R. Villano “Time carved in the silence of eternity. Diacronic reflections on investigation for the memory of homo faber”; Patronage by: Pontifical Academy Tiberina, Academy of History of Medical Art, College Noble Chemical Pharmaceutical, European Academy for Economic and Cultural Relations Norman Academy of the State of Florida USA and of the Republic of the Gambia (Hight Spiritual Patronage of President Em. Pontifical Council of Culture Cardinal Paul Poupard) - Presentation of: Ven. Baliff Gran Cross of Jiustice of the Sovereign Military Order of Malta Exc. Fra’ Franz von Lobstein; P. D. G. of Rotary International 2100-Italy Prof. Antonio Carosella - Presentation Ceremony with the High Patronage of Ministry of Artistic and Cultural Heritageof the Italian Republic (MBAC-UDCM Cabinet 0009440-14/05/2010 Cl. 09.01.00/5491), by Jean Monnet Université Europenne and by Telematic Pegaso University; Published under Patronage by: Pontifical Academy Tiberina, Academy of History of Medical Art, College Noble Chemical Pharmaceutical, European Academy for Economic and Cultural Relations Norman Academy of the State of Florida USA and of the Republic of the Gambia (High Spiritual Patronage of President Em. Pontifical Council of Culture Cardinal Paul Poupard) Chiron, ISBN 978-88-97303-03-9, LCC BH 81-208, CDD 177 VIL tim 2011, Naples, January 2011, p.. 126);
R. Villano - Manuale sanitario: detrazioni fiscali
R. Villano - libro Tempo scolpito in silenzio eternità - Epifanie divine
1. Raimondo Villano
Cerimonia di Presentazione
sotto l’Alto Patrocinio di:
Ministero Beni e Attività Culturali
Edito con il Patrocinio di:
Pontificia Accademia Tiberina
Accademia di Storia Arte Sanitaria
Nobile Collegio Chimico
Farmaceutico
Accademia Europea Relazioni
Economiche e Culturali
Norman Academy of State of Florida
USA and of Republic of the Gambia
Presentazioni di:
Ven. Balì Gran Croce di Giustizia del
Sovrano Militare Ordine di Malta
Ecc.mo Fra’ Franz von Lobstein
Past District Governor del
Rotary International 2100-Italia
Prof. Antonio Carosella
Il tempo scolpito
nel silenzio dell’’’eternità
Riiifffllleeessssssiiiooonnniii sssuuullllll’’’iiinnndddaaagggiiinnneee dddiiiaaacccrrrooonnniiicccaaa pppeeerrr lllaaa meeemooorrriiiaaa dddeeellllll’’’hhhooomooo fffaaabbbeeerrr
2. Ai Confratelli Cavalieri Professi e non
e alle Consorelle Dame del
Sovrano Militare Ordine di Malta
a me particolarmente vicini,
di cui apprezzo il talento
che stimola anche taluni miei studi
e di cui, soprattutto,
amo la profonda spiritualità
che ispira ed orienta
significativamente la mia vita.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 5
3. Cerimonia di presentazione del libro:
sotto l’Alto Patrocinio del
Ministero dei Beni e Attività Culturali
Con la partecipazione di:
Sua Em.za Rev.ma il Signor Cardinale Paul POUPARD
Presidente Emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura
Prof. Dott. Comm. Tito Lucrezio Rizzo
Consigliere Capo Servizi del Quirinale
Studiorum Universitas Ruggero II
State of Florida - U. S. A. and Republic of the Gambia
Gr. Uff. Prof. Dott. Giulio Tarro
WABT c/o UATI-ICET / UNESCO House - Paris
Chairman of International Committe Biothecnologies and VirusPhere
Coordinatore:
Duca Riccardo Giordani di Willemburg
Gran Cerimoniere Norman Academy
Cerimonia:
Sabato 2 Ottobre 2010 – ore 17,00
Casa dell’Aviatore
Circolo Ufficiali dell’Aeronautica - Roma
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 7
4. Edito con il Patrocinio di:
ACCADEMIA TIBERINA
Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori
Accademia di
Storia dell’Arte Sanitaria
Norman Academy
RECOGNIZED BY THE LAW OF THE STATE OF FLORIDA U.S.A. AND OF THE REPUBLIC OF THE GAMBIA
NOT POR PROFIT ASSOCIATION ARTS, LETTERS, HUMANITIES
AND OF THE HUMAN RIGHTS DEFENCE IN THE WORLD
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 9
5. Indice
Presentazione 23
Presentazione 25
Prefazione 27
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 11
Parte prima
Il senso della storia e il dovere della memoria 35
La memoria come percezione di identità collettiva 46
Il senso della memoria nelle arti sanitarie 57
Essenza e logica della sottrazione dei fatti all’oblio 62
La sede delle Epifanie divine nell’intreccio fra tempo ed eternità 67
Parte seconda
Paradigmi metodologici e tecnici delle scienze storiche 79
Concettualità e metodologia nell’approccio alla storia 85
Euristica della storiografia della scienza 86
