2. Da “The scientific impact of Nations” di Sir David King (consigliere scientifico dell’ex-premier Blair), su Nature (Vol. 430, 311-316, 2004) L’ Italia ha circa la metà dei ricercatori della Francia (ma anche, rispetto al numero totale di lavoratori, met à rispetto alla media dell’Unione Europea o al Canada) Il numero di dottorati di ricerca è tre volte inferiore 3 per mille Numero di ricercatori Dati 2000 – La situazione non cambierà molto nel 2006-08
3. Considerando non tutti gli articoli pubblicati, ma solo l’1% con maggiori citazioni (e separando i diversi settori di scienza ed ingegneria) L’Italia è al 7 º posto per pubblicazioni “top-quality” dopo gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, il Giappone, la Francia e il Canada . Numero degli articoli scientifici più citati Il Thomson Institute for Scientific Information ha analizzato 8000 riviste in 36 lingue
4. L’ Italia si trova al 24 º posto tra i 35 paesi; investe solo 1.10% del PIL nella ricerca La media EU-27 è del 1.74% e quella dei 30 paesi OCSE del 2.25% . La Francia, la Germania, gli USA e il Giappone, invece, investono rispettivamente il 2.12%, 2.51%, 2.62% e il 3.33%. Percentuale del PIL speso in ricerca (OCSE)
5. Ricercatori ogni 1000 occupati (OCSE) 2006 e dopo L’ Italia si trova al 28 º su 34 paesi, con 3.4 ricercatori ogni 1000 occupati La media EU-27 è di 6.0 e quella dei 30 paesi OCSE è di 7.4 . La Germania, la Francia, gli USA e il Giappone, invece, dispongono rispettivamente di 7.2, 8.2, 9.7 e 11.0 ricercatori ogni 1000 occupati.
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7. Costi di formazione (dollari) http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=1.0.2489340955 L’Italia spende per istruzione di allievi fra 6 e 15 anni 70126 dollari (OCSE=67.895) ma le spese di istruzione rispetto al PIL non sono in media OCSE In Italia, nota l’Ocse, i prezzi sono invece calmierati dal fatto che gli stanziamenti statali a favore delle università crescono solo modestamente e al tempo stesso gli atenei pubblici non possono aumentare oltre una certa soglia le rette che fanno pagare agli studenti. >20000 (US) 11512 8026 Universita’ 7804 7648 Secondaria 6.252 6,835 Primaria Top OCSE ITALIA Classe
8. Costi 2 Lo stipendio di un maestro di scuola elementare con 15 anni di esperienza si assesta attorno ai 29.287 dollari, in sesta posizione nella classifica Ocse, ma e’ destinata a perdere posizioni 15% 11% Incremento Stipendi 41% 12% Incrementi di investimento (fra 1995 e 2005) 5,8% 4,7% Investimenti scolastici(%PIL) OCSE ITALIA
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16. … tagliare questo settore della ricerca rappresenta un vero “risparmio” ?
17. Rapporti Impresa- INFN INFN E TRASFERIMENTO DI CONOSCENZA di F. de Notaristefani ANALYSIS Rivista di cultura e politica scientifica Un campione selezionato di 377 Aziende con cui l’INFN ha avuto un rapporto economico superiore a 50 milioni, 227 aziende hanno risposto a riguardo della ricaduta di immagine conseguente al rapporto con l’INFN: La capacità di penetrazione nel mercato, in seguito alla collaborazione con l’INFN, dipende dal tipo di rapporto. Infatti il 60% delle imprese che hanno avuto un rapporto di “Sviluppo” dichiara una ricaduta positiva contro il 39% delle imprese che si sono limitate a fornire prodotti all’Ente
18. L’incremento occupazionale, per un totale di 110 soggetti, vede un 68% di assunti nel settore “high-tech” con una punta dell’80% nel rapporto “Sviluppo”. I risultati dell’analisi esposta permettono di concludere che l’interazione dell’INFN con il mondo imprenditoriale (in particolare con le PMI) con cui ha avuto contatti diretti è del tutto soddisfacente in termini di ricaduta d’immagine, di innovazione e di occupazione. E’ significativo che il rapporto definito di “Sviluppo” in cui personale dell’Ente collabora con quello delle imprese, ossia quello in cui il trasferimento di tecnologie e conoscenze è più profondo, sia stato il più fecondo di risultati. Per quanto riguarda l’incremento della capacità di progettazione e di produzione, il 78% delle imprese dichiara una ricaduta positiva:
