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GHISI GRÜTTER
LA CITTÀ NELLA PITTURA DEL
NOVECENTO
CODICE ISSN 2420-8442
Comunicazione del 20 novembre nell'ambito del Programma
“Conversazioni di Pittura ” organizzata dall'Associazione Romana
Acquerellisti e dal sito culturale Ticonzero.
LA CENTRALITÀ URBANA
La città ha sempre svolto un ruolo di basilare importanza
nell’universo ideologico di tanti artisti. Qui si vuole mettere in
evidenza, attraverso la breve disamina di alcuni quadri, come
l’industrializzazione e le trasformazioni urbane della
seconda metà dell’Ottocento abbiano influenzato molti
pittori, sia europei sia statunitensi, diventando i soggetti
privilegiati di vari e diversi movimenti artistici per tutto il
Novecento.
UN PO’ DI STORIA: GLI STATI UNITI
Thomas Cole, Niagara Falls, 1830 Thomas Cole, The Connecticut river near Northampton, 1836
La Hudson River School
GALLERIA “291”
Il fotografo Alfred Stieglitz,
crea attorno a sé tutto un
entourage: la famosa galleria
“291” dal numero civico della
5th Avenue (1921).
GLI EUROPEI IN MOSTRA A NEW YORK
Picabia, New York, 1913 Marcel Duchamp, Fountain, 1917
Stieglitz nella sua galleria espone alcune opere di Picabia 02 - composizioni astratte ispirate da New York –
l'unico pittore francese o a presentare i suoi lavori all'Armory Show.
Arrivato negli Usa nel 1915, Marcel Duchamp due anni dopo acquista un comune orinatoio di ceramica modello
Bedfordshire, lo ruota di novanta gradi e vi scrive sopra “R. Mutt 1917”, per poi presentarlo a una mostra organizzata
a New York dalla Society of Independent Artists di cui è membro fondatore. Quel gesto scatena grandi reazioni
(l’opera intitolata Fountain non verrà esposta), ma getterà le basi del ready made, diventando l’icona del XX secolo
per antonomasia, grazie a una foto di Alfred Stieglitz.
USA e il Precisionismo
Georgia O ‘Keeffe, East river visto dal 30mo piano dell’Hotel Shelton, 1928
Il Precisionismo è stato il primo vero movimento di arte moderna negli Stati Uniti, anche se
influenzato dal futurismo e dal cubismo, le sue tematiche del Precisionismo vertono sui temi
dell’industrializzazione e della modernizzazione del panorama americano.
USA e il Precisionismo
Charles Sheeler, Classic Landscape, 1931 Charles Sheeler Fugue del 1940
USA e il Precisionismo
Charles Demuth (1883 – 1935), Building e Lancaster, negli anni Venti. Fa parte del gruppo di Stieglitz, associabile
al Precisionismo. I suoi soggetti sono tipicamente americani come le grandi scritte sui muri e le cisterne sopra i tetti,
insieme all’uso dei colori primari, impiegati in modo equilibrato. Demuth era nato a Lancaster (Pennsylvania) e
aveva studiato a Philadelphia. Ha studiato anche a Parigi diventando parte dell’Avant garde. Lì viene introdotto a
Stieglitz e diventa membro permanente del suo gruppo con la sua prima mostra personale a New York nel 1926.
USA e la fotografia
Charles Sheeler, foto della Ford, 1927
Paul Strand,
Shadow
Photography e
Wall Street, 1915,
esempio di
straight
photography di
Stieglitz.
IL FASCINO NEWYORKESE
Joseph Stella, The Brooklyn Bridge, 1920
Joseph Stella (1877-1946) nato in Italia,
immigrò a New York City a diciannove anni dove
rimase affascinato dall'ingegneria del ponte di
Brooklyn, che ha dipinto per la prima volta nel
1918: un monumento tecnologico contemporaneo
che incarnava lo spirito moderno.
USA: da Hopper all’iperrealismo
Edward Hopper, Roof, Washington Square 1926 Edward Hopper, From Manhattan Bridge 1928
Edward Hopper (1882/1967) è sempre stato interessato alla vita anonima della metropoli e dei paesaggi suburbani e alle
desolate scene della città. Nei suoi quadri evoca oggetti domestici, figure isolate e strade vuote che sono rappresentate con un
linguaggio impersonale.
