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Raimondo Villano
Thesaurus
Pharmacologicus
medicamenti, rimedi, segreti,
strumenti e pratiche speziali
Sotto l’Alto Patrocinio di:
ACCADEMIA TIBERINA
Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori
Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
Ente Morale sotto la Tutela del Ministero
Dei Beni Artistici e le Attività Culturali
Con la Presentazione di:
Andrea Mandelli
Presidente Federazione Ordini Farmacisti Italiani
Presentazione
La storia della cura, della medicina risale altrettanto indietro della storia stessa dell’uomo. Ripercorrere
questa catena di eventi, significa senz’altro valutare i progressi che la scienza modernamente intesa ha fatto
registrare, ma anche cogliere con sorpresa e commozione quanto di positivo, di efficace, aveva saputo
trovare ciò che scienza non era ancora ma sicuramente non era più magia o superstizione.
Basti pensare a quante delle erbe officinali largamente impiegate nei secoli scorsi hanno poi trovato la
loro sistemazione nel corpo della farmacologia moderna, ma non soltanto di questo si tratta. È facile reperire,
anche prima di Galileo, i segni di quell’osservazione attenta del fenomeno che ancora oggi è alla base di tutto
l’agire della medicina e con essa della farmacologia.
Tutto questo ben descrive il risultato della lettura del Thesaurus Pharmacologicus redatto dal Collega
Raimondo Villano con la tenacia del ricercatore, il gusto del bibliofilo e, naturalmente, la mano sicura del
farmacista.
Molte delle ricette, prescrizioni e spiegazioni riportate dal Thesaurus sarebbero rimaste relegate
all’ambito iperspecialistico e nelle pagine di codici difficilmente consultabili dal profano della ricerca storica
se non vi fosse stata la dedizione di Raimondo Villano alla divulgazione delle origini della farmacologia.
Non è un merito da poco, in un’epoca come la nostra che tende ad appiattire le discipline scientifiche in
una sorta di eterno presente, nascondendone il faticoso divenire nell’arco dei secoli.
In questo senso, il Thesaurus Pharmacologicus si inscrive nella giovane tradizione della storia del sapere
scientifico, uno dei filoni più interessanti e fecondi della ricerca storica contemporanea.
Andrea Mandelli
Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani
““ Noi prepariamo la medicina,Noi prepariamo la medicina,
ma è Dio che ci dà la salute”ma è Dio che ci dà la salute”
Spezieria dei Padri Carmelitani ScalziSpezieria dei Padri Carmelitani Scalzi
di Sant’Anna in Genova (1778)di Sant’Anna in Genova (1778)
© Copyright 2009 Fondazione Chiron e Raimondo Villano - Tutti i diritti riservati
“ Lo storico racconta le cose accadute,
il potere quelle che potrebbero accadere,
la poesia ha a che fare con le verità generali,
la storia con eventi specifici”
Aristotele (Poetica)
Ⓒ
Ricerche, elaborazione,
impaginazione,
realizzazione ipertestuale
e multimediale
a cura di
Raimondo Villano
Edizioni CHIRON - ottobre 2009
FONDAZIONE CHIRON
www.chiron-found.org
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dell’Arte Sanitaria, le informazioni e i dati contenuti nel presente dvd.
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“ Il passato è indistruttibile,
anche perché gli avvenimenti storici
sono parte delle trame delle nostre vite”
Erich G. Hobsbawm (Il
secolo breve)
Antiche ricetteAntiche ricette
Antiche pratiche spezialiAntiche pratiche speziali
Tecniche di laboratorioTecniche di laboratorio
Strumenti di laboratorioStrumenti di laboratorio
Bilance, pesi e misureBilance, pesi e misure
MortaiMortai
Aforismi e curiositàAforismi e curiosità
SatiraSatira
Proverbi e aneddotiProverbi e aneddoti
Dialoghi burleschiDialoghi burleschi
Elegia di Andromaco sulla TeriacaElegia di Andromaco sulla Teriaca
Bilance, pesi e misure
“Se paura o tristezza durano per molto tempo,
questo è un fenomeno melancolico”
Ippocrate, Aforismi (VI, XXIII)
 
 
BILANCE,
PESI E
MISURE
La bilanciaLa bilancia
Sul Conci(57)
leggiamo a proposito delle bilance di farmacia: “Antichissima è la documentazione d’uno dei più tipici e indispensabili strumenti farmaceutici: la
Bilancia (dal lat. bis e lanx “piatto”). Secondo gli storici, la bilancia sarebbe stata conosciuta in Oriente già nell’età neolitica. In Europa, però, sarebbe
giunta soltanto nell’età dei metalli, probabilmente attraverso le isole di Cipro e di Creta. Fra i vari segni geroglifici di una tavoletta iscritta del II Palazzo di
Cnosso (prima metà del secondo millennio a. C.) v’è anche quello della bilancia (a bracci eguali, con un piede verticale di sostegno). Un’altra
documentazione è sulla lastra tombale di Kivik (Svezia), probabilmente della tarda età del bronzo. Numerosa è pure la documentazione di bilance
egiziane. Oltre alle bilance a sostegno, le antichissime età conobbero anche le bilance appese. Di questo tipo esistono, nel Museo Nazionale di
Atene, due bilancette d’oro, trovate in una tomba di Micene: la leva è formata da un’esile verga d’oro, con fili sempre d’oro che reggono sottilissimi piattini.
Bilance con pesi scorrevoli sui bracci erano probabilmente note anche ai Babilonesi. Gli Ebrei usavano bilance a bracci eguali e disuguali,
con pesi liberi e scorrevoli: ed anche le bilancine tascabili.
Nel Talmud sono ricordate bilance... addomesticate, col bilanciere vuoto, contenente mercurio, il quale spostandosi dalla parte della merce, collaborava
egregiamente col mercante ad imbrogliare il compratore. Nessun esemplare di bilance greche di età storica ci è rimasto conservato.
Non mancano invece i monumenti figurati, fra cui uno dei più antichi è quello della coppa cirenaica di Arcesilao (conservata nella Biblioteca Nazionale di
Parigi ove è rappresentato il re Arcesilao che sorveglia la pesatura e la preparazione dei pacchi di sifio, la famosa droga che formava la ricchezza di Cirene e
di cui s’ignora tuttora la origine botanica, malgrado le ricerche di molti botanici moderni). La bilancia etrusca corrisponde a quella greca, almeno per quanto si
può arguire dai monumenti figurati (cisti e vasi incisi). I Romani usavano bilance a bracci uguali, bílanx (trutina e libra indicano tanto la bilancia che la
stadera), e a bracci disuguali, stadera. Ai Romani è dovuta l’introduzione dell’indice (examen), posto al di sopra della leva. Numerosi sono i monumenti
figurati di queste bilance e numerosi pure gli esemplari ricuperati dagli scavi (Pompei). Si conservano anche esemplari di combinazione fra la bilancia a
bracci eguali e la stadera (Museo Nazionale di Napoli) con contrappeso cursore fusiforme, scorrente su uno dei bracci. A giudicare dal numero degli
esemplari rimastici, la stadera, venuta dalla Campania, deve esser stata maggiormente usata che non la bilancia a bracci eguali. Le bilance greche e
romane - libra e stadera - rimasero in uso nelle farmacie fin quasi ai nostri giorni”. In vetro soffiato, la bilancetta idrostatica abbina il principio della spinta di
Archimede a quello della bilancetta galileiana. Consente di misurare le diverse densità dei fluidi per mezzo del numero dei frammenti di cristallo aggiunti o
tolti per trovare l’equilibrio del braccio.
 
 
 
_______________
(57) Conci Giulio (1934), Pagine di Storia della Farmacia, Edizioni Vittoria Milano. Ristampa Anastatica del 1994, Veneta Editrice, Conselve (PD); Brugnatelli L.V. (1807), Farmacopea
Generale ad uso de’ medici moderni ossia Dizionario delle preparazioni farmaceutico - Mediche semplici e composte più usate ai tempi nostri e conformi alle nuove teorie Chimico Mediche -
Pavia, Dalla tipografia di Giovanni Capelli.