Problematiche di interdisciplinarità della storia della scienza 91
Approfondimenti inerenti la storia dell’arte sanitaria 93
L’archivio storico e l’area museale 95
Ruolo delle tecnologie informatiche nello sviluppo dello studio e della
diffusione della storia sanitaria
99
Approfondimenti correlativi tra libro a stampa e opera multimediale 111
Studio sull’integrazione funzionale dei mezzi informatici: 114
1. Approfondimenti sulla biblioteca virtuale on-line 114
2. Approfondimenti sul museo virtuale on-line 116
3. Il progetto Minerva nell’ambito delle iniziative comunitarie di
digitalizzazione del patrimonio culturale
118
4. Esempi di reti di supporto alla ricerca e alla consultazione storica 124
10. ACCADEMIA EUROPEA
per le RELAZIONI ECONOMICHE E CULTURALI
Il presidente
Roma, 7 gennaio 2010
Carissimo Raimondo,
facendo seguito alla tua richiesta di patrocinio AEREC per la pubblicazione
della tua ultima fatica letteraria:
“Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità.
Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria dell’homo faber”.
sono lieto procedere con la concessione, in virtù dell’impegno straordinario profuso
in quest’opera che, dai postulati programmatici, si propone come strumento di
lettura del nostro Paese in un momento particolarmente delicato ma interessante
di cambiamenti epocali e determinanti per il futuro.
Augurandoti pieno successo per l’iniziativa, aspetto di leggere il libro ed
intanto ti giungano i più affettuosi e sinceri auguri di buon anno.
Ernesto Carpentieri
Via Sebino 11 – 00199 Roma - Tel. 0039-06.85.86.57.00 Fax 0039-06.84.14.531
Web site: www.aerec.org e-mail: info@aerec.org
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 21
11. Presentazione
entiluomo di compositi interessi sociali e storici, dalla vasta e, oserei dire,
addirittura imponente bibliografia, il confratello Raimondo Villano presenta
alla nostra attenzione l’ultima sua opera di saggistica dal titolo “Il tempo
scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la
memoria dell’homo faber”.
Si tratta, in effetti, di un “agile” volumetto, giacché consta di appena poco
più di cento pagine, che si distingue sia per consultabilità ed eleganza che per le
scelte iconografiche, invero raffinatissime.
Mi corre, tuttavia, l’obbligo di fare una precisazione, ovvero che non sia di
inganno l’espressione adottata di “volumetto” giacché il fonema che ci siamo
permessi di utilizzare, sia ben chiaro, si riferisce ad un’opera tutt’altro che di esiguo
spessore non solo in virtù degli argomenti trattati, in effetti tutti, ma proprio tutti
“tosti”, bensì anche per la profondità delle cognizioni e per la meditata attenzione.
Per avere una vaga idea in proposito, del resto, appare sufficiente porre
mente locale già ai soli titoli dei capitoli della Parte Prima e Seconda, benché vada
confessato che per una lettura attenta alcuni di essi presuppongono, se non proprio
impongono, un’immediata conoscenza dei relativi testi.
Soffermandoci, poi, a riflettere sui principali temi portanti, intesi però
nell’accezione più alta del termine, dal coacervo di un’ideale “summa”, l’opera ci
riconduce, relativamente agli aspetti della “memoria”, all’aforisma frutto della
saggezza antica che con Marco Tullio Cicerone suggerisce che la memoria
diminuisce se non la si tiene in esercizio (“memoria minuitur nisi eam exerceas” in
“De senectude”, VII VII. 21) mentre, per ciò che concerne la “storia e sua
metodologia”, essa rimanda ancora a Cicerone là dove asserisce “historia vero
testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, qua voce alia nisi
oratore immortalitati commendatum ” (“De orat”, II, 9, 36) ma anche,
impegnandoci in un ragguardevole “salto” nel tempo, a Massimo D’Azeglio, da cui
apprendiamo che “la storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché
vi si legge l’avvenire”, a Francesco Domenico Guerrazzi che ne “Il buco al mare”
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 23
G
12. ricorda come “la filosofia della storia è l’arte di cercare e scoprire le leggi
regolatrici del mondo morale”, a Carlo Belgioioso che in “Scuola e famiglia”
afferma che “la storia è il notaio della coscienza pubblica” e, inoltre, a Giacomo
Bazzellotti che trattando di Francesco de Sanctis puntualizza come “i recenti
progressi del metodo hanno allontanato sempre più la storia dall’arte dandole un
carattere sempre più scientifico”.
