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LATINO SENZA

DECLINAZIONE
            di

    Paolo Nagliati

   paolonagliati@yahoo.it




     edizione 2012/bis
Testi originali © 2009-2012 by Paolo Nagliati. Some rights reserved (alcuni diritti riservati)




  Quest'opera è distribuita secondo licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 3.0 Italia:

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          In copertina: Rilievo in marmo, II-III sec. d.C. Treviri, Rheinisches Landesmuseum
                 URI: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Roman_school.jpg?uselang=it
INDICE

 INTRODUZIONE.................................................................................................1


 Il VERBO...........................................................................................................2


 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma attiva............................................2


 Il VERBO ESSERE...............................................................................................5


 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma passiva..........................................6


 IL NOME............................................................................................................7


 IL NOME DI NUMERO SINGOLARE........................................................................8


 IL NOME DI NUMERO PLURALE...........................................................................11


 IL PRONOME (di tipo non personale)...................................................................14


 IL PRONOME PERSONALE..................................................................................16


 BREVE APPARATO BIBLIOGRAFICO.....................................................................17
INTRODUZIONE

         Questo studio è frutto di un processo di distillazione della morfologia regolare del
         nome, dell'aggettivo, del pronome e del verbo (nei modi indicativo e congiuntivo)
         secondo i criteri propri della Didattica Breve1.


         Il sistema di analisi grammaticale utilizzato è quello presente nel libro 'De lingua
         Latina' di Marco Terenzio Varrone; le parti del discorso sono quattro: le parole che
         hanno i casi (il nome), quelle che hanno i tempi (il verbo), quelle che non hanno casi e
         tempi, quelle che ha sia casi che tempi2.


         Prima conseguenza dell'utilizzo del sistema varroniano è l'inclusione dell'aggettivo
         nella classe del nome, come presente in tutta la tradizione grammaticale latina.
         Marco Terenzio Varrone utilizza un aggettivo della II classe ('levis') come esempio per
         identificare la declinazione con vocale tematica in 'i' che nella manualistica moderna è
         denominata III declinazione. L'identificazione dell'aggettivo come parte autonoma del
         discorso è un fatto recente, la si trova descritta per la prima volta nei volumi della
         Grammaire générale ou exposition raisonnée des éléments nécessaires du langage,
         pour servir de fondement à l’étude de toutes les langues di Nicolas Beauzée, stampati
         a Parigi nel 17673. Il processo di separazione dalla classe del nome sostantivo si
         concluse nei primi decenni del XIX secolo con l'inserimento della classe autonoma
         dell'aggettivo nella manualistica scolastica.


         Seconda conseguenza di questa scelta è l'esclusione dell'analisi logica in quanto è un
         artificio didattico che risale all'idea di 'grammatica universale e ragionata' dei
         giansenisti di Port Royal (XVII-XVIII secolo)4.



1   Notarbartolo «La D.B. parte dal presupposto che oggi si insegna a lungo perché non si è adoperato tempo per
    pensare al “come”, e che un impegno anche faticoso e non certo breve per “distillare” la materia porta a maggiore
    chiarezza dei nessi disciplinari ed interdisciplinari, alla costruzione di un sapere strutturato, ed in conseguenza ad
    uno studio più rapido. Si vede dunque che alla base di questo metodo non vi è l’uso delle forbici, la compressione
    dei tempi o la banalizzazione, bensì uno studio serio della disciplina, una vera e propria ricerca sui nodi concettuali
    che vanno smontati e rimontati diversamente, a partire dalla loro valenza formativa. Il che è già di per sé un
    contributo degno di nota, se si pensa quanto spesso oggi le discipline siano viste come un insieme di contenuti da
    ripetere più che da acquisire in modo significativo […]»
2   Varrone (Prolegomena: Linguistic Theory And Practice in De Lingua Latina X; X 17; VIII 44)
3   Beauzée (II 3: Des Adjectifs); per una storia grammaticale dell’aggettivo cfr Antonietta Scarano (p. 19-23)
4   Flocchini: «Lo strumento che avrebbe dovuto permettere di analizzare con categorie logico-sintattiche universali
    tutte le lingue fu 'l'analisi logica', nella quale vennero riprese le categorie care alle 'grammatiche speculative del
    Medioevo, con la tipica commistione fra logica e grammatica (si pensi alle definizioni 'ontologiche' di soggetto,
    oggetto, ecc.)»

                                                               1
Il VERBO

         I verbi sono organizzati in serie, chiamate coniugazioni, che sono basate sulla vocale
         tematica presente nella seconda persona dell'indicativo5: a, e, i.




    Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma attiva

         In due giorni si studieranno i modi indicativo e congiuntivo delle coniugazioni regolari.


    Modo indicativo
         La vocale A è suffisso caratteristico di tutti i tempi verbali che esprimono una azione

         compiuta nel passato. Le altre vocali sono suffissi caratteristici di quei tempi verbali
         che esprimono una azione da compiersi nel futuro.
         L'infisso ER è caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione conclusa.

         L'infisso B6 è caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione non conclusa.
         L'infisso che caratterizza il futuro semplice si forma per analogia con quello
         dell'imperfetto; l'infisso che caratterizza il futuro perfetto si forma per analogia con
         quello del piucheperfetto.



              ER+a       B+a       B+o, B+i, B+u            ER+o, ER+i, ER+u
                                             fig.1 Il 'gioco' degli infissi e suffissi



         Il tempo presente è puro tema (vocale in a, e, i) con la desinenza in:

                o (io)        s (tu)         t (lui)     mus (noi)      tis (voi)        nt (loro)
                                       fig.2 Le desinenze nel tempo presente del modo indicativo



         Negli altri tempi la desinenza cambia forma nella prima persona singolare:

                m (io)        s (tu)         t (lui)     mus (noi)      tis (voi)        nt (loro)
                                          fig.3 Le desinenze negli altri tempi del modo indicativo

5   Kent (IX 109) «Itaque in reliqua forma verborum suam utr<um>que sequitur formam. Utrum in secunda
    <persona> forma verborum temporali<um> habeat in extrema syllaba AS <an ES> an IS a<u>t IS, ad
    discernendas similitudines interest: quocirca ibi potius index analogiae quam in prima, quod ibi abstrusa est
    dissimilitudo, ut apparet in his meo, neo, ruo: ab his enim dissimilia fiunt transitu, quod sic dicuntur meo meas,
    neo nes, ruo ruis, quorum unumquodque suam conservat similitudinis formam.»
6   Vineis (p. 74) «[..] in b è ravvisabile la radice *bhu-<essere> (responsabile di forme come fui, ecc.): si sarebbe
    dunque avuta la sequenza *-bhwam, ‘imperfetto’ del verbo <essere>, perifrasticamente aggiunta al tema verbale,
    cosicchè una forma come ama-bam potrebbe interpretarsi come originariamente significante <io ero nella
    condizione di amare>.»

                                                            2
Un tempo intermedio tra il tempo passato che esprime una azione compiuta
   (piucheperfetto) e quello che esprime una azione incompiuta (l'imperfetto) ha
   infissi+suffisso v+desinenza diversi da quelli degli altri tempi:

         vi (io)         visti (tu)     vit (lui)      vimus (noi) vistis (voi) verunt (loro)
              fig.4 Le desinenze del tempo perfetto, modo indicativo, della lingua latina



   È complicato memorizzare tutto questo e ricordare che: ieri studiavamo, oggi
   studiamo, domani studieremo... e l'altro ieri io studiai, tu studiasti, egli studiò, noi
   studiammo, voi studiaste, loro studiarono.

       piucheperfetto          perfetto             imperfetto       presente          futuro        futuro perfetto
                                  laudavi                               laudo
                                laudavisti                             laudas
                                                                                       laudabo
                                 laudavit                              laudat                           laud(av)ero
         lauderamus                                 laudabamus                       laudabimus
                               laudavimus                            laudamus                         laud(av)erimus
                                                                                      laudabunt
                                laudavisti                            laudatis
                              laudaverunt                             laudant

                                io studiai                             io studio
                               tu studiasti                             tu studi
                                lui studiò                            lui studia
        noi studieramo                          noi studiavamo                      noi studiavimo    noi studieremo
                             noi studiammo                          noi studiamo
                              voi studiaste                          voi studiate
                            loro studiarono                         loro studiano
            fig.5 Confronto tra i tempi verbali in latino e in italiano. Le celle colorate sono artifici didattici



Modo congiuntivo ed infissi particolari del futuro semplice dell'indicativo
   Il tempo presente è puro tema (vocale in e, a, a) con la desinenza in:

         m (io)           s (tu)          t (lui)       mus (noi)     tis (voi)     nt (loro)
                                fig.6 Le desinenze nel tempo presente del modo congiuntivo



   In origine il latino non aveva nel modo indicativo un infisso specifico per definire azioni
   compiute nel futuro ma si utilizzavano gli infissi del modo congiuntivo. Questo è il

   motivo per cui nel tempo futuro dell'indicativo abbiamo, oltre agli infissi in B+o, B+i,

   B+u formati successivamente per analogia con quelli dell'imperfetto, desinenze simili a

   quelle del presente ma con diversa vocale tematica (in e, a, a) e l'infisso in ER+i del
   tempo futuro remoto.
   L'infisso ER+i nel tempo futuro perfetto del modo indicativo è presente anche nel
   tempo perfetto del modo congiuntivo. Tramite un artificio didattico 'specchiamo'
   l'infisso ed abbiamo uno dei tre infissi che caratterizzano il tempo imperfetto sempre

   del modo congiuntivo: i+RE. Gli altri due infissi sono in: a+RE ed e+RE.