Pesi e misurePesi e misure
Nel parlare di bilance si devono anche ricordare le unità di misura di peso che sono state utilizzate in passato. Le unità di misura più frequentemente usate
sono quelle di origine greca. Nella stessa Grecia l’unità di misura cambia a seconda della zona e dell’area geo-politica. Ma nella definizione delle varie
misure si trova la suddivisione di una unità in sottomultipli non su base decimale ma su base duodecimale, originaria dall’area mesopotamica dove
probabilmente nascono i primi tentativi di regolare le misure in modo uniforme. Tutte le misurazioni di peso, volume, superfici lineari, derivano dalle prime
misurazioni dello spazio; in un una seconda fase dello sviluppo delle conoscenze e dei rapporti tra i gruppi umani le misurazioni di spazio si collegano a
quelle specificamente di volume (che è sempre uno spazio occupato) e quindi al rapporto tra spazio occupato (volume) e senso della gravità che fa intuire
sia il peso in assoluto che il peso specifico delle varie sostanze. Si può immaginare come gli antichi artefici usassero misure di volume per indicare la
quantità di varie sostanze per preparare sia sostanze medicamentose che altri materiali, come le pitture di pareti di edifici o grotte o per le ceramiche, le
tinture tessili e via dicendo.
Osservando che volumi uguali di materie diverse possedevano un peso diverso, e questa è una sensazione assolutamente primordiale, almeno per certe
sostanze, si è preferito introdurre la misura in unità di peso. Nell’antica Grecia esisteva una complessa struttura di unità di misura per il peso e le altre
grandezze fisiche. Il valore e il peso delle unità cambiava a seconda delle epoche e delle aree; il “peso base” era il Talento, a seconda dell’area di
riferimento detto “Euboico” (Eubea) o “Eginetico” (Egina), per quelli più antichi, poi dopo la riforma Soloniana (Vll secolo a.C.) fu detto “Soloniano”. Il peso
del Talento Attico, dopo il VII secolo è calcolabile intorno ai 26,20 Kg, ed era applicato soprattutto per pesare l’argento; i danni di guerra per le città sconfitte
durante le frequenti battaglie erano stabiliti in migliaia di Talenti di argento da pagare al vincitore. Un Talento era suddiviso in 60 Mine; una Mina (436,60 g)
era suddivisa in 100 Dracme. La denominazione Dracma servirà come unità di misura per millenni, praticamente da noi fino all’unità italiana e
l’introduzione del sistema metrico decimale; la Dracma è stata la moneta della Grecia moderna fino all’introduzione dell’Euro. Inoltre, il termine Dracma,
divenuto nel linguaggio comune Dramma, contribuirà alla formazione della denominazione Grammo (insieme al Grano). Una Dracma greca di età
classica, sia per la monetazione che per la pesatura, inserita nel sistema detto “eginetico”, ma accettato in quello detto “euboico” e infine “attico”, pesava
circa 4,366 g. A sua volta, la Dracma era suddivisa in sei Oboli (0,728 g circa); l’Obolo, per le pesature minime veniva suddiviso ulteriormente in 8 Calcoli
corrispondenti a 0,091 g circa.
Un’altra unità di peso introdotta dai Greci fu il Carato(58)
che pesava circa 0,2 grammi e corrispondeva al peso di un seme di carruba, alla metà del peso
del lupino ed al quadruplo del peso di un grano d’orzo.
Nella medicina popolare romana le quantità erano per lo più calcolate a occhio.
Scrive in proposito Plinio(59)
“Cerotti, cataplasmi, impiastri, colliri, antidoti non li ha fatti la madre divina, artefice dell’universo. Sono prodotti da laboratorio, o,
per meglio dire, prodotti dell’avidità umana. Di certo le opere della natura nascono già complete e perfette e solo pochi elementi sono scelti per essere
combinati motivatamente e non in base a una pura ipotesi: così, ad esempio, le sostanze secche sono mescolate a qualche liquido perché acquistino
fluidità, quelle liquide a materie solide perché acquistino consistenza. Ma unire e mescolare le proprietà delle sostanze prendendole con il misurino è
un’operazione che gli uomini compiono non sulla base di un’ipotesi bensì per imprudenza”.
_______________
(58) Oggi usato nel commercio dei diamanti.
(59) Naturalis historia, XXII, 56.
I Romani costruirono un sistema di pesatura, fondato su rapporti numerici un po’ diversi. Il
contatto con il mondo greco favorì la fusione tra sistemi e in certe aree vi fu coesistenza. Il
sistema romano risulta interessante in quanto in molti testi tecnici e medici si trovano sia le unità
di misura greche che quelle romane e perché le sue tracce restano nel sistema vigente nel
mondo anglosassone (nelle transazioni commerciali correnti).
I diversi sistemi di misurazione usati dai commercianti venivano tradotti nelle unità di
misure ufficiali presso la Mensa Ponderaria (ad esempio, a Pompei) dov’era una tavola di
pietra con le misure di capacità, con duplice iscrizione in osco e in latino, cui soprintendevano
appositi magistrati.
Il Talento e la Mina servirono ai romani per le grandi unità di peso; il peso maggiore fu senz’altro
la Libbra (Libra), equivalente a 327,456 g, che veniva suddivisa in 12 Once (Uncia),
equivalenti a 27,288 g, Nell’area anglosassone esiste anche l’Oncia fluida (Fluid Once) per i
liquidi e lo stesso termine era usato per unità di misura lineari e di superficie. Sia la Libbra che
l’Oncia erano a loro volta suddivise: la prima per le pesature più grossolane e la seconda per
quelle più accurate.
La Libbra veniva detta anche Asse (As), che è una delle più antiche unità di misura; 1/11 di
Libbra costituiva il Deunx (300,168 g); 1/12 il Dextans, 1/9 il Dodrans e così di seguito. Tra le
più frequenti unità di misura presenti nei testi tecnici e farmaceutici ritroviamo: Semis o
Semissis, ovvero mezza Libbra (163,728 g), Triente o Triens, un terzo di Libbra (109,152 g) e
Quadrans o Teruncius, un quarto di Libbra (81,864 g). Per l’Oncia si usavano sempre molte
suddivisioni, ma le più frequenti e interessanti sono senz’altro la Semuncia, mezza Oncia
(13,644 g), la Sextula, un quarto di Oncia quasi corrispondente alla Dracma greca; lo Scripulum
(che nel corso del tempo diverrà lo Scrupolo, unità usata largamente nei Ricettari tardo
rinascimentali e successivi), un ventiquattresimo di Oncia, ovvero 1,137 g. Infine, ritroviamo
l’Obolo rimpiccolito, a 0,5685 g. e, come unità di misura più piccola, la Siliqua,
corrispondente a un terzo dell’Obolo (e, quindi, ad un centoquarantaquattresimo dell’Oncia),
cioè a 0,1895 g.
I Greci costruirono, dunque, un sistema di misura del peso molto efficace, articolato e preciso,
mentre i Romani dovettero integrarlo aggiungendo i pesi “medi” per correlare alcune delle loro
unità a quelle greche soprattutto per le pesature accurate. I Greci avevano unità di misura più
piccole e, quindi, più adatte alle misure più precise. In effetti, con la conquista del mondo
ellenistico da parte di Roma si verificarono in questo campo delle cosiddette perdite di
tecnologia. Dalle opere mediche di Celso, Dioscoride, Galeno e Plinio si rileva che la Libbra
romana era divisa in 12 Once 96 Dramme 288 Scrupoli.
Successivamente compare l’Esagio corrispondente al peso di una Dramma e mezzo e, in
numero di sei, è pari ad un’Oncia.
Altre unità di peso sono: la Cotila che corrisponde 2,5 Libbre come il Sestario; il Kist pari a una Libbra e mezza;
l’Emina che corrisponde ad una Libbra e tre Once; il Calcolo relativo a due grani di cece ed alla quarta parte
dell’Obolo; il Satil pari a due Sestari; il Kirat pari a tre Grani; il Ramish pari a sei Kirat; il Carmest corrispondente
ad un grano di orzo; il Damich che corrisponde al peso di sei grani d’orzo; il Sacrarati pari a un Aureo e mezzo;
l’Arsino pari a cinque Dramme; il Decamec corrispondente al peso di una Dramma; il Darchimino pari a circa il
peso di una Dramma; il Bactath del peso di nove Grani; il Rafici di circa il peso di uno Scrupolo.
