Ride the Storm: Navigating Through Unstable Periods / Katerina Rudko (Belka G...
Decision Theory (PDF)
1. 4'8-)"+-#%-)C
DECISION THEORY
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giovedì 22 aprile 2010
2. 6'.-(-#)%DE'#+F
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
• scienze politiche
• scienze statistiche
• studi manageriali
• psicologia
• della filosofia
• della matematica applicata
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3. 6'.-(-#)%DE'#+F
COSA È LA DECISION THEORY
Indagare sulla decisione significa indagare su buona parte delle attività umane, ma in Decision
Theory si pongono dei limiti agli oggetti di studio che devono risultare:
• attività consapevoli
• comportamenti indirizzati verso uno scopo in presenza di varie opzioni.
In questa materia, si parla di scelta solo quando si vuole raggiungere uno scopo preciso e la via per
far ciò non è univoca, ma sono praticabili varie opzioni ciascuna con effetti e costi da stimare.
La scelta studiata è proprio il processo attraverso il quale vari percorsi possibili sono considerati al
fine di intraprenderne uno (o nessuno) in vista dello scopo prefissato.
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4. 6'.-(-#)%DE'#+F
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE NORMATIVE: come bisogna prendere una decisione perché questa possa dirsi
razionale?
• ciò significa indicare un percorso che riesca ad ottenere il risultato ottimale con il minor impiego di
risorse.
• Si avvalgono di strumenti logico-matematici.
• La nozione di normatività implicata da queste teorie non ha nessun valore etico. La Teoria della
Decisione interviene solo dopo che le coordinate morali sono state fissate
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5. 6'.-(-#)%DE'#+F
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE DESCRITTIVE: come realmente prendiamo delle decisioni?
• si avvalgono spesso di evidenze empiriche.
La distinzione fra teorie descrittive e teorie normative non è sempre netta, ci sono casi di teorie
descrittive proposte come confutanti teorie normative, e casi di teorie normative presentate come
“descrittivamente plausibili”, e viceversa.!
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6. 6'.-(-#)%DE'#+F
COSA È LA DECISION THEORY
Sven Ove Hansson, per chiarire la distinzione, ha proposto dei criteri di falsificazione diversi per le teorie
normative e per quelle descrittive.
“una Teoria della Decisione è falsificata in quanto teoria descrittiva, se può essere trovato un problema
decisionale per il quale molti soggetti si comportano in contraddizione con tale teoria.”
“una Teoria della Decisione è debolmente falsificata come teoria normativa se può essere trovato un
problema decisionale per il quale un agente possa comportarsi in contraddizione con la teoria senza
risultare irrazionale.”
“una Teoria della Decisione è fortemente falsificata come teoria normativa se può essere trovato un
problema decisionale per il quale un agente che si comporti in accordo con la teoria non possa essere un
agente razionale.”1 (Hansson 1994)
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7. INDICE
1.TEORIE NORMATIVE
1.1.LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
1.2.LA PREFERENZA
1.3.EXPECTED UTILITY VALUE
2.TEORIE DESCRITTIVE
2.1.IL PROCESSO DECISIONALE
2.2.I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA
2.3.GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
2.4.LA TEORIA DEL PROSPETTO
2.5.NEUROECONOMIA
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8. 6'.-(-#)%DE'#+F
TEORIE NORMATIVE
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9. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
Come dobbiamo decidere per essere razionali?
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10. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
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11. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
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12. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
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giovedì 22 aprile 2010
13. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
di solito umano, è colui che prende la
decisione
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14. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
individuato dall’agente, per risolvere il quale
si deve prendere una decisione. Il problema
include obiettivi da raggiungere.
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15. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
le variabili ambientali che influenzano la
decisione e che non sono totalmente
conosciuti dall'agente. Per esempio le
condizioni meteorologiche di fronte la scelta
di prendere o meno l’ombrello;
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16. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
È l’insieme di alternative possibili all'interno del quale l'agente ritrova le
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
varie opzioni disponibili per la sua scelta.
E LA TEORIA DELLAdei casi le alternative sonoscelta e questa esclude
Nella maggior parte SCELTA RAZIONALE
escludentisi, cioè solo un'alternativa può essere
ritenute mutualmente
Nelle teorie della tutte le altre, in modo tale intenzionale possiamo possono essere
scelta individuale che due possibilità di scelta non
realizzate entrambe nello stesso momento.
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente; L'insieme è
• aperto quando è possibile aggiungere nuove alternative, che vengono
• un problema; inventate o scoperte dall'agente durante il processo decisionale. Un set
di alternative aperto risponde, ad esempio, alla domanda “dove passare
• lo Stato del Mondo;prossime vacanze estive?”.
le
• chiuso se non possono essere aggiunte nuove possibilità di scelta,
• le alternative; come nella scelta di voto durante le elezioni politiche. Gli insiemi di
alternative chiusi possono essere ulteriormente divisi in insiemi
• volontariamente chiusi, quando l'agente decide volontariamente di
restringere le varie opzioni praticabili: “questa sera o vado a teatro o
vado al cinema e nulla oltre queste due alterative”;
• involontariamente chiusi, quando le alternative sono limitate da
circostanze esterne e non dalla volontà dell'agente, come nel caso
delle alternative di voto.
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17. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
le conseguenzeintenzionale possiamo sono
Nelle teorie della scelta individuale delle azioni disponibili
valutate fondamentali informazioni che l'agente
rintracciare degli elementi attraverso le
• l'agente;
possiede e le operazioni di calcolo che lo stesso
opera. L'agente compila un ordinamento seriale
• un problema;
che specifica quale conseguenza sia migliore di
• lo Stato del Mondo; un'altra.
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
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18. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
interferiscono nella scelta, per
•i vincoli; esempio i vincoli di bilancio per le
aziende, di budget per i
consumatori, ecc.
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19. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE dall'agente.
L'insieme delle informazioni è la parte dello stato del mondo che è conosciuta
NORMATIVE
È il “materiale” con il quale l'agente elabora tutta la sua strategia di scelta.
LAla valutazione delle conseguenze di ogni alternativa realizzabile e la compilazione
Influenza
TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
dell'ordine di preferenza delle stesse;.