Soffermandoci, ancora, sugli aspetti della Storia della Scienza e, in
particolare, della scienza sanitaria e sua diffusione, ci sovviene in mente sia la
riflessione di San Gregorio Magno, “quando mundus ad extremum ducitur, tanto
largior nobis aeternae scientiae aditum aperitur”, che quanto asserito da Carlo
Cattaneo, ossia che “scienza è ricchezza” nonché la considerazione di Gaetano
Negri che “il tratto fondamentale dello spirito moderno è che tutte le forze
dell’intelligenza sono portate all’investigazione dei fenomeni fisici e morali
considerati per se stessi all’infuori di ogni pregiudizio di ogni elemento metafisico”
(“Segno dei tempi”, 125).
Ma cosa che ci sta più a cuore, oltre che come storici, in qualità di membri
Professi dei Giovanniti, infine, a proposito delle considerazioni sviluppate sulla sede
delle epifanie divine nell’intreccio fra tempo ed eternità, desideriamo riservarci di
partecipare un ultimo fondamentale rimando all’interessantissimo sintetico precetto
di Giovenale che nelle “Satire” (10, 356) ricorda che “orandum est ut sit mens sana
in corpore sano”: “bisogna pregare affinché una mente sana sia in un corpo sano”!
Roma, 6 febbraio 2010
Fra’ Franz von Lobstein
Ven. Balì Gran Croce di Giustizia
del Sovrano Militare Ordine di Malta
24 Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità
13. Presentazione
l libro, che si compone di due parti ben distinte e pur collegate nell’unità
dell’idea di fondo, affronta l’arduo compito di accostare due ambiti
disciplinari e scientifici tradizionalmente differenziati sia nell’interna
strutturazione che nelle finalità conoscitive: la Storia e l’Informatica.
Lo scopo dell’accostamento è di ordine pratico-operativo, che, senza
compromettere l’autonomia di entrambe le discipline e senza intaccarne gli statuti né
alterarne le interne logiche, dispone le potenzialità dell’una (l’informatica) al
servizio dell’altra (la storia) per dilatarne e potenziarne l’ampiezza degli orizzonti
conoscitivi e per accrescerne la carica pedagogica.
Alla base o alla radice di siffatta operazione, complessa e ardita al tempo
stesso, v’è la ferma fiducia che la differenziazione delle “due culture”, tema
dominante nella seconda metà del secolo scorso, sia destinata a lasciare il posto ad
una auspicata integrazione in un “sapere”, nuovo e antico al tempo stesso, che pare
profilarsi all’orizzonte non troppo lontano del tormentato nostro presente.
All’attesa, ancora piuttosto smarrita e confusa, di un tale avvento sembra
alludere persino il titolo del libro: “Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità”, dove
l’immagine del tempo che faticosamente scolpisce i propri segni sulla sconfinata
lastra dell’eternità non riesce neppure a scalfire, di essa, l’intatto e assorto silenzio.
E così si ricompone, per noi uomini, il mistero del rapporto tempo-eternità.
Allora: ha un senso il generoso sforzo dell’autore di richiamare la nostra
limitata intelligenza di mortali a misurarsi ancora con il problema tempo-eternità, se
esso problema è costitutivamente al di sopra delle possibilità intellettive dell’uomo?
Certamente. Anzi si direbbe che il senso intimo e globale di tutto l’impegnato
e impegnativo discorso che fa il Villano consiste proprio nella consapevolezza del
limite e nello sforzo di spostarlo ancora più oltre utilizzando gli strumenti della
moderna tecnologia.
