1. Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 243 - Settembre/Ottobre 2012
dial gare
Settembre - Ottobre 2012
n. 243
2. SANTE MESSE
Festive 1° Venerdì del mese
18.00 prefestiva 15.00 - 17.00 Adorazione in parrocchia
7.30 - 10.30 - 18.00 (9.15 all’Istituto) Ogni domenica
Feriali 16.00 Adorazione Eucaristica presso
Lun. - Mar. - Mer.: ore 8.30 in parrocchia l’Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera
Giovedì: ore 9.00 Messa al Cimitero
(dal 15 novembre a San Martirio)
Per la richiesta di celebrazione di Sante Messe rivol-
Venerdì: ore 17.00 in parrocchia gersi in sacrestia, dopo la liturgia; oppure passare
Feriali (all’Istituto) presso la segreteria parrocchiale (lunedì - venerdì,
Lun.- Mar.- Mer.- Ven.- Sab.: ore 7.00 ore 9.30 - 12.00).
Giovedì: ore 17.00 Per questioni organizzative di calendario si consiglia
Giovedì: ore 16.00 Adorazione di non prenotare telefonicamente.
BATTESIMI VISITE AGLI AMMALATI E UNZIONE SANTA
21 ottobre, ore 18 - 25 novembre, ore 10.30 La famiglia che desidera la visita per l’Eucarestia e
13 gennaio 2013, ore 10.30 per l’Unzione santa è pregata di avvisare il parroco
La celebrazione chiede un incontro con i genitori, il o la segreteria parrocchiale.
padrino e la madrina concordato con il parroco. VISITE NEGLI OSPEDALI
Chi ha piacere di ricevere la visita dei sacerdoti del-
MATRIMONI
la parrocchia è pregato di far conoscere agli stessi
I fidanzati sono invitati a presentarsi in parrocchia
il nominativo dell’ammalato e il luogo di degenza.
per i documenti almeno tre mesi prima del matrimo-
nio, possibilmente nella giornata di sabato. FUNERALI
I parenti del defunto sono invitati a comunicare alla
CONFESSIONI parrocchia l’avvenuto decesso. Si eviti che l’avviso
Sabato, ore 17.00 - 18.00 giunga in parrocchia da parte dell’agenzia funebre.
Prima o dopo la Messa feriale. La data del funerale deve essere concordata con la
Per i ragazzi una volta al mese. parrocchia: per esigenze pastorali, può essere scel-
Per gli ammalati e gli anziani, al primo venerdì del to qualsiasi giorno, in mattinata e nel pomeriggio,
mese (e delle feste) e a richiesta. esclusi il sabato pomeriggio e i giorni festivi.
Don Diego Nodari: Via del Borgo, 2 - Tel. e Fax 035 792115 - e-mail: d.diegonodari@virgilio.it
Don Gian Maria Berta: Via del Borgo, 2 - Tel. 335 6840832
Segreteria parrocchiale: da lunedì a venerdì (9.30 - 12.30) - Tel. e Fax 035 792115
Segreteria Oratorio: Via San Carlo, 3 - Tel. 035 4380113 - e-mail: oratorio.villadadda@alice.it
Scuola materna “T. Frigerio”: Tel. 035 792014 - e-mail: maternatf.villadadda@alice.it
Istituto San Giuseppe: Tel. 035 791057
Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera: Tel. 035 791228
dial gare Pubblicità: Tel. 035 792115
(segreteria parrocchiale)
Direttore editoriale: don Diego Nodari
Distribuzione:
Redazione: don Gian Maria Berta, Lucia Baroncelli, Maria Milani - Tel. 035 784608
Davide Chiari, Luisa Dinale, Stefania Fetti, Mara Fuoco, Ritiro fotografie:
Sara Marchetti, Giovanni Nervi, Gabriele Sala, Giusi Spreafico Liliana Chiappa - Tel. 035 791625
Hanno collaborato: Claudia Andreotti, Giuditta Chiappa, Stampa: Tipografia dell'Isola s.n.c.
Luca Gambirasio, Emanuele Mangili, Federica Perico, Tel. 035 4940845 -Terno d'Isola (Bg)
Giulia Rissotto, Matteo Viscardi e-mail: tipografia@bisnet.it
Direttore responsabile: Maria Luisa Giovanzana Iscrizione al Registro stampa
Periodico della comunità parrocchiale di Villa d'Adda (Bg) del Tribunale di Bergamo n. 26 del 22 luglio 1985
Via del Borgo, 2 - n. 243 - Settembre/Ottobre 2012 - Anno XXIX Abbonamento annuo € 20,00 - Una copia € 3,50
In copertina: Andreina Parpajola, Gesù cammina sulle acque, in “Acqua. I colori del sacro”, Padova 2005
3. 3 Settembre/Ottobre 2012
Non da soli, ma da fratelli
L a fraternità cristiana. Questo è il titolo della Lettera che il nostro vescovo Francesco ha consegnato a tutte
le parrocchie della nostra diocesi per questo nuovo anno pastorale e che leggeremo insieme alle Messe
della settimana della comunità, dal 14 al 21 ottobre prossimi.
La fraternità dei cristiani nasce dall’essere fratelli di Gesù, chiamati quindi a testimoniare agli uomini la bel-
lezza della paternità di Dio. Essere fratelli non è un modo di dire, ma un dono e un impegno a costruire dei
rapporti capaci di parlare agli uomini e rendere credibile la fede che celebriamo.
Da fratelli ci mettiamo in cammino
insieme, dietro allo stesso Signore
Gesù per riscoprire quella fede che
ci accomuna: lo facciamo in questo
anno che il papa Benedetto XVI ha
dichiarato proprio Anno della Fede,
ricordando i 50 anni dall’evento stra-
ordinario del Concilio Vaticano II,
voluto con tutte le sue forze da papa
Icona Del Concilio Di Gerusalemme, Laboratorio di Spiritualità e Tecnica dell’Icona “La Glikophilousa”
Giovanni XXIII e i 20 anni dalla pub-
blicazione di Giovanni Paolo II del Ca-
techismo della Chiesa cattolica.
Certo la fede non è solo questione
di parole da sapere e questo anno ci
chiede di andare oltre le frasi fatte
per cercare di fare nostra quella pro-
fessione di fede, che forse con un po’
di abitudine recitiamo ogni domenica
a Messa. La fede non solo come in-
sieme di cose a cui/in cui credere, ma
come relazione con Gesù nella quale
si gioca la salvezza della nostra vita.
La nostra fede è ben rappresentata
dall’immagine di copertina, dove
Gesù insieme rimprovera e salva Pie-
tro, che sta affondando, dopo essere
andato incontro a Gesù che cammi-
na sulle acque. “Uomo di poca fede,
perché hai dubitato?” (Mt14,31):
Gesù lo dice a Pietro, ma lo dice an-
che a noi, perché non ci spaventiamo
della nostra “poca” fede, e ci lascia-
mo prendere per mano da Lui.
editoriale
La fede è un dono che abbiamo ricevuto, e che siamo chiamati a donare a nostra volta. Chiamati a esser
fratelli come Gesù lo è stato con ogni uomo, sentiamo che fare incontrare con Gesù le persone a cui vogliamo
bene, è il modo più bello per essere fratelli e di condividere ciò che di più prezioso abbiamo.
Questa fraternità che viene dalla fede e che genera alla fede ci obbliga ad affrontare insieme le fatiche che
le nostre comunità cristiane stanno attraversando, senza cadere nell’errore dello scarica-barile: il venir meno
della fede e di tutte quelle vocazioni anche laicali che riempivano le nostre comunità un tempo, non è un
problema di altri, o un problema del parroco e di una migliore organizzazione da dare alle cose…
Quanta capacità c’è nelle nostre comunità di annunciare il Vangelo? E perché l’annuncio è diventato sempre
più solo una questione di addetti ai lavori? E perché gli addetti ai lavori, i catechisti, sono sempre di meno?
È il momento, credo, non di mettersi in atteggiamento di “difesa” degli schemi del passato, ma di aiutarci a
curare la qualità della testimonianza della fede nella nostra vita e rendere così sempre più vero anche ciò
che celebriamo.
4. dial gare 4
Tutti noi siamo chiamati a renderci conto di una mentalità segnata dall’individualismo che noi stessi e i nostri
ragazzi assimiliamo quasi inconsapevolmente; una mentalità che alimenta la convinzione che non essere
“fratelli” di nessuno, non avere legami, non avere impegni, sia meglio; e dove la passione e l’impegno per il
bene comune sembra essere considerato un di più, se non un lusso…
Si tratta allora di costruire esperienze di fraternità vera, che tornino a far uscire le persone dalle loro case,
con la voglia di stare insieme e di confrontarsi; senza la paura di parlare delle proprie difficoltà e di chiedere
aiuto, riconoscendo nella comunità non un ostacolo, ma il luogo della condivisione di una responsabilità…
Penso soprattutto al coinvolgimento delle famiglie nei percorsi della catechesi dei figli e alla necessità da
parte dei genitori di figli adolescenti, di avere degli spazi in cui confrontarsi, da fratelli che si aiutano e non
da persone che si giudicano.
