1. Alla scoperta della toponomastica che fu … E
ancora … portali, cortili, palazzi signorili, truzzlatù-
r, personaggi famosi, scritte …
2. La cappella è legata agli
apprestamenti difensivi del
Castello Normanno di Caggiano.
Nei pressi delle due porte c’era la
cappella dedicata a San Luca,
conosciuta anche come "Cappella
della Guardia". La piccola chiesa
si presenta a pianta rettangolare
e a unica navata. La facciata
principale reca un piccolo
ingresso con infisso in legno e la
soprastante icona del Santo a cui
essa è intitolata.
3. «Dentro le Mura
Bocca lo Ponte alle
Forgie» - «Case
Nuove Bocca lo
Ponte». La
denominazione «Via
Roma» risale,
probabilmente, al
periodo post-
unitario, dopo che
Roma divenne
capitale d’Italia nel
1871.
4. «Piazza del Plebiscito», chiamata in precedenza
«Piedi la Piazza», viene denominata in tale modo
perché è stata sede di voto durante il plebiscito
risorgimentale del 27 gennaio 1861, in cui venne
decisa l’annessione al Regno d’Italia. È ubicata ai
piedi della chiesa di San Salvatore, la cui piazza era
precedentemente chiamata «Capo la Piazza», oggi
Largo Vincenzo Lupo.
5. Via San Pietro, che
comprende le vie
precedentemente
denominate «Via
vicinale sotto Santa
Caterina», «Via
pubblica Casa di
Potenza», «Piedi la
Santa Ruga» e «Via
Piedi La Rua», oggi
collega Piazza del
Plebiscito alla Chiesa
di Santa Caterina.
6. Giuseppe Abbamonte (Caggiano, 1759 – Napoli, 1818), figlio
di Nicoletta Lepore e Francescantonio Abbamonte, è stato
un patriota e politico italiano. Studiò e si laureò in
giurisprudenza a Napoli. Nel centro storico del suo paese
natale, Caggiano appunto, è ubicato il poderoso «Palazzo
Abbamonte» da cui la «Via Giuseppe Abbamonte» prende il
nome. Nei tempi andati era denominata «Cortile della Fico
verso la Piazza».
8. La Chiesa di Santa Caterina da
Alessandria risale all’XI secolo ed era
dedicata al culto greco-ortodosso. Fu
danneggiata dal terremoto del 1857 e
in parte recuperata agli inizi del XX
secolo, con l’aggiunta di affreschi sulla
volta del presbiterio. Al suo interno si
trovano diverse opere del Peccheneda
datate intorno al 1769. Prima
dell’ultimo disastroso terremoto del
1980, la parte interna venne ripulita. Il
15 luglio 2001 venne riaperta al culto
per i 50 anni di sacerdozio
dell’Arciprete don Vittorio Lamattina.
9. Il Palazzo Bonito-Oliva è un
palazzo signorile, risalente al
1600. È di proprietà della
famiglia Bonito-Oliva-Morone.
10. «Via Capolanzi», precedentemente nota come «Via
Capolanza», si trova nel centro storico di Caggiano.
Le ipotesi sulla sua denominazione sono diverse:
«Lanzo» potrebbe essere riferito ai soldati
Lanzichenecchi, nel caso in cui la loro avanzata si
fosse protratta fino al Sud Italia, oppure al termine
dialettale che significa «paesano» o «compaesano».
11. «Vico Ninfa» è uno dei numerosi
vicoli ubicati nel centro storico di
Caggiano. Il suo elemento
caratteristico è una scultura nel
calcare rappresentante una brutta
matrona o una figura mitologica.
12. «Via Marvicino»,
chiamata a suo tempo
«Contrada a lo Malo
Vicino accanto le
porte», è il punto più
esterno di Caggiano,
facente parte della
Parrocchia di Santa
Caterina. La
denominazione attuale
è probabilmente riferita
alla possibilità di
godere del mare da
quel punto di Caggiano
quando il cielo è terso.
13. La Chiesa di Santa Venere, conosciuta anche
come Cappella di Santa Veneranda, risalente
probabilmente all’XI secolo, a navata unica e
con abside semicircolare, rappresenta uno
dei primi esempi, a Caggiano, di edificio
religioso in stile greco-bizantino. È posta
fuori dalla cinta muraria del paese.
14. La Chiesa di Santa Maria
dei Greci di Caggiano è la
prima chiesa che sia stata
eretta nel paese. Fino al
1770 ha mantenuto la
vera forma di chiesa
greca; nel primo ‘800 è
stata trasformata in Croce
Latina. Nei secoli, a causa
di frequenti moti sismici,
ha subito molti danni, per
cui è stata chiusa al culto.
15. La Chiesa madre del Santissimo Salvatore presenta la
facciata in stile romanico e l'interno ad una sola navata e
con volta affrescata. Le numerose opere pittoriche affisse
alle pareti sono attribuite alla scuola del Solimena. Di
grande valore artistico è il pergamo in legno del nostro
concittadino Fortunato Cafaro. È chiesa ricettizia e sede
d’Arcipretura.
16. Vincenzo Lupo (Caggiano,
1755 – Napoli, 1799),
considerato il «Marat» della
Repubblica napolitana (una
delle Repubbliche Sorelle), è
stato un patriota italiano e
uno dei maggiori animatori
della Repubblica Partenopea.
Studiò e si laureò in
Giurisprudenza a Napoli. Per
la sua notevole importanza gli
è stato dedicato «Largo
Vincenzo Lupo», chiamato in
precedenza «Capo la Piazza»
o «Avanti San Salvatore».
17. Il Castello del Guiscardo sorge in
posizione dominante ed è stato
edificato durante l’epoca
longobarda. La cinta muraria e il
castello comprendevano
originariamente quattro torri. Una
delle due porte orientali, aveva un
ponte levatoio che veniva
sollevato con catene di ferro per
impedire l’accesso.
La difesa del Castello era affidata
per lo più a gente assoldata ma in
caso di minacce di guerra
venivano armati i contadini e gli
artigiani.
18. «Vico Roma», in precedenza noto come «Via
Arenga», è ubicato nella parrocchia di San
Salvatore. L’Arengo era il luogo in cui, nel
Medioevo, i cittadini insorti contro i feudatari si
riunivano per organizzarsi. Fu poi denominato
«Vico Roma» probabilmente in seguito al 1871,
anno in cui Roma divenne capitale italiana.
19. «Largo Re Galantuomo» si trova nei pressi
delle mura di Caggiano. Ha assunto tale
denominazione in onore del primo re d’Italia,
Vittorio Emanuele II, che viene definito con
tale aggettivo, poiché si oppose a Radetzky,
che gli chiedeva di abolire lo Statuto
albertino.
20. PORTONI
I portali in pietra si impongono frequentemente agli occhi del visitatore; essi non hanno solo una logica
funzione architettonica, ma assolvono anche l’impegno di rappresentare il prestigio e la ricchezza della famiglia
alla quale appartengono, attraverso decori e stemmi.
21. TRUZZULATÙ-R
Un elemento tipico del centro storico
caggianese è la presenza dei
truzzulatù-r: ciascuno di essi è parte
funzionale e decorativa del portale,
viene usato per bussare alle porte.
22. SCRITTE FASCISTE
Bisogna diventare migliori,
bisogna che tutti gli Italiani si
considerino soldati fedeli al loro
posto, alla loro consegna.
Badate che l’Italia non fa più una
politica di rinunce o di viltà, costi
quel che costi.