Ed è in questo sforzo che scienza e storia si ritrovano a collaborare al fine di
far crescere l’uomo in conoscenza senza peraltro autorizzarlo al folle volo di Ulisse
oltre le colonne d’Ercole della sua finitezza.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 25
I
14. La lunga e articolata riflessione sulla storia, sul suo senso e sui suoi fini è
alimentata e sostenuta da una valida documentazione e da autorevoli riferimenti, ma
non è fine a se stessa, perché è volta alla prospettiva, più limitata, dell’arte sanitaria
e, più precisarmente, della storia della farmacia, di cui l’autore è appassionato
cultore.
Dall’affermazione dell’opportunità e dell’utilità di conoscere il passato per
meglio vivere il presente e per più consapevolmente preparare l’avvenire deriva,
come logica conseguenza, l’individuazione dell’informatica come la tecnica che oggi
consente di ampliare straordinariamente, di facilitare, arricchire e diffondere i segni
e le testimonianze del passato a tutto vantaggio sia dell’arricchimento culturale del
presente che della propiziazione d’un più largo orizzonte conoscitivo per il futuro. E
con in più i vantaggi offerti dallo strumento informatico, che consente di superare ed
eliminare le due grandi difficoltà che hanno fino ad ora limitato le possibilità
operative dell’uomo: gli ostacoli del tempo e dello spazio.
Non è certo la conquista dell’onnipotenza, che appartiene soltanto a Dio, ma
è un gigantesco passo avanti fatto dall’uomo nella graduale ma infaticata marcia di
avvicinamento al “gran mare dell’Essere ” supremo.
Ed è merito di Raimondo Villano averlo intuito e fatto oggetto della propria
ricerca.
C.mare di Stabia, 4 marzo 2010
Prof. Antonio Carosella
Past District Governor
del Rotary International 2100-Italia
26 Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità
15. Prefazione
uesto lavoro scaturisce da un particolare coacervo di elementi correlati alla
mia condizione di cultore di storia, di cattolico giovannita, di professionista
sanitario e di cittadino socialmente impegnato in una Nazione splendida
nella sua pur evidente complessità.
Una lettura non sommaria dell’opera credo, invero, possa segnare un
momento nel quale si fa memoria di importanti istanti e aspetti della nostra storia.
Nel contempo, fuor d’ogni retorica, lo scorrere dei capitoli ritengo sia
occasione che può far volgere lo sguardo al futuro riscoprendo l’opportunità, il
valore e il dovere della testimonianza, della narrazione e dell’aiuto alla conoscenza.
Una lettura, dunque, da cui emergono non soltanto solide architravi
concettuali per sorreggere l’impalcatura del ricordo, per non dimenticare, bensì
anche un lavoro letterario che si cimenta nel compimento di un’ulteriore opera
altamente civile, putrellando elementi di riflessione di pacificazione sociale, di
concorso al ravvivamento del sentimento di coesione nazionale, particolarmente
bisognoso d’esser coltivato e diffuso nei tempi attuali, nonché di custodia e
protezione delle autentiche radici che, sostanzialmente, riguardano tutto il Paese.
D’altro canto, con profondo sentimento cristiano, ho inteso sviluppare coerenti
riflessioni con il proposito di collaborare per la diffusione del regno di Dio nel
mondo d’oggi e, in un fecondo metabolismo di fede e ragione, umilmente concorrere
anche allo sforzo di aprire uno spazio per tutti i popoli e per quanti conoscono Dio
da lontano o per i quali Egli è sconosciuto o addirittura estraneo: per aiutarli, in
effetti, ad “agganciarsi a Dio”, al cui cospetto sta ogni creatura umana(1).
In qualità di accademico, infine, ho approfondito taluni aspetti metodologici e
di valorizzazione di comparti della disciplina storico-sanitaria.
Raimondo Villano
_________________
(1) I concetti di riferimento sono quello del “cortile dei gentili”, riservato nel Tempio di Gerusalemme ai
pagani che volevano pregare l’unico Dio e che Gesù volle sgomberare da chi l’aveva trasformato in “un
covo di ladri”, e le riflessioni di pertinenza espresse dal Santo Padre Benedetto XVI nel discorso alla
Curia romana per la presentazione degli auguri natalizi (Vaticano, Sala Clementina, 21 dicembre 2009).
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 27
Q
16. “Timeo lectorem unius libri”
San Tommaso d’Aquino
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 29
17. Cigola la carrucola del pozzo
l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.
