” su disco, emoziona gradevolmente dal vivo, eseguita con
qualche “clic” in meno. Piacque moltissimo pure a Gigi D’Alessio,
come racconta lo stesso Dodi: tanto che (aggiungiamo noi) ne portò
una… copia a Sanremo 2000.
DAMMI SOLO UN MINUTO (1977, Facchinetti/Negrini) 3’32”
Nel 1998 spopolava nelle classifiche italiane “Un attimo ancora”,
singolo d’esordio dei Gemelli DiVersi con la voce di Jenny B. E molti
adolescenti dell’epoca si innamorarono di quel ritornello melodico
ed incisivo senza sapere che stavano rivalutando la musica …dei loro
padri. Perché “Un attimo ancora” non era che la cover di “Dammi solo
un minuto”, quattro mesi in hit parade nel ’77 a lanciare l’album dei
28
86. Pooh “Rotolando respirando”, un disco energico nel quale, potremmo
scrivere, i Pooh come gruppo presero corpo in maniera definitiva e
acquistarono sicurezza, dimostrando di sapersi far valere anche
senza orchestra. E “Dammi solo un minuto”, di questo approdo poi
confermato più e più volte nel tempo, resta la magnifica sintesi: in essa
il Roby compositore dà all’inciso un’inedita spinta d’effetto, valorizzata
sia con suoni rock che con la forza delle voci, che contrastando la
melodia delle strofe finisce col fare di una canzone pop un mondo
molto più amplio del solito. Un mondo unico, molto “facchinettiano”
e molto... Pooh. Una curiosità sul notissimo testo: Negrini fu chiamato a
scrivere per il brano quattro o cinque testi diversi, perché il primo non
piacque. Alla fine però fu scelto... il primo, quello che conosciamo tutti.
E questa è una faccenda che Valerio, ogni volta che viene chiamato
ad esercitare la sua arte di paroliere, non manca di ricordare ai Pooh
ancora oggi.
29
87.
88.
89. 2002
STORIA DI UN’AVVENTURA
Filmati tratti dallo special “I Pooh & Pinocchio”, prodotto e realizzato dalla band
e andato in onda nell’ambito del programma MusicLine il 9 Novembre 2002 su
Rete 4 (Mediaset) - Durata totale della sintesi: 12’47”
Questa sintesi non contiene canzoni: è il racconto della genesi di “Pinocchio”
(come musical e come Cd). Un racconto che alterna le testimonianze dei
quattro Pooh nei seguenti clip: VOGLIA DI MUSICAL (Roby) - RACCONTO DI UN
TOUR …DE FORCE (Stefano) - CANTANDO COLLODI (Red) - PINOCCHIO, EROE
…DEL DUEMILA (Dodi)
“Le canzoni decidono da sole se e quanto rimanere nella storia.
Canzoni in cui non credevamo ci sono entrate, altre hanno fatto il
percorso opposto. Con il disco “Pinocchio” chiediamo al pubblico
uno sforzo maggiore del solito, perché è un disco dei Pooh fatto
però di canzoni che formano un discorso che non è Pooh. Anzi: le
canzoni, qui, non dovevano proprio essere “canzoni dei Pooh”. E noi lo
scopriremo solo col tempo, cosa rimarrà e cosa no di questo disco”. I
32
91. Pooh furono molto sinceri ed espliciti, presentando con queste parole
il disco “Pinocchio” alla stampa. E il tempo ha bocciato l’album, che
a parte “Figli” non è neanche mai entrato nei concerti della band,
nella stessa misura (categorica) in cui invece ha promosso il musical.