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciarequantità e il tipo di informazione posseduta, si possono operare le seguenti
Valutando la degli elementi fondamentali
• l'agente;fra ambiti di processi decisionali che saranno sotto:
distinzioni
i. Certezza se è noto che ogni azione porti invariabilmente ad una specifica conseguenza;
• un problema;
ii.Rischio se ogni azione porta ad un insieme di specifiche possibili conseguenze ognuna
• lo Stato del Mondo; solo stimata. Si assume che le probabilità siano conosciute
con una probabilità
• le alternative; Per esempio, un'azione nell'ambito del rischio può essere considerata una
dall'agente.
scommessa sul lancio di una moneta non truccata, con costi e premi a seconda del
• l'ordine delle conseguenze;
risultato. La certezza può essere considerata un caso estremo del rischio, cioè quando le
•i vincoli;
probabilità sono 0 o 1 (nulle o certe);
• le informazioni; tutte le azioni hanno come conseguenza un insieme di specifiche possibili
iii.Incertezza se
conseguenze, ma la loro probabilità è totalmente sconosciuta;
iv.Ignoranza, se non c'è nessuna conoscenza probabilistica.
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20. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente; Il criterio che guida la scelta, diverso a seconda dei casi e dei contesti.
• un problema; La teoria della scelta individuale, che rappresenta il paradigma dominante
in microeconomia, afferma che gli agenti si comportano in modo tale da
• lo Stato del Mondo;
massimizzare il loro bene e minimizzare i costi delle azioni, con un
calcolo costi-benefici delle conseguenze delle possibili strategie di
• le alternative; comportamento.
Nelle teorie economiche spesso il criterio sottinteso è ottenere il massimo
• l'ordine delle conseguenze; con il minor costo. Nella maggior parte degli altri
vantaggio per sé
esempi di scelta, il criterio è ottenere la maggiore utilità con il minor
•i vincoli; costo.
• le informazioni;
• un criterio di scelta;
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21. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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22. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Come esprimiamo la
preferenza?
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23. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Nel linguaggio comune si indicano le preferenze con espressioni quali “è meglio di”, “è
peggio di”, “è buono almeno quanto”, “è uguale a”, “la scelta fra A e B è indifferente”, ecc..
Questi termini comparativi sono relazioni binarie, che nella logica della preferenza sono
espresse con i simboli:
• (>, <) preferenza stretta: “A>B” significa “A è migliore di B”, “A<B” significa “A è peggiore
di B”. Spesso si ritiene che “A>B” significa sia “A è migliore di B”, sia “B è peggiore di A”.
• (!, ") preferenza debole: “A!B” e “A"B” sostituiscono rispettivamente le espressioni “A
è buono almeno quanto B”, “A è cattivo almeno quanto B”.
• (!) indifferenza: “A è indifferente rispetto B”, o “A è buono/cattivo quanto B e viceversa”.
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24. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno
quanto A:
[A > B [(A ! B) & ¬ (B ! A)]]
ii. A è buono quanto B se e solo se A è buono almeno quanto B e B è buono almeno
quanto A”:
[A ! B [(A ! B) & (B ! A)]]
Grazie a queste due regole tutte le preferenze sono esprimibili con la preferenza
debole, rendendo non necessari (>) e (!).
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25. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
2 Oltre alle relazioni di preferenza, l'ordine delle valutazioni può essere indicato
assegnando un valore numerico per ogni conseguenza.
La numerazione è arbitraria e indica solamente un ordine fra le opzioni, “pesa la
soddisfazione” che l'agente ricaverà da ogni scelta possibile in termini di utilità.
Per esempio Lorenzo vuole acquistare un libro che lo aiuti nella sua tesi in filosofia del
linguaggio e compila quest'ordine di preferenza degli autori di filosofia:
Wittgenstein 10
Russel 10
Quine 8
Heidegger 1
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26. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
3 Un altro modo di indicare le possibilità sono le matrici che indicano le alternative
nelle righe e lo stato del mondo nelle colonne:
Piove Non piove
Uscire con l'ombrello 4 1
Uscire senza l'ombrello 0 3
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27. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Le reazioni di preferenza godono di molte proprietà:
asimmetria della preferenza stretta: A > B # ¬ ( B > A)
irriflessività della preferenza stretta: ¬(A>A)
simmetria dell’indifferenza: A!B#B!A
riflessività dell'indifferenza: A!A
incompatibilità di indifferenza e preferenza stretta: A>B#¬(A!B)
completezza (o della connessione): A!BvB!A
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28. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA Questa proprietà indica che tutte le
alternative possibili possono essere comparate e
Le reazioni di preferenza godono di molte proprietà:
messe in un ordine di preferenza fra loro senza
escluderne alcuna. Anche se utile in molte
asimmetria della preferenza stretta: A > B # ¬ ( B > A)
applicazioni della logica della preferenza, la
irriflessività della preferenza stretta:completezza non sempre si rivela cognitivamente
¬(A>A)
plausibile. In molte esperienze della vita quotidiana
simmetria dell’indifferenza: A!B#B!A
si riscontrano casi in cui questa proprietà non è
riflessività dell'indifferenza: soddisfatta. A!A
incompatibilità di indifferenza e preferenza stretta: A>B#¬(A!B)
completezza (o della connessione): A!BvB!A
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29. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Una delle proprietà più discusse dei concetti della logica della preferenza è
sicuramente la proprietà della transitività:
transitività della preferenza debole: (A ! B) & (B ! C) # A ! C
transitività dell'indifferenza: (A ! B) & (B ! C) # (A ! C)
transitività della preferenza stretta: (A > B) & (B > C) # A > C
IP-transitivity: (A ! B) & (B > C) # A > C
PI-transitivity: (A > B) & (B ! C) # A>C
non c'è nessuna serie di alternative tali che
aciclicità:
A1>...An > A1
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giovedì 22 aprile 2010
30. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Ma davvero nell’effettività delle nostre preferenze, quotidianamente, rispettiamo
queste proprietà?
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giovedì 22 aprile 2010
31. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
• Dato che la differenza di sapore fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci saranno preferenze fra le
tazzine in generale.
• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di
zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a
seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.