Accosto il volto a evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all’atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Eugenio Montale
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 31
18. Parte Prima
“Voglio imparare i tempi della memoria
perchè mi hai insegnato, dove sei,
che il mio futuro è nel nostro passato (...)
si perdono nel vento come cenere
i segni della vita”
Ugo Ronfani
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 33
19. La sede delle Epifanie divine nell’intreccio fra tempo ed eternità
intreccio fra tempo ed eternità è il fine dell’esperienza umana letta in
chiave religiosa(83).
Lo stesso Benedetto XVI nell’Enciclica Spe Salvi nota la fatica concettuale
che ci affligge quando cerchiamo di interrogarci sull’eternità perché essa “suscita in
noi l’idea dell’interminabile e questo ci fa paura (...). Possiamo soltanto cercare di
uscire col nostro pensiero dalla temporalità della quale siamo prigionieri e in qualche
modo presagire che l’eternità non sia un continuo susseguirsi di giorni del calendario
ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e
noi abbracciamo la totalità”.
Provando ad illustrare la connessione fra tempo ed eternità sulla base della
concezione ebraico-cristiana, una visione religiosa intimamente fondata sulla
“storicità” deve considerare che secondo la Bibbia Dio non rimane relegato nei cieli
luminosi dell’infinito e dell’eterno ma decide di incamminarsi per le strade polverose
della storia umana e dello spazio terreno. Emblematica è la celebre frase incastonata
nel capolavoro teologico e letterario dell’inno che funge da prologo al Vangelo di
Giovanni: “En arché en ho Lógos(84)”: “In principio era il Verbo”.
_________________
(83) Gianfranco Ravasi , Riflessioni di fine anno sull’eternità, 2007 Il Sole 24 Ore.
(84) Grandioso prologo innico del quarto Vangelo giovanneo.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 67
L’
20. Poi, “ho Logos sarx egheneto(85)”, il Verbo, la Parola divina che era “in principio”,
che era “presso Dio”, anzi che era Dio, si intreccia intimamente con la sarx, cioè con
la carne, la fragilità, il limite temporale e spaziale dell’umanità.
Al tempo della vita di Gesù la Chiesa, dunque, è nella storia e per la storia, pur
venendo da altrove e andando altrove: una commistione fra storia ed eternità che la
rende significativa non meno che nei duemila successivi anni della sua vicenda(86).
La nuova religione sorprende l’Occidente antico anche per la visione della storia
umana: il tempo dell’uomo non è più solo suo ma è tempo di Dio con l’uomo, è
tempo di Dio per la manifestazione di Se Stesso attraverso la vicenda umana(87).
La dimensione storica della rivelazione, che non consiste solo nel factum della vita di
Cristo, o meglio la realtà storica, diviene “sacramento etico”, cioè strumento
attraverso il quale Dio manifesta il proprio volere riguardo all’agire dell’uomo(88).
A partire dalla Resurrezione di Gesù, inoltre, il tempo storico del mondo si orienta
secondo un “prima” e un “dopo” che non hanno altre repliche, secondo un tempo di
preparazione e un tempo di compimento che sono unici nell’eternità(89).
La storia, allora, per la Bibbia è la sede delle Epifanie divine. In questa luce tempo ed
eterno si annodano tra loro pur essendo così differenti tra loro. Certamente noi che
guardiamo o viviamo nella prospettiva del tempo sentiamo ancora remota la pienezza
dell’eternità. Non per nulla Paolo nella Lettera ai Romani(90) usa immagini di parto, di
attesa, di tensione impaziente perché il nostro tempo è “pesante”, segnato dal male e
scandito dal dolore e dalla morte. Tuttavia, se ci poniamo nell’angolo visuale di Dio,
cioè dell’eternità, non si ha - come accade a noi che siamo nel tempo - un “prima” e
un “dopo”. Tutto è contratto e condensato in un punto, in un istante, in un evento
unico e compiuto. In esso c’è già la pienezza di quel seme, ci sono già la salvezza e il
giudizio, la morte e la risurrezione, come dichiara Gesù una notte a Nicodemo(91) o
più avanti nello stesso quarto Vangelo(92). Con l’incarnazione, dunque, si ha
un’unione intima tra due realtà che sono antitetiche, il tempo e l’eterno. Già l’antico
Testamento presenta una Rivelazione divina innervata nella storia. L’incarnazione
del Figlio di Dio, quindi, rende il tempo e lo spazio irradiati dall’eterno e
dall’infinito; è l’introduzione dell’essere creato in un orizzonte senza fine e senza
limiti in cui alla cadenza del tempo si sostituisce la “puntualità” dell’eternità(93).
