Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto dell'Europa che per il mondo sviluppato.
1. SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital
Prigionieri della burocrazia
di John Mauldin | 25 gennaio 2013 - Anno 4 - Numero 2
In questo numero:
La Grecia deve rimanere nell'euro
Attenzione ai buoni fruttiferi greci
Contagio, si chiamava Grecia
Prigionieri della burocrazia
Toronto, New York, Washington DC, Las Vegas e l'Argentina
Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia
rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo
aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli
della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro
scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero
essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto
dell'Europa che per il mondo sviluppato.
Nel gennaio 2010 ho scritto questa breve nota:
"Tutti conoscono i problemi della Grecia. Ma non c'è la volontà politica nel paese (fino ad
ora) di fare quello che ha fatto l'Irlanda, ossia di effettuare dei veri e propri tagli al loro
bilancio. Credo che la Spagna sia un incubo ancora più grande per l'UE, se la si vuole
comparare con la relativamente piccola Grecia. Italia? Belgio? Portogallo? Tutti questi
paesi (e i loro elettori) guarderanno come l'Unione europea vorrà gestire la Grecia."
Tutto questo è stato positivo per la Grecia, in quanto ha fornito dei buoni motivi al resto
dell'Europa nel prestare attenzione a ciò che è accaduto ad Atene.
La Grecia deve rimanere nell'euro
Iniziamo con la parte finale: hanno scelto di rimanere nell'euro. Se la parola depressione
soddisfa la vostra definizione di un disastro economico, allora è ragionevole concludere
che la loro scelta è stata un disastro. Il PIL greco dovrebbe raggiungere una caduta
complessiva del 25% entro la fine del 2013, misurando il dato dall'inizio della crisi. Inoltre,
uscire dall'euro in questo momento raddoppierebbe solamente il disastro. Ora devono
arrivare alla fine del percorso che hanno intrapreso. Come analizzeremo la prossima
settimana questa potrebbe essere la storia di tutta l'Europa. I costi legati alla possibilità di
di far saltare l'euro o di abbondare un paese a se stesso sono semplicemente ormai
troppo alti. Nel bene o nel male il matrimonio deve essere preservato.
Proviamo a ripartire da capo per comprendere quello che intendevo dire quando ho detto
che qualsiasi cosa la Grecia avesse deciso di fare sarebbe stato un disastro. All'inizio della
crisi la Grecia è diventata totalmente dipendente nel dover prendere in prestito del denaro
per finanziare la sua spesa pubblica e il suo enorme squilibrio commerciale nel settore
privato. Mentre la causa della crisi è stata il troppo debito e un deficit (pubblico e privato)
che era totalmente fuori controllo, la conseguenza immediata è stata la perdita
dell'accesso al mercato obbligazionario in quanto i tassi di interesse sono andati molto
2. rapidamente fuori controllo.
Diamo un'occhiata a due grafici. Il primo rappresenta l'andamento negli ultimi cinque anni
delle obbligazioni Greche a dieci anni. Si noti che solo tre anni fa i tassi di interesse greci
non erano ancora saliti. Il mercato obbligazionario chiaramente non guardava quello che io
ed altri osservatori (e numerosi hedge fund) stavano vedendo: la Grecia non era più in
grado di pagare le sue fatture. Il debito della Grecia (e quello dei paesi periferici) era
diventato il nuovo subprime. Ma i leader europei negavano in maniera profonda la non
solvibilità della Grecia. Basta fare una semplice ricerca su Google per trovare decine di
citazioni fatte dai diversi leader che assicuravano che la Grecia non avrebbe fatto default,
e questo fino al momento in cui invece è avvenuto! (Uno di questi ha anche ammesso che
era necessario mentire!)
Il secondo grafico mostra invece il debito greco con una scadenza a due anni. In questo
periodo di tempo i tassi di interesse sono saliti invece alle stelle arrivando al 177,37% (e di
conseguenza i valori obbligazionari sono precipitati!).