• Ciò contraddice la proprietà della transitività
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giovedì 22 aprile 2010
32. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
• Dato che la differenza di saporedell'indifferenza: (A ! B) & (B ! C) " saranno preferenze fra le
transitività fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci (A ! C)
tazzine in generale.
transitività della preferenza debole: (A # B) & (B # C) " A # C
• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di
zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a
seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.
• Ciò contraddice la proprietà della transitività
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giovedì 22 aprile 2010
33. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative
consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.
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34. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a (A #punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
transitività della preferenza debole: quel B) & (B # C) " A # C
una regolazionedella preferenza stretta: (A > B) & (B >insopportabile, tale da costringerlo a
transitività dell'apparecchio che gli provocherà un dolore C) " A > C
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative
consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.
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35. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative
consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.
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36. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Shumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.
• Un agente che deve scegliere una fra tre scatole contenenti ciascuna tre palline: una rossa (R),
una blu (B) e una verde (V).
• Siindichino le scatole con i vettori (R1, B1, V1) per la prima scatola, (R2, B2, V2) per la seconda,
(R3, B3, V3) per la terza.
• L'agente preferisce con una preferenza stretta la scatola 1 alla scatola 2, perché a suo parere
esse contengono le palline blu e verdi uguali, ma la scatola 1 ha una pallina rossa migliore.
• L'agente preferisce la scatola 2 alla scatola 3 perché esse sono eguali eccetto che per la pallina
verde che è migliore nella scatola 2.
• L'agente preferisce la scatola 3 alla scatola 1, perché a suo dire sono eguali eccetto che per la
migliore pallina blu della scatola 3.
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giovedì 22 aprile 2010
37. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ! R3 ! R1;
V1 ! V2 > V3 ! V1;
B1 ! B2 ! B3 > B1;
(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)
Ciò porta ad una preferenza ciclica con una contraddizione della proprietà
della transitività della preferenza stretta.
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giovedì 22 aprile 2010
38. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ! R3 ! R1;
transitività della preferenza stretta:V3 ! V1; & (B > C) " A > C
V1 ! V2 > (A > B)
aciclicità: non c'è nessuna ! B2 di B3 > B1; tali che A1>...An > A1
B1 serie ! alternative
(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)
Ciò porta ad una preferenza ciclica con una contraddizione della proprietà
della transitività della preferenza stretta.
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giovedì 22 aprile 2010
39. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso di Condorcet:
Il problema presentato da Shumm era stato già posto da
Condorcet,
filosofo che nel XVII sec. si dedicò –probabilmente per primo in
maniera
metodica– allo studio della decisione analizzando i problemi della
costituente francese del 1793.
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giovedì 22 aprile 2010
40. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso di Condorcet:
Ci sono tre individui i1, i2 E i3, che vogliono partire per un
viaggio insieme.
Essi hanno tre possibilità di scelta: (A) Argentina, (B) Bolivia e (C)
Colombia.
La loro scelta sarà presa per maggioranza.
Le preferenze di i1 sono: A > B > C;
le preferenze di i2 sono: B > C > A;
le preferenze di i3 sono invece: C > A > B.
Con questo tipo di preferenze non è possibile arrivare ad una
scelta: sommando le preferenze non si forma una maggioranza
ma una catena di preferenze ciclica e che non gode della
proprietà transitiva.
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giovedì 22 aprile 2010
41. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Tversky (1969): controesempio alla transitività fra preferenze nei
casi di scelte multidimensionali.
Un'azienda deve scegliere un nuovo impiegato fra tre candidati.
I criteri di scelta prevedono che:
• sela differenza tra i candidati rispetto alla dimensione I (ad esempio l'intelligenza) è
superiore ad una grandezza x, allora sarà scelto il candidato con la dimensione I maggiore.
• Se invece la differenza è minore di x, allora sarà scelto il candidato con la dimensione II
(ad esempio la specializzazione) maggiore.
Questa regola che sembra essere alquanto ragionevole produce delle preferenze
intransitive.
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42. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Tversky1 (1969): controesempio alla transitività fra preferenze
nei casi di scelte multidimensionali.
Supponiamo infatti che ci siano tre candidati con le seguenti caratteristiche.
Candidati Dimensione I Dimensione II
a 140 2
b 120 4
c 100 6
Se si pone x = 20, le differenze fra a e b, e tra b e c per la dimensione I non sarebbero
superiori ad x, quindi la scelta fra i candidati sarebbe presa in base alla dimensione II, e
le preferenze sarebbero: b > a e c > b. Ma se si confrontano a e c, la differenza fra i
valori della dimensione I sarebbe maggiore di x, e quindi a > c violando la transitività.
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giovedì 22 aprile 2010
43. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Molti autori hanno proposto argomenti che mostrano che le relazioni
di preferenza godono costitutivamente della proprietà transitiva dalla
quale non si può quindi prescindere.
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44. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
argomento del “money-pump” [Ramsey (1928) Davidson (1955)]:
Una collezionista di francobolli ha delle preferenze cicliche rispetto 3 francobolli (A, B e C):
A > B et B > C et C >A.
È pronta a pagare 0,10" per scambiare B per A, C per B, o A per C.
Entra in un negozio di francobolli con il francobollo A. Il commerciante di francobolli le
offre di scambiare A per C se è disposta a pagare 0,10". La collezionista accetta l'offerta.
Si può indicare la situazione con un vettore (X,Y) che esprima il fatto che il collezionista
ottiene il francobollo X e paga Y " al commerciante. Attraverso il primo scambio, la
collezionista è così passata dallo stato (A,0) allo stato (C,10).
Successivamente il commerciante tira fuori il francobollo B e offre alla collezionista di
scambiare C per B con un altro pagamento di 0,10". Ella accetta, passando così dallo stato
(C,10) allo stato (B, 20). Il commerciante può continuare così per sempre.
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giovedì 22 aprile 2010
45. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
argomento del “money-pump” [Ramsey (1928) Davidson (1955)]:
Ciò che causa il problema è la seguente sequenza di preferenze:
(C, 10) > (A, 0)
(B, 20) > (C, 10)
(A, 30) > (B, 20)
(C, 40) > (A, 30)
(B, 50) > (C, 40)
(A, 60) > (B, 50)
...