Percorsi di fraternità che siano visibili nella comunità così da parlare ai nostri ragazzi e aiutarli a capire che
si diventa uomini e grandi, quando si ha il coraggio di prendersi cura di un pezzo di mondo e non solo perché
senti di essere forte e poter fare quello che vuoi. Purtroppo o per fortuna non possiamo essere sempre forti…
Mi auguro che la festa della comunità il prossimo 14 ottobre (staccata quest’anno dalla Madonna del Rosa-
rio) aiuti tutti a cogliere nella presenza di tanti gruppi e associazioni nella nostra comunità, un dono per cui
dire grazie… Non sono nati come “passatempo” per qualcuno, ma come testimonianza di una cura e di un
servizio. Impariamo a lasciarci educare tutti, grandi e piccoli, da questa fraternità.
Buon anno a tutti,
don Diego
Ordinazione diaconale di Luca Gambirasio
Il prossimo 31 ottobre, alle ore 20.30 nella chiesa Ipogea del Seminario di Bergamo, Luca diventerà
diacono, ultimo passo prima di essere ordinato sacerdote il prossimo maggio. Siamo invitati in que-
ste prossime settimane e durante l’anno ad accompagnarlo con la preghiera.
La parrocchia organizzerà un pullman. Chi volesse partecipare alla celebrazione può iscriversi presso
la segreteria parrocchiale entro venerdì 26 ottobre.
Promemoria per tutti i genitori
Martedì 9 Ottobre ore 20.30 all’Oratorio:
Incontro genitori dei bambini di 3a e 4a elementare
editoriale
Venerdì 12 ottobre ore 20.30 all’Oratorio:
Incontro genitori dei ragazzi di 5a elementare, 1a e 2a media
A tutte le famiglie dei ragazzi della Catechesi è chiesto di essere presenti
alla S. Messa delle ore 10.30 in Parrocchia durante l’anno in queste 7 domeniche:
Domenica 14 ottobre Domenica 17 febbraio
(Mandato ai catechisti e inizio Anno catechistico) (Giornate Eucaristiche)
Domenica 11 novembre Domenica 24 marzo
Domenica 16 dicembre (Delle Palme)
Domenica 27 gennaio (inizio Settimana dell’Oratorio) Domenica 21 aprile
5. 5 Settembre/Ottobre 2012
Dalla lettera ai genitori per l’anno catechistico 2012-2013
All’inizio del nuovo anno catechistico, don Diego ha chiesto ai genitori che iscriveranno i propri
figli al cammino della catechesi (dalla 3a elementare alla 2a media) alcuni impegni precisi: la
partecipazione a una Messa mensile con i propri figli e la partecipazione agli incontri formativi,
alcuni dei quali obbligatori e altri invece più facoltativi.
Ai genitori di 2a elementare invece è chiesto di essere loro i catechisti dei loro figli, attraverso
un percorso che metta in gioco innanzitutto la propria fede. Questa modalità, già sperimentata
al tempo di don Egidio, vorrebbe essere non solo una risposta all’emergenza della mancanza di
catechisti, ma una scelta precisa sulla necessità di un coinvolgimento delle famiglie, soprattut-
to all’inizio (1a e 2a elementare) del cammino di catechesi.
Cari genitori,
eccoci all’inizio di un nuovo anno pastorale e di un nuovo anno catechistico. (…)
L’iscrizione al cammino della catechesi non è evidentemente un atto tecnico soltanto. Se così fosse, sarebbe
un po’ una perdita di tempo, perché i dati dei bambini e dei ragazzi li abbiamo già e al massimo si tratterebbe
di comunicare la data di inizio degli incontri…
In realtà, il catechismo è solo un pezzo di un discorso più ampio, che tocca insieme la comunità cristiana e
le famiglie, chiamate a costruire un cammino nel quale i nostri ragazzi possano maturare le conoscenze e le
esperienze di una vita cristiana.
Capite che diventa molto difficile iniziare il catechismo, senza che questo patto tra la comunità e le famiglie
venga in qualche modo confermato, anche e soprattutto agli occhi dei nostri ragazzi, che solo così possono
intraprendere un cammino consapevoli che i loro passi interessano a qualcuno.
Molte volte la fatica di un catechista o del sacerdote nel parlare di Gesù ai ragazzi non è motivata dalla loro
disattenzione o dalla mancanza di strumenti tecnologici in grado di incuriosirli… È piuttosto il percepire che
questi discorsi appaiono loro come inutili e finti.
Evidentemente, l’impegno a cercare di rendere più vere le parole del catechismo non può riguardare soltan-
to il catechista e quello che si fa in un’ora alla settimana all’Oratorio, ma coinvolge la testimonianza cristiana
dei genitori, il modo di vivere nelle nostre famiglie e di tutta la nostra comunità.
Non possiamo allora camminare separatamente e non possiamo pensare che per i nostri ragazzi diventare
cristiani sia solo memorizzare delle informazioni religiose. Se fosse così basterebbe qualche “esperto”… Se
fosse così (come qualcuno mi ha detto lo scorso anno), basterebbe l’ora di religione a scuola…
Se le cose stanno così, però, è evidente che un cammino di catechesi non può iniziare e finire dentro un’aula.
Esperienze di preghiera, caritative o di socializzazione sono l’occasione per una conoscenza “dal di dentro”
della vita cristiana. Come si fa, per esempio, a spiegare la Messa su banchi di un’aula o con un libro, per
quanto ben illustrato? Solo vivendola, solo incontrando lì una comunità che si raccoglie, un ragazzo capisce
cosa è la Messa…
Pensare allora che il catechismo sia l’incontro che si svolge dentro un’aula e dire a mio figlio che le altre cose
non servono, non sono così importanti, che può farne a meno…, significa mortificare il Vangelo riducendolo a
nozioni da sapere; e significa togliere a quel ragazzo la possibilità di mettere in gioco la sua vita su quella parola
del Vangelo che ha imparato a conoscere, ma che deve diventare “sua” e non solo degli altri che gliela raccon-
tano.
Lo ribadisco: i nostri ragazzi hanno solo bisogno di “cose vere”. (…)
La firma da parte dei genitori del modulo di iscrizione poi, non può essere solo il consenso a lasciare che il
figlio partecipi al catechismo. Deve essere piuttosto l’impegno della famiglia a fare la propria parte in questo
cammino. Nel caso invece una famiglia non voglia assumersi questo impegno, evidentemente c’è la neces-
sità (anche prima che il sacramento della Cresima lo richieda…) di un padrino o di una madrina che possa
impegnarsi in questo accompagnamento. (…)
6. dial gare 6
Il Calendario pastorale 2012-2013
Ottobre missionario: Stazioni quaresimali: venerdì 22 febbraio; 1° marzo;
ore 20.30 recita del Santo Rosario 8 marzo; 15 marzo; 22 marzo; 29 marzo Venerdì Santo
Mercoledì 3 ottobre a San Giovanni; 10 ottobre a San
Zenone; 17 ottobre in Oratorio nella Settimana della Co- Sacramenti Iniziazione cristiana
munità con invito particolare ai ragazzi e alle famiglie; 24
Prime Confessioni 12 maggio
ottobre a San Bernardino
Comunioni 28 aprile
Cresime 5 maggio
Mercoledì 31 ottobre, vigilia di Tutti i Santi
Ore 20.30 in Seminario a Bergamo, Ordinazione diacona-
le di Luca Gambirasio Ordinazioni presbiterali
sabato 25 maggio
- alle ore 21 ci sarà la possibilità di pregare il Santo Rosa-
rio nella chiesina della Madonna di Lourdes
- all’arrivo da Bergamo benedizione eucaristica in parroc- Anniversari di matrimonio
chia 9 giugno
- giorno dei Santi: ore 10.30 presenza di don Luca alla
Messa e rinfresco sul sagrato della chiesa parrocchiale Centri d’ascolto della Parola
Ottobre: giovedì 18 ore 20.30 in chiesa parrocchiale
Ottavario defunti Inizio insieme del cammino
Giovedì 1° novembre Ognissanti: Messe a orario festivo, Novembre: da lunedì 12 a venerdì 16
con Messa alle ore 15.30 al cimitero e non alle ore 18 in Dicembre: da lunedì 10 a venerdì 14
parrocchia
Gennaio: da lunedì 14 a venerdì 18
Gli altri giorni ore 15 Messa al cimitero Febbraio: da lunedì 18 a venerdì 22
(sabato la mattina ore 9)
Marzo: da lunedì 18 a venerdì 22
Domenica 4 novembre San Carlo: ore 18 Santa Messa in
Oratorio e non in chiesa parrocchiale Aprile: da lunedì 22 a venerdì 26
Maggio: data da stabilire per chiusura insieme
Sabato 10 e domenica 11: ricordo di tutti i defunti del
l’anno
Mese di Maggio
Sant’Andrea: venerdì 30 novembre Mercoledì 1° maggio Messa a San Giuseppe: ore 9.15
Martedì 7 a San Giovanni
Triduo: 27 presso Sant’Andrea in Catello Messa ore 20.30
28 e 29 in parrocchia Messa ore 20.30 Martedì 14 a San Zenone
Venerdì: Messa ore 10.30 (con invito ai sacerdoti nativi e Martedì 21 a San Bernardino
che hanno svolto il ministero) Martedì 28 a San Martirio
Messa ore 20.30 (presiederà mons. Erminio De Venerdì 31 a Tassodine
Scalzi, vescovo ausiliare di Milano e abate di
Sant’Ambrogio)
Sabato 1 dicembre concerto Gospel offerto dal Comune a
Battesimi
Sant’Andrea in Catello Domenica 21 ottobre ore 18 (Dedicazione della Chiesa)
Domenica 25 novembre ore 10.30
Domenica 13 gennaio ore 10.30 (Battesimo di Gesù)
Festa del dono: Epifania 6 gennaio 2013
Domenica 24 febbraio ore 18
Sabato Santo 30 marzo ore 20.30 (Veglia Pasquale)
Settimana dell’Oratorio
Domenica 21 aprile 10.30
da domenica 27 gennaio a domenica 3 febbraio 2013 Domenica 19 maggio ore 18
Domenica 23 giugno ore 10.30
Giornate eucaristiche Domenica 21 luglio ore 18
venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 febbraio Domenica 15 settembre ore 10.30
7. 7 Settembre/Ottobre 2012
L’Anno della fede
Con la Lettera apostolica, in forma di motu proprio, “Porta fidei” dell’11 ottobre 2011, papa
Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede, che avrà inizio il prossimo 11 ottobre 2012, nella
ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II (indetto dal nostro
amato e venerato papa Giovanni XXIII), e terminerà il 24 novembre 2013, solennità di Cristo Re
N el documento citato, il Papa ricorda l’Anno della fede
indetto da papa Paolo VI nel 1967 con l’intento di
«fare memoria del martirio degli apostoli Pietro e Paolo
cogliere alcuni degli interventi di Paolo VI sul tema della
fede che si sono susseguiti tra il 1967 e il 1968, durante
la preparazione e la celebrazione del XIX centenario del
nel diciannovesimo centenario della loro testimonianza martirio degli apostoli Pietro e Paolo.