Quest’ultimo fortunato, ben realizzato, più volte ripreso anche da tanti
amatori; l’album dimenticato e in fondo “stonato”, perché sentire i
Pooh cantare parole pensate per il gatto e la volpe, la fata turchina o
Geppetto lasciava - e lascia - perplessi. Però non si può negare quanto
l’avventura di “Pinocchio” abbia rafforzato l’immagine di “band
per famiglie”, in senso positivo e profondo, dei Pooh. Ed almeno per
questo Pooh Legend non poteva ignorarla, quell’avventura: anche
se una volta tanto i Pooh qui non cantano, ma raccontano solo. Al
loro racconto però affidiamo anche una riflessione successiva alla
realizzazione di questo special tv, legato alla promozione del disco
nell’autunno 2002. Una riflessione da noi raccolta intervistando i Pooh
all’uscita di “Ascolta” la primavera di due anni dopo, a sottolineare il
peso comunque avuto dal disco apparentemente meno significativo
34
92. per il linguaggio della band. “L’avventura di “Pinocchio” ci ha fatto
ritrovare il senso del gruppo, perché ha messo in moto la curiosità. Per
lavorare a un musical abbiamo dovuto tirare fuori voglia di spaziare,
cercare stimoli musicali diversi dai soliti, imporci di non aver paura di
osare. Col senno di poi, un’esperienza come “Pinocchio” ci avrebbe
fatto bene qualche anno fa: ci ha aperto gli occhi su quello che c’è
oltre i Pooh, ci ha sdoganato da clichet inconsci”. E infatti, aggiungiamo
noi, “Ascolta” è stato il disco più bello e stimolante degli “anni Zero” dei
Pooh: e non per nulla in quest’opera è quello per cui abbiamo voluto
andare a curiosare… dietro le quinte.
35
93.
94.
95. 2004
DIETRO LE QUINTE DEGLI ANNI ZERO
Filmati tratti da “Ascolta - Tour live 2004” - Riprese
effettuate a Civitavecchia nel 2004, il 5/6 Agosto
(il backstage) e 7 Agosto (il live) - Edito in doppio
Dvd nello stesso anno - Regia Egidio Romio -
Durata totale della sintesi: 24’18”
Prima della sintesi live contenente i brani
indicati sotto, abbiamo selezionato immagini di
backstage: DAL NULLA, IL PALCO (l’allestimento)
- SOUNDCHECK (le prove) - Sul palco con i Pooh
Michele Vannucchi (chitarra acustica) e Roberto
Mauri (fiati sintetizzati e trombino in Si bemolle)
L’unico difetto dell’album “Ascolta”, a nostro
avviso, fu la lunghezza. Che col tempo lo fa
avvertire sempre più ridondante: nell’arte
l’essenzialità, invece, è ciò che paga - e
resiste - di più. Però il ritorno dei Pooh ad
album “normali” dopo “Pinocchio” fu
segnato in quel disco da idee a iosa, testi
incisivi e melodie variegate: il tutto portato
in tour (anche nei teatri) con uno spettacolo
molto “poohiko”. Nel quale cioè la band
38
96. tornava a ricordarsi, dopo anni di concerti abbastanza “freddi”,
che la sua storia non poteva, né doveva, essere avvertita come una
palla al piede o vissuta con la paura che bloccasse idee nuove. La
storia dei Pooh era, anzi doveva essere, un’indispensabile base su cui
costruire palcoscenici più illuminati per lo stesso presente del gruppo.
Forse i Pooh compresero questo meglio festeggiando i 40 anni, ma già
nell’“Ascolta Tour” la riscoperta di capolavori del passato (qui citiamo
“Mediterraneo”) aiutò non poco ad esprimersi le tante belle intuizioni
dell’appena uscito “Ascolta”. Che qui abbiamo voluto tenere in primo
piano, citando tre linguaggi fra i tanti sviluppati dall’album.
39
97. STELLA (2004, Battaglia/Negrini) 3’49”
Sfidiamo chiunque a smentire che Dodi Battaglia sia il miglior chitarrista
italiano. Anche perché oltreconfine, peraltro, non hanno dubbi in
merito: anzi, l’hanno premiato come miglior virtuoso europeo, e
più volte, già negli anni Ottanta. E sfidiamo chiunque anche a non
associare al “sound” di Dodi la parola “rock”. Eppure è rarissimo
che Dodi componga pezzi esplicitamente rock: anche per questo,
abbiamo voluto recuperare in Pooh Legend “Stella”, una storia di
oggi, una canzone d’amore lontana dai sentimentalismi, un pezzo
rock. E qui approfittiamo dell’occasione per approfondire: citando
due diverse chiacchierate fatte con Dodi nel tempo. Anche per
sottolineare l’umiltà e il rispetto per la gente che a nostro avviso sono
state una chiave del successo non solo di Battaglia, ma dei Pooh tutti.
