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PAURA DELL’ISLAM

    Il travisamento della cultura
islamica nella genesi del terrorismo
di

  Roberto Rapaccini

prefazione di Franco Giustinelli


CITTADELLA Editrice
   (Collana Religioni e Dialogo)
http://www.cittadellaeditrice.com/
IL LIBRO
Paura dell’Islam
 propone un’articolata riflessione
sulla natura più profonda di quella
religione in rapporto alle altre fedi
        monoteistiche e sulle
     strumentalizzazioni che le
    organizzazioni terroristiche
          cercano di farne
L’AUTORE
L’autore, Roberto Rapaccini,
              è stato
    funzionario del Ministero
    dell’Interno occupandosi
prevalentemente di problematiche
           comunitarie
Dal 2000 al 2002 ha lavorato a
  Bruxelles presso la Commissione
  Europea come esperto nazionale
    distaccato per gli aspetti della
cooperazione di polizia relativi alla
   lotta al terrorismo e al traffico
  illecito di armi e per le questioni
 inerenti alla sicurezza e all’ordine
                pubblico
Estratti dal libro
       PAURA
    DELL’ISLAM
           di
  Roberto Rapaccini


   Disponibile online anche
        sul sito della
        casa editrice
(http://www.cittadellaeditrice.com/)
PREMESSA
PERCHE’ PAURA DELL’ISLAM?
Per chi è cresciuto nel contesto
   politico della guerra fredda la
   contrapposizione fra il mondo
     islamico fondamentalista e
 l’Occidente ha sostituito il vuoto
    creato dal crollo dell’Unione
   Sovietica; l’Islam infatti non è
      soltanto una religione, ma
rappresenta una realtà geopolitica
L’Islam non è una monade unitaria
  dai tratti definiti, ma è un mondo
      estremamente composito e
    disomogeneo nel quale manca
un’autorità capace di esprimere una
 posizione ufficiale su ogni specifica
   questione; in proposito, la Lega
Araba non ha mai avuti la forza per
        svolgere una leadership
In Occidente, a seguito dei noti fatti
 dell’11 settembre 2001, si è diffuso
 un senso di paura nei confronti del
  mondo islamico; ma l’Islam non
 coincide con quella ridotta frangia
 che pratica il ricorso alla violenza
come strumento di affermazione di
   una malintesa fede musulmana
Il pregiudizio che individua in ogni
musulmano un potenziale terrorista
genera una paura che compromette
       ogni forma di dialogo
Prima dell’11 settembre 2001
     l’Islam era un mondo a sé
 generalmente poco conosciuto in
Occidente, nonostante la presenza di
           tanti immigrati
La rilevanza geopolitica di qualche
       Stato arabo era limitata
     ad aspetti macroeconomici;
        la diversità culturale
era considerato un dato da accettare
       senza la necessità di un
          approfondimento
Il mondo islamico
     è una realtà con la quale
 l’Occidente deve confrontarsi
anche al fine di una costruttiva
            autocritica;
  e la conoscenza reciproca è il
     presupposto del dialogo
Appare necessario approfondire
      la cultura islamica
     per verificare la reale
 concreta esistenza di legami
  fra il Fondamentalismo e
    fenomeni degenerativi
      come il Terrorismo
La società islamica
 è permeata da una religione
con un forte carattere invasivo;
 presenta aspetti che possono
 degenerare in manifestazioni
  violente e anti-occidentali
L’Europa può fare molto per il
 dialogo; identifichiamo la politica
  europea con forme di autodifesa
    come le iniziative in ambito
Schengen, ma in realtà svolgono un
  ruolo particolarmente positivo e
      costruttivo le attività di
            partenariato
         euro-mediterraneo
In questo ambito hanno particolare
   rilevanza le attività che fanno
    seguito alla Dichiarazione di
   Barcellona (1995), base di un
 partenariato globale tra l’Unione
    Europea e Paesi del sud del
           Mediterraneo
Lo scopo del partenariato è di
rendere il Mediterraneo uno spazio
     comune di pace, stabilità e
      prosperità, attraverso il
rafforzamento del dialogo politico e
  sulla sicurezza, la cooperazione