suprema». Benedetto XVI segue dunque le orme del suo Al di là delle circostanze immediate nelle quali hanno
predecessore che aveva pensato questo anno «come avuto origine e del contesto storico ed ecclesiale indub-
un momento solenne perché in tutta la Chiesa vi fos- biamente mutato, anche oggi questi testi propongono
se un’autentica e sincera professione della medesima una me itazione sulla fede di grande ricchezza e pro-
d
fede» e «volle che questa venisse confermata in manie- fondità.
ra individuale e collettiva, libera e cosciente, interiore
ed esteriore, umile e franca» (n. 4). L’eredità del Concilio Vaticano II
La celebrazione dell’Anno della fede, a cinquant’anni Come l’Anno della fede indetto da Benedetto XVI si lega
dall’inizio del Concilio Vaticano II, ha suggerito alla re- al ricordo del cinquantesimo anniversario dell’inizio del
dazione di offrire ai nostri lettori alcune riflessioni e rac- Concilio Vaticano II, così quello celebrato da Paolo VI ha
Nella foto gentilmente offerta da un nipote, vediamo un giovane padre Carlo Viscardi (a destra),
mentre svolge il servizio liturgico in una celebrazione durante il Concilio Vaticano II, in San Pietro, Roma
8. dial gare 8
L’assemblea conciliare dei Vescovi nella navata centrale della basilica di San Pietro
uno stretto legame con il Concilio appena terminato. soprannaturale e vitale, di cui si alimenta il popolo di Dio,
Nell’omelia del 29 giugno 1967, aprendo l’Anno della e di cui il nostro mondo ha tanto bisogno». Alla memoria
fede, Paolo VI afferma che esso è «l’anno post-conciliare, dell’apostolo Pietro, il 23 dicembre 1966 Paolo VI associa il
nel quale la Chiesa ripensa la sua ragion d’essere, ritrova ricordo del martirio dell’apostolo Paolo e ribadisce la con-
la sua nativa energia, ricompone in ordinata dottrina il vinzione che la forma più appropriata per celebrare questa
contenuto e il senso della parola vivificante della rivela- memoria sarà la professione della fede, una professione
zione, si presenta in attitudine di umile e amorosa certez- «che dovrà essere preparata e cosciente e ferma in tutti i
za ai fratelli ancora distinti dalla nostra comunione, e si fedeli cattolici, e che potrà rivestire carattere di gaudioso
prodiga per il mondo odierno qual è, pieno di grandezza impegno sia per le singole persone, che per le varie comu-
e di ricchezza, e bisognoso fino al pianto dell’annuncio nità del popolo di Dio». La difesa dell’integrità della fede e
consolatore della fede». il suo consolidamento appaiono dunque a Paolo VI un’esi-
L’intenzione di celebrare nei debiti modi il XIX centena- genza inevitabile per la Chiesa che vive la prima stagione
rio di martirio dell’apostolo Pietro è dichiarata da Paolo postconciliare e un imperativo al quale non può sottrarsi
VI nel discorso ai padri conciliari il 18 novembre 1965, in chi ha ricevuto il ministero di successore di Pietro. Ed è per
occasione della penultima sessione pubblica del Concilio questo scopo che è indetto l’Anno della fede.
Vaticano II. Il 23 settembre 1966 Paolo VI dirà che, nelle
sue intenzioni, «l’anniversario del martirio di Pietro deve Il Credo del popolo di Dio
divenire occasione per riaffermare la fede di Pietro. Que- Il 30 giugno 1968, all’interno della celebrazione eucaristi-
sta rinnovata professione di fede - aggiunge - sarà il coro- ca in piazza San Pietro, Paolo VI proclama pubblicamen-
namento e il sigillo del Concilio ecumenico Vaticano II e te il Credo del popolo di Dio, una professione di fede che
offrirà alla Chiesa il fondamento che non crolla, la pietra vuole avere il significato di «un Amen solenne, a conclu-
appunto quale Cristo la volle e la fece, la fede di Simone, sione dell’Anno della fede, celebrato in ricordo del XIX
figlio di Giona, detto Pietro, su cui ella, la Chiesa, senti- Centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo . È
»
rà Cristo medesimo continuare la sua misteriosa, eppure una professione di fede proclamata personalmente da Pa-
storica e tangibile costruzione. Ma occorre che tale fede olo VI e, insieme, pronunciata in nome di tutto il popolo di
sia cosciente, sia sostenuta dall’intima convinzione d’es- Dio. All’Angelus di quello stesso giorno, quasi scusandosi
sere derivata dall’autorità della Parola di Dio, sia istruita e per la lunghezza e il linguaggio tecnico in alcuni passaggi
agguerrita, sia tutta luce della carità rivelatrice e salvifica della professione di fede, Paolo VI precisa che «si tratta
del Padre celeste. La celebrazione della fede di Pietro è un semplicemente d’una parafrasi del Simbolo di Nicea» che
nuovo avvenimento che non vuole essere trascurabile ne- «abbiamo voluto rendere più diffuso per confortare nei
gli annali della Chiesa, sì bene fecondo di quella certezza credenti la certezza e la chiarezza della fede comune e
9. 9 Settembre/Ottobre 2012
tradizionale» in uno dei momenti più difficili della storia della
Chiesa, segnato da laceranti discussioni, che scuotono posizioni Credo del Popolo di Dio di Paolo VI
ritenute fino a ora certe.
Signore, io credo;
Non si poteva non condividere l’inquietudine che Paolo VI aveva
più di una volta espresso di fronte all’imprudenza e al radicali- io voglio credere in Te.
smo di molti, insieme ad ammonimenti pressanti, ma al tempo
stesso insieme alla sua fermissima volontà di non fermare né O Signore, fa’ che la mia fede sia
scoraggiare alcuna ricerca valida. In quella situazione come è piena, senza riserve, e che essa penetri nel
intervenuto il Santo Padre? Non promulgando un Sillabo, non mio pensiero, nel mio modo di giudicare le
predicando, ma dando l’esempio; mettendosi alla testa dei fe- cose divine e le cose umane.
deli cattolici, non come autorità al di sopra di loro, ma come O Signore, fa’ che la mia fede sia li-
uno di loro, il primo di loro: «Ecco la mia fede». Confermando bera; cioè abbia il concorso personale della
i suoi fratelli non con una misura d’autorità, ma attraverso la mia adesione, accetti le rinunce e i doveri
testimonianza e la comunicazione del suo fervore. È questo un ch’essa comporta e che esprima l’apice de-
modo molto evangelico e apostolico di esercitare la responsabi- cisivo della mia personalità: credo in Te, o
lità dell’autorità. Signore.
O Signore, fa’ che la mia fede sia
Sono ancora questi i motivi che hanno suggerito a Benedetto
certa; certa d’una esteriore congruenza di
XVI di riproporre l’Anno della fede e di ripartire dal Credo del
prove e di un’interiore testimonianza dello
Popolo di Dio, formulato dal suo predecessore Paolo VI.
Spirito Santo, certa d’una sua luce rassicu-
rante, d’una sua conclusione pacificante,
don GiovanMaria
d’una sua assimilazione riposante.
O Signore, fa’ che la mia fede sia
forte, non tema le contrarietà dei problemi,
onde è piena l’esperienza della nostra vita
avida di luce, non tema le avversità di chi la
discute, la impugna, la rifiuta, la nega; ma
si rinsaldi nell’intima prova della Tua verità,
resista alla fatica della critica, si corrobori
nell’affermazione continua sormontante le
difficoltà dialettiche e spirituali in cui si svol-
ge la nostra temporale esistenza.
O Signore, fa’ che la mia fede sia
gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, e
lo abiliti all’orazione con Dio, e alla conver-
sazione con gli uomini, così che irradi nel
colloquio sacro e profano l’interiore beati-
tudine del suo fortunato possesso.
