Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Ticonzero news n. 117
1. Ticonzero news
I commenti posi-
tivi dei clienti
consentono di
dimostrare i suc-
cessi raggiunti e
di porre in risalto
Sommario
Scienza&Società
• Mario Agostinelli, Un Piano energetico ambien-
tale senza Green News Deal
• Roberto Vacca, Energia, calore e il fisico antipa-
tico
• Luigi Campanella, La Madonna di Rubens /
Pneumatici riciclati / Il nome di Cartagine / Lo
zampino del microbiota / I biberon più antichi
• Paolo Manzelli, Quantum Habitat for Quan-
tum Green Architecture
• PierLuigi Albini, Considerazioni attorno al Neo-
socialismo
EconomiaPoliticaSocietà
• Fabrizio Ciocca, Africani d'Italia
Luigi Agostini, La Grande Privatizzazione: bi-
lancio e prospettive. Ilva, Eni, Kuka
Recensioni e critica
• Giovanna Corchia, Sasha e il paese scomparso
Segnalazioni
• Roberto Vacca, L’invenzione del tempo
• Grammenos Mastrojeini e Antonello Pasini,
Effetto serra effetto guerra
• TTecnologico,
Immagini interne:
Polo sud, da Pixbay
Notizie aperiodiche degli articoli pubblicati
n. I n. 117 maggio 2021
M. Agostinelli Energenze
L. Agostini Note critiche
P. L. Albini Labirinti di lettura
P.L. Albini Recensioni di saggi
Autori Vari EconomiaPoliticaSocietà
Autori Vari Frodi&Favole
Autori Vari Articoli di Scienza&Società
Autori Vari R/C recensioni e critica
A. Bailetti A proposito di film
G. Camarda Cronache di politica economica
L. Campanella Comunicare scienza
A. Castronuovo Meccanica della fantasia
O. Cilona Democrazia&Impresa
G. Corchia Cultura&Società
A. M. Curci Il cielo indiviso
E. D’Alessio Altrove e Dintorni
A. De Marco Bioculture
G. Grütter Disegno e Immagine
G. Iannarone Educazione alla legalità
M. Maggi Tecnorischio&Ambiente
P. Manzelli Scienza e Arte
L. Michelini Civitas
R. Nobili Filosofia scientifica
S. Ombuen Urbania
P. Pallottino Figure
F. Rufo Biopolitiche
R. Vacca Fuori dal coro
E. Ventura Divagazioni
F. Zucco Bioetica: Donne & Scienza
Le rubriche aperiodiche attive di Ticonzero
n. Codice ISSN 2420-8442
Sommario
Scienza&Società
Flavia Zucco, Linguaggio di genere
Ghisi Grütter, La città protagonista nei dipinti ame-
ricani e qualche esempio europeo
Luigi Campanella, Capacità umane e Intelligenza
Artificiale / Processo di valutazione dei rischi / Eco-
nomia circolare e orti verticali / Sensibilità ambien-
tale e greenwashing / Nuovi criteri per la malnutri-
zione e dieta sana / Non eliminare i numeri roma-
ni / L’energetica nella reazione biologica / Chimica
e oncologia
Roberto Vacca, Reports matematici sull’andamen-
to e le previsioni del Covid / Aggiornamento Covid
al 1° maggio 2021: continua leggero calo / Aggior-
namento andamento Covid al 18 maggio 2021
EPS – EconomiaPoliticaSocietà
Luigi Agostini, I comunisti della CGIL
Giovanni Mari, Il socialismo come liberazione della
persona nella riflessione di Bruno Trentin
Recensioni e critica
Anna Maria Curci, Ödön von Horváth. Un figlio del
nostro tempo
Andrea Grippo, I Beni comuni urbani tra teoria e
prassi
Danilo Breschi, Baudelaire, il figlio ribelle della me-
tropoli, di
Quinta pagina: le segnalazioni
Mario De Caro, Realtà
Alessia Cadetti, Conservare la street art
ANSA. Robot che crescono come le piante
2. Bioetica. Donne&Scienza di Flavia Zucco
32. Linguaggio di genere
Il linguaggio di genere è un tema molto dibattuto e
siccome di questi tempi non c’è spazio per ragiona-
menti raffinati e riflessioni sofisticate, ecco che si
rivela da subito terreno di polemiche.