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21. Scambio economico con il CERN Fondi versati al CERN: in milioni di Euro *annualmente dal Ministero degli Esteri italiano Nel 2007 il profilo di spesa del CERN è cambiato radicalmente: con la conclusione delle maggiori commesse legate alla costruzione di LHC è cominciata la procedura di restituzione dei prestiti bancari. Mediando sul periodo 2003-2006 gli altri contributori importanti del CERN hanno avuto i seguenti coefficienti di ritorno: Germania 0.96 , Francia 1.60 , UK 0.32 , Spagna 0.63 . Fonte: S. Centro, Liaison Officer for Italian Industry at CERN Ogni anno, viene calcolato per tutti i paesi membri del CERN il coefficiente di ritorno, definito come il rapporto tra la frazione del budget speso in commesse verso le industrie di un certo paese, e la frazione del budget ricevuta dal paese medesimo. 22.0 62.9 87.9 87.8 66.0 53.6 33.6 43.0 Ritorni industriali 76.4 76.0 75.5 78.9 79.9 77.8 76.0 70.2 70.6 Fondi versati al CERN* 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 Anno 1.41 1.40 1.40 1.38 1.35 1.34 1.20 1.30 Coefficiente 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 Anno
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23. Ed infine… il budget diminuisce! in milioni di Euro *sono escluse le spese strutturali per il funzionamento dei laboratori + fondi esterni (principalmente EU): nel 2007 circa 14 milioni di euro. 62.2 69.2 87.2 84.9 98.3 78.7 81.3 Budget per gli esperimenti* 267.8 273.3 269.2 268.1 280.3 280.9 276.6 286.6 Bilancio 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 Anno
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27. Troppi docenti? Troppi ricercatori? Da “Reclutamento e Finanziamento: un’indagine sul mondo dell’università e della ricerca” di Baldassarri, Benfatto, Gualtieri, Betti, Cosmelli http://statistica.miur.it/
28. Troppi docenti? Troppi ricercatori? Perche’ l’universita’ e la ricerca non sono due insiemi disgiunti…
29. Troppi docenti? Troppi ricercatori? From the R&D Key Figures 2007 : R&D and other S&T activities are not possible without human resources . If the R&D expenditure target of 3 % of GDP is to be achieved, ensuring there are sufficient human resources for research is a preliminary step in the right direction . To this end, the European Commission advocates increasing the proportion of researchers in the labour force from 5 to 8 per thousand . (Italia 3/1000) Education and in particular tertiary education, not only renews stocks of human capital but also promotes economic growth. Therefore, investment in education can be seen much more as an investment in future economic well-being rather than as an investment in individual success.
35. Numeri, d’altronde... L’efficienza produttiva dell’Ateneo, cioè quanti buoni risultati si riescono ad ottenere con poche persone e finanziamenti, è “oggettivamente” elevata Per quanto riguarda il rapporto fra il numero di immatricolazioni e quello dei docenti: la media del numero di studenti ed il numero di professori va fatto su tutti gli studenti iscritti ai più corsi tenuti dagli stessi professori. A tal fine sarebbe meglio valutare una media di facoltà, rispetto alla media dipartimentale. Comunque sia, se si analizza la variazione di questa media negli anni, si nota che è dovuta al numero degli studenti “scientifici” in costante diminuzione e non per immotivate assunzioni di professori; la tal cosa è difficilmente imputabile all’organo accademico stesso.
38. Umberto Guidoni Astronauta e Parlamentare Europeo http://www.buconero.eu/2008/11/umberto-guidoni-universita-e-ricerca-in-italia-e-europa/ “ Come si conciliano queste esigenze [le esigenze di sviluppo e lavoro dei ricercatori] con le condizioni di precarietà, spesso decennali, in cui si trova quasi il 40% dei ricercatori? Si tratta di lavoratori qualificati, che svolgono la loro attività in un sistema che li costringe in uno stato di insicurezza: il rilancio della ricerca italiana passa necessariamente per la valorizzazione di queste risorse professionali...” “… La formazione e la ricerca forniscono sapere, un bene immateriale che è difficile da valutare solo in termini economici. Dobbiamo considerare anche il profondo impatto che il sapere ha sulla politica, sul dibattito delle idee, in definitiva, sulla realtà sociale di un paese…” “… Ecco che il tema della democrazia, si intreccia con la diffusione del sapere, con la battaglia per rilanciare la scuola, l’università e la ricerca nel nostro paese. La mobilitazione di questi giorni, in tutta Italia, è importante anche perché pone al centro dell’agenda politica questi temi. I giovani, le donne, i lavoratori della conoscenza ci chiedono di prestare attenzione al loro futuro come studenti, come ricercatori ed insegnanti ma, soprattutto, si battono per il futuro del nostro paese…”