3. Mentre la crisi si stava sviluppando nascevano in contemporanea dei particolari racconti
sulla personalità nazionale dei greci. "Non pagano le tasse." (E su questo vi è più di un
elemento di verità. L'evasione fiscale è uno sport nazionale in cui eccellevano e sul quale
forse erano pari solo agli italiani.) "Sono strapagati e non lavorano sodo." (Verificate se è
falso.)" Hanno fatto dei brogli pur di entrare nella zona euro." (questo è vero ma erano in
buona compagnia.)
Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpinvestments.com - è la società
partner di John Mauldin per il mercato Europeo.
Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il
mercato Italiano.
Attenzione ai buoni fruttiferi greci
Un pezzo molto classico è la storia scritta da Michael Lewis per Vanity Fair dove veniva
approfondita la sistematica corruzione presente nel sistema fiscale assieme ad altre
questioni nazionali (su questo ve ne parlo più avanti). Ho scritto in merito a tale articolo in
questa lettera che in Endgame. Si tratta di un pezzo particolarmente brillante.
E' diventato facile dire che la Grecia rappresenta un sistema che è fallito. "La Spagna non
è la Grecia," ci ripeteva il primo ministro Rajoy nel bel mezzo della propria crisi. In effetti ci
è stato detto da un leader dopo l'altro che il loro paese non era la Grecia, e che in qualche
modo la loro crisi era completamente diversa e che aiutare loro non era la stessa cosa di
come era stata fatto per la Grecia.
Quasi ogni giorno ci veniva presentato uno spettacolo fatto di rivolte e manifestazioni, di
completo caos politico. Sembrava che tutte le notizie erano "totalmente sulla Grecia, in
qualsiasi momento." La Grecia sarebbe stata la prima di una serie di paesi a cadere,
4. mentre questi uno dopo l'altro uscivano dall'euro? Quelli che come noi che consideravano
l'euro come un esperimento e non ancora una valuta vera e propria (in quanto non era
ancora andata in crisi), avevano ancora più motivi per essere scettici su un'unione
monetaria che voleva esistere senza una unione fiscale. Il termine "PIIGS" (Portogallo,
Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) è entrato nel linguaggio di tutti i giorni come un
eufemismo per indicare i paesi fortemente indebitati.
Scrivere che la Grecia poteva fare solo una scelta tra due disastri non era stato
particolarmente sprezzante da parte mia. E' stato semplicemente il riconoscere gli effetti
che si erano cumulati dalla mancata capacità di fare delle scelte ovviamente difficili. Una
volta però che la Grecia ha perso l'accesso al mercato obbligazionario il gioco di prendere
i soldi in prestito e spenderli era finito.
(Come "perdita di accesso al mercato" intendo dire che non potevano più prendere in
prestito del denaro a dei tassi di interesse che potevano dargli la speranza di essere in
grado di ripagare il loro debito. La struttura data dalla composizione del loro debito e dei
deficit portava ad indicare che in tempi molto brevi i pagamenti per gli interessi sarebbero
stati maggiori rispetto alle entrate del governo. In questo caso i mercati obbligazionari
tendono ad abbondare il paese molto prima che questo accada.)
Poiché sappiamo quello che è successo a causa della permanenza della Grecia nell'euro,
cerchiamo ora di fare delle ipotesi con la nostra mente e proviamo ad immaginare quello
sarebbe successo e come oggi potrebbe essere la Grecia se avesse abbandonato l'euro.
La "notizia positiva" è che la nuova dracma sarebbe subito scesa del 50% in modo da
eliminare da un giorno all'altro lo squilibrio commerciale, e come conseguenza di questo
tutte le importazioni avrebbero richiesto una moneta più "solida" (come euro, dollari,
sterline) e a quel punto il denaro sarebbe arrivato solo dalle esportazioni. A quel punto la
Grecia si sarebbe trovata coinvolta in una immediata e profonda depressione. Mentre i
lavoratori dello stato sarebbero stati pagati in dracme, le banche sarebbero fallite e si
sarebbe stati costretti a nazionalizzarle. Le aziende che avevano bisogno di importare
materiali per produrre i prodotti, sia per uso locale o per trasformarli poi in esportazioni
sarebbero state assetate di liquidità. Questo sarebbe stato un completo caos.