Tra le unità di misure greche e romane di volume per i liquidi(60)
, poi, vi erano: Cocliarion, lat. Coclearius, da
cui “cucchiaio”: 0,56 ml; Keme 9,12 ml; Mystron 11,40 ml; Kocche 22,80 ml; Kiatos, Ciato 45,60 ml; Oxybafon,
Acetabulum 68,40 ml; Tetarton, Quartarius (1/4 di sestario) 136,80 ml; Kotyle, Triblyon, Hemina 273,60 ml; Zestes,
Sestarius 547,20 ml il più celebre; Kois, Congius 3,28 litri; Semi-Modius 4,381itri solo romano; Modius 8,75 litri solo
romano; Amphorein Metretes 39,39 litri (greca); Amphora Quadrantal 26,26 litri (romana); Culeus, solo romano 525,26
litri solo romano. Il Coclearius (nome che discende dal greco Cocliarion e probabilmente fa riferimento a un
antichissimo uso di gusci di chiocciola per prelevare sostanze) era usato solo nella Grecia classica e nel mondo
ellenistico per misuremolto precise; nel mondo romano si usa il Culeus, unità di misura per trasporti e transazioni quasi
“industriali”.
Molto usati in epoca romana erano il Sestario (circa mezzo litro) e il Moggio (8,75 litri); anzi il Semi-Modius e il
Modius sono unità di misura tipicamente romane. Anche in questo caso si assiste ad una “perdita di esattezza”
tecnologica passando dall’epoca ellenistica a quella romana imperiale.
Solo durante il principato degli Antonini (Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Commodo), epoca in cui operò Galeno
(dal 160 al 199 d.C.), si verificò un parziale recupero della grande scienza ellenistica.
Nell’area bizantina, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, emerse una nuova unità monetaria,
derivante dal Solido aureo ed ebbe due nomi, divenuti importanti: Nomisma (probabilmente da “Nummus” latino) e
Bisante, che divenne la moneta d’oro più importante dell’area mediterranea, finché gli arabi non ne insidiarono il
primato.
Gli Arabi fecero concorrenza e riuscirono a battere il Bisante con la loro principale moneta d’oro, il Dinàr, che deriva
il suo nome dal latino Denarius, ma ha un peso (4,25 g) equiparabile alla Dracma. Come peso, il Dinar venne
normalmente utilizzato nei Ricettari farmaceutici al posto della Dracma e le importanti innovazioni furono il Dirham
(una moneta d’argento di 2,97 g) e il Rub, un quarto di Dinàr di 1,06 g. Nei Ricettari troviamo anche l’Aureus,
corrispondente a 1,5 Dracme (ovvero a circa 6,75 g.). Sul testo “I discorsi” del Mattioli (1573) che rappresenta il più
importante commentario dell’opera “De materia medica” di Pedacio Dioscoride (nato ad Anazarbe in Cilicia nel I sec.
d.C.) leggiamo i nomi e le quantità di peso secondo Dioscoride ed anche come si debbano intendere le misure delle
cose solide e liquide. Prima dell’introduzione del sistema metrico decimale non esistevano criteri uniformi a riguardo
dei valori di peso, capacità e lunghezza. Il sistema di peso medicinale o farmaceutico in uso per tutto il medioevo ed
oltre si basava sul sistema romano ove la libbra con le sue suddivisioni era la misura usuale. Il pavese Luigi Valentino
Brugnatelli nella sua Farmacopea Generale del 1807 riporta i pesi di uso farmaceutico, espressi in grani, che “sono
usati in tutto il regno”.
Nella seconda metà del XIX secolo, in Italia ogni Stato aveva il suo sistema metrico e occorreva sempre specificare se una Libbra o una Dracma
fossero Milanesi o Fiorentine o Napoletane; paragonando i vari sistemi a quello metrico decimale, già inventato e largamente diffuso, si nota come, per
esempio, la Libbra oscillasse tra i 301,224 g (a Venezia) e i 340,456 g (a Modena), mentre la Dramma dai 2,672 g (a Napoli) ai 3,546 g (sempre a
Modena). Negli anni la Dracma è stata progressivamente ridotta più o meno al valore del Dirham arabo e il rimpiccolirsi delle unità di misura può essere
visto come un tentativo di adeguarsi a una maggiore accuratezza di misura. Inoltre, Libbra e Oncia sono unità di peso Romane e, quindi, dotate ab origo
di una maggiore “autorevolezza giuridica”. Il Grano, che poi è un mezzo Calcon, riflette l’esigenza della maggiore accuratezza possibile. Libbre, once,
dramme, grani, con l’introduzione del sistema metrico decimale furono convertiti in grammi, centigrammi e milligrammi. Vi erano, tuttavia, notevoli
oscillazioni di valori ponderali tra le varie città italiane. Dal Codice Farmaceutico Militare del 1862 leggiamo che a Pavia 1 libbra corrispondeva a 326,793
g. Sempre il Brugnatelli ci riporta nella sua Farmacopea accanto ai segni medici usati nelle ricette i pesi empirici che venivano utilizzati.
 
 
“Ogni cosa è veleno e non esistono veleni.
Soltanto la dose fa sì che qualcosa non sia veleno”
Paracelso
 
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Profilo
dell’autore
Raimondo Villano è nato a Torre Annunziata (Na) il 24 giugno 1960, coniugato con Maria Rosaria Giordano, Biologa, Farmacista, Assistente sociale,
docente di ruolo di scuola superiore statale, padre di Francesco di anni 13.
Membro della già Pontificia Accademia Tiberina (fondata nel 1813) di cultura universitaria e di studi superiori - Corpo Accademico - Categoria
“Accademici Corrispondenti” (Roma, Palazzo Valentini, Piazza Venezia; dal 2008), Membro Titolare della World Academy of Biomedical Tecnology
WABT c/o UATI-ICET (UNESCO) (Maison de l’UNESCO Parigi, dal 2008), Membro della Commissione Internazionale Biothecnologie della
Virosfera UNESCO (dal 2008) e Segretario dal 2009, Membro dell’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali (Dipartimento E.N.V.A.
- Ente Nazionale Valorizzazione Commercio, Industria, Artigianato) (Roma, Camera dei Deputati, dal 2004); Socio Effettivo dell’Accademia di Storia
dell’Arte Sanitaria Classe Scienze Storico Biologiche per decreto del Ministro per i Beni Artistici e le Attività Culturali (Roma, dal 2007), Cavaliere di
Grazia Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta presso il Gran Priorato di Napoli e Sicilia (Roma, dal 2007), Membro ad honorem del Nobile
Collegio Chimico Farmaceutico “Universitas Aromatariorum Urbis” (Roma, Tempio di Faustina, Fori Imperiali, dal 2006), socio ACISMOM (dal 2003);
Membro del Centro Studi Melitensi del Sovrano Militare Ordine di Malta dal 2003 (presieduto dall’Accademico dei Lincei Cosimo Damiano Fonseca),
Socio Corrispondente dal 2001 ed Effettivo dal 2005 dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, membro dell’International Society for the History
of Pharmacy dal 2005, Socio effettivo della Società Napoletana di Storia Patria presieduta dall’On. Prof. Giuseppe Galasso (Napoli, Maschio Angioino,
dal 2009), Fondatore e Presidente della Fondazione sociosanitaria ed umanitaria Chiron dal 2006, Titolare di Farmacia a Torre Annunziata.
È stato: Presidente 1986/90 dell’Associazione Giovani Farmacisti di Napoli, Consigliere provinciale del Sindacato ASiFaNT di Napoli 1986/88;
membro delle Commissioni ASiFaNT “U.S.L. e “Cultura”, Rappresentante regionale supplente e Rappresentante nazionale 86/88 nel Patto Federativo
Nazionale dei farmacisti; Componente dell’Assemblea Nazionale e del Comitato Nazionale di Coordinamento delle Associazioni Italiane Giovani
Farmacisti (1987-89); Socio ordinario dell'Unione Cattolica Farmacisti Italiani U.C.F.I. (1988-91), cofondatore della Federazione Nazionale Giovani
Farmacisti FENAGIFAR nel 1989; Donato di Devozione SMOM dal 2002 al 2007; dal 2005 al 2007 membro effettivo delle Società Internazionali di
Storia della Farmacia ISHP, BSHP, AIHP, GGGP. Socio Rotary Club dal 1990 al 2007: Presidente del Club Pompei 2000-01, co-autore e Charmain del
Corso di aggiornamento per imprenditori e manager su “Sicurezza e Qualità Totale” (ott/nov 2000) con studiosi di rilievo nazionale e sotto l'Alto
Patronato del Presidente della Repubblica e del Workers Memorial Years delle Nazioni Unite; autore e primo firmatario della Proposta di Risoluzione
Internazionale per il Consiglio di Legislazione (USA) “Istituzione di una Giornata Internazionale di Riflessioni sulla Vita” nel 2001; membro di
Commissioni del Distretto 2100-Italia: Etica professionale 2002-03 e 2003-04, Azione Pubblico Interesse Mondiale 2001-2003, Informatizzazione per
vari anni e Delegato dei Governatori per l’Archivio Distrettuale dal 1994 al 2003; organizzatore e presidente del Convegno di rilievo distrettuale sulla
Famiglia con partecipazione di alte cariche dello Stato, tra cui il Prefetto di Napoli (feb. 2001).