Gli eserciti schierati sul campo sono vari: si va
dai difensori della purezza della lingua a coloro che
arruolano nel linguaggio di tutto e di più (genere,
sesso, natura, cultura, identità multiple etc).
È vero che, come sosteneva la femminista Al-
ma Sabatini studiosa di linguistica, nel testo Il sessi-
smo nella lingua italiana del 1987 : “La premessa
teorica alla base di questo lavoro è che la lingua non
solo riflette la società che la parla, ma ne condiziona
e ne limita il pensiero, l'immaginazione e lo sviluppo
sociale e culturale"
Tuttavia, aggiungerei, alla luce delle recenti
discussioni, di considerare la lingua una materia viva
che si plasma nella vita vissuta (quotidiana e stori-
ca), ma che non va certo tirata come una coperta da
tutte le parti. Di fatto, oggi nel linguaggio di genere
si vede, da parte di tutti i contendenti, esclusivamen-
te uno dei tanti aspetti delle rivendicazioni femmini-
ste. Alcuni/e sono difensori/e dello status quo, altri/e
vogliono ascrivere alla lingua un ruolo di cambia-
mento radicale che ne stravolge l’essenza concettua-
le e fonetica.
La lingua italiana viene considerata una delle
lingue più armoniose ed espressive, grazie ai suoi
fonemi e alla sua struttura grammaticale. Le sue ori-
gini sono molto antiche e il suo uso ci rimanda a
grandi capolavori letterari ed importanti eventi stori-
ci del nostro paese.
Va quindi, a parer mio, trattata con molta cura ed atten-
zione, senza per questo comprometterne l’evoluzione
che ne ha caratterizzato la storia. [continua]
Disegno e immagine di Ghisi Grütter
51. La città protagonista nei dipinti americani e
qualche esempio europeo
La città ha sempre svolto un ruolo di basilare im-
portanza nell’universo ideologico di tanti autori
sia nella letteratura sia nelle arti visive. Così scri-
veva nel 1885 John Ruskin (1919-1900) a propo-
sito di Père Goriot di Honoré de Balzac: «Questa
storia è tale che i suoi violenti contrasti e le pecu-
liarità del suo intreccio drammatico potevano es-
sere ambientate e concepite solo in una grande
città»1. La descrizione letteraria e la rappresenta-
zione visiva (pittorica o cinematografica)
dell’ambiente urbano possiedono caratteristiche
inerenti alla produzione dell’immaginario. Perfi-
no gli scrittori, i pittori e i registi del realismo
trasfigurano la realtà urbana in una realtà “altra”
che ha differenti livelli di autonomia. Se il pro-
dotto artistico va letto all’interno della sua strut-
tura, allora si può asserire che la città si propone
come referente dell’opera. Franco Purini, nella
recente presentazione di un libro ha sottolineato
che ogni opera artistica ha tre piani di contenuti
che la contraddistinguono; nel caso dei film: il
contenuto referenziale diretto (la trama), il conte-
nuto metaforico e il contenuto autonomo, cioè
quello formale. Questi tre elementi vengono va-
riamente organizzati in ogni unità artistica. Im-
portante secondo lui è il fatto che il cinema co-
struisce una realtà autonoma altra rispetto al film,
e che perfino il neo-realismo non rappresenti il
“vero” ma un “altrove” che ha in mente l’artista.
