Lezioni svolte per il corso di Comunicazione visiva ed editoria digitale, nell'ambito del Master di primo livello in Management dei prodotti e servizi della comunicazione (Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia)
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
Critica del selfie. Storia, fenomenologia, grammatica.
1. CRITICA DEL SELFIE
Storia, fenomenologia, grammatica
Università degli Studi di Cagliari
Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Master di primo livello in Management dei prodotti e servizi della comunicazione
Comunicazione visiva ed editoria digitale
@paolocosta stayliquid
14-16 maggio 2015
10. «A photograph that one has taken of oneself, typically one taken with a
smartphone or webcam and uploaded to a social media website».
(Oxford English Dictionary, ed. 2013)
12. PRIMO GIORNO
Ci presentiamo (esercitazione)
Dal nulla agli albori della modernità
Ritrarsi (e arrampicarsi) sugli specchi
Nascita della fotografia: fine dell’autoritratto?
L’autoritratto nell’epoca della sua riproducibilità tecnica
Autoritratto: un ritratto
13. SECONDO GIORNO
Autoespressione e integrazione sociale
Amplificazione del sé e disintegrazione sociale
McLuhan e il mito di Narciso
Moltiplicazione del sé (esercitazione)
Impersistenza dell’immagine
Fenomenologia del selfie
14. TERZO GIORNO
Postproduzione e cultura del software
Filtri
Hashtag e metadati
Luoghi e pose
Glitch
Selfie: un catalogo (esercitazione)
Grammatica del selfie
17. Solcata ho fronte, occhi incavati intenti;
Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
Labbro tumido acceso, e tersi denti,
Capo chino, bel collo, e largo petto;
Giuste membra, vestir semplice eletto;
Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti,
Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
Avverso al mondo, avversi a me gli eventi.
Talor di lingua, e spesso di man prode;
Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
Pronto, iracondo, inquieto, tenace:
Di vizi ricco e di virtù, do lode
Alla ragion, ma corro ove al cor piace:
Morte sol mi darà fama e riposo.
AGGETTIVI
IN 14 VERSI
19. L’AUTORITRATTO, DAL NULLA
AGLI ALBORI DELLA MODERNITÀ
Autoritratto come ritratto dell’autore: un genere
Tipologie di autoritratto: a. situato, a. autonomo, cripto-autoritratto
Soma e psiche
L’ossessione della propria immagine, fra progetto di sé e autopromozione
26. Leonardo da Vinci
Autoritratto (1515)
Biblioteca Reale
Torino
«Farai le figure in tale atto, il
quale sia sufficiente a
dimostrare quello che la figura
ha nell'animo: altrimenti la tua
arte non sarà laudabile».
Leonardo da Vinci, Trattato
della pittura (1651)
27. Albrecht Dürer
Selbstbildnis im Pelzrock (1500)
Alte Pinakothek
Monaco di Baviera
«So malte ich, Albrecht Dürer
aus Nürnberg, mich selbst mit
unvergänglichen Farben im
Alter von 28 Jahren».
«Io, Albrecht Dürer di
Norimberga, all'età di 28 anni,
con colori eterni ho creato me
stesso a mia immagine».
32. «[Nel centro] si sovrappongono esattamente lo sguardo del modello nel
momento in cui viene dipinto, quello dello spettatore che contempla la
scena e quello del pittore nel momento in cui compone il suo quadro. […]
Queste tre funzioni ‘’guardanti’’ si confondono in un punto esterno al
quadro».
(M. Foucault, Le parole e le cose, Rizzoli, Milano, 1967, p. 28)
35. RITRARSI (E ARRAMPICARSI)
SUGLI SPECCHI
Narciso e lo specchio
La tecnologia come deformazione del mondo – e del sé
«L’autoritratto del mondo» (Pistoletto)
Lo specchio come madre, l’utero come camera oscura
45. «Qualche tempo dopo l’omaggio a Niepce ho voluto verificare un altro
aspetto della realtà della fotografia: la macchina. Contro la finestra c’è
uno specchio, il sole sbatte alla finestra, ne proietta l’ombra di un
montante contro la parete e insieme proietta la mia ombra. Da
quest’ombra si vede che sto fotografando, e la mia azione appare anche
nello specchio. In ambedue i casi c’è un elemento comune: la macchina
cancella il viso del fotografo, perché è all’altezza dell’occhio e nasconde
i tratti del volto. La verifica è dedicata a quello che io credo sia il
fotografo che più ha sentito questo problema, e ha tentato di superare la
barriera che è costituita dalla macchina, cioè il mezzo stesso del suo
lavoro e del suo modo di conoscere e fare. Forse, qui come nel
successivo autoritratto con Nini, c’è l’ ossessione di essere presente, di
vedermi mentre vedo, di partecipare, coinvolgendomi. O, meglio, è una
consapevolezza che la macchina non mi appartiene, è un mezzo
aggiunto di cui non si può né sopravvalutare né sottovalutare la portata,
ma proprio per questo un mezzo che mi esclude mentre più sono
presente».