Onorificenze: Medaglia del Presidente della Federazione Italiana Ordini dei Farmacisti nel Premio Aesculapius 2^ edizione (sotto l’Alto Patronato della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli Assessorati alla Sanità e alla Cultura del Lazio) “per l'attività svolta a tutela della professione nel 1986”
(Roma, 1987); Diploma d'Onore del Presidente Internazionale del Rotary F. Devlyn “per Servizi eccezionali resi a titolo individuale nelle 5 Vie di
Azione” (Evanston, 2001); Attestato di Merito della Task Force del Rotary International “Riduzione del Crimine e Prevenzione della Violenza” per
l’Italia, Albania, Ex-Jugoslavia e San Marino “per l'intensa e qualificata attività svolta” (Zurigo, 2001); Public Relations Award del Board Rotary
International per l’azione a favore dell’accrescimento della visibilità del Rotary e dell'informazione sulle sue attività (Evanston, 2001); Paul Harrys Fellow
della Rotary Foundation (2001); LXVIII edizione del Premio nazionale per la ricerca scientifica “Massimo Piccinini” conferito dall’Accademia di Storia
dell’Arte Sanitaria per l’opera “Arte e Storia della Farmacia” (Roma, 2006); Premio internazionale “Sapienza ed Etica Professionale” dell’Istituto
Universitario Internazionale “Sapientia Mundi” “per aver degnamente rappresentato i valori etico-morali nell’ambito professionale e sociale” (Roma,
2007); LXV edizione del Premio nazionale Fondazione “Elide Stramezzi” per l’opera “Meridiani farmaceutici”, contributo alla “consapevolezza di una
elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 2007), Laurea Honoris Causa in
Scienze Umane e Sociali conferita dall’Università Ruggero II dello Stato della Florida negli USA (2009).
Chairman in numerosi Congressi professionali e rotariani. Ha tenuto decine di conferenze in congressi professionali provinciali e
nazionali ed oltre 30 conferenze in ambito rotariano distrettuale e locale.
Ha pubblicato oltre 15 libri socio-culturali, professionali e storici, tra cui: Abbamonte-Villano “La revisione delle piante organiche delle
farmacie nella Regione Campania alla luce dei più recenti orientamenti giurisprudenziali” patrocinato da: FOFI, Federfarma, Regione
Campania, Provincia Napoli, Ordine Farmacisti, Federfarma, A.Gi.Far. Napoli, Associazione Giovani Avvocati della Campania, Ed.
MicroPrint, pag. 72, 1988; “Elementi di orientamento universitario e nel lavoro”, Ed. A.C.M., pag. 210; 1998; Manuale sanitario per la
terza età, patrocinio Rotary, Ed. Eidos, pag. 114, 2000; “Il Rotary per l’uomo”, Ed. Eidos, pag. 280, giu. 2001; 2^ Edizione, pag. 320, ott.
2001; “La gestione della sicurezza in Farmacia” - presentazione del Dr. P. Renzulli, già Consulente per la Sicurezza presso l’O.N.U.
(Small Business Edition presentata al Congresso Nazionale dei Farmacisti Italiani Cosmofarma 2004 a Roma, Longobardi Ed., pag. 222,
apr. 2004; Standard Edition, Led Web Editore, pag. 264, Torino, lug. 2004); “Cenni di arte e storia della Farmacia” con presentazioni del
Prof. Dr. F. Ledermann (Presidente International Society History of Pharmacy) e del Prof. A. Carosella (Critico letterario) - (Longobardi
Ed., pag. 266, Napoli, gen. 2005; 2^ Ed., pag. 266, Napoli, mar. 2005); Manuale sanitario, Longobardi Editore, pag. 208, 1^ Ed. giu.
2005, 2^ Ed. lug. 2005; “Arte e storia della Farmacia” - presentazioni del Prof. Dr. F. Ledermann e del Prof. A. Carosella (Selecta Medica,
Serie “I libri per il Farmacista” collana “Storia della Medicina e Cultura Medica” pag. 250, Pavia, 2006); “La cruna dell’ago: meridiani
farmaceutici tra etica laica e morale cattolica” - presentazione del Prof. Giulio Tarro (Effegibi, 1^ Ed. pag. 365, lug. 2007; 2^ Ed., pag.
393, set. 2008); “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum. Storia, spiritualità e sovranità nelle tradizioni e nella modernità del Sovrano
Militare Ordine di Malta” (presentazione di Mons. Prof. RaffaeleFerriero, Penitenziere del Duomo di Napoli; 1^ ed. feb. 2008; 2^ ed.
mar. 2008; 3^ ed. dic. 2008 - Ed. Chiron, pag. 360); “Trattato di Storia della Farmacia. Strutturalismo e ontologia - uomini ed opere -
aspetti tecnici, artistici e culturali - virtù, etica ed estetica” (Ed. Chiron Hystart dpt, 4 volumi, pag. 1635, 2009).
Autore di oltre 20 opere multimediali ed e-book tra cui: “Elementi di orientamento universitario e nel lavoro” 2^ Ediz. aggiornata
ipertestuale su cd-rom (patrocinato da R.C. Pompei e sua Commissione di Az. Prof., Ed. Eidos, 5 Mb; Pompei, 1999); A. Carosella - R.
Villano “L’uomo come fine”, patrocinio Distretto 2100 Rotary, Ed. Eidos, 421 Mb - 554 file; 2000; “Manuale sanitario per la terza età”,
Ediz. ipertestuale scaricabile in download dal website della Banca Dati Sanitaria Nazionale Telematica GioFil-Bayer (patrocinio GioFil;
5,5 Mb - 111 file, Roma, 2002); “Il profumo del tempo - Cenni di arte e storia della farmacia” (1^ ed. patrocinio AISF - presentazione del
Presidente Dr. Corvi, Ed. Eidos, 585 Mb - 139 file - 62 colonne sonore - 873 diapositive - 1093 pagine, maggio 2002; 2^ Ed.: patrocinio
AISF e Distretto Rotary 2100-Italia, Ed. Eidos, 1248 pagine, novembre 2002; 2^ Ed., 1^ Ristampa: dicembre 2002).
È autore di oltre 250 pubblicazioni: oltre 25 articoli di educazione e prevenzione sanitaria a firma unica su testate giornalistiche
comprensoriali o regionali (1985 - 1986); oltre 40 articoli professionali e scientifici a firma unica su testate giornalistiche nazionali e
regionali (1985 - 1986); oltre 10 articoli sociali e culturali su Testate nazionali e locali; oltre 60 articoli rotariani su Testate nazionali,
distrettuali e di Club del Rotary International (1990-2001); oltre 100 articoli di storia della farmacia a firma unica su Testate storiche o
professionali nazionali; oltre 15 articoli sulla sicurezza in farmacia a firma unica su Testate professionali nazionali. È collaboratore del
quindicinale professionale nazionale indipendente Punto Effe dal 2005.
Diverse opere sono in molte biblioteche nazionali ed internazionali (tra cui: Quirinale, Accademia Nazionale di Scienze detta dei XL,
Centrale Giuridica del Ministero di Giustizia, Archivio di Stato, Istituti Italiani di Cultura), sono di referenza in molte università italiane e
straniere e in musei di storia della farmacia e sono citati in tesi di laurea; il libro sulla Sicurezza in Farmacia ed. standard è stato presentato
alla Fiera del Libro di Francoforte 2004 ed è anche abbinato dal 2008 alla vendita della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana
XII ed. dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ed è presente dal 2005 nel catalogo Licosa, tra le maggiori Librerie Commissionarie in
Europa. Vari suoi libri hanno ricevuto apprezzamento ufficiale da molte autorità, tra cui il Sommo Pontefice e il Capo dello Stato.

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  • 2. Sotto l’Alto Patrocinio di: ACCADEMIA TIBERINA Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria Ente Morale sotto la Tutela del Ministero Dei Beni Artistici e le Attività Culturali Con la Presentazione di: Andrea Mandelli Presidente Federazione Ordini Farmacisti Italiani
  • 3.