   Il tempo piucheperfetto del modo congiuntivo ha l'infisso in ISSE.



                                                           3
piucheperfetto         perfetto          imperfetto       presente         futuro         futuro perfetto


                 laud-er-a-m           laud-a-v-i       laud-a-b-a-m       laud-o        laud-a-b-o        laud-a-v-er-o
                  laud-er-a-s        laud-a-v-isti       laud-a-b-a-s     laud-a-s      laud-a-b-i-s      laud-a-v-er-i-s
                  laud-er-a-t         laud-a-v-it        laud-a-b-a-t     laud-a-t      laud-a-b-i-t      laud-a-v-er-i-t
               laud-er-a-mus        laud-a-v-imus     laud-a-b-a-mus    laud-a-mus    laud-a-b-i-mus    laud-a-v-er-i-mus
                laud-er-a-tis        laud-a-v-isti     laud-a-b-a-tis    laud-a-tis    laud-a-b-i-tis    laud-a-v-er-i-tis
                laud-er-a-nt       laud-a-v-erunt      laud-a-b-a-nt     laud-a-nt     laud-a-b-u-nt     laud-a-v-er-i-nt

                monu-er-a-m           monu-i           mon-e-b-a-m       mon-e-o       mon-e-b-o           monu-er-o
                monu-er-a-s          monu-isti         mon-e-b-a-s       mon-e-s       mon-e-b-i-s        monu-er-i-s
  modo          monu-er-a-t           monu-it          mon-e-b-a-t       mon-e-t       mon-e-b-i-t        monu-er-i-t
indicativo     monu-er-a-mus        monu-imus         mon-e-b-a-mus     mon-e-mus     mon-e-b-i-mus      monu-er-i-mus
               monu-er-a-tis         monu-isti        mon-e-b-a-tis     mon-e-tis     mon-e-b-i-tis      monu-er-i-tis
                monu-er-a-nt        monu-erunt         mon-e-b-a-nt      mon-e-nt     mon-e-b-u-nt        monu-er-i-nt

                audi-er-a-m          aud-i-v-i         audi-e-b-a-m       aud-i-o       audi-a-m           aud-i-v-er-o
                 audi-er-a-s        aud-i-v-isti        audi-e-b-a-s      aud-i-s        audi-e-s         aud-i-v-er-i-s
                 audi-er-a-t         aud-i-v-it         audi-e-b-a-t      aud-i-t        audi-e-t         aud-i-v-er-i-t
               audi-er-a-mus       aud-i-v-imus       audi-e-b-a-mus    aud-i-mus      audi-e-mus       aud-i-v-er-i-mus
                audi-er-a-tis       aud-i-v-isti       audi-e-b-a-tis    aud-i-tis      audi-e-tis       aud-i-v-er-i-tis
                audi-er-a-nt       aud-i-v-erunt       audi-e-b-a-nt     aud-i-nt       audi-e-nt        aud-i-v-er-i-nt



                laud-a-v-isse-m   laud-a-v-er-i-m      laud-a-re-m       laud-e-m
                 laud-a-v-isse-s   laud-a-v-er-i-s     laud-a-re-m       laud-e-m
                 laud-a-v-isse-t   laud-a-v-er-i-t     laud-a-re-m       laud-e-m
              laud-a-v-isse-mus laud-a-v-er-i-mus      laud-a-re-m       laud-e-m
               laud-a-v-isse-tis laud-a-v-er-i-tis     laud-a-re-m       laud-e-m
               laud-a-v-isse-nt  laud-a-v-er-i-nt      laud-a-re-m       laud-e-m

                monu-isse-m        monu-er-i-m         mon-e-re-m       mone-a-m
                monu-isse-s        monu-er-i-s         mon-e-re-m       mone-a-m
   modo         monu-isse-t        monu-er-i-t         mon-e-re-m       mone-a-m
congiuntivo    monu-isse-mus      monu-er-i-mus        mon-e-re-m       mone-a-m
               monu-isse-tis      monu-er-i-tis        mon-e-re-m       mone-a-m
                monu-isse-nt       monu-er-i-nt        mon-e-re-m       mone-a-m

               aud-i-v-isse-m      aud-i-v-er-i-m       aud-i-re-m       audi-a-m
                aud-i-v-isse-s      aud-i-v-er-i-s      aud-i-re-m        audi-a-s
                aud-i-v-isse-t      aud-i-v-er-i-t      aud-i-re-m        audi-a-t
              aud-i-v-isse-mus    aud-i-v-er-i-mus      aud-i-re-m      audi-a-mus
               aud-i-v-isse-tis    aud-i-v-er-i-tis     aud-i-re-m       audi-a-tis
               aud-i-v-isse-nt     aud-i-v-er-i-nt      aud-i-re-m       audi-a-nt


 fig.7 Tabella riepilogativa dei modi indicativo e congiuntivo nella coniugazione regolare dei verbi in latino




                                                         4
Il VERBO ESSERE

   In due giorni si studieranno i modi indicativo e congiuntivo del verbo 'essere'.


Modo indicativo
   Il verbo 'essere' ha due temi, in e e fu. Come si può vedere dalla tabella sottostante
   (fig.9) non vi sono grandi differenze con quanto già studiato: il cambio da b in r nei
   tempi imperfetto e futuro, la forma arcaica in asse del congiuntivo imperfetto delle
   coniugazioni regolari e quella in esse del verbo 'essere'.


 Lodare         piucheperfetto         perfetto           imperfetto       presente       futuro       futuro perfetto

                   laud-er-a-m          laud-(a-v)-i       laud-a-b-a-m       laud-o     laud-a-b-o     laud-(a-v)-er-o
                    laud-er-a-s       laud-(a-v)-isti       laud-a-b-a-s     laud-a-s   laud-a-b-i-s   laud-(a-v)-er-i-s
    modo            laud-er-a-t        laud-(a-v)-it        laud-a-b-a-t     laud-a-t   laud-a-b-i-t   laud-(a-v)-er-i-t
  indicativo     laud-er-a-mus       laud-(a-v)-imus     laud-a-b-a-mus    laud-a-mus laud-a-b-i-mus laud-(a-v)-er-i-mus
                  laud-er-a-tis       laud-(a-v)-isti     laud-a-b-a-tis    laud-a-tis laud-a-b-i-tis laud-(a-v)-er-i-tis
                  laud-er-a-nt      laud-(a-v)-erunt      laud-a-b-a-nt     laud-a-nt  laud-a-b-u-nt laud-(a-v)-er-i-nt



                laud-(a-v)-isse-m   laud-(a-v)-er-i-m                        laud-e-m
                                                           laud-are-m
                 laud-(a-v)-isse-s   laud-(a-v)-er-i-s                        laud-e-s
     modo        laud-(a-v)-isse-t   laud-(a-v)-er-i-t                        laud-e-t
  congiuntivo laud-(a-v)-isse-mus laud-(a-v)-er-i-mus                      laud-e-mus
               laud-(a-v)-isse-tis laud-(a-v)-er-i-tis       arcaico:       laud-e-tis
               laud-(a-v)-isse-nt  laud-(a-v)-er-i-nt     laud-a-sse-m      laud-e-nt