Prima chiacchierata, parlando dell’album solista “D’Assolo”. La nostra
domanda fu: perché non dai più spazio al tuo virtuosismo? “Beh, io
non ho mai pensato la mia vita oltre i Pooh. Amo essere un musicista
popolare: punto sempre a comunicare, provo ad avvicinare la gente
comune alla musica. Non ho mai pensato, per dire, a provarmi nella
chitarra jazz. Anzi: considero un punto di forza anche l’italianità del
fare musica”. Seconda chiacchierata, all’uscita di “Cento di queste
40
98. vite”. La domanda era, appunto: ma perché non scrivi pezzi rock, visto
che “suoni” rock? “Perché non faccio mai una canzone in due ore,
ci metto una o due settimane, ci lavoro con attenzione. Uso chiavi
compositive particolari, con cui alternare piano e chitarra. Per questo
è difficile che io scriva pezzi di rock puro”.
MEDITERRANEO (strumentale) (1975, Facchinetti-Battaglia) 2’05”
Il set “semi-acustico” del tour di “Ascolta” è stato fra i più riusciti dei
Pooh degli ultimi vent’anni con D’Orazio. Da quel set abbiamo scelto
uno strumentale “storico”, che sottolinea l’inimitabile capacità della
band di mediare tradizione e modernità anche usando solo - si fa per
41
99. dire - musica e polifonia pura (senza cioè l’ausilio di un testo). Vedere
“Mediterraneo” eseguito davanti al …Mediterraneo, peraltro, rende
ancora più fascinosa questa versione del brano: uno dei tanti che
hanno goduto delle intuizioni di arrangiamento di Dodi, capaci più
volte nella storia dei Pooh di sposarsi magnificamente con i capolavori
di tessitura melodica creati da Roby.
DOVE SONO GLI ALTRI TRE (2004, Canzian/D’Orazio) 4’23”
L’ultima canzone, cronologicamente parlando, con cui i Pooh in
quattro hanno parlato della loro vita in musica; e uno di quei brani usciti
definitivamente dal repertorio della band assieme al loro interprete
D’Orazio. “Dove sono gli altri tre” meritava una citazione per questo,
e anche per rispettare le parentesi goliardico-festaiole tipiche di molti
concerti dei Pooh. Com’è nata l’idea di scrivere questo brano, Red
l’ha raccontato nel “Pooh News” numero 15. “Un bel giorno, mentre
cazzeggiavo al pianoforte, mi sono detto: devo scrivere qualcosa
che assomigli allo Stefano che solo noi che lo frequentiamo 365 giorni
all’anno possiamo conoscere… Divertente, ironico e che, tolti i panni
del musicista-manager, riesce a non prendersi mai troppo sul serio. Così
è nato questo brano. Il resto ce l’ha messo lui”. Cioè un testo che, se
possiamo permetterci, “cazzeggia” quanto la musica.
DOMANI (2004, Facchinetti/Negrini) 5’32”
Crediamo che questa canzone vada goduta, più che commentata:
emozionante, testo comunicativo ma di spessore, “costringe” i Pooh
a giochi polifonici un po’ troppo sacrificati negli anni. “Domani”
nacque in Roby dall’esperienza che lui ama definire “aprire la porta
42
100. della mente”, quando cioè all’improvviso l’ispirazione allarga gli
orizzonti e si fa concretezza, in questo caso spartito. Che emozionando
il compositore per primo ha ovviamente più chance di emozionare
la gente. Però occorre un testo, per riuscirci davvero: e qui entra in
gioco Negrini. Il quale in “Domani” scrive versi magistrali che gli sono
valsi …reiterati insulti. Avete letto bene: Roby e Valerio, ormai, sono
come fratelli, e le loro dinamiche di relazione sono simili a quelle di due
fratelli. Se un testo esalta Roby, egli è capace di insultare al telefono
per mezz’ora il buon Negrini. Come a dirgli “mi hai fregato ancora”.
Per questo, Valerio si preoccupa quando Roby commenta versi inediti
dicendo: “Belli”.
43
103. 1998
LA VITTORIA DI GIOVANNI
Filmato realizzato per l’Unitalsi - Si ringrazia la famiglia per l’autorizzazione all’uso
delle immagini
LOURDES
Immagini tratte dal concerto per l’Unitalsi tenuto dai Pooh presso la Basilica San
Pio X di Lourdes (Francia) nell’Ottobre del 1998, in occasione del pellegrinaggio
nazionale Unitalsi a Lourdes - Regia Romolo Guerrieri
Presentazione Red - C’È BISOGNO DI UN PICCOLO AIUTO
(1996, Facchinetti/D’Orazio) 4’39”
Questa parte di Pooh Legend, nel Dvd, è volutamente priva di orpelli.