  • 4. Presentazione La storia della cura, della medicina risale altrettanto indietro della storia stessa dell’uomo. Ripercorrere questa catena di eventi, significa senz’altro valutare i progressi che la scienza modernamente intesa ha fatto registrare, ma anche cogliere con sorpresa e commozione quanto di positivo, di efficace, aveva saputo trovare ciò che scienza non era ancora ma sicuramente non era più magia o superstizione. Basti pensare a quante delle erbe officinali largamente impiegate nei secoli scorsi hanno poi trovato la loro sistemazione nel corpo della farmacologia moderna, ma non soltanto di questo si tratta. È facile reperire, anche prima di Galileo, i segni di quell’osservazione attenta del fenomeno che ancora oggi è alla base di tutto l’agire della medicina e con essa della farmacologia. Tutto questo ben descrive il risultato della lettura del Thesaurus Pharmacologicus redatto dal Collega Raimondo Villano con la tenacia del ricercatore, il gusto del bibliofilo e, naturalmente, la mano sicura del farmacista. Molte delle ricette, prescrizioni e spiegazioni riportate dal Thesaurus sarebbero rimaste relegate all’ambito iperspecialistico e nelle pagine di codici difficilmente consultabili dal profano della ricerca storica se non vi fosse stata la dedizione di Raimondo Villano alla divulgazione delle origini della farmacologia. Non è un merito da poco, in un’epoca come la nostra che tende ad appiattire le discipline scientifiche in una sorta di eterno presente, nascondendone il faticoso divenire nell’arco dei secoli. In questo senso, il Thesaurus Pharmacologicus si inscrive nella giovane tradizione della storia del sapere scientifico, uno dei filoni più interessanti e fecondi della ricerca storica contemporanea. Andrea Mandelli Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani
  • 5. ““ Noi prepariamo la medicina,Noi prepariamo la medicina, ma è Dio che ci dà la salute”ma è Dio che ci dà la salute” Spezieria dei Padri Carmelitani ScalziSpezieria dei Padri Carmelitani Scalzi di Sant’Anna in Genova (1778)di Sant’Anna in Genova (1778)
  • 6. © Copyright 2009 Fondazione Chiron e Raimondo Villano - Tutti i diritti riservati “ Lo storico racconta le cose accadute, il potere quelle che potrebbero accadere, la poesia ha a che fare con le verità generali, la storia con eventi specifici” Aristotele (Poetica)
  • 7. Ⓒ Ricerche, elaborazione, impaginazione, realizzazione ipertestuale e multimediale a cura di Raimondo Villano Edizioni CHIRON - ottobre 2009
  • 8. FONDAZIONE CHIRON www.chiron-found.org TERMINI E CONDIZIONI • La Fondazione Chiron raccomanda a tutti gli utenti del presente dvd di accedervi e farne uso nel pieno rispetto delle leggi applicabili in materia, oltre che di tutte le condizioni qui di seguito indicate. • Il contenuto di questo dvd è interamente protetto da copyright, mediante l’utilizzo della seguente formula: “copyright 2008 Fondazione Chiron e Raimondo Villano - Tutti i diritti riservati”. • È consentito agli utenti la stampa di una sola copia del materiale contenuto nel presente dvd. Non è, invece, consentita la copia, la distribuzione, il trasferimento, la modifica e la rivelazione di tutto o di parte del materiale contenuto in questo dvd senza l’espressa autorizzazione della Fondazione Chiron e dell’Autore Raimondo Villano. È vietato, inoltre, riprodurre su un web server tutto o parte del materiale pubblicato dalla Fondazione Chiron - Raimondo Villano su questo dvd. È vietata l’estrapolazione dal presente cd-rom delle immagini e riproduzioni grafiche in esso contenute. • L’Autore Raimondo Villano ha provveduto a controllare l’accuratezza delle informazioni e dei dati contenuti in questo dvd, in parte fornite dallo stesso Prof. Dott. Giulio Tarro che ha curato la supervisione sull’intero lavoro finale testuale e multimediale. L’Autore non si assume, tuttavia, alcuna responsabilità in relazione ad eventuali imprecisioni, incongruenze, incompletezze od errori commessi involontariamente, ivi compresi eventuali danni ad attrezzature informatiche causati da possibili virus non presenti nella versione originale del presente dvd. • L’Autore si riserva il diritto di modificare, in ogni momento ed a propria discrezione dandone comunicazione al Presidente dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, le informazioni e i dati contenuti nel presente dvd.
  • 9. © Copyright 2009 Fondazione Chiron e Raimondo Villano - Tutti i diritti riservati “ Il passato è indistruttibile, anche perché gli avvenimenti storici sono parte delle trame delle nostre vite” Erich G. Hobsbawm (Il secolo breve)
  • 10. Antiche ricetteAntiche ricette Antiche pratiche spezialiAntiche pratiche speziali Tecniche di laboratorioTecniche di laboratorio Strumenti di laboratorioStrumenti di laboratorio Bilance, pesi e misureBilance, pesi e misure MortaiMortai Aforismi e curiositàAforismi e curiosità SatiraSatira Proverbi e aneddotiProverbi e aneddoti Dialoghi burleschiDialoghi burleschi Elegia di Andromaco sulla TeriacaElegia di Andromaco sulla Teriaca
  • 11. Bilance, pesi e misure
  • 12. “Se paura o tristezza durano per molto tempo, questo è un fenomeno melancolico” Ippocrate, Aforismi (VI, XXIII)     BILANCE, PESI E MISURE
  • 13. La bilanciaLa bilancia Sul Conci(57) leggiamo a proposito delle bilance di farmacia: “Antichissima è la documentazione d’uno dei più tipici e indispensabili strumenti farmaceutici: la Bilancia (dal lat. bis e lanx “piatto”). Secondo gli storici, la bilancia sarebbe stata conosciuta in Oriente già nell’età neolitica. In Europa, però, sarebbe giunta soltanto nell’età dei metalli, probabilmente attraverso le isole di Cipro e di Creta. Fra i vari segni geroglifici di una tavoletta iscritta del II Palazzo di Cnosso (prima metà del secondo millennio a. C.) v’è anche quello della bilancia (a bracci eguali, con un piede verticale di sostegno). Un’altra documentazione è sulla lastra tombale di Kivik (Svezia), probabilmente della tarda età del bronzo. Numerosa è pure la documentazione di bilance egiziane. Oltre alle bilance a sostegno, le antichissime età conobbero anche le bilance appese. Di questo tipo esistono, nel Museo Nazionale di Atene, due bilancette d’oro, trovate in una tomba di Micene: la leva è formata da un’esile verga d’oro, con fili sempre d’oro che reggono sottilissimi piattini. Bilance con pesi scorrevoli sui bracci erano probabilmente note anche ai Babilonesi. Gli Ebrei usavano bilance a bracci eguali e disuguali, con pesi liberi e scorrevoli: ed anche le bilancine tascabili. Nel Talmud sono ricordate bilance... addomesticate, col bilanciere vuoto, contenente mercurio, il quale spostandosi dalla parte della merce, collaborava egregiamente col mercante ad imbrogliare il compratore. Nessun esemplare di bilance greche di età storica ci è rimasto conservato. Non mancano invece i monumenti figurati, fra cui uno dei più antichi è quello della coppa cirenaica di Arcesilao (conservata nella Biblioteca Nazionale di Parigi ove è rappresentato il re Arcesilao che sorveglia la pesatura e la preparazione dei pacchi di sifio, la famosa droga che formava la ricchezza di Cirene e di cui s’ignora tuttora la origine botanica, malgrado le ricerche di molti botanici moderni). La bilancia etrusca corrisponde a quella greca, almeno per quanto si può arguire dai monumenti figurati (cisti e vasi incisi). I Romani usavano bilance a bracci uguali, bílanx (trutina e libra indicano tanto la bilancia che la stadera), e a bracci disuguali, stadera. Ai Romani è dovuta l’introduzione dell’indice (examen), posto al di sopra della leva. Numerosi sono i monumenti figurati di queste bilance e numerosi pure gli esemplari ricuperati dagli scavi (Pompei). Si conservano anche esemplari di combinazione fra la bilancia a bracci eguali e la stadera (Museo Nazionale di Napoli) con contrappeso cursore fusiforme, scorrente su uno dei bracci. A giudicare dal numero degli esemplari rimastici, la stadera, venuta dalla Campania, deve esser stata maggiormente usata che non la bilancia a bracci eguali. Le bilance greche e romane - libra e stadera - rimasero in uso nelle farmacie fin quasi ai nostri giorni”. In vetro soffiato, la bilancetta idrostatica abbina il principio della spinta di Archimede a quello della bilancetta galileiana. Consente di misurare le diverse densità dei fluidi per mezzo del numero dei frammenti di cristallo aggiunti o tolti per trovare l’equilibrio del braccio.       _______________ (57) Conci Giulio (1934), Pagine di Storia della Farmacia, Edizioni Vittoria Milano. Ristampa Anastatica del 1994, Veneta Editrice, Conselve (PD); Brugnatelli L.V. (1807), Farmacopea Generale ad uso de’ medici moderni ossia Dizionario delle preparazioni farmaceutico - Mediche semplici e composte più usate ai tempi nostri e conformi alle nuove teorie Chimico Mediche - Pavia, Dalla tipografia di Giovanni Capelli.