 Essere         piucheperfetto         perfetto           imperfetto       presente       futuro       futuro perfetto

                     fu-er-o               fu-i             e-r-a-m         [e] su-m        e-r-o            fu-er-o
                    fu-er-a-s             fu-isti           e-r-a-s            e-s         e-r-i-s          fu-er-i-s
    modo            fu-er-a-t              fu-it            e-r-a-t            e-st        e-r-i-t          fu-er-i-t
  indicativo      fu-er-a-mus            fu-imus           e-r-a-mus       [e] su-mus    e-r-i-mus        fu-er-i-mus
                   fu-er-a-tis            fu-isti          e-r-a-tis          es-tis      e-r-i-tis        fu-er-i-tis
                   fu-er-a-nt           fu-erunt            e-r-a-nt        [e] su-nt     e-r-i-nt         fu-er-i-nt


                                                                            si-[e]-m
                                                                             si-[e]-s
                                                                             si-[e]-t
                                                                           si-[e]-mus
                   fu-isse-m           fu-er-i-m            e-sse-m         si-[e]-tis
                    fu-isse-s           fu-er-i-s            e-sse-t        si-[e]-nt
     modo           fu-isse-t           fu-er-i-t            e-sse-s
  congiuntivo     fu-isse-mus         fu-er-i-mus          e-sse-mus       arcaico:
                   fu-isse-tis         fu-er-i-tis          e-sse-tis       fu-a-m
                   fu-isse-nt          fu-er-i-nt           e-sse-nt         fu-a-s
                                                                             fu-a-t
                                                                           fu-a-mus
                                                                            fu-a-tis
                                                                            fu-a-nt

    fig.9 Confronto dei modi indicativo e congiuntivo nelle quattro coniugazioni regolari e nel verbo 'Essere'
                                                      [e] : la vocale (arcaica) e si perde davanti ad u oppure i


                                                          5
Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma passiva

   In due giorni si studierà la forma passiva dei modi indicativo e congiuntivo delle
   coniugazioni regolari.


Modo indicativo
   Tutti i tempi, sia nel modo indicativo che congiuntivo, hanno la desinenza in:

           r (io)            ris (tu)    tur (lui)    mur (noi)    mini (voi)        ntur (loro)
                                                       fig.10 Le desinenze nella forma passiva



   Solo nei tempi piucheperfetto, perfetto e futuro nel modo indicativo e piucheperfetto e

   perfetto nel modo congiuntivo la desinenza cambia aspetto e presenta forma
   sostantivata con il verbo 'essere' come ausiliare:


                             piucheperfetto                    perfetto                             futuro
                                          e-r-a-m                           su-m                                e-r-o
                    amat-                             amat-                             amat-
                                           e-r-a-s                           e-s                               e-r-i-s
      modo                                 e-r-a-t                           e-st                              e-r-i-t
                    monit-     us ,a ,um              monit-   us ,a ,um                monit-     us ,a ,um
    indicativo                           e-r-a-mus                         su-mus                            e-r-i-mus
                                          e-r-a-tis                         es-tis                            e-r-i-tis
                    audit-                            audit-                            audit-
                                          e-r-a-nt                          su-nt                             e-r-i-nt

                             piucheperfetto                    perfetto
                                          esse-m                            si-m
                    amat-                             amat-
                                           esse-t                            si-s
       modo                                esse-s                            si-t
                    monit-     us ,a ,um              monit-   us ,a ,um
    congiuntivo                          esse-mus                          si-mus
                                          esse-tis                          si-tis
                    audit-                            audit-
                                          esse-nt                           si-nt
                                              fig.11 Indicativo e congiuntivo, tempi di forma passiva sostantivata




                                                          6
IL NOME

            Nella lingua latina non abbiamo l'articolo come in quella italiana: il nome porta in sé il
            marcatore delle relazioni sintattiche7 (posto in fine di parola) che si chiama caso:
                            del cane           >        canis            dalla rosa       >         rosa


            Il concetto di caso «raggruppa un certo numero di funzioni sintattiche, attorno ad
            alcune grandi funzioni logico-semantiche (il nominare, il determinare, il destinare, il
            movimento ecc.)»8.
            Abbiamo sei casi nella lingua latina:
                1.   il caso nominativo (la forma preesistente e primitiva del nome)
                2.   il caso genitivo (il determinare o del possesso)
                3.   il caso dativo (il destinare)
                4.   il caso causativo (la causa9)
                5.   il caso vocativo (l'invocazione; «un caso analogo, ma non certo uguale, al
                nominativo, una sorta di quasi nominativo» 10, l'unico caso che si riferisce alla 2a
                persona)
                6.   il caso ablativo (l'allontanamento)
            Il caso nominativo e quello vocativo sono detti casi diretti, separati dagli altri casi detti
            obliqui, perchè si relazionano direttamente al verbo senza bisogno di preposizioni.


            I nomi sono organizzati in serie, chiamate declinazioni, che sono basate sulla vocale
            presente nel caso ablativo 11 (o sesto caso o caso propriamente latino) di numero
            singolare:
                1.   la declinazione con vocale tematica in a
                2.   la declinazione con vocale tematica in e
                3.   la declinazione con vocale tematica in i
                4.   la declinazione con vocale tematica in o
                5.   la declinazione con vocale tematica in u

7   Porzio Gernia (pag. 6); per una ipotesi linguistica su tale diversità cfr Porzio Gernia (pag. 2-4)
8   Flocchini
9   L'accusativo «[...] deve il suo nome latino, e quindi italiano, a un fraintendimento dei grammatici ellenistici del 1°
    sec. a.C., che collegarono αἰτιατικ ὴ πτ ῶ σις al verbo α ἰτι άομαι “accusare” (mentre invece α ἰτιατικ ή deve ritenersi
    derivato da αἰτιατόν “causatum”, termine tecnico della metafisica aristotelica: in origine, quindi, nell'accusativo fu
    visto       il   caso   denotante    ciò       su   cui     incide   l’azione   verbale    intesa      come    causa).»
    URI:http://www.treccani.it/vocabolario/causativo
10 Calboli (pag. 44 e 53)
11 Varrone (X 62) «Sin ab singulari quis potius proficisci volet, initium facere oportebit ab sexto casu, qui est proprius
    Latinus: nam eius casuis litterarum discriminibus facilius reliquorum varietatem discernere poterit, quod ei habent
    exitus aut in A, ut hac terra, aut in E, ut hac lance, aut in I, ut hac clavi, aut in O, ut hoc caelo, aut in U, ut hoc
    versu. Igitur ad demonstrandas declinationes biceps via haec.»

                                                                7
IL NOME DI NUMERO SINGOLARE

        In sette giorni si studieranno cinque sequenze di dati omogenei, una logica ed una
        struttura comune. Si apprenderà infine a gestire le desinenze regolari singolari per
        declinazione basandosi sulla vocale tematica e relazionando tra loro i singoli elementi
        tramite una logica su una struttura comune, ponendo attenzione all'evoluzione storica
        della lingua latina.


   Elementi
        Nel loro insieme, le desinenze regolari singolari dei nomi nella lingua latina sono:
      A E I O U Ae Ei Ui Am Em Im Om Um Es Is Us VARIE(decl. vocale in i) R12(decl. vocale in o)

        Primo giorno. La prima sequenza da memorizzare:

                 1               2              3             4             5
                 A               E              I             O             U
                                                        fig.12 Le cinque vocali

        Secondo giorno. La seconda sequenza da memorizzare:

                      Ae                        Ei                    Ui
                                                fig.13 Le desinenze in dittongo

        Terzo giorno. La terza sequenza da memorizzare:

                           u M                             TUTTE*                          *le varianti: vocale + m
                                                      fig.14 Le desinenze in M

        Quarto giorno. La quarta sequenza da memorizzare:

                           Us                            Es                 Is
                                                      fig.15 Le desinenze in S

   Logica
        Quinto giorno. La quinta sequenza da memorizzare e poi sciogliere:

                     m I                  s O                              v AR ie                    d I ttonghi
                                                                                       fig.16a «mi so varie e dittonghi»

                                                     Le desinenze di tipo vario dei nomi di
                                                     numero singolare e genere neutro della
              La struttura            La struttura                                                   Le desinenze in
                                                     declinazione con vocale in i hanno la
             delle desinenze         delle desinenze                                                dittongo hanno la
                                                     stessa struttura delle desinenze in UM
                   in M                    in S                                                     stessa struttura
                                                     dei nomi di genere neutro e numero
               si alterna a            si alterna a                                                  delle desinenze
                                                     singolare; se il genere non è neutro
                quella in I            quella in O                                                         in I
                                                     hanno la stessa struttura delle
                                                     desinenze di numero singolare in A e R
                                                                      fig.16b «Mi so varie e dittonghi» una volta sciolto



12 Anticamente il nominativo in R della II declinazione era in rOs come in puer-Os → puer o in taur-Os → taur-Us

                                                                  8
Struttura
        Sesto giorno. La sesta sequenza da memorizzare:




                                            1 - A                                       2 - E




                                            3 - I                                      4 - O

                                                                   Attributi
                                                    - Abbiamo desinenze in U in tutti i casi
                                                    tranne nel 2° (genitivo)
                                                    - Nemmeno l'uscita in Ui è presente nel
                                                    2° caso (genitivo)
                                                    - Nel 6° caso (ablativo) abbiamo solo
                                                    desinenze in vocale: A, E, I, O, U
                                                    - Cinque vocali per cinque declinazioni13

                                                    NB: È una oscenità anche solo pensare
                                                    ad una uscita in S nel 4° caso
                                                    (causativo).
                                            5 - U
                                                                        fig.17 La sesta sequenza



13 Varrone, Taylor

                                              9
fig.18 Tavola delle desinenze suddivise per caso e tipo




Breve apparato di varianti, note di grammatica storica e tavola delle desinenze
    1. Anticamente la declinazione con vocale tematica in o non aveva l'attuale struttura a sei

    desinenze in: Us, I, O, Um, E, O ma una struttura con desinenze in: Os, Oi, O, Om, E, Od.

