1. C
onfindustria, in collabo-
razione con Inail e Fon-
dirigenti, ha avviato un
programma d’azione intitolato
“Sviluppo Imprese in Sicurez-
za” (Progetto SIS), rivolto agli
imprenditori ed ai manager per
una maggior diffusione della
valenza culturale della preven-
zione dei rischi lavorativi qua-
le imperativo etico e di respon-
sabilità sociale oltre che fatto-
re determinante per la qualità
del lavoro e la competitività
dell’impresa, prima che obbli-
go giuridico.
Perché cultura della sicurez-
za?
Una recente ricerca del Cen-
sis attesta che per il 47% degli
italiani il problema della si-
curezza è un problema di “al-
tri” mentre solo il 30% degli
intervistati ritiene che la sicu-
rezza dipenda dai propri com-
portamenti.
Per affermare con efficacia e con-
cretezza i valori della sicurezza
e della salute del lavoratore non
bastano certe leggi e sanzioni
ma piuttosto una vera e propria
cultura della sicurezza.
All’evento sono intervenuti:
Martino Martellini responsabi-
le comunicazione Confindu-
stria Marche, Paolo Andreoni
Presidente Confindustria Mar-
che, Salomone Gattegno Presi-
dente comitato tecnico salute e
sicurezza Confindustria, Bru-
no Adinolfi Direttore regionale
INAIL Marche.
Relatori sui temi dell’investi-
mento nella sicurezza, della
sua organizzazione e della co-
municazione e partecipazione:
Marco Frey Docente di econo-
mia e gestione delle imprese,
Scuola superiore Sant’Anna di
Pisa, Francesco Bacchini Do-
cente di Diritto del Lavoro, Uni-
versità di Milano Bicocca, Car-
lo Galimberti Docente di Psico-
logia Sociale, Università Cat-
tolica del Sacro Cuore, Fabiana
Gatti Docente di tecniche di co-
municazione e gestione di pic-
coli gruppi, Università Cattoli-
ca del Sacro Cuore, Massimi-
liano Della Pasqua Esperto
Contarp INAIL Marche.
Testimonianze di “best pra-
ticl” in tema di gestione dei
sistemi di salute e sicurezza:
Sandro Paradisi Presidente Pa-
radisi srl, Matteo Rossi Respon-
sabile qualità e Sistemi Infor-
matici Morfeus spa.
Alla tavola rotonda hanno par-
tecipato:
Angelo Stango Delegato al Wel-
fare Confindustria Marche, Ro-
berto Rocchegiani Federmana-
ger Marche, Massimo Giacchet-
ti CGIL CISL UIL Marche, Giu-
liano Tagliavento Dirigente Ser-
vizio Sanità Pubblica Regione
Marche, Giuseppe Mariotti Di-
rigente responsabile vicario
INAIL Marche.
Rosaria Deganello Coordina-
trice Area Ambiente e Sicu-
rezza ha rivolto due doman-
de:
“In un momento di crisi, dove
tutte le aziende hanno avviato
programmi di razionalizzazio-
ne e riduzione dei costi, è pos-
sibile che il livello di preven-
zione e protezione possa essere
compromesso per la riduzione
dei budget?”
Federmanager: in un momento
di crisi e di razionalizzazione
dovremmo da un lato elimina-
re le inefficienze e gli sprechi e
dall’altro investire nell’orga-
nizzazione per prepararla alla
ripresa. Perché il rischio non è
solo quello di non sopravvive-
re all’attuale fase di stagnazio-
ne, ma è soprattutto quello di
trovarsi impreparati alla ripre-
sa della domanda.
I dati INAIL ci insegnano che
storicamente la curva di cresci-
ta del PIL è stata sempre antici-
pata da una curva di crescita
degli infortuni, perché le acce-
lerazioni molte volte vengono
vissute senza programmazio-
ne, cercando di spingere al mas-
simo i rendimenti ed i risultati
a scapito della prevenzione e
della protezione dei lavoratori.