USA: da Hopper all’iperrealismo
Richard Estes, Bus Reflection, 1972 Ralph Goings, Paul’s corner cushion, 1970
Elementi essenziali del linguaggio figurativo iperrealista sono un'osservazione fotografica dell'oggetto, uno stile
freddo e il più possibile «oggettivo», una grande attenzione ai dettagli, un assoluto distacco psicologico dall'oggetto
con la conseguente eliminazione delle scelte personali e soggettive, un'impressione complessiva di una specie di
«presenza dell'assenza».
USA: da Hopper all’iperrealismo
Richard Cottingham, Insegne, 1971 Joseph Salt, Side Street Parking, 1987
ALCUNI PITTORI IN EUROPA
La demolizione delle antiche mura e la loro trasformazioni in boulevards
in grandi capitali come Parigi e Vienna ha ispirato parecchi pittori.
Inoltre, in questo periodo, nelle città vengono realizzati mercati,
giardini, teatri e stazioni ferroviarie. La novità della luce elettrica
dona una vita più lunga all’ambiente urbano ed è usata per costruire una
serie di trasporti pubblici.
GLI INTERVENTI URBANI DI HAUSSMANN
Charles Melville (1813-1879), Les Halles Centrales
SCENE DI VITA QUOTIDIANA
Adolph von Menzel, La forgia del 1875
Gustave Caillebotte, I piallatori di parquet, 1875
I NUOVI SPAZI COLLETTIVI A PARIGI
August Renoir, Ballo al Mulino de la Galette, 1876 Pablo Picasso, Mulino de la Galette, 1900
LA PARIGI DI HAUSSMANN
Gustave Caillebotte è figlio di un imprenditore di successo, acquista molte opere dei suoi colleghi ed amici finanziandone
alcune esposizioni e il loro stesso lavoro fino al 1885. Anche la scelta dei soggetti dei suoi quadri denota una certa origine
agiata: una natura urbana borghese priva dei capricci notturni e delle notti folli. A differenza dei suoi amici impressionisti,
vede la luce come un perfetto candore e non usa troppi colori: Giorno di pioggia a Parigi (1877) e Le Pont de L’Europe
(1882)
SPAZI COLLETTIVI E SPAZI PUBBLICI
Vincent Van Gogh, Boulevard de Clichy 1871 Claude Monet, La Gare Saint Lazare, 1877
LA PARIGI DI CHAGALL
Marc Chagall, Parigi
alla finestra, 1913
Proverbi e parabole
sembrano essere gli
spunti per molti quadri
di Chagall. In questo
quadro troviamo alcuni
miti di Chagall: l’uomo
che vola, Giano bifronte,
il treno ribaltato e il
gatto, animale (dal volto
quasi umano)
enigmatico e sacro in
molte culture antiche.
LA LONDRA DI L.S.LOWRY
L.S. Lowry, Ritorno in fabbrica e Andando a lavorare, entrambe del 1930
Laurence Stephen Lowry è un pittore britannico che ha raccontato la realtà industriale del suo paese nella
prima metà del Novecento. Ha interpretato lungo la sua carriera le trasformazioni (e i danni)
dell’industrializzazione. Secondo lui la pittura moderna doveva rappresentare i rituali della vita pubblica:
partite di calcio, proteste, e lavoratori. Un ritratto della classe operaia britannica, tra precarietà e ingiustizia.
LE TRASFORMAZIONI URBANE A VIENNA
L’amministrazione affidò
all’architetto Moritz
von Löhr e a una
commissione composta dai
primi tre classificati del
concorso e da funzionari
ministeriali, il compito di
elaborare una proposta
definitiva.
VIENNA DA METROPOLI IMPERIALE A
CAPITALE DELLA REPUBBLICA
Karl Feiertag, Scene sul Ring,
acquarello del 1900.