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giovedì 22 aprile 2010
46. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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47. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Davidson(1976)
«Se la lunghezza non fosse transitiva, cosa significherebbe allora usare un numero per
misurare la lunghezza? Potremmo trovare o inventare una risposta, ma a meno che
oppure finché non lo facciamo, dovremmo sforzarci di interpretare 'più lungo di’ come
transitivo.
Lo stesso vale per ‘preferito a’.»
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giovedì 22 aprile 2010
48. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
o “probability-weighted utility theory”
È uno dei più importanti paradigmi teorici sulla scelta intenzionale (razionale) individuale.
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49. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
Inciso storico:
Esso è stato sviluppato a partire dal diciassettesimo secolo, parallelamente agli
studi sulla probabilità. Un iniziatore può essere ritrovato in Blaise Pascal. Egli studiò
questo metodo per rispondere alla domanda del suo amico e giocatore d'azzardo, il
cavaliere Méré, che gli chiedeva un criterio da adottare per la suddivisione delle
vincite nel caso di una partita non portata a termine. La risposta di Pascal afferma che
il valore della partita per ogni giocatore corrisponde alla somma delle vincite possibili,
moltiplicate per le loro rispettive probabilità di occorrenza, meno il prodotto delle
perdite possibili per le loro probabilità. In questo modo Pascal pose le basi del calcolo
probabilistico insieme al suo contemporaneo Pierre Fermat.
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50. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
ad ogni alternativa si assegna un valore per ogni stato del mondo possibile e lo si
moltiplica per le probabilità che tale stato del mondo si realizzi.
Ponendo n risultati possibili, l'utilità attesa è pari alla somma dei prodotti di tutte le
utilità medie (u) espresse dall'agente per ciascuna configurazione dello stato del
mondo, per la probabilità (p) che ciascuna configurazione dello stato del mondo si
realizzi:
U = p1 • u1 + p2 • u2 + ... + pn • un
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giovedì 22 aprile 2010
51. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
Per esempio si prenda in considerazione la seguente matrice che rappresenta le utilità di uno
scommettitore che ha a disposizione la somma di 10 " da poter puntare su uno dei sei cavalli di una
corsa equestre:
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giovedì 22 aprile 2010
52. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
Utilità per ogni configurazione possibile
A B C D E F
Puntare 10 " sul cavallo A 13 0 0 0 0 0
Puntare 10 " sul cavallo B 0 12 0 0 0 0
Puntare 10 " sul cavallo C 0 0 11 0 0 0
Puntare 10 " sul cavallo D 0 0 0 10 0 0
Puntare 10 " sul cavallo E 0 0 0 0 9 0
Puntare 10 " sul cavallo F 0 0 0 0 0 8
Non puntare su nessun
2 4 6 8 12 14
cavallo e tenersi 10"
Probabilità di vittoria
0.06 0.05 0.04 0.02 0.02 0.01
0-1
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53. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
Cavallo Vincitore
Utilità
attesa
A B C D E F
(somma)
Puntare 10" sul cavallo A 13•0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 + 0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.78
Puntare 10" sul cavallo B 0 • 0.06 + 12•0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 + 0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.6
Puntare 10" sul cavallo C 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 11•0.04 + 0 • 0.02 + 0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.44
Puntare 10" sul cavallo D 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 10•0.02 + 0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.2
Puntare 10" sul cavallo E 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 + 9 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.18
Puntare 10" sul cavallo F 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 + 0 • 0.02 + 8 x 0.01 = 0.08
Non puntare su nessun
0 • 0.06 + 1 • 0.05 + 2 • 0.04 + 4 • 0.02 + 6 • 0.02 + 10•0.01 = 0.43
cavallo
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giovedì 22 aprile 2010
54. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
L'utilità attesa sarà ordinata nel seguente modo:
Puntare 10" sul cavallo A: 0.78
Puntare 10" sul cavallo B: 0.6
Puntare 10" sul cavallo C: 0.44
Non puntare su nessun cavallo: 0.43
Puntare 10" sul cavallo D: 0.2
Puntare 10" sul cavallo E: 0.18
Puntare 10" sul cavallo F: 0.08
Secondo la massimizzazione dell'utilità attesa l'agente sceglierà di puntare 10 " sul cavallo A
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giovedì 22 aprile 2010
55. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
l’expected utility value Fonda il suo metodo di scelta sul calcolo dell'Utilità.
Utilità è una quantità monetarie, grandezza oggettiva.
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56. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
1713 Nicolas Bernoulli, paradosso di San Pietroburgo:
una moneta non truccata è lanciata finché l'esito del lancio dia
“testa” per la prima volta.
Se l'esito è testa al primo lancio si vince una moneta d'oro. Se
l'esito è testa al secondo si vincono due monete d'oro, al terzo
lancio se ne vincono quattro, seguendo la regola che per n lanci si
vincono 2n monete d'oro. Dato che la probabilità che il lancio dia
testa all'n-esimo lancio è !n, l'utilità attesa del gioco sarà quindi:
# • 1 + $ • 2 + ... + #n • 2n-1 + ... = !
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57. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
1713 Nicolas Bernoulli, paradosso di San Pietroburgo:
# • 1 + $ • 2 + ... + #n • 2n-1 + ... = !
un agente razionale che cerchi di massimizzare l'utilità sarà disposto
a pagare qualsiasi somma finita di denaro per poter partecipare a
tale gioco. Sarebbe disposto a concedere tutto il suo patrimonio
personale per un singolo turno.
Tutto ciò non sembra intuitivamente “razionale” nonostante rispetti
tutti i criteri di razionalità dell'E.U.V.
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giovedì 22 aprile 2010
58. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
1738 Daniel Bernoulli, (fratello di Nicolas):
soluzione al paradosso.
il valore oggettivo di ogni possibile risultato
Valore
ottenuto dal prodotto fra il valore della
Atteso
vincita e la sua probabilità.
"
Beneficio in termini di soddisfazione, che ciascun agente assegna ad
Utilità
ogni possibile risultato. Quest'ultimo è un valore psicologico, del
Attesa
tutto soggettivo.