È vero la Grecia avrebbe potuto semplicemente non pagare più il suo debito, entrare in
una situazione di emergenza e richiedere gli aiuti umanitari al FMI e ad altri. Ma ci sarebbe
voluto un po' di tempo prima che ci fosse un intervento del genere da parte delle strutture
istituzionali.
In quel momento ho invece pensato che la Grecia avrebbe infatti eletto un governo che poi
avrebbe lasciato a causa delle difficoltà che avrebbe incontrato nel rimanere. Se vi
ricordate ci sono state diverse elezioni in quel periodo che hanno fatto si che i politici di
tutta Europa rimanessero con il fiato sospeso per mesi e mesi. Ci sono stati molto vicini.
L'anno scorso ci sono volute due elezioni per arrivare ad un governo di coalizione. Alla
fine la maggior parte dei greci voleva rimanere nell'euro, sia che questi fossero
politicamente a sinistra o a destra. Alla fine è venuto fuori un governo di coalizione per
gestire la crisi e per cercare di trovare un percorso per uscire fuori dal caos. E la cosa non
è stata (e non sarà) facile.
La Grecia è stata (ed è) e sarà supportata finanziariamente per diverso tempo. Ciò
significa soldi dalla "troika" (il FMI, la BCE e l'Unione Europea). Ma anche il fatto che il
denaro viene dato con il contagocce. Ovviamente questo ha significato un regime di
5. "austerità" o l'imparare a vivere con un budget limitato.
Come ho scritto per lungo tempo il sistema bancario europeo è un disastro sistemico. I
regolatori hanno FATTO SI (non c'è un grafico abbastanza significativo che possa
esprimere la sfacciataggine di un tale progetto) che le loro banche comprassero il debito
pubblico ed hanno permesso loro di fare leva su tale debito fino a 40 volte.
La teoria era che nessun debito governativo (europeo) potesse effettivamente fare default
e quindi non era necessario avere del capitale di riserva contro un possibile rischio di
default. E se la Grecia (e il Portogallo e l'Irlanda, ecc) offrono un modesto premio sul loro
debito (pari al 2-3%) rispetto al debito tedesco o francese, allora a quel punto lo spread è
un opportunità per i direttori delle banche e per gli azionisti. Dopo tutto i regolatori avevano
dichiarato che non c'era alcun rischio, era molto facile guadagnare quei soldi. Anche gli
economisti riescono a capire come fare soldi con uno "spread modesto", ma con una leva
pari a 40 senza alcun rischio. Basta chiedere a quegli intelligenti ragazzi del Long Term
Capital. E se lo spread fosse stato del 2%? A quel punto avrebbero chiesto ancora di più.
Il 100% sul proprio capitale per un anno senza alcun rischio? Dove posso iscrivermi?
E così l'Unione europea si è trovata in una crisi del credito quando invece è poi
incominciato ad aumentare il livello di rischio del debito greco, essendo comunque già
stata precedentemente decimata dalla crisi dei mutui subprime. A quel punto qualcuno ha
fatto poi notare che la Grecia non era in grado di pagare il proprio debito. Ma le banche
tedesche e francesi possedevano gran parte del debito greco (e di altri paesi periferici) e
quindi se la Grecia avesse fatto default anche loro sarebbero andate in bancarotta. Tutto
ciò ha fatto si che i rispettivi governi fossero costretti a capitalizzare le loro banche per
mantenere a galla i loro paesi. Ma poi tutto questo avrebbe messo in dubbio la qualità del
loro credito, proprio perché stiamo parlando di una grande quantità di denaro.