(U. Mulas, La fotografia, Einaudi, Torino, 2007, p. 150)
46. NASCITA DELLA FOTOGRAFIA:
FINE DELL’AUTORITRATTO?
Il valore dell’esponibilità e la perdita dell’aura
Il ritratto d’identità tra funzione certificante e funzione evasiva
Non potersi vedere
Democratizzazione o fine del ritratto?
Tecnologie del sé
47. «Nella fotografia il valore di esponibilità comincia a sostituire su tutta
la linea il valore cultuale. Ma quest’ultimo non si ritira senza opporre
resistenza. Occupa un’ultima trincea, che è costituita dal volto
dell’uomo. Non a caso il ritratto è al centro delle prime fotografie. Nel
culto del ricordo dei cari lontani o defunti il valore cultuale del quadro
trova il suo ultimo rifugio. Nell’espressione fuggevole di un volto
umano, dalle prime fotografie, emana per l’ultima volta l’aura. È questo
che ne costituisce la malinconica e incomparabile bellezza. Ma quando
l’uomo scompare dalla fotografia, per la prima volta il valore espositivo
propone la propria superiorità sul valore cultuale».
(M. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica,
Einaudi, Torino, 2000, p. 28)
55. «Ho voluto tornare sul tema dell’autoritratto, del volto del fotografo
cancellato o impreciso. Qui, su uno stesso fotogramma, Nini ed io siamo
insieme: Nini è a fuoco, io sono sfocato. È a fuoco perché ero io a
fotografarla, la vedevo così e così volevo vederla, perché voglio sempre
vedere col massimo di chiarezza quello che mi sta davanti, e
fotografare è vedere e voler vedere, prima di tutto. Il mio viso è sfocato
perché c’è una sola parte del mondo sensibile che l’uomo, che ‘’può
vedersi mentre guarda’’ secondo Merleau-Ponty, non riesce a vedere di
sé: il viso. Tutt’al più si può rendere un’idea approssimata, attraverso la
memoria di altre fotografie, il narcisismo di una superficie riflettente,
qualche riferimento casuale, ma l’immagine resterà imprecisa, sfocata».
(U. Mulas, Le verifiche 1969-1972)
58. «Nous appartenons à des dispositifs, et agissons en eux».
(G. Deleuze, Foucault, Historien du présent, 1988)
59.
60. «…permettono agli individui di eseguire, coi propri mezzi o con l’aiuto
degli altri, un certo numero di operazioni sul proprio corpo e sulla
propria anima – dai pensieri, al comportamento, al modo di essere – e
di realizzare in tal modo una trasformazione di se stessi allo scopo di
raggiungere uno stato caratterizzato da felicità, purezza, saggezza,
perfezione o immortalità».
(M. Foucault, Le tecnologie del sé, Bollati Boringhieri, Torino, 2010, p. 13)
61. L’A. NELL’EPOCA DELLA
SUA RIPRODUCIBILITÀ TECNICA
L’apparecchio fotografico come apparato
Device vs dispositivo
Possesso dell’hardware e controllo del software
Il fotografo come homo ludens
La scatola nera
62.
63. «…si tratta di un giocattolo complesso, tanto complesso che chi ci gioca
non è in grado di comprenderlo; questo gioco consiste nel combinare i
simboli contenuti nel suo programma.
[…] Gli apparecchi sono black box che simulano il pensiero nel senso di
un gioco di combinazioni con simboli analoghi a numeri; così facendo
essi meccanizzano questo pensiero a tal punto che in futuro gli uomini
saranno sempre meno competenti e dovranno affidarlo sempre più
spesso agli apparecchi».