 economica e finanziaria, sociale e
              culturale
Le conclusioni
del breve saggio ‘Paura dell’Islam’
   sono in un certo senso aperte:
  analizzando in maniera oggettiva
         alcuni fondamenti
        della cultura islamica
    le considerazioni conclusive
forniscono elementi che consentono
 ad ognuno di maturare un proprio
            punto di vista
LA COMUNITA’ ISLAMICA
Il mondo arabo
  è unito dalla religione e dalla
        comune cultura;
non è costituito da una sola etnia,
 ma da etnie diverse che si sono
‘arabizzate’, cioè hanno assunto
 medesimi riferimenti culturali e
             religiosi
I progetti di unificazione
 di questo cosmo sono falliti
     a causa delle rivalità e
  delle ambizioni nazionali,
e della conseguente pretesa di
        ciascuno Stato di
           essere guida
Secondo il diritto musulmano
solo l’appartenenza alla comunità
  dei fedeli dell’Islam è fonte di
          diritti e doveri:
 travalicando i confini nazionali,
    la legge islamica è l’unico
 fondamento delle qualificazioni
       giuridiche soggettive
Nel ’900 il processo di
    modernizzazione ha ridotto,
       soprattutto in Turchia,
      l’applicazione del diritto
  musulmano; questo processo di
             laicizzazione
        in maniera più timida
ha riguardato anche altri Stati arabi
Al Qaeda ha fatto propria l’idea
        della ricostruzione
      di un grande califfato
(che è la comunità islamica da un
     punto di vista politico),
che avrebbe dovuto comprendere
numerosi Paesi africani, europei,
     mediorientali e asiatici
ISLAM E TERRORISMO
La fede musulmana
attua un’invasiva penetrazione nella
società civile al fine di una radicale
 trasformazione delle istituzioni in
 senso confessionale; persegue così
        un progetto politico e
      può favorire l’insorgere
     di manifestazioni violente
Il terrorismo di matrice islamica è
  un fenomeno degenerativo della
contrapposizione fra Islam e mondo
       occidentale; si manifesta
        a livello internazionale
    avvalendosi anche di ambigui
         equilibri geopolitici e
 di discutibili motivazioni culturali
Obiettivi finali
  delle iniziative terroristiche
sono alcuni Stati occidentali o i
          Paesi islamici
   che mantengono rapporti
       politico-finanziari
         con l’Occidente
Dopo l’attacco terroristico
dell'11 settembre 2001 le scuole
islamiche, note come madrase,
 sono state destinatarie di una
      crescente attenzione
          da parte delle
     agenzie di intelligence,
    soprattutto statunitensi
Nelle madrase,
soprattutto in Pakistan,
alcuni leader talebani e
 membri di Al Qaeda
    hanno maturato
 idee politiche radicali
Un limite alle attività di
    contrasto delle iniziative
 terroristiche è la mancanza
 di una nozione di Terrorismo
internazionalmente condivisa,
     nonostante le numerose
     convenzioni in materia
Il Terrorismo è un fenomeno
    composito, che richiede
organizzazione, disponibilità di
  ingenti risorse finanziarie,
    anonimato e segretezza,
       leader carismatici
Il Terrorismo inoltre riguarda
         una stretta minoranza,
     mentre il mondo musulmano
nel suo complesso è caratterizzato da
 posizioni divergenti circa il ricorso
     alla violenza come strumento
             di affermazione
           politica e religiosa
Pertanto, nonostante il
 Fondamentalismo favorisca lo
     sviluppo di una cultura
       di forte opposizione
  nei confronti dell’Occidente,
deve escludersi un collegamento
 diretto e necessario tra Islam e
            Terrorismo
IL TERRORISMO ISPIRATO DA
  MOTIVAZIONI RELIGIOSE
Il Terrorismo può essere definito di
matrice religiosa quando è animato
 da motivazioni che trascendono la
 realtà materiale; gli obiettivi delle
singole azioni criminali sono mezzi
 per la progressiva affermazione di
   un progetto che si ispira ad un
       ordine soprannaturale
Il Terrorismo religioso ha sempre
  carattere radicale, non ammette
     alternative alla prevalenza