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giovedì 22 aprile 2010
59. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
L'autore indicava anche che l'utilità attesa marginale (l’incremento dell’utilità attesa
all’aumentare della ricchezza di una unità) è decrescente: all'aumento della ricchezza
l'utilità cresce in maniera inversamente proporzionale alla ricchezza già posseduta.
Ciò significa che, in termini di utilità non è lo stesso guadagnare 100 " quando se ne
possiedono mille o quando se ne possiedono già un milione. Nello specifico l'utilità
aumenta in modo logaritmico.
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60. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE
EXPECTED UTILITY VALUE
L'introduzione di una variabile soggettiva evidenzia anche come il metodo pascaliano ignori anche la valutazione del
rischio da parte di un agente che si accinge a giocare, per esempio, una lotteria. In economia una lotteria è una
situazione nella quale un individuo paga una somma per avere la possibilità di ottenere uno tra i possibili guadagni
alternativi, che dipendono dalla realizzazione di diversi eventi casuali; essa corrisponde ad un insieme di stati del mondo
possibili (i pagamenti) conseguenti ad una scelta sotto incertezza dell'agente, ognuno associato ad una probabilità di
realizzarsi.
Il rischio che comporta una lotteria, però, può essere valutato calcolando la media dei quadrati degli scostamenti di
ciascun possibile risultato dal valore atteso della lotteria (calcolato, come l’utilità attesa, come la somma dei prodotti di
tutti i possibili esiti per la loro probabilità). Questa misura è definita varianza ed in un certo senso descrive il rischio di
una variabile casuale come l’esito di una lotteria. Quando la varianza è piccola la lotteria presenta un rischio basso: gli
scostamenti fra il valore monetario atteso e i possibili esiti sono piccoli, quindi non ci saranno né vincite molto alte né
tanto meno perdite basse. Se al contrario la varianza è molto alta la lotteria sarà rischiosa: ci potranno essere vincite
alte ma anche grandi perdite dato che gli scostamenti sono più ampi.
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61. 6'.-(-#)%DE'#+F
TEORIE DESCRITTIVE
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giovedì 22 aprile 2010
62. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
Come effettivamente decidiamo nella nostra quotidianità?
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giovedì 22 aprile 2010
63. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
IL PROCESSO DECISIONALE
Helbert Simon (1960):
rielaborazione del modello di Dewey con l'intento di renderlo utilizzabile per tutti i contesti decisionali.
fasi:
• fase dell'intelligenza: “trovare l'occasione di prendere una decisione”;
• fase del design: “trovare possibili azioni da attuare”;
• fase della scelta: “scegliere una fra queste” azioni possibili.
Brim (1962).
• identificazione del problema;
• raccolta delle informazioni necessarie;
• produzione di soluzioni possibili;
• selezione di una strategia di comportamento.
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64. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
IL PROCESSO DECISIONALE
Questi modelli sono modelli sequenziali: composti da passaggi che l'agente performa sempre
nella stessa sequenza e mai contemporaneamente.
Studi empirici e gli sviluppi dell'intelligenza artificiale, descrivono come implausibile che la decisione
(come molte altre attività intellettive) si sviluppi con una struttura sequenziale.
Si protende invece verso i modelli paralleli: i vari stadi della decisione vengono sviluppati in una
rete di ragionamenti e intuizioni che globalmente costituisce la decisione.
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giovedì 22 aprile 2010
65. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
IL PROCESSO DECISIONALE
Modello Mintzberg, Raisinghani e Théorêt (1976) (modello parallelo).
Fasi e Routines:
1.IDENTIFICAZIONE, (l'Intelligenza di Simon):
1.1.Riconoscimento della decisione (decision recognition), si identificano problemi/opportunità “nel flusso delle
ambiguità, generalmente fra i dati verbali che l'agente riceve”;
1.2.Diagnosi, si “utilizzano i canali di informazione esistenti e si aprono di nuovi per chiarire e definire il problema”;
2.SVILUPPO (Design di Simon), si definiscono e chiariscono le alternative:
2.1.Ricerca (search), si cercano soluzioni già pronte;
2.2.Design, si sviluppano nuove soluzioni o modifica quelle già esistenti.
3.SELEZIONE (Scelta di Simon):
3.1.Schermatura (screen), le alternative sub-ottimali sono eliminate;
3.2.Valutazione della scelta (evaluation-choice routine) si prende definitivamente la scelta;
3.3.Autorizzazione alla soluzione che viene confermata.
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66. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
IL PROCESSO DECISIONALE
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giovedì 22 aprile 2010
67. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
IL PROCESSO DECISIONALE
Modello Mintzberg, Raisinghani e Théorêt (1976) (modello parallelo).
Simon: la maggior parte delle energie e del tempo sono dedicati alla fase dell'intelligenza (trovare
l'occasione di prendere una decisione) e del design (trovare possibili azioni da attuare), mentre solo
una piccola parte è dedicata alla scelta finale (Simon 1960).
Questi dati sono corroborati da numerose ricerche in psicologia cognitiva, e dalle ricerche empiriche
dello stesso Mintzberg, Raisinghani e Théorêt.
Paradossalmente, grandissima parte delle teorie della decisione si concentrano sulla fase della
valutazione e della scelta del processo della decisione, nonostante che dagli studi empirici essa risulti
essere la meno impegnativa.
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68. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
IL PROCESSO DECISIONALE
È vero che la routine della scelta è centrale nel processo decisionale consistendo nella
Modello Mintzberg, Raisinghani e Théorêt (1976) (modello parallelo). motivi,
decisione in sé, ma essa è completamente determinata dalle fasi precedenti. Per questi
Simon: la maggior parte delle energie e deldelle fasi sono precedono la fase dell'intelligenza (trovare
sembra fondamentale un'epistemologia tempo che dedicati alla decisione vera e propria,
l'occasione di prendere una decisione) e delle informazioni. Sono le informazioni che procuranosolo
soprattutto delle fasi di acquisizione del design (trovare possibili azioni da attuare), mentre i
una piccola parte è dedicata alla scelta finale conseguenze, che a loro volta formano il corpus delle
dati per i calcoli sulle alternative e sulle (Simon 1960).
Questi dati sono corroborati da numerose ricerche iinprincipali concetti con dalletrattare il empiriche
preferenze sulle quali avviene la scelta. Capire psicologia cognitiva, e cui ricerche corpus
dellodelle informazioni Raisinghani echiarezza su una delle parti della decisone cognitivamente più
stesso Mintzberg, significa far Théorêt.