Per riuscire a scoprire e a sentir pulsare questo abbraccio del tempo con l’eternità è
necessario avere un canale di conoscenza superiore, cioè la visione della fede che sa
perforare la pellicola esteriore del flusso temporale per cogliervi sotteso l’istante
perfetto e supremo dell’eterno divino.
______________
(85) Giovanni, versetto 14.
(86) Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, Diario di un Vescovo al Sinodo, Il Sole 24 Ore, anno
141, n. 289, 23 ottobre 2005, pagg. 1-8.
(87) Massimo Ciceri, Piccolissimo sguardo sulla filosofia della storia antica e medievale.
(88) Nicoletta Capozza, Storicità e trascendenza in Dietrich Bonhoeffer.
(89) Ciceri Massimo, ibid.
(90) 8, 18-27.
(91) Giovanni 3, 15.18.
(92) 5, 24.
(93) Gianfranco Ravasi, ibid.
Raimondo 68 Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità
21. È quanto espresso in modo intenso e denso nei versi: “Afferrare il punto di
inserzione tra l’eterno e il tempo è un’occupazione da santo. Non tanto
un’occupazione, ma qualcosa che è donato e ricevuto, in un morire d’amore durante
una vita, nell’ardore,
nell’abnegazione e
nell’abbandono di sé(94)”.
A questo punto si riesce a
comprendere come le
Sacre Scritture, pur
conoscendo il chrónos
come realtà cosmica
contingente, computabile
e verificabile, puntino
decisamente verso il
kairós, un tempo
personale ed esistenziale
che può essere pervaso di
eterno e, quindi, trasceso
nella sua finitudine. La
storia della salvezza
diventa l’immagine
dell’eternità di Platone o,
meglio, proprio quel
“point of intersection”
eliotano sopra citato che
intreccia storia ed
escatologia.
Il Concilio Vaticano II,
volendo trasmettere pura e
integra la dottrina sulla
Chiesa maturata nel corso
di duemila anni, ha dato
di essa “una più meditata
definizione”, illustrandone
anzitutto la natura
misterica, cioè di “realtà
imbevuta di divina
presenza, e perciò sempre
capace di nuove e più
profonde esplorazioni(95)”.
Orbene, la Chiesa, che ha
origine nel Dio trinitario, è un mistero di comunione.
______________
(94) Thomas S. Eliot, Quattro Quartetti.
(95) Paolo VI, Discorso di apertura della seconda sessione, 29 settembre 1963.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 69
22. In quanto comunione, la Chiesa non è una realtà soltanto spirituale, ma vive nella
storia, per così dire, in carne e ossa(96).
La Chiesa, una comunione di persone che per l’azione dello Spirito Santo formano il
Popolo di Dio, è al tempo stesso il Corpo di Cristo. Il concetto “Popolo di Dio” è nato
e si è sviluppato nell’Antico Testamento: per entrare nella realtà della storia umana,
Dio ha eletto un popolo
determinato, il popolo di
Israele, perché sia il suo
popolo. L’intenzione di
questa scelta particolare è di
arrivare, per il tramite di
pochi, ai molti, e dai molti a
tutti. L’intenzione, con altre
parole, dell’elezione
particolare è l’universalità.
Per il tramite di questo
Popolo(97), Dio entra
realmente in modo concreto
nella storia. E questa
apertura all’universalità si è
realizzata nella croce e nella
risurrezione di Cristo.
Un altro tema principe da
considerare tra le riflessioni
sulla storia è costituito dalla
questione educativa. Il
compito educativo
coinvolge tutti, storici e
fruitori della storia. Gli
storici hanno un ruolo
specifico ed il richiamo alla
loro responsabilità non deve
essere sottovalutato o evaso
ma nemmeno strumenta-lizzato
a livello di cronaca
quotidiana.
Merita soffermarsi, in particolare, sul fine dell’educazione cristianamente intesa che è
quello di formare l’uomo affinché sia capace di orientare la propria vita in piena
coscienza, responsabilità e libertà. Sotto questa luce diventa chiaro il rapporto
necessario fra libertà e verità.
______________
(96) Il “di tutto il genere umano” (Lumen gentium, 1).
(97) La nozione di “Popolo di Dio”, in particolare, è stata da taluni interpretata secondo una visione
puramente sociologica, con un taglio quasi esclusivamente orizzontale, che esclude il riferimento
verticale a Dio.