  • 14. Pesi e misurePesi e misure Nel parlare di bilance si devono anche ricordare le unità di misura di peso che sono state utilizzate in passato. Le unità di misura più frequentemente usate sono quelle di origine greca. Nella stessa Grecia l’unità di misura cambia a seconda della zona e dell’area geo-politica. Ma nella definizione delle varie misure si trova la suddivisione di una unità in sottomultipli non su base decimale ma su base duodecimale, originaria dall’area mesopotamica dove probabilmente nascono i primi tentativi di regolare le misure in modo uniforme. Tutte le misurazioni di peso, volume, superfici lineari, derivano dalle prime misurazioni dello spazio; in un una seconda fase dello sviluppo delle conoscenze e dei rapporti tra i gruppi umani le misurazioni di spazio si collegano a quelle specificamente di volume (che è sempre uno spazio occupato) e quindi al rapporto tra spazio occupato (volume) e senso della gravità che fa intuire sia il peso in assoluto che il peso specifico delle varie sostanze. Si può immaginare come gli antichi artefici usassero misure di volume per indicare la quantità di varie sostanze per preparare sia sostanze medicamentose che altri materiali, come le pitture di pareti di edifici o grotte o per le ceramiche, le tinture tessili e via dicendo. Osservando che volumi uguali di materie diverse possedevano un peso diverso, e questa è una sensazione assolutamente primordiale, almeno per certe sostanze, si è preferito introdurre la misura in unità di peso. Nell’antica Grecia esisteva una complessa struttura di unità di misura per il peso e le altre grandezze fisiche. Il valore e il peso delle unità cambiava a seconda delle epoche e delle aree; il “peso base” era il Talento, a seconda dell’area di riferimento detto “Euboico” (Eubea) o “Eginetico” (Egina), per quelli più antichi, poi dopo la riforma Soloniana (Vll secolo a.C.) fu detto “Soloniano”. Il peso del Talento Attico, dopo il VII secolo è calcolabile intorno ai 26,20 Kg, ed era applicato soprattutto per pesare l’argento; i danni di guerra per le città sconfitte durante le frequenti battaglie erano stabiliti in migliaia di Talenti di argento da pagare al vincitore. Un Talento era suddiviso in 60 Mine; una Mina (436,60 g) era suddivisa in 100 Dracme. La denominazione Dracma servirà come unità di misura per millenni, praticamente da noi fino all’unità italiana e l’introduzione del sistema metrico decimale; la Dracma è stata la moneta della Grecia moderna fino all’introduzione dell’Euro. Inoltre, il termine Dracma, divenuto nel linguaggio comune Dramma, contribuirà alla formazione della denominazione Grammo (insieme al Grano). Una Dracma greca di età classica, sia per la monetazione che per la pesatura, inserita nel sistema detto “eginetico”, ma accettato in quello detto “euboico” e infine “attico”, pesava circa 4,366 g. A sua volta, la Dracma era suddivisa in sei Oboli (0,728 g circa); l’Obolo, per le pesature minime veniva suddiviso ulteriormente in 8 Calcoli corrispondenti a 0,091 g circa. Un’altra unità di peso introdotta dai Greci fu il Carato(58) che pesava circa 0,2 grammi e corrispondeva al peso di un seme di carruba, alla metà del peso del lupino ed al quadruplo del peso di un grano d’orzo. Nella medicina popolare romana le quantità erano per lo più calcolate a occhio. Scrive in proposito Plinio(59) “Cerotti, cataplasmi, impiastri, colliri, antidoti non li ha fatti la madre divina, artefice dell’universo. Sono prodotti da laboratorio, o, per meglio dire, prodotti dell’avidità umana. Di certo le opere della natura nascono già complete e perfette e solo pochi elementi sono scelti per essere combinati motivatamente e non in base a una pura ipotesi: così, ad esempio, le sostanze secche sono mescolate a qualche liquido perché acquistino fluidità, quelle liquide a materie solide perché acquistino consistenza. Ma unire e mescolare le proprietà delle sostanze prendendole con il misurino è un’operazione che gli uomini compiono non sulla base di un’ipotesi bensì per imprudenza”. _______________ (58) Oggi usato nel commercio dei diamanti. (59) Naturalis historia, XXII, 56.
  • 15. I Romani costruirono un sistema di pesatura, fondato su rapporti numerici un po’ diversi. Il contatto con il mondo greco favorì la fusione tra sistemi e in certe aree vi fu coesistenza. Il sistema romano risulta interessante in quanto in molti testi tecnici e medici si trovano sia le unità di misura greche che quelle romane e perché le sue tracce restano nel sistema vigente nel mondo anglosassone (nelle transazioni commerciali correnti). I diversi sistemi di misurazione usati dai commercianti venivano tradotti nelle unità di misure ufficiali presso la Mensa Ponderaria (ad esempio, a Pompei) dov’era una tavola di pietra con le misure di capacità, con duplice iscrizione in osco e in latino, cui soprintendevano appositi magistrati. Il Talento e la Mina servirono ai romani per le grandi unità di peso; il peso maggiore fu senz’altro la Libbra (Libra), equivalente a 327,456 g, che veniva suddivisa in 12 Once (Uncia), equivalenti a 27,288 g, Nell’area anglosassone esiste anche l’Oncia fluida (Fluid Once) per i liquidi e lo stesso termine era usato per unità di misura lineari e di superficie. Sia la Libbra che l’Oncia erano a loro volta suddivise: la prima per le pesature più grossolane e la seconda per quelle più accurate. La Libbra veniva detta anche Asse (As), che è una delle più antiche unità di misura; 1/11 di Libbra costituiva il Deunx (300,168 g); 1/12 il Dextans, 1/9 il Dodrans e così di seguito. Tra le più frequenti unità di misura presenti nei testi tecnici e farmaceutici ritroviamo: Semis o Semissis, ovvero mezza Libbra (163,728 g), Triente o Triens, un terzo di Libbra (109,152 g) e Quadrans o Teruncius, un quarto di Libbra (81,864 g). Per l’Oncia si usavano sempre molte suddivisioni, ma le più frequenti e interessanti sono senz’altro la Semuncia, mezza Oncia (13,644 g), la Sextula, un quarto di Oncia quasi corrispondente alla Dracma greca; lo Scripulum (che nel corso del tempo diverrà lo Scrupolo, unità usata largamente nei Ricettari tardo rinascimentali e successivi), un ventiquattresimo di Oncia, ovvero 1,137 g. Infine, ritroviamo l’Obolo rimpiccolito, a 0,5685 g. e, come unità di misura più piccola, la Siliqua, corrispondente a un terzo dell’Obolo (e, quindi, ad un centoquarantaquattresimo dell’Oncia), cioè a 0,1895 g. I Greci costruirono, dunque, un sistema di misura del peso molto efficace, articolato e preciso, mentre i Romani dovettero integrarlo aggiungendo i pesi “medi” per correlare alcune delle loro unità a quelle greche soprattutto per le pesature accurate. I Greci avevano unità di misura più piccole e, quindi, più adatte alle misure più precise. In effetti, con la conquista del mondo ellenistico da parte di Roma si verificarono in questo campo delle cosiddette perdite di tecnologia. Dalle opere mediche di Celso, Dioscoride, Galeno e Plinio si rileva che la Libbra romana era divisa in 12 Once 96 Dramme 288 Scrupoli. Successivamente compare l’Esagio corrispondente al peso di una Dramma e mezzo e, in numero di sei, è pari ad un’Oncia.