Paradossalmente, egrandissima parte delle teorie della nello studio del complesso del processo
impegnative, quindi euristicamente più significative decisione si concentrano sulla fase della
valutazione e della scelta del processo della decisione, nonostante che dagli studi empirici essa risulti
decisionale.
essere la meno impegnativa.
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69. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA
E LA RAZIONALITÀ LIMITATA
“L'espressione ‘razionalità limitata’ si usa per designare una scelta
razionale che prende in considerazione i limiti cognitivi del
soggetto decisionale -limiti della conoscenza e delle capacità di
calcolo. [...]
Nella teoria dell'Utilità Soggettiva, fondamento dell'economia
neoclassica, si postula che le scelte vengano compiute:
• tra una serie data, fissata di alternative;
• con una distribuzione delle probabilità degli esiti di ciascuna
scelta (soggettivamente) conosciuta;
Herbert Alexander Simon
• in modo tale da massimizzare il valore atteso della funzione di Nobel per l'economia 1978
utilità data. (Savage 1954).” (Simon 1978b)
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giovedì 22 aprile 2010
70. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA
E LA RAZIONALITÀ LIMITATA
Modello della Razionalità Perfetta, o dell'Homo
Economicus:
esamina una razionalità teorica, svincolata dall'effettività
empirica.
Non considera i limiti che l'agente può incontrare:
• nella comprensione del problema;
• nell'acquisizione delle informazioni;
Herbert Alexander Simon
• limiti di calcolo dovuti alle sue capacità cognitive. Nobel per l'economia 1978
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71. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA
E LA RAZIONALITÀ LIMITATA
A questo modello si contrappone quello della Razionalità
Limitata:
“L'espressione ‘razionalità limitata’ si usa per designare
una scelta razionale che prende in considerazione i limiti
cognitivi del soggetto decisionale -limiti della conoscenza
e delle capacità di calcolo.” (Simon 1987b)
Herbert Alexander Simon
Nobel per l'economia 1978
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72. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA
E LA RAZIONALITÀ LIMITATA
Simon: distinzione fra teorie sostanziali e teorie
procedurali della razionalità (alias normative e descrittive)
Ne deriva un contrasto fra la nozione di razionalità
sostanziale e quella della razionalità procedurale.
Affermare che le teorie descrittive mostrano come gli
agenti non seguano i criteri di razionalità postulati dalle
teorie normative non significa certo affermare anche che le Herbert Alexander Simon
decisioni siano normalmente irrazionali.
Nobel per l'economia 1978
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73. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA
E LA RAZIONALITÀ LIMITATA
(Per definizione) la razionalità sostanziale indica i mezzi e
le regole per ottenere il risultato ottimo in qualunque
decisione massimizzando o minimizzando la funzione di
utilità.
La nozione di razionalità procedurale indica che una
buona decisione non è quella che porta al risultato ottimo,
ma quella che scaturisce dalla procedura di deliberazione
adatta in base alla rappresentazione che un individuo prima Herbert Alexander Simon
di scegliere si fa del problema decisionale e delle potenziali
Nobel per l'economia 1978
soluzioni
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74. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Esperimento di Tversky (1969)
Vengono presentate cinque lotterie ad un gruppo di studenti universitari, con le seguenti
probabilità di vincita (p):
Lotteria p Vincite ($)
a 7/24 5.00
b 8/24 4.75
c 9/24 4.50
d 10/24 4.25
e 11/24 4.00
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75. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Esperimento di Tversky (1969)
Ogni lotteria offre una vincita $ se si verifica un certo evento con probabilità p, nulla se questo
evento non si verifica.
Viene chiesto agli studenti di esprimere una preferenza su una lotteria fra coppie di lotterie diverse.
L'esperimento ha mostrato come gli studenti abbiano preferito la lotteria con la vincita più alta
quando sono state confrontate lotterie adiacenti,(a,b b,c c,d d,e) poiché le probabilità di vincita
erano percepite come molto simili e quindi le differenze fra le stesse non influivano sulla scelta; gli
studenti preferivano la lotteria con la probabilità di vincita maggiore quando erano proposte coppie
formate da lotterie con una differenza fra le probabilità di vincita maggiore (a,e).
Questi risultati portano ad un insieme di preferenze ciclico, violando l'aciclicità:
a > b; b > c; c > d; d >e; e > a
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76. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Maurice Allais (1953)
L'assioma di indipendenza afferma che se un agente è indifferente fra i due risultati x1 e x2 di due
lotterie L1 e L2 allora dovrebbe essere indifferente anche alle due lotterie L1 e L2 se nelle due
lotterie la probabilità di ottenere x1 e x2 è la stessa di ottenere un terzo risultato x3 comune alle due
lotterie.
Si paga una lotteria con tre possibili premi monetari: 500 milioni di franchi, 100 milioni di franchi, 0
franchi.
Si devono prendere due scelte indipendenti: una prima (1) tra le situazioni A e B, e una seconda (2)
tra le situazioni C e D. Le scelte e le situazioni corrispondenti sono esposte nella seguente tabella.
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77. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Maurice Allais (1953)
Scelta Situazione
A Ricevere 100 milioni con certezza.
10 possibilità su 100 di vincere 500 milioni.
1
B 89 possibilità su 100 di vincere 100 milioni.
1 possibilità su 100 di non vincere nulla.
11 possibilità su 100 di vincere 100 milioni.
C
89 possibilità su 100 di non vincere nulla.
2
10 possibilità su 100 di vincere 500 milioni.
D
90 possibilità su 100 di non vincere nulla.
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78. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Maurice Allais (1953)
L’esito dell’esperimento è stato il mostrare che la maggior parte degli individui intervistati,
confrontando queste lotterie, preferisce A a B nel contesto di scelta (1), e D a C nel contesto di
scelta (2). Questi risultati hanno mostrato che, nella prima scelta, ricevere 100 milioni con certezza è
preferito a giocare una lotteria che offre 5 volte di più con una probabilità di 1/10 e caratterizzata
anche da un piccolo rischio di non ricevere nulla. Al contrario, nella seconda scelta, si mostra che una
vincita di 500 milioni con una probabilità di vincita di 1/10 è preferita ad una vincita di solo 100
milioni che abbia una probabilità leggermente più bassa, pari di 11/100. Questa distribuzione delle
probabilità viola l'assioma di indipendenza in quanto, in base a questo, quando A è preferita a B
(A>B), C dovrebbe essere preferita a D (C>D) ma ciò non avviene.