Questa mancata prevenzione,
per molte imprese, potrebbe
addirittura mettere in discus-
sione i benefici di una ripresa
economica.
La stima CEE dei costi del ser-
vizio sanitario e delle aziende
ha rilevato che l’impatto eco-
nomico della mancata sicurez-
za ha un costo di 3 e 4 punti del
PIL.
“Diffondere la cultura della si-
curezza. Con quali strumenti
concretamente possiamo accre-
scere il livello di conoscenza
dei sistemi di prevenzione e
protezione dei lavoratori ? Al-
cune proposte concrete.”
Federmanager: Non vi è alcun
dubbio che la percezione del ri-
schio deve avvenire a livello del
lavoratore. Ma qualsiasi proces-
so di informazione e formazio-
ne sui livelli di applicazione dei
sistemi di prevenzione e prote-
zione deve partire da una chia-
ra e manifesta volontà della go-
vernance.
La prima proposta concreta è
quella contenuta nel progetto
Federmanager Marche “La si-
curezza parte dall’alto” una
serie di incontri informativi
rivolti alla classe dirigente ed
ai professionisti (manager,
quadri, imprenditori, ordini
professionali, presidi, inse-
gnanti ecc.).
Un altro importante interven-
to può essere fatto nella divul-
gazione dei “sistemi di gestio-
ne”, divulgazione che deve an-
che essere una esemplificazio-
ne dell’applicazione delle nor-
me del Dlgs 81/08 in casi pra-
tici, tradotti in moduli facil-
mente compilabili. Il tutto per
ridurre le complicazioni del-
l’applicazione e della compren-
sione della norma per arrivare
all’efficacia di aumentare il li-
vello di prevenzione e prote-
zione dei lavoratori.
“Sistemi di gestione” che se ap-
plicati con convinzione e vo-
lontà manifesta della governan-
ce possono attivare quei pro-
cessi di miglioramento gestio-
nale necessari per uscire da
questo momento di stagnazio-
ne innovativa.
Il progetto riguarda la reda-
zione di una prima pubblica-
zione: “Manuale pratico per
la gestione del Servizio di Pre-
venzione e Protezione, attra-
verso l’applicazione del siste-
ma di gestione OHSAS
18001”.
Progetti che attendono ora la
condivisione delle organizza-
zioni che credono nello “Svi-
luppo in sicurezza”.
Roberto Rocchegiani
Federmanager Marche
PPROGETTOmmanagerlunedì 19 luglio 201013
SPAZIO GIOVANI
Progetto SIS
Sviluppo Imprese in Sicurezza
Antonio Colella
S
tiamo attraversando mo-
menti di pesanti difficol-
tà: economiche e non solo.
Qualsiasi attività si faccia oggi,
per trarne un beneficio sia pur
minimo bisogna spendervi
quote di fatica ben superiori a
prima. Mercati sicuri non ve ne
sono più, quelli nazionali so-
no insufficienti, si impone così
la necessità di guardare lonta-
no. L’internazionalità diventa
dimensione obbligata, i rappor-
ti con l’estero assumono valore
determinante per la conquista e
la conservazione di uno spazio
operativo, in un sistema ormai
senza più frontiere. Questo va-
le per l’industria come per il
commercio, per i servizi come
per le professioni. Anche la
competizione a livello indivi-
duale si è fatta più aspra.
Questo “dover guardare lonta-
no” porta alla necessità di una
lingua comune che consenta di
comunicare qualsiasi sia l’origi-
ne delle parti. L’inglese vi si
conferma tale. Una conoscenza
efficace dell’inglese equivale a
un titolo di studio aggiuntivo.
Se poi se ne aggiunge un’altra,
e magari un’altra ancora fra le
grandi lingue mondiali, il valo-
re professionale individuale si
eleva a livelli di concreta supe-
riorità. Per progredire bisogna
comunicare.