Testimonia un lato dei Pooh che il “popolo dei Pooh” ben conosce, ma
che i Pooh non amano pubblicizzare più di tanto. E del resto crediamo
che il filmato “La vittoria di Giovanni”, l’emozione che si respira nelle
immagini di Lourdes (finora tenute nascoste), e il testo di una delle
canzoni più belle di questi Pooh da noi battezzati “oltre la musica”
siano sufficienti, a descrivere in toto questa parte - umanissima e bella
- della vicenda della band.
Conoscendo i Pooh da tanti anni, crediamo valga la pena completare
il discorso semmai, qui nel libretto, con le loro parole e qualche
immagine. Ma ancora senza orpelli. Foto senza commento di cose
46
104. fatte concretamente, e parole nude. Parole commosse di un’altra
esperienza umanissima e bella che abbiamo avuto la fortuna di
condividere con loro da cronisti, parole raccolte in alcune delle nostre
chiacchierate con Roby, Dodi, Red e Stefano.
Con i Pooh… oltre i Pooh.
“Abbiamo cantato diverse volte di chi soffre in carcere. “Pensiero”,
“Il primo giorno di libertà”, e anche “La gabbia”. Perché quello
sceneggiato di cui scrivemmo la colonna sonora raccontava un
esperimento americano degli anni Cinquanta, arrestare persone
assolutamente innocenti e studiarne le reazioni. E noi legammo
47
105. un personaggio al tema di “Risveglio”: era un uomo che al termine
dell’esperimento, tramite la fantasia e l’immaginazione, era riuscito
a metabolizzare il trauma. Ecco, la musica come liberazione, come
aiuto: per noi stessi, per qualcuno che ascolta. Noi proviamo a usarlo
così, il nostro mestiere”.
Roby sul pullman che portava Pooh e giornalisti al carcere di Como,
16 Luglio 1998
“Noi parliamo con tanta gente, grazie al nostro lavoro. Ma forse la
cosa più importante che dobbiamo comunicare è una sola. Il rispetto.
Per tutti. Come tentiamo di fare oggi, venendo qui davanti a voi, da
persone normali, a guardarci negli occhi”.
Dodi (commosso) ai detenuti del carcere di Como, 16 Luglio 1998
“All’inizio era difficile fare solidarietà. Potrei dirti che fu quasi un
esperimento, per vedere se la musica poteva davvero servire a
qualcosa di più. Poi il pubblico ha dato fiducia alle nostre iniziative.
Non so perché. Forse perché con le canzoni aveva ricevuto poche
fregature, da noi. E noi da loro capimmo che le canzonette potevano
avere anche un senso diverso”.
Stefano, intervista alla vigilia del Tour estivo di “Un posto felice”, 1999
“Perché certe canzoni? Perché negli occhi ti restano impressi, gli occhi
di certi bambini. O quelli delle suore e dei soldati che dedicano tutto
agli altri. Ma la differenza fra chi scrive canzoni e chi lavora in un ufficio
sta anche in questa fortuna: sviluppare una sensibilità maggiore, senza
bisogno di andare al pronto soccorso per capire la vita reale. Una
fortuna, sì: non è eroismo. Anzi: non scrivere eroismo, non fare di noi dei
santini. Semmai, è poco eroico non fare nulla…”
Red, intervista all’uscita di “Best of the best”, 2001
48
106. 2000
NATALE IN VATICANO
Immagini tratte dall’ottavo Concerto di Natale in Vaticano, Città del Vaticano,
Sala Nervi, 16 Dicembre 2000 - Trasmesso in televisione il 24 Dicembre successivo
su Canale 5 (Mediaset) - Regia Roberto Cenci - Orchestra Sinfonica Italiana di
Torino diretta da Renato Serio
PUOI SENTIRMI ANCORA (versione integrale con inedito arrangiamento
a quattro voci per orchestra) (2000, parte cantata Facchinetti/Negrini, parte
strumentale Facchinetti) 6’44”
49
107. I Pooh “oltre la musica” sono anche questo. Vivere il loro rapporto con
il “popolo dei Pooh” in una maniera ben lontana dal divismo. Fino a
cantare di una fan scomparsa in un incidente stradale, mettere la
canzone in un disco, portarla in tournée, riarrangiarla per presentarla
anche in televisione. E farne, in fondo, testimonianza. Di affetto, rispetto,
attenzione alle cose che contano veramente: anche più della musica
stessa. Quando incontrammo i Pooh per parlare dell’album “Cento
di queste vite” non gli chiedemmo a chi era dedicata “Puoi sentirmi
ancora”. Del resto, non ce l’avrebbero mai detto, tanto che ancora
oggi non lo sappiamo. Chiedemmo loro perché scrivere una canzone
così, se non c’era il rischio di ridurre a retorica una bellissima intenzione.