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79. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Maurice Allais (1953)
Questo risultato è evidente considerano le utilità attese delle lotterie. Nella prima scelta in cui si
preferisce A a B, le utilità sono le seguenti:
U(100) > 0.10U(500) + 0.89U(100) + 0.01U(0)
cosa che equivale a scrivere: 0.11U(100) > 0.10U(500)
Al contrario, la seconda scelta in cui si preferisce D a C, è dettata dal seguente schema di utilità:
0.10U(500) + 0.90U(0) > 0.11U(100) + 0.89U(0)
cosa che equivale a scrivere: 0.10U(500) > 0.11U(100)
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80. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
L’effetto di incorniciamento (framing effect, Tversky e Kahneman 1981).
L'incorniciamento raccoglie gli effetti del contesto e del modo in cui viene presentato il problema
decisionale. Il processo decisionale può essere diviso in due parti:
• l'incorniciamento, in cui l'agente effettua un'analisi preliminare del problema decisionale, organizza
le informazioni, calcola alternative ed effetti
• la valutazione.
Tversky e Kahneman (1981), grazie ad alcuni esperimenti, dimostrano che l'incorniciamento può
avere conseguenze profonde sulla scelta fino a cambiarne gli esiti. In uno di questi esperimenti si
dimostra che la valutazione di alcune alternative di una scelta dipende dal modo in cui queste
vengono presentate.
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81. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Esperimento de “il problema della malattia asiatica”, Tversky e Kahneman (1981):
Ad un campione di persone veniva chiesto di scegliere una strategia per affrontare un'epidemia di una
rara malattia asiatica fra un insieme di alternative proposte dal sistema sanitario americano. La malattia
potrebbe provocare 600 decessi. È possibile scegliere fra le seguenti alternative:
• con il programma A, 200 persone saranno salvate.
• con il programma B, c'è una probabilità di 1/3 di salvare 600 persone e di 2/3 di non salvare
nessuno.
Il 72% dei soggetti preferisce l'alternativa A. Anche se il valore atteso delle due alternative è il
medesimo, la prospettiva A sembra la più rassicurante dato che esprime una valutazione in termini
positivi, cioè in termini di vite potenzialmente salvate. Questo rivela che gli intervistati sono avversi al
rischio.
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82. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Esperimento de “il problema della malattia asiatica”, Tversky e Kahneman (1981):
Successivamente, le stesse alternative venivano proposte cambiando la cornice: venivano presentate in
maniera negativa, parlando di morti previste.
con il programma C, 400 persone moriranno;
con il programma D c'è una probabilità di 1/3 che nessuno muoia e di 2/3 che 600 persone muoiano.
Il 78% degli intervistati affermava di preferire D, la scelta rischiosa, anche se numericamente le
alternative C e D sono identiche ad A e B. Parlare in termini di morti potenziali rendeva i soggetti
propensi al rischio.
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83. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Esperimento de “il problema della malattia asiatica”, Tversky e Kahneman (1981):
Tutto questo non è razionale dal punto di vista della teoria dell'utilità attesa, poiché le preferenze non
dovrebbero dipendere dal modo di presentare le alternative, ma dalle conseguenze delle stesse.
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84. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Un primo limite all’applicazione delle regole formali della logica della preferenza risiede nel fatto che i
ragionamenti ordinari degli esseri umani non si fermano al calcolo formale, ma sono sensibili al
contenuto:
“Una differenza fra inferenze logiche e ragionamento ordinario consiste nel fatto che quest’ultimo non
impiega un linguaggio artificiale, in cui la forma sintattica rispecchia la struttura logica degli enunciati. La
struttura grammaticale degli enunciati del linguaggio ordinario maschera talvolta la loro forma logica,
ed enunciati con una struttura sintattica simile possono avere strutture logiche profondamente
diverse: molti enunciati si «assomigliano» sebbene , dal punto di vista logico, funzionano in maniera
profondamente diversa. Questo fa sì che nei ragionamenti ordinari, in cui premesse e conclusioni
sono formulate nel linguaggio naturale, spesso ci si debba aiutare con il contenuto (o con il contesto)
per stabilire quali inferenze siano corrette.” (Frixione 2007).
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85. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Non seguendo sempre le regole logiche, il ragionamento può quindi incorrere in errori logici: le
fallacie. Le fallacie sono argomentazioni errate che ad un primo superficiale esame sembrano
convincenti. Ci sono alcune fallacie in cui il ragionamento incorre sistematicamente, o tende
sistematicamente ad incorrere.
Gli argomenti fallaci non sono solo un problema in logica. Sono degli strumenti utilizzati in retorica
proprio per il loro essere persuasivi grazie alla loro apparente correttezza. Per questo, il loro utilizzo
può avere delle conseguenze sulla decisione, modificando il panorama delle alternative, delle
preferenze e delle credenze sulla probabilità.
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86. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Un primo esempio può essere un discorso elettorale che potrebbe risultare convincente anche se è
strutturato come una fallacia. Pensiamo al seguente caso. Un politico indagato per corruzione
potrebbe difendersi argomentando come di seguito:
(a) Se un magistrato utilizzasse politicamente il suo potere, allora (b) inquisirebbe dei politici
(b) Il magistrato (che mi ha inquisito) inquisisce dei politici.
Quindi: (a)il magistrato (che mi ha inquisito) utilizza politicamente il suo potere.
Questo ragionamento è fallace, utilizza lo schema della fallacia dell’affermazione del conseguente:
A#B
B
_______
A
Questo argomento è fallace perché non utilizza appropriatamente il condizionale materiale.