Henry James (1843-1916), ad esempio, nel suo
atipico romanzo La principessa Casamassima de-
scrive Londra e i suoi quartieri mettendo in evi-
denza la suddivisione della città in zone simboli-
che e presentando parallelamente le sacche urba-
ne di isolamento sociale e culturale. [continua]
3. Comunicare scienza di Luigi Campanella
80. Capacità umane e Intelligenza Artificiale / Pro-
cesso di valutazione dei rischi / Economia circolare e
orti verticali / Sensibilità ambientale e greenwa-
shing / Nuovi criteri per la malnutrizione e dieta sa-
na / Non eliminare i numeri romani / L’energetica
nella reazione biologica / Chimica e oncologia
Per rinforzare le capacità umane attraverso l’impiego
delle intelligenze artificiali e dei maxicalcolatori, di-
ventano cruciali tecnologie intelligenti capaci di af-
frontare le sfide dell'antropocene, che però possono
risultare distruttive: abbiamo perciò bisogno di essere
ben consci del loro possibile impatto etico, sociale,
politico e cognitivo. Per essere pronti al futuro abbia-
mo bisogno di comprendere quanto l'uomo sia dive-
nuto il regolatore della Terra. L'origine e l'evoluzione
della mente di Homo Sapiens può fare luce su come
si è comportato rispetto alla Terra, sia come indivi-
duo sia come società.
Un tratto cognitivo unicamente umano è pensie-
ro solo simbolico. Esso è emerso tra 100.000 e
50.000 anni fa, promuovendo comportamenti sociali
e consumi energetici. Il nostro impatto sulla biosfera
è cresciuto drammaticamente durante gli ultimi
10.000 anni. Negli ultimi secoli è fiorita una società
industrializzata che ha avuto un maggiore impatto
globale sull'atmosfera, idrosfera, criosfera, litosfera e
biosfera. A queste va aggiunta la tecnosfera in conti-
nua evoluzione. La perturbazione umana dell'am-
biente è certamente implicata come componente
nell'origine della pandemia e della sua rapida diffu-
sione. [continua]
Fuori dal coro di Roberto Vacca
43. Reports matematici sull’andamento e le pre-
visioni del Covid
43.1. Aggiornamento Covid al 1° maggio 2021:
continua leggero calo
43.2. Aggiornamento andamento Covid al 18
maggio 2021
Revisione analisi dell’andamento previsto in
Italia al 24 marzo 2021
l 10 marzo scorso descrivevo l’andamento
dell’epidemia di COVID in Italia analizzando il
numero di decessi a partire dall’inizio della se-
conda ondata (inizio ottobre 2020) mediante
equazioni di Volterra. In tal modo si tiene conto
implicito anche della letalità del virus, ma non di
fattori incogniti (elencati più oltre) per cui le
equazioni di Volterra sono empiriche. Esse pos-
sono descrivere l’evoluzione di epidemie, ma il
decorso va monitorato nel tempo. Il numero di
nuovi malati (o dei decessi) giornalieri è propor-
zionale al prodotto del numero di malati per il
numero di persone sane non immuni. Il numero
totale dei decessi varia secondo una curva logi-
stica a S. Dai valori minimi iniziali, accelera
sempre più fino a sembrare esponenziale. Quindi
rallenta quando il numero degli infettabili decre-
sce e, infine, raggiunge un valore massimo co-
stante A, detto asintoto: non si ammala più nes-
suno e decrescono i decessi giornalieri.
La seconda ondata Covid in Italia raggiun-
se il massimo dei decessi giornalieri (887) il
10/12/2020: a tale data calcolavo l’asintoto
(totale dei decessi nella seconda ondata) a
31.140.
Analizzati, poi, i dati dal 16/12/2020, con
una procedura iterativa, ottenevo un’equazione
che di giorno in giorno si modificava leggermen-
te e indicava valori dell’asintoto crescenti lenta-
mente. [continua]
80.1. Capacità umane e IA
4. EPS. EconomiaPoliticaSocietà di Autori Vari
167. Il socialismo come liberazione della persona
nella riflessione di Bruno Trentin, di Giovanni Mari
1. Nella parte finale della Introduzione a La libertà
viene prima, Bruno Trentin presenta un’interessante e
originale idea di socialismo alla cui esposizione e ap-
profondimento intendo dedicare il testo che segue.