O Signore, fa’ che la mia fede sia
operosa e dia alla carità le ragioni della sua
espansione morale, così che sia vera amici-
zia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sof-
ferenze, nell’attesa della rivelazione finale,
una continua ricerca, una continua testimo-
nianza, un alimento continuo di speranza.
O Signore, fa’ che la mia fede sia
Il logo che segnerà tutti gli avvenimenti di quest’Anno. Esso umile e non presuma fondarsi sull’esperien-
rappresenta una barca, immagine della Chiesa, in navigazio- za del mio pensiero e del mio sentimento;
ne sui flutti. L’albero maestro è una croce che issa le vele le ma si arrenda alla testimonianza dello Spiri-
quali, con segni dinamici, realizzano il trigramma di Cristo to Santo, e non abbia altra migliore garan-
(IHS). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole che as- zia che nella docilità alla Tradizione e all’au-
sociato al trigramma, rimanda all’Eucaristia. torità del Magistero della santa Chiesa.
Per maggiori informazioni, documenti e programmi: Amen.
www.annusfidei.va www.vatican.va
10. dial gare 10
Essere adulti ed essere cristiani
Dopo aver affrontato in alcuni numeri precedenti i temi dell’infanzia e dell’adolescenza, propo-
niamo ora una riflessione sulle persone adulte, colonne portanti di ogni comunità, inclusa quel-
la cristiana. È utile e bello allo stesso tempo affrontare l’argomento ora che sta iniziando l’anno
pastorale, perché la comunità ha bisogno che ciascun adulto abbia piena coscienza di quanto sia
importante la sua presenza e il suo assumersi il ruolo di testimone e di accompagnatore di fede e
carità nei confronti dei più giovani e dei più fragili
Maurice Denis, Marta e Maria, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo, 1896
I mmaginiamoci una situazione classica da film comico e
applichiamola a noi, modesti frequentatori della comu-
nità cristiana di Villa d’Adda.
catechismo!”. Ed eccoli qui, gli obbedienti parrocchiani,
tutti seduti al tavolo il primo giorno di catechismo, un po’
scocciati e un po’ divertiti, pronti però a dimostrare che
Situazione: il parroco, un po’ imbarazzato, annuncia al di quella roba non ce n’era proprio bisogno, e che insom-
microfono dopo la Messa domenicale che sono andati ma, dopo anni e anni di partecipazione alle Messe e alle
persi una marea di documenti dell’archivio parrocchiale, attività parrocchiali, qualcosa la conoscono anche loro.
inclusi i certificati dei Sacramenti, che pertanto andranno Inutile dire che il giorno prima c’era stata la corsa al ripas-
rifatti. so, giusto per non fare una figura troppo misera, per cui
E visto che il parroco in questione è impossibile che pos- tutti erano più o meno prepararti alle domande classiche
sa ricostruire la storia di tutti i parrocchiani, per non far sulla differenza tra Nuovo e Antico Testamento, sulle pa-
torto a nessuno, ordina: “Tutti di nuovo sui banchi del rabole di Gesù, sulle tappe importanti dell’anno liturgico
11. 11 Settembre/Ottobre 2012
e cose così. Ma ‘sta qui (la catechista, si intende) cosa fa? no di relazioni personali. Non c’è risposta alla fede se non
Non va a chiedere: “Datemi una definizione di cristiano c’è la ricerca e la cura della relazione con Gesù e con gli
adulto”? “Ma come?! E Gesù? E tutto il nostro ripasso?!”. altri. Un po’ come dire che la fede ci lega a Gesù e che la
“ Vabbè”, costretti a stare al gioco, i buoni parrocchiani fede ci lega agli altri.
provano anche a rispondere: “È una persona di chiesa” e Ecco allora prospettarsi la risposta che cercavamo. Un cri-
tutti gli altri: “Sì, ma non basta”. “Si occupa degli altri” e stiano è un uomo (una donna) libero, diverso da tutti gli
tutti: ”Non basta neanche questo”. “È uno che prega”, ma altri, che desidera amare come Gesù ama; non dimentica
neppure questo sembra essere sufficiente. E giù risposte di essere amato da Dio e di rimanere in “contatto” con Lui
su risposte, tutte giuste, ma tutte insufficienti a comple- con gratitudine; si occupa e preoccupa dei fratelli, cioè
tare in una frase la descrizione di uno che, adulto, possa del suo prossimo, prendendosene cura come la situazio-
definirsi cristiano. ne lo richiede, perché sente il bisogno di mettere in pra-
A questo punto ogni lettore può continuare la storia a tica e di condividere quello che prova e quello che vive.
modo suo, però, al di là degli scherzi, provate a pensarci: Questi due aspetti, gratitudine e attenzione al prossimo,
non è facile rispondere alla domanda della nostra catechi- non sono generiche caratteristiche, ma segnano necessa-
sta. Il motivo è semplice: cosa è e cosa fa un cristiano per riamente la vita e le giornate con gesti e decisioni concre-
potersi definire tale, è una questione complessa che apre ti: sono ciò che caratterizzano e distinguono il cristiano
apparentemente a una valanga di risposte e che, non a che ha scelto di essere tale.
caso, porta spesso a discussioni anche molto accese tra La gratitudine è lo “spazio” della fede “pratica” e prati-
il “partito” di chi dice che il cristia- cata, con tutto ciò che l’accompagna:
no è innanzitutto sempre in chiesa e preghiera, Eucaristia, spiritualità.
chi afferma che il buon praticante è L’attenzione ai più piccoli, ai più de-
chiunque si dedichi alla carità. Un cristiano è un uomo boli e agli altri in generale, è lo “spa-
Cerchiamo di arrivare a una risposta zio” della carità e del servizio.
sensata, perché una risposta accet-
(una donna) libero, Una volta in cammino il cristiano
tabile un po’ per tutti ci deve pur es- diverso da tutti gli altri, comprende queste due relazioni con
sere. Per farlo partiamo, come pre- che desidera amare Dio e con gli altri non tanto come ob-
vedibile, da Gesù e dal Vangelo. come Gesù ama; non bligo, quanto come responsabilità, e
Se ci pensiamo, Gesù ci ha invitato non se la sentirà di rinunciare a nes-
a essere tutti cristiani, ma non ci ha
dimentica di essere suna delle due. Un po’ come il fatto
chiesto di essere tutti uguali: i talen- amato da Dio e di che per camminare bene è necessa-
ti, lo ha detto chiaro e tondo, sono rimanere in “contatto” rio avere due gambe.
personali. L’unica indicazione certa e con Lui con gratitudine; E se uno prega e non serve o serve
uguale per tutti è stata: “seguitemi”. e non prega? Beh, non è necessario
si occupa e preoccupa
Bene, facciamoci coraggio, visto che saltargli addosso: in fondo cadiamo
lo ha detto Lui, sicuramente da que- dei fratelli, cioè un po’ tutti prima o poi in una di que-
sta parola è possibile tirare fuori la del suo prossimo ste due “buche”. Però quando ci ac-
risposta che cerchiamo. corgiamo di deviare in questo modo
Iniziamo allora col dire che un cristia- dal percorso “maestro”, è necessario
no è uno che deve camminare; non che ci correggiamo: che sia faticoso o
in tondo ma verso una direzione. Per forza: sennò come meno, per un cristiano pregare e andare in chiesa non è
si fa a seguire qualcuno che viaggia al passo di Gesù? un optional, e servire neppure.
Proseguiamo dicendo che nel cammino che ha intrapreso Marta e Maria ci mostrano bene l’importanza dei due
il cristiano non è solo: c’è Gesù, che sta seguendo, e ci aspetti. Non è che Gesù ce l’ha con Marta perché lavora,
sono gli altri, invitati anch’essi. ma perché la sua preoccupazione è orientata solo verso
Esistono allora almeno queste due caratteristiche comu- il lavoro e il servizio, tanto che agli occhi di Gesù questa
ni: un cristiano è in cammino; un cristiano non è solo. è “agitazione”.
La cosa più interessante, e che non si può assolutamente E Maria non è brava perché ascolta invece di lavorare, ma
dimenticare nel discorso è che tutto questo non avviene perché Gesù sa che dopo aver ascoltato servirà anche lei,
per caso, ma per scelta, perché la sequela è un invito che con la differenza che comprenderà meglio le esigenze de-
si è scelto di accettare. gli altri secondo il “vocabolario” evangelico e riuscendo a
Diciamo che siamo in cammino perché amare come Gesù farlo mettendo al centro Gesù e gli altri e non solo se stes-
ama non è roba da poco, né una meta facilmente rag- sa. Marta cammina con una sola gamba, Maria con due.
giungibile. È un impegno che dura necessariamente, dal In un certo senso si può dire allora che l’essere cristiani
momento che si fa questa scelta, per tutta la vita. Diciamo costituisce la qualità della vita di chi sceglie di esserlo.
che siamo con Gesù e con gli altri perché la fede cristiana
si sviluppa, cresce, si concretizza, sempre e solo all’inter- Luisa Dinale
12. dial gare 12
«Ho saputo che… Pregherò per te!»