    2. Nel latino arcaico tutte le desinenze del 6° caso (l'ablativo) erano in: vocale +D.

    3. I nomi di genere neutro della declinazione con vocale tematica in o hanno desinenze in Um
    nel 1° caso (nominativo), nel 4° (causativo) e nel 5° (vocativo). Per i nomi della declinazione

    con vocale tematica in u invece si hanno desinenze in Um solo nel 4° caso (causativo). Nel 4°

    caso le desinenze in M sono: Am, Em, Im, Om, Um (punto 1).

    4. I nomi di genere neutro della declinazione con vocale tematica in i hanno desinenze varie (da
    trovare volta per volta tramite il vocabolario di latino) sempre nel 1° caso (nominativo), nel 4°
    (causativo) e nel 5° (vocativo).
    5. La declinazione con vocale tematica in o ha desinenze in R nel 1° caso (nominativo) e nel 5°
    (vocativo); cfr nota 10.
    6. Le desinenze in I presenti nel 2° caso (genitivo) ed in E nel 5° (vocativo) sono specifiche solo

    della declinazione con vocale in o; cfr punto 1. Le desinenze in Us presenti nel 1° caso
    (nominativo) possono appartenere tanto a nomi della declinazione con vocale tematica in o
    quanto a quelli in u; punto 1.




                                                  10
IL NOME DI NUMERO PLURALE

        In otto giorni si studieranno quattro sequenze di dati omogenei, una logica ed una
        struttura comune. Si apprenderà infine a gestire le desinenze regolari plurali
        relazionando tra loro i singoli elementi tramite una logica su una struttura comune,
        ponendo particolare attenzione alle desinenze omografe di numero singolare e plurale
        dei nomi nella lingua latina.


   Elementi
        Nel loro insieme, le desinenze regolari plurali dei nomi nella lingua latina sono in:
                               Ae I Ua Ia A Uum Ium rum Um As Es Is Os Us Bus

        Primo giorno. La prima sequenza da memorizzare:

                  Es               Us             Is             Bus
                                                  fig.19 Le desinenze in S

        Secondo giorno. La seconda sequenza da memorizzare (vedi sezione Logica):

                   M               S
               fig.20 Le desinenze in M, S

        Terzo giorno. La terza sequenza da memorizzare (le desinenze in Ua, Ia, A):

                         v I a
          fig.21 Le desinenze in Ua, Ia, A

        Quarto giorno. La quarta sequenza da memorizzare:

                  Ae               I
              fig.22 Le desinenze in Ae, I

   Logica
        Quinto giorno. La seconda sequenza da sciogliere:

                           M                               S
                                             fig.23a La seconda sequenza

              Um Uum Ium rum14 Um                   As Es Os Us
                            fig.23b La seconda sequenza una volta sciolta

        Sesto giorno. La terza sequenza da sciogliere:

                                 v I a
                               fig.24a La terza sequenza

                               Ua Ia a
             fig.24b La terza sequenza una volta sciolta
14 Grammatici Latini (IV p. 356) «Quaecumque nomina ablativo casu singulari a vel o fuerint terminata genetivum
   pluralem in quid mittunt? In rum, dativum et ablativum in is. Quaecumque nomina ablativo casu singulari e vel i
   vel u fuerint terminata. Genetivum pluralem in quid mittunt? Si e correpta fuerit, in um; si producta, in rum; si i
   fuerit, in ium; si u, in uum geminata u littera. Dativum et ablativum in quid mittunt? In bus omnia.»

                                                           11
Struttura
   Settimo giorno. La quinta sequenza da memorizzare:




                                         1 – Es Us                            2 – Is bus




                                              3 - M                                4 - S




                                         5 – v I a                             6 – Ae I
                                                                   fig.25 La sesta sequenza

   Ottavo giorno. Le desinenze omografe dei nomi, di numero singolare e plurale sono:

      declinazione con vocale in:   a     o         e      u
            desinenze omografe:     Ae    I         Es    Us
                                         fig.26 Le cinque vocali


                                               12
fig.27 Tavola delle desinenze suddivise per caso e tipo



             13
IL PRONOME (di tipo non personale)

  In trenta minuti si studieranno tutte le desinenze dei pronomi, tranne quelli di tipo
  personale, sia di numero singolare che plurale.

  Primi cinque minuti. Tutte le tabelle che seguono sono da leggere, non da studiare:




                                           fig.28 Tavola I delle desinenze suddivise per tipo e caso




                                          14
fig.29 Tavola II delle desinenze suddivise per tipo e caso


Successivi venticinque minuti. Le declinazioni dei pronomi di numero singolare

hanno lo stesso pattern (o schema ricorrente): desinenze VARIE in nominativo,

desinenze in S in genitivo, I in dativo, M oppure N in causativo ed in A oppure O in
ablativo (fig.30).




                                              fig.30 Il pattern delle desinenze di numero singolare

Le desinenze dei pronomi di numero singolare nel caso genitivo sono sempre in US;

quelle in A nel caso ablativo sono sempre di genere femminile tranne nei pronomi
interrogativi dove sono di genere neutro; le desinenze di genere neutro nei casi

nominativo e causativo sono sempre VARIE: S I M O N A.

I pronomi di numero plurale hanno le stesse desinenze dei sostantivi con vocale

tematica in A, O ed I.

Tipi particolari sono le desinenze in eorun (+dem), earun (+dem) presenti nel caso
genitivo del pronome determinativo 'Idem' in tutti e tre i generi (cfr fig.30).




                                         15
fig.31 L'uscita in genitivo del pronome determinativo 'idem'



   IL PRONOME PERSONALE

        I pronomi personali si declinano in modo diverso dagli altri tipi di pronome e non
        hanno il numero plurale: «[..] hanno per la formazione del plurale un tema diverso dal
        singolare (me-, no- e te-, vo-), il che non desta meraviglia se si pensa che 'nos' 'vos'
        non sono veri plurali, perchè nos = 'noi', non vuol dire 'più io', ma 'io ed altri' e così
        vos = 'voi', non vuol dire 'più tu', ma 'tu ed altri'.»15




                                                             fig.32 Tavola riassuntiva dei pronomi personali




15 Tantucci (p. 112)

                                                   16
BREVE APPARATO BIBLIOGRAFICO

  Nicolas BEAUZÉE, Grammaire générale ou exposition raisonnée des éléments nécessaires du
  langage, pour servir de fondement à l’étude de toutes les langues. Paris 1767


  Gualtiero CALBOLI, Varrone e la teoria dei casi. In: Papers on grammar 6 edited by Gualtiero
  Calboli. CLUEB 2001


  Nicola FLOCCHINI, Terminologia grammaticale, analisi logica e didattica del latino. In: Tracciati -
  Rivista alla ricerca della scuola, 12/12/1999
  URL:http://www.graffinrete.it/tracciati/storico/anno99/


  Probi Donati Servii qui feruntur De arte grammatica libri ex recensione Henrici Keilii In:
  GRAMMATICI LATINI, vol. IV, Lipsiae Teubner 1864


  Varro On the latin language. With an english translation by Roland G. KENT. London Heinemann,
  1938


  Daniela NOTARBARTOLO, La Didattica Breve nell’insegnamento del latino.
  URL:http://www.rivistazetesis.it/la_didattica_breve_nell.htm Originariamente in: Zetesis 1998-1


