4. Quadro storico Nel 1714 , vi fu la morte della regina d’Inghilterra Anna e si estinse la dinastia degli Stuart facendo sì che il trono inglese fu ereditato dalla casa tedesca di Hannover. Insediamento dei primi sovrani hannoveriani Giorgio I ( 1714-1727 ) e Giorgio II ( 1727-1760 ). Regnavano in un paese di cui ignoravano tradizioni, costumi e persino lingua: questo favorì i fautori della restaurazione degli Stuart. Walpole mantenne il paese estraneo alle contese internazionali e stimolò un ulteriore sviluppo delle attività marinare e commerciali. Giorgio I riuscì tuttavia a controllare le forze di opposizione, appoggiandosi al partito dei whigs, fautori dei diritti del Parlamento, e chiamando a reggere il governo il loro leader Robert Walpole, che ricoprì la carica di capo di gabinetto per oltre un ventennio ( 1721-1742 ). Prese corpo un movimento di "risveglio nazionale", di cui si fece promotore William Pitt. Divenuto capo di Gabinetto nel 1757 , Pitt intraprese una vigorosa politica estera di prestigio e di potenza.
5. David Hume nacque a Edimburgo , secondogenito di un possidente del Berwickshire , contea della Scozia meridionale. Vita Nella città di nascita intraprese gli studi di giurisprudenza. I suoi debutti come avvocato a Bristol non andarono a buon fine e ben presto scelse di trasferirsi in Francia, dove scrisse la sua opera più importante, il Trattato sulla natura umana . Ritornato in Inghilterra , pubblicò nel 1742 la prima parte dei suoi Saggi morali e politici . Ritornò quindi sul continente e, tra il 1745 e 1748 , ottenne vari incarichi politici, recandosi fra l'altro alle corti di Vienna e Torino . Nel 1763 divenne segretario dell'ambasciatore d'Inghilterra a Parigi , città nella quale rimase fino al 1766 . Qui ebbe l'opportunità di frequentare gli ambienti illuministi e conoscere il filosofo Jean-Jacques Rousseau , nonché essere ospite del barone Paul Henri Thiry d' Holbach . Terminò la sua esistenza ad Edimburgo nel 1776 .
6. David Hume Hume è stato un filosofo e storico e, con Adam Smith e Thomas Reid , una delle figure più importanti dell' illuminismo scozzese. Molti considerano Hume come il terzo ed il più radicale dei British Empiricists ("empiristi britannici"), dopo l' inglese John Locke e l'anglo- irlandese George Berkeley. Il suo pensiero, nato sotto la luce delle correnti illuministiche del XVIII secolo , rimane ancor oggi rilevante per la filosofia contemporanea. Hume mirava a realizzare una scienza della natura umana, dotata di quella stessa certezza e organizzazione matematica che Newton aveva utilizzato per la fisica , in cui compie un'analisi sistematica delle varie dimensioni della natura umana, considerata la base delle altre scienze.
7. Teoria della conoscenza Anatomia del processo conoscitivo Critica del principio di casualità L'abitudine e la credenza Il mondo e l'Io Pensiero
8. Teoria della conoscenza ESPERIENZA Basata su: Percezioni immediate dei fenomeni chiamate IMPRESSIONI IDEE Che si uniscono tra loro per mezzo di leggi associative producendo IDEE COMPLESSE Le leggi associative possono essere: Somiglianza Contiguità nel tempo e nello spazio Causalità che sono Sostanze Relazioni
9. Anatomia del processo conoscitivo ESPERIENZA Unica fonte di conoscenza IMPRESSION I Producono idee Fenomeni nel momento in cui vengono percepiti Ricordo indebolito delle impressioni Idee semplici: quando corrispondono ad un impressione Idee complesse: Quando si presentano come sistemi organizzati di idee semplici LA MEMORIA Ripete l'impressione originaria, in forma attenuata, ma più vivida rispetto all'immaginazione.
10. Spazio e tempo, la critica del principio di causalità, l'abitudine e la credenza
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13. Il mondo e l' Io IL MONDO Secondo Hume non è possibile dare una dimostrazione filosofica del mondo e non è possibile dubitare di questa esistenza, soprattutto perchè è il fondamento di ogni conoscenza e di ogni comportamento. Quindi il problema non è quello di spiegarne l'esistenza bensì la nostra credenza in esso. Sulla base della memoria e di una serie di assunzioni derivanti dall'esperienza passata tendiamo a connettere percezioni separate in modo da dare continuità al mondo. L'individuo si forma, attraverso la ripetizione e l'abitudine, un idea determinata delle esperienze possibili e delle loro connessioni e l'intelletto tende automaticamente ad inserire ogni nuova esperienza nell'immagine complessiva del mondo rendendola coerente con le esperienze passate. Esempio della lettera portata dal cameriere
14. UNITA‘ E IDENTITA' DELL'IO Noi non abbiamo alcuna impressione del nostro io, inteso come entità unitaria e immutabilmente identica a se stessa, ma solo dei nostri stati d'animo successivi, che fanno apparizione nella nostra coscienza. In pratica ciò che crediamo di percepire come io è soltanto un fascio di impressioni; l'identità personale non ha alcun fondamento, non è oggetto dell'esperienza. La continuità che non troviamo nel mondo la affermiamo in noi, rappresentandoci l' io come continuità e identità delle percezioni. L'identità del soggetto diviene garanzia della continuità e della stabilità del mondo.