L’Ordinazione diaconale di Luca Gambirasio:
Mercoledì 31 Ottobre, ore 20.30, Chiesa Ipogea del Seminario
Foto di
gruppo
con i
compagni
di classe
E ra il pomeriggio di domenica 23 settembre, quando,
mentre stavo giocando a carte con i ragazzi di Cividino
e Quintano all’Oratorio, il mio cellulare è iniziato a vibrare
impegnativi, ma sono contento della scelta che ho fatto,
sono entusiasta della strada che ho intrapreso. La cosa
più bella di tutto questo è che non ho mai camminato da
all’impazzata: uno, due, tre, quattro... sms. solo reggendomi esclusivamente sulle mie gambe, sulle
Tutti quanti provenienti da ragazzi e ragazze di Villa d’Ad- mie forze, ma sempre accanto a me ci sono state, e ci
da, tutti quanti che iniziavano con “Ho saputo che...”. sono tutt’ora, tante persone che camminano con me e
Giusto il tempo di finire la partita, prendere in mano il pregano per me.
cellulare, aprire i primi messaggi e leggerli, che il mistero Allora, davanti a una tappa così importante come quella
si è subito svelato: don Diego, nelle messe domenicali, del diaconato, nonostante la sana agitazione che viene
aveva detto alla comunità che avevo fatto la domanda al quando si fa una scelta fondamentale per la propria vita,
Vescovo di essere ammesso all’ordine del diacono e che non ho paura di fare questo passo perché in tutti questi
sarebbero state esposte le pubblicazioni. anni il Signore mi ha guidato, gli amici sostenuto, la fami-
Una cosa mi ha colpito: tutti quanti terminavano con la glia incoraggiato e tutti voi, dai più piccoli fino ai grandi,
stessa espressione “pregherò per te!”. avete pregato per me, e sono certo che non smetterete
Che bello!!! Cosa poter desiderare di più? Dire semplice- proprio ora.
mente auguri o in bocca al lupo è come dire: “Sono con- Concludo dicendovi “Grazie!” per tutto quello che avete
tento per te, spero che tu riesca a realizzare quello che fatto per me e per il mio cammino (piccoli gesti, una bat-
stai facendo, buon cammino”, ma dire pregherò per te, è tuta o due parole scambiate, che magari per voi possono
tutt’altra cosa, è qualcosa di più, va ben oltre a dei sempli- essere sembrati inutili, per me sono stati preziosi: al Cre,
ci auguri. Pregherò per te è dire: “Sono contento per te e alle feste, per strada, in chiesa, in oratorio...) e mi per-
non ti lascerò camminare da solo. Sono contento per te e metto di chiedervi di continuare a pregare per me, per
ti accompagnerò in questa tua scelta. Sono contento per i miei compagni e per tutti coloro che stanno pensando
te e ti sosterrò sempre”. Pregare non è semplicemente un di regalare al Signore la propria vita. Così anche io vi pro-
ricordare qualcuno, ma è un essere vicino alla persona per metto un forte ricordo nella preghiera affinché il Signore
cui si prega anche quando non si è fisicamente accanto. vi possa ricompensare per tutto quello che mi avete re-
Il mio cammino in Seminario, che dura ormai da 13 anni, galato e vi possa sostenere, come ha fatto con me, nelle
sta giungendo al termine (qualcuno scherzando osereb- vostre vite quotidiane.
be aggiungere probabilmente). Ogni anno è stato diverso Grazie di tutto comunità di Villa d’Adda,
da quello precedente, alcuni più facili, altri più faticosi e Luca
13. 13 Settembre/Ottobre 2012
Et facc ol sègn de cruss?
(Hai fatto il segno di croce?)
A ll’inizio dell’Anno della fede, viene spontaneo andare
con la memoria ai segni di fede delle generazioni che
ci hanno preceduto. Certo, si tratta di segni, come a dire
le luminarie, la Confraternita del Santissimo Sacramento,
le Figlie di Maria in divisa, i Fanciulli cattolici, ecc. C’era la
banda musicale che, prima di partecipare alla funzione,
di piccoli germogli che tuttavia non sarebbero manifesti faceva il giro del paese, o meglio, delle osterie accompa-
se nei cuori, più o meno profondamente, non ci fosse gnata da una frotta di ragazzi.
quella radice, che si chiama fede, ereditata dai nostri ge- Il culto dei morti era ed è ancora un segno di fede. Duran-
nitori. te le sere d’estate le nostre nonne, recitando il rosario,
Quando nasceva un bambino, oltre a imporgli il nome di raggiungevano il cancello del cimitero. Riporto dagli ap-
un santo che lo avesse a proteggere, il padrino o la ma- punti di Felice Esposito alcune preghiere:
drina di solito gli regalava anche una catenina con una Terza part del rusàre,
medaglietta o una piccola croce che poi avrebbe portato a unur e gloria del Signùr,
negli anni a venire. Chi di noi non ricorda le raccomanda- in penitenza di noscc pecàcc,
zioni materne prima di uscire da casa per andare a scuo- in sufragio de töcc i noscc pòer morcc,
la? «Et dicc sö ol pàter?» (Hai recitato il Padre nostro?) per fa chi pöde pregà ol Signùr
oppure «Et facc ol sègn de cruss?» (Hai fatto il segno del- per töcc i noscc bisògn de l’anima e del corp.
la croce?). Un altro segno di fede era la recita dell’Angelus (Terza parte del rosario, / a onore e gloria del Signore, / in
a mezzogiorno, accompagnata dal suono delle campane; penitenza dei nostri peccati, / in suffragio di tutti i nostri
anche queste “segnavano” e “segnano” ancora l’inizio e poveri morti, / per far sì che possano pregare il Signore /
il termine della giornata, oltre al mezzodì e ai momenti per tutti i nostri bisogni dell’anima e del corpo.)
salienti della vita di una persona: la nascita, la morte, le Requiem etèrna dona eis Domine...
feste... Un tempo segnavano pure le calamità naturali; Anime sante,
il loro suono non solo aveva un significato informativo, anime purgante,
ma era anche inteso come una preghiera rivolta a Dio. òtre séref come notre,
Nelle case, accanto al letto, non mancava mai “l’acqua- notre éndéentérà come òtre,
santino” o, appeso alla parete, un quadro con un’effigie preghì ol Signùr per notre,
religiosa. Le numerose “tribuline” (santelle o edicole re- che notre ampréghérà per votre.
ligiose) sparse un po’ su tutto il territorio del paese, un Requiescant in pace. Amen.
tempo mete di devozione presso le quali annualmente si (L’eterno riposo dona a loro Signore... / Anime sante, /
celebrava una breve funzione, erano altri segni della fede anime purganti, / voi eravate come noi, / noi diventere-
dei nostri padri. In prossimità del Santo Natale si allestiva mo come voi, / pregate il Signore per noi, / che noi pre-
in un angolo della cucina il presepe. In casa non manca- gheremo per voi. / Riposino in pace. Amen.)
vano altarini raffiguranti la Sacra Famiglia, immagini del Segnali di fede erano anche i pellegrinaggi a San Gero-
Sacro Cuore o del Papa. Anche questi erano tanti piccoli lamo, alla Madonna di Caderizzi, alle Ghiaie di Bonate o
segni di fede. Come pure la partecipazione alle ricorrenze alla Madonna del Bosco: qua si recitavano tre corone del
parrocchiali. La festa di Sant’Antonio Abate, fino al 1945, rosario, un’Ave Maria per ogni gradino; molte persone
si celebrava nella chiesa e sul sacrato di San Giovanni: il addirittura salivano la scala in ginocchio!
santo era ritenuto non solo protettore della salute dei Un altro segno erano le “Rogazioni”: processioni fatte il
devoti ma anche protettore degli animali da stalla e da mattino in mezzo ai campi per propiziare un buon raccol-
cortile, tanto utili all’uomo di quel tempo. San Gaetano, to. Nella storia del nostro paese non mancarono le pesti-
il Santo della provvidenza, era ricordato solennemente la lenze: il colera, la “spagnola”... A tale proposito va ricor-
seconda domenica di agosto. data la peste del 1630/31 per la quale è stata tramandata
La festa della Madonna del Rosario cadeva invece la pri- la cappella dei “Morti del Rit”, voluta dalla nostra gente e
ma domenica di ottobre. Tutte queste date erano an- costruita più tardi, nel 1855.
nunciate in anticipo di una ottava con le campane che Le devozioni alla Madonna, al Sacro Cuore, ai Santi in-
suonavano a festa ogni giorno a lungo, fino a tarda sera. segnavano la pazienza nei momenti della malattia e del
Le processioni avvenivano con grande sfarzo e ordine. Il lutto e alimentavano la convinzione che Dio è presente
mattino, sul sacrato, si procedeva all’“incanto” del trono: in tutti i momenti della vita: la fede stessa diventava, nel
al gruppo miglior offerente spettava l’onore di portare suo insieme, la risposta ai grandi bisogni dell’uomo.
per le vie del paese, opportunamente addobbate, i ri-
spettivi simulacri. Non mancavano le bancarelle, i botti, Giovanni Nervi
14. dial gare 14
Volontariamente… indispensabili!