    dell’assetto socio-politico che
 costituisce un corollario del credo
 religioso; è mosso dalla fede in un
ordine soprannaturale che si ritiene
  di dover affermare ad ogni costo
La fede può essere vissuta come
rapporto individuale tra l'uomo e il
  trascendente, o come dimensione
afferente la collettività; nel secondo
  caso la fede produce gli effetti di
   un’ideologia in quanto diviene
 tensione per l’affermazione di un
 assetto sociale ispirato ad un’etica
            confessionale
La fede se è ideologia richiede un
 impegno collettivo per cambiare le
   strutture della società; i fedeli si
   strutturano per promuovere con
ogni mezzo, compreso il ricorso alla
    violenza, l’instaurazione di un
ordine sociale nel quale le leggi civili
  sono sostituite da un ordinamento
 giuridico fondato sulla legge divina
Il Terrorismo di matrice islamica è
           una degenerazione
        di questo atteggiamento:
l'uso della violenza e della minaccia
        sono una scorciatoia per
     l'instaurazione di una società
         ispirata ai precetti del
                 Corano
Il Fondamentalismo non ha avuto un
 ruolo durante la Primavera Araba,
      che ha avuto moventi laici,
    che possono essere riassunti nel
       diffuso malessere per una
   società cristallizzata su posizioni
 antidemocratiche, caratterizzata da
   una inaccettabile diseguaglianza
  nella distribuzione delle ricchezze
Molteplici sono le interpretazioni
          del termine jihad;
 in concreto presuppone una cieca
 disponibilità ad annullare se stessi
    ed una piena accettazione del
sacrificio di quanto si ha di più caro
    per la difesa o l’affermazione
               dell’Islam
La demonizzazione del mondo
  islamico da parte dell‘Occidente e
     la speculare demonizzazione
 dell‘Occidente da parte del Mondo
islamico sono il precipitato di giudizi
       espressi con parametri di
         riferimento soggettivi
Le differenze culturali
   non possono mai giustificare
      il ricorso alla violenza,
   alla minaccia, al terrore, per
l’imposizione dei propri principi,
              siano essi
          politici o religiosi
LA LOGICA STRATEGICA
DEGLI ATTENTATI SUICIDI
I movimenti terroristici sono
organizzazioni clandestine costituite
 da un numero ristretto di individui
che per i loro fini ricorrono anche ad
    iniziative che in genere non si
 riscontrano in contingenze belliche
               ordinarie
Il Terrorismo di matrice islamica
utilizza un’arma di grande efficacia
  nel diffondere terrore per la sua
   imprevedibilità e la difficoltà a
   contrastarne gli effetti, ovvero
 l’impiego di individui imbottiti di
   esplosivo che si fanno detonare
     presso un obiettivo sensibile
Il Corano considera la vita sempre
sacra e inviolabile: pertanto in linea
    di massima non giudica lecita
      nessuna forma di suicidio
Tuttavia il testo sacro dell’Islam
  obbliga i fedeli al Jihad difensivo:
 come corollario di questo principio
ogni musulmano ha il dovere - anche
   sacrificando la propria vita - di
     difendere le terre dell’Islam
  dall’attacco di infedeli o liberarle
          dalla loro presenza
AL QAEDA
La morte fisica di Osama bin Laden
 è stata preceduta dalla sua morte
   politica: i venti di rivolta della
Primavera Araba hanno evidenziato
   un’importanza marginale del
 Fondamentalismo religioso e delle
sue degenerazioni in forme eversive
Anche se in concreto si è
progressivamente ridotta la minaccia
   terroristica che proviene da Al
 Qaeda, si mantiene alta quella che
   più in generale si origina dagli
   ambienti del Fondamentalismo
              estremista
Al Qaeda fin dalle sue origini ha
manifestato dei caratteri peculiari,
ovvero la verticalità da un punto di
vista decisionale e l’orizzontalità da
   un punto di vista operativo ed
              esecutivo
Questa caratteristica
 strutturale ha contribuito a
trasformare nel tempo questo
  movimento in una sorta di
  franchising del Terrorismo
LA CRISI DEL MONDO ARABO.