Gerhart Frankl, Vienna vista dal Belvedere, 1948
A Vienna, i fattori determinanti della trasformazione urbana dopo
i moti rivoluzionari del ‘48, sono l'ascesa della borghesia liberale,
il passaggio dal regime assolutistico alla monarchia
costituzionale, la straordinaria crescita della città (la popolazione
raddoppia nei trent'anni successivi al 1840, raggiungendo gli
850mila abitanti nel 1870, fino a 1.643.000 nel 1900)
LA MOSCA DI KANDINSKIJ
Vassilij Kandinskij, Piazza Rossa, 1916
“Mia madre era nata a Mosca e
incarnava tutte le caratteristiche
di questa città: una bellezza seria
e severa, una semplicità di razza,
un’energia naturale, una
sensibilità forte e personale, una
calma solenne e maestosa, un
dominio di se’ quasi eroico, un
misto di convenzioni tradizionali
e di vera libertà spirituale”.
LA CITTÀ SECONDO KLEE
Paul Klee, Città Glaciale, 1931
«L'arte non deve
rappresentare il visibile,
ma rendere visibile
l'invisibile».
Klee produsse opere in
cui una grande gamma
di sentimenti viene
tradotta in opere
(spesso acquarelli) di
ordinata semplicità.
L'arte di Paul Klee non è
una fuga dal mondo, ma
il tentativo di guardare
in modo nuovo la realtà
per poterla trasformare
grazie al dialogo tra gli
uomini.
IMMAGINI URBANE DEL FUTURISMO
Antonio Sant’Elia,
Città Nuova, 1914
Architetto e pittore così
affermò: «Noi dobbiamo
inventare e fabbricare
ex novo la città
moderna simile ad un
immenso cantiere
tumultuante, agile,
mobile, dinamico in
ogni sua parte, e la
casa moderna simile ad
una macchina
gigantesca»
L’AEROPITTURA: la città dall’alto
Pierluigi Bossi, in arte Sibò, che si focalizzò poi sulle città di fondazione e sulla bonifica dell'Agro Pontino. Il tema è
la rivoluzione delle "prospettive pittoriche" teorizzata nel manifesto dell’Aeropittura futurista, e firmato nel 1929
dai principali esponenti dell'avanguardia italiana di quegli anni. Così anche per Tullio Crali. Nella raffigurazione
del paesaggio urbano o naturale le variabili di velocità e tempo si affiancano a quella nota di spazio, non più visto in
modo statico ma dinamico, quasi fotogrammi scattati in rapida successione osservando il paesaggio durante una
virata aerea.
Gerardo Dottori, Torino, 1930 e Ugo Pozzo, Cosmopolis, 1926
VISIONI URBANE FUTURISTE
IL SECONDO FUTURISMO
Fortunato Depero, The New Babel, 1930 (progetto di scenario plastico mobile) e Grattacieli e Tunnel a New York, 1930
Fortunato Depero è stato un artista a tutto tondo che si è cimentato in varie arti, dall’arazzo alla scultura, dalla pittura ai
plastici, dalla grafica alla scenografia. Famosi sono i suoi manifesti il cui lingaggio figurativo è di stimolo per molti autori a
tutt’oggi.
L’ITALIA DELLE PERIFERIE: MILANO
Nel 1919-21 Mario Sironi è appena tornato dalla guerra e l'Italia è un paese da ricostruire. Nei suoi
quadri descrive la periferia milanese in continuo cambiamento, mentre la ricca borghesia si arrocca sulle
vecchie mura del centro storico.
L’ITALIA DELLE PERIFERIE: ROMA
Renzo Vespignani (1924-2001) dopo la morte del padre, si è trasferito a Portonaccio, vicino al quartiere San Lorenzo,
dove è cresciuto. Durante il periodo di occupazione nazista cominciò a disegnare cercando di rappresentare la realtà
attorno a lui: lo squallore del paesaggio urbano di periferia, le rovine e le macerie causate dai bombardamenti,
il dramma degli emarginati e la povertà del quotidiano. Paesaggio Industriale e Sottopassaggio con Camion, 1961
LA POP ART IN GRAN BRETAGNA
Si dovrà arrivare alla Pop Art, per ritrovare un interesse
urbano. In Inghilterra le prime discussioni sulla possibilità
di assumere la cultura popolare in arte avvengono
nell’Indipendent Group, un’organizzazione del 1952 che si
riunisce presso l’Institute of Contemporary Art di Londra. A
sinistra «As he when…» di Edoardo Paolozzi 1965, sopra
«Just what is that make today’home appealing» 1956 di
Richard Hamilton.