Contagio, si chiamava Grecia
E se alla Grecia fosse stato permesso di fare default a quel punto che implicazioni
avrebbe avuto questa cosa sugli altri paesi periferici fortemente indebitati? La parola
contagio a quel punto era entrata nel lessico economico e questo anche grazie al fatto che
Merkel e Sarkozy (e molti altri leader europei) erano apertamente preoccupati del fatto che
se la Grecia fosse stata autorizzata (o fosse stata costretta) ad uscire dall'euro, l'intero
esperimento dell'euro avrebbe potuto essere messo in discussione.
Quindi la soluzione più semplice era quella di semplicemente prestare i soldi alla Grecia
per permettere loro di pagare le banche fino a quando i prestiti sarebbero diventati
sufficentemente contenuti e alla fine ciò che sarebbe rimasto avrebbe potuto essere
cancellato. Naturalmente i prestiti della Troika erano considerati sacri e non potevano non
essere ripagati (maggiori dettagli più sotto). Ma i privati che detenevano il debito greco
hanno perso circa il 90% su un mark-to-market (come avevo previsto). E potrei essere
stato ottimista. Vedremo.
Allora, andiamo avanti velocemente a parlare dei miei quattro giorni in Grecia. Sono stato
in Europa per una serie di interventi in Scandinavia per i fondi Skagen. Poi dovevo essere
a Ginevra circa otto giorni dopo quindi invece di tornare a casa a Dallas per poi tornare
indietro ho deciso di rimanere in Europa. Avevo scritto sulla Grecia per molti anni ma non
l'avevo mai visitata, anche se in quel periodo avevo una forte corrispondenza con i lettori
greci. Così dopo essere stato in Scandinavia ho trascorso il fine settimana nel sud della
6. Spagna, un giorno a Londra e poi sono volato ad Atene.
Avevo chiesto al mio buon amico Christian Menegatti, direttore generale e responsabile
della ricerca presso Roubini Global Economics di venire con me. Christian è un italiano ed
sposato con una moglie greca (ed ha appena avuto un bambino!). Assieme siamo stati
straordinariamente impegnati in riunioni. Abbiamo incontrato uomini d'affari ed
imprenditori, politici, economisti, responsabili delle banche ed investitori. E di sera in
quanto nessuno di noi è timido abbiamo frequentato le taverne/bar per incontrare la gente
del posto.
Rivediamo velocemente alcuni aspetti e poi voglio condividere con voi delle cose che ho
imparato a partire da alcuni aneddoti raccolte durante le serate.
L'economia greca è crollata di circa il 20% in termini di PIL dall'inizio della crisi.
Quest'anno si prevede che scenda di un altro 5% o anche di più. In effetti le previsioni
dell'Economist dicono che la Grecia sarà la peggiore economia del mondo nel 2013. Se
date uno sguardo alla tabella qui sotto, questa riporta le nazioni migliori e peggiori
secondo le loro previsioni. (Una domanda per le persone che hanno fatto questa
previsione: Ma come può essere la Grecia peggiore della Siria? Seriamente!)
Mi hanno detto che la disoccupazione è vicina al 27% e sta aumentando e potrebbe anche
arrivare al 30%. La disoccupazione giovanile è oltre il 50% e i giovani se ne stanno
andando. Più di € 80 miliardi hanno lasciato il sistema bancario per approdare in altri
paesi. Le banche fondamentalmente dipendono dai prestiti della banca centrale greca che
vengono erogati al fine di mantenere la liquidità. Teoricamente questi prestiti
contribuiranno a formare il debito del governo greco.
Le banche greche sono totalmente in bancarotta, avendo dovuto subire dei forti tagli sul
debito greco che era da loro detenuto. Le banche che sono considerate a rischio
7. "sistemico" dovranno aumentare del 10% il denaro necessario per ricapitalizzarsi, al fine di
ottenere il 90% del denaro disponibile dai fondi comunitari. Le banche che non sono
considerate a rischio sistemico saranno semplicemente nazionalizzate. Questo è un punto
che riprenderemo.