La loro risposta l’abbiamo messa nel Dvd e la usiamo anche qui, solo
riportandovela per esteso. È più che sufficiente, per parlare di “Puoi
sentirmi ancora”: ma forse servirà anche a capire davvero perché
esista un… “popolo dei Pooh”.
“Abbiamo scritto questa canzone per parlare di una fan che non c’è
più, ma ci ascolta ancora, perché sentivamo l’esigenza di farlo. E
l’abbiamo fatto abbinando apposta a un testo doloroso una musica
solare, proprio per farle un omaggio stando con i piedi per terra.
Perché la nostra musica vuole cantare di credere sempre alla vita:
anche quando fa male, anche dopo la vita stessa”.
(I Pooh, Settembre 2000)
50
108. 1989
I POOH E IL WWF
CONCERTO PER UN’OASI (strumentale) (1989, Facchinetti) 4’45”
Immagini di repertorio del WWF - Videoclip di servizio mai pubblicato sinora
Questo strumentale segnò il culmine dell’impegno per la natura dei
Pooh, che lo pubblicarono più volte (la prima su vinile verde) sempre
con ricavato al WWF. Inoltre diede il titolo al tour estivo ’89, in cui i
Pooh segnalavano problemi ambientali in ogni piazza: faccenda che
non piacque a molti politici locali, tanto che alcuni cercarono di non
farli suonare… Il clip, riprese donate dal WWF, offriva alle tv immagini
da alternare a quella della band che eseguiva il pezzo in studio. Dato
per disperso, il master del video è riemerso dal magazzino …appena in
tempo per Pooh Legend.
51
112. NON SOLO MUSICA | I MILLE VOLTI DI UN MESTIERE
Progetto ideato e curato da ANDREA PEDRINELLI
Produzione e realizzazione ROBY FACCHINETTI - DODI BATTAGLIA - RED CANZIAN
Distribuito da ARTIST FIRST
Artwork FLORA SALA_STUDIO ANASTASIA
Editing video e montaggio Rocco Bernini e Michele Macrì per Nexus Network
Mastering audio Attilio Casati
Authoring Dvd Marco Uberti per On Air, Milano
Si ringrazia Claudio Asquini - Renato Cantele - il mitico Dumbo - Andrea Fortis - Carolina
Mari - Mila Ortiz - Teresa Sartori - Mauro Sassi
Le fotografie contenute nella presente opera sono di proprietà della band.
Oggetti e memorabilia qui fotografati provengono dall’archivio personale dell’autore.
I materiali di pagina 29 sono di proprietà dello storico-collezionista Maurizio Pilenga, autore
della prima mostra ufficiale sulla storia dei Pooh, che ringraziamo per la collaborazione.
I materiali video contenuti nel Dvd sono di proprietà Tamata (eccetto “Natale in Vaticano”,
in concessione per home video). Per gli edit audio del Dvd sono stati utilizzati i seguenti
brani: Amore e dintorni (1986, Canzian/Negrini), Venti (1986, Battaglia/Negrini), Dove
sono gli altri tre (2004, Canzian/D’Orazio). La musica del menu del Dvd è lo strumentale
“Fantastic fly” (1978, Facchinetti).
Avvertenza: i filmati originali di “Appunti di viaggio” - “La macchina della musica” non
corrispondevano in alcune loro parti agli standard qualitativi audio e video in uso oggi.