  Maria Luisa PORZIO GERNIA, Latin declension: a theoretical and methodological approach. In:
  Papers on grammar 2 edited by Gualtiero Calboli. CLUEB 1986


  Antonietta SCARANO, Storia grammaticale dell’aggettivo. Da sottoclasse di parole a parte del
  discorso.
  URL:http://lablita.dit.unifi.it/preprint/preprint-97coll01.pdf Ora in: Studi di Grammatica Italiana, a
  cura dell’Accademia della Crusca, vol. XVIII, 1999


  Daniel J. TAYLOR, Latin declensions and conjugations: from Varro to Priscian.
  URL:http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/hel_07508069_1991_num_13_ 2
  2334 Originariamente in: Histoire Épistémologie Langage, tome 13 fascic. 2, 1991 pagg 85-109


  TANTUCCI, Note di grammatica storica. In: Danielli-Saccomanno-Tantucci,Grammatica latina per la
  I e la II classe. Cappelli ed. 1961


  VARRO De Lingua Latina X. A new critical text and English translation with prolegomena and
  commentary by Daniel J. Taylor. Benjamins 1996


  Alfonso TRAINA e Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario. Patron (1972) 1998


  Edoard VINEIS, Il latino. Il Mulino 2005 (estratto dal volume: Le lingue indoeuropee, a cura di A.
  Giacalone Ramat e P. Ramat, Il Mulino 1993, pp. 289-348)