Dizionari per l’inglese ve ne
sono di importanti e prestigio-
si. Il nostro, nella sua misura
ha ragione d’essere per la sua
specificità, in quanto dedicato
esclusivamente al linguaggio
del lavoro. Non un libro di testo
ma un “attrezzo” che profuma
di metalmeccanica come di la-
boratorio informatico, perché
progettato e costruito all’inter-
no stesso del mondo del lavoro.
Nelle precedenti edizioni pre-
valevano i termini per la ricer-
ca e il miglioramento dell’im-
piego, quella attuale conferma
l’impostazione ma si estende
alle condizioni lavorative com-
plessive, così da essere uti-
le non solo ai più giovani
ma anche a chi già operi
professionalmente nella sfe-
ra internazionale del lavoro.
Dizionario e prontuario allo
stesso tempo. In appendice,
fra l’altro, “frasi fatte” in in-
glese con le quali comporre
una domanda d’impiego in tut-
te le sue parti, più una traccia di
dialogo che con maggior proba-
bilità può stabilirsi in un collo-
quio di assunzione in inglese.
Per un dizionario tecnico – e
questo è un dizionario tecnico –
l’attualità delle fonti è fonda-
mentale. Nel nostro caso queste
sono state gli organi di stampa
di lingua inglese, i documenti
interaziendali, la contrattualisti-
ca internazionale, la letteratura
legale riguardante le normative
e la tutela del lavoro. Per i ter-
mini comuni aventi significati
multipli il criterio è stato quel-
lo di riportare solo le attinenze
legate alle materie lavorative.
La pubblicazione, compatibil-
mente con la tiratura, viene di-
stribuita gratuitamente nelle
classi di maturità delle scuole
superiori, nelle istituzioni per lo
studio universitario, nelle or-
ganizzazioni formative. Un
evento che, per un altro verso,
arricchisce lo splendido pano-
rama del volontariato, ricchez-
za e vanto del nostro Paese. Mi-
lano è il luogo dove hanno ori-
gine molte e importanti inizia-
tive di volontariato. Questo fa
sperare che all’Italia, e nella no-
stra Città, venga assegnata la
sede dell’Agenzia Europea del
Volontariato di prossima costi-
tuzione.
Il Dizionario è stato insignito
del patrocinio della Regione
Lombardia, della Provincia e
del Comune di Milano, del
MIUR-D.G. Ufficio Scolastico
Regionale per la Lombardia.
Questo 2010 che già corre è l’an-
no in cui in tutti noi v’è speran-
za e determinazione che diven-
ti l’anno del consolidamento
economico e della crescita del-
l’occupazione. Tutti ci adope-
riamo perché questo avvenga.
E questo porta a una riflessione,
che con la qualità della vita
qualcosa a che fare ce l’ha di si-
curo. La riflessione è che ci
siamo stancati di disperare e ci
è venuta una gran voglia di
ben sperare!
Comunicare il lavoro
per favorire l’occupazione
e allargare i mercati
IL DIZIONARIO DEI TERMINI DEL LAVORO
PER LA LINGUA INGLESE NUOVA EDIZIONE
DIZIONARIO DEI TERMINI
DEL LAVORO
italiano-inglese inglese-italiano,
4a ed. di Antonio Colella
Dalla presentazione dell’autore al con-
vegno “Ricerca, innovazione e nuove
tecnologie a tutela della qualità della vi-
ta” organizzato dal Lions Club “Milano
alla Scala” con l’editrice “Soiel Interna-
tional”.
Milan Marriott Hotel, 28 aprile 2010
Pubblicazione di solidarietà fuori
commercio. I colleghi dirigenti atti-
vi nella formazione possono ritirar-
ne copia a mano presso la Segrete-
ria del Distretto Lions 108IB4,
Via Bagutta 12, 20121 Milano,
tel. 02.89690307