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87. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Un altro esempio di discorso persuasivo ma fallace, potrebbe essere una pubblicità di cosmetici che
invogli a comprare dei prodotti antirughe. La campagna pubblicitaria potrebbe utilizzare uno spot
che, implicitamente ed in maniera edulcorata, generalizzi una regola sociale che si regge sul seguente
argomento:
(a) Se una donna appare giovane e bella allora (b) avrà grandi possibilità di far carriera
(a) La donna (protagonista dello spot) non appare giovane e bella
Quindi: (b) la donna non fa carriera
Questo argomento si regge sulla fallacia della negazione dell’antecedente:
A#B
¬A
______
¬B
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giovedì 22 aprile 2010
88. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
“Tutti gli ingredienti ti questo prodotto sono buoni
Quindi: il prodotto è buono”
“Quest’auto potrebbe essere acquistata pagando comode rate di importo modico.
Quindi: conviene comprare quest’auto.”
Questi argomenti si basano sulla fallacia della composizione e scomposizione: si forza erroneamente la
relazione mereologica (fra le parti e il tutto) di un oggetto, attribuendo all’oggetto intero una
proprietà che appartiene ad ogni singola parte che lo compone. Non è sempre detto, infatti, che
l’attribuzione di questa proprietà sia legittima.
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giovedì 22 aprile 2010
89. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Questi argomenti possono influenzare e convincere l’uditorio, quindi modificare il set delle preferenze
e le scelte finali degli agenti. Il problema risiede nel fatto che le decisioni, influenzate da un argomento
fallace preso per buono, poggiano evidentemente su errori, e sono quindi fondamentalmente scelte
irrazionali. L’esperienza comune, gli esempi sopra riportati che riprendono aspetti semplificati della
vita quotidiana, mostrano che nella realtà dei fatti gli agenti sono spesso influenzati da ragionamenti
che si poggiano sulle fallacie.
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giovedì 22 aprile 2010
90. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
giustificare le proprie scelte personali utilizzando ragionamenti scorretti:
fallacia del giocatore: interviene influenzando le credenze dell’agente sulle probabilità di realizzazione
degli eventi. Questa fallacia agisce quando le credenze sulla probabilità che un evento B accada
vengono modificate in base al verificarsi di un altro evento A, precedente al primo, nel caso in cui i
due eventi sono effettivamente del tutto indipendenti.
esempi:
i numeri “ritardatari” del Lotto: si ritiene spesso che il loro ritardo ne aumenti la probabilità di essere
estratti al prossimo turno. Anche essendo coscienti che tale ragionamento sia fallace, risulta difficile
scostarsene.
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91. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Anche se si scommette sull’esito dei lanci di una moneta (che si sa non essere truccata), se si verifica
il caso di tre lanci consecutivi con esito testa, comunemente si ritiene che l’esito del lancio successivo
sarà con maggiore probabilità croce, piuttosto che testa.
Questo errore avviene sia perché una sequenza ordinata sembra meno probabile di una irregolare
(per lo stesso motivo sembra insensato giocare una schedina del lotto con una combinazione del tipo
“1, 2, 3, 4, 5” o del tipo “10, 20, 30, 40, 50” nonostante abbiano le stesse chance di ogni altra
schedina), sia perché si estende la proprietà dell’insieme degli esiti dei lanci, che dovrebbe tendere a
dividersi a metà fra lanci con esito testa e lanci con esito croce, alla probabilità di ogni singolo lancio,
attribuzione infondata dato che ogni evento è indipendente dal precedente e dal successivo. Come si
può notare, questi tipi di ragionamenti modificano le credenze sulle probabilità che un avvenimento
accada, modificano le preferenze sulle alternative ed in ultimo la decisione finale.
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92. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Le fallacie di quest’ultimo tipo possono essere ricondotte ad un fenomeno ancora più basilare nell’attività
cognitiva umana: quando si ricevono dei segnali o dei messaggi e si manipolano dell’informazione, si utilizzano
delle strategie cognitive comuni e molto radicate, le euristiche.
Le Euristiche sono schemi e regole pragmatiche utilizzate, più o meno consciamente, per ridurre la complessità
dei messaggi e degli stimoli ricevuti e facilitarne così la comprensione.
Sono molto persistenti nel comportamento cognitivo umano. In molti casi prescindono dalla cultura di
appartenenza o dal livello culturale degli agenti.
Le euristiche sono strategie selezionate dall’evoluzione per facilitare una comprensione veloce della realtà e
dell’ambiente circostanti, nel più breve tempo possibile, con lo sforzo cognitivo minimo. Si basano su esperienze
pratiche, sull’osservazione ripetuta di situazioni simili che permette, con buona probabilità di successo, di
generalizzare l’esperienza passata a casi nuovi. È il caso di quando si producono valutazioni su grandezze fisiche
interpretando dei segnali come il fumo, che mostra la presenza di un fuoco, il curvarsi dei rami superiori degli
alberi, che mostra la presenza di vento più o meno forte. Molte euristiche infatti riguardano l’interpretazione dei
dati sensoriali.
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93. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
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94. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
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95. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
la vista prospettica è carica di numerose informazioni di carattere matematico, ma alcuni parametri,
come il rapporto fra le dimensioni degli oggetti, vengono elaborati automaticamente, dando l’illusione
di una figura prospettica anche nel caso di immagini a due dimensioni
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96. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
la camera di Aymes
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giovedì 22 aprile 2010
97. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
la camera di Aymes
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98. 6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE
GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE
ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
Il triangolo di Kanizsa è un'illusione ottica descritta per la
prima volta nel 1955 dallo psicologo italiano Gaetano
Kanizsa. Guardando la figura si è indotti a percepire due
triangoli equilateri bianchi, uno con un contorno neo, uno
senza contorno, l'uno sovrapposto all'altro. Nessuno dei
due triangoli è effettivamente disegnato. Questo effetto è
conosciuto come profilo soggettivo o illusorio. Il
triangolo bianco inesistente sembra essere più luminoso
della zona circostante, anche se quell'area ha la stessa
luminosità delle zone adiacenti. Questo fenomeno
avviene in quanto il nostro apparato percettologico ha
una tendenza or ganizzativa innata costituita
dall'articolazione figura/sfondo secondo cui non c'è una
figura senza sfondo; ciò avviene anche con figure
ottenute con margini fisicamente inesistenti, come
appunto questo triangolo
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giovedì 22 aprile 2010