L’aiuto dei volontari, dono prezioso per la nostra Scuola dell’Infanzia
S ettembre: tempo di riapertu-
ra delle scuole, tempo di pro-
getti, calendari e prospettive.
ed esterni, l’imbiancatura di aule,
corridoi e uffici; lo sgombero del
materiale; la preparazione delle
Le scuole parrocchiali come la no- caldarroste in autunno; l’aiuto
stra, con la loro originale e speci- nella gestione delle pratiche bu-
fica proposta educativa, costitu- rocratiche; l’organizzazione di
iscono una rete significativa di feste e vendite a nostro soste-
istituti, senza i quali molte fami- gno; la partecipazione a piccole
glie si troverebbero prive di riferi- attività con i bambini come l’ani-
menti; una grande risorsa, quindi, mazione di una lettura o di uno
per la quale far quadrare i bilanci speciale evento come la festa di
non è tuttavia uno scherzo. Santa Lucia; lo scatto di fotogra-
Se i contributi comunali sono fie utili alla documentazione del
certi e importanti, spesso quelli nostro stare insieme. E molto al-
statali e regionali rappresentano tro ancora.
un’incognita, e questo fa sì che Ciascuno ci mette del proprio,
le scuole siano costrette a fare i con il tempo e le capacità di cui
salti mortali nella propria gestio- dispone, ma tutti allo stesso
ne economica. Grazie al cielo la modo si fanno dono, a testimo-
differenza, non di rado, la posso- nianza di quella carità cristiana
no fare i volontari che, con il loro che li contraddistingue e che ci
prezioso aiuto e la loro presenza, riempie tanto il cuore. Nel volon-
rappresentano un importante tariato possiamo vedere la faccia
bacino da cui attingere forza e più pratica della spiritualità e del-
sostegno. la preghiera, quel fare che - se fat-
La nostra scuola, in particolare, to per gli altri - è fatto anche per
da sempre si avvale della pre- Cristo, e nella relazione gratuita e
ziosa collaborazione di decine e solidale ben esprime quel senti-
decine di volontari, sin dai tempi mento d’amore assoluto che que-
della sua importante ristruttura- ste indispensabili persone testi-
zione fino a oggi: tante persone moniano nella nostra comunità.
che, nel corso degli anni (e per Grazie a tutti voi, dunque, che
alcuni da e per molti anni) han- quotidianamente ci accompa-
no gratuitamente sostenuto e gnate in questo favoloso e im-
condiviso il nostro fare educativo portante compito educativo, so-
con passione e infaticabile voglia stenendoci nei momenti di fatica
di fare e dare. I nostri volonta- e regalandoci tempo, spontanei-
ri sono sicuramente una delle tà e sorrisi che sono linfa impor-
espressioni più belle della cura tante per vivere con e per i nostri
della comunità verso i più piccoli. bambini nel migliore dei modi.
A ben pensarci, sono davvero Chissà poi che qualcuno, leggen-
tanti e diversi i servizi offerti alla do queste poche righe, non pos-
scuola: l’aiuto agli insegnanti sa avere la voglia o la curiosità di
nelle uscite didattiche e nel mo- partecipare a questa buona colla-
mento del riposo quotidiano; la borazione… Le nostre porte sono
pulizia settimanale delle grandi sempre aperte, venite a trovarci,
vetrate; la cura del giardino; la Alcuni volontari in gita con i bambini vi aspettiamo!
manutenzione degli spazi interni della Scuola dell’Infanzia Mara Fuoco
15. 15 Settembre/Ottobre 2012
“Nosce te ipsum!”... Conosci te stesso
Il campo estivo di prima e seconda media a Fiumenero di Valbondione
D omenica 22 luglio. Ore 16. Sotto la chiesa parrocchia-
le. Partenza per il campo medie. Destinazione: Fiu-
menero. Per i ragazzi di seconda media, il primo gruppo
hanno disegnato la loro sagoma e poi hanno risposto ad
alcune domande fatte da noi animatori scrivendo su di
essa; alla fine ci siamo ritrovati e ci siamo scambiati idee
a partire. e opinioni anche sulla base del film Stand by me, visto la
Non era la loro prima esperienza, infatti avevano già tra- sera prima, il quale racconta la storia di quattro ragazzini
scorso due giorni insieme a Mezzoldo il lunedì e il marte- che per vedere un cadavere decidono di intraprendere
dì successivi alla Pasqua 2011, tuttavia erano emozionati un viaggio. Durante questo viaggio i protagonisti si sono
come se lo fosse. Arrivati nel tardo pomeriggio nella casa confrontati, supportati e capiti, un po’ come abbiamo fat-
vacanze di Fiumenero, ci siamo sistemati nelle camere e to noi durante il lungo tragitto per salire al Curò. “Abbia-
ci siamo ritrovati nella sala dove abbiamo riso, giocato e mo camminato tanto, ma chiacchierando siamo arrivati
provato grandi emozioni per quattro giorni. Le giornate in cima alla montagna senza fare fatica: siamo sicuri che
sono passate veloci nonostante le due lunghe camminate anche i nostri compagni si sono divertiti come noi per-
di lunedì alla Manina e mercoledì al Curò che, tra un feri- ché, anche se non ci conoscevamo bene, siamo riusciti ad
to e l’altro, sono risultate due ottime occasioni per parla- andare d’accordo e a stare tutti insieme allegramente”;
re, scambiare idee e, quindi, conoscersi. Martedì è stato questo è quello che hanno detto i ragazzi di seconda me-
fatto un lavoro inerente al tema del campo “Nosce te ip- dia che, il giovedì hanno dovuto lasciare spazio ai ragazzi
sum” ovvero “Conosci te stesso”: i ragazzi, divisi a coppie, di prima media.
16. dial gare 16
Quel giorno la sveglia è suonata alle 8, dopo un’allegra nessuno ha trovato il tesoro che sarebbe stato un gelato
serata all’insegna del divertimento e dello scherzo, e alle offerto dal don, ma... nonostante tutti sappiamo quanto
9 sono iniziate le pulizie aspettando con tristezza il mo- è buono il gelato, questo non è così prezioso come il teso-
mento di andare a casa. I ragazzi di prima media sono ro di emozioni che ci siamo portati a casa da questa breve
arrivati verso le 10.30 e, dopo aver fatto una foto tutti esperienza. Il campo vissuto con i ragazzi di 1a e 2a media
insieme, i ragazzi in partenza ci hanno salutati (ammet- è stata un’esperienza unica: non capita tutti i giorni di tra-
tendo di avere gli occhi lucidi) e i ragazzi in arrivo ci sono scorrere una settimana insieme ad altre persone, alcune
venuti incontro con armi e bagagli per affrontare questa già incontrate e altre di cui si conosce poco o nulla. Ma è
avventura. Per i nuovi era la prima esperienza di campo proprio grazie a questa convivenza che siamo riusciti ad
estivo, infatti erano un po’ spaesati: capire chi doveva la- avvicinarci fra noi e a stringere dei legami, anche profon-
vare i piatti, spazzare il pavimento e, soprattutto, pulire i di: non più degli sconosciuti che nemmeno si salutano,
bagni è stato difficile. Il giorno della grande camminata, ma degli amici che si fermano volentieri per scambiare
venerdì, siamo andati in Maslana dove abbiamo mangia- quattro parole. Nonostante le fatiche e il sudore, tanto da
to i fantastici panini dei nostri cuochi e giocato insieme; essere sul punto di rinominare il campo “Barcollo ma non
il cammino è stato lungo e, anche se stanchi e affaticati, mollo”, siamo felici di aver partecipato a questa avventu-
siamo tornati a casa felici. Anche i ragazzi di prima media ra che ci ha lasciato tanto nel cuore e nella mente: ricordi
hanno visto il film Stand by me e hanno partecipato alla indelebili di una settimana all’insegna della conoscenza.
caccia al tesoro notturna in cui dovevano cercare per il Ringraziamo il don, i catechisti, i cuochi Marilena, Gra-
paese di Fiumenero gli animatori e svolgere delle prove zia e Gianni e naturalmente i ragazzi di prima e seconda
per ottenere i pezzi di puzzle che componevano la cartina media: senza di loro non avremmo potuto vivere questa
che li avrebbe portati al tesoro. Purtroppo verso le dieci esperienza.
ha iniziato a piovere, per cui il gioco è stato sospeso e Giuditta
Mezzoldo 2012: corso animatori
Un luogo di amicizia e di calore
Q uando siamo arrivate a Mezzoldo domenica 26 agosto non
sapevamo cosa aspettarci e, a essere sincere, provavamo un
po’ di timore all’idea di trascorrere una settimana in compagnia
di sconosciuti! Ci avevano assicurato che ci saremmo divertite e
che sarebbe stata una bellissima esperienza, ma come crederci?
Appena siamo scese dalla macchina, ogni paura è passata gra-
zie al sorriso degli animatori dell’Upee che accoglievano i ragazzi
man mano che arrivavano. Nel giro di un’ora, di volta in volta che
ci venivano assegnate le camere, abbiamo iniziato a fare amicizia
con coloro che sarebbero stati i nostri compagni di avventura. A Mezzoldo ognuno è libero di essere se stesso senza temere
le impressioni altrui, dando sfogo alla propria personalità. Mezzoldo è un luogo di amicizia e di calore.
Nel corso della settimana abbiamo affrontato tematiche importanti riguardo all’essere animatori, all’interno dei nostri
oratori: abbiamo capito che non esistono manuali o regole precise per diventarlo, educatori lo siamo tutti ogni volta che ci
prendiamo cura dell’altro senza aspettarci nulla in cambio, ogni volta che mettiamo da parte i nostri pensieri.