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  • 1. LATINO SENZA DECLINAZIONE di Paolo Nagliati paolonagliati@yahoo.it edizione 2012/bis
  • 2. Testi originali © 2009-2012 by Paolo Nagliati. Some rights reserved (alcuni diritti riservati) Quest'opera è distribuita secondo licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 3.0 Italia: Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0) Questo è un riassunto in linguaggio accessibile a tutti del Codice Legale (la licenza integrale): URI: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/legalcode Tu sei libero: di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. Prendendo atto che: Rinuncia — E' possibile rinunciare a qualunque delle condizioni sopra descritte se ottieni l'autorizzazione dal detentore dei diritti. Pubblico Dominio — Nel caso in cui l'opera o qualunque delle sue componenti siano nel pubblico dominio secondo la legge vigente, tale condizione non è in alcun modo modificata dalla licenza. Altri Diritti — La licenza non ha effetto in nessun modo sui seguenti diritti: Le eccezioni, libere utilizzazioni e le altre utilizzazioni consentite dalla legge sul diritto d'autore; I diritti morali dell'autore; Diritti che altre persone possono avere sia sull'opera stessa che su come l'opera viene utilizzata, come il diritto all'immagine o alla tutela dei dati personali. Nota — Ogni volta che usi o distribuisci quest'opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. In copertina: Rilievo in marmo, II-III sec. d.C. Treviri, Rheinisches Landesmuseum URI: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Roman_school.jpg?uselang=it
  • 3. INDICE INTRODUZIONE.................................................................................................1 Il VERBO...........................................................................................................2 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma attiva............................................2 Il VERBO ESSERE...............................................................................................5 Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma passiva..........................................6 IL NOME............................................................................................................7 IL NOME DI NUMERO SINGOLARE........................................................................8 IL NOME DI NUMERO PLURALE...........................................................................11 IL PRONOME (di tipo non personale)...................................................................14 IL PRONOME PERSONALE..................................................................................16 BREVE APPARATO BIBLIOGRAFICO.....................................................................17
  • 4. INTRODUZIONE Questo studio è frutto di un processo di distillazione della morfologia regolare del nome, dell'aggettivo, del pronome e del verbo (nei modi indicativo e congiuntivo) secondo i criteri propri della Didattica Breve1. Il sistema di analisi grammaticale utilizzato è quello presente nel libro 'De lingua Latina' di Marco Terenzio Varrone; le parti del discorso sono quattro: le parole che hanno i casi (il nome), quelle che hanno i tempi (il verbo), quelle che non hanno casi e tempi, quelle che ha sia casi che tempi2. Prima conseguenza dell'utilizzo del sistema varroniano è l'inclusione dell'aggettivo nella classe del nome, come presente in tutta la tradizione grammaticale latina. Marco Terenzio Varrone utilizza un aggettivo della II classe ('levis') come esempio per identificare la declinazione con vocale tematica in 'i' che nella manualistica moderna è denominata III declinazione. L'identificazione dell'aggettivo come parte autonoma del discorso è un fatto recente, la si trova descritta per la prima volta nei volumi della Grammaire générale ou exposition raisonnée des éléments nécessaires du langage, pour servir de fondement à l’étude de toutes les langues di Nicolas Beauzée, stampati a Parigi nel 17673. Il processo di separazione dalla classe del nome sostantivo si concluse nei primi decenni del XIX secolo con l'inserimento della classe autonoma dell'aggettivo nella manualistica scolastica. Seconda conseguenza di questa scelta è l'esclusione dell'analisi logica in quanto è un artificio didattico che risale all'idea di 'grammatica universale e ragionata' dei giansenisti di Port Royal (XVII-XVIII secolo)4. 1 Notarbartolo «La D.B. parte dal presupposto che oggi si insegna a lungo perché non si è adoperato tempo per pensare al “come”, e che un impegno anche faticoso e non certo breve per “distillare” la materia porta a maggiore chiarezza dei nessi disciplinari ed interdisciplinari, alla costruzione di un sapere strutturato, ed in conseguenza ad uno studio più rapido. Si vede dunque che alla base di questo metodo non vi è l’uso delle forbici, la compressione dei tempi o la banalizzazione, bensì uno studio serio della disciplina, una vera e propria ricerca sui nodi concettuali che vanno smontati e rimontati diversamente, a partire dalla loro valenza formativa. Il che è già di per sé un contributo degno di nota, se si pensa quanto spesso oggi le discipline siano viste come un insieme di contenuti da ripetere più che da acquisire in modo significativo […]» 2 Varrone (Prolegomena: Linguistic Theory And Practice in De Lingua Latina X; X 17; VIII 44) 3 Beauzée (II 3: Des Adjectifs); per una storia grammaticale dell’aggettivo cfr Antonietta Scarano (p. 19-23) 4 Flocchini: «Lo strumento che avrebbe dovuto permettere di analizzare con categorie logico-sintattiche universali tutte le lingue fu 'l'analisi logica', nella quale vennero riprese le categorie care alle 'grammatiche speculative del Medioevo, con la tipica commistione fra logica e grammatica (si pensi alle definizioni 'ontologiche' di soggetto, oggetto, ecc.)» 1
  • 5. Il VERBO I verbi sono organizzati in serie, chiamate coniugazioni, che sono basate sulla vocale tematica presente nella seconda persona dell'indicativo5: a, e, i. Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma attiva In due giorni si studieranno i modi indicativo e congiuntivo delle coniugazioni regolari. Modo indicativo La vocale A è suffisso caratteristico di tutti i tempi verbali che esprimono una azione compiuta nel passato. Le altre vocali sono suffissi caratteristici di quei tempi verbali che esprimono una azione da compiersi nel futuro. L'infisso ER è caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione conclusa. L'infisso B6 è caratteristico dei tempi verbali che esprimono una azione non conclusa. L'infisso che caratterizza il futuro semplice si forma per analogia con quello dell'imperfetto; l'infisso che caratterizza il futuro perfetto si forma per analogia con quello del piucheperfetto. ER+a B+a B+o, B+i, B+u ER+o, ER+i, ER+u fig.1 Il 'gioco' degli infissi e suffissi Il tempo presente è puro tema (vocale in a, e, i) con la desinenza in: o (io) s (tu) t (lui) mus (noi) tis (voi) nt (loro) fig.2 Le desinenze nel tempo presente del modo indicativo Negli altri tempi la desinenza cambia forma nella prima persona singolare: m (io) s (tu) t (lui) mus (noi) tis (voi) nt (loro) fig.3 Le desinenze negli altri tempi del modo indicativo 5 Kent (IX 109) «Itaque in reliqua forma verborum suam utr<um>que sequitur formam. Utrum in secunda <persona> forma verborum temporali<um> habeat in extrema syllaba AS <an ES> an IS a<u>t IS, ad discernendas similitudines interest: quocirca ibi potius index analogiae quam in prima, quod ibi abstrusa est dissimilitudo, ut apparet in his meo, neo, ruo: ab his enim dissimilia fiunt transitu, quod sic dicuntur meo meas, neo nes, ruo ruis, quorum unumquodque suam conservat similitudinis formam.» 6 Vineis (p. 74) «[..] in b è ravvisabile la radice *bhu-<essere> (responsabile di forme come fui, ecc.): si sarebbe dunque avuta la sequenza *-bhwam, ‘imperfetto’ del verbo <essere>, perifrasticamente aggiunta al tema verbale, cosicchè una forma come ama-bam potrebbe interpretarsi come originariamente significante <io ero nella condizione di amare>.» 2
  • 6. Un tempo intermedio tra il tempo passato che esprime una azione compiuta (piucheperfetto) e quello che esprime una azione incompiuta (l'imperfetto) ha infissi+suffisso v+desinenza diversi da quelli degli altri tempi: vi (io) visti (tu) vit (lui) vimus (noi) vistis (voi) verunt (loro) fig.4 Le desinenze del tempo perfetto, modo indicativo, della lingua latina È complicato memorizzare tutto questo e ricordare che: ieri studiavamo, oggi studiamo, domani studieremo... e l'altro ieri io studiai, tu studiasti, egli studiò, noi studiammo, voi studiaste, loro studiarono. piucheperfetto perfetto imperfetto presente futuro futuro perfetto laudavi laudo laudavisti laudas laudabo laudavit laudat laud(av)ero lauderamus laudabamus laudabimus laudavimus laudamus laud(av)erimus laudabunt laudavisti laudatis laudaverunt laudant io studiai io studio tu studiasti tu studi lui studiò lui studia noi studieramo noi studiavamo noi studiavimo noi studieremo noi studiammo noi studiamo voi studiaste voi studiate loro studiarono loro studiano fig.5 Confronto tra i tempi verbali in latino e in italiano. Le celle colorate sono artifici didattici Modo congiuntivo ed infissi particolari del futuro semplice dell'indicativo Il tempo presente è puro tema (vocale in e, a, a) con la desinenza in: m (io) s (tu) t (lui) mus (noi) tis (voi) nt (loro) fig.6 Le desinenze nel tempo presente del modo congiuntivo In origine il latino non aveva nel modo indicativo un infisso specifico per definire azioni compiute nel futuro ma si utilizzavano gli infissi del modo congiuntivo. Questo è il motivo per cui nel tempo futuro dell'indicativo abbiamo, oltre agli infissi in B+o, B+i, B+u formati successivamente per analogia con quelli dell'imperfetto, desinenze simili a quelle del presente ma con diversa vocale tematica (in e, a, a) e l'infisso in ER+i del tempo futuro remoto. L'infisso ER+i nel tempo futuro perfetto del modo indicativo è presente anche nel tempo perfetto del modo congiuntivo. Tramite un artificio didattico 'specchiamo' l'infisso ed abbiamo uno dei tre infissi che caratterizzano il tempo imperfetto sempre del modo congiuntivo: i+RE. Gli altri due infissi sono in: a+RE ed e+RE. Il tempo piucheperfetto del modo congiuntivo ha l'infisso in ISSE. 3