IL DIFFICILE CAMMINO VERSO
       LA DEMOCRAZIA
La Primavera araba ha avuto un
   carattere spiccatamente laico; i
  giovani, anche attraverso la Rete,
 hanno diffuso il malessere per una
  società cristallizzata su posizioni
antidemocratiche e caratterizzata da
 una inaccettabile diseguaglianza; Il
Fondamentalismo religioso ha avuto
    all’inizio un ruolo marginale
La Primavera araba sta approdando
ad esiti fondamentalisti; i modelli di
 riferimento dei moti rivoluzionari
 non potevano essere le democrazie
 occidentali, ma realtà fondate sulla
    piena applicazione dell’Islam
Il punto di partenza per la
   fondazione di una nuova realtà
 statuale non è l’indizione di libere
  elezioni; le elezioni sono il punto
  finale e non quello iniziale di un
   processo di democratizzazione:
     richiedono solidi e articolati
apparati governativi ed una matura
           coscienza civica
Anche se l’Islam è sicuramente
 compatibile con la democrazia, gli
esiti della Primavera araba a lungo
   termine rimangono incerti; la
democrazia non può essere imposta,
     richiede che i valori che ne
   costituiscono il presupposto si
     consolidino nelle coscienze
   individuali: solo il tempo può
     operare in questa direzione
Estratti dal libro
     PAURA
  DELL’ISLAM
         di
Roberto Rapaccini
PAURA DELL’ISLAM
disponibile online anche sul sito della casa editrice
       (http://www.cittadellaeditrice.com)
Hanno detto….
Non si incontra mai l'Islam o una
religione, bensì uomini e donne che
    appartengono a determinate
  tradizioni religiose e per i quali
questa appartenenza è un aspetto di
    un'identità molteplice e non
     monolitica (Enzo Bianchi)
Si dice che al mondo ci sia tanta
 religione per far sì che gli uomini si
odino, ma non abbastanza perché gli
            uomini si amino
(dal film Angel Heart di Alan Parker)
Dato che non penseremo mai nello stesso
 modo e vedremo la verità per frammenti e
 da diversi angoli di visuale, la regola della
nostra condotta è la tolleranza reciproca. La
 coscienza non è la stessa per tutti. Quindi,
 mentre essa rappresenta una buona guida
per la condotta individuale, l’imposizione di
       questa condotta a tutti sarebbe
un’insopportabile interferenza nella libertà
      di coscienza di ognuno (Gandhi)
Non dobbiamo semplicemente
sopportare le differenze fra gli individui
 e i gruppi, ma anzi accoglierle come le
      benvenute, considerandole un
  arricchimento della nostra esistenza
             (Albert Einstein)
Presentazione di PAURA DELL’ISLAM a Terni, il
                   3.11.2012
GRAZIE PER LA VOSTRA
    ATTENZIONE!
DOMANDE?
FINE

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  • 2. di Roberto Rapaccini prefazione di Franco Giustinelli CITTADELLA Editrice (Collana Religioni e Dialogo)
  • 5. Paura dell’Islam propone un’articolata riflessione sulla natura più profonda di quella religione in rapporto alle altre fedi monoteistiche e sulle strumentalizzazioni che le organizzazioni terroristiche cercano di farne
  • 7. L’autore, Roberto Rapaccini, è stato funzionario del Ministero dell’Interno occupandosi prevalentemente di problematiche comunitarie
  • 8.
  • 9. Dal 2000 al 2002 ha lavorato a Bruxelles presso la Commissione Europea come esperto nazionale distaccato per gli aspetti della cooperazione di polizia relativi alla lotta al terrorismo e al traffico illecito di armi e per le questioni inerenti alla sicurezza e all’ordine pubblico
  • 10. Estratti dal libro PAURA DELL’ISLAM di Roberto Rapaccini Disponibile online anche sul sito della casa editrice (http://www.cittadellaeditrice.com/)
  • 13. Per chi è cresciuto nel contesto politico della guerra fredda la contrapposizione fra il mondo islamico fondamentalista e l’Occidente ha sostituito il vuoto creato dal crollo dell’Unione Sovietica; l’Islam infatti non è soltanto una religione, ma rappresenta una realtà geopolitica
  • 14.
  • 15. L’Islam non è una monade unitaria dai tratti definiti, ma è un mondo estremamente composito e disomogeneo nel quale manca un’autorità capace di esprimere una posizione ufficiale su ogni specifica questione; in proposito, la Lega Araba non ha mai avuti la forza per svolgere una leadership
  • 16.