Ascolto e comunicazione: due doti fondamentali per essere educatori, ma di certo non le uniche, poiché abbiamo com-
preso che il lavoro di educatore non si impara a scuola, studiando li-
bri e seguendo elenchi di regole; per essere buoni animatori occorrono
soprattutto passione e sentimento. Mezzoldo è stato straordinario e al
momento della partenza nessuno si è stupito al vedere così tanti occhi
lucidi, quegli stessi occhi che nemmeno una settimana prima si guar-
davano attorno spaesati e impauriti: è stata un’esperienza unica e indi-
menticabile. E poi da Mezzoldo si portano a casa anche tanti sguardi,
tanti visi, tante amicizie, tanti sorrisi: tutti quelli che s’incontrano pos-
sono diventare occasione per dare al proprio stile quel tocco di colore in
più che loro ci possono regalare. E magari anche un tantino di coraggio
in più per provare a buttarsi e a darsi da fare di più.
Claudia e Chicca
17. 17 Settembre/Ottobre 2012
Sognando a occhi aperti
Terza media e adolescenti a Borgo San Lorenzo (Fi), dal 5 al 12 agosto
il resto, immerso in un’atmosfera di placida calma e di
religioso silenzio come possono essere i rifugi di monta-
gna o, nel caso di quest’anno, gli splendidi paesaggi delle
colline toscane.
Fu così che all’alba del 5 agosto del corrente anno un pul-
lman carico di aspettative e sogni lasciò Piazza della Vit-
toria disposto a offrirci una nuova esperienza, la prima
per alcuni distante da casa, non per altri, ormai in questo
veterani. In realtà, dopo tanta fatica che da due mesi a
quella parte stavamo sopportando lontano dai banchi di
scuola, non era pensabile di dirigersi fin da subito a Bor-
go San Lorenzo: fu così che gli educatori, evidentemen-
te con il consenso di don Diego, ci concessero un primo
giorno di completo relax distesi come lucertole lungo
le assolate spiagge di Cesenatico; valicati gli Appennini,
L a vita dell’uomo è una successione indeterminata di
singoli istanti che scorrono senza sosta per non torna-
re più: il tempo è, infatti, insensibile agli eventi della no-
dalla serata del giorno successivo il campo vero e proprio
avrebbe potuto avere inizio.
Uno degli aspetti che sicuramente contribuiscono a ren-
stra storia e imperturbato dissolve lentamente il nostro dere unica l’esperienza del campo adolescenti è la scel-
passato, riducendolo a vaghi ricordi di cui gradualmente ta di un titolo e di una tematica che possano in qualche
si perde perfino la certezza. Spesso non ci accorgiamo modo fare da sfondo a ogni riflessione che viene propo-
nemmeno che tutto ciò stia effettivamente avvenendo sta: non si può, infatti, prescindere da una componente
in noi, nella nostra memoria e, rapiti dalla frenesia della
società della nostra epoca e nella fretta di vivere che ci
caratterizza, non troviamo più neppure un minuto per
volgere un po’ indietro il nostro sguardo, per riferirci al
nostro trascorso, per fare il punto della nostra situazione
o per rivedere quello che non va in noi: viviamo giorno
per giorno, assorti nei nostri pensieri, trascurando noi
stessi e talvolta anche gli altri; per noi ragazzi e giovani
il rischio d’ignorare ciò che di volta in volta ci accade è
ancora più elevato.
Ma esiste una soluzione: si chiama campo adolescenti.
Per chi non ne sapesse nulla, si tratta di un’esperienza si-
curamente indimenticabile che l’oratorio mette a dispo-
sizione dei ragazzi delle medie e delle superiori, ai quali
viene proposto di trascorrere durante le vacanze estive
una settimana rigorosamente insieme, condividendo gli
stessi spazi e apprendendo nello stesso tempo a rispet-
tarsi e a vivere civilmente. È un’opportunità, una delle
poche, per poter apprezzare la gioia dello stare insieme,
per fare nuove amicizie e per estraniarsi dalle ansie del-
la vita mondana esterna, specchiandosi in se stessi, così
come negli altri, compagni di viaggio non solo per quella
breve settimana e ugualmente bisognosi di confronto, di
relazione, di legami. Il luogo designato come meta è, in-
fine, sempre adatto a permettere a ognuno di perseguire
questi obiettivi, essendo generalmente isolato da tutto
18. dial gare 18
introspettiva che accompagna ogni indagine morale e riconoscere l’importanza di sognare e di coltivare le aspi-
personale, come quella effettuata all’interno dei nostri razioni che ognuno ha. Pensare al futuro non è pensare
gruppi con la finalità ultima di approfondire tanti aspetti a qualcosa di distante e inarrivabile, è piuttosto parlare
dell’esistenza, i quali altrimenti verrebbero con tutta pro- di sé, sapersi vedere tra 5, 10, 15 anni; si tratta di saper
babilità trascurati ingiustamente; il titolo designato per il capire attraverso le esperienze che ora si fanno la vera e
campo 2012 è stato così “Sognando a occhi aperti” e il originale vocazione di ciascuno di noi.
soggetto quello delle ambizioni di ognuno nella propria Il campo è tutto questo e molto altro, l’occasione per ri-
vita. Tutti noi abbiamo bisogno di sognare, tutti abbiamo flettere con altri ragazzi nelle medesime condizioni ma
o abbiamo avuto dei desideri che, se non coltivati, pos- anche per evadere dalla quotidianità, visitando insieme
sono divenire rimpianti. Tutti noi, infine, desidereremmo a tanti amici le bellezze che l’Italia ci riserba, quelle natu-
dare alla nostra vita una forma che ci piaccia, che possa rali come le colline toscane, quelle urbane come il comu-
soddisfarci, che sia davvero nostra, ma occorre del tem- ne di Scarperia, famoso per la produzione artigianale di
po; pensare ai sogni nell’epoca fortemente pragmatica coltelli, o le magnifiche città di Firenze e Siena. Insomma,
in cui viviamo è molto difficile, specialmente al di fuori provare per credere!
di un ambiente come quello dell’oratorio, ma bisogna Matteo
19. 19 Settembre/Ottobre 2012
Volontaria alle Olimpiadi di Londra 2012!
T utto è inziato nell’estate 2010 quando io e la mia fa-
miglia facevamo visita ad amici in Inghilterra. Lì per la
prima volta ho sentito che stavano reclutando volontari
per le Olimpiadi che si sarebbero tenute due anni dopo.
Ho visitato il sito dell’organizziazione e quasi per sfizio,
senza intenzioni serie, ho compilato il form di candida-
tura online. Sembrava uno scherzo, mi chiedevano che
programmi avessi per l’estate 2012, pensavo “Beh, avrò
finito le superiori” ma non avevo altre certezze. E così è
iniziata una lunga attesa prima di sapere se fossi stata
accettata o meno. Erano più di 200mila le candidature e
solo 70mila i posti. A febbraio 2011 ho sostenuto un’in-
tervista telefonica nella quale ho parlato di me, degli
sport che mi piacciono e dello spirito di volontariato, già
presente nella mia vita. Ad aprile 2011 finalmente è ar-
rivata la notizia: mi avevano accettata. Poi vuoto, nessun
segnale fino a novembre 2011 quando mi hanno final-
mente convocato al primo evento per i volontari. Uno
spettacolo di entusiasmo, allegria ed enormi aspettative.
E poi di nuovo a casa, a continuare la vita universitaria
appena iniziata. Gennaio 2012, un’altra email, un’altra i turni erano due, dalle 8 alle 16 oppure nel pomeriggio
convocazione, e ancora aereo, Londra, altra riunione di fino alla sera tardi, dalle 15 alle 24. Il mio ruolo di inter-
anime vivaci ed energiche e poi vita normale. Ogni volta prete era necessario a ogni partita dell’Italia. Tutti i giorni
era un’enorme carica di energie, tutti non aspettavamo quindi assistevo alla partita della Nazionale, femminile o
altro che l’arrivo dell’estate. Lentamente comprendevo maschile, per essere pronta a tradurre le domande dei
quale sarebbe stato il mio ruolo. Prima mi comunicarono giornalisti quando la partita fosse finita. Ho intervistato
lo sport al quale avrei lavorato, la pallavolo, poi il ruolo, il capitano di entrambe le nazionali più volte. La prima
e cioè interprete e infine quali sarebbero stati i “perso- intervista è stata alla Lo Bianco, ero agitatissima e nono-
naggi” che avrei dovuto tradurre: giornalisti e atleti. Ogni stante il giornalista mi avesse già ripetuto le domande
volta che mi davano un’informazione in più mi sembrava da fare non smettevo di farmele ripetere. Così come le
sempre più un sogno. L’ultima riunione è stata a giugno mie gambe tremavano alla prima conferenza stampa: mi
2012 ed ero finalmente con la mia squadra di colleghi, trovavo proprio lì, in mezzo al capitano e al coach, come
altri interpreti che conoscevano altre lingue: un mix di tante volte avevo visto da casa in tv. È stato bello poter
internazionalità e di culture stupendo. La riunione era essere a contatto con gli atleti in una delle esperienze più
allo stadio “Earls Court”, importanti della loro vita e sentirsi coinvolti in un evento
luogo dove avremmo la- così grande. Le ragazze sono state eliminate alle semifi-
vorato, ma era ancora in nali e doverle intervistare in lacrime è stato straziante;
costruzione. La fantasia di nei loro occhi si leggeva il tanto bramato sogno, infranto.
ognuno di noi disegnava I ragazzi invece erano molto contenti del bronzo. Il veder
nella propria testa i rumo- alzare la bandiera dell’Italia alle premiazioni è stato un
ri, il pubblico, gli atleti, lo orgoglio!
spettacolo che si sarebbe La fortuna di conoscere due lingue mi ha così portato a
concretizzato in quel po- fare un’esperienza ricca di emozioni e concentrata in due
sto. Un mese dopo erava- sole settimane. I ricordi di quei giorni penso rimarranno
mo lì con i rumori veri, il indelebili nella mente di ognuno di noi volontari; abbia-
pubblico autentico, tutto mo tutti dato il nostro contributo per creare qualcosa di
era reale e tre volte più davvero grande come le Olimpiadi e pensare di averne
elettrizzante di come ce fatto parte rende tutti molto orgogliosi.
lo eravamo immaginato. Con ansia e trepidazione non mi resta che aspettare
Dal 31 luglio ho iniziato a quattro anni per far di nuovo parte di un evento come
lavorare. La mia giornata questo: RIO 2016.
iniziava presto la mattina, Giulia Rissotto
20. dial gare 20
INIZIA UN NUOVO ANNO… E SI TORNA A CASA!