(V. Flusser, Per una filosofia della fotografia, Bruno Mondadori, Milano,
2006, pp. 36-7)
64. Ing. device (“meccanismo, congegno”)
vs ing. apparatus (o fr. dispositif) “rete
di elementi discorsivi che indirizzano
e regolano il comportamento del
soggetto, attraverso i quali il soggetto
stesso si costituisce e ha la possibilità
di esprimersi”)
69. 4 MILIONI
UTENTI REGISTRATI
1,8 MILIONI
UTENTI ATTIVI
300 MILIONI
UTENTI REGISTRATI NEL MONDO
IN ITALIA:
Fonti: Instagram, 2015; Censis, 2014
70.
71. Facebook 48%
Whatsapp & text 27%
Twitter 9%
Elaborazione Techinfographics da varie fonti, 2014.
Instagram 8%
Snapchat 5%
Pinterest 2%
DOVE VA
IL SELFIE?
72. «If we use content analysis, a standard method used in communication
studies, we should be able to answer the following: what is the source of
the selfies we are to analyze and why we have chosen this particular
source, what is the total amount of selfies inspected, what kinds of
categories we should use for analysis, what is the statistical breakdown
within this set of selfies supporting and contradicting our preliminary
hypothesis, etc. By analyzing large sample of selfies taken in specified
geographical locations during the same time period, Selfiecity argues
that we may be able to see beyond the individual agendas (such as the
notorious celebrity selfies) and instead notice larger patterns, which
sometimes can contradict popular assumptions».
(A. Tifentale, Making sense of the “Masturbation of Self-Image” and the
“Virtual Mini-Me”, Selfiecity, febbraio 2014)
81. «Self-portraiture has a long artistic heritage, with devotees including
Rembrandt, the compulsive self-documentarian, Courbet, who styled
himself a suave, long-haired Bohemian, and van Gogh, the fragile
genius, bandaged at the ear. Today, the genre belongs to anyone with a
camera. Self-portraiture is the most democratic artistic medium
available, not merely as a performative outlet for the social self, but also
as an intimate route of personal catharsis for today’s artists».
(K. Chayka e M. Galperina, Presentazione dell’installazione «National
#Selfie Portrait Gallery», 17-20 ottobre 2013, National Portrait Gallery,
Londra)
83. «Non ci mettiamo più ‘’in posa’’ per offrire alla macchina, al mondo,
l’istante migliore, quello che vale la pena di conservare e condividere.
Produciamo compulsivamente un incessante menù di immagini di noi
stessi, per poi, contestualmente, condividere quelle salvate e
distruggere le altre.
Operazione apparentemente salvifica, in realtà disperata,
autodistruttiva della nostra stessa identità».
(F. Scianna, Lo specchio vuoto. Fotografia, identità e memoria, (Laterza,
Roma-Bari, 2014, p. 94)
84. MCLUHAN E IL MITO DI
NARCISO
Fissare l’immagine, senza riconoscersi
Selfie come sintomo nevrotico o rito coatto
85. «This is the sense of the Narcissus myth. The young man’s image is a
self-amputation or extension induced by irritating pressures. As
counter-irritant, the image produces a generalized numbness of shock
that declines recognition. Self amputation forbids self-recognition».
(M. McLuhan, Understanding Media: The Extensions of Man, (McGraw-
Hill, New York, 1964, p. 41)
86. Scottisaack
«Images begin to create a
conversation with one
another based on proximity.
As if creating messages to
him, his selfies begin to
function as a form of self-
reassurance».
(B. Wendt, The Allure of the
Selfie. Instagram and the
New Self-Portrait, 2014)
90. Un oggetto sociale è un atto iscritto, registrato. I social network come supporti di registrazione?
91. «Domanda: i giapponesi guardano qualche volta, e nel corso di quali
rituali, le fotografie che li vediamo prendere senza sosta? Si indovina
che è l’atto che li appassiona, non si è sicuri che sia il prodotto. E in
questo sono forse molto moderni: lasciar svanire l’immagine a beneficio
della sua cattura».