Il tutto suona così triste. E in effetti quando ho lasciato il paese ho saputo che ci sono state
segnalazioni di bombe. A quanto pare non ci sono stati dei feriti. E il sabato pomeriggio ci
sarebbe stata una forte dimostrazione. Hanno bloccato le strade di fronte al nostro hotel (il
Grand Bretagne), che si trova sulla piazza di fronte al palazzo del governo. Quando
vedrete le foto delle manifestazioni greche probabilmente starete vedendo ciò abbiamo
visto anche noi. Dopo aver già sperimentato cosa significa una manifestazione con
700.000 persone quando ero a Buenos Aires lo scorso novembre, questa sembrava un po'
più tranquilla. Per lo più sembrava un concerto rock con della pessima musica. Mi è stato
detto dal portiere che si trattava di una protesta da parte della "sinistra radicale" ed era
contro il razzismo della "destra radicale".
"Se non si presenta nessuno allora le strade verranno riaperte quanto prima." Ho atteso
un po' e quando la manifestazione era solo nelle mie orecchie sono tornato nella mia
stanza.
Tutta la devastazione economica e il dibattito politico evoca un'immagine mentale di una
zona in guerra, eppure tutto sembra così normale quando si è lì. Il contesto è un po'
surreale con l'Acropoli di 2.500 anni fa e il Partenone, splendidamente illuminato di notte,
che domina la vista su Atene. (Atene in realtà dovrebbe essere sulla vostra lista delle cose
da vedere. In questo periodo siamo fuori stagione, ma di notte le strade non sono vuote e i
ristoranti e le taverne si riempiono per lo più con la gente del posto.)
Christian ed io abbiamo finito per prendere lo stessa aereo per Atene. Abbiamo subito
lasciato il nostro bagaglio e abbiamo cenato assieme e siamo andati a fare un giro a piedi
in una zona che conosceva Christian. Ci siamo seduti fuori all'aperto e abbiamo ordinato
alcuni piatti molto semplici e abbiamo iniziato a progettare i nostri prossimi giorni. Alla fine
il proprietario è venuto da noi e quando ha notato il mio accento si è fermato a
chiacchierare con noi. Quando ha capito che stavamo cercando di conoscere la situazione
in Grecia si è dimostrato particolarmente aperto nei nostri confronti. Lo abbiamo assalito
con domande sui business e sull'economia. Come poteva non rispondere?
Mi è sembrato un po' strano nel momento in cui ha sottolineato che aveva più volte
tagliato i costi, andando a fare gli acquisti direttamente dalle aziende agricole locali (il cibo
infatti era buono). Per lui non ci sono intermediari! Avrei voluto chiedergli perché aveva
aspettato che arrivasse una crisi per cercare del cibo migliore e meno costoso, ma non
l'ho fatto. Ci siamo stretti la mano e poi gli ho chiesto cosa ne pensasse del nuovo
governo di coalizione.
Ha abbassato lo sguardo e poi si è guardato intorno. E mi ha detto tranquillamente di aver
votato per il partito Golden Dawn sperando che la risposta ci bastasse. Quando abbiamo
fatto ancora più domande senza fare ulteriori commenti si è fortemente infiammato. (Nota:
questo è il partito della "destra radicale" che ci era stato menzionato dal portiere, Golden
Dawn è arrivato a circa 8-10% nei sondaggi. Quando viene menzionato dai media globali
viene spesso definito come un partito neo-nazista...)
In pochi minuti è diventato particolarmente turbato, però non noi (almeno credo)! In modo
8. animato ci indicava la direzione dei capitali esclamando (senza alzare troppo la voce),
"Hanno rubato miliardi e li hanno messi nei conti svizzeri e ora vogliono tassare ancora di
più noi per quanto loro hanno rubato. Sono tutti uguali!"