  • 16. Altre unità di peso sono: la Cotila che corrisponde 2,5 Libbre come il Sestario; il Kist pari a una Libbra e mezza; l’Emina che corrisponde ad una Libbra e tre Once; il Calcolo relativo a due grani di cece ed alla quarta parte dell’Obolo; il Satil pari a due Sestari; il Kirat pari a tre Grani; il Ramish pari a sei Kirat; il Carmest corrispondente ad un grano di orzo; il Damich che corrisponde al peso di sei grani d’orzo; il Sacrarati pari a un Aureo e mezzo; l’Arsino pari a cinque Dramme; il Decamec corrispondente al peso di una Dramma; il Darchimino pari a circa il peso di una Dramma; il Bactath del peso di nove Grani; il Rafici di circa il peso di uno Scrupolo. Tra le unità di misure greche e romane di volume per i liquidi(60) , poi, vi erano: Cocliarion, lat. Coclearius, da cui “cucchiaio”: 0,56 ml; Keme 9,12 ml; Mystron 11,40 ml; Kocche 22,80 ml; Kiatos, Ciato 45,60 ml; Oxybafon, Acetabulum 68,40 ml; Tetarton, Quartarius (1/4 di sestario) 136,80 ml; Kotyle, Triblyon, Hemina 273,60 ml; Zestes, Sestarius 547,20 ml il più celebre; Kois, Congius 3,28 litri; Semi-Modius 4,381itri solo romano; Modius 8,75 litri solo romano; Amphorein Metretes 39,39 litri (greca); Amphora Quadrantal 26,26 litri (romana); Culeus, solo romano 525,26 litri solo romano. Il Coclearius (nome che discende dal greco Cocliarion e probabilmente fa riferimento a un antichissimo uso di gusci di chiocciola per prelevare sostanze) era usato solo nella Grecia classica e nel mondo ellenistico per misuremolto precise; nel mondo romano si usa il Culeus, unità di misura per trasporti e transazioni quasi “industriali”. Molto usati in epoca romana erano il Sestario (circa mezzo litro) e il Moggio (8,75 litri); anzi il Semi-Modius e il Modius sono unità di misura tipicamente romane. Anche in questo caso si assiste ad una “perdita di esattezza” tecnologica passando dall’epoca ellenistica a quella romana imperiale. Solo durante il principato degli Antonini (Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Commodo), epoca in cui operò Galeno (dal 160 al 199 d.C.), si verificò un parziale recupero della grande scienza ellenistica. Nell’area bizantina, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, emerse una nuova unità monetaria, derivante dal Solido aureo ed ebbe due nomi, divenuti importanti: Nomisma (probabilmente da “Nummus” latino) e Bisante, che divenne la moneta d’oro più importante dell’area mediterranea, finché gli arabi non ne insidiarono il primato. Gli Arabi fecero concorrenza e riuscirono a battere il Bisante con la loro principale moneta d’oro, il Dinàr, che deriva il suo nome dal latino Denarius, ma ha un peso (4,25 g) equiparabile alla Dracma. Come peso, il Dinar venne normalmente utilizzato nei Ricettari farmaceutici al posto della Dracma e le importanti innovazioni furono il Dirham (una moneta d’argento di 2,97 g) e il Rub, un quarto di Dinàr di 1,06 g. Nei Ricettari troviamo anche l’Aureus, corrispondente a 1,5 Dracme (ovvero a circa 6,75 g.). Sul testo “I discorsi” del Mattioli (1573) che rappresenta il più importante commentario dell’opera “De materia medica” di Pedacio Dioscoride (nato ad Anazarbe in Cilicia nel I sec. d.C.) leggiamo i nomi e le quantità di peso secondo Dioscoride ed anche come si debbano intendere le misure delle cose solide e liquide. Prima dell’introduzione del sistema metrico decimale non esistevano criteri uniformi a riguardo dei valori di peso, capacità e lunghezza. Il sistema di peso medicinale o farmaceutico in uso per tutto il medioevo ed oltre si basava sul sistema romano ove la libbra con le sue suddivisioni era la misura usuale. Il pavese Luigi Valentino Brugnatelli nella sua Farmacopea Generale del 1807 riporta i pesi di uso farmaceutico, espressi in grani, che “sono usati in tutto il regno”.
  • 17. Nella seconda metà del XIX secolo, in Italia ogni Stato aveva il suo sistema metrico e occorreva sempre specificare se una Libbra o una Dracma fossero Milanesi o Fiorentine o Napoletane; paragonando i vari sistemi a quello metrico decimale, già inventato e largamente diffuso, si nota come, per esempio, la Libbra oscillasse tra i 301,224 g (a Venezia) e i 340,456 g (a Modena), mentre la Dramma dai 2,672 g (a Napoli) ai 3,546 g (sempre a Modena). Negli anni la Dracma è stata progressivamente ridotta più o meno al valore del Dirham arabo e il rimpiccolirsi delle unità di misura può essere visto come un tentativo di adeguarsi a una maggiore accuratezza di misura. Inoltre, Libbra e Oncia sono unità di peso Romane e, quindi, dotate ab origo di una maggiore “autorevolezza giuridica”. Il Grano, che poi è un mezzo Calcon, riflette l’esigenza della maggiore accuratezza possibile. Libbre, once, dramme, grani, con l’introduzione del sistema metrico decimale furono convertiti in grammi, centigrammi e milligrammi. Vi erano, tuttavia, notevoli oscillazioni di valori ponderali tra le varie città italiane. Dal Codice Farmaceutico Militare del 1862 leggiamo che a Pavia 1 libbra corrispondeva a 326,793 g. Sempre il Brugnatelli ci riporta nella sua Farmacopea accanto ai segni medici usati nelle ricette i pesi empirici che venivano utilizzati.     “Ogni cosa è veleno e non esistono veleni. Soltanto la dose fa sì che qualcosa non sia veleno” Paracelso  
  • 18. 1 Profilo dell’autore Raimondo Villano è nato a Torre Annunziata (Na) il 24 giugno 1960, coniugato con Maria Rosaria Giordano, Biologa, Farmacista, Assistente sociale, docente di ruolo di scuola superiore statale, padre di Francesco di anni 13. Membro della già Pontificia Accademia Tiberina (fondata nel 1813) di cultura universitaria e di studi superiori - Corpo Accademico - Categoria “Accademici Corrispondenti” (Roma, Palazzo Valentini, Piazza Venezia; dal 2008), Membro Titolare della World Academy of Biomedical Tecnology WABT c/o UATI-ICET (UNESCO) (Maison de l’UNESCO Parigi, dal 2008), Membro della Commissione Internazionale Biothecnologie della Virosfera UNESCO (dal 2008) e Segretario dal 2009, Membro dell’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali (Dipartimento E.N.V.A. - Ente Nazionale Valorizzazione Commercio, Industria, Artigianato) (Roma, Camera dei Deputati, dal 2004); Socio Effettivo dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria Classe Scienze Storico Biologiche per decreto del Ministro per i Beni Artistici e le Attività Culturali (Roma, dal 2007), Cavaliere di Grazia Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta presso il Gran Priorato di Napoli e Sicilia (Roma, dal 2007), Membro ad honorem del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico “Universitas Aromatariorum Urbis” (Roma, Tempio di Faustina, Fori Imperiali, dal 2006), socio ACISMOM (dal 2003); Membro del Centro Studi Melitensi del Sovrano Militare Ordine di Malta dal 2003 (presieduto dall’Accademico dei Lincei Cosimo Damiano Fonseca), Socio Corrispondente dal 2001 ed Effettivo dal 2005 dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, membro dell’International Society for the History of Pharmacy dal 2005, Socio effettivo della Società Napoletana di Storia Patria presieduta dall’On. Prof. Giuseppe Galasso (Napoli, Maschio Angioino, dal 2009), Fondatore e Presidente della Fondazione sociosanitaria ed umanitaria Chiron dal 2006, Titolare di Farmacia a Torre Annunziata. È stato: Presidente 1986/90 dell’Associazione Giovani Farmacisti di Napoli, Consigliere provinciale del Sindacato ASiFaNT di Napoli 1986/88; membro delle Commissioni ASiFaNT “U.S.L. e “Cultura”, Rappresentante regionale supplente e Rappresentante nazionale 86/88 nel Patto Federativo Nazionale dei farmacisti; Componente dell’Assemblea Nazionale e del Comitato Nazionale di Coordinamento delle Associazioni Italiane Giovani Farmacisti (1987-89); Socio ordinario dell'Unione Cattolica Farmacisti Italiani U.C.F.I. (1988-91), cofondatore della Federazione Nazionale Giovani Farmacisti FENAGIFAR nel 1989; Donato di Devozione