Raimondo 70 Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità
23. “Luogo naturale” di una educazione così concepita è la liturgia, spazio dove tutti gli
aspetti dell’espressione umana ed ecclesiale sono raccolti nell’ascolto della parola di
Dio(98).
Altra cogente tematica riguarda la correlazione tra le opzioni storiche soggettive e la
decretazione di “virtù eroiche” di un servo di Dio.
In effetti la “(...) santità è rapporto profondo e trasformante con Dio, costruito e
vissuto nel quotidiano impegno di adesione alla sua volontà. La santità vive nella
storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra
umanità. Beatificando un suo figlio la Chiesa non celebra particolari opzioni
storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all’imitazione e alla venerazione per
le sue virtù, a lode della grazia divina che in esse risplende(99)”.
Parole, invero, attualissime(100) ed applicabili a qualsiasi candidato agli altari.
______________
(98) Vescovo Mariano Crociata, Segretario generale Conferenza episcopale italiana (Cei); conferenza
stampa di illustrazione della prima fase dei lavori dell’Assemblea generale Cei - 27 maggio 2009.
(99) Inizio dell’omelia di Sua Santità Giovanni Paolo II rivolta ai cinque “venerabili” in occasione della
loro beatificazione (settembre 2000); tra essi figurano Giovanni XXIII e Pio IX, Pontefice al centro di
molte polemiche per il suo atteggiamento nei confronti del Risorgimento.
(100) Ci si riferisce, in particolare, al decreto firmato dal Papa il 19 dicembre 2009 sulle virtù eroiche di
Papa Pio XII, oggetto di dibattito sulla controversia storica riguardante i cosiddetti “silenzi” e
l’atteggiamento della Chiesa durante la Shoah.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 71
24. La firma papale per la promulgazione di un decreto “sulle virtù eroiche” di un servo
di Dio “conferma la valutazione positiva che la Congregazione delle Cause dei Santi
ha già votato - dopo attento esame degli scritti e delle testimonianze - sul fatto che il
candidato ha vissuto in modo eminente le virtù cristiane e ha manifestato la sua fede,
la sua speranza, la sua carità, in grado superiore a ciò che si attende normalmente
dai fedeli. Perciò può essere proposto come modello di vita cristiana al popolo di
Dio(101)”.
Pur tenendo conto delle circostanze in cui la persona ha vissuto, quindi, la
valutazione riguarda essenzialmente la testimonianza di vita cristiana e non la portata
storica di tutte le sue scelte operative. Nella stessa linea si colloca un’eventuale
successiva beatificazione.
Una scelta in tal senso di Santa Romana Ecclesia, dunque, “non intende minimamente
limitare la discussione circa le scelte concrete compiute da un venerabile della
Chiesa nella situazione in cui si trovava(102)”, anzi Essa, da parte sua, riafferma che
queste scelte “sono compiute con la pura intenzione di svolgere al meglio il servizio
di altissima e talora drammatica responsabilità” del soggetto in concetto di
santità(103)”.
Il progresso di una causa di beatificazione, pertanto, non va né presentato né vissuto
come un atto che intende chiudere univocamente il dibattito storiografico
consacrando una tesi e, conseguentemente, non è escluso che un dibattito sereno e
______________
(101) Padre Lombardi, Portavoce della Santa Sede - Nota al Decreto Pontificio sulle virtù eroiche di Pio
XII (Città del Vaticano, 23 dicembre 2009); abs da: L’Osservatore Romano del 24 dicembre 2009.
(102) Ibid.
(103) Ibid.
Raimondo 72 Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità
25. pacato su eventuali controversie storiche riguardanti l’atteggiamento della Chiesa su
un determinato evento della storia possa continuare.
Altro aspetto meritevole di approfondimento riflessivo è che il non poter osservare
fiduciosamente il proprio futuro pone come nell’icona del tempo rovesciato inventato
da Benjamin(104) in cui si può solo voltare le spalle alla meta del divenire, così da
contemplare un passato da cui ci si allontana inesorabilmente a velocità vertiginosa.
Il presente, d’altro canto, recando con sé ciò che fu e ciò che sarà, consente, qualora
sia vissuto con interiore profondità, non solo una maggior comprensione del passato e
del futuro stessi bensì anche comprensione e apprezzamento del contingente per
quello che è e così come è, quale attimo del tempo e quotidianità non banale(105).
