Happy Family: istruzioni per l'uso è una presentazione utilizzata nell'ambito del Mese della cultura psicologica svoltasi a Parma nel maggio 2015.
Le serate sono state svolte in collaborazione con la dott.ssa Luana Randis e il dott. Ivano Ceriati.
Lo sviluppo della relazione e della comunicazione 1
Happy Family: istruzioni per l'uso
1.
2. GENITORIALITÀ COME PROGETTO, COME
DESIDERIO, COME EVENTO
Il divenire genitori non rappresenta più un
evento ineluttabile del ciclo di vita, la
genitorialità infatti non viene considerata
un semplice ruolo, ma un processo;
diventare genitore vuol dire entrare in
una linea evolutiva trasformativa che
continua per tutto il resto della vita (cfr.
Malagoli Togliatti, Zavattini, 2000).
3. CHE COS’È LA GENITORIALITÀ
La genitorialità intesa come modo di
essere e come capacità di “prendersi
cura” affonda le sue radici nella storia
personale di ciascuno e in particolare nel
sistema delle rappresentazioni relative a
sé come figli, al rapporto con i propri
genitori, con il proprio partner, al proprio
progetto di maternità/paternità (Zavattini,
1999).
4. L’INCERTEZZA DEL PROGETTO GENERATIVO
Questo bisogno di controllare e predeterminare lungo il
percorso di vita familiare i tempi della procreazione,
sembra indicare una difficoltà ad accettare l’incertezza
che il progetto di un figlio comporta, illudendosi di
definire le condizioni potenziali di felicità e infelicità.
La scelta del tempo giusto sembra prefigurare percorsi
rigidi, stili di vita definiti che rischiano di cristallizzare i sé
possibili e tra questi anche l’identità di padri e madri.
Quando gli eventi naturali sono sempre più pilotati e
programmati, l'aspetto del DESIDERIO, con la sua
dimensione di libertà profonda, viene compresso.
5. FARE FIGLI IN UNA SOCIETÀ SENZA FIGLI
Il calo della natalità potrebbe essere
interpretato come un segnale della
perdita di valore del figlio, all’opposto
oggi il figlio viene considerato bene in
se stesso (società puerocentrica),
perdendo in parte il ruolo di
trasmissione intergenerazionale.
6. ITALIA - NUMERO MEDIO DI FIGLI PER DONNA
ANNI 1952-2010
0.00
0.50
1.00
1.50
2.00
2.50
3.00
1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010
10. COMPITI DI SVILUPPO:
FORMAZIONE DELLA COPPIA
CONIUGALI
• Costruire una
nuova identità di
coppia
• Negoziare sui vari
aspetti della vita
quotidiana
• Attuare un
rapporto di
reciprocità nel
rispetto dell’altro
• Prefigurare un
progetto
generativo
• Ascoltare l’altro
CONL’AMBIENTEESTERNO
• Condividere le
relazioni amicali
• Trovare uno
spazio per le
amicizie
individuali
• Supportare e
valorizzare
l’impegno
sociale del
partner
COMEFIGLI
• Definire confini
di coppia chiari
• Realizzare un
equilibrio tra
lealtà verso i
genitori e quella
verso il proprio
partner
(differenziazion
e e distacco
dalla famiglia
d’origine)
11. COMPITI DI SVILUPPO: NASCITA PRIMO FIGLIO
CONIUGALI
• Includere nella
relazione
coniugale aspetti
connessi alla
genitorialità
• Ridefinire le
modalità
comunicative
all’interno della
coppia
• Stabilire confini
chiari tra il
sistema coniugale
e quello
genitoriale
COMEGENITORI
• Assumere il
ruolo genitoriale
(negoziazione
dei compiti)
•Prendersi cura
del bambino
•Fornire un
valido modello
di attaccamento
affettivo ed
educativo al
figlio
COMEFIGLI
• Ristrutturare le
relazioni
genitoriali
•Definire le
aspettative
verso i propri
genitori
individuando le
diverse regole
del ruolo e delle
funzioni dei
nonni e dei
genitori