  • 17. In Occidente, a seguito dei noti fatti dell’11 settembre 2001, si è diffuso un senso di paura nei confronti del mondo islamico; ma l’Islam non coincide con quella ridotta frangia che pratica il ricorso alla violenza come strumento di affermazione di una malintesa fede musulmana
  • 18.
  • 19. Il pregiudizio che individua in ogni musulmano un potenziale terrorista genera una paura che compromette ogni forma di dialogo
  • 20.
  • 21. Prima dell’11 settembre 2001 l’Islam era un mondo a sé generalmente poco conosciuto in Occidente, nonostante la presenza di tanti immigrati
  • 22.
  • 23. La rilevanza geopolitica di qualche Stato arabo era limitata ad aspetti macroeconomici; la diversità culturale era considerato un dato da accettare senza la necessità di un approfondimento
  • 24.
  • 25. Il mondo islamico è una realtà con la quale l’Occidente deve confrontarsi anche al fine di una costruttiva autocritica; e la conoscenza reciproca è il presupposto del dialogo
  • 26.
  • 27. Appare necessario approfondire la cultura islamica per verificare la reale concreta esistenza di legami fra il Fondamentalismo e fenomeni degenerativi come il Terrorismo
  • 28.
  • 29. La società islamica è permeata da una religione con un forte carattere invasivo; presenta aspetti che possono degenerare in manifestazioni violente e anti-occidentali
  • 30.
  • 31. L’Europa può fare molto per il dialogo; identifichiamo la politica europea con forme di autodifesa come le iniziative in ambito Schengen, ma in realtà svolgono un ruolo particolarmente positivo e costruttivo le attività di partenariato euro-mediterraneo
  • 32.
  • 33. In questo ambito hanno particolare rilevanza le attività che fanno seguito alla Dichiarazione di Barcellona (1995), base di un partenariato globale tra l’Unione Europea e Paesi del sud del Mediterraneo
  • 34.
  • 35. Lo scopo del partenariato è di rendere il Mediterraneo uno spazio comune di pace, stabilità e prosperità, attraverso il rafforzamento del dialogo politico e sulla sicurezza, la cooperazione economica e finanziaria, sociale e culturale
  • 36.
  • 37. Le conclusioni del breve saggio ‘Paura dell’Islam’ sono in un certo senso aperte: analizzando in maniera oggettiva alcuni fondamenti della cultura islamica le considerazioni conclusive forniscono elementi che consentono ad ognuno di maturare un proprio punto di vista
  • 38.
  • 40. Il mondo arabo è unito dalla religione e dalla comune cultura; non è costituito da una sola etnia, ma da etnie diverse che si sono ‘arabizzate’, cioè hanno assunto medesimi riferimenti culturali e religiosi
  • 41.
  • 42. I progetti di unificazione di questo cosmo sono falliti a causa delle rivalità e delle ambizioni nazionali, e della conseguente pretesa di ciascuno Stato di essere guida
  • 43.
  • 44. Secondo il diritto musulmano solo l’appartenenza alla comunità dei fedeli dell’Islam è fonte di diritti e doveri: travalicando i confini nazionali, la legge islamica è l’unico fondamento delle qualificazioni giuridiche soggettive
  • 45.
  • 46. Nel ’900 il processo di modernizzazione ha ridotto, soprattutto in Turchia, l’applicazione del diritto musulmano; questo processo di laicizzazione in maniera più timida ha riguardato anche altri Stati arabi
  • 47.
  • 48. Al Qaeda ha fatto propria l’idea della ricostruzione di un grande califfato (che è la comunità islamica da un punto di vista politico), che avrebbe dovuto comprendere numerosi Paesi africani, europei, mediorientali e asiatici
  • 49.
  • 51. La fede musulmana attua un’invasiva penetrazione nella società civile al fine di una radicale trasformazione delle istituzioni in senso confessionale; persegue così un progetto politico e può favorire l’insorgere di manifestazioni violente
  • 52.
  • 53. Il terrorismo di matrice islamica è un fenomeno degenerativo della contrapposizione fra Islam e mondo occidentale; si manifesta a livello internazionale avvalendosi anche di ambigui equilibri geopolitici e di discutibili motivazioni culturali
  • 54.
  • 55. Obiettivi finali delle iniziative terroristiche sono alcuni Stati occidentali o i Paesi islamici che mantengono rapporti politico-finanziari con l’Occidente
  • 56.
  • 57. Dopo l’attacco terroristico dell'11 settembre 2001 le scuole islamiche, note come madrase, sono state destinatarie di una crescente attenzione da parte delle agenzie di intelligence, soprattutto statunitensi
  • 58.
  • 59. Nelle madrase, soprattutto in Pakistan, alcuni leader talebani e membri di Al Qaeda hanno maturato idee politiche radicali
  • 60.
  • 61. Un limite alle attività di contrasto delle iniziative terroristiche è la mancanza di una nozione di Terrorismo internazionalmente condivisa, nonostante le numerose convenzioni in materia
  • 62.
  • 63. Il Terrorismo è un fenomeno composito, che richiede organizzazione, disponibilità di ingenti risorse finanziarie, anonimato e segretezza, leader carismatici
  • 64.
  • 65. Il Terrorismo inoltre riguarda una stretta minoranza, mentre il mondo musulmano nel suo complesso è caratterizzato da posizioni divergenti circa il ricorso alla violenza come strumento di affermazione politica e religiosa
  • 66.
  • 67. Pertanto, nonostante il Fondamentalismo favorisca lo sviluppo di una cultura di forte opposizione nei confronti dell’Occidente, deve escludersi un collegamento diretto e necessario tra Islam e Terrorismo
  • 68.
  • 69. IL TERRORISMO ISPIRATO DA MOTIVAZIONI RELIGIOSE
  • 70. Il Terrorismo può essere definito di matrice religiosa quando è animato da motivazioni che trascendono la realtà materiale; gli obiettivi delle singole azioni criminali sono mezzi per la progressiva affermazione di un progetto che si ispira ad un ordine soprannaturale
  • 71.
  • 72. Il Terrorismo religioso ha sempre carattere radicale, non ammette alternative alla prevalenza dell’assetto socio-politico che costituisce un corollario del credo religioso; è mosso dalla fede in un ordine soprannaturale che si ritiene di dover affermare ad ogni costo
  • 73.
  • 74. La fede può essere vissuta come rapporto individuale tra l'uomo e il trascendente, o come dimensione afferente la collettività; nel secondo caso la fede produce gli effetti di un’ideologia in quanto diviene tensione per l’affermazione di un assetto sociale ispirato ad un’etica confessionale
  • 75.
  • 76. La fede se è ideologia richiede un impegno collettivo per cambiare le strutture della società; i fedeli si strutturano per promuovere con ogni mezzo, compreso il ricorso alla violenza, l’instaurazione di un ordine sociale nel quale le leggi civili sono sostituite da un ordinamento giuridico fondato sulla legge divina
  • 77.
  • 78. Il Terrorismo di matrice islamica è una degenerazione di questo atteggiamento: l'uso della violenza e della minaccia sono una scorciatoia per l'instaurazione di una società ispirata ai precetti del Corano
  • 79.
  • 80. Il Fondamentalismo non ha avuto un ruolo durante la Primavera Araba, che ha avuto moventi laici, che possono essere riassunti nel diffuso malessere per una società cristallizzata su posizioni antidemocratiche, caratterizzata da una inaccettabile diseguaglianza nella distribuzione delle ricchezze
  • 81.
  • 82. Molteplici sono le interpretazioni del termine jihad; in concreto presuppone una cieca disponibilità ad annullare se stessi ed una piena accettazione del sacrificio di quanto si ha di più caro per la difesa o l’affermazione dell’Islam
  • 83.
  • 84. La demonizzazione del mondo islamico da parte dell‘Occidente e la speculare demonizzazione dell‘Occidente da parte del Mondo islamico sono il precipitato di giudizi espressi con parametri di riferimento soggettivi
  • 85.
  • 86. Le differenze culturali non possono mai giustificare il ricorso alla violenza, alla minaccia, al terrore, per l’imposizione dei propri principi, siano essi politici o religiosi
  • 87.
  • 88. LA LOGICA STRATEGICA DEGLI ATTENTATI SUICIDI
  • 89. I movimenti terroristici sono organizzazioni clandestine costituite da un numero ristretto di individui che per i loro fini ricorrono anche ad iniziative che in genere non si riscontrano in contingenze belliche ordinarie
  • 90.
  • 91. Il Terrorismo di matrice islamica utilizza un’arma di grande efficacia nel diffondere terrore per la sua imprevedibilità e la difficoltà a contrastarne gli effetti, ovvero l’impiego di individui imbottiti di esplosivo che si fanno detonare presso un obiettivo sensibile
  • 92.
  • 93. Il Corano considera la vita sempre sacra e inviolabile: pertanto in linea di massima non giudica lecita nessuna forma di suicidio
  • 94.
  • 95. Tuttavia il testo sacro dell’Islam obbliga i fedeli al Jihad difensivo: come corollario di questo principio ogni musulmano ha il dovere - anche sacrificando la propria vita - di difendere le terre dell’Islam dall’attacco di infedeli o liberarle dalla loro presenza
  • 96.
  • 98. La morte fisica di Osama bin Laden è stata preceduta dalla sua morte politica: i venti di rivolta della Primavera Araba hanno evidenziato un’importanza marginale del Fondamentalismo religioso e delle sue degenerazioni in forme eversive
  • 99.
  • 100. Anche se in concreto si è progressivamente ridotta la minaccia terroristica che proviene da Al Qaeda, si mantiene alta quella che più in generale si origina dagli ambienti del Fondamentalismo estremista
  • 101.
  • 102. Al Qaeda fin dalle sue origini ha manifestato dei caratteri peculiari, ovvero la verticalità da un punto di vista decisionale e l’orizzontalità da un punto di vista operativo ed esecutivo
  • 103.
  • 104. Questa caratteristica strutturale ha contribuito a trasformare nel tempo questo movimento in una sorta di franchising del Terrorismo
  • 105. LA CRISI DEL MONDO ARABO. IL DIFFICILE CAMMINO VERSO LA DEMOCRAZIA
  • 106. La Primavera araba ha avuto un carattere spiccatamente laico; i giovani, anche attraverso la Rete, hanno diffuso il malessere per una società cristallizzata su posizioni antidemocratiche e caratterizzata da una inaccettabile diseguaglianza; Il Fondamentalismo religioso ha avuto all’inizio un ruolo marginale
  • 107.
  • 108. La Primavera araba sta approdando ad esiti fondamentalisti; i modelli di riferimento dei moti rivoluzionari non potevano essere le democrazie occidentali, ma realtà fondate sulla piena applicazione dell’Islam
  • 109.
  • 110. Il punto di partenza per la fondazione di una nuova realtà statuale non è l’indizione di libere elezioni; le elezioni sono il punto finale e non quello iniziale di un processo di democratizzazione: richiedono solidi e articolati apparati governativi ed una matura coscienza civica
  • 111.
  • 112. Anche se l’Islam è sicuramente compatibile con la democrazia, gli esiti della Primavera araba a lungo termine rimangono incerti; la democrazia non può essere imposta, richiede che i valori che ne costituiscono il presupposto si consolidino nelle coscienze individuali: solo il tempo può operare in questa direzione
  • 113. Estratti dal libro PAURA DELL’ISLAM di Roberto Rapaccini
  • 114. PAURA DELL’ISLAM disponibile online anche sul sito della casa editrice (http://www.cittadellaeditrice.com)
  • 116. Non si incontra mai l'Islam o una religione, bensì uomini e donne che appartengono a determinate tradizioni religiose e per i quali questa appartenenza è un aspetto di un'identità molteplice e non monolitica (Enzo Bianchi)
  • 117. Si dice che al mondo ci sia tanta religione per far sì che gli uomini si odino, ma non abbastanza perché gli uomini si amino (dal film Angel Heart di Alan Parker)
  • 118. Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, l’imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un’insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno (Gandhi)
  • 119. Non dobbiamo semplicemente sopportare le differenze fra gli individui e i gruppi, ma anzi accoglierle come le benvenute, considerandole un arricchimento della nostra esistenza (Albert Einstein)
  • 120. Presentazione di PAURA DELL’ISLAM a Terni, il 3.11.2012
  • 121. GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE!
  • 123. FINE