  • 7. piucheperfetto perfetto imperfetto presente futuro futuro perfetto laud-er-a-m laud-a-v-i laud-a-b-a-m laud-o laud-a-b-o laud-a-v-er-o laud-er-a-s laud-a-v-isti laud-a-b-a-s laud-a-s laud-a-b-i-s laud-a-v-er-i-s laud-er-a-t laud-a-v-it laud-a-b-a-t laud-a-t laud-a-b-i-t laud-a-v-er-i-t laud-er-a-mus laud-a-v-imus laud-a-b-a-mus laud-a-mus laud-a-b-i-mus laud-a-v-er-i-mus laud-er-a-tis laud-a-v-isti laud-a-b-a-tis laud-a-tis laud-a-b-i-tis laud-a-v-er-i-tis laud-er-a-nt laud-a-v-erunt laud-a-b-a-nt laud-a-nt laud-a-b-u-nt laud-a-v-er-i-nt monu-er-a-m monu-i mon-e-b-a-m mon-e-o mon-e-b-o monu-er-o monu-er-a-s monu-isti mon-e-b-a-s mon-e-s mon-e-b-i-s monu-er-i-s modo monu-er-a-t monu-it mon-e-b-a-t mon-e-t mon-e-b-i-t monu-er-i-t indicativo monu-er-a-mus monu-imus mon-e-b-a-mus mon-e-mus mon-e-b-i-mus monu-er-i-mus monu-er-a-tis monu-isti mon-e-b-a-tis mon-e-tis mon-e-b-i-tis monu-er-i-tis monu-er-a-nt monu-erunt mon-e-b-a-nt mon-e-nt mon-e-b-u-nt monu-er-i-nt audi-er-a-m aud-i-v-i audi-e-b-a-m aud-i-o audi-a-m aud-i-v-er-o audi-er-a-s aud-i-v-isti audi-e-b-a-s aud-i-s audi-e-s aud-i-v-er-i-s audi-er-a-t aud-i-v-it audi-e-b-a-t aud-i-t audi-e-t aud-i-v-er-i-t audi-er-a-mus aud-i-v-imus audi-e-b-a-mus aud-i-mus audi-e-mus aud-i-v-er-i-mus audi-er-a-tis aud-i-v-isti audi-e-b-a-tis aud-i-tis audi-e-tis aud-i-v-er-i-tis audi-er-a-nt aud-i-v-erunt audi-e-b-a-nt aud-i-nt audi-e-nt aud-i-v-er-i-nt laud-a-v-isse-m laud-a-v-er-i-m laud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-s laud-a-v-er-i-s laud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-t laud-a-v-er-i-t laud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-mus laud-a-v-er-i-mus laud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-tis laud-a-v-er-i-tis laud-a-re-m laud-e-m laud-a-v-isse-nt laud-a-v-er-i-nt laud-a-re-m laud-e-m monu-isse-m monu-er-i-m mon-e-re-m mone-a-m monu-isse-s monu-er-i-s mon-e-re-m mone-a-m modo monu-isse-t monu-er-i-t mon-e-re-m mone-a-m congiuntivo monu-isse-mus monu-er-i-mus mon-e-re-m mone-a-m monu-isse-tis monu-er-i-tis mon-e-re-m mone-a-m monu-isse-nt monu-er-i-nt mon-e-re-m mone-a-m aud-i-v-isse-m aud-i-v-er-i-m aud-i-re-m audi-a-m aud-i-v-isse-s aud-i-v-er-i-s aud-i-re-m audi-a-s aud-i-v-isse-t aud-i-v-er-i-t aud-i-re-m audi-a-t aud-i-v-isse-mus aud-i-v-er-i-mus aud-i-re-m audi-a-mus aud-i-v-isse-tis aud-i-v-er-i-tis aud-i-re-m audi-a-tis aud-i-v-isse-nt aud-i-v-er-i-nt aud-i-re-m audi-a-nt fig.7 Tabella riepilogativa dei modi indicativo e congiuntivo nella coniugazione regolare dei verbi in latino 4
  • 8. Il VERBO ESSERE In due giorni si studieranno i modi indicativo e congiuntivo del verbo 'essere'. Modo indicativo Il verbo 'essere' ha due temi, in e e fu. Come si può vedere dalla tabella sottostante (fig.9) non vi sono grandi differenze con quanto già studiato: il cambio da b in r nei tempi imperfetto e futuro, la forma arcaica in asse del congiuntivo imperfetto delle coniugazioni regolari e quella in esse del verbo 'essere'. Lodare piucheperfetto perfetto imperfetto presente futuro futuro perfetto laud-er-a-m laud-(a-v)-i laud-a-b-a-m laud-o laud-a-b-o laud-(a-v)-er-o laud-er-a-s laud-(a-v)-isti laud-a-b-a-s laud-a-s laud-a-b-i-s laud-(a-v)-er-i-s modo laud-er-a-t laud-(a-v)-it laud-a-b-a-t laud-a-t laud-a-b-i-t laud-(a-v)-er-i-t indicativo laud-er-a-mus laud-(a-v)-imus laud-a-b-a-mus laud-a-mus laud-a-b-i-mus laud-(a-v)-er-i-mus laud-er-a-tis laud-(a-v)-isti laud-a-b-a-tis laud-a-tis laud-a-b-i-tis laud-(a-v)-er-i-tis laud-er-a-nt laud-(a-v)-erunt laud-a-b-a-nt laud-a-nt laud-a-b-u-nt laud-(a-v)-er-i-nt laud-(a-v)-isse-m laud-(a-v)-er-i-m laud-e-m laud-are-m laud-(a-v)-isse-s laud-(a-v)-er-i-s laud-e-s modo laud-(a-v)-isse-t laud-(a-v)-er-i-t laud-e-t congiuntivo laud-(a-v)-isse-mus laud-(a-v)-er-i-mus laud-e-mus laud-(a-v)-isse-tis laud-(a-v)-er-i-tis arcaico: laud-e-tis laud-(a-v)-isse-nt laud-(a-v)-er-i-nt laud-a-sse-m laud-e-nt Essere piucheperfetto perfetto imperfetto presente futuro futuro perfetto fu-er-o fu-i e-r-a-m [e] su-m e-r-o fu-er-o fu-er-a-s fu-isti e-r-a-s e-s e-r-i-s fu-er-i-s modo fu-er-a-t fu-it e-r-a-t e-st e-r-i-t fu-er-i-t indicativo fu-er-a-mus fu-imus e-r-a-mus [e] su-mus e-r-i-mus fu-er-i-mus fu-er-a-tis fu-isti e-r-a-tis es-tis e-r-i-tis fu-er-i-tis fu-er-a-nt fu-erunt e-r-a-nt [e] su-nt e-r-i-nt fu-er-i-nt si-[e]-m si-[e]-s si-[e]-t si-[e]-mus fu-isse-m fu-er-i-m e-sse-m si-[e]-tis fu-isse-s fu-er-i-s e-sse-t si-[e]-nt modo fu-isse-t fu-er-i-t e-sse-s congiuntivo fu-isse-mus fu-er-i-mus e-sse-mus arcaico: fu-isse-tis fu-er-i-tis e-sse-tis fu-a-m fu-isse-nt fu-er-i-nt e-sse-nt fu-a-s fu-a-t fu-a-mus fu-a-tis fu-a-nt fig.9 Confronto dei modi indicativo e congiuntivo nelle quattro coniugazioni regolari e nel verbo 'Essere' [e] : la vocale (arcaica) e si perde davanti ad u oppure i 5
  • 9. Il VERBO. Modo indicativo e congiuntivo. Forma passiva In due giorni si studierà la forma passiva dei modi indicativo e congiuntivo delle coniugazioni regolari. Modo indicativo Tutti i tempi, sia nel modo indicativo che congiuntivo, hanno la desinenza in: r (io) ris (tu) tur (lui) mur (noi) mini (voi) ntur (loro) fig.10 Le desinenze nella forma passiva Solo nei tempi piucheperfetto, perfetto e futuro nel modo indicativo e piucheperfetto e perfetto nel modo congiuntivo la desinenza cambia aspetto e presenta forma sostantivata con il verbo 'essere' come ausiliare: piucheperfetto perfetto futuro e-r-a-m su-m e-r-o amat- amat- amat- e-r-a-s e-s e-r-i-s modo e-r-a-t e-st e-r-i-t monit- us ,a ,um monit- us ,a ,um monit- us ,a ,um indicativo e-r-a-mus su-mus e-r-i-mus e-r-a-tis es-tis e-r-i-tis audit- audit- audit- e-r-a-nt su-nt e-r-i-nt piucheperfetto perfetto esse-m si-m amat- amat- esse-t si-s modo esse-s si-t monit- us ,a ,um monit- us ,a ,um congiuntivo esse-mus si-mus esse-tis si-tis audit- audit- esse-nt si-nt fig.11 Indicativo e congiuntivo, tempi di forma passiva sostantivata 6
  • 10. IL NOME Nella lingua latina non abbiamo l'articolo come in quella italiana: il nome porta in sé il marcatore delle relazioni sintattiche7 (posto in fine di parola) che si chiama caso: del cane > canis dalla rosa > rosa Il concetto di caso «raggruppa un certo numero di funzioni sintattiche, attorno ad alcune grandi funzioni logico-semantiche (il nominare, il determinare, il destinare, il movimento ecc.)»8. Abbiamo sei casi nella lingua latina: 1. il caso nominativo (la forma preesistente e primitiva del nome) 2. il caso genitivo (il determinare o del possesso) 3. il caso dativo (il destinare) 4. il caso causativo (la causa9) 5. il caso vocativo (l'invocazione; «un caso analogo, ma non certo uguale, al nominativo, una sorta di quasi nominativo» 10, l'unico caso che si riferisce alla 2a persona) 6. il caso ablativo (l'allontanamento) Il caso nominativo e quello vocativo sono detti casi diretti, separati dagli altri casi detti obliqui, perchè si relazionano direttamente al verbo senza bisogno di preposizioni. I nomi sono organizzati in serie, chiamate declinazioni, che sono basate sulla vocale presente nel caso ablativo 11 (o sesto caso o caso propriamente latino) di numero singolare: 1. la declinazione con vocale tematica in a 2. la declinazione con vocale tematica in e 3. la declinazione con vocale tematica in i 4. la declinazione con vocale tematica in o 5. la declinazione con vocale tematica in u 7 Porzio Gernia (pag. 6); per una ipotesi linguistica su tale diversità cfr Porzio Gernia (pag. 2-4) 8 Flocchini 9 L'accusativo «[...] deve il suo nome latino, e quindi italiano, a un fraintendimento dei grammatici ellenistici del 1° sec. a.C., che collegarono αἰτιατικ ὴ πτ ῶ σις al verbo α ἰτι άομαι “accusare” (mentre invece α ἰτιατικ ή deve ritenersi derivato da αἰτιατόν “causatum”, termine tecnico della metafisica aristotelica: in origine, quindi, nell'accusativo fu visto il caso denotante ciò su cui incide l’azione verbale intesa come causa).» URI:http://www.treccani.it/vocabolario/causativo 10 Calboli (pag. 44 e 53) 11 Varrone (X 62) «Sin ab singulari quis potius proficisci volet, initium facere oportebit ab sexto casu, qui est proprius Latinus: nam eius casuis litterarum discriminibus facilius reliquorum varietatem discernere poterit, quod ei habent exitus aut in A, ut hac terra, aut in E, ut hac lance, aut in I, ut hac clavi, aut in O, ut hoc caelo, aut in U, ut hoc versu. Igitur ad demonstrandas declinationes biceps via haec.» 7