Inizia un nuovo anno Forse pensate che sia finita qui e invece quest’an-
sportivo e sarà difficile no c’è una grossa novità e soprattutto dopo circa
migliorare il precedente vent’anni torniamo a casa… Come non avete capito?
per molti motivi. Forse mi prenderete per matto, ma uno dei miei
Lo scorso anno ci sono ricordi da bambino dei primi anni delle elementari
state molte vittorie (il è quello di andare in oratorio con mio papà, vedere
campionato con la palla- il cancellone tutto coperto da un telo, pagare il bi-
volo del misto e il girone glietto ed entrare a vedere la partita serale dell’U.S.
di calcetto con gli Amici di Omar) e pure delle pro- San Carlo della coppa Bresciani in oratorio.
mozioni (gli Amici di Omar appunto e l’altra squa- Poi, la società che prima era in oratorio si è sposta-
dra di calcetto arrivata seconda nel suo girone). ta al campo grande, ha cambiato nome, ecc…
Poi è arrivata l’estate, ci sono state le prime elezio- Circa quattro/cinque anni fa abbiamo ricostruito
ni della società che hanno visto il presidente Turani l’U.S. San Carlo sotto il nome di A.S.D. Oratorio San
ancora rieletto (ma siete sicuri di quello che avete Carlo Villa d’Adda e da quest’anno, se di venerdì
fatto?) e la programmazione della nuova stagione. sera entrerete in oratorio (tranquilli che il cancel-
lone non sarà coperto e non si pagherà il biglietto)
La nuova stagione ha rischiato per qualche setti-
troverete nel bar una squadra composta da 6 papà
mana di non vedere ai blocchi di partenza la squa-
e 2 ragazzi che disputerà il campionato provinciale
dra del misto detentrice del titolo, ma grazie alla
di calcio balilla.
caparbietà del nostro Angelone e del nucleo stori-
Una nuova esperienza che ci permette, innanzitut-
co della squadra saremo lì sotto rete a difendere lo
to, di far nascere una nuova disciplina nel nostro
scudetto che abbiamo cucito sulla maglia; si tratta
paese (come avevamo già fatto col basket), ma so-
solo di capire quanto valiamo.
prattutto ci permette di riportare la società sporti-
Ai blocchi di partenza della stagione c’è pure la
va a giocare lì dove è nata: in Oratorio. In bocca al
squadra del basket che aspettiamo tutti con ansia
lupo ragazzi!
alla prova di maturità (anche se hanno l’età media
minore) perché dopo tanti miglioramenti, li vor- Come sempre vi aspettiamo numerosi alle partite
remmo vedere finalmente con un piazzamento a in casa presso la palestra delle scuole medie o al
metà classifica o magari a lottare per i play off. bar dell’oratorio e per chi non riuscisse, seguiteci
Finiamo con le due squadre di calcetto che devono sul nostro blog.
prendere le misure a un girone nuovo dove trove-
Buon campionato a tutti!
ranno sicuramente più competitività e tecnica, ma
sappiamo che i nostri ragazzi non faranno di certo Davide Chiari
mancare l’impegno. e la dirigenza
Invito dal Gruppo Rosa Blu
Martedì 16 ottobre, ore 20.30, in oratorio
Incontro con i genitori dei ragazzi
L’invito è rivolto anche a tutti gli adulti e genitori di ogni
bambino o ragazzo che vorrebbe conoscere il nostro gruppo.
Vi aspettiamo!
21. 21 Settembre/Ottobre 2012
“Andiamo a Teatro 4” Sabato 27 ottobre
L’Associazione “TeatrOsfera”
Rassegna Teatrale 2012 presenta
di Lecco
CINE-TEATRO SAN CARLO VILLA D’ADDA
Con il patrocinio
dell’Amministrazione Comunale di Villa d’Adda
in collaborazione con l’Oratorio San Carlo regia di Matteo Polvara
Commedia brillante in due atti.
FUORI RASSEGNA Sabato 13 ottobre
L’Associazione
Sabato 6 ottobre - ore 20.45 “Non Solo teatro” Sabato 3 novembre
di Calusco d’Adda L’Associazione “Ronzinante”
presenta di Merate (LC)
presenta
regia di Giuseppe Colleoni di Edmond Rostand
Commedia brillante in due atti. adattamento drammaturgico di Lorenzo Corengia
Sabato 20 ottobre FUORI RASSEGNA
Trio teatrale Sabato 8 dicembre
“PensierinaffittO”
di Nogara (VR) La Compagnia Stabile
presenta
“il Teatro del Gioppino”
di Zanica
presenta
di Anna Beltrame
adattamento e regia di Giovanna Scardoni di Fabrizio Dettamanti
Commedia psico brillante in due atti. Commedia musicale in dialetto bergamasco in tre atti.
INIZIO SPETTACOLI ORE 21.00
INGRESSO: INTERO 8,00 Euro - RIDOTTO 5,00 Euro (fino a 15 anni di età e sopra i 65 anni)
INFO - PRENOTAZIONI - ABBONAMENTI: Cell. 340 5311404 - Cell. 349 3123350 (Piero) - www.compagniaolrasghi.it
L’Amministrazione Comunale, all’interno delle iniziative proposte dalla CIB
aventi per oggetto “UNA SCUOLA PER CAVEZZO (MO) - Comune dell’Emilia colpito dal terremoto”
ORGANIZZA per
SABATO 10 NOVEMBRE 2012
presso il Cineteatro San Carlo di Villa d’Adda, la commedia dialettare in due atti di Mario Donetti intitoalta
LA BRÈSA ATALANTA: OL DERBY DE L’ÒI
e rappresentata gratuitamente dalla compagnia teatrale “I BALORES” di Sotto il Monte
22. dial gare 22
Addio a madre Alessandra Canziani,
deceduta a La Ceiba de Guadalupe - El Salvador Dai Bigacc de Ëla
Centro Sportivo Comunale
Madre Alessandra Can- Via Donizetti - Villa d’Adda (Bergamo)
ziani, missionaria delle F.I.D.A.L. - Bg - 339 - anno 2012
Figlie di San Girolamo
Emiliani di Somasca, Prossimi appuntamenti
è morta il 26 agosto
scorso, a La Ceiba de • 7 Ottobre: 10ª Camminata “Solidalmente”
Guadalupe (El Salva- km. 6-12-22-27 - Almè (BG)
dor), all’età di 85 anni.
• 14 Ottobre: 4ª Quater Pass in Valverda
Sono molte le famiglie km. 6-13-22 - Valverde (BG)
del paese, e del territo-
rio dell’Isola, che ogni • 21 Ottobre: 7ª Strasuisio
anno fanno visita alla km. 6-11-14-22-30 - Suisio (BG)
missione in Salvador,
che madre Alessandra nel 1958 aveva avviato e che, • 20/21 oppure/proposta
grazie a lei, avevano adottato figli a distanza. Da qui Gita / Camminata e Week End a Siena
era nato il “Gruppo Salvador” per sostenere le molte km. 10 e 18
opere e necessità della missione. Castelnuovo Berardenga (Siena)
Questo il ricordo della portavoce del gruppo:«La so- • 28 Ottobre: 35ª Teremotata
rella ci ha lasciati per entrare nella casa del Padre del- km. 8-15-24-32-50
la bontà e della misericordia. Ringraziamo il Signore Terno d’Isola (BG)
per il dono di madre Alessandra, per la sua umile e
serena presenza, il suo fedele, discreto e generoso Per prenotazioni e informazioni rivolgersi presso:
servizio ai poveri e ai bambini abbandonati presso Fiorenzo Paggi Tel. 035 793306
l’Istituto Hermanas Somascas in Salvador. Preghiamo Anna Maria Locatelli Tel. 035 784104
affinché possa essere ricompensata di tutte le sue fa-
tiche e venga colmata di benedizioni per aver fatto
della sua vita un dono di carità vissuta».
Umberto Chiari
Luigi Rota
Tel. 035 792892 Per
}
Tel. 035 798060 Carvico
Questa la speranza delle tante persone che compon- Per motivi organizzativi si prega di telefonare
gono il gruppo delle famiglie adottanti. dalle 12 alle 14 del sabato.
a villa d’adda...