Sono stati lavorati e restaurati con le migliori tecnologie a disposizione al fine di pubblicarli
anche a prescindere da qualche difetto residuo: per completezza dell’opera e sicuri di
assecondare così il desiderio degli appassionati.
che hanno combattuto per tracciarne il solco. Grazie perciò a tutti i tecnici, musicisti,
arrangiatori, produttori, manager e amici che ci hanno accompagnato nel tempo,
e soprattutto grazie alle due persone da tanti anni a noi più vicine, importantissime nel
coordinamento del nostro lavoro: Antonella Spotti e Simona Zangrandi.
Grazie a Marco Nuzzi che ha lasciato tante tracce del lavoro svolto per noi.
55
117. 1975
IL PRIMO FILM
MUSICALE
ITALIANO
UN PO’ DEL NOSTRO TEMPO MIGLIORE
Special televisivo girato a Sperlonga (Latina) - Scritto da Carla Vistarini -
Trasmesso sul primo canale Rai il 3 Ottobre 1975 - Regia di Carlo Tuzii
Tra le “attrici” dei clip, la fotomodella americana Linda Larsen che stando ad
alcuni ha poi ispirato ai Pooh il brano “Linda”, 45 giri di grande successo che
aprì la strada a “Poohlover” (il primo Lp autoprodotto dalla band nel 1976).
L’audio dei brani musicali, per scelta dell’epoca, venne ripreso dagli album e
dai 45 giri della band anche per sonorizzare il set proposto come dal vivo. La
sigla introduttiva è “Mediterraneo” (Facchinetti-Battaglia, strumentale, 1975),
scelta in quanto fa da filo rosso sonoro dello special.
Durata totale dello special: 49’23”
4
118. Il risveglio a Sperlonga
FANTASIA (videoclip) (1975, Facchinetti/Negrini) 3’15”
Prove in spiaggia
PENSIERO (clip live sulla spiaggia) (1971, Facchinetti/Negrini) 3’40”
Correte, Pooh, correte…
In stazione
ORIENT EXPRESS (videoclip) (1975, Facchinetti-Battaglia/Negrini) 4’20”
Inizio secondo tempo
ALESSANDRA (videoclip) (1972, Facchinetti/Negrini) 6’50”
“…E soprattutto, fumo!”
PARSIFAL, prima e seconda parte (clip live sulla spiaggia) (1973, prima parte
Facchinetti/Negrini, seconda parte Facchinetti) 10’00”
“Semplicità!”
ELEONORA, MIA MADRE (videoclip) (1975, Facchinetti/D’Orazio) 6’20”
PER TE QUALCOSA ANCORA (videoclip della prima parte del brano, live
sulla spiaggia) (1974, Facchinetti/Negrini) 5’28”
NINNA NANNA (sigla dello special) (1975, Facchinetti/Negrini) 3’20”
5
119. A guardare con occhi di oggi questo storico Special televisivo, il primo
dedicato alla musica leggera (o presunta tale) dalla Rai, e mandato
in prima serata (avete letto bene), si resta sorpresi. E un po’ più
consapevoli dell’odierna decadenza dell’investire sulla musica, intesa
come cultura, in Italia. Perché trattasi di un vero film, girato in pellicola
e centrato esclusivamente sulle canzoni dei Pooh, senza corollari. È la
musica, giustamente considerata di alto profilo (del resto “Un po’ del
nostro tempo migliore” è a detta di tanti il più bell’album di tutta la
vicenda-Pooh, e chi scrive… è fra i tanti), ad ergersi a protagonista
nell’ottima regia di Carlo Tuzii. Un regista che al più spinge i Pooh a
piccole azioni nello stile dei film dei Beatles, lasciando sfogo assoluto
a melodie ed atmosfere dei testi. E così in parte ricostruisce l’umore
dei brani in scelte antesignane dei futuri videoclip, in parte fotografa
l’energia live della band su un set ripreso sulla spiaggia, set che pur
essendo arricchito dagli effetti speciali dell’epoca resta pur sempre
sospeso nel tempo. E quindi in linea con le canzoni dei Pooh di quel
magico periodo. Un’unica, azione scenica è riservata a Stefano, del
resto all’epoca mai solista nei cantati, che da par suo “organizza” in
6
120. brevi riprese il concerto sulla spiaggia.