  • 11. IL NOME DI NUMERO SINGOLARE In sette giorni si studieranno cinque sequenze di dati omogenei, una logica ed una struttura comune. Si apprenderà infine a gestire le desinenze regolari singolari per declinazione basandosi sulla vocale tematica e relazionando tra loro i singoli elementi tramite una logica su una struttura comune, ponendo attenzione all'evoluzione storica della lingua latina. Elementi Nel loro insieme, le desinenze regolari singolari dei nomi nella lingua latina sono: A E I O U Ae Ei Ui Am Em Im Om Um Es Is Us VARIE(decl. vocale in i) R12(decl. vocale in o) Primo giorno. La prima sequenza da memorizzare: 1 2 3 4 5 A E I O U fig.12 Le cinque vocali Secondo giorno. La seconda sequenza da memorizzare: Ae Ei Ui fig.13 Le desinenze in dittongo Terzo giorno. La terza sequenza da memorizzare: u M TUTTE* *le varianti: vocale + m fig.14 Le desinenze in M Quarto giorno. La quarta sequenza da memorizzare: Us Es Is fig.15 Le desinenze in S Logica Quinto giorno. La quinta sequenza da memorizzare e poi sciogliere: m I s O v AR ie d I ttonghi fig.16a «mi so varie e dittonghi» Le desinenze di tipo vario dei nomi di numero singolare e genere neutro della La struttura La struttura Le desinenze in declinazione con vocale in i hanno la delle desinenze delle desinenze dittongo hanno la stessa struttura delle desinenze in UM in M in S stessa struttura dei nomi di genere neutro e numero si alterna a si alterna a delle desinenze singolare; se il genere non è neutro quella in I quella in O in I hanno la stessa struttura delle desinenze di numero singolare in A e R fig.16b «Mi so varie e dittonghi» una volta sciolto 12 Anticamente il nominativo in R della II declinazione era in rOs come in puer-Os → puer o in taur-Os → taur-Us 8
  • 12. Struttura Sesto giorno. La sesta sequenza da memorizzare: 1 - A 2 - E 3 - I 4 - O Attributi - Abbiamo desinenze in U in tutti i casi tranne nel 2° (genitivo) - Nemmeno l'uscita in Ui è presente nel 2° caso (genitivo) - Nel 6° caso (ablativo) abbiamo solo desinenze in vocale: A, E, I, O, U - Cinque vocali per cinque declinazioni13 NB: È una oscenità anche solo pensare ad una uscita in S nel 4° caso (causativo). 5 - U fig.17 La sesta sequenza 13 Varrone, Taylor 9
  • 13. fig.18 Tavola delle desinenze suddivise per caso e tipo Breve apparato di varianti, note di grammatica storica e tavola delle desinenze 1. Anticamente la declinazione con vocale tematica in o non aveva l'attuale struttura a sei desinenze in: Us, I, O, Um, E, O ma una struttura con desinenze in: Os, Oi, O, Om, E, Od. 2. Nel latino arcaico tutte le desinenze del 6° caso (l'ablativo) erano in: vocale +D. 3. I nomi di genere neutro della declinazione con vocale tematica in o hanno desinenze in Um nel 1° caso (nominativo), nel 4° (causativo) e nel 5° (vocativo). Per i nomi della declinazione con vocale tematica in u invece si hanno desinenze in Um solo nel 4° caso (causativo). Nel 4° caso le desinenze in M sono: Am, Em, Im, Om, Um (punto 1). 4. I nomi di genere neutro della declinazione con vocale tematica in i hanno desinenze varie (da trovare volta per volta tramite il vocabolario di latino) sempre nel 1° caso (nominativo), nel 4° (causativo) e nel 5° (vocativo). 5. La declinazione con vocale tematica in o ha desinenze in R nel 1° caso (nominativo) e nel 5° (vocativo); cfr nota 10. 6. Le desinenze in I presenti nel 2° caso (genitivo) ed in E nel 5° (vocativo) sono specifiche solo della declinazione con vocale in o; cfr punto 1. Le desinenze in Us presenti nel 1° caso (nominativo) possono appartenere tanto a nomi della declinazione con vocale tematica in o quanto a quelli in u; punto 1. 10
  • 14. IL NOME DI NUMERO PLURALE In otto giorni si studieranno quattro sequenze di dati omogenei, una logica ed una struttura comune. Si apprenderà infine a gestire le desinenze regolari plurali relazionando tra loro i singoli elementi tramite una logica su una struttura comune, ponendo particolare attenzione alle desinenze omografe di numero singolare e plurale dei nomi nella lingua latina. Elementi Nel loro insieme, le desinenze regolari plurali dei nomi nella lingua latina sono in: Ae I Ua Ia A Uum Ium rum Um As Es Is Os Us Bus Primo giorno. La prima sequenza da memorizzare: Es Us Is Bus fig.19 Le desinenze in S Secondo giorno. La seconda sequenza da memorizzare (vedi sezione Logica): M S fig.20 Le desinenze in M, S Terzo giorno. La terza sequenza da memorizzare (le desinenze in Ua, Ia, A): v I a fig.21 Le desinenze in Ua, Ia, A Quarto giorno. La quarta sequenza da memorizzare: Ae I fig.22 Le desinenze in Ae, I Logica Quinto giorno. La seconda sequenza da sciogliere: M S fig.23a La seconda sequenza Um Uum Ium rum14 Um As Es Os Us fig.23b La seconda sequenza una volta sciolta Sesto giorno. La terza sequenza da sciogliere: v I a fig.24a La terza sequenza Ua Ia a fig.24b La terza sequenza una volta sciolta 14 Grammatici Latini (IV p. 356) «Quaecumque nomina ablativo casu singulari a vel o fuerint terminata genetivum pluralem in quid mittunt? In rum, dativum et ablativum in is. Quaecumque nomina ablativo casu singulari e vel i vel u fuerint terminata. Genetivum pluralem in quid mittunt? Si e correpta fuerit, in um; si producta, in rum; si i fuerit, in ium; si u, in uum geminata u littera. Dativum et ablativum in quid mittunt? In bus omnia.» 11
  • 15. Struttura Settimo giorno. La quinta sequenza da memorizzare: 1 – Es Us 2 – Is bus 3 - M 4 - S 5 – v I a 6 – Ae I fig.25 La sesta sequenza Ottavo giorno. Le desinenze omografe dei nomi, di numero singolare e plurale sono: declinazione con vocale in: a o e u desinenze omografe: Ae I Es Us fig.26 Le cinque vocali 12
  • 16. fig.27 Tavola delle desinenze suddivise per caso e tipo 13
  • 17. IL PRONOME (di tipo non personale) In trenta minuti si studieranno tutte le desinenze dei pronomi, tranne quelli di tipo personale, sia di numero singolare che plurale. Primi cinque minuti. Tutte le tabelle che seguono sono da leggere, non da studiare: fig.28 Tavola I delle desinenze suddivise per tipo e caso 14
  • 18. fig.29 Tavola II delle desinenze suddivise per tipo e caso Successivi venticinque minuti. Le declinazioni dei pronomi di numero singolare hanno lo stesso pattern (o schema ricorrente): desinenze VARIE in nominativo, desinenze in S in genitivo, I in dativo, M oppure N in causativo ed in A oppure O in ablativo (fig.30). fig.30 Il pattern delle desinenze di numero singolare Le desinenze dei pronomi di numero singolare nel caso genitivo sono sempre in US; quelle in A nel caso ablativo sono sempre di genere femminile tranne nei pronomi interrogativi dove sono di genere neutro; le desinenze di genere neutro nei casi nominativo e causativo sono sempre VARIE: S I M O N A. I pronomi di numero plurale hanno le stesse desinenze dei sostantivi con vocale tematica in A, O ed I. Tipi particolari sono le desinenze in eorun (+dem), earun (+dem) presenti nel caso genitivo del pronome determinativo 'Idem' in tutti e tre i generi (cfr fig.30). 15
  • 19. fig.31 L'uscita in genitivo del pronome determinativo 'idem' IL PRONOME PERSONALE I pronomi personali si declinano in modo diverso dagli altri tipi di pronome e non hanno il numero plurale: «[..] hanno per la formazione del plurale un tema diverso dal singolare (me-, no- e te-, vo-), il che non desta meraviglia se si pensa che 'nos' 'vos' non sono veri plurali, perchè nos = 'noi', non vuol dire 'più io', ma 'io ed altri' e così vos = 'voi', non vuol dire 'più tu', ma 'tu ed altri'.»15 fig.32 Tavola riassuntiva dei pronomi personali 15 Tantucci (p. 112) 16
  • 20. BREVE APPARATO BIBLIOGRAFICO Nicolas BEAUZÉE, Grammaire générale ou exposition raisonnée des éléments nécessaires du langage, pour servir de fondement à l’étude de toutes les langues. Paris 1767 Gualtiero CALBOLI, Varrone e la teoria dei casi. In: Papers on grammar 6 edited by Gualtiero Calboli. CLUEB 2001 Nicola FLOCCHINI, Terminologia grammaticale, analisi logica e didattica del latino. In: Tracciati - Rivista alla ricerca della scuola, 12/12/1999 URL:http://www.graffinrete.it/tracciati/storico/anno99/ Probi Donati Servii qui feruntur De arte grammatica libri ex recensione Henrici Keilii In: GRAMMATICI LATINI, vol. IV, Lipsiae Teubner 1864 Varro On the latin language. With an english translation by Roland G. KENT. London Heinemann, 1938 Daniela NOTARBARTOLO, La Didattica Breve nell’insegnamento del latino. URL:http://www.rivistazetesis.it/la_didattica_breve_nell.htm Originariamente in: Zetesis 1998-1 Maria Luisa PORZIO GERNIA, Latin declension: a theoretical and methodological approach. In: Papers on grammar 2 edited by Gualtiero Calboli. CLUEB 1986 Antonietta SCARANO, Storia grammaticale dell’aggettivo. Da sottoclasse di parole a parte del discorso. URL:http://lablita.dit.unifi.it/preprint/preprint-97coll01.pdf Ora in: Studi di Grammatica Italiana, a cura dell’Accademia della Crusca, vol. XVIII, 1999 Daniel J. TAYLOR, Latin declensions and conjugations: from Varro to Priscian. URL:http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/hel_07508069_1991_num_13_ 2 2334 Originariamente in: Histoire Épistémologie Langage, tome 13 fascic. 2, 1991 pagg 85-109 TANTUCCI, Note di grammatica storica. In: Danielli-Saccomanno-Tantucci,Grammatica latina per la I e la II classe. Cappelli ed. 1961 VARRO De Lingua Latina X. A new critical text and English translation with prolegomena and commentary by Daniel J. Taylor. Benjamins 1996 Alfonso TRAINA e Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario. Patron (1972) 1998 Edoard VINEIS, Il latino. Il Mulino 2005 (estratto dal volume: Le lingue indoeuropee, a cura di A. Giacalone Ramat e P. Ramat, Il Mulino 1993, pp. 289-348) 17