Egli scrive:
Che cosa resta del socialismo? […] Certo il socialismo
non è più un modello di società […] Esso può essere
concepito soltanto come una ricerca ininterrotta sul-
la liberazione della persona e sulla sua capacità di
autorealizzazione, introducendo nella società con-
creta degli elementi di socialismo […]; superando di
volta in volta le contraddizioni e i fallimenti del capi-
talismo e dell’economia del mercato, facendo della
persona, e non solo delle classi, il perno di una convi-
venza civile […] cominciando dalla persona che lavo-
ra, dalla quale discende tutto il resto. Un misurarsi
quotidianamente con il problema di conciliare il rap-
porto fra governanti e governati, che nessuna socia-
lizzazione della proprietà può risolvere da sola, con
l’espansione degli spazi di libertà e di autonomia
creativa, anche nel momento del lavoro […] per fare
sì che l’impresa non costituisca più un mondo a sé,
che smentisce l’ordinamento democratico del paese,
ma diventi parte integrante del patto costituzionale,
sia pure con norme sue proprie (Trentin 2004).
Tra gli «elementi di socialismo» da introdurre me-
diante l’azione politica e sindacale egli cita: «Le pari
opportunità, il welfare della comunità, il controllo
sull’organizzazione del lavoro, la diffusione della co-
noscenza come strumento di libertà» [continua]
Note critiche di Luigi Agostini
51. I comunisti della CGIL
Centralità e insufficienza. Centralità sociale del
Sindacato, insufficienza politica del Sindacato.
Tale coppia concettuale può raffigurare
meglio di ogni altra, la contraddizione, che i co-
munisti della Cgil erano chiamati ad affrontare.
Più di ogni altra forza. Un imperativo categorico,
derivante in primo luogo dalla loro cultura politi-
ca. Il nemico, il pericolo da evitare, per dirla con
Lenin, era il Sindacato tradeunionista, il classi-
smo corporativo. Nessuno più del Sindacato è
chiamato quotidianamente ad affrontare lo sfrut-
tamento e l’alienazione del lavoro salariato o del-
la assenza di lavoro, nessuno meglio del Sinda-
cato può sapere che tale contraddizione è desti-
nata a perpetuarsi all’infinito, se dal sindacato il
discorso non passa alla politica, cioè alla orga-
nizzazione complessiva della Polis; al Partito.
Dal corporativo alla politica però non si
passa, quindi allora nessuna concessione al pan-
sindacalismo, che si nutre della stessa natura an-
fibia dell’azione sindacale e che tra l’altro non
può che congelare la situazione in uno sterile
contrattualismo.
La necessaria e inevitabile matrice corpo-
rativa della lotta sindacale e quindi del Sindacato
- l’atto sindacale nasce sempre empiricamente
come atto di protezione - andava riconcettualiz-
zato e trasformato come atto che discende dalla
autonomia del lavoro, del lavoro come soggetto
che si erge di fronte al soggetto Capitale. Lavoro
come soggetto autonomo, e non semplicemente
forza-lavoro.
La risposta trovata è stata una particolare
forma-sindacato, il Sindacato Confederale, i cui
elementi erano tutti o quasi tutti presenti nella
storia italiana, ma che in particolare i comunisti
utilizzarono e continuamente rielaborarono per
dare loro una forma compiuta. [continua]
5. R/C Recensioni e critica di Autori Vari
35. Baudelaire, il figlio ribelle della metropoli, di Danilo Breschi
È evidente che un figlio importante della metropoli moderna, che ha nella Londra e nella Parigi dell’Otto-
cento le sue prime incarnazioni storiche, è il proletariato. Si pensi solo alle pagine, analitiche e appassiona-
te, che Friedrich Engels dedica alla condizione delle classi lavoratrici nell’Inghilterra vittoriana e che co-
stituiscono una sorta di premessa morale a quel “socialismo scientifico” che egli, di lì a breve, contribuirà
a edificare collaborando con l’amico Karl Marx.
La metropoli partorisce anche altre figure sociali, culturali e professionali, il cui padre spesso cambia.