I Pooh girarono questo film nella villa dello stesso regista a Sperlonga
sul litorale laziale. E vissero un’esperienza “di gruppo” fra le più esaltanti
della loro carriera, in una full immersion di prove, riprese e “show on the
beach”. Era però da tempo, che si vociferava dell’intenzione della Rai
di realizzare uno Special sulla band giovane più valida del momento.
Inizialmente la Rai aveva proposto al gruppo una “normale” tv. E loro
dichiararono: “La cosa però non ci entusiasmava, ed allora ci siamo
rivolti a Carla Vistarini, sceneggiatrice, che ha scritto per noi l’abbozzo
di uno sceneggiato. Ne siamo rimasti entusiasti e, miracolo, lo sono
anche i signori della Rai. Carla si è ispirata ai Beatles, certo, ma noi ora
cercheremo di staccarci dai modelli esterofili”.
Nell’“abbozzo” iniziale, il viaggio per andare a girare uno Special
tv doveva essere il fulcro del film stesso, in cui erano previsti anche
camei importanti (tipo Aldo Fabrizi); poi in realtà la trama si semplificò,
staccandosi meglio dal modello beatlesiano. Si partì sempre dai
Pooh che ricevono un telegramma per un programma Rai, ma non
era più prevista una cronistoria del viaggio. Il viaggio venne vissuto …
7
121. nella musica: e dal punto di vista registico, oggi è semmai interessante
sottolineare come l’assenza di dialoghi o personaggi, e l’alternare le
canzoni a piccole azioni nel silenzio (o al più musicate da strumentali)
sia una cifra stilistica rimasta marchio dei Pooh anche più tardi. Perché a
guardar bene, “Aloha” ed “Asia non Asia”, e siamo negli anni Ottanta,
viaggiano sulla stessa falsariga: con qualche voce fuori campo in più,
ma sempre con modelle/muse ispiratrici di vari “clip” di canzone.
Torniamo però alla musica. Perché il viaggio in musica di “Un po’ del
nostro tempo migliore”, alla fine, testimonia in una sintesi azzeccatissima
gli anni in cui la band forgiò e sottolineò in maniera definitiva un proprio
linguaggio originale. E lo fece grazie a un lavoro di gruppo che andava
8
122. oltre il fatto che nello Special apparissero, alla fine, solo i Pooh. Perché
quel lavoro coinvolse anche il produttore Lucariello e l’arrangiatore
Monaldi (di cui Roby, ricordandone la figura, dice: “Nessuno sapeva
far suonare l’orchestra in modo tanto funzionale alle esigenze della
musica moderna”); e perché a monte ci fu un percorso di scelte
condivise e voglie comuni che, dopo aver toccato già un’importante
vetta in “Parsifal”, con “Un po’ del nostro tempo migliore” (l’album,
ma pure lo Special) arrivò al culmine. Dimostrando chiaramente
come tutti nella “macchina-Pooh” - compositori, parolieri, musicisti,
arrangiatori, orchestratori, produttori… - avessero alfine consolidato un
linguaggio musicale inedito, raggiungendo in esso un profilo di assoluta
9
123. eccellenza. Ovviamente però lo Special finì col testimoniare anche la
strada che verso l’eccellenza era stata compiuta: e quindi l’immensa
“Parsifal”, ma anche l’importante “Alessandra” e il grande successo
di “Pensiero”, tratte dai primi due progetti in cui Lucariello e Monaldi
avevano contribuito a far evolvere le innovative idee dei Pooh. In
questo modo, andando oltre certe semplificazioni critiche su di loro
dovute al successo da hit parade, la band dimostrò nell’opportunità
televisiva quanto le sue radici andassero ben oltre la musica da
classifica, e quanto avesse avuto coraggio nel crescere senza
crogiolarsi nei meri risultati numerici. Perché non era stato comodo,
scegliere di non ricalcare le prime hit (compresa “Tanta voglia di lei”)
per provare a lasciare un segno nella storia della musica. Lo disse bene
Dodi, già subito dopo“Parsifal”. “Fu duro, decidere di dare un taglio a
quanto fatto sino a un certo punto per creare una personalità-Pooh.
Accantonammo esigenze immediate e demmo più importanza a un
percorso a lunga scadenza. Con molti sacrifici, ma alla fine il lavoro è
stato premiato”.
E questo Special mostra alla grande l’apoteosi di quel lavoro, ferma nel
10