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55. la città nella pittura del novecento

  • 1. GHISI GRÜTTER LA CITTÀ NELLA PITTURA DEL NOVECENTO CODICE ISSN 2420-8442 Comunicazione del 20 novembre nell'ambito del Programma “Conversazioni di Pittura ” organizzata dall'Associazione Romana Acquerellisti e dal sito culturale Ticonzero.
  • 2. LA CENTRALITÀ URBANA La città ha sempre svolto un ruolo di basilare importanza nell’universo ideologico di tanti artisti. Qui si vuole mettere in evidenza, attraverso la breve disamina di alcuni quadri, come l’industrializzazione e le trasformazioni urbane della seconda metà dell’Ottocento abbiano influenzato molti pittori, sia europei sia statunitensi, diventando i soggetti privilegiati di vari e diversi movimenti artistici per tutto il Novecento.
  • 3. UN PO’ DI STORIA: GLI STATI UNITI Thomas Cole, Niagara Falls, 1830 Thomas Cole, The Connecticut river near Northampton, 1836 La Hudson River School
  • 4. GALLERIA “291” Il fotografo Alfred Stieglitz, crea attorno a sé tutto un entourage: la famosa galleria “291” dal numero civico della 5th Avenue (1921).
  • 5. GLI EUROPEI IN MOSTRA A NEW YORK Picabia, New York, 1913 Marcel Duchamp, Fountain, 1917 Stieglitz nella sua galleria espone alcune opere di Picabia 02 - composizioni astratte ispirate da New York – l'unico pittore francese o a presentare i suoi lavori all'Armory Show. Arrivato negli Usa nel 1915, Marcel Duchamp due anni dopo acquista un comune orinatoio di ceramica modello Bedfordshire, lo ruota di novanta gradi e vi scrive sopra “R. Mutt 1917”, per poi presentarlo a una mostra organizzata a New York dalla Society of Independent Artists di cui è membro fondatore. Quel gesto scatena grandi reazioni (l’opera intitolata Fountain non verrà esposta), ma getterà le basi del ready made, diventando l’icona del XX secolo per antonomasia, grazie a una foto di Alfred Stieglitz.
  • 6. USA e il Precisionismo Georgia O ‘Keeffe, East river visto dal 30mo piano dell’Hotel Shelton, 1928 Il Precisionismo è stato il primo vero movimento di arte moderna negli Stati Uniti, anche se influenzato dal futurismo e dal cubismo, le sue tematiche del Precisionismo vertono sui temi dell’industrializzazione e della modernizzazione del panorama americano.
  • 7. USA e il Precisionismo Charles Sheeler, Classic Landscape, 1931 Charles Sheeler Fugue del 1940
  • 8. USA e il Precisionismo Charles Demuth (1883 – 1935), Building e Lancaster, negli anni Venti. Fa parte del gruppo di Stieglitz, associabile al Precisionismo. I suoi soggetti sono tipicamente americani come le grandi scritte sui muri e le cisterne sopra i tetti, insieme all’uso dei colori primari, impiegati in modo equilibrato. Demuth era nato a Lancaster (Pennsylvania) e aveva studiato a Philadelphia. Ha studiato anche a Parigi diventando parte dell’Avant garde. Lì viene introdotto a Stieglitz e diventa membro permanente del suo gruppo con la sua prima mostra personale a New York nel 1926.
  • 9. USA e la fotografia Charles Sheeler, foto della Ford, 1927 Paul Strand, Shadow Photography e Wall Street, 1915, esempio di straight photography di Stieglitz.
  • 10. IL FASCINO NEWYORKESE Joseph Stella, The Brooklyn Bridge, 1920 Joseph Stella (1877-1946) nato in Italia, immigrò a New York City a diciannove anni dove rimase affascinato dall'ingegneria del ponte di Brooklyn, che ha dipinto per la prima volta nel 1918: un monumento tecnologico contemporaneo che incarnava lo spirito moderno.
  • 11. USA: da Hopper all’iperrealismo Edward Hopper, Roof, Washington Square 1926 Edward Hopper, From Manhattan Bridge 1928 Edward Hopper (1882/1967) è sempre stato interessato alla vita anonima della metropoli e dei paesaggi suburbani e alle desolate scene della città. Nei suoi quadri evoca oggetti domestici, figure isolate e strade vuote che sono rappresentate con un linguaggio impersonale.