Gli impiegati, ad esempio, possono essere a buon titolo considerati figli dell’unione tra la metropoli e la
burocrazia, a sua volta frutto di uno Stato-nazione secolarizzatosi e accentratosi (in particolare dopo la Ri-
voluzione francese del 1789, come ci ricorda Tocqueville). Sulla categoria degli impiegati come ceto della
modernità metropolitana Siegfried Kracauer ha scritto pagine mirabili. Proletari, impiegati … e potremmo
continuare nell’elenco dei figli di questa madre prolifica. Ad esempio, tra la sua prole essa annovera anche
l’urbanistica, questa sorta di Prometeo che tenta la ribellione nei confronti della madre sognando un ritor-
no al padre: dalla città esplosa ed espansa nella metropoli si fugge nella campagna, […] [continua]
R/C Recensioni e critica di Autori Vari
34. I Beni comuni urbani tra teoria e prassi, di Andrea Grippo
Il volume “Beni comuni urbani. Soggetti, pratiche e retoriche della città condivisa“, edito da Franco Ange-
li (2019), rappresenta l’esito del pluriennale percorso di ricerca condotto da Antonio Putini sui Beni comu-
ni urbani. Tra i meriti del volume va di certo annoverato quello di riportare la discussione della tematica al
di fuori del conflittuale dibattito tra assertori e detrattori dei Beni comuni. Nel dichiarato tentativo «di
mantenere un atteggiamento distaccato» (p. 7), Putini ricostruisce il quadro dei Beni comuni attraverso un
alto livello di interrelazione tra dimensione teorica ed empirica. Il volume, infatti, analizza non solo i fatto-
ri contestuali che hanno favorito l’odierna affermazione dei Beni comuni nella loro variante urbana, ma
propone una approfondita disamina dei maggiori approcci analitici e teorici dei Beni comuni, entro i quali
Putini interpreta e a cui riconduce due delle principali esperienze italiane della specifica fattispecie, quelle
di Bologna e Napoli. La domanda di ricerca del volume è quindi radicata nella necessità di non guardare ai
Beni comuni come «un insieme di oggetti definiti che si possono studiare in laboratorio e guardare dall’e-
sterno» (Mattei 2011; 13-14) bensì come fenomeni sociali, che in quanto tali, necessitano di una approfon-
dita indagine empirica, capace a sua volta di ricalibrare e rifocalizzare i riferimenti teorici. [continua]
Il cielo indiviso di Anna Maria Curci
25. Ödön von Horváth. Un figlio del nostro tempo
L’ultimo romanzo completato da Horváth prima della sua morte improvvisa (fu colpito, come racconta lo scrittore Danilo Kiš
nel mirabile racconto Il senza patria, da un ramo staccatosi da un albero sugli Champs Elysées durante un
nubifragio) a Parigi il 1° giugno 1938, è un’opera che reca i tratti peculiari della scrittura dell’autore, per-
vasa e arricchita da una teatralità nella struttura e nell’espressione che aveva caratterizzato già le prime
pubblicazioni.
I capitoli dai titoli evocativi – La madre di tutte le cose, Il castello maledetto, Il mendicante, In casa
dell’impiccato, Il cane, Il figliol prodigo, L’animale pensante, Nel regno dei lillipuziani, Anna, la ragazza
del soldato, L’uomo di neve – sono costruiti come scene di una pièce e le battute del “figlio del nostro
tempo”, protagonista e io narrante, risentono di una lunga tradizione nel teatro austriaco dell’Ottocento.
Nino Muzzi, autore dell’efficace traduzione così come della chiara e documentata Introduzione, fa riferi-
mento, giustamente, a Nestroy e a Raimund, mostrando, tuttavia, come lingua, stile, architettura e com-
plessi tematici di Un figlio del nostro tempo attraversino la tradizione del Volksstück, della pièce da tea-
tro popolare, per andare a costituire un’opera d’arte originale, che resiste a qualsiasi incasellamento in un
solo genere . [continua]
6. Segnalazioni
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Editor e publisher: PierLuigi Albini
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