La serata successiva ci ha offerto un qualcosa di completamente diverso. In serata
abbiamo raggiunto la base dell'Acropoli e abbiamo trovato quello che sembrava un posto
abbastanza promettente e così siamo entrati. Era ancora molto presto rispetto agli
standard greci ma qualcuno stava suonando la chitarra e cantava delle melodie greche,
era (hem) un vecchio signore che con dei vecchi amici stava mangiando e bevendo
insieme a loro. (Più tardi abbiamo scoperto che da 20 anni si incontravano una volta al
mese.) Dato che la serata ha continuato e il vino era abbondante, si sono poi messi a
cantare. E poi è arrivata anche una seconda chitarra.
Il cantante ha cantato per tre ore senza una pausa. In un primo momento era da solo, ma
poi anche altri si sono uniti al coro.
Ogni tanto passava di li il giovane proprietario della taverna e così abbiamo iniziato come
la sera prima a fargli delle domande. Quando ha scoperto quello che stavamo cercando e
andato immediatamente all'altro tavolo e ci ha presentato uno di quei signori anziani. A
quel punto abbiamo scoperto che era un giornalista economico e presidente (emerito) di
una società greca di giornalismo. Ho chiesto subito in prestito una penna e ho
incominciato a prendere appunti su una tovagliolo di carta.
Prigionieri della burocrazia
Sembrava uno strano miscuglio di pessimismo e di speranza, una perfetta metafora
vivente di quello che ho trovato in Grecia. Questo è il miglior governo che lui avesse mai
visto nella sua vita: "Mi fido di questo governo." Ma quando gli chiediamo se è ottimista, a
quel punto ha scosso la testa e con aria stanca ha detto di no. Quando gli abbiamo chiesto
il motivo a quel punto ci ha detto: "Il governo è prigioniero della burocrazia. Ci sono 4.021
corporazioni e 6.200 codici. Semplicemente non è possibile cambiare le cose. Ci sono
600.000 leggi fiscali. Nessuno sa veramente chi realmente sta pagando."
E poi ha continuato dicendo: "Vi ricordate lo spettacolo di qualche anno fa, quando è
arrivato un nuovo governo e dopo che si è insediato ha trovato enormi debiti e delle
irregolarità contabili? La colpa di tutti i problemi era del vecchio governo in quanto aveva
negoziato dei nuovi prestiti con la UE. Naturalmente le stesse persone che stavano
accusando i burocrati erano le stesse che li avevano nominati l'ultima volta che erano stati
al potere.
Il governo ancora oggi non sa come viene speso il denaro. Si cercherà di cambiare. Ma
anche se entreranno in vigore le nuove leggi, con le attuai regole un ministro non è
obbligato a rispettarle."
Sembra che la burocrazia sia prigioniera delle corporazioni; questa cosa negli Stati Uniti la
definiamo con il termine regulatory capture. Questo succede quando un'agenzia che
dovrebbe regolamentare, "che viene costituita per operare nell'interesse del cittadino,
segue invece gli interessi delle imprese commerciali o di speciali gruppi di interesse che
dominano quella specifica industria. Il Regulatory capture è una forma di fallimento del
governo, in quanto può diventare un incoraggiamento per le imprese nel generare delle
9. condizioni controproducenti. Le agenzie sono chiamate 'captured agencies.'" (Wikipedia)
Il che ci riporta alle osservazioni fatte dal proprietario del primo ristorante che aveva
deciso di tagliare gli intermediari. Ho chiesto ad uno dei miei ospiti (e qualcuno ha
confermato) che le regole erano impostate in modo che solo pochi fornitori di un prodotto
potessero competere. Voi acquistate il vostro olio o la produzione arriva da un gruppo
molto limitato. Andare direttamente dai produttori è legale, ma evidentemente non è così
facile. E' la stessa cosa in tutte le imprese e le industrie? No, ma comunque in misura tale
da rappresentare un problema.