  • 12. USA: da Hopper all’iperrealismo Richard Estes, Bus Reflection, 1972 Ralph Goings, Paul’s corner cushion, 1970 Elementi essenziali del linguaggio figurativo iperrealista sono un'osservazione fotografica dell'oggetto, uno stile freddo e il più possibile «oggettivo», una grande attenzione ai dettagli, un assoluto distacco psicologico dall'oggetto con la conseguente eliminazione delle scelte personali e soggettive, un'impressione complessiva di una specie di «presenza dell'assenza».
  • 13. USA: da Hopper all’iperrealismo Richard Cottingham, Insegne, 1971 Joseph Salt, Side Street Parking, 1987
  • 14. ALCUNI PITTORI IN EUROPA La demolizione delle antiche mura e la loro trasformazioni in boulevards in grandi capitali come Parigi e Vienna ha ispirato parecchi pittori. Inoltre, in questo periodo, nelle città vengono realizzati mercati, giardini, teatri e stazioni ferroviarie. La novità della luce elettrica dona una vita più lunga all’ambiente urbano ed è usata per costruire una serie di trasporti pubblici.
  • 15. GLI INTERVENTI URBANI DI HAUSSMANN Charles Melville (1813-1879), Les Halles Centrales
  • 16. SCENE DI VITA QUOTIDIANA Adolph von Menzel, La forgia del 1875 Gustave Caillebotte, I piallatori di parquet, 1875
  • 17. I NUOVI SPAZI COLLETTIVI A PARIGI August Renoir, Ballo al Mulino de la Galette, 1876 Pablo Picasso, Mulino de la Galette, 1900
  • 18. LA PARIGI DI HAUSSMANN Gustave Caillebotte è figlio di un imprenditore di successo, acquista molte opere dei suoi colleghi ed amici finanziandone alcune esposizioni e il loro stesso lavoro fino al 1885. Anche la scelta dei soggetti dei suoi quadri denota una certa origine agiata: una natura urbana borghese priva dei capricci notturni e delle notti folli. A differenza dei suoi amici impressionisti, vede la luce come un perfetto candore e non usa troppi colori: Giorno di pioggia a Parigi (1877) e Le Pont de L’Europe (1882)
  • 19. SPAZI COLLETTIVI E SPAZI PUBBLICI Vincent Van Gogh, Boulevard de Clichy 1871 Claude Monet, La Gare Saint Lazare, 1877
  • 20. LA PARIGI DI CHAGALL Marc Chagall, Parigi alla finestra, 1913 Proverbi e parabole sembrano essere gli spunti per molti quadri di Chagall. In questo quadro troviamo alcuni miti di Chagall: l’uomo che vola, Giano bifronte, il treno ribaltato e il gatto, animale (dal volto quasi umano) enigmatico e sacro in molte culture antiche.
  • 21. LA LONDRA DI L.S.LOWRY L.S. Lowry, Ritorno in fabbrica e Andando a lavorare, entrambe del 1930 Laurence Stephen Lowry è un pittore britannico che ha raccontato la realtà industriale del suo paese nella prima metà del Novecento. Ha interpretato lungo la sua carriera le trasformazioni (e i danni) dell’industrializzazione. Secondo lui la pittura moderna doveva rappresentare i rituali della vita pubblica: partite di calcio, proteste, e lavoratori. Un ritratto della classe operaia britannica, tra precarietà e ingiustizia.
  • 22. LE TRASFORMAZIONI URBANE A VIENNA L’amministrazione affidò all’architetto Moritz von Löhr e a una commissione composta dai primi tre classificati del concorso e da funzionari ministeriali, il compito di elaborare una proposta definitiva.