SMOM dal 2002 al 2007; dal 2005 al 2007 membro effettivo delle Società Internazionali di Storia della Farmacia ISHP, BSHP, AIHP, GGGP. Socio Rotary Club dal 1990 al 2007: Presidente del Club Pompei 2000-01, co-autore e Charmain del Corso di aggiornamento per imprenditori e manager su “Sicurezza e Qualità Totale” (ott/nov 2000) con studiosi di rilievo nazionale e sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e del Workers Memorial Years delle Nazioni Unite; autore e primo firmatario della Proposta di Risoluzione Internazionale per il Consiglio di Legislazione (USA) “Istituzione di una Giornata Internazionale di Riflessioni sulla Vita” nel 2001; membro di Commissioni del Distretto 2100-Italia: Etica professionale 2002-03 e 2003-04, Azione Pubblico Interesse Mondiale 2001-2003, Informatizzazione per vari anni e Delegato dei Governatori per l’Archivio Distrettuale dal 1994 al 2003; organizzatore e presidente del Convegno di rilievo distrettuale sulla Famiglia con partecipazione di alte cariche dello Stato, tra cui il Prefetto di Napoli (feb. 2001). Onorificenze: Medaglia del Presidente della Federazione Italiana Ordini dei Farmacisti nel Premio Aesculapius 2^ edizione (sotto l’Alto Patronato della Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli Assessorati alla Sanità e alla Cultura del Lazio) “per l'attività svolta a tutela della professione nel 1986” (Roma, 1987); Diploma d'Onore del Presidente Internazionale del Rotary F. Devlyn “per Servizi eccezionali resi a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione” (Evanston, 2001); Attestato di Merito della Task Force del Rotary International “Riduzione del Crimine e Prevenzione della Violenza” per l’Italia, Albania, Ex-Jugoslavia e San Marino “per l'intensa e qualificata attività svolta” (Zurigo, 2001); Public Relations Award del Board Rotary International per l’azione a favore dell’accrescimento della visibilità del Rotary e dell'informazione sulle sue attività (Evanston, 2001); Paul Harrys Fellow della Rotary Foundation (2001); LXVIII edizione del Premio nazionale per la ricerca scientifica “Massimo Piccinini” conferito dall’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria per l’opera “Arte e Storia della Farmacia” (Roma, 2006); Premio internazionale “Sapienza ed Etica Professionale” dell’Istituto Universitario Internazionale “Sapientia Mundi” “per aver degnamente rappresentato i valori etico-morali nell’ambito professionale e sociale” (Roma, 2007); LXV edizione del Premio nazionale Fondazione “Elide Stramezzi” per l’opera “Meridiani farmaceutici”, contributo alla “consapevolezza di una elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 2007), Laurea Honoris Causa in Scienze Umane e Sociali conferita dall’Università Ruggero II dello Stato della Florida negli USA (2009).
  • 19. Chairman in numerosi Congressi professionali e rotariani. Ha tenuto decine di conferenze in congressi professionali provinciali e nazionali ed oltre 30 conferenze in ambito rotariano distrettuale e locale. Ha pubblicato oltre 15 libri socio-culturali, professionali e storici, tra cui: Abbamonte-Villano “La revisione delle piante organiche delle farmacie nella Regione Campania alla luce dei più recenti orientamenti giurisprudenziali” patrocinato da: FOFI, Federfarma, Regione Campania, Provincia Napoli, Ordine Farmacisti, Federfarma, A.Gi.Far. Napoli, Associazione Giovani Avvocati della Campania, Ed. MicroPrint, pag. 72, 1988; “Elementi di orientamento universitario e nel lavoro”, Ed. A.C.M., pag. 210; 1998; Manuale sanitario per la terza età, patrocinio Rotary, Ed. Eidos, pag. 114, 2000; “Il Rotary per l’uomo”, Ed. Eidos, pag. 280, giu. 2001; 2^ Edizione, pag. 320, ott. 2001; “La gestione della sicurezza in Farmacia” - presentazione del Dr. P. Renzulli, già Consulente per la Sicurezza presso l’O.N.U. (Small Business Edition presentata al Congresso Nazionale dei Farmacisti Italiani Cosmofarma 2004 a Roma, Longobardi Ed., pag. 222, apr. 2004; Standard Edition, Led Web Editore, pag. 264, Torino, lug. 2004); “Cenni di arte e storia della Farmacia” con presentazioni del Prof. Dr. F. Ledermann (Presidente International Society History of Pharmacy) e del Prof. A. Carosella (Critico letterario) - (Longobardi Ed., pag. 266, Napoli, gen. 2005; 2^ Ed., pag. 266, Napoli, mar. 2005); Manuale sanitario, Longobardi Editore, pag. 208, 1^ Ed. giu. 2005, 2^ Ed. lug. 2005; “Arte e storia della Farmacia” - presentazioni del Prof. Dr. F. Ledermann e del Prof. A. Carosella (Selecta Medica, Serie “I libri per il Farmacista” collana “Storia della Medicina e Cultura Medica” pag. 250, Pavia, 2006); “La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica” - presentazione del Prof. Giulio Tarro (Effegibi, 1^ Ed. pag. 365, lug. 2007; 2^ Ed., pag. 393, set. 2008); “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum. Storia, spiritualità e sovranità nelle tradizioni e nella modernità del Sovrano Militare Ordine di Malta” (presentazione di Mons. Prof. RaffaeleFerriero, Penitenziere del Duomo di Napoli; 1^ ed. feb. 2008; 2^ ed. mar. 2008; 3^ ed. dic. 2008 - Ed. Chiron, pag. 360); “Trattato di Storia della Farmacia. Strutturalismo e ontologia - uomini ed opere - aspetti tecnici, artistici e culturali - virtù, etica ed estetica” (Ed. Chiron Hystart dpt, 4 volumi, pag. 1635, 2009). Autore di oltre 20 opere multimediali ed e-book tra cui: “Elementi di orientamento universitario e nel lavoro” 2^ Ediz. aggiornata ipertestuale su cd-rom (patrocinato da R.C. Pompei e sua Commissione di Az. Prof., Ed. Eidos, 5 Mb; Pompei, 1999); A. Carosella - R. Villano “L’uomo come fine”, patrocinio Distretto 2100 Rotary, Ed. Eidos, 421 Mb - 554 file; 2000; “Manuale sanitario per la terza età”, Ediz. ipertestuale scaricabile in download dal website della Banca Dati Sanitaria Nazionale Telematica GioFil-Bayer (patrocinio GioFil; 5,5 Mb - 111 file, Roma, 2002); “Il profumo del tempo - Cenni di arte e storia della farmacia” (1^ ed. patrocinio AISF - presentazione del Presidente Dr. Corvi, Ed. Eidos, 585 Mb - 139 file - 62 colonne sonore - 873 diapositive - 1093 pagine, maggio 2002; 2^ Ed.: patrocinio AISF e Distretto Rotary 2100-Italia, Ed. Eidos, 1248 pagine, novembre 2002; 2^ Ed., 1^ Ristampa: dicembre 2002). È autore di oltre 250 pubblicazioni: oltre 25 articoli di educazione e prevenzione sanitaria a firma unica su testate giornalistiche comprensoriali o regionali (1985 - 1986); oltre 40 articoli professionali e scientifici a firma unica su testate giornalistiche nazionali e regionali (1985 - 1986); oltre 10 articoli sociali e culturali su Testate nazionali e locali; oltre 60 articoli rotariani su Testate nazionali, distrettuali e di Club del Rotary International (1990-2001); oltre 100 articoli di storia della farmacia a firma unica su Testate storiche o professionali nazionali; oltre 15 articoli sulla sicurezza in farmacia a firma unica su Testate professionali nazionali. È collaboratore del quindicinale professionale nazionale indipendente Punto Effe dal 2005. Diverse opere sono in molte biblioteche nazionali ed internazionali (tra cui: Quirinale, Accademia Nazionale di Scienze detta dei XL, Centrale Giuridica del Ministero di Giustizia, Archivio di Stato, Istituti Italiani di Cultura), sono di referenza in molte università italiane e straniere e in musei di storia della farmacia e sono citati in tesi di laurea; il libro sulla Sicurezza in Farmacia ed. standard è stato presentato alla Fiera del Libro di Francoforte 2004 ed è anche abbinato dal 2008 alla vendita della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XII ed. dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ed è presente dal 2005 nel catalogo Licosa, tra le maggiori Librerie Commissionarie in Europa. Vari suoi libri hanno ricevuto apprezzamento ufficiale da molte autorità, tra cui il Sommo Pontefice e il Capo dello Stato.

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