12. COMPITI DI SVILUPPO: I FIGLI CRESCONO
CONIUGALI
• Mantenere
confini chiari
tra
sottosistema
coniugale e
sottosistema
genitoriale
• Continuare a
investire nella
coppia e nei
propri interessi
COMEGENITORI
• Adempiere ai
compiti di
crescita e
accudimento
dei figli
•Aiutare i figli a
confrontarsi con
la realtà sociale
ed
extrafamiliare
•Gestire i
rapporti con la
scuola
COMEFIGLI
• Costruire
una
relazione
sempre più
paritaria con
i propri
genitori
• Ristrutturare
le relazioni
genitoriale
13. COMPITI DI SVILUPPO: I FIGLI ADULTI
COPPIAGENITORIALE
• Favorire lo
svincolo
psicologic
o e
materiale
del figlio
• Accogliere
il partner
del figlio e
la sua
famiglia
• Aiutare i
figli nella
cura dei
nipoti
FAMIGLIAD’ORIGINE
• Curare i
propri
genitori
anziani
• Riconoscer
e e
valorizzare
i reciproci
ruoli
COPPIACONIUGALE
• Reinvesti
re sulla
relazione
di coppia
COMUNITA’SOCIALE
• Sostenere
l’inseriment
o sociale
del figlio
• Acquisire
una
genitorialità
sociale
verso i
coetanei del
figlio
16. • GLI OBIETTIVI A BREVE TERMINE SONO QUELLE COSE CHE SECONDO
VOI IL BAMBINO DEVE FARE SUBITO; ESEMPIO
• QUANDO IL CERVELLO EMOTIVO PRENDE IL SOPRAVVENTO NON
CAPIAMO PIÙ QUALI SONO GLI EFFETTI DELLE NOSTRE AZIONI SUI
NOSTRI FIGLI
19. FAR SENTIRE AFFETTO
AFFETTO SIGNIFICA PROTEZIONE FISICA ED EMOTIVA. UNA FAMIGLIA IN
CUI C’È UN CLIMA DI AFFETTO È FONDAMENTALE PER POTER
RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI A LUNGO TERMINE
20. COSA FANNO I GENITORI PER FAR SENTIRE
AFFETTO AI LORO FIGLI?
• dimostrano di amarli, anche quando sbagliano;
• li confortano quando soffrono o sono spaventati;
• li ascoltano;
• tengono conto anche del loro punto di vista;
• giocano con loro;
• ridono insieme a loro;
• li sostengono quando devono affrontare una prova;
• li incoraggiano di fronte alle difficoltà;
• gli dimostrano che credono in loro;
• riconoscono il loro impegno e i loro successi;
• dimostrano di avere fiducia in loro;
• si divertono insieme a loro;
• li abbracciano;
• leggono per loro;
• dicono “Ti voglio bene”.
21. FORNIRE PUNTI DI RIFERIMENTO
FORNIRE PUNTI DI RIFERIMENTO SIGNIFICA DARE INFORMAZIONI
E COMUNICARE IN MODO CHIARO E RISPETTOSO. SIGNIFICA DARE AI
BAMBINI GLI STRUMENTI DI CUI HANNO BISOGNO PER
RAGGIUNGERE I LORO OBIETTIVI IN MODO AUTONOMO
22. COSA FANNO I GENITORI PER FORNIRE PUNTI
DI RIFERIMENTO?
• si comportano in modo corretto dando così il buon esempio ai propri figli;
• spiegano i motivi delle regole;
• li coinvolgono quando si devono definire delle regole;
• spiegano il loro punto di vista e tengono conto del punto di vista dei figli;
• li aiutano a trovare il modo migliore per correggere i propri errori, in modo da
imparare dagli errori stessi;
• spiegano che le azioni hanno delle conseguenze anche sulle altre persone;
• parlano spesso con loro;
• sono giusti e comprensivi;
• tengono sotto controllo la propria rabbia ed evitano di fare minacce;
• li preparano ad affrontare le difficoltà spiegando cosa aspettarsi e come superarle;
• danno ai propri figli tutte le informazioni necessarie affinché possano prendere le
decisioni giuste;
• non minacciano di picchiarli o di non amarli più e non cercano di impaurirli
facendo riferimento a mostri o ad altre cose che spaventano i bambini.
23. ALTRI DUE COMPONENTI…
• comprendere cosa pensano e cosa provano i nostri figli
in diverse situazioni;
• assumere un approccio che mira alla risoluzione dei
problemi piuttosto che un approccio punitivo.