(R. Barthes, La cronaca, Comune di Regio Emilia, 1984)
98. «In senso stretto una grammatica della fotografia è impossibile, perché
nella foto non c’è discontinuità (di segni); al più si potrebbe stabilire un
lessico dei significati di connotazione, soprattutto nella fotografia
pubblicitaria».
(R. Barthes intervistato da Guy Mandery, «Le Photographe», dicembre
1979)
99. POSTPRODUZIONE E CULTURA
DEL SOFTWARE
Bourriaud: essere autentici senza essere originali
Manovich: il software come interfaccia culturale con il mondo
Remix, mashup, glitch
100. «È festoso, amichevole, conciliante, dice al fedele come deve procedere
passo per passo per raggiungere – se non il regno dei cieli – il
momento della stampa finale del documento. È catechistico, l’essenza
della rivelazione è risolta in formule comprensibili e in icone sontuose.
Tutti hanno diritto alla salvezza».
(U. Eco, «L’Espresso», 30 settembre 1994)
101. Alain Jacquet, Le Déjeuner sur l’herbe, 1964 (Centre Pompidou, Musée national d'art moderne, Paris)
102. Edouard Manet, Le déjeuner sur l’herbe, 1863 (Musée d'Orsay, Paris)
106. POSTPRODUZIONE
Da sempre l’opera d’arte è discorso su un’altra opera, più che sul mondo.
Tuttavia in coincidenza con l’avvento dei media digitali si è accentuata
la tendenza degli artisti a lavorare sulla base di materiali preesistenti.
Secondo Nicolas Bourriaud(*) questa «arte della postproduzione» è una
risposta al caos della cultura globale nell’età dell’informazione, in cui le
nozioni di originalità e di creazione perdono importanza.
Il lavoro dell’artista consiste nel selezionare oggetti culturali dati e
collocarli in nuovi contesti.
Come il dj e il navigatore della Rete, l’artista è un «semionauta»: traccia
percorsi nuovi attraverso i segni in cui si imbatte.
L’artista come «semionauta»
(*) Nicolas Bourriaud, Postproduction. Come l’arte riprogramma il mondo, (2002); trad. it. Milano,
Postmedia, 2004.
107. «Because new media is created on
computers, distributed via computers,
and stored and archived on
computers, the logic of a computer
can be expected to significantly
influence the traditional cultural logic
of media; that is, we may expect that
the computer layer will
affect the cultural layer».
Lev Manovich, The
Language of New Media, 2001
108. REMIX
È la pratica di contaminare e rielaborare contenuti prodotti da altri, in
modo più o meno legale, attraverso un intervento creativo sull’originale.
Cultura del software e cultura del remix convergono: “Remix culture
can be defined as the global activity consisting of the creative and
efficient exchange of information made possible by digital technologies
that is supported by the practice of cut/copy and paste».(*)
Tutto è manipolazione
(*) Eduardo Navas, Remix Theory: www.remixtheory.net. Si veda anche il documentario di
Kirby Ferguson, Everything is a Remix (2010-2012): www.everythingisaremix.info.
112. «Linguistic signs [appended] to an image (or other data objects), to
facilitate its classification, archiving, retrieval and indicate provenance
(authorship, ownership, conditions of use».
(D. Rubinstein, K. Sluirs, A Life More Photographic, «Photographies»,
marzo 2008)
116. «Her selfie is delicately composed: one hand is positioned at the middle
of her waist while her other hand is wrapped around her smartphone.
She appears to be in a domestic space, one that is cuttered with items,
and she takes her picture in a mirror that is propped up against a
counter on which her purse rests. She kneels on the floor, as if she
desires to capture both her body and her face within the confines of the
mirror – the camera phone overlaps her face. Her expression is relaxed,
but also dulled; she knows how her picture will turn out and shows no
signs of surprise – it is as if she is in a Narcissus-like state».
(B. Wendt, The Allure of the Selfie. Instagram and the New Self-Portrait,
Network Notebooks, Amsterdam, 2014)
121. @missalena92
Абсолютный #musthave от
@bellapotemkinaofficial !
Счастлива, потому что
именно так себя и чувствую!
#БОГИНЯ - это состояние 🏼
Быть красивой внутри и
снаружи, доброй,
волшебной, спортивной,
нежной, позитивной,
трудолюбивой и дарить миру
радость - это и есть
настоящий тренд для любой
современной девушки!)