Alle tracce della storia, sorta di istantanee di vite trascorse, c’è chi dedica anni di
lavoro nella speranza che possa scavare un solco destinato a restare. L’esperienza
vissuta come percezione di iconoclastia(106) è sconvolgente in quanto dall’immagine i
morti ci fissano con occhi vivi: sono vivi! Nei loro sguardi si scorge “un grido muto”
evocativo.
______________
(104) Celebre la sua immagine dell’Angelo della Storia, costruita sulla base di un quadro di Klee: un
Aarconte celeste precipita verso il futuro voltandogli le spalle, , spinto dal vento che soffia dal Paradiso.
(105) P. Hadot, Ricordati di vivere. Goethe e la tradizione degli esercizi spirituali-Cortina,Milano 2009.
(106) Torsione metaforica scaturita dal concetto che “la fotografia è un nucleo di realtà al centro di un
enorme cortile vuoto”, definizione folgorante come un lampo di magnesio di W.G. Sebald (1944-2001),
scrittore oggi considerato un maestro della letteratura tedesca del Novecento.
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 73
26. Nello stesso modo ci fissano i ricordi se abbiamo la forza di farli rivivere dalla massa
vischiosa di oblio che avvolge le infinite tracce di dolore di cui è fatta l’esistenza
umana. Il “nucleo di realtà” dei ricordi e di pietas per le sofferenze umane in tal caso
sono, in fondo, riconducibili nella genesi sostanzialmente ad una medesima matrice.
Il ricordo non è un dato ma una conquista: è lotta contro l’amnesia che vorrebbe
rimuovere la sofferenza. Può veramente ricordare chi sa raccontare(107).
Tanto esili sarebbero le tracce lasciate da taluni personaggi che sarebbero invisibili
senza lo sforzo di indagine e di ricostruzione.
Avendo, comunque, a riferimento la splendida visione concettuale che Dio è “id quo
maius cogitari nequit(108)”, è l’Essere “di cui non si può pensare nulla di più grande”,
si può con minor difficoltà comprendere come esclusivamente nella Sua arcana
mente non può non esserci il libro che racconta dall’inizio alla fine la storia del
mondo come essa realmente è accaduta. È il libro della storia del mondo secondo
verità: questo romanzo della vita umana, che è la storia universale del genere umano,
è presente nella mente divina con un’infinità di altri romanzi(109).
L’uomo con il dono della fede ha, in effetti, il privilegio di possedere un orologio
speciale che ne scandisce il tempo.
______________
(107) Michele Vanghi.
(108) Sant’Anselmo d’Aosta (1033-1109).
(109) Estrapolazioni dal pensiero di Leibniz.
Raimondo 74 Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità
27. Ove mai fosse costretto a vivere solo in una città esclusivamente brulicante di atei e
di agnostici, egli avrebbe un orologio che va bene in una città le cui torri hanno tutti
orologi che vanno male.
Lui solo sa l’ora giusta, benchè sembrerebbe non servirgli giacchè tutta la gente si
regola secondo gli orologi cittadini sbagliati, persino coloro i quali sanno che soltanto
il suo orologio indica l’ora vera(110).
L’ora sua è giusta, in effetti, perchè non è la misura del tempo della città bensì del
Tempo, oltre la vita, finzione mobile(111) nel silenzio dell’eternità(112) di cui egli, con il
segno della sua opera, è un nucleo di realtà nell’ordito che in ogni istante è scolpito
come ologramma tridimensionale della memoria in una interminabile successione di
frattali a comporre, in una ricchissima vettorialità progettuale, l’infinità della luce che
promana nella sua bellezza(113) la Storia dell’amore di Dio per l’uomo(114).
______________
(110) Abs. rimaneggiato e adattato alla torsione metaforica partendo dal pensiero di Arthur
Shopenhauer.
(111) Platone, Timeo.
(112) N.d.a.: quella musica del silenzio! (Che in Sant’Agostino ha il suo primo esegeta).
(113) Il riferimento è allo splendido concetto “Deus est pulchritudo ipsa” espresso da San Tommaso
d’Aquino in Summa Theologiae, I^ q. 90-102 (1265-1274).
(114) Concetto sostanzialmente ispirato dalla stupenda riflessione che “spira già il soffio di un tempo
nuovo in cui il desiderio dello splendore dell’altro mondo è plasmato da un profondo amore per questa
terra sulla quale noi viviamo” di Joseph Card. Ratzinger in “San Bonavetura. La teologia della storia”
(Edizioni Porziuncola, Assisi, 2008).
Raimondo Villano - Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità 75
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