  • 23. VIENNA DA METROPOLI IMPERIALE A CAPITALE DELLA REPUBBLICA Karl Feiertag, Scene sul Ring, acquarello del 1900. Gerhart Frankl, Vienna vista dal Belvedere, 1948 A Vienna, i fattori determinanti della trasformazione urbana dopo i moti rivoluzionari del ‘48, sono l'ascesa della borghesia liberale, il passaggio dal regime assolutistico alla monarchia costituzionale, la straordinaria crescita della città (la popolazione raddoppia nei trent'anni successivi al 1840, raggiungendo gli 850mila abitanti nel 1870, fino a 1.643.000 nel 1900)
  • 24. LA MOSCA DI KANDINSKIJ Vassilij Kandinskij, Piazza Rossa, 1916 “Mia madre era nata a Mosca e incarnava tutte le caratteristiche di questa città: una bellezza seria e severa, una semplicità di razza, un’energia naturale, una sensibilità forte e personale, una calma solenne e maestosa, un dominio di se’ quasi eroico, un misto di convenzioni tradizionali e di vera libertà spirituale”.
  • 25. LA CITTÀ SECONDO KLEE Paul Klee, Città Glaciale, 1931 «L'arte non deve rappresentare il visibile, ma rendere visibile l'invisibile». Klee produsse opere in cui una grande gamma di sentimenti viene tradotta in opere (spesso acquarelli) di ordinata semplicità. L'arte di Paul Klee non è una fuga dal mondo, ma il tentativo di guardare in modo nuovo la realtà per poterla trasformare grazie al dialogo tra gli uomini.
  • 26. IMMAGINI URBANE DEL FUTURISMO Antonio Sant’Elia, Città Nuova, 1914 Architetto e pittore così affermò: «Noi dobbiamo inventare e fabbricare ex novo la città moderna simile ad un immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa moderna simile ad una macchina gigantesca»
  • 27. L’AEROPITTURA: la città dall’alto Pierluigi Bossi, in arte Sibò, che si focalizzò poi sulle città di fondazione e sulla bonifica dell'Agro Pontino. Il tema è la rivoluzione delle "prospettive pittoriche" teorizzata nel manifesto dell’Aeropittura futurista, e firmato nel 1929 dai principali esponenti dell'avanguardia italiana di quegli anni. Così anche per Tullio Crali. Nella raffigurazione del paesaggio urbano o naturale le variabili di velocità e tempo si affiancano a quella nota di spazio, non più visto in modo statico ma dinamico, quasi fotogrammi scattati in rapida successione osservando il paesaggio durante una virata aerea.
  • 28. Gerardo Dottori, Torino, 1930 e Ugo Pozzo, Cosmopolis, 1926 VISIONI URBANE FUTURISTE
  • 29. IL SECONDO FUTURISMO Fortunato Depero, The New Babel, 1930 (progetto di scenario plastico mobile) e Grattacieli e Tunnel a New York, 1930 Fortunato Depero è stato un artista a tutto tondo che si è cimentato in varie arti, dall’arazzo alla scultura, dalla pittura ai plastici, dalla grafica alla scenografia. Famosi sono i suoi manifesti il cui lingaggio figurativo è di stimolo per molti autori a tutt’oggi.
  • 30. L’ITALIA DELLE PERIFERIE: MILANO Nel 1919-21 Mario Sironi è appena tornato dalla guerra e l'Italia è un paese da ricostruire. Nei suoi quadri descrive la periferia milanese in continuo cambiamento, mentre la ricca borghesia si arrocca sulle vecchie mura del centro storico.
  • 31. L’ITALIA DELLE PERIFERIE: ROMA Renzo Vespignani (1924-2001) dopo la morte del padre, si è trasferito a Portonaccio, vicino al quartiere San Lorenzo, dove è cresciuto. Durante il periodo di occupazione nazista cominciò a disegnare cercando di rappresentare la realtà attorno a lui: lo squallore del paesaggio urbano di periferia, le rovine e le macerie causate dai bombardamenti, il dramma degli emarginati e la povertà del quotidiano. Paesaggio Industriale e Sottopassaggio con Camion, 1961
  • 32. LA POP ART IN GRAN BRETAGNA Si dovrà arrivare alla Pop Art, per ritrovare un interesse urbano. In Inghilterra le prime discussioni sulla possibilità di assumere la cultura popolare in arte avvengono nell’Indipendent Group, un’organizzazione del 1952 che si riunisce presso l’Institute of Contemporary Art di Londra. A sinistra «As he when…» di Edoardo Paolozzi 1965, sopra «Just what is that make today’home appealing» 1956 di Richard Hamilton.