16. Ragione e morale LA MORALE Secondo Hume le regole della morale nascono in vista della pubblica utilità; si giudicano buoni o cattivi i comportamenti degli individui asseconda che apportino vantaggio o svantaggio alla comunità. SENTIMENTO: che è la relazione del soggetto ai fatti; comune a tutti gli uomini, data l'uniformità della loro natura. Non deriva dalla ragione poiché le norme sociali non sono argomentabili; e neanche dai fatti in sé perchè essi non sono né buoni né cattivi.
17. La “legge di Hume” LA MORALE L'universalità della morale, come si è detto, non dipende dalla generalità della norma, ma dalla natura comune a tutti gli uomini, che dunque provano sentimenti simili in circostanze simili. La morale è quindi nel sentimento del soggetto, non è un predicato dei fatti. Nella filosofia posteriore si definirà “legge di Hume” l'asserzione secondo la quale non si possono derivare norme dai fatti: essa preclude ogni possibilità di fondare un etica normativa, che stabilisca cioè cosa è <<bene>> o <<giusto>> fare, e al tempo stesso esclude che in ambito etico si possa argomentare sulla base di principi razionali.
18. L'estetica IL GUSTO ESTETICO Procede dal sentimento e, pur essendo individuale, presenta tra gli individui una tendenziale uniformità di fatto, che si esprime in una sorta di senso comune. Hume fa anche un analisi del nesso tra bene e bello , cioè il rapporto tra giudizio morale e giudizio estetico. Egli si riferisce in particolare alla poesia, rilevando come i poeti pervengano a creare un particolare mondo che non è ne il mondo dei fatti ne quello delle idee, ne può essere assimilato ad una creazione arbitraria della fantasia. Non consideriamo reali le persone o le cose di cui parlano i poeti e tuttavia esse ci appaiono vive e ci colpiscono con forza, suscitando in noi delle emozioni .
21. Convenzione e contrattualismo POLITICA David Hume procede all’analisi nell’ambito politico risalendo a due concezioni di governo, entrambe vere o entrambe false: Facendo risalire il governo alla divinità, cerca di renderlo talmente sacro ed inviolabile, che per quanto tirannico possa diventare, sarà poco meno che sacrilegio attaccarlo anche nella più piccola cosa; Fondando il governo sul consenso del popolo, si suppone che ci sia un contratto originario per il quale i sudditi volontariamente abbandonino la libertà nativa e accettino le leggi dei loro eguali.
22. Norme sociali DOVERI Hume distingue i doveri umani in due categorie: Doveri ai quali l’uomo è spinto da un istinto naturale (come l’amore per i figli, la gratitudine, la pietà) Doveri stabiliti per il bene della società (come la giustizia e la fedeltà alle promesse) Nascono dalla riflessione che la società non può mantenersi se vi è una mancanza di obbedienza assoluta da parte dei sudditi verso il proprio governo. La loro finalità è quella di conservare la pace e di garantire ad ognuno il godimento della proprietà privata.
23. Lo stato Hume propone una teoria convenzionalistica dell’origine della società, contrapponendola a quella contrattualistica di Locke. Dalla convenzione ha origine la giustizia e da questa il diritto, incluso quello di proprietà. La condizione naturale è comunque auto fondata, pertanto la convenzione nasce solo sulla base dell’utilità, in quanto, associandosi, gli uomini riducono il rischio di conflitti. Sui sentimenti morali e su quelli di giustizia si fonda anche lo Stato , sorto per convenzione e non per contratto. Quando furono costituiti i governi civili, sorse un nuovo insieme di doveri tra i paesi confinanti, le leggi delle nazion i : stabilità del possesso, trasferimento di possesso mediante consenso e adempimento di promesse. La giustizia basata su tali leggi è definita come la costante e perpetua volontà di dare a ognuno ciò che gli è dovuto.
26. ha un fondamento extra-razionale, in quanto nasce dalle speranze e dai timori che agitano l’uomo, il quale attribuisce a cause segrete e sconosciute i beni di cui gode e i mali da cui è continuamente minacciato. RELIGIONE La religione Dal 1749 al 1755 Hume scrisse la “Storia naturale delle religioni” al fine di trovare i fondamenti della religione nella natura umana. La religione avrebbe la sua genesi nel sentimento del timore e quindi conseguentemente in una speranza di salvezza dopo la morte, pensata come fenomeno ineluttabile e drammatico e di esorcizzazione della potenza naturale attraverso l'affidamento al Dio, la cui devozione garantisce che la Natura risulti "benigna" per l'uomo e non più nemica incontrollabile senza un ordine che la razionalizzi.
27. "Tutto è ignoto: un enigma, un inesplicabile mistero. Dubbio, incertezza, sospensione del giudizio appaiono l'unico risultato della nostra più accurata indagine in proposito. Ma tale è la fragilità della ragione umana, e tale il contagio irresistibile delle opinioni, che non è facile tener fede neppure a questa posizione scettica, se non guardando più lontano e opponendo superstizione a superstizione, in singolar tenzone; intanto, mentre infuria il duello, ripariamoci felicemente nelle regioni della filosofia, oscure ma tranquille". LA FEDE Per Hume la fede è un sentimento irrazionale ed emotivo e non insegna all'uomo a migliorarsi dal punto di vista morale, anzi spesso lo peggiora. L'opera si chiude con queste parole: