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ROTARY INTERNATIONAL
DISTRETTO 2100 ITALIA
Service Above Self - He Profit Most Who Serves Best
Raimondo Villano
Verso la società globale
dell’informazione
A. R. 2000-2001
4
L’elaborazione e la scrittura di questo testo è stata ultimata nel mese di maggio 1996.
© Rotary International - Club Pompei Oplonti Vesuvio Est
Elaborazione, impaginazione e correzioni a cura di Raimondo Villano
Edizioni Eidos, Castellammare di Stabia (Na)
5
Indice
Presentazione 7
Prefazione 9
CAPITOLO I
Analisi settoriale delle principali applicazioni telematiche 11
CAPITOLO II
Analisi settoriale dei problemi tecnici di applicazione
e/o sviluppo delle tecnologie informatiche 33
CAPITOLO III
Sicurezza e reati informatici: problemi tecnici, giuridici e normativi 85
CAPITOLO IV
Problematiche ed azioni politiche 113
CAPITOLO V
Politica, attività e problematiche delle imprese del settore informatico 135
CAPITOLO VI
Stime di mercato 149
CAPITOLO VII
Aspetti filosofici, morali ed esistenziali 155
CAPITOLO VIII
Impatto spaziale. Problemi urbanistici 163
CAPITOLO IX
Impatto sociale 169
Conclusioni 177
Note 180
Bibliografia 183
7
Presentazione
Un grande dono offerto con grande umiltà.
Ecco come si può definire questa lunga e non lieve fatica di Raimondo Villano, il quale,
per mero spirito di servizio e non certo per ambizioni accademiche, ha voluto assumere la
parte e l’ufficio di mediatore tra una materia intrinsecamente complessa e in rapida evolu-
zione e la gran massa di coloro che, in numero e in misura crescenti, son destinati a fare i
conti con essa, anche se non per loro scelta.
Il discorso sull’attuale società dell’informazione è tanto diffuso, che rischia di apparire
un luogo comune. Ma proprio il fatto di essere comune comporta la necessità che se ne
conoscano, sia pure a grandi linee ma non superficialmente, contenuti metodi e finalità non
con la pretesa di dominare il nuovo universo disciplinare ma con il legittimo desiderio di
non esserne dominati e manipolati. La nuova realtà creata dalla scienza informatica ed
elettronica ha profondamente mutato, abbreviandole fin quasi a cancellarle, le tradizionali
coordinate spaziali e temporali dell’umano agire e comunicare, costringendo anche menta-
lità e abitudini a rapidi processi di adattamento.
Quando gli adattamenti ci sono stati (con o senza traumi conta poco), si son ritrovati
enormemente accresciuti i poteri di ciascun individuo di mettersi in relazione con gli altri e
quindi di moltiplicare, attraverso lo scambio di informazioni, le occasioni e le modalità
della crescita globale della personalità. Quando, invece, gli adattamenti non sono stati nep-
pure tentati o, se avviati, non hanno creato le sperate abilità, s’è avvertita una progressiva
emerginazione dal flusso delle informazioni e s’è instaurata la non felice condizione di do-
ver utilizzare informazioni manipolate da altri o comunque di seconda mano.
Ecco perché oggi non è più possibile scegliere tra l’adesione alla nuova realtà e il rifiuto
di essa. Nella società dell’informazione ci siamo già e, ci piaccia o no, l’unica libertà di
scelta che rimane è tra il rassegnarsi a subirla o il prepararsi a guidarla.
E l’uomo, se non vuole abdicare alla propria dignità, non può non provvedere in tempo
alla propria libertà con lo scegliere la seconda ipotesi.
È davvero un Giano bifronte quello che sfida l’uomo contemporaneo a scelte difficili e
irrevocabili: esso promette e fa intravvedere un gran bene, ma contiene anche, occulte, le
insidie di un gran male.
Ancora una volta, come all’inizio della storia, l’uomo deve vivere e risolvere dentro di sé
l’eterno dramma della scelta. Ma in ogni caso la via resta sempre una: quella della cono-
scenza. Per accettare o per respingere.
* * *
L’autore non chiude gli occhi di fronte ai problemi che vien ponendo all’uomo di oggi la
trasformazione in atto della società. Al contrario: li fa suoi, quei problemi, e, pur con le
debite cautele e riserve, assume coraggiosamente posizione a favore della prospettiva di
cambiamento, ovviamente governato e diretto dall’uomo. Il cap. VII, in particolare, con-
tiene una diligente e accurata disamina del pensiero filosofico contemporaneo nel suo
8
misurarsi con la tecnologia informatica e con i problemi ch’essa pone alla perplessa intel-
ligenza e all’ancor più perplessa sensibilità degli uomini.
Sembra proprio che l’intera civiltà occidentale, di plurimillenaria durata, sia giunta ad
una svolta decisiva del suo cammino: la macchina, che pur è frutto dell’umano pensiero, ne
incrementa ed amplifica le potenzialità in misura incredibile e imprevedibile, ma restano
molto difformi da essa i ritmi con cui le masse degli uomini si adeguano alle nuove possibi-
lità operative. È come se l’immensa eredità della storia dell’umana intelligenza e ricerca
oggi costituisse una remora o un gravame per l’uomo dannato al cambiamento: questo c’è
sempre stato, ma, per i ritmi che ne scandivano il processo, è stato sempre agevolmente
“metabolizzato” dall’uomo. Oggi è l’incalzante rapidità dei processi innovativi che mette a
nudo la lentezza dell’adeguamento dell’uomo e della sua struttura psichica e mentale.
Ed è proprio lì, nello scarto tra le due velocità, che si annida il rischio: la liberazione
dalla ripetitività meccanica di certe operazioni, offerta dalla macchina, potrebbe tramutarsi
in un forma sconosciuta di asservimento delle masse. Da parte di chi? e a vantaggio di chi?
Se a questo punto della riflessione interviene l’inevitabile avvertimento di tener sempre
l’uomo come fine, ecco che ammonitore si leva il passato con tutto il fascino dei valori
ch’esso ha creati e consegnati alla nostra coscienza e alla nostra responsabilità. Il cammino
verso il nuovo è inarrestabile. L’augurio è che l’uomo sappia percorrerlo con saggezza, con
coraggio e con umiltà, traghettando sempre nei nuovi approdi l’eredità delle passate gene-
razioni, in virtù della quale egli può ancora riconoscersi e dirsi uomo.
La riflessione dell’autore su tutta quest’area problematica dura da alcuni anni, nel cor-
so dei quali egli ne ha fatto partecipi gli amici rotariani del suo club con la generosità di chi
mette a vantaggio degli altri la propria fatica e con l’umiltà di chi sente il proprio dono
inadeguato al sentimento che lo muove e lo accompagna.
Alcune tappe di questo fecondo e costante rapporto della silenziosa operosità del singolo
con la vita del gruppo sono state contrassegnate da concrete proposte di notevole utilità e
rilevanza sociale: ricordo le validissime indicazioni sull’organizzazione del servizio sanita-
rio e dell’assistenza agli anziani, sull’orientamento dei giovani nella scelta degli studi uni-
versitari e nella ricerca del lavoro nonché le preziose applicazioni della razionalità infor-
matica alla sistemazione dell’archivio del Distretto 2100 del R.I.
Di tutta l’esperienza acquisita e della conoscenza accumulata nell’itinerario degli ultimi
anni quest’opera rappresenta la “summa”, della quale non saprei se apprezzare di più l’ampiez-
za della materia trattata o lo sforzo di renderla accessibile alla comprensione di persone sforni-
te di competenza specifica ma dotate di buona volontà, quali son certamente i Rotariani.
A me, che ho avuto più volte l’occasione di apprezzare la serietà dell’impegno professio-
nale e civile dell’autore, piace concludere questa presentazione col notare ch’egli, nel
delineare l’avvento del nuovo universalismo tecnologico come versione contempora-
nea degli universalismi classici (cristiano, umanistico, razionalistico), ha saputo far
sua la pedagogia rotariana dell’uomo come fine.
Gennaio 2000 Antonio Carosella
9
Prefazione
Il presente lavoro è scaturito dall’analisi, a mano a mano sem-
pre più approfondita, degli aspetti e delle problematiche della so-
cietà globale dell’informazione, condotta sulla scorta di numerosi
testi e pubblicazioni, tra le quali ultime mi piace ricordare qui il
prestigioso quotidiano nazionale IL SOLE 24 ORE, che al fenome-
no delle telecomunicazioni riserva con costanza la sua ben nota e
non superficiale attenzione.
A me pare, invero, ch’esso, pur senza la pretesa di essere esau-
stivo in una materia oltremodo complessa a causa dell’intrinseca
multifattorialità e polivalenza nonché della magmatica evoluzione
del fenomeno, possa tuttavia divenire un utile strumento di ulterio-
re comprensione e punto di partenza per l’aggiornamento delle co-
noscenze.
Ciò a beneficio di una platea non di addetti ai lavori ma di sog-
getti di buona volontà, che con attenzione, sensibilità e sollecitudi-
ne recano il loro tassello, piccolo ma pur sempre prezioso, alla gran-
de opera collettiva dell’edificazione della società contemporanea.
Raimondo Villano
149
CAPITOLO VI
Stime di mercato
Il business mondiale di informatica e telecomunicazioni nel 1994 valeva 910 miliardi di Ecu
con una quota del 35% agli Stati Uniti mentre l’Unione europea seguiva con il 27%.
Il mercato europeo dell’information technology dopo gli anni bui del triennio 1993-95 sta
riprendendo a crescere con vigore.
Stiamo, dunque, assistendo a una ripresa degli investimenti con grandi opportunità di cre-
scita per i prossimi due anni58
.
Nel 1994 nell’Europa occidentale è stato speso in It il 5,9% degli investimenti totali
(contro il 3,3% del 1993) mentre la media di tutti gli altri mercati del mondo è stata del 7,7
per cento. Le notizie sono ancora più ottimistiche per quest’anno, in cui si passerà dal 6,7%
del 1995 al 7,5%.In Italia la crescita prevista per il 1995 è stata del 4,1%, ben poca cosa
rispetto a quella attesa nel Regno Unito (8,7%), Germania (7,6%) ma quasi al livello di
quella francese (4,9%).
Per ciò che concerne l’Informatica, il suo mercato mondiale in valori espressi in miliardi di
dollari a tassi di cambio costanti per macro aree59
per il 1993 è stato di 184 nel Nord America (di
cui 176 in U.S.A.), di 156 in Europa (di cui 133 in U.E.), di 95 in Asia (di cui 76 in Giappone),
di 42 nel Resto del mondo per un totale di 477; per il 1994, invece, è stato di 198 in Nord
America (di cui 190 in U.S.A.), di 162 in Europa (di cui 138 in U.E.), di 99 in Asia (di cui 79 in
Giappone), di 47 nel Resto del mondo per un totale di 506.
L’informatica costituisce oggi un mercato mondiale di circa 550 miliardi di dollari l’anno,
mentre quello italiano ha raggiunto i 20mila miliardi di lire.
L’incidenza percentuale della spesa informatica 1994 sul Prodotto Interno Lordo60
è
stata del: 3,5% in U.S.A., 2,5% in UK, 2,41% in Germania, 2,09% in Francia, 1,86% in
Giappone, 1,37% in Italia, 1,14% in Spagna.
Il peso percentuale di ciascun Paese nel mercato dell’informatica in Europa nel 1994
(totale 162miliardi di dollari) è stato poi di60
: 25% Germania, 18% Gran Bretagna, 18%
Francia, 9% Italia, 5% Olanda, 4% Spagna, 4% Svezia, 4% Svizzera, 3% Danimarca, 3%
Belgio /Lussemburgo, 7% Altri.
La crescita percentuale del mercato europeo dell’informatica 1988-9661
è stata in oltre del:
15,9% nel 1988, 14,2% nel 1989, 8,9% nel 1990, 4,4% nel 1991, 2,5% nel 1992, 2% nel 1993,
5,2% nel 1994, 6,5% nel 1995 ed è prevista del 7% nel 1996.
Il peso percentuale dei singoli settori informatici in Europa al 1994 è, infine, del62
44,7% per
l’Hardware, 27,5% dei Servizi, 19,4% del Software e 8,4% dei Servizi di supporto.
Per quanto concerne, poi, il mercato europeo dei chip, le stime sul fatturato 1995 espresso in
miliardi di dollari63
sono date dai seguenti valori: Germania 8,15; Regno Unito/ Irlanda 8,15;
Francia 3,04; Scandinavia 2,44; Italia 2,32; Benelux 1,13; Altri 3,74.
Le vendite di personal computer a livello globale, inoltre, raggiungeranno almeno i l00
milioni di unità entro la fine del decennio64
.
150
In Italia, invece, il mercato dell’informatica negli ultimi anni ha fatturato65
i seguenti importi
espressi in miliardi di lire:
a) Settore hardware: 9150 nel 1991, 8550 nel 1992, 7650 nel 1993, 7350 nel 1994;
b) nel settore Software e servizi: 12430 nel 1991, 13605 nel 1992, 14050 nel 1993, 14700 nel 1994;
c) nel settore Assistenza tecnica: 2360 nel 1991, 2380 nel 1992, 2250 nel 1993, 2200 nel 1994;
d) nel settore Accessori: 600 nel 1991, 565 nel 1992, 550 nel 1993, 500 nel 1994
Pertanto, il mercato complessivo per questi anni è ammontato a miliardi: 24530 nel 1991,
25100 nel 1992, 24500 nel 1993, 24750 nel 1994.
Nel 1994 la ripartizione percentuale del mercato per settori è risultata 66: Software e servizi
59,4%, Hardware 29,7%, Assistenza tecnica 8,9% ed Accessori 2%.
Le variazioni percentuali del mercato 1994/93 per area geografica sono state 67: Nord Est
(TrentinoA.A., Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna) 3%; Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta,
Lombardia, Liguria) 1,2%; Centro(Toscana, Lazio, Umbria, Marche) 0,8%; Sud e Isole (Abruz-
zo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) 1,5%.
Per quanto concerne, inoltre, la composizione della spesa nel 1994, sono emersi i seguenti
valori68
: Industria 28,27%, Banche 21,03%, Distribuzione 12,38%, Servizi 15,56%, Pubblica
amministrazione centrale 9,72%, Pubblica amministrazione locale 5,23%, Assicurazioni e socie-
tà finanziarie 4,63%, Altro 3,18%.
Il 1994 è stato, dunque, un anno in cui il mercato italiano dell’informatica ha visto delinearsi,
dopo il risultato negativo del precedente (-2,4%), un’inversione di tendenza. Il segno positivo
dell’1%, espresso in valori correnti (che si riduce se depurato del fattore inflazione), infatti, ha
rappresentato la premessa per la decisa ripresa del 1995 in cui solo nel primo semestre l’informa-
tica ha ripreso a marciare con i tassi di incremento a due cifre degli anni migliori (+15% rispetto
allo stesso periodo del 1993, secondo l’istituto di ricerca Idc).
Limitandoci al 1994, tuttavia, volendo offrire uno sguardo di insieme, occorre immediata-
mente dire che il mercato dell’informatica ha raggiunto il valore globale di 24750 miliardi di
lire (ma a conti fatti è cresciuto solo dell’1,5%, fanalino di coda di un’Europa già a crescita
dimezzata rispetto agli U.S.A.).
In particolare, l’hardware con un -3%, ha rallentato il ritmo di caduta dell’anno prece-
dente quando il decremento era stato pari al 10% circa. Tale andamento è dovuto soprattut-
to all’incremento della domanda per la revisione totale o parziale dei sistemi informativi di
aziende medio-grandi e alla domanda sostenuta di piattaforme per l’informatica individua-
le e di gruppo presso le grandi aziende.
Di qui il calo nella spesa Edp dell’industria (-1,6%) che si è associato al blocco degli investi-
menti in computer nella Pubblica amministrazione centrale (-3,7%) e locale (-0,9%).
Nel complesso queste tre componenti, che rappresentano circa il 45% del mercato totale,
hanno agito da potente freno al settore mentre solo le banche (+4,7%), i servizi (+5,7%), la
distribuzione (+3,5%), le assicurazioni e le società finanziarie (+6,5%) sostengono il tono della
domanda informatica, dando luogo a una fisionomia del mercato in cui è stato il terziario non
pubblico, piccolo e grande, l’unica area di una certa vivacità.
Un incremento di tale dimensione è dovuto fondamentalmente al cambiamento del ruolo e
della funzione del pc. Da semplice supporto alla crescita della produttività individuale, si è tra-
sformato in piattaforma per applicazioni di office automation e anche per lo sviluppo e la gestio-
ne di applicazioni aziendali particolari. A oggi, si stima che il parco installato di questi apparati
ammonti a circa 4,1milioni di unità per piccoli uffici e circa un milione e mezzo per home office,
dove la penetrazione registrata dai pc fino all’anno scorso era rispettivamente del 19 e del 22 per
cento mentre il computer è finora presente solo nel 12% dei circa venti milioni di famiglie italia-
ne, contro il 35% di quelle americane, e il 22% delle inglesi. E la Sirmi quantifica in circa sette
milioni le famiglie italiane già in grado oggi di potersi permettere un personal.
151
La stessa Sirmi e l’Osservatorio Smau prevedono già per quest’anno il decollo di questo
mercato. Inoltre, la componente software e dei servizi di informatica, oltre a rappresentare il
segmento di maggiore consistenza in valore - il 53% del mercato totale -, ha segnato una cresci-
ta media del 5%, ancora notevole come percentuale, ma che, se confrontata agli anni precedenti,
è indicativa di un mercato in fase di maturità. Questo segmento di mercato è costituito da una
miriade di operatori attivi in numerose tipologie di attività. Si va dalla consulenza allo sviluppo
di software specifico, alla distribuzione di package, alla formazione, all’outsourcing, alla fornitura
di nuovi servizi online basati su Internet.
Ognuno di questi ambiti ha conosciuto un andamento diverso. Se il risultato è stato positivo
per le aziende che operano nell’outsourcing, nella consulenza e nella distribuzione di middleware
package standard per pc e strumenti di networking, non altrettanto può dirsi per le aziende con
attività più tradizionali, come lo sviluppo di software ad hoc. Confrontata con quella dei maggiori
Paesi industrializzati, la crescita degli investimenti in informatica in Italia, pari a 1/3 di quelli medi
europei, presenta un andamento meno sostenuto rispetto a quelli per macchinari e attrezzature.
Secondo la ricerca Assinform/Nomos, questa crescita inferiore non è certo dovuta a un
mercato ormai saturo, bensì a una serie di cause che, se rimosse, potrebbero aprire ulteriori
spazi nel mondo dell’impresa. Innanzitutto aziende medio-grandi ancora non hanno esauri-
to la spinta alla razionalizzazione interna. Inoltre, il top management delle stesse forse non
ha compreso a fondo la rilevanza strategica degli investimenti nelle tecnologie informati-
che. Le aziende, quindi, prese dal vortice della ripresa - certo non attesa nella dimensione
in cui è avvenuta - hanno preferito investire in macchinari fissi per accrescere la propria
produttività piuttosto che investire in nuovi modelli organizzativi e in una revisione dei
processi interni, tramite il supporto di tecnologie informatiche.
La Pubblica amministrazione, infine, ha bloccato i propri investimenti in nuove tecnologie
avendo proceduto a un processo di riorganizzazione interna, di contenimento e di
razionalizzazione della spesa.
Relativamente, poi, al 1995, il mercato ha fatto registrare nel 3° trimestre i seguenti dati
espressi in miliardi di lire69
: Hardware 1401, Software 917, Servizi 1451, Manutenzione
427 per un totale di 4196.
Nei primi nove mesi del ’95, invece, i dati di mercato (espressi in miliardi) sono stati: Hardware
4707, Software 3122, Servizi 5074, Manutenzione 1333 per un totale di14236.
Infine le stime di mercato (espresse in miliardi) sull’intero 1995 indicavano: Hardware 7405,
Software 4355, Servizi 7950, Manutenzione 1815 per un totale di 21525.
Nei primi tre mesi del 1995 le cifre dell’informatica italiana appaiono, almeno a prima vista,
molto positive. Innanzitutto le vendite di personal computer risultano aumentate, nelle rilevazioni
di Nomos Ricerca, di circa il 30% in termini di numero di sistemi sul corrispondente periodo del
1994. Il mercato dell’hardware, poi, nel suo complesso, segna un +5,5%, persino superiore alla
dinamica del software e dei servizi (+5,1%) anche se va notato che le cifre del primo trimestre
1995 si raffrontano a un corrispondente periodo del 1994 di piena recessione del mercato. Per
questo, in sede di previsione sull’intero 1995, le aspettative di una ripresa forte del mercato
vanno ridimensionate al 3-3,5%. In termini qualitativi, secondo il Rapporto Assinform, si è
continuato a far registrare un’espansione sostenuta del mercato dei personal computer e delle
workstation, con punte nell’area dei server e delle applicazioni di gruppo. Se il tono economico
generale terrà, è anche prevedibile una forte crescita nella diffusione dei pc presso il pubblico
dei professionisti, delle utenze domestiche e dei giovani anche nel ’96. Il 1995, visto per settori,
ha avuto numerose promesse, secondo l’Assinform. Se le linee del piano triennale Aipa (l’Auto-
rità sull’informatica nella Pubblica amministrazione) verranno rispettate, già nei prossimi mesi il
rilancio nei grandi progetti pubblici dovrebbe farsi sensibile, eliminando uno dei maggiori fattori
152
di freno al mercato. Dopo un 1994 che ha visto l’industria investire (al 10% di crescita) quasi
soltanto in attrezzature e capacità produttiva, nel ’95 potrebbe essere arrivato il rimbalzo posi-
tivo sulle tecnologie terziarie, ovvero sull’innovazione nei processi organizzativi e sui servizi (in
particolare post-vendita e di comunicazione sulle reti).
Infatti, le ragioni più profonde della ripresa del settore vanno al di là delle considerazioni
generali sulla ripresa economica. Innanzitutto pesa sul settore proprio la ripresa degli investi-
menti dei grandi utenti storici del mercato, come la grande industria automobilistica e
metalmeccanica. Nei due anni precedenti le aziende di questi comparti avevano tagliato la spesa
nell’area della progettazione, a causa della drastica riduzione degli ordini, dell’ancora alto prez-
zo delle soluzioni hardware e software e della difficoltà culturale di trasferire le professionalità
dal tecnigrafo al video tridimensionale.
L’aumentata complessità del contesto competitivo e della conseguente necessità di ridurre il
time-to-market dei prodotti ha stimolato la domanda di soluzioni rapide e di qualità. Inoltre, la
propensione all’export di cui si diceva sopra, ha richiesto il consolidamento dell’offerta anche
attraverso l’introduzione di nuove famiglie di prodotto e, quindi, di strumenti di sviluppo degli
stessi. Il rinnovo del parco hardware, prima rimandato a tempi migliori e adesso reso necessario
dallo stato di obsolescenza dello stesso, è stato possibile anche grazie a fenomeni di downprincing.
Questi fattori concomitanti hanno consentito all’hardware una crescita correlata a quella del
software. Anche il settore dei servizi ha fatto registrare una interessante dinamica.
Di converso il mondo bancario, autentico “motore” del mercato nel 1994, dovrebbe aver
diminuito i giri, in conseguenza dei processi di concentrazione e ristrutturazione in atto tra gli
istituti italiani, mentre le assicurazioni, con l’avvio dei fondi pensione e la riforma della previdenza,
potrebbero anche aver ulteriormente accelerato gli investimenti in nuove tecnologie. Il 1995,
infine, ha visto l’avvio degli investimenti nelle autostrade dell’informazione anche per l’Italia.
Per quanto riguarda Internet e le autostrade informatiche il business è di quelli formidabi-
li. Solo l’anno scorso il numero di nodi connessi ad Internet è infatti cresciuto del 130% a 4,8mi-
lioni con oltre 70mila reti private interconnesse. Internet in un solo anno ha concentrato su di sé
oltre il 47% degli investimenti di venture capital della Silicon Valley70
.
La sua diffusione per aree geografiche nel 1994 è stata del 70% nel Nord America, del 21% in
Europa e del 9% nel Resto del mondo71
. Inoltre, nei soli U.S.A. il fatturato delle autostrade
informatiche nel 1994 è stato di 418miliardi di dollari così ripartiti: Comunicazioni locali 108;
Vendite a catalogo 75; Comunicazioni a lunga distanza 64; Editoria 57; Broadcast TV 30; TV via
cavo 24; Servizi elettronici 16; Video rentals 14; Broadcast radio 10; Musica 9; Videogiochi 672
.
Da oggi al 2008, tra investimenti strutturali e servizi, il giro d’affari complessivo delle auto-
strade informatiche supererà il milione di miliardi di lire, il fatturato annuo delle prime dieci
società industriali del mondo, per l’esattezza, 497mila miliardi negli Stati Uniti e 541mila in
Europa, dove per la sola creazione della rete di comunicazione a grande velocità verrebbero
investiti oltre 127mila miliardi73
.
In particolare, in alcuni dei principali Paesi europei le previsioni di mercato al 2005 espressi
in milioni di dollari per gli allacciamenti sono: Germania 19,3, Gran Bretagna 10,41, Francia 7,8,
Italia 6,73, Spagna 5,05; mentre il giro d’affari espresso in miliardi di dollari: Germania 19,6;
Gran Bretagna 10,65; Francia 8,61; Italia 5,39; Spagna 4,1874
.
In Italia, poi, a maggio 1995 risultavano attivi circa 40mila nodi Internet registrati. Dal 1994
al 1995 il numero di imprese italiane con più di venti addetti commesse ad Internet si è triplicato:
da 510 a 1500. Ancora meglio sul lato di consumo: da 11mila a 35mila utenti nei dodici mesi.
In particolare il tasso percentuale di penetrazione nell’area Business in Italia dei servizi su
Internet75
è stato dello 0,23% nel 1994 e dello 0,65% nel 1995 mentre le previsioni per gli anni
successivi sono: 1,3% nel 1996, 40% nel 1997, 12,7% nel 1998 (ovvero 28mila organizzazioni
medio-grandi), 27% nel 1999 e 50% nel 2000.
153
Il tasso percentuale di penetrazione nell’area Residenziale in Italia dei servizi su Internet, invece,
è stato dello 0,3% nel 1994, dello 0,7% nel 1995, dell’1,4% nel 1996, del 3,80% nel 1997, del 10%
nel 1998 (580mila famiglie), del 15% nel 1999 e del 23% nel 2000 (2milioni di famiglie).
Internet, quindi, in un sola anno ha promosso più utenti telematici di dieci anni di Videotel.
Lo scenario Aiip, pur conservativo, stima per esempio che già l’anno prossimo oltre centomila
giovani, professionisti e utenti di pc saranno collegati continuativamente alla Internet.
Eppure, per un altro verso, non si tratta di cifre così alte. L’Italia, dicono alla Aiip, è oggi
uno dei Paesi industriali con maggiori ritardi in tema di telematica. Contro, infatti, un consumo
di computer pari al 3% del mercato mondiale, il rapporto in termini di utenze Internet è all’in-
circa dell’uno per mille. Inoltre, l’iniziale boom del 1994-95 è avvenuto a dispetto di una Internet
italiana ancora striminzita, con pochi pionieri in tema di contenuti e servizi, mentre oggi, con
oltre un centinaio di server multimediali attivi, siano essi commerciali, scientifici, civici e so-
ciali, navigare sulla Internet “made in Italy” comincia a divenire un fatto consistente, piacevole
e in futuro persino profittevole.
Nonostante ciò, in termini di fatturati, le cifre del business Internet restano piccole: nel 1994
in Italia non più di 6 miliardi di lire in termini di ricavi dai servizi di connessione, metà dalle
imprese e metà dalle famiglie. Quest’ anno la previsione è di 15 miliardi (tre volte) con il settore
di consumo a 10 miliardi. Ma anche al 1998, il mercato Internet italiano (sempre in termini di
puri servizi di connessione) resterà comunque un business medio piccolo: 180 miliardi di ricavi
dalle imprese (al prezzo medio di 3 milioni annui per connessione) e 165 miliardi dai consumatori
(a 150mila lire di abbonamento annuo medio). Se si considera che nel 1994 la telematica non
Internet (l’area dei servizi a valore aggiunto) ha fruttato 710 miliardi (di cui 250 dalle sole
informazioni e reti finanziarie) si ha un termine di confronto eloquente.
La grande scommessa è invece sul contenuto: in Italia 4,8 milioni di persone usano catalo-
ghi postali, con un giro d’affari di 1.670 miliardi e i personal installati nelle famiglie sono
stimati al ’95 in quasi 4 milioni, di cui solo 45mila con modem mentre oltre una impresa su due,
ormai, possiede, almeno un modem.
Per ciò che concerne la Multimedialità, essa sta divenendo sempre più una realtà di fatto.
Nei soli Stati Uniti, infatti, il business multimediale vale oggi 11 miliardi di dollari (Stime
Adversiting Age) anche se in Italia è un mercato ancora allo stato nascente.
A oggi le installazioni di pc sono circa 30mila e le opere multimediali in lingua italiana sono
ancora poche rispetto ai concorrenti internazionali. C’è, però, un posto per l’Italia al ricco tavo-
lo del business multimediale scommette deciso John Moroney, della società di ricerche inglese
Ovum, che ha appena terminato un rapporto europeo sull’argomento. Però, le applicazioni
multimediali italiane saranno molto diverse da quelle degli altri Paesi Ue, in particolare il Cen-
tro e Nord Europa (con la Germania in testa), che sono già stati cablati, o da aree con una storia
più sofisticata nel settore televisivo.
Secondo alcuni ricercatori londinesi, il business per l’Italia, entro un decennio, arriverà a
fatturare poco meno di 9mila miliardi di lire. La palma spetterà alla Germania con un giro
d’affari che volerà abbondantemente sopra i 30mila miliardi mentre la Gran Bretagna produrrà
introiti pari a circa la metà dei tedeschi . Fatto uguale a cento il business complessivo di ogni
Paese, in Italia avrà un peso maggiore il teleshopping che svilupperà circa un quarto del giro
d’affari. In Gran Bretagna, invece, la parte del leone verrà svolta dall’intrattenimento (24%
degli incassi), mentre in Spagna sarà la pubblicità, con il 31% degli introiti, a trainare gli affari.
Per quanto riguarda, poi, la realtà virtuale c’è da dire che, se da una parte c’è grande
interesse su di essa, il volume di affari complessivo è ancora modesto ammontando a qual-
che centinaio di milioni di dollari, il che vuol dire che si è ancora in una fase embrionale
rispetto alla verosimile ipotesi degli analisti che individua una rapida crescita del mercato
nei prossimi sette/dieci anni valutabile in diversi miliardi di dollari.
154
Nel settore delle telecomunicazioni, infine, a livello mondiale i soli primi tredici giganti
hanno fatturato nel 1994 300 miliardi di dollari. Si va infatti dalla NTT giapponese (68 miliardi
circa) alla ATT statunitense (circa 45 miliardi) alla Deutsche Telecom tedesca (circa 37 miliar-
di) a France Telecom (22 miliardi circa) a British Telecom (21 miliardi circa) a Telecom Italia
(18 miliardi circa) ed alle statunitensi GTE, Bell South, Bell Atlantic, MCI, Nynex, Sprint,
Ameritech (95 miliardi circa).
Per quanto concerne i servizi di telecomunicazioni in Europa occidentale, essi costituisco-
no, senza dubbio, la quota preponderante sul totale del comparto informatica e Tlc rappresen-
tando il 45% dei 282 miliardi di Ecu fatturati nel 1994 con un miglioramento nel 1995 del 7,3%
circa e dell’8,1% previsto nel 1996.
C’è una correlazione tra sviluppo del mercato It e liberalizzazione delle Tlc, queste due aree
europee lo dimostrano, come lo dimostra che i due Paesi che crescono meno sono Italia e Spa-
gna: quelli più in ritardo in questo processo.
In Italia va segnalato che il mercato delle Tlc pubbliche nel corso del 1994 ha visto una
contrazione significativa degli investimenti (-16,2%) passati dai 7.900 miliardi del 1993 ai 6800
del 1994 mentre di segno opposto è l’andamento del fatturato giunto nel 1994 a 29.400 miliardi
con un aumento del 9,1% rispetto all’anno precedente.
Il settore delle Tlc private dal canto suo ha raggiunto nel 1994 i 3.035 miliardi dai 2.937 del
1993 (differenza 94/93: +3,3 contro differenza 93/92: -0,4).
In Europa, in pratica, tutti i grandi gestori di telecomunicazioni stanno avviando grandi pro-
grammi di cablaggio e di diffusione delle reti a larga banda sui singoli mercati nazionali. Dal
1998 sarà piena concorrenza nelle telecomunicazioni europee (compresa la possibilità di infra-
strutture fisiche alternative ai gestori finora in monopolio) e, in sostanza, tutti i Telecom europei
hanno annunciato piani per il multimediale di massa, via .fibra ottica e centrali Atm, in Europa.
British Telecom per 15 miliardi di sterline in dieci anni, France Telecom per 200 miliardi di
franchi in 20 anni (piano Thery), Telecom Italia per connettere dieci milioni di famiglie italiane
entro il 1998. Obiettivo comune presentarsi all’appuntamento del 1998 con un saldo controllo
del mercato interno delle telecomunicazioni via reti avanzate già funzionanti e a massa critica.
Infine, se per gli utenti le conversazioni telefoniche via radio e i servizi televisivi e cellulari
saranno sicuramente più economici degli attuali, è fuori discussione che per gli investitori e i
mercati finanziari la rivoluzione tecnologica delle telecomunicazioni sarà certamente molto costo-
sa. Secondo le cifre disponibili, circa 60 miliardi di dollari di azioni legati alle telecomunicazioni
sono già sul mercato e per finanziare lo sviluppo dei nuovi servizi nella telefonia satellitare, in
quella cellulare avanzata - i cosiddetti pcs o personal communication services - e per lo sviluppo
di servizi nei nuovi sistemi di trasmissione televisiva saranno emesse nel 1996 nuove azioni e
obbligazioni per oltre 6 miliardi di dollari, l’equivalente di oltre 9.600 miliardi di lire. Una cifra
enorme e tale da suscitare qualche timore persino tra i più dinamici operatori di Wall Street.
Diversa l’accoglienza riservata dal mercato alle richieste di finanziamento delle aziende della
telefonia satellitare e dei pcs, per i quali gli analisti prevedono nuove emissioni per 10 miliardi di
dollari di qui al 2000. Nel campo dei satelliti, la situazione è già allarmante: per sviluppare le reti
orbitanti avranno bisogno di raccogliere almeno 11 miliardi di dollari.
Secondo alcune stime comprensive anche dei restanti settori Tlc ma non ancora ben definite
-perchè molte operazioni, dopo essere state annunciate, dovranno essere confermate - nei prossi-
mi quindici mesi il settore delle telecomunicazioni potrebbe assistere, a livello mondiale, a collo-
camenti azionari per un valore complessivo di 40 miliardi di dollari (circa 55mila miliardi di
lire). Di questi la metà riguarderanno l’Europa. Oltre a Stet, slittata come è noto al 1996, altre
gigantesche operazioni, quali Deutsche Telekom o comunque importanti quali la seconda tranche
della olandese Kpm e una nuova tranche della spagnola Telefonica, vedranno la luce.
180
Note
1
Si può scegliere tra due grandi famiglie di fornitori: quella rivolta alle aziende e quella rivolta ai privati. I
primi hanno un costo variabile tra le 200mila lire e i 2 milioni al’ anno, a seconda dei servizi richiesti. I
secondi forniscono abbonamenti ai servizi telematici italiani in contatto con Internet a un canone annuo
variabile dalle 60 alle 200 mila lire.
2
Ed in parte si sta già attuando, ad esempio: Conferenza Onu sulla donna, Pechino 1995.
3
Nicholas Negroponte, Media Lab. di Boston, U.S.A.
4
Gli indicatori sulle dotazioni tecniche nelle scuole superiori (indagine a campione) rivelano che:
a) Il numero di studenti per ogni macchina fotocopiatrice è di: 237,25 nei Licei e nei Magistrali; 197,17 nel
Liceo artistico; 206,29 negli Istituti professionali; 245,12 negli Istituti tecnici; per una media complessiva di
231,52;
b) il numero di studenti per ogni computer destinato ad attività didattica è di: 37,95 nei Licei e nei Magistrali;
45,58 nel Liceo artistico; 15,12 negli Istituti professionali; 17,4 negli Istituti tecnici; per una media comples-
siva di 24,14.
Fonte: indagine Censis-Cnel, anno scolastico 1993-94 (i dati si riferiscono ai primi 570 questionari elaborati
sui 1600 pervenuti dalle scuole).
5
Giuliano Beretta, direttore commerciale Eutelstat
6
Servizi per i quali i telespettatori sono disposti a pagare un supplemento (dati percentuali; fonte: Inteco):
Film senza alcuna pubblicità: Gran Bretagna 39, Italia 57, Francia 70, Germania 49;
Ampia possibilità di scelta dei programmi multimediali interattivi: Gran Bretagna 60; Italia 47; Francia 82;
Germania 45;
Possibilità di decidere l’ora di inizio del programma scelto: Gran Bretagna 28; Italia 25; Francia 69; Germa-
nia 30;
Possibilità di vedere le anteprime dei film: Gran Bretagna 40; Italia 43; Francia 80; Germania 41.
7
Percentuale di persone “molto interessate” alla Tv interattiva (Vod): Gran Bretagna 19; Italia 101; Francia
19; Germania 12; U.S.A. 43;
Percentuale di proprietari di videoregistratori che noleggiano almeno un film al mese: Gran
Bretagna 37; Italia 39; Francia 29; Germania 35; U.S.A. 75;
Percentuale di telespettatori che programmano il videoregistratore parecchie volte la settimana: Gran Bretagna
60; Italia 28; Francia 40; Germania 32; U.S.A. 26.
Fonte: Inteco
8
Consumi giornalieri di Tv nel 194, espressi in minuti pro capite, in alcuni Paesi europei (Fonte: Carat-Tv
Minibook 1994): Gran Bretagna 230,6; Spagna 198,2; Italia 197,3 Germania 193,3; Francia 185,2; Media
europea 185,4.
9
Dati di utilizzo in percentuale di satellite e cavo rispetto alla diffusione degli apparecchi televisivi
(Fonte: elaborazioni del Sole-24 Ore su dati Frost and Sullivan, Dataquest, Datamonitor, Alcatel):
Satellite
1994: Germania 25, Gran Bretagna 20, U.S.A. 10, Francia 8, Olanda 4, Italia 1;
1997(previsioni): Gran Bretagna 35,Germania 34,U.S.A. 10, Italia 1O,Francia 9, Olanda 6
Cavo
1994: Olanda 82, U.S.A. 65, Germania 45, Francia 15, Gran Bretagna 15, Italia 0;
1997 (previsioni): Olanda 85, USA 70, Germania 48, Gran Bretagna 30, Francia 23, Italia 8.
10
Mercato del cavo in Europa occidentale dal 1993 al 2003 (Fonte: Cit Research):
Famiglie con Tv (in milioni): 155 nel 1993, 161 nel 1995, 166 nel 1997, 175 nel 2001, 179 nel 2003;
Famiglie con Tv cavo (in milioni): 32 nel 1993, 38 nel 1995, 43 nel 1997,52 nel 2001, 55 nel 2003;
Renetrazione Tv cavo (in % su case con Tv): 21 nel 1993, 23 nel 1995, 26 nel 1997, 30 nel 2001, 31 nel 2003;
Penetrazione Pay-Tv (in % su case con Tv): 7 nel 1993, 9 nel 1995, 12 nel 1997,16 nel 2001, 18 nel 2003.
11
Ricerca Inteco.
12
Sartori.
13
B.Miccio, Consigliere RAI.
14
Giulio Carminati, Responsabile Studi e Ricerche RAI.
15
Investimenti in informatica delle industrie italiane espressi in miliardi di lire (Fonte Teknibank per Osserva-
torio Smau 1995): 4199 nel 1993,4173 nel 1994 e 4882 nel ’95. Gli investimenti delle aziende fino a 99
addetti hanno registrato un incremento dello 1,8% nel 1994 rispetto al 1993 e del 40% nel 1995 rispetto al
181
1994. Gli investimenti delle aziende da 100 a 499 addetti hanno registrato un decremento dell’0,8% nel
1994/93 ed un incremento dell’1,4% nel 1995/94.
Gli investimenti delle aziende con 500 ed oltre addetti hanno registrato una flessione del 3,1% nel 1994/93
ed un incremento dell’1,9% nel 1995/94. Complessivamente gli investimenti dei tre comparti hanno regi-
strato una flessione del 10,6% nel 1994/93 ed un incremento del 2,7% nel 1995/94.
16
Giovanna Scarpitti, sociologa, Società Italiana Telelavoro.
17
Carlo De Benedetti, presidente Olivetti.
18
Ettore Pietrabissa, direttore centrali ABI. Nona conferenza di IPACRI su “I nuovi orizzonti nelle relazioni
banche-clienti” (Barcellona, 1995).
19
Ricerca dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, illustrata da Fernando Fabiano, responsabile del Servizio
automazione interbancaria dell’ABI, al Convegno su “ L’informatica nelle banche: stato dell’arte e prospet-
tive” (Roma, 1995).
20
Fonte: Nomos Ricerca.
21
Fonte: Andersen Consulting.
22
Andrea Corbella, Vice direttore generale Banca Popolare di Milano.
23
Alberto Crippa, Vice direttore generale CARIPLO.
24
Fabio Chiusa, Direttore generale IPACRI.
25
Anna Maria Llopis, Open Bank.
26
Costantino Lauria, dirigente Servizio Antiriciclaggio Ministero del Tesoro - Convegno Assofiduciaria su
aggiornamento delle istruzioni per la lotta al riciclaggio (Roma,1995).
27
Carlo Pisanti, funzionario Settore Normativo Ufficio Vigilanza Banca d’Italia.
28
Fonte: Commerce dept., Killen and Associates-Business Week.
29
Pierfrancesco Gaggi, coordinatore del gruppo di lavoro dell’ABI.
30
Tommaso Padoa Schioppa .
31
Ettore Pietrabissa, direttore centrale ABI.
32
Elserino Piol, Presidente Olivetti-Telemedia.
33
Libro mutante, Ipertesto: si comincia il primo breve capitolo, poi si sceglie subito, a un bivio elettronico, se
proseguire all’antica con pagina 2, oppure soffermarsi su una delle parole del testo, schiacciare un tasto
quando il cursore del computer la incontra sullo schermo e di li balzare a una pagina collegata, seguendo una
storia nella storia, un sentiero che si biforca cento volte. Per tornare poi alla storia principale, oppure lasciar-
la in cambio di altre.
34
Il Sole-24 Ore è attivo anche su Audiotel con informazioni di Borsa e di tipo normativo.
35
Fonte: Informatica pubblica.
36
Giancarlo Scatassa, dirigente generale Ministero Funzione Pubblica.
37
Guido Rey, Presidente A.I.P.A.
38
Fonte: Ministero Pubblica Istruzione.
39
Fulvio Berghella, vice direttore generale ISTINFORM (Istituto Consulenza Bancaria) e responsabile Security
Net, che collega oltre 300 aziende fornendo servizi per la prevenzione contro il computer crime.
40
Dati Security Net.
41
Il gruppo di specialisti in materia costituito dall’Associazione italiana per il calcolo automatico (Aica) inten-
de proporsi, per l’appunto, come osservatorio sull’impiego dei sistemi di sicurezza e diventare al tempo
stesso un punto d’incontro e discussione su questi temi fra utenti, costruttori e ricercatori.
42
Sicurforum Italia-F.T.I.: Giornate di studio “La sicurezza informatica: il progetto intersettoriale A.I.P.A.11,
Roma 1995.
43
Vedasi appendice legislativa.
44
Giusella Finocchiaro.
45
Guido Rey, Presidente A.I.P.A., Convegno Technimedia su “Comportamenti e norme nella società vulnera-
bile” nell’ambito del Forum multimediale “La società dell’informazione” (Libera Università Studi Sociali
“Guido Carli” - 1995).
46
Martino Pompilj, dirigente Confindustria.
47
Angelo Mancusi, presidente Infocamere.
48
Dossier pubblico ANASIN sull’eccesso di privacy.
49
Herschel Fink, U.S.A.
50
Electronic Frontier Foundation.
51
Giuseppe Verrini, presidente Task force antipirateria di BSA Italia.
52
Giuseppe Pirillo, presidente Gruppo Informatici Tecnico-Giuridici.
53
Mario Monti, Commissario al Mercato Interno U.E.
182
54
Esempio: in Italia accordo Telecom (agosto 1995).
55
Jacques Santer, Presidente Commissione Europea: relazione di apertura G7 (Bruxelles, 24.2.1995).
56
Fonte: Commissione Europea.
57
Fabio Cammarano, Amministratore delegato Saritel.
58
Fonte: Pat McGovern, presidente e amministratore delegato di Ide, che ha aperto i lavori dell’European It
Forum organizzato nel 1995 a Parigi.
59
Fonte: elaborazioni e stime Nomos Ricerca su fonti varie.
60
Fonte: Eito, Dataquest, Ide - 60/B. Fonte: Nomos Ricerca-Assinform.
61
Fonte: Eito ’95.
62
Fonte: Eito 1995.
63
Fonte: Dataquest.
64
Fonte: Direzione generale Intel, 1995.
65
Fonte: Osservatorio Smau.
66
Fonte: Assinform-Nomos Ricerca.
67
Fonte: Assinform-Nomos Ricerca.
68
Fonte: Assinform-Nomos Ricerca.
69
Fonte: Ide Italia.
70
Fonte: Ed. Zander, Amministratore delegato Sun Microsystem (Madrid, 1995).
71
Fonte: Eito ’95.
72
Fonte: Gartner Group
73
Stime Teknibank, società di analisi e consulenza italiana nel settore delle Tlc.
74
Fonte: OVUM.
75
Fonte: Associazione Italiana Internet Providers.
76
Elaborata da Charles Sanders Peirce.
77
Paolo Parrini - “Conoscenza e realtà. Saggio di filosofia positiva” - Laterza, Bari 1995 .
78
ABS. e/o Rif. “Evangelium Vitae” 21+24, Enciclica S. S. Giovanni Paolo II (1995).
79
ABS e/o Rif. “Criteri di collaborazione ecumenica ed interreligiosa nel campo delle comunicazioni sociali”,
15+17, 21+23 Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali (1989).
80
ABS e/o Rif. “Le università cattoliche” 5,7,17,18, Costituzione apostolica S.S.Giovanni Paolo II (1990).
183
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L. GRUBER, Intervista a Minicucci - RAI, TG UNO 19/05/95.
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A. FORESI, Bruxelles: G.7 informatica - RAI, TG UNO ore 13,30 - 26/02/95.
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Finito di stampare
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nel mese di gennaio 2000

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  • 2. 3 ROTARY INTERNATIONAL DISTRETTO 2100 ITALIA Service Above Self - He Profit Most Who Serves Best Raimondo Villano Verso la società globale dell’informazione A. R. 2000-2001
  • 3. 4 L’elaborazione e la scrittura di questo testo è stata ultimata nel mese di maggio 1996. © Rotary International - Club Pompei Oplonti Vesuvio Est Elaborazione, impaginazione e correzioni a cura di Raimondo Villano Edizioni Eidos, Castellammare di Stabia (Na)
  • 4. 5 Indice Presentazione 7 Prefazione 9 CAPITOLO I Analisi settoriale delle principali applicazioni telematiche 11 CAPITOLO II Analisi settoriale dei problemi tecnici di applicazione e/o sviluppo delle tecnologie informatiche 33 CAPITOLO III Sicurezza e reati informatici: problemi tecnici, giuridici e normativi 85 CAPITOLO IV Problematiche ed azioni politiche 113 CAPITOLO V Politica, attività e problematiche delle imprese del settore informatico 135 CAPITOLO VI Stime di mercato 149 CAPITOLO VII Aspetti filosofici, morali ed esistenziali 155 CAPITOLO VIII Impatto spaziale. Problemi urbanistici 163 CAPITOLO IX Impatto sociale 169 Conclusioni 177 Note 180 Bibliografia 183
  • 5. 7 Presentazione Un grande dono offerto con grande umiltà. Ecco come si può definire questa lunga e non lieve fatica di Raimondo Villano, il quale, per mero spirito di servizio e non certo per ambizioni accademiche, ha voluto assumere la parte e l’ufficio di mediatore tra una materia intrinsecamente complessa e in rapida evolu- zione e la gran massa di coloro che, in numero e in misura crescenti, son destinati a fare i conti con essa, anche se non per loro scelta. Il discorso sull’attuale società dell’informazione è tanto diffuso, che rischia di apparire un luogo comune. Ma proprio il fatto di essere comune comporta la necessità che se ne conoscano, sia pure a grandi linee ma non superficialmente, contenuti metodi e finalità non con la pretesa di dominare il nuovo universo disciplinare ma con il legittimo desiderio di non esserne dominati e manipolati. La nuova realtà creata dalla scienza informatica ed elettronica ha profondamente mutato, abbreviandole fin quasi a cancellarle, le tradizionali coordinate spaziali e temporali dell’umano agire e comunicare, costringendo anche menta- lità e abitudini a rapidi processi di adattamento. Quando gli adattamenti ci sono stati (con o senza traumi conta poco), si son ritrovati enormemente accresciuti i poteri di ciascun individuo di mettersi in relazione con gli altri e quindi di moltiplicare, attraverso lo scambio di informazioni, le occasioni e le modalità della crescita globale della personalità. Quando, invece, gli adattamenti non sono stati nep- pure tentati o, se avviati, non hanno creato le sperate abilità, s’è avvertita una progressiva emerginazione dal flusso delle informazioni e s’è instaurata la non felice condizione di do- ver utilizzare informazioni manipolate da altri o comunque di seconda mano. Ecco perché oggi non è più possibile scegliere tra l’adesione alla nuova realtà e il rifiuto di essa. Nella società dell’informazione ci siamo già e, ci piaccia o no, l’unica libertà di scelta che rimane è tra il rassegnarsi a subirla o il prepararsi a guidarla. E l’uomo, se non vuole abdicare alla propria dignità, non può non provvedere in tempo alla propria libertà con lo scegliere la seconda ipotesi. È davvero un Giano bifronte quello che sfida l’uomo contemporaneo a scelte difficili e irrevocabili: esso promette e fa intravvedere un gran bene, ma contiene anche, occulte, le insidie di un gran male. Ancora una volta, come all’inizio della storia, l’uomo deve vivere e risolvere dentro di sé l’eterno dramma della scelta. Ma in ogni caso la via resta sempre una: quella della cono- scenza. Per accettare o per respingere. * * * L’autore non chiude gli occhi di fronte ai problemi che vien ponendo all’uomo di oggi la trasformazione in atto della società. Al contrario: li fa suoi, quei problemi, e, pur con le debite cautele e riserve, assume coraggiosamente posizione a favore della prospettiva di cambiamento, ovviamente governato e diretto dall’uomo. Il cap. VII, in particolare, con- tiene una diligente e accurata disamina del pensiero filosofico contemporaneo nel suo
  • 6. 8 misurarsi con la tecnologia informatica e con i problemi ch’essa pone alla perplessa intel- ligenza e all’ancor più perplessa sensibilità degli uomini. Sembra proprio che l’intera civiltà occidentale, di plurimillenaria durata, sia giunta ad una svolta decisiva del suo cammino: la macchina, che pur è frutto dell’umano pensiero, ne incrementa ed amplifica le potenzialità in misura incredibile e imprevedibile, ma restano molto difformi da essa i ritmi con cui le masse degli uomini si adeguano alle nuove possibi- lità operative. È come se l’immensa eredità della storia dell’umana intelligenza e ricerca oggi costituisse una remora o un gravame per l’uomo dannato al cambiamento: questo c’è sempre stato, ma, per i ritmi che ne scandivano il processo, è stato sempre agevolmente “metabolizzato” dall’uomo. Oggi è l’incalzante rapidità dei processi innovativi che mette a nudo la lentezza dell’adeguamento dell’uomo e della sua struttura psichica e mentale. Ed è proprio lì, nello scarto tra le due velocità, che si annida il rischio: la liberazione dalla ripetitività meccanica di certe operazioni, offerta dalla macchina, potrebbe tramutarsi in un forma sconosciuta di asservimento delle masse. Da parte di chi? e a vantaggio di chi? Se a questo punto della riflessione interviene l’inevitabile avvertimento di tener sempre l’uomo come fine, ecco che ammonitore si leva il passato con tutto il fascino dei valori ch’esso ha creati e consegnati alla nostra coscienza e alla nostra responsabilità. Il cammino verso il nuovo è inarrestabile. L’augurio è che l’uomo sappia percorrerlo con saggezza, con coraggio e con umiltà, traghettando sempre nei nuovi approdi l’eredità delle passate gene- razioni, in virtù della quale egli può ancora riconoscersi e dirsi uomo. La riflessione dell’autore su tutta quest’area problematica dura da alcuni anni, nel cor- so dei quali egli ne ha fatto partecipi gli amici rotariani del suo club con la generosità di chi mette a vantaggio degli altri la propria fatica e con l’umiltà di chi sente il proprio dono inadeguato al sentimento che lo muove e lo accompagna. Alcune tappe di questo fecondo e costante rapporto della silenziosa operosità del singolo con la vita del gruppo sono state contrassegnate da concrete proposte di notevole utilità e rilevanza sociale: ricordo le validissime indicazioni sull’organizzazione del servizio sanita- rio e dell’assistenza agli anziani, sull’orientamento dei giovani nella scelta degli studi uni- versitari e nella ricerca del lavoro nonché le preziose applicazioni della razionalità infor- matica alla sistemazione dell’archivio del Distretto 2100 del R.I. Di tutta l’esperienza acquisita e della conoscenza accumulata nell’itinerario degli ultimi anni quest’opera rappresenta la “summa”, della quale non saprei se apprezzare di più l’ampiez- za della materia trattata o lo sforzo di renderla accessibile alla comprensione di persone sforni- te di competenza specifica ma dotate di buona volontà, quali son certamente i Rotariani. A me, che ho avuto più volte l’occasione di apprezzare la serietà dell’impegno professio- nale e civile dell’autore, piace concludere questa presentazione col notare ch’egli, nel delineare l’avvento del nuovo universalismo tecnologico come versione contempora- nea degli universalismi classici (cristiano, umanistico, razionalistico), ha saputo far sua la pedagogia rotariana dell’uomo come fine. Gennaio 2000 Antonio Carosella
  • 7. 9 Prefazione Il presente lavoro è scaturito dall’analisi, a mano a mano sem- pre più approfondita, degli aspetti e delle problematiche della so- cietà globale dell’informazione, condotta sulla scorta di numerosi testi e pubblicazioni, tra le quali ultime mi piace ricordare qui il prestigioso quotidiano nazionale IL SOLE 24 ORE, che al fenome- no delle telecomunicazioni riserva con costanza la sua ben nota e non superficiale attenzione. A me pare, invero, ch’esso, pur senza la pretesa di essere esau- stivo in una materia oltremodo complessa a causa dell’intrinseca multifattorialità e polivalenza nonché della magmatica evoluzione del fenomeno, possa tuttavia divenire un utile strumento di ulterio- re comprensione e punto di partenza per l’aggiornamento delle co- noscenze. Ciò a beneficio di una platea non di addetti ai lavori ma di sog- getti di buona volontà, che con attenzione, sensibilità e sollecitudi- ne recano il loro tassello, piccolo ma pur sempre prezioso, alla gran- de opera collettiva dell’edificazione della società contemporanea. Raimondo Villano
  • 8. 149 CAPITOLO VI Stime di mercato Il business mondiale di informatica e telecomunicazioni nel 1994 valeva 910 miliardi di Ecu con una quota del 35% agli Stati Uniti mentre l’Unione europea seguiva con il 27%. Il mercato europeo dell’information technology dopo gli anni bui del triennio 1993-95 sta riprendendo a crescere con vigore. Stiamo, dunque, assistendo a una ripresa degli investimenti con grandi opportunità di cre- scita per i prossimi due anni58 . Nel 1994 nell’Europa occidentale è stato speso in It il 5,9% degli investimenti totali (contro il 3,3% del 1993) mentre la media di tutti gli altri mercati del mondo è stata del 7,7 per cento. Le notizie sono ancora più ottimistiche per quest’anno, in cui si passerà dal 6,7% del 1995 al 7,5%.In Italia la crescita prevista per il 1995 è stata del 4,1%, ben poca cosa rispetto a quella attesa nel Regno Unito (8,7%), Germania (7,6%) ma quasi al livello di quella francese (4,9%). Per ciò che concerne l’Informatica, il suo mercato mondiale in valori espressi in miliardi di dollari a tassi di cambio costanti per macro aree59 per il 1993 è stato di 184 nel Nord America (di cui 176 in U.S.A.), di 156 in Europa (di cui 133 in U.E.), di 95 in Asia (di cui 76 in Giappone), di 42 nel Resto del mondo per un totale di 477; per il 1994, invece, è stato di 198 in Nord America (di cui 190 in U.S.A.), di 162 in Europa (di cui 138 in U.E.), di 99 in Asia (di cui 79 in Giappone), di 47 nel Resto del mondo per un totale di 506. L’informatica costituisce oggi un mercato mondiale di circa 550 miliardi di dollari l’anno, mentre quello italiano ha raggiunto i 20mila miliardi di lire. L’incidenza percentuale della spesa informatica 1994 sul Prodotto Interno Lordo60 è stata del: 3,5% in U.S.A., 2,5% in UK, 2,41% in Germania, 2,09% in Francia, 1,86% in Giappone, 1,37% in Italia, 1,14% in Spagna. Il peso percentuale di ciascun Paese nel mercato dell’informatica in Europa nel 1994 (totale 162miliardi di dollari) è stato poi di60 : 25% Germania, 18% Gran Bretagna, 18% Francia, 9% Italia, 5% Olanda, 4% Spagna, 4% Svezia, 4% Svizzera, 3% Danimarca, 3% Belgio /Lussemburgo, 7% Altri. La crescita percentuale del mercato europeo dell’informatica 1988-9661 è stata in oltre del: 15,9% nel 1988, 14,2% nel 1989, 8,9% nel 1990, 4,4% nel 1991, 2,5% nel 1992, 2% nel 1993, 5,2% nel 1994, 6,5% nel 1995 ed è prevista del 7% nel 1996. Il peso percentuale dei singoli settori informatici in Europa al 1994 è, infine, del62 44,7% per l’Hardware, 27,5% dei Servizi, 19,4% del Software e 8,4% dei Servizi di supporto. Per quanto concerne, poi, il mercato europeo dei chip, le stime sul fatturato 1995 espresso in miliardi di dollari63 sono date dai seguenti valori: Germania 8,15; Regno Unito/ Irlanda 8,15; Francia 3,04; Scandinavia 2,44; Italia 2,32; Benelux 1,13; Altri 3,74. Le vendite di personal computer a livello globale, inoltre, raggiungeranno almeno i l00 milioni di unità entro la fine del decennio64 .
  • 9. 150 In Italia, invece, il mercato dell’informatica negli ultimi anni ha fatturato65 i seguenti importi espressi in miliardi di lire: a) Settore hardware: 9150 nel 1991, 8550 nel 1992, 7650 nel 1993, 7350 nel 1994; b) nel settore Software e servizi: 12430 nel 1991, 13605 nel 1992, 14050 nel 1993, 14700 nel 1994; c) nel settore Assistenza tecnica: 2360 nel 1991, 2380 nel 1992, 2250 nel 1993, 2200 nel 1994; d) nel settore Accessori: 600 nel 1991, 565 nel 1992, 550 nel 1993, 500 nel 1994 Pertanto, il mercato complessivo per questi anni è ammontato a miliardi: 24530 nel 1991, 25100 nel 1992, 24500 nel 1993, 24750 nel 1994. Nel 1994 la ripartizione percentuale del mercato per settori è risultata 66: Software e servizi 59,4%, Hardware 29,7%, Assistenza tecnica 8,9% ed Accessori 2%. Le variazioni percentuali del mercato 1994/93 per area geografica sono state 67: Nord Est (TrentinoA.A., Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna) 3%; Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria) 1,2%; Centro(Toscana, Lazio, Umbria, Marche) 0,8%; Sud e Isole (Abruz- zo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) 1,5%. Per quanto concerne, inoltre, la composizione della spesa nel 1994, sono emersi i seguenti valori68 : Industria 28,27%, Banche 21,03%, Distribuzione 12,38%, Servizi 15,56%, Pubblica amministrazione centrale 9,72%, Pubblica amministrazione locale 5,23%, Assicurazioni e socie- tà finanziarie 4,63%, Altro 3,18%. Il 1994 è stato, dunque, un anno in cui il mercato italiano dell’informatica ha visto delinearsi, dopo il risultato negativo del precedente (-2,4%), un’inversione di tendenza. Il segno positivo dell’1%, espresso in valori correnti (che si riduce se depurato del fattore inflazione), infatti, ha rappresentato la premessa per la decisa ripresa del 1995 in cui solo nel primo semestre l’informa- tica ha ripreso a marciare con i tassi di incremento a due cifre degli anni migliori (+15% rispetto allo stesso periodo del 1993, secondo l’istituto di ricerca Idc). Limitandoci al 1994, tuttavia, volendo offrire uno sguardo di insieme, occorre immediata- mente dire che il mercato dell’informatica ha raggiunto il valore globale di 24750 miliardi di lire (ma a conti fatti è cresciuto solo dell’1,5%, fanalino di coda di un’Europa già a crescita dimezzata rispetto agli U.S.A.). In particolare, l’hardware con un -3%, ha rallentato il ritmo di caduta dell’anno prece- dente quando il decremento era stato pari al 10% circa. Tale andamento è dovuto soprattut- to all’incremento della domanda per la revisione totale o parziale dei sistemi informativi di aziende medio-grandi e alla domanda sostenuta di piattaforme per l’informatica individua- le e di gruppo presso le grandi aziende. Di qui il calo nella spesa Edp dell’industria (-1,6%) che si è associato al blocco degli investi- menti in computer nella Pubblica amministrazione centrale (-3,7%) e locale (-0,9%). Nel complesso queste tre componenti, che rappresentano circa il 45% del mercato totale, hanno agito da potente freno al settore mentre solo le banche (+4,7%), i servizi (+5,7%), la distribuzione (+3,5%), le assicurazioni e le società finanziarie (+6,5%) sostengono il tono della domanda informatica, dando luogo a una fisionomia del mercato in cui è stato il terziario non pubblico, piccolo e grande, l’unica area di una certa vivacità. Un incremento di tale dimensione è dovuto fondamentalmente al cambiamento del ruolo e della funzione del pc. Da semplice supporto alla crescita della produttività individuale, si è tra- sformato in piattaforma per applicazioni di office automation e anche per lo sviluppo e la gestio- ne di applicazioni aziendali particolari. A oggi, si stima che il parco installato di questi apparati ammonti a circa 4,1milioni di unità per piccoli uffici e circa un milione e mezzo per home office, dove la penetrazione registrata dai pc fino all’anno scorso era rispettivamente del 19 e del 22 per cento mentre il computer è finora presente solo nel 12% dei circa venti milioni di famiglie italia- ne, contro il 35% di quelle americane, e il 22% delle inglesi. E la Sirmi quantifica in circa sette milioni le famiglie italiane già in grado oggi di potersi permettere un personal.
  • 10. 151 La stessa Sirmi e l’Osservatorio Smau prevedono già per quest’anno il decollo di questo mercato. Inoltre, la componente software e dei servizi di informatica, oltre a rappresentare il segmento di maggiore consistenza in valore - il 53% del mercato totale -, ha segnato una cresci- ta media del 5%, ancora notevole come percentuale, ma che, se confrontata agli anni precedenti, è indicativa di un mercato in fase di maturità. Questo segmento di mercato è costituito da una miriade di operatori attivi in numerose tipologie di attività. Si va dalla consulenza allo sviluppo di software specifico, alla distribuzione di package, alla formazione, all’outsourcing, alla fornitura di nuovi servizi online basati su Internet. Ognuno di questi ambiti ha conosciuto un andamento diverso. Se il risultato è stato positivo per le aziende che operano nell’outsourcing, nella consulenza e nella distribuzione di middleware package standard per pc e strumenti di networking, non altrettanto può dirsi per le aziende con attività più tradizionali, come lo sviluppo di software ad hoc. Confrontata con quella dei maggiori Paesi industrializzati, la crescita degli investimenti in informatica in Italia, pari a 1/3 di quelli medi europei, presenta un andamento meno sostenuto rispetto a quelli per macchinari e attrezzature. Secondo la ricerca Assinform/Nomos, questa crescita inferiore non è certo dovuta a un mercato ormai saturo, bensì a una serie di cause che, se rimosse, potrebbero aprire ulteriori spazi nel mondo dell’impresa. Innanzitutto aziende medio-grandi ancora non hanno esauri- to la spinta alla razionalizzazione interna. Inoltre, il top management delle stesse forse non ha compreso a fondo la rilevanza strategica degli investimenti nelle tecnologie informati- che. Le aziende, quindi, prese dal vortice della ripresa - certo non attesa nella dimensione in cui è avvenuta - hanno preferito investire in macchinari fissi per accrescere la propria produttività piuttosto che investire in nuovi modelli organizzativi e in una revisione dei processi interni, tramite il supporto di tecnologie informatiche. La Pubblica amministrazione, infine, ha bloccato i propri investimenti in nuove tecnologie avendo proceduto a un processo di riorganizzazione interna, di contenimento e di razionalizzazione della spesa. Relativamente, poi, al 1995, il mercato ha fatto registrare nel 3° trimestre i seguenti dati espressi in miliardi di lire69 : Hardware 1401, Software 917, Servizi 1451, Manutenzione 427 per un totale di 4196. Nei primi nove mesi del ’95, invece, i dati di mercato (espressi in miliardi) sono stati: Hardware 4707, Software 3122, Servizi 5074, Manutenzione 1333 per un totale di14236. Infine le stime di mercato (espresse in miliardi) sull’intero 1995 indicavano: Hardware 7405, Software 4355, Servizi 7950, Manutenzione 1815 per un totale di 21525. Nei primi tre mesi del 1995 le cifre dell’informatica italiana appaiono, almeno a prima vista, molto positive. Innanzitutto le vendite di personal computer risultano aumentate, nelle rilevazioni di Nomos Ricerca, di circa il 30% in termini di numero di sistemi sul corrispondente periodo del 1994. Il mercato dell’hardware, poi, nel suo complesso, segna un +5,5%, persino superiore alla dinamica del software e dei servizi (+5,1%) anche se va notato che le cifre del primo trimestre 1995 si raffrontano a un corrispondente periodo del 1994 di piena recessione del mercato. Per questo, in sede di previsione sull’intero 1995, le aspettative di una ripresa forte del mercato vanno ridimensionate al 3-3,5%. In termini qualitativi, secondo il Rapporto Assinform, si è continuato a far registrare un’espansione sostenuta del mercato dei personal computer e delle workstation, con punte nell’area dei server e delle applicazioni di gruppo. Se il tono economico generale terrà, è anche prevedibile una forte crescita nella diffusione dei pc presso il pubblico dei professionisti, delle utenze domestiche e dei giovani anche nel ’96. Il 1995, visto per settori, ha avuto numerose promesse, secondo l’Assinform. Se le linee del piano triennale Aipa (l’Auto- rità sull’informatica nella Pubblica amministrazione) verranno rispettate, già nei prossimi mesi il rilancio nei grandi progetti pubblici dovrebbe farsi sensibile, eliminando uno dei maggiori fattori
  • 11. 152 di freno al mercato. Dopo un 1994 che ha visto l’industria investire (al 10% di crescita) quasi soltanto in attrezzature e capacità produttiva, nel ’95 potrebbe essere arrivato il rimbalzo posi- tivo sulle tecnologie terziarie, ovvero sull’innovazione nei processi organizzativi e sui servizi (in particolare post-vendita e di comunicazione sulle reti). Infatti, le ragioni più profonde della ripresa del settore vanno al di là delle considerazioni generali sulla ripresa economica. Innanzitutto pesa sul settore proprio la ripresa degli investi- menti dei grandi utenti storici del mercato, come la grande industria automobilistica e metalmeccanica. Nei due anni precedenti le aziende di questi comparti avevano tagliato la spesa nell’area della progettazione, a causa della drastica riduzione degli ordini, dell’ancora alto prez- zo delle soluzioni hardware e software e della difficoltà culturale di trasferire le professionalità dal tecnigrafo al video tridimensionale. L’aumentata complessità del contesto competitivo e della conseguente necessità di ridurre il time-to-market dei prodotti ha stimolato la domanda di soluzioni rapide e di qualità. Inoltre, la propensione all’export di cui si diceva sopra, ha richiesto il consolidamento dell’offerta anche attraverso l’introduzione di nuove famiglie di prodotto e, quindi, di strumenti di sviluppo degli stessi. Il rinnovo del parco hardware, prima rimandato a tempi migliori e adesso reso necessario dallo stato di obsolescenza dello stesso, è stato possibile anche grazie a fenomeni di downprincing. Questi fattori concomitanti hanno consentito all’hardware una crescita correlata a quella del software. Anche il settore dei servizi ha fatto registrare una interessante dinamica. Di converso il mondo bancario, autentico “motore” del mercato nel 1994, dovrebbe aver diminuito i giri, in conseguenza dei processi di concentrazione e ristrutturazione in atto tra gli istituti italiani, mentre le assicurazioni, con l’avvio dei fondi pensione e la riforma della previdenza, potrebbero anche aver ulteriormente accelerato gli investimenti in nuove tecnologie. Il 1995, infine, ha visto l’avvio degli investimenti nelle autostrade dell’informazione anche per l’Italia. Per quanto riguarda Internet e le autostrade informatiche il business è di quelli formidabi- li. Solo l’anno scorso il numero di nodi connessi ad Internet è infatti cresciuto del 130% a 4,8mi- lioni con oltre 70mila reti private interconnesse. Internet in un solo anno ha concentrato su di sé oltre il 47% degli investimenti di venture capital della Silicon Valley70 . La sua diffusione per aree geografiche nel 1994 è stata del 70% nel Nord America, del 21% in Europa e del 9% nel Resto del mondo71 . Inoltre, nei soli U.S.A. il fatturato delle autostrade informatiche nel 1994 è stato di 418miliardi di dollari così ripartiti: Comunicazioni locali 108; Vendite a catalogo 75; Comunicazioni a lunga distanza 64; Editoria 57; Broadcast TV 30; TV via cavo 24; Servizi elettronici 16; Video rentals 14; Broadcast radio 10; Musica 9; Videogiochi 672 . Da oggi al 2008, tra investimenti strutturali e servizi, il giro d’affari complessivo delle auto- strade informatiche supererà il milione di miliardi di lire, il fatturato annuo delle prime dieci società industriali del mondo, per l’esattezza, 497mila miliardi negli Stati Uniti e 541mila in Europa, dove per la sola creazione della rete di comunicazione a grande velocità verrebbero investiti oltre 127mila miliardi73 . In particolare, in alcuni dei principali Paesi europei le previsioni di mercato al 2005 espressi in milioni di dollari per gli allacciamenti sono: Germania 19,3, Gran Bretagna 10,41, Francia 7,8, Italia 6,73, Spagna 5,05; mentre il giro d’affari espresso in miliardi di dollari: Germania 19,6; Gran Bretagna 10,65; Francia 8,61; Italia 5,39; Spagna 4,1874 . In Italia, poi, a maggio 1995 risultavano attivi circa 40mila nodi Internet registrati. Dal 1994 al 1995 il numero di imprese italiane con più di venti addetti commesse ad Internet si è triplicato: da 510 a 1500. Ancora meglio sul lato di consumo: da 11mila a 35mila utenti nei dodici mesi. In particolare il tasso percentuale di penetrazione nell’area Business in Italia dei servizi su Internet75 è stato dello 0,23% nel 1994 e dello 0,65% nel 1995 mentre le previsioni per gli anni successivi sono: 1,3% nel 1996, 40% nel 1997, 12,7% nel 1998 (ovvero 28mila organizzazioni medio-grandi), 27% nel 1999 e 50% nel 2000.
  • 12. 153 Il tasso percentuale di penetrazione nell’area Residenziale in Italia dei servizi su Internet, invece, è stato dello 0,3% nel 1994, dello 0,7% nel 1995, dell’1,4% nel 1996, del 3,80% nel 1997, del 10% nel 1998 (580mila famiglie), del 15% nel 1999 e del 23% nel 2000 (2milioni di famiglie). Internet, quindi, in un sola anno ha promosso più utenti telematici di dieci anni di Videotel. Lo scenario Aiip, pur conservativo, stima per esempio che già l’anno prossimo oltre centomila giovani, professionisti e utenti di pc saranno collegati continuativamente alla Internet. Eppure, per un altro verso, non si tratta di cifre così alte. L’Italia, dicono alla Aiip, è oggi uno dei Paesi industriali con maggiori ritardi in tema di telematica. Contro, infatti, un consumo di computer pari al 3% del mercato mondiale, il rapporto in termini di utenze Internet è all’in- circa dell’uno per mille. Inoltre, l’iniziale boom del 1994-95 è avvenuto a dispetto di una Internet italiana ancora striminzita, con pochi pionieri in tema di contenuti e servizi, mentre oggi, con oltre un centinaio di server multimediali attivi, siano essi commerciali, scientifici, civici e so- ciali, navigare sulla Internet “made in Italy” comincia a divenire un fatto consistente, piacevole e in futuro persino profittevole. Nonostante ciò, in termini di fatturati, le cifre del business Internet restano piccole: nel 1994 in Italia non più di 6 miliardi di lire in termini di ricavi dai servizi di connessione, metà dalle imprese e metà dalle famiglie. Quest’ anno la previsione è di 15 miliardi (tre volte) con il settore di consumo a 10 miliardi. Ma anche al 1998, il mercato Internet italiano (sempre in termini di puri servizi di connessione) resterà comunque un business medio piccolo: 180 miliardi di ricavi dalle imprese (al prezzo medio di 3 milioni annui per connessione) e 165 miliardi dai consumatori (a 150mila lire di abbonamento annuo medio). Se si considera che nel 1994 la telematica non Internet (l’area dei servizi a valore aggiunto) ha fruttato 710 miliardi (di cui 250 dalle sole informazioni e reti finanziarie) si ha un termine di confronto eloquente. La grande scommessa è invece sul contenuto: in Italia 4,8 milioni di persone usano catalo- ghi postali, con un giro d’affari di 1.670 miliardi e i personal installati nelle famiglie sono stimati al ’95 in quasi 4 milioni, di cui solo 45mila con modem mentre oltre una impresa su due, ormai, possiede, almeno un modem. Per ciò che concerne la Multimedialità, essa sta divenendo sempre più una realtà di fatto. Nei soli Stati Uniti, infatti, il business multimediale vale oggi 11 miliardi di dollari (Stime Adversiting Age) anche se in Italia è un mercato ancora allo stato nascente. A oggi le installazioni di pc sono circa 30mila e le opere multimediali in lingua italiana sono ancora poche rispetto ai concorrenti internazionali. C’è, però, un posto per l’Italia al ricco tavo- lo del business multimediale scommette deciso John Moroney, della società di ricerche inglese Ovum, che ha appena terminato un rapporto europeo sull’argomento. Però, le applicazioni multimediali italiane saranno molto diverse da quelle degli altri Paesi Ue, in particolare il Cen- tro e Nord Europa (con la Germania in testa), che sono già stati cablati, o da aree con una storia più sofisticata nel settore televisivo. Secondo alcuni ricercatori londinesi, il business per l’Italia, entro un decennio, arriverà a fatturare poco meno di 9mila miliardi di lire. La palma spetterà alla Germania con un giro d’affari che volerà abbondantemente sopra i 30mila miliardi mentre la Gran Bretagna produrrà introiti pari a circa la metà dei tedeschi . Fatto uguale a cento il business complessivo di ogni Paese, in Italia avrà un peso maggiore il teleshopping che svilupperà circa un quarto del giro d’affari. In Gran Bretagna, invece, la parte del leone verrà svolta dall’intrattenimento (24% degli incassi), mentre in Spagna sarà la pubblicità, con il 31% degli introiti, a trainare gli affari. Per quanto riguarda, poi, la realtà virtuale c’è da dire che, se da una parte c’è grande interesse su di essa, il volume di affari complessivo è ancora modesto ammontando a qual- che centinaio di milioni di dollari, il che vuol dire che si è ancora in una fase embrionale rispetto alla verosimile ipotesi degli analisti che individua una rapida crescita del mercato nei prossimi sette/dieci anni valutabile in diversi miliardi di dollari.
  • 13. 154 Nel settore delle telecomunicazioni, infine, a livello mondiale i soli primi tredici giganti hanno fatturato nel 1994 300 miliardi di dollari. Si va infatti dalla NTT giapponese (68 miliardi circa) alla ATT statunitense (circa 45 miliardi) alla Deutsche Telecom tedesca (circa 37 miliar- di) a France Telecom (22 miliardi circa) a British Telecom (21 miliardi circa) a Telecom Italia (18 miliardi circa) ed alle statunitensi GTE, Bell South, Bell Atlantic, MCI, Nynex, Sprint, Ameritech (95 miliardi circa). Per quanto concerne i servizi di telecomunicazioni in Europa occidentale, essi costituisco- no, senza dubbio, la quota preponderante sul totale del comparto informatica e Tlc rappresen- tando il 45% dei 282 miliardi di Ecu fatturati nel 1994 con un miglioramento nel 1995 del 7,3% circa e dell’8,1% previsto nel 1996. C’è una correlazione tra sviluppo del mercato It e liberalizzazione delle Tlc, queste due aree europee lo dimostrano, come lo dimostra che i due Paesi che crescono meno sono Italia e Spa- gna: quelli più in ritardo in questo processo. In Italia va segnalato che il mercato delle Tlc pubbliche nel corso del 1994 ha visto una contrazione significativa degli investimenti (-16,2%) passati dai 7.900 miliardi del 1993 ai 6800 del 1994 mentre di segno opposto è l’andamento del fatturato giunto nel 1994 a 29.400 miliardi con un aumento del 9,1% rispetto all’anno precedente. Il settore delle Tlc private dal canto suo ha raggiunto nel 1994 i 3.035 miliardi dai 2.937 del 1993 (differenza 94/93: +3,3 contro differenza 93/92: -0,4). In Europa, in pratica, tutti i grandi gestori di telecomunicazioni stanno avviando grandi pro- grammi di cablaggio e di diffusione delle reti a larga banda sui singoli mercati nazionali. Dal 1998 sarà piena concorrenza nelle telecomunicazioni europee (compresa la possibilità di infra- strutture fisiche alternative ai gestori finora in monopolio) e, in sostanza, tutti i Telecom europei hanno annunciato piani per il multimediale di massa, via .fibra ottica e centrali Atm, in Europa. British Telecom per 15 miliardi di sterline in dieci anni, France Telecom per 200 miliardi di franchi in 20 anni (piano Thery), Telecom Italia per connettere dieci milioni di famiglie italiane entro il 1998. Obiettivo comune presentarsi all’appuntamento del 1998 con un saldo controllo del mercato interno delle telecomunicazioni via reti avanzate già funzionanti e a massa critica. Infine, se per gli utenti le conversazioni telefoniche via radio e i servizi televisivi e cellulari saranno sicuramente più economici degli attuali, è fuori discussione che per gli investitori e i mercati finanziari la rivoluzione tecnologica delle telecomunicazioni sarà certamente molto costo- sa. Secondo le cifre disponibili, circa 60 miliardi di dollari di azioni legati alle telecomunicazioni sono già sul mercato e per finanziare lo sviluppo dei nuovi servizi nella telefonia satellitare, in quella cellulare avanzata - i cosiddetti pcs o personal communication services - e per lo sviluppo di servizi nei nuovi sistemi di trasmissione televisiva saranno emesse nel 1996 nuove azioni e obbligazioni per oltre 6 miliardi di dollari, l’equivalente di oltre 9.600 miliardi di lire. Una cifra enorme e tale da suscitare qualche timore persino tra i più dinamici operatori di Wall Street. Diversa l’accoglienza riservata dal mercato alle richieste di finanziamento delle aziende della telefonia satellitare e dei pcs, per i quali gli analisti prevedono nuove emissioni per 10 miliardi di dollari di qui al 2000. Nel campo dei satelliti, la situazione è già allarmante: per sviluppare le reti orbitanti avranno bisogno di raccogliere almeno 11 miliardi di dollari. Secondo alcune stime comprensive anche dei restanti settori Tlc ma non ancora ben definite -perchè molte operazioni, dopo essere state annunciate, dovranno essere confermate - nei prossi- mi quindici mesi il settore delle telecomunicazioni potrebbe assistere, a livello mondiale, a collo- camenti azionari per un valore complessivo di 40 miliardi di dollari (circa 55mila miliardi di lire). Di questi la metà riguarderanno l’Europa. Oltre a Stet, slittata come è noto al 1996, altre gigantesche operazioni, quali Deutsche Telekom o comunque importanti quali la seconda tranche della olandese Kpm e una nuova tranche della spagnola Telefonica, vedranno la luce.
  • 14. 180 Note 1 Si può scegliere tra due grandi famiglie di fornitori: quella rivolta alle aziende e quella rivolta ai privati. I primi hanno un costo variabile tra le 200mila lire e i 2 milioni al’ anno, a seconda dei servizi richiesti. I secondi forniscono abbonamenti ai servizi telematici italiani in contatto con Internet a un canone annuo variabile dalle 60 alle 200 mila lire. 2 Ed in parte si sta già attuando, ad esempio: Conferenza Onu sulla donna, Pechino 1995. 3 Nicholas Negroponte, Media Lab. di Boston, U.S.A. 4 Gli indicatori sulle dotazioni tecniche nelle scuole superiori (indagine a campione) rivelano che: a) Il numero di studenti per ogni macchina fotocopiatrice è di: 237,25 nei Licei e nei Magistrali; 197,17 nel Liceo artistico; 206,29 negli Istituti professionali; 245,12 negli Istituti tecnici; per una media complessiva di 231,52; b) il numero di studenti per ogni computer destinato ad attività didattica è di: 37,95 nei Licei e nei Magistrali; 45,58 nel Liceo artistico; 15,12 negli Istituti professionali; 17,4 negli Istituti tecnici; per una media comples- siva di 24,14. Fonte: indagine Censis-Cnel, anno scolastico 1993-94 (i dati si riferiscono ai primi 570 questionari elaborati sui 1600 pervenuti dalle scuole). 5 Giuliano Beretta, direttore commerciale Eutelstat 6 Servizi per i quali i telespettatori sono disposti a pagare un supplemento (dati percentuali; fonte: Inteco): Film senza alcuna pubblicità: Gran Bretagna 39, Italia 57, Francia 70, Germania 49; Ampia possibilità di scelta dei programmi multimediali interattivi: Gran Bretagna 60; Italia 47; Francia 82; Germania 45; Possibilità di decidere l’ora di inizio del programma scelto: Gran Bretagna 28; Italia 25; Francia 69; Germa- nia 30; Possibilità di vedere le anteprime dei film: Gran Bretagna 40; Italia 43; Francia 80; Germania 41. 7 Percentuale di persone “molto interessate” alla Tv interattiva (Vod): Gran Bretagna 19; Italia 101; Francia 19; Germania 12; U.S.A. 43; Percentuale di proprietari di videoregistratori che noleggiano almeno un film al mese: Gran Bretagna 37; Italia 39; Francia 29; Germania 35; U.S.A. 75; Percentuale di telespettatori che programmano il videoregistratore parecchie volte la settimana: Gran Bretagna 60; Italia 28; Francia 40; Germania 32; U.S.A. 26. Fonte: Inteco 8 Consumi giornalieri di Tv nel 194, espressi in minuti pro capite, in alcuni Paesi europei (Fonte: Carat-Tv Minibook 1994): Gran Bretagna 230,6; Spagna 198,2; Italia 197,3 Germania 193,3; Francia 185,2; Media europea 185,4. 9 Dati di utilizzo in percentuale di satellite e cavo rispetto alla diffusione degli apparecchi televisivi (Fonte: elaborazioni del Sole-24 Ore su dati Frost and Sullivan, Dataquest, Datamonitor, Alcatel): Satellite 1994: Germania 25, Gran Bretagna 20, U.S.A. 10, Francia 8, Olanda 4, Italia 1; 1997(previsioni): Gran Bretagna 35,Germania 34,U.S.A. 10, Italia 1O,Francia 9, Olanda 6 Cavo 1994: Olanda 82, U.S.A. 65, Germania 45, Francia 15, Gran Bretagna 15, Italia 0; 1997 (previsioni): Olanda 85, USA 70, Germania 48, Gran Bretagna 30, Francia 23, Italia 8. 10 Mercato del cavo in Europa occidentale dal 1993 al 2003 (Fonte: Cit Research): Famiglie con Tv (in milioni): 155 nel 1993, 161 nel 1995, 166 nel 1997, 175 nel 2001, 179 nel 2003; Famiglie con Tv cavo (in milioni): 32 nel 1993, 38 nel 1995, 43 nel 1997,52 nel 2001, 55 nel 2003; Renetrazione Tv cavo (in % su case con Tv): 21 nel 1993, 23 nel 1995, 26 nel 1997, 30 nel 2001, 31 nel 2003; Penetrazione Pay-Tv (in % su case con Tv): 7 nel 1993, 9 nel 1995, 12 nel 1997,16 nel 2001, 18 nel 2003. 11 Ricerca Inteco. 12 Sartori. 13 B.Miccio, Consigliere RAI. 14 Giulio Carminati, Responsabile Studi e Ricerche RAI. 15 Investimenti in informatica delle industrie italiane espressi in miliardi di lire (Fonte Teknibank per Osserva- torio Smau 1995): 4199 nel 1993,4173 nel 1994 e 4882 nel ’95. Gli investimenti delle aziende fino a 99 addetti hanno registrato un incremento dello 1,8% nel 1994 rispetto al 1993 e del 40% nel 1995 rispetto al
  • 15. 181 1994. Gli investimenti delle aziende da 100 a 499 addetti hanno registrato un decremento dell’0,8% nel 1994/93 ed un incremento dell’1,4% nel 1995/94. Gli investimenti delle aziende con 500 ed oltre addetti hanno registrato una flessione del 3,1% nel 1994/93 ed un incremento dell’1,9% nel 1995/94. Complessivamente gli investimenti dei tre comparti hanno regi- strato una flessione del 10,6% nel 1994/93 ed un incremento del 2,7% nel 1995/94. 16 Giovanna Scarpitti, sociologa, Società Italiana Telelavoro. 17 Carlo De Benedetti, presidente Olivetti. 18 Ettore Pietrabissa, direttore centrali ABI. Nona conferenza di IPACRI su “I nuovi orizzonti nelle relazioni banche-clienti” (Barcellona, 1995). 19 Ricerca dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, illustrata da Fernando Fabiano, responsabile del Servizio automazione interbancaria dell’ABI, al Convegno su “ L’informatica nelle banche: stato dell’arte e prospet- tive” (Roma, 1995). 20 Fonte: Nomos Ricerca. 21 Fonte: Andersen Consulting. 22 Andrea Corbella, Vice direttore generale Banca Popolare di Milano. 23 Alberto Crippa, Vice direttore generale CARIPLO. 24 Fabio Chiusa, Direttore generale IPACRI. 25 Anna Maria Llopis, Open Bank. 26 Costantino Lauria, dirigente Servizio Antiriciclaggio Ministero del Tesoro - Convegno Assofiduciaria su aggiornamento delle istruzioni per la lotta al riciclaggio (Roma,1995). 27 Carlo Pisanti, funzionario Settore Normativo Ufficio Vigilanza Banca d’Italia. 28 Fonte: Commerce dept., Killen and Associates-Business Week. 29 Pierfrancesco Gaggi, coordinatore del gruppo di lavoro dell’ABI. 30 Tommaso Padoa Schioppa . 31 Ettore Pietrabissa, direttore centrale ABI. 32 Elserino Piol, Presidente Olivetti-Telemedia. 33 Libro mutante, Ipertesto: si comincia il primo breve capitolo, poi si sceglie subito, a un bivio elettronico, se proseguire all’antica con pagina 2, oppure soffermarsi su una delle parole del testo, schiacciare un tasto quando il cursore del computer la incontra sullo schermo e di li balzare a una pagina collegata, seguendo una storia nella storia, un sentiero che si biforca cento volte. Per tornare poi alla storia principale, oppure lasciar- la in cambio di altre. 34 Il Sole-24 Ore è attivo anche su Audiotel con informazioni di Borsa e di tipo normativo. 35 Fonte: Informatica pubblica. 36 Giancarlo Scatassa, dirigente generale Ministero Funzione Pubblica. 37 Guido Rey, Presidente A.I.P.A. 38 Fonte: Ministero Pubblica Istruzione. 39 Fulvio Berghella, vice direttore generale ISTINFORM (Istituto Consulenza Bancaria) e responsabile Security Net, che collega oltre 300 aziende fornendo servizi per la prevenzione contro il computer crime. 40 Dati Security Net. 41 Il gruppo di specialisti in materia costituito dall’Associazione italiana per il calcolo automatico (Aica) inten- de proporsi, per l’appunto, come osservatorio sull’impiego dei sistemi di sicurezza e diventare al tempo stesso un punto d’incontro e discussione su questi temi fra utenti, costruttori e ricercatori. 42 Sicurforum Italia-F.T.I.: Giornate di studio “La sicurezza informatica: il progetto intersettoriale A.I.P.A.11, Roma 1995. 43 Vedasi appendice legislativa. 44 Giusella Finocchiaro. 45 Guido Rey, Presidente A.I.P.A., Convegno Technimedia su “Comportamenti e norme nella società vulnera- bile” nell’ambito del Forum multimediale “La società dell’informazione” (Libera Università Studi Sociali “Guido Carli” - 1995). 46 Martino Pompilj, dirigente Confindustria. 47 Angelo Mancusi, presidente Infocamere. 48 Dossier pubblico ANASIN sull’eccesso di privacy. 49 Herschel Fink, U.S.A. 50 Electronic Frontier Foundation. 51 Giuseppe Verrini, presidente Task force antipirateria di BSA Italia. 52 Giuseppe Pirillo, presidente Gruppo Informatici Tecnico-Giuridici. 53 Mario Monti, Commissario al Mercato Interno U.E.
  • 16. 182 54 Esempio: in Italia accordo Telecom (agosto 1995). 55 Jacques Santer, Presidente Commissione Europea: relazione di apertura G7 (Bruxelles, 24.2.1995). 56 Fonte: Commissione Europea. 57 Fabio Cammarano, Amministratore delegato Saritel. 58 Fonte: Pat McGovern, presidente e amministratore delegato di Ide, che ha aperto i lavori dell’European It Forum organizzato nel 1995 a Parigi. 59 Fonte: elaborazioni e stime Nomos Ricerca su fonti varie. 60 Fonte: Eito, Dataquest, Ide - 60/B. Fonte: Nomos Ricerca-Assinform. 61 Fonte: Eito ’95. 62 Fonte: Eito 1995. 63 Fonte: Dataquest. 64 Fonte: Direzione generale Intel, 1995. 65 Fonte: Osservatorio Smau. 66 Fonte: Assinform-Nomos Ricerca. 67 Fonte: Assinform-Nomos Ricerca. 68 Fonte: Assinform-Nomos Ricerca. 69 Fonte: Ide Italia. 70 Fonte: Ed. Zander, Amministratore delegato Sun Microsystem (Madrid, 1995). 71 Fonte: Eito ’95. 72 Fonte: Gartner Group 73 Stime Teknibank, società di analisi e consulenza italiana nel settore delle Tlc. 74 Fonte: OVUM. 75 Fonte: Associazione Italiana Internet Providers. 76 Elaborata da Charles Sanders Peirce. 77 Paolo Parrini - “Conoscenza e realtà. Saggio di filosofia positiva” - Laterza, Bari 1995 . 78 ABS. e/o Rif. “Evangelium Vitae” 21+24, Enciclica S. S. Giovanni Paolo II (1995). 79 ABS e/o Rif. “Criteri di collaborazione ecumenica ed interreligiosa nel campo delle comunicazioni sociali”, 15+17, 21+23 Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali (1989). 80 ABS e/o Rif. “Le università cattoliche” 5,7,17,18, Costituzione apostolica S.S.Giovanni Paolo II (1990).
  • 17. 183 Bibliografia R. VACCA, Un computer per amico - 2000 giorni al 2000, N. 4/94. G. DE VARDA-P. PAGELLA, “Telematica e territorio: telematica e agricoltura” “Turismatica” - Quader- ni Italtel N.77 NOV/84. S. REBOSTI, Il Giornale 1986. E. DE PASCALE, Stet, la sfida parte dalla cablatura - Sole 24 Ore 30/6/95. C. SOTTOCORONA, Il futuro vi attende in autostrada - Panorama 23/7/94. L. DE BIASE, Come funziona il collegamento globale dei P.C. - Panorama 23/7/94. J. LELYVELD, Avanti a tutte news - Panorama 10/3/95. S. PENDE, Intervista a Nicola Grauso: “Modem forza otto” - Panorama 28/4/95. L. DE BIASE, Intervista a Franco Tatò: “Meglio fare che annunciare” - Panorama 7/4/95. L. DE BIASE, Che cento canali fioriscano - Panorama 24/3/95. L. DE BIASE, Al di là dell’Internet - Panorama 24/3/95. B. GATES, Cliccando s’impara - Panorama 24/3/95. D. LIOTTO, ATM, arriva la super rete - Il Mattino 10/3/95. F. VERGNANO, Italia fanalino di coda nella TV interattiva - Sole 24 Ore 14/6/95. M. MORINO, La pubblicità punta sul video multimediale - Sole 24 Ore 14/6/95. C. BASTASIN, Hopp risposta tedesca a Gates - Sole 05/7/95. M. MELE, Stream lancia la sfida dei servizi interattivi - Sole 31/5/95. F. VERGNANO, Il telefono corteggia Hollywood ma è guerra sulle regole - Sole 31/5/95. M. MELE, Il vecchio mercato è saturo. Arrivano le reti specializzate - Sole 31/5/95. F. VERGNANO, Clinton moltiplica i canali delle televisioni - Sole 31/5/95. M. NIADA, Londra, le nuove tecnologie svuotano il “tetto” - Sole 31/5/95. L. OLIVA, Info 2000 al debutto - Il Sole, luglio 95. L. DE BIASE, Il fine giustifica i media - Panorama 9/6/95. N. NEGROPONTE, Essere digitali - Sperling e Kupfer 1985. G. BECHELLONI, Lunga vita alla TV via etere - Sole 23/6/95. A. PILATI, La libertà appesa a un bit - Sole 23/6/95. G. CAVALLO, Computer scaccia video: sarà il nuovo focolare - Il Mattino 21/4/95. TG UNO - RAI, 27/2/95. M. HACK, Il futuro va piano e va lontano - Il Mattino 07/3/95. B. GATES, Come ti divento bimillionario - Sesto potere - Panorama 13/1/95. P. FOGLIANI, Venite con me nel futuro: è meraviglioso - Intervista a R. VACCA - CLASS sett. 94. M. L. FELICI, Finsiel in crescita guarda all’estero - Sole 16/6/95. M. R. ZINGONE, La famiglia scopre il personal - Sole 07/07/95. A. BINI - C. PAPETTI, Il territorio è gestito dal computer - Sole 30/6/95. G. CASERZA, La democrazia elettrodomestica. Intervista a U. Volli - Il Mattino 9/12/94. D. L. M., Gli alberghi sono online - Sole 2/6/95. E. T. U., Nelle scuole italiane arriva il software Doc - Sole 30/6/95. L. DE BIASE, Eurochips coi baffi - Intervista a P. Pistorio - Panorama 13/1/95. A. MASERA, Pronto... Qui Internet - Panorama 28/10/94. L. DE BIASE, Sesto potere - Panorama 28/10/94. M. DE MARTINO, Alzati e lavora - Panorama 7/5/94. E. SILVA, USA, in viaggio con Internet - Sole 16/6/95. E. VACIAGO, Nella galleria Ricci Oddi attraverso la rete Internet - Sole 28/7/95. A. GALLIPPI, Medicina sempre più hi-tech - Sole 2/8/95. M. R. ZINCONE, Pronto al decollo il mercato della formazione a distanza - Sole 14/7/95. F. RO, Sul video città senza segreti - Sole 24/7/95. F. FERRO, Lavoro a distanza - Telecom fa scuola - Sole 15/8/95. C. PIGA, Telelavoro - RAI - TG UNO Economia 27/6/95. A. D. F., Telelavoro: firmato un accordo “test” alla DBK - Sole 6/7/95.
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