Un imprenditore ci ha detto che ha una fabbrica in Germania ed una in Grecia. Quella in
Grecia è produttiva tanto come quella in Germania, ma ha bisogno di cinque volte il
numero di contabili e avvocati e impiegati per poter operare all'interno del sistema.
Questa lettera è già lunga e io sono solo arrivato a metà delle riflessioni (e solo nel voler
parlare della Grecia) quindi ho deciso di lasciare la seconda parte per la prossima
settimana, riportandovi le mie impressioni sugli incontri con gli imprenditori e i funzionari
del governo, insieme ad alcuni nuovi report e citazioni. Ma non voglio finire qui senza
prima farvi alcune mie considerazioni.
Ho trovato un cauto ottimismo in Grecia in quanto pensano che le cose possono cambiare.
La fonte di questo possibile cambiamento come vedremo è un po' ironica. I greci sono di
natura degli imprenditori. Come ho già detto un paio di settimane fa è stato il figlio di un
immigrato greco che iniziato le perforazioni orizzontali ed il fracking qui in Texas. E delle
nuove imprese greche stanno spuntando un po' ovunque. Esiste la possibilità reale che ci
sia un finale positivo per quella che quando era iniziata sembrava una crisi profondamente
disastrosa.
Ho sentito più volte dire: "Se siamo in grado di attraversare i prossimi sei mesi senza delle
reali proteste o ..." Stanno arrivando comunque degli ulteriori tagli e questi saranno ancora
più incisivi. Le cose devono cambiare e c'è un vero e proprio atteggiamento collegiale
soprattutto nella burocrazia, che non vuole vedere il cambiamento almeno per quanto
riguarda la propria parte. Ma tutto quello che dovete fare è attendere la prossima
settimana, basta tenere presente che ciò che accade in Grecia non succederà solo li in
Grecia.
Come ho detto tre anni fa il resto d'Europa sta guardando. Questa canzone greca sarà
cantata presto in tutte le taverne, pensioni, bistrò, Gasthäuser, pub e osterie d'Europa. Le
parole saranno diverse ma la melodia sarà la stessa. Cantata da uomini anziani che
desiderano per i loro nipoti una prospettiva migliore.
Toronto, New York, Washington DC, Las Vegas e l'Argentina
Parto domenica per Toronto, dove trascorrerò la serata discutendo della quotidianità e di
economia con il mio buon amico David Rosenberg. Il giorno successivo mi incontrerò con
Rick Rule e il team di Sprott Investments. Quella sera inoltre terrò un intervento per il mio
partner canadese, Nicola Wealth Management presso l'Hotel Trump. Sarò ospite sulla
BNN alle 3 del pomeriggio con Andrew Bell e Saijal Patel, sono vecchi amici che ho
incontrato finora solo attraverso la cinepresa, quindi sarà divertente stare con loro in
diretta.
10. Il giorno seguente volerò a New York per una serie di incontri e, credo per uno spot in TV
con Tom Keene; e poi in radio per le 8 del mattino. Poi ancora un paio di riunioni prima di
andare a Washington, DC per stare con il mio buon amico Newt Gingrich. E poi si torna a
Dallas.
La settimana prossima sarò a Las Vegas per fare un intervento alla Turnaround
Management Association.
Sto facendo un piano per andare in Argentina per due settimane a metà marzo. I miei
amici e partner di Casey Research hanno costruito un magnifico resort nel nord del paese
appena fuori dalla città di Cafayate. E' situato ai piedi delle Ande con un clima perfetto
tutto l'anno. Uno dei migliori campi da golf in Sud America (almeno il più lungo!).
E' ora ancora una volta è arrivato il momento di premere il pulsante di invio. Il ricordo di
quella sera nella taverna greca con quei signori rimarrà per me un ricordo speciale. E'
stato come vivere una scena da Zorba il Greco. Ora ho solo bisogno di capire come
arrivare ad una spiaggia greca questa estate!
Il tuo analista che pensa a come le cose dovranno cambiare ovunque,
John Mauldin
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