Спасибо, Белла! Это
социальное добро!)))) С
удовольствие ношу эту
тунику! 🏼И летаю просто!))
Filter: Rise | 2015-5-14 11:46:17
128. @moonlightequilibruim
As I look back at how you
treated me, I'm done with the
sadness, Its better we parted
ways. I may be broken now
and I know that's something
you're proud of doing. But just
know as everyday goes past
I'm rebuilding what you broke
and I'm gon na come back
twice as strong, because
deep down I'm stronger than
you, and I refuse to let a
weak person break
Filter: Normal | 2015-5-15 21:02:34
131. @tina_kandelaki
Благодаря своему
товарищу Юрию Кобаладзе
оказалась в гостях у
студентов#МГИМО.
Пригласили поговорить о
трендах в журналистике и
медиа. Надеюсь, что не
было скучно. Хотя, мой
коллега @grigorsb, который
там был вместе со мной,
сделал мне замечание,
сказав что нужно больше
фана и троллинга. Я
понимаю, что люди от меня
этого ждут, но мне так
хочется им рассказать о том
опыте, который я накопила
в рамках Апостола
[…]. #branding #masterclass#
colorful #smile #loveit #me #g
irls #idea
Filter: Normal | 2015-3-5 14:31:56
132. @albaexposito_12
"Y si es mejor quererte sin
permiso, con rabia y al
contado, yo te querré como
jamás te quiso quien más te
haya marcado“
Filter: Normal | 2015-5-15 21:06:16
133. @t.ere.sa
#müde und #eingekuschelt
verbringe ich den Abend in
meinem #Bett #zuhause.
Mein Schatz muss leider das
ganze #Wochenende
#unterrichten und ich bin
deswegen zu Hause. Dafür
habe ich #morgen nun ganz
#spontan ein #Shooting,
weshalb ich auch bald
#schlafen werde. ich freu
mich schon riesig, da es ein
Geschenk wird
#gutenachtmeineschneckche
n
Filter: Crema | 2015-5-15 21:06:11
136. @laurapuri
night by night not romantic,
too dramatic we can work it
#fundays #roma #bday
#12hoursinrome #latergram
Filter: Normal | 2015-4-13 18:23:20
137. @laurapuri
love gives you new eyes
#familytime #friday
#longweekend
Filter: Normal | 2015-4-3 17:50:09
139. @laurapuri
the sun is flirting with me
today ! stripped me down to
my tshirt and all the rest
#seriousmoment #lovelife
#backhome
Filter: Rise | 2015-3-9 13:56:12
141. GLITCH
L’errore nascosto nel codice, generato da un difetto di programmazione
o da un atto volontario di manipolazione, può avere una valenza
estetica e contribuire alla produzione di senso di un contenuto.
Il glitch è stato impiegato nella media art, come esperiente stilistico, a
partire dagli anni Settanta(*), ma è esploso con la definitiva
digitalizzazione dei media nell’ultimo decennio.
– Il precedente: La Mariée mise à nu par ses célibataires, même, di Marcel
Duchamp (1915-1923), danneggiatosi accidentalmente nel 1926.
– I primi esempi famosi: Magnet TV, di Name June Paik (1965) e Digital TV Dinner,
di Jamie Fenton e Raul Zaritsky (1978).
La consumerizzazione delle pratiche di postproduzione lo ha reso un
fenomeno di massa.(**)
L’estetica dell’errore
(*) Carolyn L. Kane, Compression Aesthetics: Glitch From the Avant-Garde to Kanye West,
«Invisible Culture», 21 (2014).
(**) Rosa Menkman, The Glitch Moment(um), «Network Notebooks», 4 (2011).
142. Marcel Duchamp, La Mariée mise à nu par ses célibataires, même, 1915-1923 (Philadelphia Museum of Art, Philadelphia)
145. GLITCH APPS
L’avvento del cosiddetto Web 2.0 ha comportato la diffusione di
strumenti che rendono agevoli pratiche un tempo sperimentali e di
rottura.
– Le glitch apps
– I filtri di Instagram
Ciò che è stato invenzione tende a diventare stereotipo e stilema di
massa, indebolendo il suo valore estetico e riducendo la sua capacità di
turbare: nulla è più inatteso.
La «commoditizzazione» dell’errore